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20i6]
Italo Calvino "costruttore" - Lo strano caso di: [e cjHa jnvisjbj/J-. La "narrazione let-
teraria" come strumento di edfflcazi.one culturale.
di Pier Giorgio Massaretti
Quindi non a mia intenzione -schivati i colleghi che amano molto fare della tri-
onfale letteratura su se stessi -, di non travolgervi con dotte riflessioni "sul costruire
oggi", o incuricrsirvi con vane nctizie di gossip su quegli "archistar che, cost facil-
merite, scatenano vani desideri di emulazione da parte dei nostri giovani studenti di
Architettura e/o lngegneria (e se riesco a ritagliarmi un po' di tempo, alla fine, af-
frontefo quest'irrisolto dilemma disciplinare: per cui ai nostri giovani insegniamo a
riprodlfmedelleaTchitetture"allamoda'',punostocheimparareainmaginareuno
spazio che abbja un senso proprio).
E proprio da questo mio parficolare, per certi versi privilegiato, osservatorio discipli-
nare (Ia "storia"), la mia riflessione scientifica oggi si concentrera nel disvelare co-
me un non ordinario i.mpegno "cosfm#/'vo" sia il risultato, simultaneamente, sia di un
salido statute JSmaterialep {edfficanB, ifeicamenfe, case e ci±±a}, rna anche di un raffF
nato statute &immateriale" (the senso ha arabitare"? quali mefafore mi racconta il
vivere in citta? Ed io come partecipo, nella mia quotidianita, a narrare il "poetico
farsi" della casa o del pitl ampio spazio della citta?).
[Patopoeti/SOMSLBondeno, 21 sat. 2016]
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{Patiopceti/SONS-Bondeno, 2'1 §ct. 2016|
grafi d/. Italo Calvino (mentre non ho qui verificato i volumi su Calvino: il lavoro criti-
co sulle sue opere, sulla sua produzione artistica, Io voglio lasciare a quei volente-
rosi lettori che non si accontenteranno delle mie scarne considerazioni di oggi).
una faei[e consu{rm.One, qudia prodotfa, the mi ha permesso di- mettere a bilanci.a
una serie di informazioni quanto mai interessanti, sia in termini statistico-
quantitativi, sia cultural-qualitativi. E poich6 il faticoso impegno intellettuale a cui
qualsiasi lettura ci obbliga -anche quella del quotidiano o della rivista; quella car-
tacea, rna anche quella informatica -, perch6 tale lettura «non sia una inutile perdj-
ta di tempo» - come spesso si lamentano i nostri studentl. obb[igati, da un odioso
programma scolastico, a leggere un autore sconosciuto e fisiologicamente lontano
dal loro mondo -, per questo spererei che questa proposta di ricerca che vi consi-
glio, si possa trasformare in un'appassionante esplorazione letteraria: e che per
ognuno si trasformi in rna dura rna indirnentieabile ocmquista.
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|Patopoeti/SOMSLBondeno, 21 sat. 2$16i
tatore letterario, un caro amico dell'autore, durante il suo soggiorno parigino, nella
seconda meta degli anni Settanta).
1.3 - Per i "Classici italiani": da OvidiQ si passa a diverst saggi su AriQsto (lQ
stesso Fabrizio mi rammentava che il prof. Cazzola, nella sua recente conferenza
sull'On/ando fur/.oso, concludeva il suo intervento citando proprio Calvino; inoltre
nella nostra biblioteca, e reperibile proprio il testo dell'Einaudi Scuola (del 2009): /-
fa/o Ca/v/'no racconfa /'Or/ando furl.oso); rna anche Primo Levi, Edmondo De Amicis,
sino a Natalia Gi2buTg (un'infeHigenza [eiferar`.a veramente encicfopedica, la Sua! ).
Ma le serie pid nutrita di questi saggi e esemplarmente dedicata alla figura di Cesa-
re Pavese: il primo "maestro" del Calvino romanziere; il suo tutor, sia umano (Cal-
vino, negli anni '50, si sposta a Torjno), sja professionale (e Pavese che presenta il
giovane ltalo a Giulio Einaudi; e da qui parte un prolifico rapporto di lavoro con la
nota casa editrice torinese che dufo oltre un trentennio).
