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Il ritorno al passato: l’età della Restaurazione

Le guerre napoleoniche avevano modificato l’equilibrio fra gli Stati Europei. Per questo, quando
Napoleone fu sconfitto a Lipsia, i sovrani coinvolti nel conflitto si riunirono in un Congresso a
Vienna. Il Congresso iniziò nel 1814 e terminò nel 1815, pochi giorni prima della sconfitta di
Napoleone a Waterloo. VI parteciparono Austria, Francia, Inghilterra, Prussia e Russia.
I problemi da risolvere erano due:
1. Decidere quali sovrani spodestati da Napoleone dovessero tornare sul trono
2. Ridefinire i confini degli stati europei
Per risolvere il primo problema fu adottato il principio di legittimità: il potere dei sovrani deriva da
Dio e non può essere messo in discussione. Secondo questo principio tutti i re europei dovevano
ritornare sui loro troni. Siccome l’obiettivo principale era “restaurare” la situazione precedente
all’età napoleonica, questo periodo venne detto Restaurazione.
Risolvere il secondo problema risultò più difficile: l’obiettivo principale era quello di evitare che si
formasse uno stato più forte dell’altro.
Gli stati europei si ridussero di numero, ad esempio la Russia si estese verso Occidente, nel centro
nacque la Confederazione Germanica, il Regno dei Paesi bassi creò uno stato cuscinetto attorno
alla Francia, l’Italia fu portata alla situazione prenapoleonica.
Per fare in modo che questa sistemazione creata con il Congresso di Vienna non si rovinasse,
Russia, Austria e Prussia sancirono la Santa Alleanza. Con questo accordo si impegnavano a
mantenere l’ordine in Europa in caso di rivolte.
Con la Restaurazione, l’aristocrazia tornò ad occupare il posto elevato che aveva (nelle burocrazie,
forze armate, governi). La borghesia, che era stata grande protagonista della Francia
Rivoluzionaria, non ottenne particolari cariche politiche ma mantenne il suo potere economico.
Per quanto riguarda il popolo, in alcune aree orientali i contadini rimanevano alle dipendenze dei
signori, mentre nell’Europa occidentale no.

Inizia il Risorgimento
Il Congresso di Vienna tentò di riportare le Monarchie assolute in Europa ma non poteva fermare
gli ideali che si erano diffusi con la Rivoluzione Francese.
In Italia iniziò un periodo di rinnovamento politico che portò all’Unità d’Italia, chiamato
Risorgimento.
Per sfuggire alla polizia, gli intellettuali liberali si riunivano in società segrete, come la Carboneria.
Prendeva il nome dai commercianti di carbone e vi si era ammessi soltanto attraverso un
giuramento e una prova di coraggio. Le riunioni avvenivano in totale segretezza, a volte addirittura
i componenti stessi della società non si conoscevano, e chi tradiva veniva punito con la morte.
Queste società si diffusero in tutta Europa e ciò che le accomunava era il desiderio di ottenere
delle Costituzioni che ponessero fine alle monarchie assolute e garantissero le libertà
fondamentali.
I primi moti rivoluzionari scoppiarono tra il 1820\1821 e interessarono vari paesi. In Spagna il
popolo si ribellò insieme all’esercito e Ferdinando VII fu costretto a concedere una Costituzione,
un Governo e un Parlamento di liberali moderati.
Anche i carbonari del Regno delle due Sicilie insorsero guidati dall’esercito, chiedendo una
costituzione come quella spagnola. Anche alcuni generali che erano stati chiamati a placare la
rivolta, si schierano con il popolo. Ferdinando I fu costretto ad esaudire le loro richieste.
Anche in Piemonte la rivolta iniziò dall’esercito e il principe Carlo Alberto di Savoia, approfittando
dell’assenza dello zio sovrano, concesse la Costituzione.
Di fronte al diffondersi delle rivolte, gli stati europei e in particolare la Santa Alleanza, decisero di
intervenire. L’Austria placò la rivolta a Napoli e la Costituzione fu abolita. In Piemonte rientrò il
sovrano e, con l’aiuto dell’Austria, riuscì a fermarli. Infine, la Francia fermò la rivolta spagnola e
restituì il potere Ferdinando VII.

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