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1 Introduzione 7
2 Moti e Dinamica 9
2.1 Cinematica rettilinea 11
2.1.1 Moto rettilineo uniforme 12
2.1.2 Moto rettilineo uniformemente accelerato 13
2.1.3 Caduta dei gravi 14
2.1.4 Moto rettilineo vario 15
2.2 Cinematica bidimensionale 16
2.2.1 Moto parabolico 18
2.2.2 Moto circolare uniforme 18
2.2.3 Moto armonico 20
2.3 I principi della dinamica 21
2.3.1 Primo principio della dinamica 21
2.3.2 Secondo principio della dinamica 22
2.3.3 Terzo principio della dinamica 23
2.3.4 Sistemi di riferimento non inerziali 24
2.4 Work and Energy 25
2.4.1 Mechanical work 25
2.4.2 Work done by a constant force 25
2.4.3 Work done by a force varying on space 26
2.4.4 Work done by the gravitational force 27
2.4.5 Work done by elastic force 29
2.4.6 Conservative forces 29
2.4.7 Energy 29
2.4.8 Kinetic energy 30
2.4.9 Gravitational energy 31
3 Relatività Galileiana 55
3.1 Spazio e tempo nella fisica classica 56
3.1.1 Il carattere assoluto di spazio e tempo: Galilei e Newton 56
3.1.2 Il concetto di spazio secondo Berkeley e Mach 57
3.2 Legge di composizione delle posizioni e degli spostamenti 58
3.3 Legge di composizione delle velocità 59
3.4 Legge di composizione delle accelerazioni 60
3.5 Trasformazioni di Galileo 60
3.5.1 Invarianza delle lunghezze 61
3.6 Principio di relatività galileiano 61
3.7 Esercizi 64
7 Termodinamica 119
7.1 Teoria cinetica dei gas perfetti 121
7.1.1 Principio di equipartizione dell’energia 123
Bibliografia 153
Questo corso nasce dall’idea di consegnare agli studenti uno strumento di lavoro gratuito, snello e flessi-
bile. L’idea fondamentale è che queste note possano essere veicolo di uno studio dinamico, che vengano
sottolineate, integrate dagli appunti presi in classe o dagli approfondimenti personali, anche modificate
nel corso degli anni per renderle sempre più utili all’apprendimento della disciplina.
Talvolta le costanti da utilizzare non sono esplicitate o presenti nel testo, così da stimolare gli studenti
alla loro ricerca, con i canali preferiti.
Alcune parti del testo, così come gli ultimi esercizi di ogni capitolo, sono in inglese; questo per abi-
tuare gli studenti all’utilizzo della lingua veicolare della scienza al di fuori dell’insegnamento dedicato.
In relazione al programma della classe redatto dal consiglio di classe ad inizio anno, alcune parti di pro-
gramma (tipicamente quelle già scritte in inglese) potranno essere affrontate con alcune lezioni in lingua,
in collaborazione con il/la docente di inglese.
Ammesso - come visto ed ampiamente discusso gli scorsi due anni- che la
fisica è la scienza che descrive e predice i fenomeni naturali che avvengo-
no nell’universo, la prima cosa che possiamo fare per descrivere la realtà
che ci circonda è quella di studiare come si muovono i punti materiali e
quali siano le cause del loro moto. Gli argomenti di questo capitolo sono
già stati affrontati nel corso del primo biennio di liceo: li riprendiamo all’i-
nizio del secondo biennio per evidenziare ed approfondire alcuni aspetti
concettuali e matematici utili per il proseguo del corso, in particolare la
geometria analitica e l’algebra vettoriale.
Fu Galileo Galilei, l’ultimo dei filosofi naturali ed il primo dei fisi- Pisa, 1564 - Arcetri, 1642
ci, a studiare in modo quantitativo la cinematica: la descrizione dei moti
dal punto di vista geometrico, fatta senza prendere in considerazione le
cause dei moti stessi. Questa semplificazione ha permesso e permette
di schematizzare e descrivere anche sperimentalmente diverse situazioni
concrete: lo stesso Galilei riuscì a verificare le leggi della cinematica in
laboratorio, riuscendo a minimizzare gli effetti reali di attrito non presi in
considerazione dalla cinematica, che pur esistono. Nel corso dei suoi studi
lo scienziato pisano - come vedremo nel capitolo seguente con il principio
di relatività galileiano - affrontò anche il problema delle cause del moto,
ed in qualche modo anticipò alcune delle leggi che ora conosciamo come
i principi della dinamica, ma non le formalizzò mai in termini scientifici.
Legge oraria Si definisce legge oraria la relazione tra posizione del punto
materiale e tempo trascorso. È una funzione reale di variabile reale nel
caso di un problema unidimensionale, una funzione vettoriale in due o
tre dimensioni negli altri casi, per studiare i quali basta considerare il vet-
tore ~s(t) nelle sue componenti, ognuna delle quali sarà una funzione reale
di variabile reale. Per quanto ci riguarda studieremo nel dettaglio il caso
unidimensionale, in cui la legge oraria è semplicemente data dalla fun-
zione s(t), e bidimensionale in cui si avrà ~s(t) = ( x (t), y(t)) o altrimenti
scritto ~s(t) = x (t) x̂ + y(t)ŷ) con x̂ e ŷ i versori5 degli assi cartesiani. 5
(!!) un versore è un vettore di
modulo unitario adimensionale,
che indica solamente una dire-
2.1 Cinematica rettilinea zione ed un verso. In generale
un versore si ottiene come rap-
porto tra un vettore ed il suo
I moti più semplici da descrivere sono i moti che avvengono lungo una modulo: v̂ = ~v/v. Nel caso bi-
retta, in cui le variabili cinematiche posizione, velocità ed accelerazione dimensionale cartesiano si avrà
per le due direzioni principali
sono vettori in una dimensione, descrivibili quindi come scalari: positi- x̂ = (1, 0), ŷ = (0, 1).
vi se il verso è concorde all’asse scelto, negativi se il verso è discorde.
(a) v > 0 pendenza positiva (b) v = 0 pendenza nulla (c) v < 0 pendenza negativa
Figura 2.2: Diagramma orario
del moto rettilineo uniforme.
la velocità è invece molto più semplice, essendo la velocità costante nel Le grandezze sono intese esse-
tempo, come rappresentato nella figura (2.3). È interessante notare co- re misurate in SI: spazio in me-
tri, tempo in secondi, velocità in
metri al secondo.
1
s(t) = a ( t − t0 )2 + v0 ( t − t0 ) + s0 (2.1.3)
2
v ( t ) = a ( t − t0 ) + v0 (2.1.4)
(a) Costruzione della legge oraria (b) a > 0 concavità verso l’alto (c) a < 0 concavità verso il basso
Figura 2.5: Moto rettilineo
uniformemente accelerato.
presenta una parabola, come già parzialmente visto in matematica nella
risoluzione di disequazioni di secondo grado e come si vedrà nel corso di
matematica studiando geometria analitica. Il segno dell’accelerazione de-
finisce la concavità della parabola: ad accelerazione positiva corrisponde
concavità verso l’alto e ad accelerazione negativa concavità verso il basso;
ad accelerazione sempre maggiore corrisponde una parabola sempre più
schiacciata verso l’asse delle ordinate, ad accelerazione minore una para-
bola sempre più schiacciata verso l’asse delle ascisse. Gli altri parametri
contribuiscono alla forma della parabola nei modi che verranno studiati
nel corso di matematica e che possono essere testati con semplici prove
fatte usando carta millimetrata e penna o software di geometria dinamica
(geogebra ad esempio).
palla scendeva nel canale e nelle sue parti: le particelle poi dell’acqua, in tal guisa
raccolte, s’andavano di volta in volta con esattissima bilancia pesando, dandoci
le differenze e proporzioni de i pesi loro le differenze e proporzioni de i tempi; e
questo con tal giustezza, che, come ho detto, tali operazioni, molte e molte volte
replicate, già mai non differivano d’un notabil momento.”
nella terza figura del moto vario. Se la velocità diminuisce la curva ten-
derà a ”piegarsi” verso il basso dando origine ad una concavità verso il
(a) (b)
mo soliti pensare che essa possa essere generata solo da una variazione
del modulo del vettore velocità: è bene sottolineare come si possa avere
un accelerazione anche solamente con la variazione della direzione o del
verso del vettore velocità. Sappiamo bene infatti che la differenza di due
vettori con lo stesso modulo, ma direzione diversa, non necessariamen-
te risulta essere il vettore nullo. Ecco allora che l’accelerazione in due
dimensioni può essere causata da una variazione di modulo del vettore
velocità, da una variazione della sua direzione, o da una combinazione
delle due variazioni. In generale chiameremo accelerazione tangenziale
l’accelerazione dovuta ad una variazione del modulo del vettore velocità
del punto materiale, accelerazione centripeta invece l’accelerazione dovu-
ta alla variazione della direzione del vettore velocità. Diremo quindi che
sempre l’accelerazione di un punto materiale può essere scomposta nel
seguente modo:
~a = ~at +~ac ,
di tempo stesso:
θ ( t2 ) − θ ( t1 )
ωm =
t2 − t1
la velocità angolare istantanea sarà in analogia con le quantità cinematiche
istantanee tradizionali la velocità angolare media calcolata in un interval-
lo di tempo molto piccolo rispetto alla durata del fenomeno che stiamo
considerando. dal punto di vista della velocità istantanea quindi si ha
∆s R∆θ
v= = = Rω
∆t ∆t
~ × ~v
~ac = ω
ac = ω 2 r
Per moti in cui la velocità angolare non è costante si può definire l’accele-
razione angolare α:
∆ω
~
~α =
∆t
Nel caso del moto circolare uniforme avremo:
~α = ~0 (2.2.5)
~ = ~k
ω (2.2.6)
v
|~
ω| = (2.2.7)
r
θ = ωt + θ0 , (2.2.8)
~a(t) = −ω 2~s(t)
attorno ad un centro (~s = ~0). Abbiamo già discusso nel corso del primo
biennio come la proiezione del moto circolare uniforme lungo una dire-
zione particolare ed il moto del pendolo semplice siano esempi di moto
armonico. I moti armonici ricoprono un ruolo di prima importanza in fi-
sica, perchè sono alla base della descrizione di moltissimi fenomeni fisici,
dal pendolo semplice alle onde meccaniche, dai circuiti elettrici alla strut-
tura microscopica della materia, come avremo modo di accennare durante
il corso di fisica del secondo biennio e del quinto anno di liceo.
I principi della dinamica sono tre leggi che Newton introdusse con l’in-
tento di descrivere come le forze siano collegate ai moti dei corpi (senza
considerare i moti di rotazione dei corpi attorno a loro stessi). Sono leg-
gi derivate dall’esperienza e l’osservazione, non sono teoremi derivabili
da definizioni date precedentemente, per questo le chiamiamo principi.
Essi sintetizzano il lavoro fatto dai pensatori del 1600, Galilei e Newton
sopratutto, e pongono le basi per la costruzione della fisica moderna, la
meccanica in particolare.
n
~R(= ∑ ~Fi ) = ~0 ⇐⇒ ~v = ~k (2.3.1)
i =1
n
~R(= ∑ ~Fi ) = m~a (2.3.2)
i =1
• è la prima legge fisica che parla di come una causa si relaziona con
il suo effetto, caratteristica che diventa distintiva della fisica moderna
dandole la capacità di predire fenomeni e non solo descriverli,
where ~F is the constant force, ~s is the displacement of the body and the
operation · is the scalar product between the two vectors, it means that
the equation (2.4.1) can be written as
L = Fs cos α
where α is the angle between the two vectors ~F and ~s. At this point we can
start asking ourselves ”what is the physical meaning of this quantity?”. To
answer this question let’s have a look to the picture (2.15). In the picture
there are four different situations:
1. in (A) we can see a body lying on a surface. There are two forces acting
on this body, its weight ~ ~
P, and the normal reaction of the surface, N:
since the weight is balanced by the normal reaction, and the body is
initially at rest, it is not cause of any motion. As a consequence, ~s = 0
and the work done by the weight equals zero.
3. in (C) we can see a body that is moving down (by means of its weight).
Since the weight is acting to the bottom, as the displacement, α = 0,
cos α = 1, so the work done by the weight it will be positive: the weight
is acting for the displacement of the body.
the displacement) in a s-F cartesian graph. Let see figure (2.16): this is
the geometrical representation of the work done by the force ~F, causing
the displacement ~s (from 1 to 7 units) (we assume the angle α between
~F and ~s as a constant). In the picture is clear that if we consider a tiny
ds the force can be considered constant (with strenght F ∗ cos(α) in our
example) and the area between the function and the s-axis is the area
of the rectangle with basis ds and height F ∗ cos(α): the work done by the
”constant” force F ∗ cos(α) along the displacement ds! Then, the work done
along the displacement s, it will be the area between the function Fcos(α)
and the s-axis. At this point we know what is mechanical work and we
know how to calculate it: in next paragraphs we will calculate the work
done by two well known forces: the gravitational force and the elastic
force.
• in (A) we can see that if the point particle moves horizzontally by means
of an external force the work done by the gravitational forces equals
zero: the gravitational force has nothing to do with that displacement.
• in (C) we can see that if the point particle is moving down vertically by
means of the gravitational force, the work done by the gravitational for-
ce is positive(the work is done by the gravitational force) and equals the
quantity mgh, where h is the difference in height between the ground
and the initial position of the point particle.
• in (D) we can see that even if the displacement is not along the vertical
line connecting the initial point and the ground the work done by the
gravitational force is again mgh! This is because of the scalar product
that defines mechanical work.
We can conclude that it doesn’t matter what is the trajectory done by the
point particle, the work done by the gravitational force does not depend
on it, but only on the initial and final heights and the difference between
them: L~P = mg(hi − h f ).
The elastic force is the tipical force varying on space: ~Fe = −k~s. So,
to calculate the work done by this force we have to look at the graph
Fe − s, since the angle α is always constant α = π and on the graph we
will plot Fe cos(α) = − F = ks, or F = −ks. We can see from picture
(2.18) that the work done by the elastic force is obtained by the area of
( B+b)∗h
the trapezoid defined by the function Fe : L = 2 = 21 ks2i − 12 ks2f .
Thinking on a spring we can say that the elastic force does work trying to
bring the spring back to the equilibrium position, and each compression
or extension of it is done by an external force that works ”against” the
elastic force.
2.4.7 Energy
In science energy is defined as the ability of a physical system to do work.
What does it mean? It means that a system has to ”contain” energy in or-
der to do work, and any time a system (the forces inside the system) does
work, it spends energy. Energy is a sort of scientific-money to do work.
with this definition it is clear that energy has the same unit than work, Jou-
le. In next sections we will analize three different energies arising from
the forces we studied before: generic constant force, gravitational force,
elastic force.
