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NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI.

Enaiat abita in Afghanistan in provincia del Qgazi . Suo padre muore durante un
viaggio di lavoro , trasporta merce per i pashtun . Viene assalito da un gruppo di
banditi. Rubano la merce e per questo in ogni momento della giornata i pashtun si
presentano a casa sua ricattando la mamma chiedendogli di ripagare quella merce
altrimenti avrebbero portato via lui e suo fratello. Così costruiscono una buca per
passare la notte e nascondersi .Enaiat e suo fratello riescono ad utilizzare la
buca fino all’età di 10 anni. A questo punto la madre porta Enaiat in Pakistan con
la speranza che possa avere una vita migliore. La mamma non rimane con lui, Enaiat
viene abbandonato e per mantenersi cerca subito lavoro. Così grazie a Kakà Rahim
riesce ad andare avanti per un anno circa avendo cibo e alloggio in cambio dei suoi
lavori spesso anche umili e ripugnanti come stappare fogne ..... fin quando osta
sahib gli propone un altro lavoro come venditore di gomme da masticare
,merendine ,o calze e tanto altro ...sarebbe stato retribuito . Enaiat accetta, ma
poi conosce Sufi, un ragazzo che lavora al mercato vicino a lui che gli propone di
scappare in Iran, perché lì c’è più lavoro. Quindi, dopo un bruttissimo e
pericoloso viaggio Enaiat riesce ad arrivare in Iran dove trova un lavoro in
cantiere, insieme agli altri clandestini di diverse nazionalità, però la polizia li
rintraccia e li rimanda in Pakistan. Dopo quasi 2 anni trova anche un altro lavoro
in una fabbrica di pietre. Lì, con i pochi soldi, che è riuscito ad accumularsi
,riesce a comprare un orologio che stima molto. Enaiat però decide di fuggire in
Turchia perché il lavoro sta diventando troppo pericoloso. Il viaggio in Turchia, è
davvero stressante e stancante, Enaiat oltre a partire insieme agli afghani
affronta il viaggio anche con iracheni ,curdi pakistani e qualche bengalese. Hanno
attraversato e scalato alcune montagne . In diversi hanno perso la vita
......scivolando tra la neve e il ghiaccio e morendo congelati ,c’era chi si
accoltellava forse per il cibo o chissà per quale motivo ,un viaggio durato 26
giorni allo stremo delle forze , per non parlare della sofferenza patita una volta
arrivati a valle, condotti nei camion con rimorchio a doppio fondo e ammucchiati al
buio senza neppure la possibilità di muoversi e respirare e poi smistati nei centri
di clandestini , ci si rende presto conto che non c’è speranza di un lavoro stabile
. Enaiat trova un trafficante che gli da la possibilità di ottenere un bel lavoro
in Grecia. Ma per arrivarci bisognera attraversare il mare che a lui fa tanta paura
a malapena si tiene a galla .Cosi, insieme a Rahmat, Liaqat, Hussein Alì e Soltan
partono per la Grecia, con un piccolo gommone, che però si buca. Visto che Hussein
Alì è il più piccolo, è lui a tenere il foro stretto con lo scotch.
I 5 ragazzi, sono molto affamati hanno bisogno di cibo. Improvvisamente scorgono da
lontano la classica bandiera greca a strisce bianca e azzurra . Appena sbarcano e
scendono dal gommone si dirigono verso un supermercato per prendere qualcosa da
mangiare senza che alcuno se ne accorga ..... ma vengono arrestati e portati in
caserma ,liberati subito dopo grazie allo stratagemma dei ragazzi che
infastidiscono e piagnucolano ....Enaiat incontra Janall ed insieme finiscono ad
Atene e visto che si trovano nel 2004, quindi l’anno delle Olimpiadi, Enaiat trova
da lavorare abbastanza per i preparativi delle Olimpiadi ,piccoli lavori ben
retribuiti tutto a nero. Ma appena iniziano le Olimpiadi si ritrova di nuovo senza
lavoro .Dopo svariati tentativi,riesce a salire su un camion per arrivare in Italia
,il camion arrivato a destinazione viene agganciato da una gru ,così Enaiat balza
fuori e scorgendo il primo cartello stradale con indicazione per Venezia si dirige
proprio a Venezia con grande entusiasmo e passione definendola un paradiso, li
incontra un ragazzo gentile brasiliano che gli da dei soldi e un altro giovane che
gli compra un panino e lo porta in una chiesa per prendere dei vestiti e darsi una
ripulita .Enaiat lo definì un angelo . Si dirige poi ad una fermata e prende il
pullman per Roma ,viene a sapere che a Roma, c’è un centro di accoglienza per gli
Afghani. Durante il viaggio domanda a un signore non sapendo la durata del viaggio
se le varie fermate erano per Roma , poiché la sua pronuncia non era corretta e
continuava a ripetere “Rum Rum’’, il signore non capendo e pensando si riferisse
alla voglia di bere gli da una lattina di coca cola .Enaiat rimane perplesso ma
beve molto volentieri . Dopo svariate domande, il signore capisce e gli confida che
anche lui è diretto a Roma e che sarebbe sceso a Termini . Enaiat arriva ad
Ostiense dove si mette in fila per ricevere accoglienza e cibo . Ascoltando i
consigli di un ragazzo va a Torino.
Sarebbe stato ospitato da una famiglia che lo avrebbe mantenuto procurandogli
provviste e vestiti. Finalmente Enaiat ritrova la serenità presso la famiglia di
Marco e Danila ,sta bene in Italia frequenta le scuole ed è proprio in terzo
superiore che decide di mettersi in contatto con la mamma ....Al telefono solo
silenzio spezzato dalle lacrime ... ma entrambi sono felici di sapere che ciascuno
di loro è ancora vivo . Enaiat rimane in Italia.

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