Molto importanti nella teoria delle forme quadratiche sono le seguenti definizioni.
Data una forma quadratica +: ℝ$ → ℝ, diremo che:
i) + è definita positiva se
+ Ä > 0 ∀ Ä ∈ ℝ$ , Ä ≠ (
ii) + è definita negativa se
+ Ä < 0 ∀ Ä ∈ ℝ$ , Ä ≠ (
iii) + è semidefinita positiva se
+ Ä ≥ 0 ∀ Ä ∈ ℝ$ , 75
iv) + è semidefinita negativa se
+ Ä ≤ 0 ∀ Ä ∈ ℝ$ ,
v) + è indefinita se esistono due punti distinti Ä) e Ä di ℝ$ tali che
+ Ä) > 0 8 + Ä < 0.
Occorrono ora dei criteri per classificare una forma quadratica senza ricorrere alla definizione.
Teorema 7.2 a%> +: ℝ$ → ℝ una forma quadratica, allora
i) + è definita positiva se e solo se ∃ y > 0 I>=8 FQ8
+ Ä ≥ y Ä ∀ Ä ∈ ℝ$ ,
ii) + è definita negativa se e solo se ∃ x > 0 I>=8 FQ8
+ Ä ≤x Ä ∀ Ä ∈ ℝ$ .
Dimostrazione Proviamo la i). In modo simile si ragionerà, per la ii). Indichiamo con
a = ] ∈ ℝ$ : h = 1
La frontiera della sfera di raggio 1 di ℝ$ . Se + è una forma quadratica definita positiva, essendo una funzione continua ed essendo a un insieme limitato e chiuso,
+ assume il suo valore minimo su a, esiste quindi ‘ ∈ a tale che
+ ] ≥ + ‘ = y > 0 ∀ ] ∈ a.
]
Osserviamo infine che se ] ∈ ℝ$ , allora ∈ a e quindi
]
] + ]
y≤+ = .
] ]
Ossia la i).
76
Un importante test per determinare il segno di una forma quadratica in ℝ$ è basato sul segno degli autovalori della matrice {.
Definizione 7.4 Un numero complesso ê e un vettore non nullo ‘ ∈ V $ (dove C denota il campo dei numeri complessi) si dicono, rispettivamente,
autovalore e autovettore (corrispondente a ê) di una matrice { 8 × 8 , se soddisfano la relazione
{‘ = ê‘
o equivalentemente
{ − ê" ‘ = 0 (7.1)
Il primo membro della (7.2) è un polinomio di grado 8 in ê e pertanto, in base al teorema fondamentale dell’algebra, esistono esattamente 8 autovalori di A (in C)
ciascuno contato secondo la propria molteplicità.
Esempio 7.2
Consideriamo la matrice simmetrica di ordine 2
4 Æ
{= .
Æ 2 77
dove b è un parametro reale. L’equazione caratteristica è
4−ê Æ
det { − ê" = det = 4 − ê 2 − ê − Æ = ê − 6ê + 8 − Æ = 0.
Æ 2−ê
Risolvendo l’equazione si hanno i due autovalori
ê) = 3 − 1 + Æ , ê = 3 + 1 + Æ > 0
Si ha
Æ < 2 2 ⟹ ê) > 0,
Æ = 2 2 ⟹ ê) = 0,
Æ > 2 2 ⟹ ê) < 0.
Le matrici { simmetriche posseggono importanti proprietà:
a) Gli autovalori di A sono numeri reali e possiedono autovettori reali.
b) Esistono 8 autovettori linearmente indipendenti ‘) , ‘ , … ‘$ che costituiscono una base ortonormale in ℝ$ , ovvero < ‘" , ‘Ô > = °"Ô .
Teorema 7.3 (Test degli autovalori) ò> BD/y> +<>G/>I%F> + Ä =< {Ä, Ä > è:
− G8B%8%I> *DP%I%H> 88E>I%H> P8 8 PD=D P8 I<II% E=% ><IDH>=D/% G% { PD8D *DP%I%H% 88E>I%H% ;
− P8y%G8B%8%I> *DP%I%H> 88E>I%H> P8 8 PD=D P8 I<II% E=% ><IDH>=D/% G% { PD8D ≥ 0 ≤ 0 8 >=y88D <8D G% 8PP% è 8<==D;
− %8G8B%8%I> P8 { Q> >=y88D <8 ><IDH>=D/8 *DP%I%HD 8 <8D 88E>I%HD.
La classificazione delle forme quadratiche si può basare quindi sullo studio del segno degli autovalori.
