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ELETTROMAGNETISMO
APPLICATO ALL’INGEGNERIA
ELETTRICA ED ENENGETICA
(EAIEE)
Giuliana Sias e Augusto Montisci
riferimenti

Ricevimento:
❖ Prof. Augusto Montisci, su Teams per appuntamento, indirizzo e-
mail amontisci@unica.it, tel. 070 6755848

❖ Prof. Giuliana Sias, su Teams per appuntamento, Indirizzo e-mail:


giuliana.sias@unica.it, tel. 070 6755878

Codice EAIEE per Teams: hym1nhl


Programma Elettrici (9 CFU) Programma Energetici (6 CFU)
Prof. G. Sias Prof. G. Sias
1) Introduzione 1) Introduzione
2) Elettrostatica 2) Elettrostatica
3) Introduzione FEM 3) Introduzione FEM
4) Campo di corrente stazionario 4) Campo di corrente stazionario
5) Magnetostatica 5) Magnetostatica
6) Circuiti magnetici 6) Circuiti magnetici
7) Campi tempo-varianti 7) Campi tempo-varianti
8) Campi armonici Prof. A. Montisci
9) Onde piane 1) Introduzione alla Magnetoidrodinamica (MHD)
10) Linee di trasmissione
11) Introduzione alla Fusione Termonucleare controllata
Seminario di Trasmissione
elettromagnetica dell’energia (3 CFU)
Prof. A. Montisci Prof. A. Montisci
1) Introduzione alla Magnetoidrodinamica (MHD) 1) Conversione MHD dell’energia e processazione dei
2) Conversione MHD dell’energia e processazione dei materiali
materiali Prof. G. Sias
1) Campi armonici
2) Onde piane
3) Linee di trasmissione
4) Introduzione alla Fusione Termonucleare controllata3
Informazioni
Testi consigliati:
▪ D. K. Cheng; Field and Wave Electromagnetics 2° ed, Addison-Wesley Longman
▪ M. Malesani G. Guarnieri, Campi elettromagnetici, ed. Libreria Progetto, Padova
▪ P. P. Silvester R.L. Ferrari, Finite Elements for electrical Engineering, Cambridge university
Press
▪ M.N.O. Sadiku - Numerical Techniques in Elettromagnetics - CRC Press
▪ R. Moreau, Magnetohydrodynamics, Kluwer Academic Pub.
▪ Lucidi delle lezioni (non sono delle dispense!)

Modalità svolgimento esame:


▪ Elettrici: un problema da risolvere con il softwar COMSOL + 2 domande orali
▪ Energetici: un problema da risolvere con il softwar COMSOL + 2 domande orali
▪ Seminario 3 CFU: 1 domanda orale sugli argomenti del seminario
▪ Tesina facoltativa su un argomento scelto dallo studente: fino ad un massimo di 4 punt i
CAMPO SCALARE
In una regione dello spazio diciamo che è presente un campo se in tale regione è definita
una grandezza fisica funzione della posizione (e anche del tempo). Se la grandezza è uno
scalare allora abbiamo un campo scalare, esempio: campo di temperature
Dato un campo scalare, e considerato un
certo istante t, il luogo dei punti in cui f(p)
p2 →f(p2,t) ha lo stesso valore costituisce una linea (o
superficie se siamo in 3D) di livello
p3 →f(p3,t) f(p3)
f(p2)
p1 →f(p1,t)

p4 →f(p4 ,t) f(p1)

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CAMPO VETTORIALE
Se la grandezza fisica che definisce il campo è vettoriale, il campo è detto vettoriale.
Esempio: Campo di Velocità
Dato un campo vettoriale, e considerato un
certo istante t, una linea che sia in ogni
punto tangente a f(p) è detta linea
vettoriale o di campo (o detta anche di
p1 →f(p1 ,t) flusso). Due linee di campo nn si
intersecano mai.
X2 →f(p2 ,t)

X4 →f(p4 ,t)
p3 →f(p3 ,t)

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CAMPO DI FORZE
Se la grandezza fisica che definisce il campo è una forza, il campo è detto Campo di Forze.
Esempio: Campo Elettrico

Le linee di campo possono essere:


➢ Chiuse
p1 →F(p1,t)
➢ Aperte di lunghezza finita
➢ Aperte di lunghezza infinita (se
occupano una regione illimitata o se
p3 →F(X3 ,t) si avvolgono a spirale su una
p2 →F(p2,t) superfice limitata)
p4 →F(p4,t)

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GRADIENTE
In uno spazio tridimensionale definito da un sistema di coordinate cartesiane con versori
indicati u x , u y e u z il nabla è definito come:
𝜕 𝜕 𝜕
∇= 𝑢𝑥 + 𝑢𝑦 + 𝑢𝑧
𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑧

