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La storia dell'arte è la disciplina teorica e storica che studia la nascita e il progresso delle

espressioni artistiche, attraverso un punto di vista metodologico filosofico ed estetico oltre


che semiotico, cognitivo e letterario, con particolare riguardo ai fenomeni distintivi. Nell'arco dei secoli si
è formalizzata come ricerca di conoscenze, tecniche e descrizioni, utili alla comprensione delle più
varie forme artistiche. Le prime descrizioni autentiche compaiono in testi greci antichi (Pausania) e
romani (Plinio il Vecchio).
In quanto disciplina teorica si occupa dei principi estetici e storici della funzione estetica, della
costituzione e delle variazioni di forme, degli stili e dei concetti trasmessi attraverso opere d'arte. Una
grande divisione, tra arte e tecnica, nasce nell'Accademia platonica, a contrasto delle forme ibride
di imitazione. Nel corso delle importanti egemonie culturali, il punto di vista dello storico dell'arte, è stato
omologato alla ricerca e diffusione di canoni operativi. Nella sua veste di ricerca stilistica e biografica,
essa adotta i criteri della filosofia e della storia letteraria, così come della psicologia evolutiva e della
critica d'arte.
Solo dopo la metà dell'Ottocento, l'interesse della sociologia, per studi psicologici e letterari, ha
comportato un orientamento verso la comprensione del fenomeno artistico dal punto di vista dei
fenomeni sociali coinvolti. In questo quadro scientifico di studi contemporanei, è stato possibile
completare la ricerca da un punto di vista sociopedagogico e psicopedagogico, con teorie sulla
"formatività" (Pareyson) e sull'apporto dei musei, delle gallerie e degli archivi pubblici e privati, messi in
luce dalla critica contemporanea.
La storia dell'arte è intesa anche come rispetto delle sistematicità che essa contiene e contribuisce a far
conoscere, mediando tra conservazione, innovazione culturale e industriale. Opere unitarie sulla
personalità artistica ottengono l'ambito riconoscimento di ricomporre la teoria e la tecnica delle arti. Si
pensi al saggio di Benvenuto Cellini. Uno dei successivi maggiori contributi, nasce con l'esperienza
vivida dei manieristi al seguito di Michelangelo Buonarroti: Giorgio Vasari comprese la necessità di
raccogliere le testimonianze letterarie e critiche, concrete e collezionistiche, tecniche e diaristiche
proprie degli artisti e quindi raccolse utili informazioni allo scopo di tracciare la fortuna delle opere e
degli artisti.
Facendo così intese riportare la tradizione culturale italiana a partire da Giotto, costituendo un modello,
presumibilmente derivato dall'arte greca, della maniera, affrancandola dall'ambito servile in cui era
collocata per essere considerata un'arte libera alla pari con il lavoro intellettuale. La sua raccolta, Le
vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, permette di riconoscere la continuità dello stile e la
necessità critica di un giudizio sull'arte e sull'architettura, ha innovato nello stile, ha dato un'impronta
negli studi, almeno fino a Federico Zeri. La funzione di queste raccolte, pubblicate a mezzo stampa,
ebbe colorazioni diverse. Marco Boschini, scriverà con un lessico veneziano, il modo di interpretare la
pittura, in una Venezia aperta al riconoscimento e al mercato internazionale, non di meno con intenzioni
allegoriche e istruttive dal punto di vista culturale e morale.
In Italia, si sono percorse influenze profonde, ancorate a principi teorici: dalla storia della religione,
all'evoluzione dei concilii, dalla manifestazione di opere pubbliche alla realizzazione di scuole, motivo
per cui, una storia dell'arte, può avere come suo ancoramento intrinseco, una vocazione dal
tratto antropologico culturale propria. Il metodo dello storico dell'arte, in sintesi, deve potersi avvicinare
a quello del sociologo e semiotico visivo pur rappresentando conoscenze evolutive proprie e