78
Esempio 7.3
Consideriamo la forma quadratica di ℝ
+ Ä = + Q) , Q , = >Q) + 2ÆQ) Q + FQ
> Æ
{= .
Æ F
L’equazione caratteristica è
>−ê Æ
det { − ê" = det = ê − ê > + F + >F − Æ
Æ F−ê
= ê − ê%/{ + det{ = 0.
Detti ê) e ê gli autovalori di A, si ha dunque: ê) · ê = det{ e ê) + ê = %/{.
Pertanto abbiamo per forme quadratiche di ℝ :
y = min + ‘ , ‘ ∈ a
x = m>h + ‘ , ‘ ∈ a .
Allora y ed x sono rispettivamente il più piccolo e il più grande autovalore della matrice { associata alla forma quadratica +.
Dimostrazione
Dimostriamo il risultato per y, analogamente si procederà per x. Indichiamo con & ∈ a un punto di minimo, ossia un punto tale che + & = y. Allora
] = & è un punto di minimo assoluto per la funzione
+ ] ]
Ê ] = =+ ≥+ ( =Ê &
] ]
qÊ
& = 0 ∀ ú = 1,2, … , 8.
qhÿ
80
D’altra parte
Ne deriva quindi che y è un autovalore della matrice A. Risulta anche il più piccolo degli autovalori.
Infatti se λ ∈ ℝ è un altro autovalore e ‘ ∈ ℝ$ un suo autovettore, si ottiene:
+ ‘ =< {‘, H > = ê ‘
e quindi
+ ‘
ê= = Ê ‘ ≥ Ê ( = y.
‘
81
Nel caso di tre variabili, l’equazione
det { − ê" = 0
è un’equazione di terzo grado che può essere scritta nella forma seguente:
êb + >ê + Æê + F = 0.
82
Ci occupiamo ora di fornire strumenti utili a determinare la natura di un punto critico ]\ per una funzione B, di classe V in un intorno del punto ]\ .
Consideriamo quindi, la forma quadratica
$
q B (7.3)
+ Ä = J Q · Q =< Û BÄ, Ä >
qhÅ qhÔ " Ô
",ÔK)
Teorema 7.5(Condizioni necessarie del secondo ordine in ℝ’ ) Se B: ) ⊆ ℝ$ → ℝ è <8> B<8F%D88 G% F=>PP8 V %8 <8 %8ID/8D G% <8 *<8ID ]\
di minimo (o di massimo) relativo interno ad X, allora la matrice hessiana Û B ]\ nel punto ]\ è semidefinita positiva (semidefinita negativa).
Teorema 7.6(Condizioni sufficienti del secondo ordine in ℝ’ ) Sia B: ) ⊆ ℝ$ → ℝ <8> B<8F%D88 G% F=>PP8 V %8 <8 %8ID/8D G% ]\ , *<8ID F/%I%FD G% B
interno ad X. Se la matrice hessiana Û B ]\ è definita positiva, il punto ]\ è di minimo relativo per B in X; se la matrice hessiana Û B ]\ è
definita negativa, il punto ]\ è di massimo relativo; infine se se la matrice Û B ]\ è %8G8B%8%I> %= *<8ID ]\ è un punto di sella per B in X.
83
Esercizio 7.5
Determinare e classificare i punti critici della funzione
1 1
B ", ,, T = + , + + "T.
" T
Soluzione
La funzione è definita nell’insieme { = ", ,, T ∈ ℝb ∶ " ≠ 0 8 T ≠ 0
1
Bó ", ,, T = 0 − +T = 0
"
Bî ", ,, T = 0 ⇔ 2, = 0
B~ ", ,, T = 0 1
− + " = 0.
T
2
Bóó ", ,, T Bó} ", ,, T Bó~ ", ,, T 0 1
"b
Û÷ B ", ,, T = Bîó ", ,, T Bîî ", ,, T Bîó ", ,, T = 0 2 0 ,
B"ó ", ,, T B"î ", ,, T B"" ", ,, T 2
1 0
Tb
da cui
2 0 1
Û÷ B N\ = 0 2 0 .
1 0 2
93
L’equazione caratteristica della matrice { = Û÷ B N\ è
det { − ê# = 2 − ê 2−ê − 1 = 0;
Essa fornisce le ter soluzioni êD = 1, ê = 2 e êb = 3. Pertanto la matrice hessiana di B in N\ è definita positiva e quindi N\ è un punto di minimo locale.