2 -Ecco poi i 55 i testj rintracciabili presso la biblioteca ``Meletti", firmati espres-
samente da Calvino.
2.1 -Per i lettori pid impegnati e attenti sono qui disponibili gli elegantissimi testi
critict dej "Meridiani" de«a Mondedch: i {re esaurienti vofumj dei Romanzr. e racooutr.
(2005); l'appassionante volume: Le#ere 7940-7985 (2000) (che sono certamente
utili per un disvelamento, attraverso la quotidianita della corrispondenza personale,
delle passioni, manie, sogni, vjsioni del mondo di Calvino); sopra poi evidenziavo
un modesto "consjglio per glj acquisti": i Sagg/. 7945-7985 (prima edizione, nella
collana,1995): I'altro jndjspensabjle percorso di "esp'orazjone narratjva" sullo stes-
so Autore; indispensabile per svelarcj, per esteso, Ia mjsteriosa e complessa meta-
foricita della Sua scrittura.
2.2 -Per i lettori pid voraci e/o caotici rimangono quindi 53 volumi monografici;
una raccolta non completa o criticamente esauriente come l'apera omn/.a dei "Meri-
diani", owiamente; rna tale paiziale e personalizzata raccolta ci suggerisce invece
moltissime informazioni illuminanti ed utili; indispensabili per guidarci in una lettura
coscienziosa dello stesso Calvino:
2.3) le opere pitl note e accreditate, quasi tutte compaiono nella sequenza tern-
pora}e progressiva di Ire diversi ec}itori tine contraddistinguono le differenziate sta-
gioni letterarie della produzione calviniana (e la presenza multipla di tali diverse e-
dizioni della stessa opera, per editori diversi, tutte conservate nella nostra bibliote-
ca, certamente accredita l'affettuoso attaccamento che diverse stagioni di lettori
bondenesi hanno dedicato all'Autore:
•1) 1950-1982: la stag.lone Einaud'i {-il trentenn.io p.iti proriflco e produttivo, c]i "for-
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|Pat.iopoet.I/SONS-Bondeno, 21 set. 20161
ii) il triennio 1982-1985 (la data della sua morte): l'editore Garzanti stampa so-
lamente tre volumi: Ia raccolta di saggi: Co//ez/.on/. d/. sabb/.a (esplorazioni geografi-
che a di mondi artistici "paralleli", su owl poi tometo); le Cosmi.comt.che veccht.e e
nwove (un pregevole ritorno ad un fortunato esperimento letterario calviniano degli
anni '60); in fine, un'opera non conclusa, editata post morfem per la cura della mo-
glie: le notissime Lez/.on/. amer/.cane: i testi delle conferenze che Calvino doveva te-
nere alla Harvard University di New York nell'anno accademico 1985-'86, con un ti-
toto originate assai pith evocativo: Si.x Memos for the Next Mi.ifeni.Lim.
iii) dal 1985, la premurosa ed attenta moglie Chichita, apre un fecondo rapporto
editoriale con la Mondadori; qui viene inaugurata la collana degli "Oscar" apposita-
mente dedicata a Calvino, che contiene quasi tutta la sua produzione letteraria; nel
1995, e inaugurata la pin volte citata collezione di "I Meridiani": in otto volumi, diret-
ta da C[audio Milanini e curata principalmente da: Luca Baranelli, Mario Barenghi e
Mario Lavagetto.
2.4) Ma e soprattutto la produzione calviniana per "l'infanzia", o per ``i ragazzi" o
per "la scuola" (oltre 20 opere), che ora pitl mi interessa: proprio per sottolineare
che tjina de{le domande dj {ettura pid consolidate a Bondeno provenjva (ed ancora
proviene?) proprio dal mondo scolastico e dell'educazione.
