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La storia sull’origine degli elementi chimici è strettamente intrecciata con

l’evoluzione del nostro universo. Gli elementi che costituiscono il nostro corpo, ciò
che ci circonda, riflettono l’abbondanza cosmica degli elementi, e la loro presenza
sulla Terra è parte della storia evolutiva delle stelle. La genesi di tutti gli elementi
presenti in natura si può ricondurre a due fasi: la nucleosintesi primordiale per gli
elementi ”più leggeri” e la nucleosintesi stellare per la formazione degli elementi “più
pesanti”. La prima nucleosintesi, si riferisce al processo di formazione degli elementi
nella prima fase dell’universo, conosciuta come big bang. Essa è responsabile della
formazione degli elementi idrogeno (H) e del suo isotopo deuterio, dell’elio e i suoi
isotopi Si ritiene che la formazione di questi elementi si sia avuta subito dopo la
prima fase di espansione dell’universo, quando la temperatura ha avuto un
“raffreddamento” a circa 1010 K. In questo momento l’universo è costituito da un
mare di fotoni (γ), elettroni e positroni, neutrini (ν) e antineutrini (!), più protoni e
neutroni. Oggi, quasi 14 miliardi di anni dopo, il 2 per cento dell'idrogeno e dell'elio
dell'Universo si è trasformato nella vasta gamma di elementi classificati nella Tavola
Periodica. Il processo di produzione di nuovi elementi è chiamato nucleosintesi: le
stelle sono le uniche responsabili della nucleosintesi degli elementi più complessi
dell'elio. La nucleosintesi al Big Bang è stata molto diversa da quella stellare: la
prima durò pochi "istanti" e produsse idrogeno ed elio, e piccole quantità di litio, la
seconda è lenta e va avanti da miliardi di anni, a partire da quando, 100 milioni di
anni dopo il Big Bang. Alla fine della vita della stella, esaurito il "carburante",
esplodeva in supernove generando elementi più pesanti, dall'ossigeno al silicio, fino
al selenio. Poi, elementi con un numero di protoni ancora maggiore, ossia ancora più
pesanti, si formavano quando stelle di neutroni (quel che rimane di stelle massicce
esplose) si scontravano e fondevano tra loro: quegli eventi hanno generato elementi
quali il rodio, lo xeno, l'uranio, passando per l'oro e il platino.
La tavola periodica degli elementi è lo schema con cui sono ordinati gli elementi
chimici sulla base del loro numero atomico Z e del numero di elettroni presenti negli
orbitali atomici s, p, d, f., contrariamente a quanto si fece ai primordi. Infatti,
inizialmente, Meendelev aveva ordinato i vari elementi chimici in base al numero di
massa atomica crescente, tralasciando vari spazi vuoti laddove aveva previsto che
molti altri elementi avrebbero dovuto essere scoperti. Inoltre aveva scoperto che,
ordinando gli elementi in base alla massa atomica, le proprietà chimiche di questi si
ripetevano periodicamente. Successivamente, il chimico italiano Stanislao
Cannizzaro apporterà un grande contributo alla determinazione delle reali masse
atomiche degli elementi, correggendo eventuali errori precedenti. In particolare, egli
fece riferimento alla Legge di Avogadro secondo la quale volumi uguali di gas
diversi, alle medesime condizioni di temperatura e pressione, contengono lo stesso
numero di molecole Qualitativamente, gli elementi della tavola periodica possono
essere classificati come:
● Metalli
● Metalli di transizione – inclusi metalli di transizione interna – (lantanidi –
anche detti metalli delle “terre rare” – e attinidi)
● Non metalli
● Semimetalli (o metalloidi)

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