94
Formula di Taylor al secondo ordine
Teorema 6.10 (ˆ#$ë&'( *+ Ú(˜'#$ ¯#ß +' $0¶2# *+ ˘(˙$(ß˙0)Sia f una funzione di classe 6 88==S %8ID/8D F%/FD=>/8 ^_ ]\ G8= *<8ID ]\ ∈ ℝK .
{==D/>, G>ID <8 %8F/8y88ID Ä ∈ ℝK FD8 Ä < / 8P%PI8 <8 8<y8/D ˚ ∈ 0,1 I>=8 FQ8
K K
qB 1 q B 1
B ]\ + Ä = B ]\ + J ] · QÔ + J ] + ˚Ä · Q" · QÔ = B ]\ +< ∇B ]\ , Ä > + < Û B ]\ + ˚Ä Ä, Ä >. (1)
q\Ô \ 2 q\Ô q\Ô \ 2
ÔK_ ",ÔK_
Dimostrazione
Consideriamo la funzione di una variabile reale E I = B ]\ + IÄ , dalle ipotesi su f segue cge g è di classe 6 in un intorno di I\ = 0. Dalla formula di Taylor
con il resto di Lagrange per funzioni di una variabile reale, esiste ˚ ∈ 0,1 tale che
1
E 1 = E 0 + ES 0 + ESS ˚ .
2
Si osservi che le derivate successive della funzione E in 0 sono le derivate successive di f nella direzione del vettore Ä. Pertanto
K
qB qB
ES 0 = ] =< ∇B ]\ , Ä > = J ] · QÔ
qÄ \ q\Ô \
ÔK_
q B
ESS ˚ = ]\ + ˚Ä .
qÄ
68
’ï â
Si tratta ora di esplicitare ’Äï in termini di derivate parziali. Utilizzando la relazione
qB
=< ∇B, Ä >
qÄ
per ottenere
K K K K
q B q qB q qB q qB q B
= = J ·Q = J Q" J ·Q = J Q ·Q .
qÄ qÄ qÄ qÄ q\Ô Ô q\" q\Ô Ô q\" q\Ô " Ô
ÔK_ "K_ ÔK_ ",ÔK_
Poiché
E 1 = B ]\ + Ä , E 0 = B ]\ ,
la (1) segue.
Teorema 6.11 (ˆ#$ë&'( *+ Ú(˜'#$ ¯#ß +' $0¶2# *+ ¸0(ß#)Sia f una funzione di classe 6 88==S %8ID/8D F%/FD=>/8 ^_ ]\ G8= *<8ID ]\ ∈ ℝK .
{==D/>, H>=8 => P8E<88I8 BD/y<=>
K K
qB 1 q B
B ]\ + Ä = B ]\ + J ] · QÔ + J ] · Q" · QÔ +D Ä *8/ Ä ⟶ (. (2)
q\Ô \ 2 q\" q\Ô \
ÔK_ ",ÔK_
Dimostrazione
Per dimostrare la (2), partiamo dalla (1) utilizzando la continuità delle derivate seconde in ]\ . Si ha allora
q B q B
] + ˚Ä = ] + D 1 *8/ Ä ⟶ (
q\" q\Ô \ q\" q\Ô \
69
e dunque
q B q B q B
] + ˚Ä · QÅ · QÔ = ] · QÅ · QÔ + QÅ · QÔ · D 1 = ] · QÅ · QÔ + D Ä *8/ Ä ⟶ (.
q\" q\Ô \ q\" q\Ô \ q\" q\Ô \
1 1
QÅ · QÔ ≤ Q + QÔ ≤ Ä
2 " 2
e pertanto
QÅ · QÔ · D 1 1
0≤ ≤ D 1
Ä 2
e per Ä ⟶ (, si ha
QÅ · QÔ · D 1
lim = 0.
Ä⟶\ Ä
A titolo esemplificativo, esplicitiamo la (2) nel caso di una funzione B \, , di due variabili:
1 1
B \, , = B \\ , ,\ + Bó \\ , ,\ \ − \\ + Bî \\ , ,\ , − ,\ + Bóó \\ , ,\ \ − \\ + Bóî \\ , ,\ \ − \\ , − ,\ + Bîî \\ , ,\ , − ,\
2 2
+D \ − \\ + , − ,\ , *8/ \, , ⟶ \\ , ,\ . 70
Esempio 6.9
Scrivere la formula di Taylor del secondo ordine della funzione
B \, , = \8 óî
nel punto \\ , ,\ = 0,0 .
Soluzione
∇B \, , = 8 óî + \,8 óî , \ 8 óî ⟹ ∇B 0,0 = 1,0
B \, , = \ + D \ + , *8/ \, , ⟶ 0,0 .
71