E non e un caso che i titoli qui pid accreditati e letti siano, quasi simultaneamente, i
seguenti:
i) le F/.abe /.£a//.ane; storicamente jl prjmo incarico professionale ricevuto espres-
samente da CaMno da parfe dell'edi'tore Ejnaudl.; obiettjvo, la rafflnafa "traduzione"
in italiano corrente di 200 fiabe dialettali di tutta ltalia, editate nel 1956 -e risultato
un faticoso impegno di ricerca "sul campo" di quasi tre anni (1953-1956): quanto
mai formativo per la futura produzione letteraria di Calvino stesso, rna soprattutto
che ha dato al giovane autore una notorieta internazionale.;
ii) la trilogia "mitologica" (una valutazione "genealogica", "fondativa", che non e
solo mia), Ia trilogia: / nosfr/. anfenaf/. -nella versione Einuadi (1969) e Garzanti
(1985) -, che raccoglie in un unico volume i tre pitl noti esperimenti di letteratura "a-
raldica" (esemplari persino nei titoli) e/a ariostesco-classicheggiante di Calvino
(chissa se il professor Cazzola sarebbe d'accordo?); in ordine di apparizione, ne}la
prima edizione Einaudi: 1952, W vi.sconte dt.mezzafo; 1957: W barons rampanfe («H
pia celebre romanzo di Calvino», mi suggerisce Mario Barenghi, nelle sue note al
testo); 1959: // cava/t'ere /.nesi'stente (il Iavoro critico su ognuno di questi romanzi ha
prodotto delle dense bibliografie; partire da qui per affrontare la lettura del nostro
autore a quasi un obbligo);
iii) non ho tempo di soffermarmi, nemmeno sommariamente, sullo sconcertante
mondo iperuranico raccontato nelle Cosm/.com/.che; opera fantastico-Ietteraria an-
che questa che anticipa solo di un anno la prima edizione delle nostre C/.#a /.nw.s/.b/.//.
(e su tale prossimita, la critica si e scatenata; rna interpretate questa informazione
come un amichevole consiglio di lettura.
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[Patiopoeti/SONS-Bondeno, 21 set. 2016]
Perch6 «Ie citta...»? Qual e la "pratica costruttiva" che impegna il nostro ltalo
Calvino?
Dopo questo, mi auguro non nol'oso, screening statistico, affrontiamo risoluti il
tema in esame.
L'epifanica risposta al discriminante interrogativo del titolo: «Perch6 la citta?», la si
rintraccia espressamente proprio nell'ultima opera di Calvino; quella specie di te-
stamento culturale e spirituale rappresentato dalle citate: Lez/.on/' amer/'cane del
1985. Qui, nel capitolo: "Esattezza", infatti cost ci suggerisce l'Autore:
Hcompitodi«Ingegneredianime»chelasocietasocialistadaalloscrittoreeunagrande
consegna[....]dasentirsenetremareveneaipolsi.I...]perprimacosanonvengadapen-
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
sare ai cantieri, alle fabbriche, rna alle case crollate, alle macerie, da ricostruire certo,
rna poi, in un secondo tempo; e per ora a da studiare, nelle sezioni dei muri crollati,
nelle leggi che governano I'aprirsi delle crepe. [. ..] amiamo pitl le macerie che le ca-
priate e i ponti; la coscienza dei mali della nostra societa ci ha preso fino al midollo rna e
rimasta stagnante, lo studio assiduo di questi mali ci ha legato ad essi d'una segreta o
scoperta affezione.
(Una riflessione di sconcertante e scandalosa attualita, proprio in quei momenti in cui la ri-
costruzione -dopo una delle tante tragedie geo-ambientali che dilaniano il territorio nazio-
nale -, tende a consolidare una pitl forte domanda civica).
[Meridiani/Saggi.1 (capitolo: "Altri discorsi di letteratura e societa. Per una letteratura
dell'impegno") -/ngegnen. e demo//.fort. («Rinascita», nov.1948), pp.1480-1482]
Minuziose sino allo scrupolo sono le descrizioni delle operazioni manua[i di Robinson: co-
me egli si scava la casa nella roccia, Ia cinge con una palizzata, so costruisce una barca
che poi non riesce a trasportare sino al mare, impara a modellare e cuocere vasi e matto-
ni. Per questo suo impegno e piacere nel riferire le tecniche di Robinson, Defoe e giunto
fiino a nofi come .il poefa ddia paziente lotta dell'uomo con la materia, dell'umilta e difficolta
e grandezza del fare, della gioia di vedere nascere le cose dalle nostre mani.
