GEOGRAFIA GENERALE 1. La geografia dall'antichità al medioevo 1.
Ecateo di Mileto: prima
descrizione del mondo, la Periegesi (Europa e Asia) era il commento di una sua carta della Terra che integrava quella andata perduta di Anassimandro, prima rappresentazione consapevole del mondo su carta. 2. Erodoto: Storie digressioni geografiche su paesi e popoli poco conosciuti, depura dal mito le conoscenze geografiche del tempo (es. fiume oceano), importante considerazione per cui i confini geografici coincidono con la popolazione (Egizio- Nilo) 3. Eratostene: Geografia prima grande sintesi delle conoscenze del mondo, si ha una stima vicina alla realtà della circonferenza meridiana della Terra. (Assuan-Alessandria) 4. Strabone: Gheographìka biblìa,scopo della geografia è per lui descrivere gli spazi della terra e del mare in cui si svolge l'attività dell'uomo, cioè notizie utili ai capi militari. Per lui la terra è al centro dell'universo circondata da oceani, descrive Europa, Asia, Africa e dedica un libro all'Italia. 5. Pomponio Mela: De situ orbis ha carattere scolastico, descrive le regioni costiere del Mediterraneo. 6. Plinio il Vecchio: Naturalis Historia,è un quadro complessivo di tutte le scienze naturali, descrizioni geografiche più sommarie rispetto a Strabone. 7. Claudio Tolomeo: Almagesto, formula le leggi del sistema planetario geocentrico, Geografia, ci da una rappresentazione di tutto il mondo abitato tramite carte, ma si basa sulla valutazione della circonferenza terreste effettuata da Posidonio di Apamea, inferiore al reale di circa un sesto. Questo calcolo sbagliato influenzerà quelli di Colombo e Magellano, che riterranno l'Atlantico e il Pacifico meno estesi e quindi le Indie più vicine del reale. A Tolomeo viene attribuita l'invenzione delle proiezioni coniche. 2. La geografia dal Medioevo al XVIII secolo Periodo dell'alto medioevo è caratterizzato da un generale regresso delle conoscenze geografiche e cartografiche che porta a dimenticare la Geografia di Tolomeo e a perdere la conoscenza di arcipelaghi precedentemente noti come le Canarie. Concezioni sull'universo erano infantili e influenzate da ideologie religiose (es. Cosma Indicopleuste che immagina la terra piana a forma di baule, circondata da oceani...). Nel XII secolo compaiono carte nautiche, basate sulla distanza da porto a porto, nate dall'esperienza dei navigatori, generalmente accompagnate dai portolani che erano descrizioni delle coste a uso dei naviganti. XV secolo caratterizzato dalle grandi navigazioni dei Portoghesi lungo le coste dell'Africa, Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza, grandi scoperte geografiche ed espansione degli Europei in tre quarti del pianeta, grande ruolo in tutto questo del principe portoghese Enrico il navigatore che allestì un osservatorio e un centro di studi nautici e cartografici. In questo secolo per quanto riguarda descrizioni geografiche e cartografia abbiamo: 1. Ymago mundi del cardinale Pierre D' Ailly 2. Mappamondo di Fra Mauro con il sud in alto, che ignora i paralleli e i meridiani. Cinquecento: 1. Sebastian Münster, Kosmographia, opera in sei libri è un'esposizione delle conoscenze geografiche (segue le concezioni tolomaiche) indirizzato a un grande pubblico, scritta in tedesco. 2. Niccolò Copernico: afferma che il solo gira intorno alla terra per un periodo di tempo chiamato anno, questa teoria fornisce i principi generali sui quali basare la climatologia. 3. Mercatore: modifica la proiezione cilindrica (meridiani e i paralleli), autore si mappamondi, ma sopratutto del Atlas atlante cartografico che ebbe un grande successo, per questo si usa il termine atlante per indicare una raccolta di carte geografiche. 4. Giovanni Botero, Relazioni universali, trattato di geografia politica universale che abbandona il carattere storico-umanistico. Seicento: 1. Varenio: Geografia Generale, primo vero trattato di geografia (1650, Amsterdam). Definisce la Geo come una scienza matematica mista che illustra le proprietà della terra e delle sue parti e la divide in: geo universale che considera la terra nel suo complesso e particolare che entra nel dettaglio di ciascun paese. Varen afferma che i fenomeni della Terra sono di tre ordini celesti, terresti e umani: questa tripartizione della geo verrà accolta e divulgata da Sanson il Giovane. All'inizio ebbe una scarsa influenza culturale e formativa perché troppo tecnico-matematico. Isaac Newton fa un'edizione migliorativa per i propri studenti e grazie a lui l'opera di Verenio superò in fama altre opere del secolo. Dopo Varenio la ricerca si indirizzò verso la geografia storia, descrittiva e matematica, mentre alla fine del secolo dal tronco della geo si stacco la geologia. Per l'indirizzo descrittivo il compito dela geografia era quello di fornire ed esporre una gran quantità di dati e info fisiche economiche e sociali: la geo in questo frangente appare più come una scienza ausiliaria delle discipline economico sociali. 