L = ∆K = K f − Ki .
We have already seen that the work done by the gravitational force equals
mghi − mgh f : we can define gravitational energy as Ug = mgh, where h
is the spatial coordinate of the point particle referred to its height. We
notice that the possibility to define an energy for the gravitational force
here depends on the fact that the gravitational work depends only on the
initial and the final position of the particle: since the gravitational force
is conservative then we can define a gravitational energy! If the work is
done by the force, the gravitational energy is decreasing, if the work is
done by an external force, the gravitational energy is increasing:
L = −∆Ug .
We have already seen that the work done by the elastic force equals
1 2 1 2 1 2
2 ksi − 2 ks f : we can define elastic energy as Ue = 2 ks , where s is the
spatial coordinate of the point particle referred to its distance from the
equilibrium point. We notice that the possibility to define an energy for
the elastic force depends again on the fact that the elastic work depends
only on the initial and the final position of the particle: since the elastic
force is conservative then we can define an elastic energy! If the work is
done by the force, the elastic energy is decreasing, if the work is done by
an external force, the elastic energy is increasing:
L = −∆Ue .
∆Etot = 0,
n
Etot = K + ∑ ∆Ui = const.
i =0
• When the point particle is on the bottom of the slide, it has no more
gravitational energy, which all trasformed into kinetic energy 21 mv2 .
According to the conservation theorem the energy at this point as to
equal the initial energy, so Ugi = K f , mgh = 21 mv2 .
• When all the initial kinetic energy does its work the point particle stops;
at that point all the kinetic energy transformed into potential energy:
Ki = Ug f , 12 mv2 = mgh.
2. Second step: draw in the schetch all the energies involved in all the
important points of the problem;
p
The solution of the problem (v f = 2gh) is the same if we apply ki-
nematics (as we saw last year and at the beginning of this one), but using
conservation of energy is much faster an simpler!
2.4.14 Power
We define Power as the physical quantity given by the ratio between the
work done by a force and the time taken to make the work:
L
Pm = (2.4.2)
∆t
This physical quantity is measured in Watt (1 W=1 J/s), and tells us the
capacity of a force to do a certain amount of work in a given period of
time. If we think that this work is done on a point particle we can find
a relationship between the average power, the average force acting on the
L
Pm =
∆t
~Fm · ∆~s
=
∆t
∆~s
= ~Fm ·
∆t
= ~Fm · ~vm
The istantaneous power is then the average power when the time interval
∆t is tiny with respect to the phenomenon we are considering, in such
a way that the average force becames the istantaneous force and so the
velocity:
P = ~F · ~v (2.4.3)
There is a fact, or if you wish, a law, governing natural phenomena that are kno-
wn to date. There is no known exception to this law; it is exact, so far we know
The law is called conservation of energy; it states that there is a certain quantity,
which we call energy, that does not change in manifold changes which nature
undergoes. That is a most abstract idea, because it is a mathematical principle; it
says that there is a numerical quantity, which does not change when something
happens. It is not a description of a mechanism, or anything concrete; it is just
a strange fact that we can calculate some number, and when we finish watching
nature go through her tricks and calculate the number again, it is the same (Feyn-
man, 2001).
Physicists are very fond of this type of setting because energy conser-
vation is really a very important principle and this aproach does not bind
energy to the work of a force like we did. In this case, the work of a
force becomes a possible form of energy, as well as heat, internal energy
Fluido Definiamo fluido una sostanza che si trovi in uno stato fisico non
dotato di forma propria. Possiamo per il momento immaginare che fluido
è una qualsiasi sostanza che non si trovi allo stato solido. Parleremo di
fluidi incomprimibili in presenza di un fluido a densità costante (ρ =
m/V = cost).
F⊥
P=
A
gravità che la parte di fluido più in alto imprime sulla parte più bassa.
Esisterà quindi una differenza di pressione a diverse altezze dovuta alla
gravità, che possiamo trovare grazie alla legge di Stevino:
∆p = ρgh (2.5.1)
fluido che scorre all’interno di un tubo orizzontale che varia la sua di-
mensione trasversale. Diciamo che, come rappresentato in figura (2.26) la
sezione passi da un certo valore S1 ad un altro valore S2 , S1 < S2 .
Immaginiamo ora un certo volume V di fluido incomprimibile che at-
traversi la superficie S1 in un intervallo di tempo ∆t: per l’incomprimi-
bilità del fluido uno stesso volume V nello stesso intervallo di tempo ∆t
dovrà attraversare anche la superficie S2 . Immaginando che il volume
sia distribuito su tutta la superficie con un’estensione longitudinale molto
piccola ∆x avremo che il volume che attraversa S1 è dato da V1 = S1 ∆x1
ed il volume che attraversa la superficie S2 è dato da V2 = S2 ∆x2 . Si avrà
dunque
V1 V2
= Figura 2.26: Flusso di un
∆t ∆t fluido attraverso due superfici
S1 ∆x1 S2 ∆x2 differenti S1 ed S2
=
∆t ∆t
∆x ∆x2
S1 1 = S2
∆t ∆t
E dunque, immaginando le estensioni longitudinali molto piccole, così
come l’intervallo di tempo di attraversamento molto piccolo possiamo
scrivere l’equazione di continuità:
Q = Sv = cost (2.5.2)
L = ∆Ec + ∆Ug
Figura 2.27: Fluido in movimen-
to in un percorso che varia sia la
Analizzeremo quindi ogni elemento di questa equazione di conservazione sezione che l’altezza
dell’energia per ottenere quello che chiameremo il teorema di Bernoulli.
Sottolineiamo qui come per dimostrare questo teorema stiamo usando un
L = p1 V1 − p2 V2 = ( p1 − p2 )V
L’uguaglianza tra i due volumi può essere assunta sempre in virtù dell’in-
comprimibilità supposta del fluido.
1 1 1 1 1
∆Ec = m2 v22 − m1 v21 = ρ2 V2 v22 − ρ1 V1 v21 = ρV (v22 − v21 )
2 2 2 2 2
1
( p1 − p2 )V = ρV (v22 − v21 ) + ρVg(h2 − h1 )
2
1
p + ρv2 + ρgh = cost (2.5.3)
2
Questo risultato, ottenuto per la prima volta da Daniel Bernoulli , dice Groninga, 1700- Basilea, 1782
come la pressione generalizzata, interpretabile come la densità di energia
di un fluido in movimento, rimanga costante lungo il percorso di un fluido
ideale in moto stazionario ed irrotazionale. Il teorema di Bernoulli, come
vedremo in qualche semplice applicazione qui di seguito è alla base di
moltissimi studi ed applicazioni della meccanica dei fluidi.
2.5.3.1 Applicazioni
L’utilizzo dell’equazione di continuità e del teorema di Bernoulli permette
la descrizione di moltissimi fenomeni di moto dei fluidi, ed ha permesso
nella storia della fisica lo studio e la produzione di moltissimi strumenti ed
apparati tecnologici che hanno a che fare con la fluidodinamica. Vedremo
qui di seguito tre applicazioni, la prima - l’effetto Venturi - tecnologica
per la misura della portata di un fluido, la seconda - la portanza - che
mostra il principio base per il funzionamento degli aeroplani ed infine
alcune applicazioni in campo medico - gli aneurismi e le trombosi.
Q = S1 v 1 = S2 v 2
1 1
p1 + ρv21 = p2 + ρv22
2 2
1 1
p1 + ρ( Q/S1 ) = p2 + ρ( Q/S2 )2
2
2 2
1 2 2
ρ[( Q/S1 ) − ( Q/S2 ) ] = p2 − p1
2
Q2 S22 − Q2 S12 2( p2 − p1 )
2 2
=
S1 S2 ρ
2( p2 − p1 ) S12 S22
Q2 =
ρ S22 − S12
s
2( p2 − p1 ) S12 S22
Q=
ρ S22 − S12
p1 + ρgh1 = p2 + ρgh2
p2 − p1 = ρg(h1 − h2 )
2.5.5 Portanza
La portanza in fluidodinamica è la forza perpendicolare rispetto alla velo-
cità relativa di un’ala di un aereo o di un veicolo che si muove all’interno
o sopra ad un fluido. Essa è di fondamentale importanza per la stabilità
del veicolo e per la sua capacità di viaggiare. Studiamo in modo sem-
plice la portanza nel caso dell’ala di un aeroplano, facendo riferimento
alla figura (2.29). Vogliamo dare giustificazione del fatto che esiste una
differenza p1 − p2 > 0 che genera una forza dal basso verso l’alto sul-
la superficie dell’ala e che aiuta sostanzialmente l’aereo a volare. Per far
questo ci richiamiamo al teorema di Bernoulli per cui:
1
p1 − p2 = ρ(v22 − v21 ) + ρg(h2 − h1 )
2
Notiamo come, dato il profilo dell’ala (ecco l’importanza della forma dei
profili in aerodinamica), l’aria che passa sopra all’ala deve avere una velo-
cità maggiore dell’aria che passa sotto all’ala, in quanto deve percorre più
spazio in meno tempo, sempre assumendo che non si formino moti vor-
ticosi attorno all’ala, cosa che si rivelerebbe pericolosa più che fastidiosa
dal punto di vista del modello fisico; inoltre h2 > h1 : ecco allora che - in
dipendenza della densità dell’aria naturalmente - esiste una differenza di
pressione nella giusta direzione affinché l’aereo possa volare!
2.6 Esercizi
Le equazioni del moto di un punto materiale, quando non specificato in modo diverso, si considerino espresse con le
unità di misura del sistema internazionale. Ad esempio s = 5t + 2 esprime lo spazio in metri in funzione del tempo
in un moto rettilineo uniforme, 5 rappresenta la velocità in metri al secondo, 2 la coordinata iniziale in metri, t il
tempo in secondi.
1. Si descriva il moto rettilineo di un punto materiale A rappresentato in figura (2.32), trovando i moduli
delle velocità dei diversi tratti di percorso del punto materiale. Qual è la velocità media su tutto il
percorso vm ? Quante volte si incontrerebbe il punto materiale A con il punto materiale B che parte
nello stesso istante di A ma muovendosi costantemente alla velocità v B = vm ?
Figura 2.32: .
[v1 =2 m/s; v2 =0 m/s; v3 =2 m/s; v4 =3,3 m/s; v5 =0 m/s; v6 =2,2 m/s; vm =0,75 m/s; due volte,
escludendo il punto di partenza]
2. Due punti materiali A e B si stanno muovendo, secondo un sistema di riferimento fissato s con le
seguenti equazioni del moto: s A = 7t, s B = 7t + 5. I due punti materiali si incontreranno? Perché?
[No, perché...]
3. Due punti materiali A e B si stanno muovendo, secondo un sistema di riferimento fissato s con le
seguenti equazioni del moto: s A = 7t, s B = −7t + 7. Dove (lungo s) e quando si incontreranno?
Si esprima la soluzione anche dal punto di vista geometrico disegnando il diagramma orario della
situazione.
[t=0,5 s; s=3,5 m]
4. Un calciatore A sta correndo in linea retta dalla sua area di rigore verso il centrocampo alla velocità
v A = 5m/s. Il portiere lancia la palla, sempre in linea retta, quando il calciatore A si trova a 30 metri
dal punto in cui il portiere calcia il pallone. Se la palla raggiunge il giocatore si trova a 60 metri dal
punto in cui il pallone è stato calciato dal portiere, a che velocità il portiere ha calciato il pallone? (Si
approssimino i moti del calciatore e della palla con moti rettilinei uniformi). Si descriva la situazione
in un diagramma orario.
[v P =10 m/s]
5. A causa di un colpo di sonno, Gigetto chiude gli occhi alla guida, mentre l’auto si muove ad una
velocità v A = 80km/h verso un albero che si trova ad una distanza d = 120m. Quanto tempo ha per
svegliarsi, sapendo che una frenata a quella velocità necessita 30 metri per fermare l’auto?
[t=4,05 s]
6. Un’automobile da corsa raggiunge la velocità di 100 km/h in 3,0 secondi, partendo da ferma. Quanto
spazio ha percorso in questo tempo supponendo che la variazione della sua velocità sia costante nel
tempo?
[s=42 m]
7. Un punto materiale A si muove secondo l’equazione del moto s A = 10t2 + 2t − 3, mentre un punto B
s B = 5t + 3. Si incontreranno? Dove e Quando? Si esprima la soluzione anche dal punto di vista geo-
metrico disegnando il diagramma orario della situazione. Si siano le soluzioni con 2 cifre significative.
[s=7,7 m; t=0,94 s]
8. Antonio (A) sta correndo alla velocità v a = 7m/s. Barbara (B) inizia a ricorrere Antonio quando
questo si trova ad una distanza d = 30m. Quale accelerazione deve avere per raggiungere Antonio
in 10s? Si esprima la soluzione anche dal punto di vista geometrico disegnando il diagramma orario
della situazione.
[a A =2 m/s2 ]
9. Un automobile sta viaggiando alla velocità v A = 72km/h quando a 50m un semaforo diventa rosso.
Se il tempo di reazione del guidatore è di mezzo secondo, qual è la minima accelerazione che deve
avere l’automobile per fermarsi al semaforo? Si esprima la soluzione anche dal punto di vista geome-
trico disegnando il diagramma orario della situazione.
[a=-5 m/s2 ]
10. Due corridori A e B stanno correndo verso il traguardo appaiati ad una velocità v = 8m/s. A 30m
dal traguardo il corridore A inizia ad accelerare e vince la gara per 0,50 secondi. Quanto è stata la sua
accelerazione media negli ultimi 30 metri?
[a=0,76 m/s2 ]
11. Un punto materiale A si muove secondo l’equazione del moto s A = 8t2 − t + 5, mentre un punto
B s B = −4t2 + 5t + 3. Si incontreranno? Dove e Quando? Si esprima la soluzione anche dal punto
di vista geometrico disegnando il diagramma orario della situazione. Si siano le soluzioni con 2 cifre
significative.
[s=6,5 m; t=0,73 s]
13. I due fratelli Antonio (A) e Barbara (B) stanno facendo il seguente gioco: Antonio sta alla finestra
che si trova ad un’altezza h = 3m da terra, mentre Barbara si trova ad una distanza d = 10m dal muro
della finestra, Antonio lascia cadere una palla in verticale sotto l’effetto della gravità, mentre Barbara
lancia una palla orizzontalmente rasoterra verso il muro. Che velocità deve avere la palla lanciata da
Barbara affinché le due palle si scontrino?