Si definisce gradiente di un campo scalare V in un punto p:

V V V
gradV = V = u x +uy + uz
x y z
Pertanto l’operatore gradiente si applica ad una funzione scalare e restituisce una funzione
vettoriale. Il vettore gradiente:
• indica la direzione e il valore della massima variazione in ciascun punto dello spazio e il
suo modulo fornisce l’indicazione di tale variazione
• è ortogonale alle superfici di livello del campo scalare 8
DIVERGENZA
Si definisce divergenza di campo un vettoriale 𝐴ҧ in un punto p, il flusso netto attraverso
la superficie S per unità di volume, quando il volume tende a zero:

‫ׯ‬S A ⋅ ds ds
div A = ∇ ⋅ A = lim In uno spazio tridimensionale definito
Δv→0 Δv da un sistema di coordinate cartesiane:
ds
𝜕𝐴𝑥 𝜕𝐴𝑦 𝜕𝐴𝑧
𝑑𝑖𝑣𝐴 = ∇ ⋅ 𝐴 = + +
𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑧
Teorema della divergenza
ഥ uscente da una superficie chiusa qualunque S è
Il flusso totale di un campo vettoriale A
uguale all’integrale della divergenza del vettore, esteso al volume V racchiuso dalla
superficie stessa
ර 𝐴 ⋅ 𝑑𝑠 = න div𝐴 d𝑣
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𝑆 V
ROTORE
Si definisce rotore di un di campo vettoriale 𝐴ҧ in un punto p, la circuitazione lungo il
bordo l per unità di superficie, quando l’area della superfice tende a zero:

‫ 𝑙ׯ‬A ⋅ dl In uno spazio tridimensionale definito


rot A = ∇ × A = max{ lim } da un sistema di coordinate cartesiane:
ΔS→0 ΔS
ux uy uz
s   
 A =
x y z
Ax Ay Az
Teorema di Stokes:
ഥ su una superficie aperta S è
L’integrale superficiale del rotore di un campo vettoriale A
uguale all’integrale lineare del vettore lungo la linea chiusa C che delimita il contorno
della superficie.
න ∇ × A ⋅ ds = ර A ⋅ dl 10
S C
Operatori del secondo ordine
grad V rot 𝐴 div 𝐴
𝑉 un campo scalare
𝑠𝑖𝑎𝑛𝑜 ቊ grad - - ok
𝐴 un campo vettoriale
rot 0 ok(**) -
div ∇2 (*) 0 -

𝜕 2 𝜕 2 𝜕 2
∇2 = 𝑢𝑥 2 + 𝑢𝑦 2 + 𝑢𝑧 2
𝜕𝑥 𝜕𝑦 𝜕𝑧

(∗) ∇⋅ ∇𝑉 = ∇2 𝑉
(∗∗)∇ × (∇ × 𝐴) = ∇(∇ ⋅ 𝐴) − ∇2 𝐴

Le seguenti identità sono sempre verificate


I identità nulla: 𝑟𝑜𝑡 (𝑔𝑟𝑎𝑑 (𝑉)) = ∇ × (∇ 𝑉) ≡ 0
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II identità nulla: 𝑑𝑖𝑣 (𝑟𝑜𝑡 (𝐴)) = ∇ ⋅ (∇ × 𝐴) ≡ 0
Identità differenziali
𝜕𝑉 𝜕
𝑔𝑟𝑎𝑑 𝜕𝑡
= 𝜕𝑡 𝑔𝑟𝑎𝑑 𝑉

𝑔𝑟𝑎𝑑(𝑎1 𝑉1 + 𝑎2 𝑉2 )=𝑎1 𝑔𝑟𝑎𝑑 (𝑉1)+ 𝑎2 𝑔𝑟𝑎𝑑(𝑉2 )

𝑔𝑟𝑎𝑑(𝑉1 ∙ 𝑉2)=𝑉1 𝑔𝑟𝑎𝑑 (𝑉1)+𝑉1 𝑔𝑟𝑎𝑑(𝑉2)

𝜕𝐴ҧ 𝜕
𝑟𝑜𝑡 = 𝜕𝑡 𝑟𝑜𝑡 𝐴ҧ
𝜕𝑡

𝑟𝑜𝑡(𝑎1 𝐴1ҧ + 𝑎2 𝑉ത2 )=𝑎1 𝑟𝑜𝑡(𝑉ത1)+ 𝑎2 𝑟𝑜𝑡(𝑉ത1 )

𝑟𝑜𝑡(f 𝐴ҧ)=f 𝑟𝑜𝑡(𝐴ҧ)+grad(f)× 𝐴ҧ


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Identità differenziali
𝜕𝐴ҧ 𝜕
𝑑𝑖𝑣 = 𝑑𝑖𝑣 𝐴ҧ
𝜕𝑡 𝜕𝑡

