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Il lavoro dell'attore
– Emozionalista → Sanislavskij (memoria emotiva; processo di rivivescenza; autenticità del sentire. Poi
passerà alle azioni fisiche, il lavoro sul corpo susciterà l'emozione). Quando Stanislavskij fece la tournè in
Usa ci furono due attori (Boleslavski e Uspenskaja) che chiesero a Stanislavskij di poter rimanere lì per
impartire delle lezioni. Gia loro stessi impartirono lezioni di Stanislavskij unito anche alle visioni riformate di
coloro che mossero critiche come Checov, Vachtangov. Lo stesso Strasberg seguiva le lezioni di questi due
attori.
• a cavallo tra i due Lessing , lui aveva già fatto precedentemente la scoperta dell'ultimo stanislavskij
ovvero che la sfera corporea e quella emotiva sono strettamente connesse. Lui arriva a questa
teoria perchè in Germania (intorno alla metà del '700) la relazione tra corpo e mente comincia ad
essere studiata anche in campo medico-scientifico.
– Antiemozionalista (imitativo)
azioni fisiche→ Mejerchold (training fisico, lavoro sull'azione, addestramento che porta l'attore ad avere la
piena consapevolezza del gesto e del movimento (biomeccanica); tuttavia non è vero che nel suo teatro non
ci siano coinvolgimenti emotivi. Si sente la gelosia, la tensione erotica dei personaggi ecc. tutto è calcolato.
Nulla è lasciato all'improvvisazione.
→ Brecht (straniamento, no coinvolgimento emotivo tra attore e personaggio. Il personaggio viene
presentato allo spettatore non incarnato. Recitazione condotta attraverso l'uso di espedienti come l'uso di
un linguaggio dello straniamento. La recitazione è inserita ll'interno di un'idea che mira una creare una
distanza che permette di mantenere un atteggiamento critico nei confronti di quello che stanno vedendo e
facendo. Uno di questi espedienti è parlare in 3° persona. Il suo è un teatro epico, come se si raccontasse
una storia riportandola e questo significa che non si è strettamente coinvolti. Un teatro che racconta e per
mantenere l'idea del teatro epico teorizza l'effetto dello straniamenoto. Tutti i linguaggi devono essere usati
in senso straniato anche la scenografia, i costumi. Quindi c'è una componente antirealistica. Viene
raccontanto l'ambiente attraverso cartelli, le luci ecc. lo spazio è un nudo, si vede il retropalco, le scritte del
teatro, gli oggetti ecc ); sposò un'attrice, era a contatto con la vita degli attori ma non è un attore. C'è dietro
il suo teatro un fine ben preciso. La Germania di Brecht attraversa dei periodi difficili ( l'idea di una società
giusta che invece poi diventa tutt'altro. Quindi un momento di illusione, l'idea che dopo la povertà di fine
dopo guerra ci fosse un tempo migliore mentre invece no. La Repubblica di Weimer crolla con la crisi
economica, disocuppazione, scioperi e rivolti, ascesa di Hitler con tutto ciò che segue. Brecht assistette a
tutto questo. In America fu processato poi ritornò in Germania. La sua vita fu sofferta. Il suo atteggiamento
non è solo di testimonianza ma è un'idea che si puà fare qualcosa contro il mondo che sta crollando. Si può
reagire, si può fare qualcosa. Se l'uomo è cosciente può opporsi a ciò che avviene. Ha una visione in fondo
ottimistica. Questo proviene dalla sua visione del mondo come mutabile. Non a caso scrive “La resistibile
ascesa di Arturo .. (?)” = Arturo gestisce il traffico di commercianti di cavoli ma dietro questa figura si
nasconde la figura di Hitler questo per smontare la grandezza di Hitler stesso. Il teatro può svelare la realtà
quindi e fare in modo che il cittadino che va a teatro può allenare la sua capacità critica proprio per non
cadere nei tranelli a cui assiste. Il teatro suo non è prettamente politico ma ha una grande valenza politica.