[v P =13 m/s]
14. La giostra Columbia di Mirabilandia è definita come free fall tower: è una struttura alta 60m che simula
la caduta libera per chi si siede sulle poltroncine che salgono fino alla cima dell’attrazione. Suppo-
nendo di poter trascurare gli attriti, con quale velocità arrivano a terra le persone che provano questa
giostra?
[v=123 km/h]
15. Un altro gioco di Antonio (A) e Barbara (B) è il seguente: Antonio lancia una pallina rasoterra con
una certa velocità verso Barbara, la quale lascia cadere in verticale un’altra pallina cercando di colpire
la pallina lanciata da Antonio. Supponendo che Antonio e Barbara siano ad una distanza d = 3m e
che la velocità con cui Antonio lancia la pallina sia v A =20cm/s, dopo quanto tempo dal lancio della
pallina del fratello Barbara deve lasciar andare la pallina dall’altezza h = 1, 5m per riuscire nel gioco?
[t=14,7 s]
16. Considerando le dimensioni massime regolamentari di un campo da calcio e supponendo che un
portiere calci dando dalla palla una velocità iniziale formante un angolo α = 30 con l’orizzontale qual
è il modulo minimo di questa velocità affinché il portiere faccia una rimessa dalla sua area piccola che
raggiunga la linea di fondo dell’altra metà campo? Qual è l’altezza massima raggiunta dal pallone
supponendo che la velocità iniziale sia questa velocità minima?
[d=60 cm]
18. Qual è la velocità iniziale che un cestista deve dare alla palla per segnare un tiro libero, supponendo
che l’angolo rispetto l’orizzontale del lancio sia α = 60 e che la palla si stacchi dalla mano del gio-
catore ad un’altezza h = 1, 95m. Si assumano le dimensioni regolamentari del campo da pallacanestro.
21. Antonio vuole lanciare un sasso oltre una siepe che sta di fronte a lui. Antonio si trova a 5 metri
dalla siepe, che è alta 2 metri, e lancia il sasso lasciandolo andare quando si trova ad un’altezza di 1,2
metri con una velocità di modulo v0 = 10 m/s che forma un angolo di 30 gradi con l’orizzontale. Il
sasso andrà oltre la siepe? Se sì, quanto sopra alla siepe passerà? A che distanza dalla siepe toccherà
poi terra?
[v=12,5 m/s]
25. Lasciando suonare un vecchio disco 45 giri per un’ora, quanto angolo è stato spazzato da uno dei
raggi del disco? Lo si esprima sia in radianti che in gradi.
[α = 17 rad ∼ 974°]
26. Un ragazzo lancia un sasso ad una distanza d = 100 metri con velocità iniziale orizzontale da un’al-
tezza h = 3 metri dal suolo ottenuta facendo ruotare uno spago lungo l = 20 cm con un moto circolare
uniforme. Si calcoli la frequenza con cui deve ruotare lo spago per ottenere un lancio del genere.
[f=102 Hz]
27. Si calcoli l’accelerazione centripeta e la velocità tangenziale di un oggetto sulla superficie terrestre
approssimando la terra ad una sfera che ruota attorno ad un suo diametro.
[ f m =2,8×10−4 Hz; f s =0,17 Hz; ωm =1,7×10−3 rad/s; ωs =0,1 rad/s; am =1,4×10−7 m/s2 ; as =5×10−4
m/s2 ]
29. Si trovi l’equazione del moto di un moto armonico con ampiezza 350 cm, pulsazione 5 rad/s e fase π
usando le unità standard del sistema internazionale. Si calcoli la posizione iniziale del punto materiale
di cui è descritto il moto. Si calcoli la velocità massima del moto del punto materiale.
[ω = 5rad/s]
31. Un punto materiale si sta muovendo di moto armonico di pulsazione ω = 5 rad/s. Quale sarà la sua
posizione nell’istante in cui la sua accelerazione è a = 0, 4 m/s2 ?
[s=1,6 cm]
32. Un elastico di lunghezza a riposo l0 = 10 cm poggia su un tavolo ed è fissato ad una sua estremità
da un chiodo. All’altra estremità dell’elastico è fissata una massa m = 500 g. Se la massa sta ruotando
con una frequenza f = 50 Hz provocando un allungamento ∆l = 1, 5 cm si calcoli la costante elastica
della molla.
[k = 378, 3 kN/m]
33. Che velocità deve avere il supereroe Flash per riuscire a correre in orizzontale sulla parete verticale
di un palazzo cilindrico con la base di raggio R = 30 m, supponendo che il suo peso sia P = 780 N, ed
il coefficiente d’attrito tra le sue scarpe e la parete k A = 0, 8? Di quanto cambia la velocità se la massa
di Flash triplica?
[t=1,1 s; s=3,2 m]
35. Quale massa m B indicherà una bilancia nel “pesare” un uomo di massa m = 80 kg all’interno di un
aereo che sta accelerando verso l’alto con un’accelerazione a = 5 m/s2 ? A che peso in realtà corri-
sponde?
[a=0,025 m/s2 ]
Figura 2.33: .
Figura 2.34: .
39. Si risolva il problema 7 nel caso in cui tra il piano e la massa M2 ci sia un coefficiente di attrito
k A2 = 0, 2 e tra il piano e la massa M1 un coefficiente k A1 = 0, 8.
[a=0 m/s2 ]
40. Un ragazzo sta giocando a tirare un sasso di massa m = 50 g con una fionda. La fionda ha un elastico
di costante k = 10000 N/m allungabile fino a 10 cm rispetto alla sua lunghezza a riposo. Supponendo
che il ragazzo lanci il sasso da un’altezza h = 1, 2 m con un angolo α = π/6 rispetto l’orizzontale, si
calcoli la gittata massima del sasso.
[x=180 m]
41. Immaginiamo di approssimare il funzionamento di un tappeto elastico come il funzionamento di
una molla. In questa ipotesi, data la costante elastica del tappeto k = 20000 N/m, si calcoli a che altez-
za minima da terra deve essere messo il tappeto affinché un persona di massa m = 80 kg raggiunga
l’altezza h = 3 m sopra al tappeto stesso.
[h0 = 0, 5 m]
42. Un punto materiale di massa m si trova in cima ad un piano inclinato liscio alto h, alla base del
quale si trova un piano orizzontale scabro con coefficiente d’attrito tra piano e massa k. Si calcoli il
lavoro fatto dalla forza d’attrito nel piano orizzontale per fermare il punto materiale; si calcoli inoltre
lo spazio (percorso sul piano orizzontale) necessario per fermare il punto materiale. cc
[L= mgh; s=h/g]
43. Nella costruzione di una pista per biglie si vuol fare un giro della morte dopo la partenza da ferma
della biglia da una certa altezza h. Qual è il minimo valore di h per riuscire a far compiere il giro della
morte alla biglia approssimando il giro della morte con una circonferenza di raggio R?
[hmin = 5R/2]
44. Una massa m = 10 kg che comprime una molla orizzontale (k = 100 N/m) di una quantità ∆x = 20
cm viene lasciata muoversi sotto l’effetto della forza elastica. Supponendo che il piano su cui giacciono
molla e massa sia caratterizzato da una costante d’attrito tra massa e piano k = 0, 1 si calcoli il lavoro
fatto dalla forza d’attrito per fermare la massa.
[L=2 J]
45. Una pallina di massa m = 500 g viene spinta in salita lungo un piano inclinato di un angolo α = π/4
da una forza costante ~F di modulo F = 5 N. Se la velocità della pallina all’inizio del piano è vi = 1
m/s e alla fine del piano v f = 3 m/s, quanto lavoro ha fatto la forza ~F? Quanto è lungo il piano
inclinato? Quanto lontano dal piano inclinato cadrà la pallina se continua nel suo moto?
Figura 2.35: .
[P=34 W]
48. La fabbrica costruttrice di una moto da corsa dichiara che il modello di punta può portare la moto
da ferma ai 100 km/h in 3 secondi. Supponendo una massa di 150 kg, quale potenza viene consumata
dalla moto in tale accelerazione?
[T=743 N]
50. A force F = 10 N is acting on a point particle of mass m = 10 kg, with initial speed vi = 0 m/s. Find
the work done by the force after ∆t = 10 s.
[500 J]
51. A point particle is standing on the floor. It is pushed by a force F = 10 N making an angle α = π3
with respect to the ground. Find the work done by the force after a displacement of the point particle
along the floor s = 5 m.
[25 J]
52. A point particle (m = 5 kg) is moving with speed v = 50 m/s on a floor with friction coefficient
µ = 2. Find the work done by friction when the point particle stops.
[6250 J]
53. A point particle (m = 2 kg) is moving with speed v = 10 m/s. An external force does on the point
particle a work L = 100 J. Find the final velocity of the point particle.
[14 m/s]
54. Find the work that a force has to do to expand a spring, with k = 10 N/m, from the equilibrium
(l = 5 m) to l = 15 m.
[500 J]
55. Find the energy of the system made up by two identical point particles (m = 1 kg), one moving on
the ground (without friction) with speed v = 10 m/s, the other free falling down, knowing that at
some point the second point particle is at h = 2 m with v = 10 m/s.
[120 J]
56. A spring (k = 1000 N/m) in vertical position is compressed by an external force of ∆l = 0, 1 m; a
point particle (m = 1 kg) on the top of it is launched up by means of the elastic force. Find the higher
point reached by the point particle.
[0,5 m]
57. A point particle (m = 5 kg) free-falls from a height h = 10 m on the top of a spring (k = 1000 N/m).
What speed does the point particle have before hitting the spring?
[14 m/s]
58. A point particle of mass m = 1, 00 kg is launched by means of a spring (k = 500, 00 N/m) com-
pressed of ∆l = 20, 00 cm and inclined by α = π3 with respect to the floor. Find the maximum height
reached by the point particle, and its kinetic energy at that point.
[0,81 m;2 J]
59. A block of mass m = 10 kg is pushed up on an inclined plane (α = π/4) with an initial velocity
v0 = 2 m/s. If the constant of friction between the block and the plane is k = 0, 5, what is the speed
of the block when it returns to its original position? What is the intensity of the work done by the
friction during this phenomenon?
[v f = 1, 2 m/s; L FA = 13, 2 J]
“Se ogni luogo è relativo, anche ogni moto è relativo; e non si può compren-
dere il moto se non se ne è determinata la direzione, che a sua volta non si può
comprendere se non in relazione al nostro o a qualche altro corpo. In su, in giù,
a destra, a sinistra, tutte le direzioni e i luoghi si basano su qualche riferimento
Mach in tempi in cui l’autorità delle idee Newton era indiscussa, pari
se non maggiore rispetto all’autorità delle idee di Aristotele nel dicias-
settesimo secolo, riprese le idee del vescovo britannico riaccendendo la
discussione sulla natura dello spazio. Il punto di vista di Mach è molto
simile a quello di Berkeley:
Ritorniamo ora alla situazione del treno e dei due osservatori A e B de-
finita nell’introduzione a questo capitolo: supponiamo di chiedere ad un
certo istante di tempo ai due osservatori A e B quale sia la posizione della
punta del treno. Evidentemente per l’osservatore B, quello seduto all’in-
terno del treno, avrà una certa posizione ~st che non dipende dal tempo (la
punta del treno sarà sempre un certo numero di metri davanti a lui); per
l’osservatore A invece la punta del treno si trova in un punto diverso, ~s,
ottenibile come la somma del vettore posizione del tizio B sommato alla
posizione misurata dal tizio B, come illustrato in figura (3.2). La formula
∆s
~ = ∆s
~ r + ∆s
~ t
∆s
~ ∆s
~ r ∆s ~ t
= +
∆t ∆t ∆t
~v = ~vr + ~vt
~a = ~ar (3.4.1)
coverta di alcun gran navilio, e quivi fate d’aver mosche, farfalle e simili anima-
letti volanti; siavi anco un gran vaso d’acqua, e dentrovi de’ pescetti; sospendasi
anco in alto qualche secchiello, che a goccia a goccia vada versando dell’acqua in
un altro vaso di angusta bocca, che sia posto a basso: e stando ferma la nave,
osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno
verso tutte le parti della stanza; i pesci si vedranno andar notando indifferente-
mente per tutti i versi; le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto; e voi,
gettando all’amico alcuna cosa non più gagliardamente la dovrete gettare verso
quella parte che verso questa, quando le lontananze siano eguali; e saltando voi,
come si dice, a pié giunti, eguali spazii passerete verso tutte le parti. Osservate
che avrete diligentemente tutte queste cose, benché niun dubbio ci sia che mentre
il vassello sta fermo non debbano succeder così, fate muover la nave con quanta
si voglia velocità; ché (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e in
là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutti li nominati effetti, né
da alcuno di quelli potrete comprender se la nave cammina o pure sta ferma: voi
saltando passerete nel tavolato i medesimi spazii che prima, né, perché la nave si
muova velocissimamente, farete maggior salti verso la poppa che verso la prua,
benché, nel tempo che voi state in aria, il tavolato sottopostovi scorra verso la
parte contraria al vostro salto; e gettando alcuna cosa al compagno, non con più
forza bisognerà tirarla, per arrivarlo, se egli sarà verso la prua e voi verso poppa,
che se voi fuste situati per l’opposito; le gocciole cadranno come prima nel vaso
inferiore, senza caderne pur una verso poppa, benché, mentre la gocciola è per
aria, la nave scorra molti palmi (Galilei, 1632)È evidente come quindi secon-
do questo principio di relatività ogni legge della meccanica abbia sempre
la stessa forma in sistemi di riferimento inerziali, e come quindi non sia
possibile determinare, con esperimenti meccanici, se il sistema inerziale
in cui mi trovo sia in stato di quiete o di moto rettilineo uniforme: questi
sistemi sono tutti equivalenti tra loro. Questo punto è molto importante
in quanto spiega come mai, come studieremo nel corso dell’ultimo anno,
per cercare di trovare l’etere (il sistema di riferimento in quiete assoluta)
si fecero esperimenti di elettromagnetismo e non esperimenti meccanici.
3.7 Esercizi
[v =123,6 km/h]
5. Rispetto al problema (4) che velocità calcolerebbe l’uomo seduto sulla panchina se il tizio A si muo-
vesse in direzione opposta alla velocità del treno?
[v =116,4 km/h]
6. Rispetto al problema (4) che velocità calcolerebbe l’uomo seduto sulla panchina se il tizio A si muo-
vesse in direzione perpendicolare alla velocità del treno?
[v =120,05 km/h]
7. Un ragazzo sta correndo in bicicletta alla velocità v = 20 km/h quando lascia cadere per sbaglio il
telefono cellulare da un’altezza h = 1, 2 m. Trascurando l’attrito dell’aria che moto descriverà per il
telefono un tizio seduto su una panchina che osserva la situazione? Che velocità del telefono misure-
rebbe un osservatore solidale con il tizio seduto sulla panchina un istante prima che il telefono tocchi
terra?