(Una sottoljneatura, Ia mia, in quest'ultjma cjtazione per evjdenziare un patologico atteg-
gjamento della progettazione "post-moderna": quell'escamotage mimetico di forme e mate-
rjali "falsamente arcal.ci" che, nella fantasmagoria del design contemporaneo, ho ribattez-
zato come la "Sindrome di Robinson").
[Meridiani/Saggi.1 (capitolo ``Narratori, poetici, saggjsti. Cla§sici") -Defoe.. "Roti/.nson Cmsoe", /./
g/.oma/e de//e vim mercanf/.//. (ed. or., AZ Panorama: Enciclopedia monografica della letteratura,
i/b„. de/ fempo] Editoriale Aurora Zanichelli, Torino 1957, pp.163-166). pp. 830-836]
perta la riproduzjone del dipinto di Ren6 Magritte] // casfe//o dei. PI.renei. (cito H ri-
svolto di copertina; autografo di Calvino?): in cui, «[.. .] con levita ariostesca posa
un turrito maniero in cima a una roccia sospesa (o fluttuante) a mezz'aria sul ma-
re»)
-L'edizione tascabile (1977, nella collana «Nuovi Coralli», sempre di Einaudi), ri-
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
Ioso «Lontano Oriente») ed i personaggi (la celebre famiglia Polo di mercantj venezianj,
ricevuti da Kublai Kan, favoloso jmperatore del «Lontano Oriente»), questi elementi sono
gli stessi. Ma l'obiettjvo narrativo di Calvino a un altro: nessun misterjco disvelamento di
una terra ignota e lontana -tipica della letteratura e dell'iconografia medioevale -, rna
bensiquasiunostringatorendicontocommercjale;"pienodjmetaforeefantasmagorie",
del giovane Marco ad un Potente Kublai Kan; curioso per6 di meglio "conoscere", "ap-
prendere" - e nan solo in termini materiaH -, quell'interminabile territorio che governa; e di
cui il Marco-Esploratore e capace dj farne emergere, non solo informazjoni statjstjco-
commerciali, rna soprattutto dj Spirito e di Umanita.
-Questorigidomeccanismogeometrico"ascacchiera"delromanzoordinaledi-
versetipologielrubriche,inunpalinsesto«noiosamenteschematicoedartificioso»,
sempre come ci suggerisce Barenghi [a p.1360]; un impianto che addirittura legit-
tim6 Claudio Milanini (H prjncipale curatore dei «Meridiani» su Calvino), a ricavarne
u.na"tramatatabella"amatricematematica(inalternativapefomichiedo:eseCal-
vlno, con quest'esoterico diagramma alfanumerico, volesse invece ridisegnare la
criptica e narrativa trama di un tappeto orientale?).
Comunquetalerigiditanarrativarisultainforteconflittoconnumerosedichiarazioni
dellostessoAutore(testualmenteriportatedalleappositeIVotediBarenghi[p.
1361]):«[....]unlibronatounpo'allavoltanelcorsodeg"anni,gradualmente,con
intervalli anche lunghi fra un brano e I'altro I...I Era djventato un po' come un diario
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
che seguiva i miei umori e le mie riflessioni: tutto finiva per trasformarsi in immagini
di citta. Ma tutte queste pagine insieme non facevano ancora un libro».