Ogni oggetto può avere una valenza particolare, bisogna allenare. Il compito dell'attore è avere
consapevolezza di ciò che fa e presentare la storia e il personaggio perchè quello stanno a significare altro in
grado di sviluppare coscienza critica nello spettatore.
Sappiamo più cosa l'attore non deve fare rispetto a quello che non deve fare. Quindi l'attore è inserito in
tutto questo contesto. l
L'effetto di straniamento è coadiuvato da tutto l'impianto dello spettacolo.
L'uso della musica è un uso più espressionista. Luci fredde, tagliente. Lo scopo è far vedere e non suggerire
atmosfere.
Orazio Costa primo maestro di recitazione alla Silvio D'amico proveniente dall'insegnamento francese. Era
anche un regista.
Quindi :
MICHEL CHECOV,
negli anni '40 arrivò all'idea del gesto psicologico che prende il posto della memoria emotiva di Stanislavskij.
Fu anche un maestro di recitazione. Viaggiò molto anche per il fatto delle vicende che la Russia stava
vivendo. Prima di trasferirsi negli USA va a Berlino ma anche lì la situazione non era buona. Fece tante
esperienze cominciando innanzitutto a ragionare nelle vesti di allievo all'interno del Teatro d'Arte. Quando
era studente era vivo ancora Suler. Il suo “rivale” è Vachtangov. Il sistema stesso comincia ad essere
contestato. Ha una vita non facilissima. Ebbe frequenti crisi depressive. Anche a lui il contatto con la cultura
orientale gli fu d'aiuto, soprattutto le pratiche di meditazione. Entrò in contatto anche con l'antroposofia di
Steiner: idea dell'essere umano come portatore di facoltà di cui egli stesso non è consapevole. Non esiste
un solo piano d'esistenza. Tramite delle tecniche si può accedere ad altri piani d'esistenza non materiali.
Checov quindi trova materia fertile da qui per sviluppare la sua idea.
Steiner diceva che “l'arte era una via per sperimentare la bellezza di sé”. Quindi anche lui si interessò
all'attore perchè frequentava lui stesso il teatro. Per lui il teatro era una strada di potenziamento
dell'umano. Quindi Checov da tutto questo comincia ad elaborare la propria idea di formazione dell'attore
distaccandosi da Stanislavskij. Mette in discussione quindi il concetto di rivivescenza per vari motivi che
hanno a che fare anche con la propria esperienza. Il processo poteva diventare dannoso perchè si possono
ammalare a furia di scavare dentro di se ogni volta sensazioni che possono essere anche dolorose. Può
esserci un'altra strada. Lui comunque riteneva che la recitazione doveva sembrare autentica, come per
Stanislavskij però bisognava modificare il “come”. La critica alla memoria emotiva assomiglia alla “critica”
che Diderot faceva alla sensibilità. Lui elencava le caratteristiche della sensibilità.
Le critiche quindi di Diderot sulla sensibilità sono più o meno le stesse che Checov aveva per la memoria
emotiva. Nel momento in cui avviene l'immedesimazione come si fa a distinguere la persona dal
personaggio? Nel momento in cui si va in scena a furia di immedesimarsi come si faccio a sapere se quella
persona non è veramente lui stesso e non il personaggio? Cioè a furia di immedesimarsi recita se stesso.
(Comunque Stanislavskij voleva una immedesimazione per analogia).
Checov scopre che:
aneddoto del funerale: Checov aveva pensato alla morte del padre anche se non era in realtà morto
ingannnando lo stesso Stanislavskij. Quindi il dolore lo ha solo immaginato, non lo ha provato.
L'immaginazione quindi comincia ad avere una importanza. L'addestramento quindi delle allenare
l'immaginazione anche attraverso l'esercizio fisico. Gli esercizi quindi sono rivolta a stimolare
l'immaginazione e di conseguenza il corpo. Nel suo lavoro è il corpo che guida e il resto segue,
l'immaginazione guida.