[v = 7, 4 m/s]
8. Se nel problema (7) il ragazzo in bicicletta stesse facendo un moto uniformemente accelerato con una
certa accelerazione a ed il telefono cadesse nell’istante in cui la bicicletta ha una velocità v0 = 20 km/h,
come cambierebbe il risultato?
[v = 7, 4 m/s]
9. Che moto deve fare un carrello a cui è appeso un pendolo affinché il pendolo sia in equilibrio forman-
do un angolo α = π/6 rispetto l’orizzontale?
10. Un calciatore sta correndo incontro alla palla ad una velocità vG = 7 m/s; la direzione della corsa
del giocatore forma un angolo α = 135 con la direzione della palla, che si muove rasoterra. A che
velocità è stata lanciata la palla se il giocatore la vede avvicinarsi ad una velocità v P = 90 km/h?
[v = 19, 5 m/s]
11. Un ragazzino all’interno di un treno gioca a lanciare in verticale una pallina. Supponendo che un
osservatore solidale con il treno veda un moto di caduta di grave con velocità iniziale v0 = 6 m/s e
che un osservatore solidale con la banchina della stazione in cui sta passando il treno senza fermarsi
misuri un moto parabolico con velocità iniziale v = 50 m/s qual è la velocità del treno?
[v T = 178 km/h]
12. In una giornata di pioggia un osservatore A fermo sul ciglio della strada osserva le gocce cadere in
verticale; se un osservatore all’interno di un’automobile che viaggia ad una velocità v A = 90 km/h
vede la pioggia lasciare una traccia sul finestrino laterale con un angolo α = π/6 rispetto alla verti-
cale qual è la velocità della pioggia v A che osserva A? Quale la velocità v B misurata dall’osservatore
sull’auto? Si trascurino gli attriti delle gocce sul finestrino.
[v A = 43 m/s; v B = 50 m/s]
13. All’interno di un aereo per la simulazione di assenza di gravità, nella sua fase di caduta libera un
astronauta lancia una palla in orizzontale con velocità v0 = 5 m/s. Dopo quanto tempo toccherà
il pavimento dell’aereo? Che velocità della palla misura un osservatore solidale con la terra dopo 3
secondi dal lancio?
[mai (per lo meno finché l’aereo resta in caduta libera); v = 29, 8 m/s]
14. Si calcoli la velocità tangenziale della luna secondo un osservatore T solidale con la terra ed un os-
servatore S solidale con il sole nel momento in cui si ha l’allineamento Sole-Terra-Luna.
18. Un’automobile A si muove con una velocità v A = 25m/s in direzione N30°E, mentre un’automobile
B si muove con velocità v B = 30 m/s in direzione E60°S. Si calcoli il modulo della velocità relativa tra
le due automobili.
[vr = 48 m/s]
19. Durante una partita di calcio il portiere effettua una rimessa dal fondo imprimendo alla palla una
velocità iniziale v0 = 20 m/s formante un angolo α = 30 rispetto al suolo. Se un giocatore che sta
correndo parallelamente alla palla verso centrocampo misura una velocità della palla v = 12 m/s a
che velocità vG sta correndo il giocatore?
[v = 12, 8 m/s]
21. Da un carrello che si sta muovendo con velocità costante vC = 50 km/h viene lanciata una palla con
una velocità iniziale v0 = 3 m/s in direzione orizzontale opposta al senso di marcia del carrello ed
altezza iniziale h = 1, 5 m. Quale sarà la gittata Gt del lancio secondo un osservatore solidale con il
terreno e quale la gittata Gc secondo il lanciatore?
[Gt = 6, 0 m; Gc = 1, 6 m]
22. A quale velocità deve correre una persona per mantenere un pallone di massa m = 200 g in equilibrio
in verticale sul petto se il coefficiente di attrito tra la palla e la maglia è k = 3?
[v A = 14 m/s nella stessa direzione della velocità orizzontale iniziale del moto parabolico]
26. Find the relative speed of two point particles A and B with velocities ~v A = 2x̂ + 3ŷ (m/s) and
~v B = −2x̂ + 5ŷ (m/s) in a given reference frame Oxy .
[vr = 4, 5 m/s]
27. In a given reference frame Oxy a point particle A is moving with a velocity ~v A = 4x̂ − 3ŷ (m/s). The
relative velocity of a point particle B with respect to A is ~vr = 2x̂ + 2ŷ (m/s). Find v B .
[v A = 269 km/h]
29. A runner A is training and moves with a speed v A = 3 m/s when another runner, B, passes him: in
10 seconds B moves from 5 m before A up to 3 m after A. What is the velocity of B with respect to
another guy C sitting on a bench and looking to the scene?
[v B = 3, 8 m/s]
30. A guy A is moving with a speed v A = 2 m/s inside a train A (v TA = 70 km/h) in the same direction
of the train A. A guy B is moving with a speed v B = 3 m/s inside another train B (v TB = 50 km/h)
in the opposite direction of the train B. What is the speed of the guy B measured by the guy A if the
two trains are moving one towards the other?
[v = 32, 2 m/s]
~q = m~v, (4.0.1)
~Fm ∆t = ∆q
~ (4.1.1)
Per darci ragione del teorema immaginiamo una forza variabile che agisca
su un punto materiale per un certo intervallo di tempo: ad esempio pos-
siamo visualizzare un colpo di un tennista sulla pallina da tennis. La forza
agente sul punto materiale avrà in generale un andamento temporale del
tipo illustrato in figura (4.1), concentrata nell’istante t0 ma diversa da ze-
ro lungo tutto l’intervallo ∆t. Possiamo quindi operare con il secondo
~Fm = m~am
~Fm ∆v
~
= m
∆t
v~f − ~vi
~Fm = m
∆t
mv~f − m~vi
~Fm =
∆t
~Fm ∆q
~
=
∆t
~F = d~q , (4.1.2)
dt
~F = ~0 ⇐⇒ ~q = ~k (4.2.1)
Più quantità che si conservano vengono trovate più si può conoscere nel
dettaglio fisico il sistema stesso, potendolo descrivere e potendo predi-
re la sua evoluzione sulla base delle informazioni date dalle quantità
conservate.
Nei secoli dello sviluppo della fisica classica ebbero grande risalto due
scienziati, Renè Descartes e Gottfried Wilhelm Leibniz . In La Haye en Touraine, 1596 -
questo paragrafo approfondiremo le idee di questi due scienziati rispetto Stoccarda, 1650
Lipsia, 1646 - Hannover, 1716
alla quantità di moto; è interessante vedere come queste due grandi menti
della scienza ebbero idee molto diverse tra loro anche per renderci conto
di come, nella storia della fisica, le conclusioni che oggi studiamo in pochi
giorni sono in realtà frutto di processi molto lunghi e complessi. Ci sof-
fermeremo soprattutto sul concetto di conservazione di quantità di moto
visto dal punto di vista dei due scienziati, ed in particolare studieremo il
ragionamento che portò Leibniz a scrivere un saggio comparso sugli Acta
Eruditorum del 1686 (Leibniz, 1863) intitolato Brevis denmostratio erroris me-
morabilis Cartesii et aliorum circa legem naturalem (Breve dimostrazione di un
errore memorabile di Cartesio e di altri riguardo una legge naturale). Sia
Descartes che Leibniz colsero l’importanza di trovare qualche grandezza
fisica che risultasse invariante, cioè che rimanesse immutata qualunque fe-
nomeno fisico possa avvenire nell’universo: da un punto di vista filosofico
questa ricerca è giustificata dalla convinzione che l’universo debba avere
delle regole scientifiche all’interno delle quali tutto possa avvenire e della
ricerca di ciò che genera il moto dei corpi, dal punto di vista pratico le
quantità invarianti (come abbiamo visto nel caso dell’energia) ci permet-
tono di catalogare sistemi a seconda del valore che assume l’invariante e
di risolvere problemi in modo semplice.
“Poiché molti matematici vedono nelle cinque macchine semplici che la ve-
locità e la mole (massa) sono tra loro compensate, generalmente essi valutano
la forza motrice tramite la quantità di moto, ossia tramite il prodotto della
moltiplicazione del corpo per la sua velocità. Oppure, per parlare più geome-
tricamente, essi affermano che le forze di due corpi (della stessa specie) che si
urtano nel movimento e che agiscono parimente mediante la loro massa e il
movimento sono in ragione composta dei corpi, o delle masse, e delle velocità
che hanno. E così poiché è conforme alla ragione che la stessa somma della
potenza motrice è conservata in natura, e non è diminuita, in quanto vediamo
che non è persa alcuna forza da un corpo che non sia trasferita in un altro;
né aumentata perché ancora il moto perpetuo meccanico non avviene mai, per
il fatto che nessuna macchina e di conseguenza neanche il mondo intero può
aumentare la sua forza senza un nuovo impulso esterno; da qui Cartesio, che
considerava equivalente la forza motrice e la quantità di moto, ha affermato che
la stessa quantità di moto è conservata da Dio nell’universo. Io, certamente,
per mostrare quanto si trovi tra queste due, suppongo anzitutto che un corpo,
cadendo da una certa altezza, acquista una forza fino a rialzarsi di nuovo, se
la sua direzione così lo conduce né qualcosa d’esterno l’impedisce: per esempio
un pendolo ritornerà precisamente all’altezza da cui è caduto, a meno che la
resistenza dell’aria e altri impedimenti simili molto piccoli non assorbano un
po’ della sua forza, dai quali noi ora facciamo astrazione. Suppongo anche, in
secondo luogo, che è necessaria una forza tanto grande per sollevare il corpo A
di una libbra fino all’altezza CD di quattro braccia di quella che è necessaria
per sollevare il corpo B di quattro libbre fino all’altezza EF di un braccio. Tutte
queste cose sono ammesse ugualmente dai cartesiani e dagli altri filosofi e mate-
matici dei nostri tempi. Segue da qui che il corpo A lasciato cadere dall’altezza
CD ha acquisito precisamente altrettanta forza del corpo B lasciato cadere dal-
l’altezza EF. Infatti, il corpo A dopo esser stato lanciato da C arriva in D,e là
esso possiede la forza di risollevarsi fino a C, per la prima ipotesi, ossia la forza
di sollevare un corpo di una libbra (vale a dire il proprio corpo) fino all’altezza
di quattro braccia. E parimenti dopo che il corpo B è pervenuto per la caduta
da E in F, dove esso ha la forza di risalire fino ad E, per la prima ipotesi, ossia
la forza di sollevare un corpo di quattro libbre (vale a dire il proprio corpo) fino
all’altezza di un braccio. Pertanto, per la seconda ipotesi, la forza del corpo A
che si trova in D e la forza del corpo B che si trova in E sono uguali. Vediamo
ora se la quantità di moto è la stessa in entrambi i casi. In verità, il più gran-
de disaccordo sarà trovato lì contro ogni speranza. Il che io mostro nel modo
seguente. È stato dimostrato da Galileo che la velocità acquisita mediante la
caduta CD è il doppio della velocità acquisita mediante la caduta EF. Molti-
plichiamo quindi il corpo A che è come 1 per la sua velocità che è come 2, il
prodotto o quantità di moto sarà come 2; moltiplichiamo di nuovo il corpo B
che è come 4 per la sua velocità che è come 1, il prodotto o quantità di moto sarà
come 4.Pertanto la quantità di moto che è del corpo A che si trova in D
è la metà della quantità di moto che è del corpo B che si trova in F, e
tuttavia poco prima le forze sono state trovate uguali. E pertanto esi-
ste una grande differenza tra la forza motrice e la quantità di moto, di
tal sorta che l’una non potrebbe essere calcolata tramite l’altra, come
abbiamo inteso dimostrare. Risulta da ciò come la forza dovrebbe essere
misurata dalla quantità dell’effetto che può produrre, per esempio dall’altezza
4.4 Urti
m1~v1 +m2~v2
(
~v f = m1 + m2
∆E = 1 2 1 2
2 1 v1 + 2 m2 v2
m − 12 (m1 + m2 )v2f
Nel caso degli urti elastici in una dimensione è interessante notare alcuni
casi particolari, che si invita a studiare come esercizio:
• il caso in cui la velocità iniziale di uno dei due punti materiali sia nulla,
• il caso in cui la velocità iniziale di uno dei due punti materiali sia nulla
e la sua massa sia enormemente più grande dell’altra (l’urto di una
pallina contro ad un muro).
(
~v1 = ~v10 + ~v20
0 0 (4.4.5)
v21 = v12 + v22
Le due equazioni ci assicurano che i due vettori ~v10 e ~v20 debbano essere
perpendicolari tra loro: infatti la prima equazione ci garantisce che i tre
vettori in questione formino un triangolo mentre la seconda è il teorema
di Pitagora sui lati del triangolo, applicabile come sappiamo solo nel caso
in cui il triangolo sia rettangolo ed i cateti siano ~v10 e ~v20 ! Per risolvere il
problema analiticamente trovando le due velocità serve senz’altro un’altra
informazione, ma per lo meno si può dire qualcosa sulla situazione finale.
Come si può notare dal sistema generale di equazioni (4.4.1) i casi con
più di due particelle possono essere molto complicati dal punto di vista
matematico, anche conoscendo alcuni parametri della situazione finale.
In questo paragrafo studieremo il moto del centro di massa di un sistema
di particelle come sintesi dell’evoluzione del sistema stesso. In molti casi
complessi questo può essere utile per capire l’evoluzione del sistema o
parte di esso, soprattutto quando è impossibile descrivere la traiettoria
dopo l’urto di ogni singola particella che compone il sistema. Ricordiamo
che il centro di massa di un sistema di particelle è definito come il punto
in cui possiamo pensare sia applicata la risultante delle forze peso di tutte
le particelle, o dal punto di vista matematico la media, pesata sulle masse,
delle posizioni di ogni singolo punto materiale:
∑in=1 mi xi
xcm =
M
∑in=1 mi yi
ycm = M
(4.5.2)
∑in=1 mi zi
z =
cm M
∑in=1 mi~ai
~acm =
M
Riusciamo quindi a definire la cinematica del centro di massa a partire
dalla cinematica dei punti materiali componenti il sistema:
∑in=1 mi~ri
~rcm = (4.5.3)
M
∑in=1 mi~vi
~vcm = (4.5.4)
M
∑in=1 mi~ai
~acm = (4.5.5)
M
(4.5.6)
n
M~acm = ∑ mi~ai = ~R, (4.5.8)
i =1
In altre parole, non importa quanti e quali urti facciano tra loro le parti-
celle componenti il sistema, il centro di massa continuerà fare il suo moto,
in equilibrio se il sistema è isolato, secondo le leggi del moto derivanti
dalle forze agenti se il sistema non è isolato. Gli esempi e le applicazio-
ni di questa analisi sono molte e molto utilizzate: possiamo pensare ad
esempio di voler descrivere il moto del centro di massa di un fuoco d’arti-
ficio (che continua il suo moto parabolico indipendentemente dal numero
di frammenti in cui si spezza - i frammenti anzi sono vincolati a spostarsi
facendo in modo che il centro di massa continui il moto parabolico) o la
descrizione degli urti tra particelle della fisica nucleare e la conseguente
cinematica delle particelle dopo l’urto all’interno dei grandi acceleratori
di particelle nel mondo. Dopo le analisi fatte in questo paragrafo, il siste-
ma di riferimento del centro di massa di un sistema di particelle diventa
un luogo privilegiato da cui descrivere un sistema di punti materiali.