accostandosi al metodo filosofico e naturalistico delle scienze. In quanto disciplina, deve occuparsi di
tutte le forme artistiche, potersi specializzare e ricoprire quindi una veste scientifica propria per poter
essere trasmessa.
L'aspetto approfondito del bene culturale, così come le conoscenze di opere e di autori, in particolare
in pittura, in scultura e in architettura, sono il fondamento degli studi accademici, specialistici e di
ricerca. Inoltre, come ogni altra disciplina storica e umanistica, la storia dell'arte è soggetta ad un'opera
di interpretazione e riconoscimento critico ed è soggetta al metodo storiografico progressivo.
Lo studio dei contesti, degli antefatti, delle condizioni ambientali e dei mutamenti, della collocazione e
della condizione della conservazione, in cui un'opera è stata concepita, realizzata, recepita e studiata,
nonché della committenza e dei materiali, è parte integrante sia per la comprensione del significato,
delle funzioni tipiche dell'opera, sia del percorso artistico e del valore dell'opera.
A queste competenze si aggiungono la museografia e il restauro del bene culturale. Anche su questo
piano, la storia dell'arte, deve poter cercare le analogie e le differenze comprese nell'opera, dal punto di
vista dei legami con altre scienze, degli usi e dei costumi, nell'impegno complessivo di partecipare allo
sviluppo democratico e alla conoscenza in genere.
La "descrizione analitica" (ékphrays) del formarsi delle opere d'arte, e delle opere stesse, permette di
affrontare tematiche di vasta portata: i ricettari, i trattati, i dizionari monografici, del disegno e del colore,
sia tecnici che a glosse, favoriscono la divulgazione della storia delle arti, e rendono possibile una
competenza settoriale, uno studio distintivo in Arti maggiori e Arti minori nel rispetto del ritrovamento.
Con il contributo dell'archeologia, le opere d'arte possono essere studiate e descritte approfondendo
aspetti ragionati che la costituiscono: dalle osservazioni presemiotiche e meno intenzionali, dai
materiali alla conoscenza strutturata, dobbiamo il formarsi di settori
propri: iconologia, iconografia, allegoria e simbolo, che di volta in volta hanno arricchito la letteratura
artistica, favorendo il nascere di correnti di pensiero (ut pictura poïesis).
Lo studio delle opere del passato, soprattutto se appartenenti a culture distanti, porta, in particolar
modo, alla conoscenza e al rispetto di codici culturali e filosofici ai quali le opere fanno riferimento. Lo
studio articolato delle invenzioni e delle scoperte, in storia e storia dell'arte, porterebbe ai significati
teorici stessi delle opere d'arte ritenute maggiori.
L'arte, afferma Edgar Wind, è sottoposta a principi regolativi universali, educare con l'arte, significa
concedere all'espressione e al contenuto artistici, uno statuto normativo e progettuale proprio, che
attinge alla forma stessa dei linguaggi dei primordi che hanno permesso la formazione del gusto,
dell'estetica e dell'etica nelle varie epoche. I contributi degli storici dell'arte, non possono che provenire
da spontanee costruzioni professionali, nozioni, competenze, disposizioni che restituite ne favoriscono
l'accesso, tuttavia nel corso del Novecento sono nati veri e propri istituti di eccellenza. Ad esempio
il Warburg Institute di Londra, si è occupato dell'orientamento religioso, allegorico e astrologico delle
opere d'arte.
Con la didattica museale si esprime un concetto affine, quello del significato dell'esperienza diretta del
fare artistico accanto alla fruizione estetica del sapere, si favorisce la conoscenza individuale del valore
estetico dell'opera d'arte. Le correnti strutturaliste e costruttiviste, linguistiche e psicologiche, hanno
orientato la pedagogia artistica sulle direzioni di senso, legate alla comprensione delle procedure
artistiche tecniche.

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