-[Barenghi,1362] Un diverso, meno estrinseco criterio per orientarsi nel "labirinto"
delle Ci.ire /.nvisi.bi./i. -perche e l'insanabile e mitologica vocazi.one /abi.rt.nfi.ca che qui
orienta [a narrazione di Calvino -, non e per6 certamente ispirato (come certa criti-
ca militante suggeriva) dalla tragica visione apocalittica, che allora (agli inizi degli
anni '70) ispirava le catastrofiche profezie degli urbanisti del periodo: [a crisi del
modello di vita urbana; la distruzione dell'ambiente; I'implosione tecnologica e dei
macrosistemi metropolitani. Invece «Quello che sta a cuore al mio Marco Polo (cita
Calvino in un'intervista statunitense del 1980), e scoprire le ragioni segrete che
hanno portato gli uomini a condividere l'esistenza nelle citta. Le citta sono un in-
sieme (ne rappresentano la materializzazione) di tante cose: di memoria, di deside-
ri, di segni d'un linguaggio; Ie citta sono luoghi di scambio, come spiegano tuttj i [ibri
di storia; rna questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di pa-
role, di desideri, di ricordi. 11 mio libro s'apre e si chiude su immagini di citta felici
che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle citta infelici».
- lllumjnanti contenuti immateriali che rjmbalzano, giocherellano, nella stravolta
matericita "cosmicomica" di quei paradossali affreschi metropo]itani (il riferimento a
Cornelius Escher che, con lungimiranza, l'amico Fabrizio mi ha consigliato di inseri-
re anche nella locandina). Corretto interpretarle come misteriose ed eclettjche ope-
re grafico-pittoriche; e forse non safe un caso che I'ultima organica raccolta lettera-
ria di Calvino, prima delle inconcluse Lez/.on/' amer/'cane (1988), sia proprio un dia-
rio di viaggio, un taccuino di appunti delle sue esplorazioni geo-mentali di architet-
ture famose o di importanti eventi artistici: quei Caste///. d/. sabb/-a (1984), espressio-
ne folgorante dell'onnivora curiosita enciclopedica dell'Autore. Una polimorfica, ge-
niale, potenza di diagnosi narrativa che gli permetteva, reiteratamente, infinitamen-
te, dt. costrtjt+e un mondo, attraverso il trattamento costruttivo di memorie e testimo-
nianze, raccolte ed appuntate durante questi suoi «viaggi dell'anima» (Milanini che,
nei «Meridiani», cost annota su quest'ultima opera saggistico-Ietteraria).
- Ma a bensi in un saggio, sempre di Calvino, apparso sull'«Almanacco Bompiani
1974» (Milano,1973; pubblicato cioe l'anno successivo alla prima edizione della
C/'ffa /.nv/.s/b/I//'), in cui l'autore stila un tragico bilancio delle sue sperimentazioni an-
tecedenti; forse addirittura ispirato proprio dalle fiabesche e catastrofiche narrazioni
orientali di Marco Polo al suo Kublai Kan.
Un titolo esemplare, quello dell'«Almanacco»: Qua/e ufapi.a?; inglobato, nel 1980,
nella prima raccolta calviniana di scritti saggistici, presso Einaudi (1955-1980): Una
p/.efra sopra. D/.scors/. c//. /e#erafura e soc/.eta. 11 testo di riferimento costituisce
I'ultima tranche di tre saggi [Meridiani/Saggi.1, 2007], tutti dedicati a Charles Fou-
rier -rieccolo! un non meglio definitivo «Ariosto degli utopisti» (poetico toponomino
anche questo di Calvino)? -. Qui mi riferisco a tre brevi testi, in sequenza: Per Fou-
rier.1. La societa amorc>sa (led. or,,I del 1971, |pp. 2]4-278|)-, Per -Fourier 2.
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
L'ordi.nafore c/ei. des/.dent. ([ed. or.,I anche questo c/e/ 7977, [pp. 279-306]; e qui si fa
un esplicito riferimento alla "amorosa" macchina per abitare foureriana: il teorico
Falansterio, [p. 281]) -; in fine permettetemi di rimandare il lettore pith volenteroso
ad una lettura pitl attenta dell'opera di questo outsider (un vero e proprio "beat-
ni'cks" anfe //.#eram del serioso illuminismo francese settecentesco), e al suo quasi-
maoflco testo.. Teoria dei Quattro Movimenti- 11 nuovo mondo amoroso e altri scritti
sul lavoro, I'educazione, I'architettura |add-ir-lttural.I nella societa d'Armonia.. nel 1971
editato da Einaudi, con [a cura e la nutrita introduzione di Calvino, prima citata:
Siamo arrivati, in fine, al saggio Bompiani inizialmente citato -, qui editato con
l'evocativa titolazione decisamente anti-utopica -: Per Four/'er. 3. Comm/.afo.