𝑑𝑖𝑣(𝑎1 𝐴ҧ1 + 𝑎2 𝐴ҧ2 )=𝑎1 𝑑𝑖𝑣(𝐴ҧ1 )+ 𝑎2 𝑑𝑖𝑣(𝐴ҧ2 )

𝑑𝑖𝑣(f 𝐴ҧ)=f 𝑑𝑖𝑣(𝐴ҧ)+grad(f) ∙ 𝐴ҧ

𝑑𝑖𝑣(𝐴ҧ1 𝐴ҧ2 )= 𝐴ҧ2 𝑟𝑜𝑡(𝐴1ҧ )+𝐴1ҧ 𝑟𝑜𝑡(𝐴ҧ2 )

2 𝜕𝑉 𝜕 2
∇ 𝜕𝑡 = 𝜕𝑡
∇ V

∇2 (𝑎1 𝑉1+ 𝑎2 𝑉2 )=𝑎1 ∇2(𝑉1)+ 𝑎2 ∇2 (𝑉2 )

∇2 (𝑉1 ∙ 𝑉2)= 𝑉1 ∇2 𝑉2 + 2 𝑔𝑟𝑎𝑑 (𝑉1) ∙ 𝑔𝑟𝑎𝑑(𝑉2 ) + 𝑉2 ∇2 𝑉1


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ELETTROMAGNETISMO
La teoria elettromagnetica è indispensabile per comprendere i principi di diversi fenomeni
fisici , ad esempio:
•Oscilloscopi a raggi catodici
•Radar e Comunicazione satellitare
•Ricezione televisiva e telerilevamento
•Telecomunicazione
•Radio astronomia
•Dispositivi a microonde
•Comunicazione con fibre ottiche
•Transitori nelle linee di trasmissione
•Problemi di compatibilità elettromagnetica
•Sistemi di atterraggio strumentale per la guida del pilota in casi di visibilità limitata
•Conversione della energia elettromeccanica
•Studio del funzionamento del corpo umano e animale
•Impianti nucleari a fissione e a fusione nucleare
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•Applicazioni della magnetoidrodinamica
Quantità basilari dell’elettromagnetismo

E: è l’unico vettore necessario per lo studio del campo elettrico stazionario nel vuoto
dovuto a cariche puntuali e localizzate
D: è necessario per lo studio del campo elettrico dovuto a cariche distribuite nel vuoto e
nella materia in presenza di sorgenti distribuite
B: è l’unico vettore necessario per lo studio del campo magnetico stazionario nel vuoto
H: è necessario per lo studio del campo magnetico dovuto a sorgenti distribuite nel
vuoto e nei materiali 15
Quantità basilari dell’elettromagnetismo
Carica elettrica Q [C]:
•E’ una proprietà fondamentale della materia
•Esiste solo sotto forma di multiplo delle cariche elementari (protone ed elettrone)
e=1,60x10-19
In elettromagnetismo si finisce la densità di carica ρ ( lineare / superficiale/ volumica) la
grandezza di campo che integrata (su una linea/ superficie/ volume ) da Q
dQ C
Corrente elettrica I [A]: I = =   = [A]
dt s

In elettromagnetismo si definisce la densità di corrente 𝐽 ҧ che misura la quantità di corrente


che fluisce attraverso l’unità di superficie normale al flusso di corrente.
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F
q
Campo Elettrico
Qq
F =k 2
r Legge di Coulomb
Q r
+
F Q
E= =k 2 r Campo Elettrico
q r

L’espressione del campo elettrico E contiene la SORGENTE: Q

Allo scopo di rappresentare in ogni punto dello spazio la sorgente senza doverla esplicitare
(come avviene invece in E ഥ ), e prescindendo dal mezzo viene introdotto il vettore
ഥ . La definizione di D
spostamento elettrico D ഥ è fornita dalla legge di Gauss:
D
dA ഥ ∙ 𝑑𝐴ҧ
Q= ‫𝐷 ׯ‬ D = Densità di Flusso Elettrico
+ Q
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i2 Campo Magnetico
i1 (
F = I 2 × B1 ) forza indotta su I 2

pollice (peso→forza)
B1
indice (i corrente)

Legge di Biot-Savart mano destra


I1 medio (m campo magnetico)
B1 =  = [T ]
2 r

Allo scopo di rappresentare in ogni punto dello spazio la sorgente senza doverla esplicitare
(come avviene invece in B ഥ), e prescindendo dal mezzo, viene introdotto il campo magnetico
ഥ . La definizione di 𝐻
H ഥ è fornita dalla legge di circuitazione di Ampere:
I
ഥ ∙ 𝑑𝑙 ҧ
I= ‫𝐻 ׯ‬ Legge di Ampére
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ELETTROMAGNETISMO
In un mezzo conduttore, possono coesistere un campo elettrico e un campo magnetico,
che insieme costituiscono un campo elettromagnetico.
In un mezzo conduttore un campo elettrico statico Eഥ causa un flusso costante di correnti di
densità 𝐽 ҧ , e questo genera a sua volta un campo magnetico statico 𝐻 ഥ che non varia nel
tempo e non può generare f.e.m indotte. Per cui, il campo elettrico statico E ഥ è
indipendente dal campo magnetico statico generato 𝐻 ഥ , che non interferisce con esso.