3. La costruzione della geografia moderna: Humboldt e Ritter Alexander Von Humboldt (Berlino 1769-1859) è un naturalista e appassionato viaggiatore considerato il fondatore della geografia. Pubblica i racconti dei suoi viaggi nel libro: Voyages aux régions équinotiales du Nouveau Continent, poi si dedica alla stesura di un'opera monumentale intitolata Kosmos in cui si abbracciano tutti gli aspetti del cosmo riservando più spazio all'astronomia e alla geografia fisica che a quella umana. Suoi contributi più importanti alla geografia sono: introduzione delle isoterme per lo studio dei clim, diffusione del barometro per misurazione dell'altitudine, scoperta delle variazioni di intensità del campo magnetico terreste con la latitudine ecc ecc. Considerato inoltre padre della geo botanica. Qualunque sia l'oggetto di studio, H. non si limita ad analizzarlo in sé, ma lo mette in relazione con altri fenomeni coi quali può avere rapporti di causa-effetto. Karl Ritter (1779-1859), geografo che lavora più alla scrivania che sul territorio, scrive sul Medio Oriente, Asia e Africa senza esserci mai stato. Formazione alla scuola di filosofia spiritualistica e storicistica di Herber, che credeva ci fosse un'analogia tra mondo della natura e quello della storia: se nella natura vi è un piano generale al quale ogni essere è sottoposto e uno individuale in virtù del quale ogni organismo prende forma, anche nella storia tutto adempie a un fine generale. Opera di Ritter dominata da questo fine teleologico e quasi deterministico: sostiene che parte della geografia debba studia i rapporti e l'influenza che intercorrono tra l'ambiente e gli essere inorganici e viventi che vi abitano, e vice versa: come l'uomo modifica la natura. Ritter unisce la geografia alla storia e sostiene che la geo non possa prescindere dall'elemento storico a meno di non voler risultare un'opera astratta. • Allievi di Vidal de la Blanche 1. Lucien Gallois sostiene che nella differenziazione regionale intervengono cause diverse che interagiscono tra loro(suolo, clima, vegetazione, rilievo). I fattori climatici determinano differenziazioni del primo livello a scala molto ampia, mentre la topografia dà origine a unità meno vaste. 2. Albert Demangeon afferma che la geografia umana è la scienza dell'uomo in quanto abitante. 3. Raoul Blanchard da il primo grande contributo geografico con Les alpes occidentales, dedicato interamente alle alpi, ma si preoccupa troppo di suddividere lo spazio alpino in insiemi naturali e non pone l'accento sull'individuazione delle cause dell'esodo rurale e del declino economico delle alpi occidentali. 4. Emmanuel De Martonne in Traité de géographie physique fornisce nella prima parte una storia della geografia e poi definisce i principi metodologici sui quali si fonda la geografia: 1.principio di estensione: metodo geografico consiste nel determinare l'estensione dei fenomeni sulla superficie del globo. 2.principio di coordinazione:studio geografico di un fenomeno presuppone la constante attenzione a fenomeni analoghi che possono mostrarsi in altre parti del globo. 3.principio di casualità: bisogna ricercare le cause del fenomeno esaminato. 6.La formazione dei concetti di regione e di paesaggio. • La regione 1752 Bauche individua la regione in base a discriminanti di ordine fisico, proponendo per attribuire la qualifica regionale ai bacini fluviali, in quanto ritenuti in grado di conferire una suff. coesione al territorio. Nell'enciclopedia di Diderot la regione è intesa in senso politico-amministrativo, come componente territoriale dello stato delimitata da appositi confini, abitata da più popoli contigui di una stessa nazione e soggetta a un'autorità politica. Vidal de la Blanche e i suoi seguaci danno un grande impulso alle ricerche di geografia regionale senza fornire una definizione teorica della regione, ma si può affermare che nella geo di vidal l'idea di regione si consolida attorno al concetto di genere di vita, cioè quel modo di organizzare del territorio che dipende dalle caratteristiche culturali dei gruppi umani che in esso vivono. Renato Biasutti distingua tra regione naturale, considerata una realtà oggettiva e la regione geografica che è un'astrazione, in quanto può essere colta da alcune discriminanti. Con lo sviluppo delle concezioni funzionaliste, la regione non viene più identificata in base a caratteri omogenei, ma coincide con lo spazio investito dalla polarizzazione, cioè con l'area di attrazione di una grande città di un centro metropolitano. • Il paesaggio Maximilien Sorre individua nel paesaggio il principale oggetto di studio della geografia, sostenendo che per poter coglierlo e analizzarlo il principale punto sia l'osservazione. Aldo Sestini osserva che alla base del paesaggio sta la superficie terrestre, non nell'insieme ma nei singoli tratti, per cui il primo approccio si identifica come una veduta panoramica, cioè un'osservazione del territorio nel suo insieme, il paesaggio è una complessa combinazione di fenomeni che riguardano il clima, il suolo, il sottosuolo, la società e l'economia. Geografia culturale è legata allo studio del paesaggio, in un primo momento si è dedicata allo studio dei segni impressi dall'uomo sull'ambiente, in seguito l'accento sarà posto sulla componente antropologica, identificando la geografia culturale come l'insieme dei fatti e dei fenomeni antropologici relativi ai comportamenti umani in un dato ambiente. Con il termine paesaggio culturale, si intende un paesaggio profondamente marcato dalla cultura dell'uomo. Unione Europea: paesaggio è un mosaico di unità territoriali, ciascuna delle quali è caratterizzata dalla prevalenza di un certo tipo di copertura di suolo. Convenzione europea del paesaggio: per paesaggio si intende una determinata parte di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni. 7.La sistemazione concettuale della geografia “classica”. Nel XX secolo il pensiero geografico è stato dominato dalla figura di Alfred Hettner che sostenne che lo scopo della geografia è stato sin dai tempi più antichi la conoscenza degli spazi terrestri nella loro differenziazione; col generale progresso della scienza, la pura descrizione è stata sostituita dalla ricerca delle cause, ma la geo è rimasta la scienza della superficie terrestre e delle sue differenziazioni regionali. Questo concetto viene riformulato da Cholley secondo cui l'oggetto de