L'utopia pulviscolare (pp. SOT-314).
Esaltataquell'epocaleu-fop/.a(quel"non-luogo")cheilluminavale«magnifichesor-
ti progressive» di un'epocale, tragicomica Modernita. Non rimane perci6 che
l'innamoramento per quel "poietico (paradigmatico) costruire" che Socrate ci ram-
menta nell'Eupa/i.no o /Jarch/.fe#o (di Paul Valery, del 1921 ): «[. . .I quando penso
una dimora (sia essa per gli dei o per un uomo) quando ne ricerco una forma con
amore, studiandomi di creare un oggetto che ricrei lo sguardo, conversi con lo spiri-
to, s'accordi colla ragione e le numerose convenienze[. . .]; allora ti dir6 una cosa
Ffy#nnba^?:^T!..S£.P_b:fd_i_S,r_egr_3.Coptuttp.ilm.iocorp-;.:-.--di=.;i;r;.:'=piur:,;uoy;.
Impegnarsi, quindi, nella costruzione di una nuova eu-fop/.a (cioe il "luogo della feli-
cita"): un'utopia "pulviscolare", dunque, in cui e esplosa la refrattaria egemonia di
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
ll
[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
bricano a regola d'arte cannocchiali e violini, dove quando il forestiero e incerto tra due
donne ne incontra sempre una terza, dove le lotte dei galli degenerano in risse sanguinose
tra gli scommettitori. A tutte queste cose egli pensava quando desiderava una citta. Isidora
a dunque la citta dei suoi sogni: con una differenza. La citta sognata conteneva lui giova-
ne; a lsidora arriva in tarda eta. Nella piazza c'e il muretto dei vecchi che guardano passa-
re la gioventa; lui e seduto in fila con loro. I desideri sono gia ricordi
[ma come risolvere l'illogico groviglio di "autospecchiamenti"? riandando con la mente ai
nitidi paradossi grafico-urbani di Cornelius Escher?I.
La sgangherata grandezza del Potere - che s'illude di tenere sotto il suo inappella-
bile controllo un impero fissandolo, immobile, nella convenzione di una mappa, nel-
Ia monumentalita di un atlante -, facilmente si sminuzza nei tanti piccoli "racconti"
umani che I'inesaurjbile immaginazione di Marco "costruisce"
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
I. . .I Alle volte mi pare che la tua voce mi giunga da lontano, mentre sono prigioniero di un
presente vistoso ed invivibile, in cui tutte le forme della convivenza umana sono giunte ad
un estremo del loro ciclo e non si pud immaginare qual nuove forme prenderanno. E a-
sco[to dalla tua voce le ragioni invisibili di cui le citta vivevano, e per cui forse, dopo la
morte, rivivranno.
Vanj ed inefficaci i molti tentatjvi degli architetti (me compreso) di dare materjci-
fa, tecnologica e dimensionale, a quel[e visioni; rna nemmeno pittori e/o scultori di
fama sono riusciti a materializzare - esaurientemente, efflcacemente - quelle me-
ta fore letterarie in due o tre dimensioni.
Vane duplicazioni quelle che emergono da tali abortiti esperimenti; perch6 sempre
privi di ciuella sonorita espressiva, di quell'umanita -favolosa, metaforica -, che
tracciava la materializzazione e/o la scomparsa di quelle citta: costruite solo di
memorie, desideri, illusjoni, spesso di refrattari miraggi.