4.6 Esercizi
1. Un giocatore di tennis imprime una forza media Fm = 50 N su di una pallina (m = 57 g) che arriva
alla racchetta con una velocità vi = 70 km/h. Supponendo che l’impatto tra racchetta e pallina duri
0,1 secondi, quale sarebbe la velocità della pallina dopo il colpo se non ci fosse deformazione della
pallina durante l’urto?
[v f = 245, 8 km/h]
2. Si calcoli la forza media che un pugile deve imprimere ad un sacco da 30 kg affinché esso si muova
con una velocità v = 2 m/s, supponendo che l’impatto tra guanto e sacco duri 0,3 secondi.
[Fm = 200 N]
3. Si calcoli la variazione di quantità di moto di un sistema su cui agisce una forza media esterna esterna
Fm = 500 N per un decimo di minuto.
[∆t = 0, 01 s]
5. Un battitore di baseball riesce a colpire la palla lanciata dall’avversario. Supponendo che la palla di
massa m = 100 g sia arrivata in orizzontale con una velocità vi = 30 m/s, che l’impatto con la mazza
duri ∆t = 5 ms e che dopo l’impatto la pallina abbia una velocità v f = 50 m/s e formi un angolo
α = 30 rispetto l’orizzontale, qual è l’intensità della forza applicata dal battitore alla pallina?
[F = 1549 N]
6. Un carrello di massa M = 50 kg si sta muovendo orizzontalmente alla velocità costante v = 30 km/h.
Quale sarà la velocità finale del carrello se da esso cade verticalmente un sacchetto di massa m = 5 kg?
[v f = 9, 3 m/s]
7. Se dallo stesso carrello del problema (6) viene lanciata una palla da 1 kg in direzione opposta alla
marcia del carrello con velocità v p = 20 km/h, quale sarà la velocità finale del carrello?
[v f = 8, 6 m/s]
8. Se dallo stesso carrello del problema (6) viene lanciata una palla da 1 kg nella stessa direzione della
marcia del carrello con velocità v p = 20 km/h, quale sarà la velocità finale del carrello?
[v f = 8, 4 m/s]
9. Antonio (A) lancia una palla, calciandola da terra con una velocità iniziale v0 = 10 m/s con un angolo
rispetto l’orizzontale α = π/3 rad, a Barbara (B) che si trova seduta su un carrello ad una altezza
20 cm da terra. Se la massa della palla è m = 200 g e la massa complessiva di carretto e Barbara è
M = 100 kg, si calcoli la velocità finale del carrello.
[v f = 10−2 m/s]
10. Un fuoco d’artificio di massa m viene lanciato in verticale. Nel punto più alto della sua traiettoria
il fuoco scoppia in 2 pezzi, il primo di massa m/3, il secondo di massa 2m/3. Si descriva il moto di
ogni singolo pezzo del fuoco d’artificio dopo lo scoppio, se il pezzo di massa minore appena dopo lo
scoppio ha una velocità v1 = 5 m/s.
[Ogni pezzo fa un moto parabolico con velocità iniziale orizzontale, il primo con v1 = 5 m/s, il
secondo con v2 = 2, 5 m/s]
11. Una cinquecento (m = 680 kg) tampona un camion (M = 5000 kg) alla velocità v = 60 km/h. Sup-
ponendo un urto completamente anelastico tra i due veicoli quale sarà la velocità finale del sistema
cinquecento/camion?
[v f = 7 km/h]
12. Si calcoli la variazione di energia cinetica del sistema nell’esercizio precedente.
[∆Ec = −83700 J]
13. Un placcaggio di rugby può essere considerato (se va a buon fine) come un urto completamente
anelastico. Si calcoli il modulo della velocità dei due giocatori appena dopo l’impatto se il primo
(m1 = 100 kg) si stava muovendo con una velocità v1 = 10 m/s formante un angolo α = π/3 rad con
la direzione della velocità secondo (m2 = 90 kg, v2 = 8 m/s).
[v f = 7, 9 m/s]
14. Un urto completamente anelastico è caratterizzato da una perdita di energia cinetica ∆Ec = 100 J. Se
l’urto è avvenuto tra due corpi di ugual massa, uno dei due inizialmente fermo e l’altro con quantità
di moto iniziale q1 = 50 kg m/s, quanto vale la velocità finale del sistema?
[v f = 4 m/s]
15. Due corpi di masse m1 = 5 kg e m2 = 10 kg si stanno muovendo con velocità di intensità v1 = 10
m/s e v2 = 8 m/s. Per quale angolo tra le due velocità si ha la massima dispersione di energia cinetica
durante l’urto? Ed in tal caso quanto vale questa dispersione?
[α = 2, 5 rad]
18. Due palline di pongo fanno tra loro un urto completamente anelastico, la prima viene lanciata fron-
talmente contro la seconda con una velocità v1 = 5 m/s. Si misura come velocità finale delle due
palline v f = 2 m/s. Se le due palline hanno la medesima massa m = 250 g, qual è la velocità v2 della
seconda pallina?
[v2 = 1 m/s]
19. Due palline da biliardo, entrambe di massa m = 200 g si scontrano facendo un urto elastico. Suppo-
nendo che la prima si scontri con la seconda, inizialmente ferma, ad una velocità v1 = 3 m/s qual è la
velocità finale di ciascuna pallina?
[v1 f = −0, 3 m/s; v2 f = 2, 7 m/s, con segno positivo dato dal verso iniziale di v1 ]
21. Si risolva il problema (20) supponendo che la seconda pallina abbia una velocità iniziale v2 = 2 m/s
nella stessa direzione di ~v1 ma con verso opposto.
[v1 f = −2, 6 m/s; v2 f = 2, 4 m/s, con segno positivo dato dal verso iniziale di v1 ]
22. Tre palline (m1 = 2m2 = 4m3 = 250 g) sono disposte come in figura (4.4). Si trovino le velocità finali
delle tre palline supponendo che tutti gli urti siano elastici.
Figura 4.4: .
Figura 4.5: .
[v1 f = −6 m/s; v2 f = 4 m/s, con segno positivo dato dal verso iniziale di v1 ]
24. Data la situazione in figura (4.6) si trovi la distanza dal tavolino a cui cadono le due palline 1 e 2,
assumendo un urto elastico tra le due palline:
[d1 = 0, 25 m; d2 = 1, 15 m]
25. Una pallina viene lasciata cadere su un piano inclinato (α = π/3 rad rispetto l’orizzontale) senza
attrito da un’altezza h = 2 m. Supponendo che l’urto tra la pallina e il pavimento orizzontale una
Figura 4.6: .
volta arrivata in fondo al piano inclinato sia elastico, si calcoli a quale distanza dalla base del piano la
pallina toccherà terra di nuovo.
[d = 3, 5 m]
26. Si risolva il problema (25) ipotizzando un urto anelastico nel quale la pallina perde il 40% della sua
energia.
[d = 2, 1 m]
27. Due palle da biliardo m1 = 2 kg ed m2 = 5 kg di velocità iniziali v1 = 5 m/s e v2 = 8 m/s di verso
opposto si scontrano frontalmente. Quali sono le velocità finali se l’urto è anelastico e la perdita di
energia ammonta al 30% dell’energia iniziale?
Figura 4.7: .
[v p = 253 m/s]
29. Si risolva l’esercizio (28) nell’ipotesi in cui l’urto tra pallina e molla sia elastico.
[v p = 125 m/s]
30. Si risolva l’esercizio (28) nell’ipotesi in cui l’urto tra pallina e molla sia anelastico con una perdita di
energia del 20% rispetto l’energia iniziale.
[v p = 132 m/s]
31. Dato il doppio pendolo il figura (4.8) si calcoli l’altezza (distanza minima dal soffitto) raggiunta dalla
pallina m se l’urto tra le due palline è da considerarsi elastico.
Figura 4.8: .
[hm = 0, 3 m]
32. Si risponda alla domanda dell’esercizio (31) nel caso in cui l’urto tra le palline sia completamente
anelastico.
[hm = 1, 2 m]
33. Una massa M = 2 kg è appesa verticalmente ad una molla di costante elastica k = 1000 N/m. Una
freccetta (m = 50 g) viene lanciata verticalmente dal basso verso la massa. Supponendo che la freccetta
abbia una velocità v f = 3 m/s un istante prima di colpire la massa si calcoli la massima compressione
(rispetto alla sua posizione di riposo) della molla dopo l’urto, da considerarsi completamente anela-
stico.
[∆ = 18 mm]
34. Si consideri la situazione dell’esercizio (31) con il seguente cambiamento: la pallina m2 sia appog-
giata sul piano senza essere collegata al filo del pendolo. Si assuma il coefficiente d’attrito tra pallina
e pavimento k = 0, 2. Supponendo che l’urto tra le due palline sia un urto anelastico con energia
dispersa pari a ∆E = 10 J, si calcoli il lavoro fatto dalla forza d’attrito per fermare la pallina m2 . Si
calcoli inoltre in quanto tempo la pallina si ferma e quanto spazio percorre prima di fermarsi.
[t = 2, 2 s; s = 4, 7 m; L = 23 J]
35. Find the final speed of an electron, which moves at ve = 5000 m/s, after an elastic collision with a
standstill proton. Find also the final speed of the proton.
[Fm = 2, 5 N]
37. A block of mass m1 is initially at rest on a frictionless horizontal surface. A bullet of mass m2 is fired
at the block with a speed v. The bullet sticks in the block, and the block ends up with a speed V.
What is the momentum of the bullet with speed v (in terms of m1 , m2 , and V) ?
[q = (m1 + m2 )V]
38. Consider two cars (m1 = 600 kg and m2 = 1200 kg) crashing at a intersection between the two streets
they were travelling. The two streets are perpendicular and the two speeds are v1 = 40 m/s and
v2 = 10 m/s. Find the final velocity of the cars if the crash can be approximated as a completely
inelastic collision.
del tipo:
~ = I~α
M (5.1.1)
M = rF
= rmat
= r2 mα
Il che conferma il fatto che il momento della forza sia direttamente pro-
porzionale all’accelerazione angolare; ma non solo, questo ragionamen-
to ci fornisce anche l’espressione del momento d’inerzia per un punto
materiale che ruoti lungo una circonferenza:
I = mr2 (5.1.2)
è valida per qualsiasi corpo rigido su cui stia agendo un momento delle
~ Questa espressione è indipendente dal fatto che la ro-
forze risultante M.
tazione avvenga rispetto ad un asse fisso, vale in generale: l’applicazione
di un momento di forza su un corpo rigido è dunque causa di una varia-
zione di momento angolare. L’espressione (5.2.3) si riferisce al momen-
to medio applicato nell’intervallo di tempo ∆t, se volessimo considerare
invece il momento istantaneo troveremmo la relazione:
~
~ = dL
M (5.2.4)
dt
~
~ = ~0 ⇐⇒ d L = ~0 ⇐⇒ ~L = ~k
M (5.3.1)
dt
L = ~F ·~s
= Fs
= Frθ
= Mθ
1
θ (t) = α ( t − t i )2 + ωi ( t − t i ) + θ i
2
ω ( t ) = α ( t − t i ) + ωi
con α l’accelerazione angolare del sistema. Nel corso dei calcoli che segui-
ranno è utile la seguente relazione che esprime la velocità angolare media
in funzione della velocità angolare finale e quella iniziale nel caso di un
moto circolare uniformemente accelerato:
θ f − θi
ωm =
∆t
2 ( ∆t ) + ωi ∆t + θi − θi
1 2
α
=
∆t
1
= α∆t + ωi
2
α∆t + 2ωi
=
2
α∆t + ωi + ωi
=
2
ω f + ωi
=
2
seguente calcolo:
L = Mθ
∆L
= ∆θ
∆t
Iω f − Iωi
= ∆θ
∆t
∆θ
= ( Iω f − Iωi )
∆t
= ( Iω f − Iωi )ωm
ω f + ωi
= ( Iω f − Iωi )
2
(ω f − ωi )(ω f + ωi )
= I
2
2
ω f − ωi 2
= I
2
Iω 2f Iω 2
= − i
2 2
che evidenzia come il lavoro dei momenti torcenti dipenda solamente dal-
le velocità angolari iniziali e finali. Questa espressione dice dunque la
quantità di energia cinetica guadagnata dal sistema quando partendo da
una velocità angolare ωi raggiunge una velocità angolare ω f sotto l’effetto
del momento torcente costante di modulo M. L’espressione dell’energia
cinetica rotazionale è dunque:
1 2
Ec = Iω (5.4.3)
2
1 2
Ec = mv
2
1 2
Ec = Iω
2
Figura 5.5: Rotazione pura
con I il momento d’inerzia del disco ed ω la velocità angolare di ogni
punto del disco stesso.
1 2 1
Ec = mv + Iω 2 Figura 5.6: Puro rotolamento
2 cm 2
5.7 Esercizi
1. Si calcoli il momento angolare della terra nel suo moto di rivoluzione attorno al sole.
[L = 2, 6 × 1040 kg m2 /s]
2. Si calcoli il momento angolare della terra nel suo moto di rotazione; si approssimi la terra ad una
sfera rotante attorno ad un suo diametro.
[L = 7 × 1027 kg m2 /s]
3. Si calcoli il momento angolare di un disco 33 giri, nell’ipotesi che la sua massa sia m = 180 g.
[L = 7 × 10−3 kg m2 /s]
4. Un motore è in grado di erogare una coppia di intensità 200 Nm per un massimo di 3,5 secondi. Di
quanto varia il momento angolare dell’albero cui il motore è collegato?
[M = 0, 07 Nm]
6. Un disco di massa m = 10 kg e raggio R = 50 cm sta ruotando alla frequenza ν = 2 Hz. Si ferma per
effetto delle forze d’attrito in 4 secondi. Qual è l’intensità del momento torcente applicato dalle forze
d’attrito sul disco?
