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Sociologo francese
Nel 1895 D. pubblica "LE REGOLE DEL METODO SOCIOLOGICO" dove delinea la
metodologia necessaria ad un vero studio scientifico della società. Partendo dalle
idee comtiane sull'analogia tra società e natura come oggetto di studio, Durkheim
cerca di allontanare la sociologia dalla filosofia sociale astratta e indica nello studio
empirico la premessa necessaria dell'approccio sociologico. Sulla base di questo
punto di vista, i fenomeni sociali devono essere studiati come fatti, ossia come cose
osservabili e misurabili empiricamente. Secondo il sociologo francese, infatti,
l'organizzazione sociale è una realtà sui generis che non è costituita dalla somma
delle sue parti, bensì le supera e le racchiude, concretizzandosi in fenomeni che
hanno un carattere esterno all'individuo stesso e, come tale, coercitivo.
Il primo decennio del XX secolo vede impegnato Durkheim in più fronti. Nel
1902 entra alla Sorbona e nel 1906 viene nominato professore di ruolo della
cattedra di Pedagogia (solo nel 1913 il nome del corso diverrà "Pedagogia e
sociologia"). Per tutto il decennio prosegue nello sforzo dell'"Année Sociologique", la
rivista di sociologia fondata nel 1894 che vede fra i suoi collaboratori anche il genero
Marcel Mauss: l'intento del periodico, il primo ad avere come oggetto le scienze
sociologiche, è quello di fornire un quadro completo di tutta la letteratura prodotta
nell'ambito degli studi sociali. A questi impegni Durkheim affianca anche la sua
opera di ricerca: diversi sono i suoi articoli e studi, gran parte raccolti nelle edizioni
postume de "L'educazione morale" e "Sociologia e filosofia", i quali approfondiscono
i temi già presenti nelle sue prime opere. In particolare egli ritorna sul tema della
morale: se i fatti sociali sono tali per la loro esteriorità e coercizione, allora i fatti
sociali hanno valenza etica e sono fatti morali.
SOLO LA SOCIETÀ, DUNQUE PER DURKHEIM, SI PRESENTA COME PERSONA MORALE DISTINTA
DAGLI INDIVIDUI E CAPACE DI TRASCENDERE GLI INTERESSI INDIVIDUALI: ESSA È ALLORA DESIDERABILE
PERCHÉ PERMETTE ALL'UOMO DI INNALZARSI SOPRA LA SEMPLICE ESISTENZA ANIMALE E I SUOI ISTINTI
EGOISTICI PER COORDINARE INSIEME GLI SFORZI E VIVERE UNA VITA PIÙ LIBERA DAI BISOGNI E DALLE
NECESSITÀ.
Egli giunge così alle sue conclusioni più discusse: la subordinazione morale
dell'individuo alla società attraverso la disciplina e l'educazione (concetti che
contengono l'elaborazione successiva di socializzazione) e la società come oggetto e
fonte della morale. Egli svilupperà parte di questi concetti e soprattutto
l'ambivalenza dei fatti morali nella sua ultima grande opera, "LE FORME ELEMENTARI
DELLA VITA RELIGIOSA",pubblicata nel 1912, dove analizza le religioni della popolazioni
più antiche e il concetto di sacro come punto di contatto tra la vita religiosa e la vita
morale. La tesi centrale è che nelle società arcaiche le due vite coincidessero in
quanto la coesione sociale fondata sulla condivisione di credenze comuni e su forti
legami comunitari faceva sì che l'idea di società fosse trasfigurata nell'idea di dio.
Con la crescente differenziazione sociale, nelle società moderne è inevitabile che la
morale e la religione si allontanino, ma ciò non significa per Durkheim che la morale
perde i suoi caratteri religiosi. Nelle società industriali, infatti, al centro della
religiosità morale resta il vero oggetto, la società, con tutti i suoi simboli, quali inni,
bandiere e stemmi. Il diffondersi dei vari nazionalismi dell'epoca non faceva che
confermare il sociologo nelle sue idee.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, Durkheim riduce il suo impegno
negli studi sociologici sia per il suo coinvolgimento nella propaganda bellica con la
produzione di opuscoli e scritti, sia a causa di una salute sempre più cagionevole; il
conflitto mondiale, inoltre porta un duro colpo al sociologo. Durante la ritirata
dell'esercito francese in Serbia del 1914-15, il figlio André muore e per i mesi
successivi Durkheim smette di lavorare. Alla fine del 1916 un colpo apoplettico lo
costringe ad una lunga degenza e, infine, il 15 novembre del 1917 muore.
Tra i sociologi classici, Durkheim è certamente stato l'autore che più di ogni
altro ha influenzato gli sviluppi successivi della sociologia e delle scienze affini (si
pensi solo allo strutturalismo di Levi-Strauss, le correnti americane del funzionalismo
di Merton e del funzional-strutturalismo di Parsons e l'antropologia francese di
Mauss). I suoi principi metodologici sono stati alla base del nascere della ricerca
quantitativa nelle scienze sociali e le sue conclusioni teoriche costituiscono ancora
oggi oggetto di dibattito (si pensi ai lavori di Zygmunt Bauman) e questo, ancora più
di ogni attestato, conferma la notevole portata del suo contributo.
Emile Durkheim
La coscienza collettiva è l'insieme delle credenze e dei sentimenti comuni alla media
dei membri di una società. Questo insieme ha una vita propria che non esiste se non
attraverso i sentimenti e le credenze presenti nelle coscienze individuali.