Gli effetti cambiano se il campo elettrico non è statico. Per comprendere questi effetti si
deve studiare come una variazione di campo elettrico generi una variazione di campo
magnetico e viceversa.
Per comprendere i fenomeni elettromagnetici in regime tempo-variante, è necessario
introdurre un modello elettromagnetico nel quale le grandezze relative al modello
ഥeD
elettrostatico E ഥ e quelle relative al modello magnetostatico 𝐵ത e 𝐻
ഥ e quelle del campo
ഥ e 𝐽 ҧ siano propriamente correlate.
elettrico E
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ELETTROMAGNETISMO
modello matematico generalizzato
Leggi di Maxwell Equazioni costitutive
Per i mezzi lineari e isotropi (non necessariamente
B omogenei):
E = −
t D =E
D E = J
H = J +
t B = H
D =  Equazione di continuità

B = 0  J = −
t
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ELETTROMAGNETISMO
In condizioni stazionarie è possibile
studiare il campo di corrente
prescindendo dalla presenza di un
campo magnetico all’esterno del
conduttore

In condizioni non stazionarie le


equazioni che governano il campo
elettrico e il campo magnetico
all’esterno del conduttore sono
accoppiate con le equazioni del campo
di corrente
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Ipotesi di quasi stazionarietà
l2

t
d max
l1 t<<T dove t = è il ritardo di propagazione
c
d max c
 T  d max  cT = = l
c f

Hp: dmax << λ

dmax
Non ci sono fenomeni di propagazione
Per f=50Hz l’ipotesi non è ammissibile per:
•Microprocessori
•Antenne Parametri concentrati 22
Limiti di validità dell’approssimazione
quasi stazionaria

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QUASI-STAZIONARIETÀ
𝜕𝐵 𝜕𝐵
• Equazione I: ≅0 ⇒ ∇×𝐸 = − 𝜕𝑡 ≅0 Il campo 𝐸ത è irrotazionale
𝜕𝑡

ර 𝐸 ⋅ d𝑙 = 0 Il campo 𝐸ത è conservativo su un insieme a connessione lineare


𝐿 semplice

𝜕𝐷 𝜕𝐷
• Equazione II: ≅0 ⇒ ∇×𝐻 =𝐽+ ≅𝐽
𝜕𝑡 𝜕𝑡

ഥ su L è pari alla corrente


la circuitazione del campo 𝐻
ර 𝐻 ⋅ 𝑑𝑙 = 𝐼
concatenata
𝐿

𝜕𝜌
• Equazione di continuità: ≅ 0 ⇒ ∇ ⋅ 𝐽 =0 Il campo Jҧ è solenoidale
𝜕𝑡 24
Elettromagnetismo Stazionario
Modello elettrostatico
è definito tramite il vettore intensità del campo elettrico E, e il vettore densità di flusso
elettrico (spostamento dielettrico) D.
Le equazioni fondamentali sono:
 E = 0
D = 
  E = 0 → il campo è irrotazionale
  D =  → D non è solenoidale

Per i mezzi lineari e isotropi (non necessariamente omogenei), vale la relazione


costitutiva: D
D =E → E=
 25
Elettromagnetismo Stazionario
Modello del campo di corrente stazionario
è stato definito con il vettore intensità del campo elettrico E , e il vettore densità di di
corrente J
Le equazioni differenziali fondamentali sono:
 E = 0
 J = 0
  E = 0 rappresenta la legge delle tensioni in forma locale
 J = 0 rappresenta la legge delle correnti in forma locale
Per i mezzi lineari e isotropi (non necessariamente omogenei), vale la relazione
costitutiva:
E = J → J =E
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Elettromagnetismo Stazionario
Il modello magnetostatico
è stato definito con il vettore densità di flusso magnetico B e il vettore intensità del campo
magnetico H.
Le equazioni differenziali fondamentali sono:

 H = J
B = 0
  H = J → 𝐻ഥ non è un campo irrotazionale
  B = 0 → 𝐵ത è solenoidale
Per i mezzi lineari e isotropi (non necessariamente omogenei), vale la relazione costitutiva:
1
H= B → B = H
 27
Elettromagnetismo Stazionario

Campo Campo Campo


magnetostatico di corrente elettrostatico

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