[M = 3, 9 Nm]
7. Un giocatore di pallacanestro fa ruotare la palla su un dito finché la palla gira ad una frequenza su-
periore a ν = 30 Hz. Supponendo che inizi a far girare la palla con una velocità angolare ωi = 250
rad/s, e che l’attrito agisca sulla palla con un momento torcente di modulo M = 5 Nm, per quanto
tempo riuscirà il giocatore a far ruotare la palla sul suo dito? Si supponga la palla una sfera (piena)
perfetta di massa M = 600 g e raggio R = 24 cm.
[∆t = 0, 17 s]
8. Che momento torcente deve applicare un ragazzo per far ruotare le sue due bolas (m = 200 g l’una)
facendo raggiungere loro una velocità ω = 4 rad/s in 15 secondi? Si supponga che le bolas siano sfere
perfette che si trovano alle estremità di un cordino lungo 1,2 m, fatto ruotare tenendone il centro in
mano.
[M = 0, 04 Nm]
9. Uno scienziato vuole conoscere il momento d’inerzia di uno strano oggetto, rispetto almeno uno dei
suoi assi di simmetria. Ha l’idea di iniziare a farlo ruotare attorno all’asse prescelto, per riuscire nel
suo intento. Rispetto la rotazione osservata riesce a misurare: il momento torcente applicato, M = 40
Nm, la durata dell’esperimento ∆t = 10 s, la frequenza finale ν = 3 Hz (l’oggetto partiva da fermo)
Quale sarà la sua conclusione sul momento d’inerzia dell’oggetto?
[I = 21 kg m2 /s2 ]
10. Una sbarra omogenea di lunghezza l = 2 m e massa m = 800 g si trova appesa in posizione verticale.
Un ragazzo inizia a farla ruotare attorno al punto in cui è appesa applicando un momento torcente
costante M = 40 Nm per un tempo t = 2 s. Quale sarà la velocità angolare raggiunta dalla sbarra?
[ω = 75 rad/s]
11. Un disco di ghiaccio omogeneo (r = 20 cm, m = 200 g) sta ruotando ad una velocità angolare
ωi = 10 rad/s. Per effetto degli attriti il disco inizia a sciogliersi e perdere massa. Supponendo che
sciogliendosi sia sempre approssimabile ad un disco omogeneo dello stesso raggio, si calcoli la massa
del disco quando il disco raddoppia la sua velocità angolare.
[m = 100 g]
12. Un tuffatore per aumentare la sua velocità angolare e riuscire a fare il tuffo previsto dal suo numero
si piega su se stesso dimezzando la distanza massima del suo corpo da centro di rotazione. Se la
sua massima velocità angolare raggiunta prima di piegarsi è ω1 = 2 rad/s, quale sarà la sua velocità
angolare dopo il piegamento?
[ω f = 8 rad/s]
13. Un giocoliere sta facendo ruotare sopra la sua testa una pallina legata all’estremità di una corda
lunga l = 80 cm, di massa m = 500 g e raggio trascurabile, alla frequenza ν = 20 Hz. Per aumentare la
velocità angolare della pallina fino a ω f = 200 rad/s senza applicare momento torcente cosa deve fare?
[ω f = 22, 7 rad/s]
15. Un cilindro vuoto di massa m = 500 g sta ruotando attorno al suo asse con una velocità angolare
ωi = 10 rad/s. Il cilindro viene riempito di un certo materiale ad un ritmo di 20 grammi al secondo.
Dopo quanto tempo la velocità angolare raggiungerà il valore ω f = 3 rad/s? Si supponga che l’ope-
razione di riempimento del cilindro avvenga senza imprimere un momento torcente al sistema.
[t = 58 s]
16. Si risolva l’esercizio (14) nel caso in cui il disco non sia inizialmente fermo ma stia ruotando, con
verso concorde alla velocità della freccetta, con una velocità angolare ωi = 0, 5 rad/s.
[ω f = 0, 52 rad/s]
17. Si risolva l’esercizio (14) nel caso in cui il disco non sia inizialmente fermo ma stia ruotando, con
verso opposto alla velocità della freccetta, con una velocità angolare ωi = 0, 5 rad/s.
[ω f = 0, 47 rad/s]
18. La figura (5.7) mostra dall’alto una palla di pongo (m = 200 g) che sta per colpire una porta ini-
zialmente ferma (di lunghezza totale L = 50 cm e massa M = 5 kg). Nell’ipotesi che la palla resti
attaccata alla porta dopo l’urto, si calcoli la velocità angolare finale del sistema palla/porta.
[ω f = 4, 6 rad/s]
Figura 5.7: .
19. Come cambia in percentuale la velocità angolare di un tagadà (M = 2000 kg) se le 10 persone (m = 60
kg) a bordo si spostano dal bordo (R = 3 m) al centro della giostra?
[L = 1920 J]
22. Quanto lavoro fa il motore di un’auto di momento d’inerzia I = 1500 kgm2 che fornisce una coppia
M = 200 Nm per raggiungere la velocità angolare finale ω f = 5 rad/s?
[L = 18750 J]
23. Su un volano di momento d’inerzia I = 200 kgm2 agisce una coppia di forze costante che fa un
lavoro L = 300000 J. Qual è la frequenza iniziale νi del volano se la frequenza raggiunta è ν f = 50 Hz?
[L = 8, 4 J]
25. Una pallina sferica di massa m = 200 g e raggio r = 20 cm viene lanciata in orizzontale compiendo
un lavoro L = 1900 J. Supponendo che non ci siano attriti qual è la sua velocità angolare, prima che
l’effetto della gravità diventi non trascurabile, se la sua velocità è v = 100 m/s?
[ω = 750 rad/s]
26. Si calcoli l’energia totale di un asta sottile (M = 200 kg, l = 30 cm) che sta ruotando alla frequenza
ν = 50 Hz attorno ad uno dei suoi estremi senza traslare.
[E = 296 kJ]
27. Si calcoli l’energia totale di un cilindro (M = 2 kg, R = 20 cm) che, facendo un moto di puro rotola-
mento, percorre 3 metri in 2 secondi.
[E = 3, 4 J]
28. Si risolva il problema (30) nel caso in cui a muoversi sia una sfera della stessa massa e dello stesso
raggio del cilindro. Si commenti il risultato.
[E = 3, 2 J]
29. Si calcoli la variazione di energia nel processo fisico descritto dal problema (18).
[∆E = −59, 3 J]
30. Un cilindro (M = 5 kg, R = 30 cm) viene lasciato scivolare lungo un piano inclinato (α = π/6 rad)
da un’altezza h = 3 m. Quale sarà la sua velocità angolare nel momento in cui raggiunge il fondo del
piano inclinato? Si supponga un moto di rotolamento puro per il cilindro.
[ω = 21 rad/s]
31. Si risolva il problema (30) nel caso in cui a cadere sia una sfera della stessa massa e dello stesso
raggio del cilindro. Si commenti il risultato.
[ω = 22 rad/s]
32. Un’asta sottile omogenea di massa m = 2 kg e lunga l = 1, 2 m si trova in posizione verticale quando
viene leggermente spostata dalla posizione di equilibrio instabile in cui si trovava. Si calcoli la velocità
del suo punto estremo (il più alto nel momento in cui si trova in posizione di equilibrio) un attimo
prima di toccare terra. Come cambia il risultato se la massa dell’asta dovesse raddoppiare?
[L = 1687, 5 J]
34. Qual è la massima altezza raggiunta da un’asta sottile di massa m = 200 g e lunghezza l = 30 cm
lanciata verso l’alto con velocità vcm = 5 m/s e frequenza di rotazione attorno al suo centro di massa
ν = 3 Hz, nell’ipotesi che non agiscano attriti sul sistema e che nel punto più alto l’asta non ruoti.
[h = 1, 4 m]
35. Un giocatore di golf colpisce la pallina con una forza media Fm = 200 N per un intervallo di tempo
∆t = 20 ms. Calcola la massima altezza raggiunta dalla pallina se la pallina può essere approssimata
con una sfera di raggio r = 5 cm e massa m = 100 g, la velocità iniziale della pallina forma un angolo
α = 60 con l’orizzontale e la velocità angolare sia data nell’ipotesi che la pallina qualche istante dopo il
lancio inizi a ruotare con una velocità angolare come se la pallina facesse un moto di puro rotolamento
in aria senza variare la velocità del centro di massa e lo mantenga poi costante.
[h = 28, 6 m]
36. Find the angular momentum of the moon in its revolution around the earth.
[L = 2, 9 × 1034 kg m2 /s]
37. Find the angular momentum of the moon in its rotation. Approximates the moon to a sphere rotating
around its diameter.
[L = 2, 9 × 1024 kg m2 /s]
38. Find the mass of a wheel (R = 40 cm) that is accelerating from ω1 = 0 rad/s to ω2 = 5 rad/s in 25
seconds under the action of a torque M = 20 Nm.
[m = 1250 kg]
39. Find the total mechanical energy of the earth in its revolution around the sun and in its rotation
around its diameter.
[ET = 1, 5 × 1053 J]
40. A rope is wrapped around a cylinder (M = 125 kg, R = 50 cm), with a fixed frictionless axis. The
other end of the rope is tied to a block (M = 10 kg). What is the angular acceleration ac of the cylin-
der? What is the linear acceleration ab of the block? Assume that the rope does not slip on the cylinder.
Nel 1687, nel suo libro Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, lo stes-
so in cui enunciò le tre leggi della dinamica, Newton enunciò la legge di
gravitazione universale. Parlando di forza gravitazionale e legge di gravi-
tazione universale non possiamo non accennare al ruolo che ebbe questa
legge nella storia della fisica e nell’evoluzione dalla cosmologia aristote-
lica alla cosmologia moderna.
Praga, 1601
ne moderna di un universo in cui la terra non è altro che un pianeta di 3
Weil der Stadt, 1571 - Ratisbo-
una stella come molte altre, il sole. La teoria Newtoniana fu considerata la na, 1630
corretta descrizione dell’universo per più di 200 anni, quando Einstein 4
Stagira, 384-83 a.C. - Calcide,
322 a.C
formulò la relatività ristretta prima, nel 1905, e la relatività generale poi, 5
Pelusio, 100 - 175
nel 1916, teorie che misero le basi per una nuova concezione dell’universo
e la cosmologia come studiata al giorno d’oggi.
Keplero analizzo ed interpretò i dati raccolti da Tycho Brahe in due libri Figura 6.1: Prima legge di Ke-
plero: S è il sole, P uno qualsiasi
nei quali sono contenute le famose tre leggi di Keplero 6 .
dei suoi pianeti.
Queste leggi nate da un’attentissima analisi di una mole enorme di dati
6
(Kepler, 1609, 1619)
e rilette con la convinzione che l’universo debba rispondere ad un’esigen-
za di armonia dei corpi celesti sono state tra le premesse fondamentali per
la teoria Newtoniana della gravitazione, come vedremo in seguito.
T2
=k (6.1.1)
a3
Dalla tabella (6.1) possiamo notare come le eccentricità dei pianeti del
sistema solare siano tutte molto piccole: possiamo quindi pensare che
l’approssimazione delle orbite ellittiche dei pianeti con orbite circolari
possa essere una buona approssimazione. L’ipotesi fatta ci aiuta dal pun-
Per capire come può essere fatta questa forza torniamo alla descrizione
del sistema sole-pianeta: se il sole applica una forza ~FSP sul pianeta, si-
gnifica che per il terzo principio della dinamica il pianeta deve applicare
sul sole una forza uguale e contraria ~FSP = −~FPS . Se immaginiamo di
descrivere il sistema da un riferimento solidale con il pianeta possiamo
immaginare che la forza di cui risente il sole sia del tipo
4π 2 mS
FPS = , (6.2.4)
k P R2
al sole, noi stiamo immaginando che siano valide per qualsiasi sistema
gravitazionale. Vale dunque:
~FSP = −~FPS
4π 2 mS 4π 2 m P
=
k P R2 k S R2
mS mP
=
kP kS
mS k S = mP k P
4π 2 mS m P
FSP =
k R2
4π 2 mS m P
FPS = .
k R2
~F = G m1 m2 r̂ (6.2.5)
r2
Nm2
G = 6, 67 · 10−11 (6.2.6)
kg2
Quando un fisico si trova di fronte ad una nuova forza una delle prime
domande che sorgono nella sua mente è: la forza che sto considerando è con-
servativa? Posso trovare un’espressione per la sua energia potenziale? Vedremo
in queste righe come la forza gravitazionale è una forza conservativa e
daremo l’espressione dell’energia potenziale gravitazionale. A differen-
za dei casi di forze studiate durante lo scorso anno e riprese anche nel
capitolo (2) la forza gravitazionale ha un’espressione matematica tale per
cui non siamo ancora i grado di affrontare la dimostrazione completa del-
l’espressione che scriveremo: daremo qui una giustificazione, speriamo
ragionevole, del fatto che la forza gravitazione è una forza conservativa,
rimandando al momento in cui nel corso di matematica si affronterà il
calcolo integrale una più soddisfacente dimostrazione.