Come vi avevo timidamente suggerito all'inizio, compito del mio intervento non
sarebbe stato quello di svelarvi innovative istruzioni tecniche o cangianti procedure
professionali. Vi avevo invece anticipato l'immane fatica che faccio, come docente
di Storia, ad Architettura e/o ad lngegneria, per sintonizzarmi con le giovani e desi-
derose intelligenze dei nostri studenti; tutti presi nella loro illusoria ed eroica attesa
di ri-progettare il Mondo (soprattutto attraverso I'utilizzo di rafflnate tecnologie co-
struttive e/o comunicative).
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
Indispensabile invece safe -anzitutto per capire la parziale inefficacia di tali magi-
che Tecnologie -, portare alla luce quell'interminabile e creativo g/.oco
d'assoc/.az/.one Ira /e part/.: quello che connette una comunitaria Domanda insediati-
va, con un]Offerta tecnico-costruttiva sostenibile ed efflciente, ed il cui sviluppo spe-
rimentale non e destinato a suggerire delle ordinate e didascaliche soluzioni proget-
fuatii, quanto .irIvece ad allenarsi ad una diversa progettualita "mentale".
Un'Abitudine intellettuale, un instancabile e gratuito esercizio mentale, utile a raffi-
nare un senso profondo del Progettare (con la P maiuscola), quell'umana azione
costruttiva che la materializza; cioe: per educarsi, allenarsi, misurarsi, con una lun-
gimirante vocazione d/.§ve/afrjce di un progettante «prendersi cura» (e che sia, in-
sieme, illuminante, profetico, visionario).
Un'azione «pro-jettante» -che "Iancia in avanti" azioni umane, materiali e/o imma-
teriali -; un progettare «in-vista-di-cui» [come ci suggerisce la sensibilita esistenzia-
Iista di M. Heidegger]; un'azione alimentata, prioritariamente, non da un immediato
consenso culturale e collettivo, o da un'esaltante visibilita pubblica, ad esempio;
quanto invece [e qui ancora I'esistenzialismo heideggeriano ci aiuta] orientata da
una «sperimentale interpretazione esistenziale [per leggere il Mondo, cioe]: un re-
sponsabile prendersene cura, per una sua sostenibile riproducibilita per le genera-
zioni future».
AIlenarsi quindi ad attualizzare - in una forma impegnativa rna insieme jnnovatjva
-, «cj6 che e senza espressjone» (W. Benjamin,1924); quello, cioe, che ordina-
rjamente non e visibile o viene rimosso, per speciflche ragioni culturali e sociali. 11
tuttosmontandounaStoria,chesipresentacomeegemone,inattaccabile(elo
stessoBenjaminche,primadisuicjdarsjnel1940,ragionasu/conce#od/."sfor7.a');
per evidenziarne invece, della Storia, uno statuto djscontjnuo, fatto di «salti» ina-
spettati,tenutainsieme-comeinunfilm-daunsapientemontaggioditante,pic-
cole,insignificantistorie:«stracciorifiuti»[insistosuBenjamln,chepasseggjadi-
strattoperParigiincompagniadiBaudelaire],diun'umanitasempresofferente,in
gradoper6,conlasuamemoria-unpassatoacujsemprerivolgelosguardo-,di
costruire "futuri possjbilj".
Vanaedincomprensibileletteraturaquellachevihofinqujproposto?
Daunpuntodivistapitlstrettamenteprofessionaleeesemplare,inproposito,
I'esperienzaprogettuale,attivata"sulcampo",cheRenzoPianohaefficacemente
lanciatonell'jmpresa"G124"(notadallacronaca,mjauguro"unaprogettualitai-
nerenteH«"rammendo"dellenostrecitta,apartjredallacaoticasituazionedellepe-
riferie»(cosicomelostessoRenzoPjanocirammentanellapresentazionedella
Suaopera).Un'impresaquestacheper6,selimitataadunaschematicariproposi-
zlonetecnjco-architettonicadisedicenti"rigenerazionidelleperiferie",pu6produrre
awolgentiespettacolarieffettid'jmmagine,manonsaracosicapacedj"djsvelare",
nellasuarudetecnicitamaterico-dimensionale,ildisordinatoespessoinvisibile
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[Patiopoeti/SOMS-Bondeno, 21 set. 2016]
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