Immaginiamo di avere una massa m1 che genera un campo gravitazio-
nale in cui la massa m2 si trova immersa. La massa m2 si trova inizialmente
nel punto A ed il nostro proposito è quello di darci ragione del fatto che,
volendo spostare la massa in un qualsiasi altro punto B dello spazio, il
lavoro che la forza gravitazionale compie non dipende dal percorso effet-
tuato dalla massa m2 ; la situazione è descritta dalla figura (6.7). Cerche- Figura 6.7: Tre possibili percor-
si per portare la massa m2 da
remo ora di dare ragione del fatto che il percorso 1 ed il percorso 2 della A e B. Il lavoro fatto dalla for-
figura sono equivalenti in termini di lavoro fatto dalla forza gravitazio- za gravitazionale per spostare la
massa m2 dipende dal percorso?
nale, a quel punto dovremo credere che ogni altro percorso è equivalente
ad essi, anche il percorso 3, che pur sembra molto diverso... Per quanto
riguarda il percorso 1 possiamo dire che la forza è sempre parallela alla
traiettoria e quindi il lavoro, come detto nel capitolo (2) parlando di forze
variabili, è dato dall’area della curva definita dalla forza dal raggio r A al
raggio r B , come illustrato in figura (6.8)
Ora basta notare che in un qualsiasi pezzo di traiettoria circolare con
centro m1 , come la prima parte del percorso 2, la forza è sempre perpen-
dicolare alla traiettoria (ricordiamo che per intervalli di tempo abbastan-
za piccoli possiamo confondere la corda che esprime lo spostamento con
l’arco di circonferenza che esprime la traiettoria e la tangente alla cur-
va in quel punto): il lavoro in quel tratto di traiettoria è quindi nullo, e
nel secondo tratto è sempre dato dall’area di figura (6.8). Abbiamo co-
sì dimostrato che il lavoro della forza gravitazionale lungo il percorso 1
è uguale al lavoro lungo il percorso 2, ed in generale uguale a qualsiasi
percorso che preveda una combinazione di tratti circolari con centro m1 e
Figura 6.8: Lavoro come area
tratti radiali. L’atto di fiducia che richiesto ora è quello di credere che sia della funzione F (r )
dimostrabile l’indipendenza del lavoro per ogni percorso che colleghi A e
Il lavoro dipende quindi solo dalle distanze iniziale e finale della massa
m2 rispetto alla massa m1 :
1 1
L = −∆U = Ui − U f = Gm1 m2 ( − ) (6.5.2)
rf ri
1 2 mM 1 GM mM 1 mM
Etot = mv − G = m −G =− G
2 r 2 r r 2 r
• Geostazionari:
si definiscono in questo modo satelliti che hanno un’orbita circolare po-
sta sul piano definito dall’equatore, con periodo di rivoluzione uguale
al periodo di rotazione della terra in modo tale da apparire in posizio-
ne fissa da un osservatore solidale con il sistema terrestre. Per avere
tale periodo essi devono essere ad un distanza dalla superficie terrestre
pari ad h = 35863km:
r s s
GM 2πr GMTrot2 GMTrot2
3 3
v= ∧v = =⇒ r = 2
=⇒ h = 2
− RT
r Trot 4π 4π
• Polari:
si definiscono in questo modo satelliti che hanno un’orbita che attra-
versa i poli; sono studiati in modo da sorvolare sempre aree differenti
sotto di sé, acquisendo immagini o video della parte di pianeta sotto di
sé. Essi si trovano tipicamente ad altezze non molto elevate, attorno ai
1000 km di altitudine rispetto al livello del mare.
mM
Ug = − G
RT
1 2
Ec = mv
2
1 2 mM
Etot = mv − G
2 RT
• Etot > 0:
in questo caso man mano che la massa si muove allontanandosi dalla
terra sia la sua energia cinetica che l’energia potenziale del sistema si
avvicinano a zero; per la conservazione dell’energia esisterà un momen-
to in cui l’energia potenziale si annullerà e al corpo resterà solamente
energia cinetica: esso dunque sarà libero dall’influenza gravitazionale
terrestre e si potrà muovere nello spazio. Chiameremo un sistema di
questo genere aperto.
• Etot < 0:
in questo caso invece esisterà un momento in cui l’energia cinetica si
esaurirà con una certa quota di energia potenziale: il corpo ricadrà
dunque verso la superficie terrestre. Chiameremo un sistema di questo
genere legato.
• Etot = 0:
il caso limite definisce la cosiddetta velocità di fuga, la minima velocità
che deve avere il corpo per liberarsi dall’influenza gravitazionale terre-
stre (o del pianeta in cui si trova). Imponendo l’equazione Etot = 0 si
√
trova v f uga = 2GM/R T = 11200m/s.
6.8 Esercizi
[F = 3, 3 × 1022 N]
2. Si calcoli la forza con cui la luna è attratta dalla terra.
[F = 1, 97 × 1020 N]
3. Qual è la forza di attrazione gravitazionale tra due persone di massa m = 80 kg alla distanza di un
metro l’una dall’altra?
[F = 4, 3 × 10−7 N]
4. Due masse m1 = 10 kg ed m= 25 kg sono poste ad una distanza d = 5 m l’una dall’altra. Dove deve
posizionarsi una massa m3 = 10 g per essere in equilibrio?
[F = 2, 8 × 10−12 N, diretta perpendicolarmente al lato AB del triangolo con verso tale che la massa
sia attratta verso AB]
6. Tre masse m A = 20 kg, m B = 10 kg ed mC = 5 g sono poste sui vertici di un triangolo equilatero ABC
di lato l = 2 m. Si calcoli la forza che agisce sulla massa mC posta sul vertice C del triangolo.
[h = 150 km]
12. Si trovi il campo gravitazione generato da una massa m = 1000 kg ad una distanza r = 50 m. Di
quale forza gravitazionale risentirebbe un uomo di massa m P = 80 kg se si trovasse ad una distanza r
dalla massa m?
[g = 2, 7 m/s2 ]
14. A che distanza dalla superficie terrestre il campo gravitazionale generato dal nostro pianeta si di-
mezza?
[h = 2600 km]
15. Qual è il valore del campo gravitazionale lunare sulla superficie terrestre?
[g = 3, 3 × 10−5 m/s2 ]
16. Qual è il valore del campo gravitazionale solare sulla superficie terrestre?
[g = 5, 6 × 10−3 m/s2 ]
17. Si trovi il valore del campo gravitazionale generato da un anello sottile uniforme di massa m = 40
kg e raggio r = 30cm nel suo centro.
[g = 0 m/s2 ]
18. Quale massa genera un campo gravitazione di intensità g = 9, 8 m/s2 ad una distanza di 5 metri?
[m = 3, 7 × 1012 kg]
19. Tre masse m A = 20 kg, m B = 20 kg ed mC = 20 kg sono poste sui vertici di un triangolo equilatero
ABC di lato l = 2 m. Si calcoli il campo gravitazionale generato dalle tre masse sul punto medio del
lato AB.
[L = 23, 7 × 1011 J]
26. A quale altezza dalla superficie terrestre si trova un satellite che ruota attorno al nostro pianeta con
un periodo T = 10 giorni?
[h = 1, 9 × 108 m]
27. A quale velocità si muove un satellite che orbita attorno alla terra ad una quota h = 50000 km sul
livello del mare?
[v = 2642 m/s]
28. Un satellite in orbita attorno alla terra alla velocità v = 200 m/s misura un peso P = 50 N per una
massa m = 50 kg. Il satellite è in equilibrio su un’orbita stabile?
[No, perché...]
29. Dalla cima di un grattacelo alto h = 200 m un tizio vuole lanciare una pallina in modo che riesca
ad entrare in orbita all’altezza da cui è stata lanciata. A quale velocità dovrebbe lanciare la pallina,
supponendo un lancio a velocità iniziale orizzontale, per riuscire nel suo intento?
[v = 7860 m/s]
30. A che altezza arriverebbe un corpo di massa m = 100 kg lanciato dalla superficie terrestre con velo-
cità pari ad un terzo della velocità di fuga? E se il corpo avesse massa m = 20 kg?
[h = 9, 8 × 1017 m]
32. Con che velocità si deve lanciare verso l’alto un oggetto di massa m = 250 g dalla superficie terrestre
affinché raggiunga l’altezza massima h = 10 km?
[v = 440 m/s]
33. Qual è l’energia del sistema terra-satellite geostazionario se il satellite ha massa m = 4500 kg?
[E = −2 × 1010 J]
34. Qual è la velocità di fuga di un oggetto di massa m = 100 kg che viene lanciato da una piattaforma
che si trova ad una quota h = 200 km dalla superficie terrestre?
[v = 10900 m/s]
35. Con quale velocità si deve lanciare un oggetto di massa m = 100 kg verso la luna affinché il corpo
arrivi sulla superficie lunare con velocità nulla? Si supponga che il moto dell’oggetto sia rettilineo e
senza attrito.
[v = 11119 m/s]
36. Find the gravitational field of Saturn on the planet’s surface.
[g = 10, 3 m/s2 ]
37. Find the potential gravitational energy of the system earth-moon.
[U = −7, 8 × 1020 J]
38. A satellite is gravitating around the earth at a velocity v = 50 km/h. What is its heigh with respect
to the earth surface?
[h = 2 × 1012 m]
39. Two masses m1 = 40 kg and m2 = 20 kg are fixed at a distance d = 4 m. What is the gravitational
strength acting on a third mass m3 = 1 kg positioned in the middle of the line defined by m1 and m2 ?
[F = 3, 3 × 10−10 N towards m1 ]
40. Find the gravitational strenght due to the sun acting on the farest planet (from the sun) of the solar
system.
[F = 6, 4 × 1020 N]
• Equazione di stato dei gas perfetti: un gas perfetto che subisce una
qualsiasi trasformazione segue la seguente legge: PV = nRT, con n
il numero di moli e R ∼ 8, 31J/(mol K) la costante universale dei gas
perfetti
moto si inverte e dunque la particella imprime sulla parete una forza ~F⊥
e dunque la pressione esercitata dal gas su una parete della scatola è data
dal rapporto tra la forza media applicata e la superficie della parete:
N N
m m
P=
l3 ∑ v2⊥i = V ∑ v2⊥i
i =1 i =1
e quindi
N N N N N N
∑ v2i = ∑ (v2xi + v2yi + v2zi ) = ∑ v2xi + ∑ v2yi + ∑ v2zi = 3 ∑ v2⊥i
i =1 i =1 i =1 i =1 i =1 i =1
da cui
N
m
P=
3V ∑ v2i
i =1
N
m
PV =
3 ∑ v2i
i =1
A questo punto possiamo utilizzare la legge di stato dei gas perfetti per
dare un’interpretazione microscopica della temperatura, in funzione delle
velocità delle particelle di gas:
N N
m m
nRT =
3 ∑ v2i =⇒ T = 3nR ∑ v2i ,
i =1 i =1
2NA
T= Ec (7.1.1)
3R
la temperatura è dunque una grandezza fisica direttamente proporzionale
all’energia cinetica media del gas! Questa relazione conferma e quantifica
in modo preciso l’intuizione di temperatura legata all’agitazione termica
e quindi al movimento delle particelle componenti il gas. L’equazione
(7.1.1) è solitamente espressa come:
3
Ec = kB T (7.1.2)
2
PV = nRT
PV = Nk B T
Questi due modi apparentemente uguali per scrivere la legge indicano pe-
rò due visioni opposte: la prima una visione macroscopica che coinvolge
il numero di moli del gas, mentre la seconda una visione microscopica che
coinvolge invece il numero esatto di particelle che compongono il gas.
they interact just by means of elastic scattering, the kinetic energy is sim-
ply mv2 /2 for each molecule and can be considered as the total energy of
the gas. This total average energy of internal molecular motion is called
internal energy and should always be taken into account when considering
the conservation of energy.
The internal energy of an ideal gas of N molecules can be expressed in
terms of the average kinetic energy of the molecules
3
U = N h Ek i = nRT;
2
Q = Cv ∆T
Q = C p ∆T
In our practical example we would have both the cylinder and the pi-
ston made by perfect thermal insulator, in such a way that there cannot be
any exchange of heat or energy between the gas and the external atmo-
sphere. It can be prooved that in an adiabatic process holds the relation
C
PA VA = PB VB , where γ = Cvp ; C p is the so called "heat capacity at con-
γ γ
stant pressure", the heat necessary to change the temperature of the gas
by 1 degree through a process with constant pressure. We will define also
c p as the “molar heat capacity at constant pressure”.
L = −∆U
where the minus sign means that the internal energy is lost when the
gas expands and does work.
L=Q
L = Q − ∆U,
or
∆U = Q − L
5. First law and the Mayer relationship . Let’s consider a general process
in the Clapeyron plane: it can be decomposed into many tiny isobaric
processes. For each of these processes holds
∆U = Q − L,
where4 4
The first relation holds for any
∆U = ncv ∆T, process, the second one holds
since each process is an isoba-
Q = nc p ∆T ric process, and the last one can
be obtained using the universal
L = p∆V = nR∆T. law of ideal gases.
We can conclude that for any thermal process the first principle of ther-
modynamics, the conservation of energy in thermal processes, can be
written as the Mayer relationship:
c p − cv = R.
p B VB = pC VC
γ γ
pC VC = p D VD
p D VD = p A VA
che possono essere riscritte come:
γ γ
p A VA = p B VB
VC
p B = pC
VB
γ
VD
pC = p D γ
VC
VA
pD = p A
VD
che ci suggerisce di sostituire tutte le pressioni delle ultime tre equazioni
per ottenere:
γ −1 γ −1
γ VA VD VB
p A VA = p A γ −1
VC
che si può scrivere come
γ −1 γ −1
VA VB
=
VD VC
ovvero
VA V
= B
VD VC
che sostituito nel rendimento della macchina di Carnot (7.3.2) restituisce
un’espressione molto più semplice:
Tf
ηc = 1 − (7.3.3)
Tc
È facile notare come questo rendimento sia uguale a quello di una macchi-
na di Stirling che lavora tra le stesse due temperature; ci daremo ragione
di questo fatto nei prossimi paragrafi.
della macchina:
TB T
= C
TE TD
Vale dunque
TB
TE 1 − TE T
η = 1− = 1− E
TD 1 − TC TD
TD
η = 1 − r 1− γ (7.3.5)
scoppio del gas, come descritto dal grafico (7.13). La combustione del gas
in un ciclo Diesel non viene innescata dalla scintilla di una candela ma
dalla compressione del gas stesso. La fase di scoppio (l’isocora del ciclo
precedente) in questo caso viene sostituita con un’espansione isobara.
Con un’analisi analoga a quella fatta per il ciclo Otto possiamo trova-
re il rendimento termodinamico della macchina Diesel in funzione delle
temperature TB ,TC ,TD ,TE :
cv TE − TB
η = 1−
c p TD − TC
cγ − 1
η = 1 − r 1− γ (7.3.6)
γ ( c − 1)
Qc
k= (7.3.7)
L
Figura 7.14: Ciclo frigorifero, il
Applicazione comune del modello frigorifero, sono le pompe di calore: passaggio di calore dalla tempe-
strumenti che vediamo abitualmente nelle case e che chiamiamo solita- ratura più fredda T f e la tempe-
ratura più calda Tc , subendo il
mente condizionatori elettrici. Essi spostano calore da una sorgente a lavoro L
temperatura minore ad una a temperatura maggiore sfruttando il lavoro
della rete elettrica: possono essere usati per scaldare l’interno di un edi-
ficio d’inverno, prendendo il calore dall’esterno e cedendolo all’interno,
o per raffreddarlo d’estate, prendendo il calore dall’interno e cedendolo
all’esterno.
Equivalenza dei due enunciati Per dimostrare l’equivalenza dei due enun-
ciati procederemo con una dimostrazione per assurdo nel seguente modo:
invece di dimostrare che l’enunciato di Clausius (Cl) implica l’enuncia-
to di Kelvin-Planck (KP) Cl =⇒ KP e viceversa KP =⇒ Cl dimostre-
remo che la negazione dell’enunciato di Clausius (nCl) implica la ne-
gazione dell’enunciato di Kelvin-Planck (nKP) nCl =⇒ nKP e viceversa
nKP =⇒ nCl.
nCl =⇒ nKP
Immaginiamo di avere a disposizione una macchina termica che neghi
l’enunciato di Clausius e di collegarla ad una macchina termica che in-
vece rispetta l’enunciato di Kelvin-Planck come in figura (7.15). L’effetto
netto della macchina in figura è quello di assorbire una quantità di calore
Q2 − Q1 dalla sorgente calda, producendo un lavoro L senza cedere calore Figura 7.15: Collegamen-
to di una macchina termica
alla sorgente fredda: negando l’enunciato di Clausius siamo riusciti a ne-
di Kelvin-Planck con una
gare l’enunciato di kelvin-Planck costruendo una macchina termica il cui macchina non-Clausius
unico risultato è quello di produrre lavoro assorbendo calore da un’unica
sorgente!
nKP =⇒ nCl
Immaginiamo ora di avere a disposizione una macchina termica che neghi
l’enunciato di Kelvin-Planck e di collegarla ad una macchina termica che
invece rispetta l’enunciato di Clausius come in figura (7.16). L’effetto netto
della macchina in figura è quello di trasferire il calore Q2 da una sorgente
fredda ad una calda senza subire lavoro dall’esterno: negando l’enunciato
di Kelvin-Planck siamo riusciti a negare l’enunciato di Clausius costruen-
do una macchina termica il cui unico risultato è quello di trasferire calore
da una sorgente fredda ad una sorgente calda!
Figura 7.16: Collegamento di
una macchina termica di Clau-
7.4.2 Enunciato di Carnot ed entropia sius con una macchina non-
Kelvin-Planck
7.4.2.1 Enunciato di Carnot
Non si può costruire una macchina termica che lavora tra due sorgenti con
rendimento superiore al rendimento della macchina di Carnot che lavora
Ogni macchina termica reversibile8 che lavori tra due sorgenti termiche 8
definiamo macchina termica
inoltre ha rendimento pari al rendimento della corrispondente macchina reversibile una macchina ter-
mica in cui ogni stato del
di Carnot: gas è perfettamente conosciu-
ηirrev < ηrev = ηc < 1 (7.4.1) to, ciclo che quindi può esse-
re percorso in entrambi i sen-
si (orario ed antiorario nel pia-
7.4.2.2 Entropia termodinamica no di Clapeyron per esempio).
In generale una macchina re-
Nel caso della macchina di Carnot (e quindi di una qualsiasi macchina versibile è un’idealizzazione di
una macchina termica, che può
termica reversibile) è interessante studiare l’uguaglianza tra il rendimento essere approssimata con tra-
generale in funzione del calore scambiato ed il rendimento particolare in sformazioni quasi-statiche, ma
mai realizzata perfettamente in
funzione delle due temperature delle sorgenti:
natura.
Qc Tf Qa Qc
1− = 1− =⇒ = (7.4.2)
Qa Tc Tc Tf
non avvengono a temperatura costante. Gli unici due casi semplici sono il
caso isotermo appunto in cui si può applicare la formula ed il caso adia-
batico in cui non essendoci scambio di calore l’entropia rimane costante.
Nel caso più generale dal punto di vista concettuale occorre dividere il
percorso in moltissimi tratti quasi-statici per cui sia possibile pensare che
il trasferimento di calore avvenga a temperatura costante, e sommare poi
tutti questi contributi; dal punto di vista matematico questo corrisponde
a risolvere un integrale di cui diamo qui solo il risultato:
Qi TB VB
∆S = S( B) − S( A) = ∑ Ti
= ncv ln
TA
+ nR ln
VA
(7.4.5)
i
Qi
∑ Ti
<0 (7.4.6)
i
ovvero
Qi
S( B) − S( A) > ∑ Ti
i A→ B
S( B) > S( A) (7.4.7)
può disporsi nella scatola: lo stato macroscopico con più microstati che lo
definisce è quello in cui ci sono due particelle da una parte e dall’altra;
per la statistica è lo stato più probabile, per la definizione di Boltzmann
è lo stato con maggiore entropia, per esperienza è lo stato in cui un gas
tende ad evolvere liberamente, qualsiasi fosse la sua condizione iniziale!
7.5 Esercizi
1. Quanto calore è necessario affinché un kilogrammo di ghiaccio alla temperatura T = 250 K evapori
completamente?
[Q = 3, 1 × 106 J]
2. Un litro di gas perfetto raddoppia la sua pressione a temperatura costante, quale sarà il suo volume
alla fine della trasformazione?
[V = 0, 0005 m3 ]
3. Che volume occupa una mole di gas perfetto alla temperatura T = 300 K che si trova alla pressione
atmosferica?
[V = 0, 025 m3 ]
4. Di quanto varia in percentuale la temperatura di un gas perfetto durante un’espansione isobara dal
volume iniziale V1 = 5 l al volume finale V2 = 8 l?
[n = 122 mol]
6. Il tappo di una bottiglia da un litro sopporta al massimo una pressione di 50 atmosfere. All’interno
della bottiglia si trovano 3 moli di gas perfetto alla temperatura T = 300 K. Il tappo manterrà la botti-
glia chiusa o verrà scoperchiato dalla pressione del gas?
[Evapora tutto]
8. Quanta massa di ghiaccio alla temperatura di passaggio di stato verrà fusa con la quantità di calore
necessaria per far evaporare 1 g d’acqua?
[m = 7 g]
9. A che temperatura si troveranno 5 moli di gas perfetto che subiscono una trasformazione isocora dalla
situazione iniziale PA = 3 atm, TA = 200 K fino alla situazione finale in cui PB = 10 atm? E se le moli
di gas fossero state 2, cosa sarebbe cambiato?
11. Si calcoli la velocità quadratica media di una certa quantità di idrogeno molecolare (H2 ) allo stato
gassoso ed alla temperatura T = 300 K.
[Ēc = 5, 6 × 10−21 J]
13. Che tipo di gas ha, alla temperatura T = 300 K, un’energia cinetica media Ēc = 1, 449 × 10−20 J?
[Triatomico]
14. Che pressione imprimono sulle pareti del contenitore in cui si trovano 5 moli di un gas monoatomico
di densità d = 5 × 10−25 kg/m3 e velocità quadratica media vqm = 1000 m/s?
[P = 5 atm]
15. Un mole di gas monoatomico si trova alla temperatura Ti = 20C. Se un certo macchinario compie
un lavoro L = 100 J sul gas, a quale temperatura si troverà il gas, potendo trascurare qualsiasi tipo di
dispersione?
[T = 301 K]
16. Qual è la temperatura di una mole di gas descritto dal punto (1; 2 × 104 ) nel Piano di Clapeyron? Si
assumano le unità di misura del SI.
[T = 2407 K]
17. Si studi l’energetica del ciclo termodinamico descritto in figura (7.20). Si assuma n = 3 mol. In
particolare si trovi il lavoro fatto dal gas nel ciclo.
[L = 966 J]
18. Si studi l’energetica del ciclo termodinamico descritto in figura (7.21). Si assuma n = 1 mol. In
particolare si trovi il lavoro fatto dal gas nel ciclo ed il calore assorbito.
[L = 570 J; Q = 2570 J]
19. Quanto calore serve affinché, in una trasformazione isocora, la temperatura di una mole di gas per-
fetto monoatomico aumenti la sua temperatura da T1 = 200 K a T2 = 600 K?
[Q = 4986 J]
20. Qual è l’energetica del ciclo termodinamico descritto in un piano di Clapeyron (V (m3 ); P( Pa)) da
una circonferenza di centro C (3; 30000) e raggio r = 10? In particolare si trovi il lavoro fatto dal gas
nel ciclo ed il calore assorbito.
[L = 314 J; Q = 314 J]
21. Si calcoli il rendimento del ciclo termodinamico dell’esercizio (17)
[η = 30%]
22. Si calcoli il rendimento del ciclo termodinamico dell’esercizio (18)
[η = 25%]
23. Si calcoli il lavoro fatto da 5 cicli di una macchina ideale di Carnot dal rendimento ν = 60%, che
assorbe Q = 500 J dalla sorgente calda.
[L = 1500 J]
24. Si calcoli la variazione di energia interna di 10 moli di gas perfetto biatomico che subiscono una
trasformazione isobara dallo stato (5; 2) nel piano di Clapeyron (V (l ); P( atm)) fino allo stato (9; 2).
[∆U = 20 atm l ]
25. Si risolva l’esercizio (24) nel caso in cui il gas sia monoatomico.
[∆U = 1200 J]
26. Si calcoli il lavoro fatto da una mole di gas monoatomico perfetto in un’espansione adiabatica che
triplichi il volume del gas a partire dallo stato (2; 5) nel piano di Clapeyron (V (l ); P( atm)).
[L = 791 J]
27. Si calcoli la variazione di energia interna di due moli di gas biatomico che passi dalla temperatura
T1 = 200 K alla temperatura T2 = 350 K.
[∆U = 6233 J]
28. Si calcoli il calore ceduto alla sorgente fredda di una macchina di Carnot di rendimento η = 0, 7, se
il lavoro della macchina è pari a L = 500 J.
[Q = 214 J]
29. Si calcoli il calore assorbito da una mole di gas perfetto che percorra un ciclo definito dal triangolo
ABC nel piano di Clapeyron (V (m3 ); P( Pa)) definito da A(2; 20000), B(4; 20000) e C (3; 40000).
[Q = 20000 J]
30. Un cilindro di volume V = 1, 5 m3 chiuso ermeticamente contiene due moli di gas biatomico alla
temperatura T = 300 K. Quale temperatura raggiungerà il gas se dall’esterno si fornisce Q = 4000 J di
calore?
[T f = 396 K]
31. Si calcoli la variazione di entropia del gas nella trasformazione descritta nel problema (30)
[∆S = 9, 1 J/K]
33. Si calcoli la variazione di entropia dell’universo nello scioglimento di un cubetto di ghiaccio di massa
m = 200 g alla temperatura di fusione messo a contatto con una sorgente a temperatura Ts = 300 K.
[∆S = 22 J/K]
34. Si calcoli la variazione di entropia di una mole di gas perfetto monoatomico che subisce una trasfor-
mazione irreversibile dal punto (2; 6) al punto (3; 4) nel piano di Clapeyron (V (l ); P( atm)).
[∆S = 3, 4 J/K]
35. Una macchina di Carnot lavora tra due sorgenti costituite l’una da un enorme blocco di ghiaccio a
T f = 0C, l’altra da un’enorme quantità di acqua in ebollizione. Si calcoli il rendimento della macchina
di Carnot ed il lavoro svolto quando si è fusa una quantità di ghiaccio m = 10 Kg.
[η = 27%; L = 1, 2 × 106 J]
36. Una certa quantità di gas perfetto, inizialmente nello stato con pressione pari a 101 kPa, volume pari
a 25 l e temperatura pari a 300 K, subisce due trasformazioni successive. Dapprima la temperatura au-
menta a pressione constante, raggiungendo il valore di 400 K. Successivamente la temperatura rimane
costante, mentre il volume viene dimezzato. Dopo aver rappresentato le trasformazioni sul piano di
Clapeyron, si determinino i valori finali delle variabili che descrivono lo stato del gas.
[Q = 73200 J]
38. Si calcoli l’aumento di entropia dell’universo quando 10 g di ghiaccio a 273 K sciolgono in 100 kg
d’acqua a 293 K. Si supponga che la temperatura dell’acqua rimanga costante.
[∆S = 0, 83 J/K]
39. Un ragazzino lancia una palla di massa m = 200 g con una velocità iniziale v0 = 50 m/s. Di quanto
è aumentata l’entropia nell’universo quando la pallina si ferma dopo il lancio? Si supponga che la
temperatura dell’ambiente in cui il ragazzino lancia la palla sia T = 290 K
[∆S = 0, 86 J/K]
40. A un tizio scivola di mano un oggetto di massa m = 2 kg da un’altezza h = 1, 3 m in una giornata
di sole (t = 30 C). Di quanto aumenta l’entropia dell’universo quando l’oggetto è caduto a terra?
[∆S = 0, 08 J/K]
41. Describe the energetic balance in a ciclic process ABCD:
• AB adiabatic process: TA = 300K, TB = 400K, VA = 2lt, VB = 1lt
• BC isothermal process: VC = 3lt
• CD adiabatic process
• DA isothermal process
Assume 10 moles of a monoatomic gas. Show the process in the Clapeyron plane.
[L = 34 kJ; Q = 34 kJ]
42. Find the work done by one mole of monoatomic ideal gas in the cycle described in fig.7.22. In which
of these processes the gas gains/yields heat?
[L = 1200 J ]
43. Six moles of a biatomic ideal gas changes its state gaining 40J of internal energy and 100J of heat.
What is the amount of work done by the gas? What happens if the gas would be monoatomic instead
of biatomic?
[L = 60 J]
44. One mole of a monoatomic ideal gas expands isobarically gaining ∆U = 10J of internal energy. As-
suming that it expansion is ∆V = 10l, what is its pressure?
[P = 667 Pa]
45. Find the work done by one mole of monoatomic ideal gas in the cycle described in fig.7.23. In which
of these processes the gas gains/yields heat?
[L = 1600 J]
46. One mole of a monoatomic ideal gas at temperature T1 = 230K compresses adiabatically to a tem-
perature T2 = 300K. Find the work done by the gas. If the gas was initially occupying a volume
V1 = 10m3 , find V2 .
[L = −873 J, V2 = 6.7 m3 ]
47. Ten moles of a monoatomic ideal gas at temperature T1 = 260K, and volume V1 = 20l expands
isobarically to a volume V2 = 40l. Then it is compressed (adiabatically) back to V1 . Finally it returns
to the first state. Draw the cycle in the Clapeyron plane, find the work done by the gas in the cycle,
verifying the first law of thermodynamics.
[L = −16668 J]
48. Find the work done by one mole of monoatomic ideal gas in the cycle described in fig.7.24. In which
of these processes the gas gains/yields heat? Find ∆U A→ D .
[∆S = 43 J/K]
50. Find the entropy change of two moles of diatomic gas that performs a reversible transformation from
A to B: TA = 200 K, VA = 80 m3 , TB = 400 K and VB = 10 m3 .
Boltzmann L. (1877). Über die Beziehung zwischen dem zweiten Hauptsatz der mechanischen Wärme-
theorie und der Wahrscheinlichkeitsrechnung respektive den Sätzen über das Wärmegleichgewicht.
Wiener Berichte, 2(76), 373–435.
Carnot S. (1824). Réflexions sur la puissance motrice du feu et sur les machines propres à développer cette
puissance.
Cavendish H. (1798). Experiments to Determine the Density of the Earth. Philosophical Transactions of the
Royal Society of London, 88, 496–526.
Mach E. (1893). The Science of Mechanics - A Critical and Historical Account of its Development.