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11.

IL TRADE OFF TRA EQUITA’ E EFFICIENZA, TASSAZIONE OTTIMALE E SISTEMI DI TASSAZIONE

1.Preliminari su teoria ottima tassazione (trade off equità efficienza), 2.Efficienza (Impossibilità tassazione tempo-libero, regola di Ramsey, Regola di Corlett-
Hague), 3. Equità e sistemi di tassazione dei redditi (la scelta della base imponibile, la scelta dell’unità impositiva, la scelta della scala delle aliquote)

1.Teoria della tassazione ottimale

Trade off equità-efficienza

La tassazione ottimale dei beni è un sistema di imposte che ha l’obiettivo di individuare un sistema fiscale che vada
a determinare l’ottimo sociale che considera sia equità (riduzione disuguaglianze) e efficienza (minimo eccesso di
pressione tributaria). La teoria della tassazione ottimale fornisce un quadro di riferimento opportuno per stabilire i
criteri di efficienza e di equità necessari per stabilire quali imposte applicare, per perseguire obiettivi allocativi e
redistributivi.

In particolare il 2TEB del benessere afferma la possibilità teorica di usare strumenti (trasferimenti e imposte lump
sum personalizzate) che consentano di ottenere efficienza ed equità tendendole separate. Si tratta però di strumenti
teorici senza applicazioni pratiche in quanto i soggetti per asimmetrie informative cercano di sottrarsi alla tassazione
creando degli effetti distorsivi. Vi è l’impossibilita pratica di disporre di tali strumenti e ciò introduce un problema di
trade-off tra equita ed efficienza. Nonostante ciò, di seguito discuteremo degli aspetti di efficienza e di equità nella tassazione
separatamente, consapevoli in ogni caso dell’impossibilita pratica di promuovere l’efficienza senza influire sull’equità, e viceversa.

2.Efficienza: Impossibilità di tassare il tempo libero

Sappiamo che l’inefficienza nella tassazione è generata dall’eccesso di pressione causata da imposte
specifiche. Sappiamo anche che l’eccesso di pressione potrebbe essere eliminato da imposte in somma fissa non
personalizzate che non modificano i prezzi relativi (teorema del barone), anche se incidono in realtà su scelte
personali

La soluzione è tassare i beni alla stessa aliquota così non vengono modificati i prezzi relativi (=somma fissa).
Possiamo concludere che un’imposta con stessa aliquota su tutti i beni compreso il tempo libero, equivale a
un’imposta in somma fissa che non causa eccesso di pressione, non distorsiva. La problematica di tale approccio è
che non è possibile tassare un bene, ossia il tempo libero. Quindi è necessario stabilire che aliquote d’imposta
fissare per i beni X e Y per raggiungere lo stesso risultato

L’obiettivo della tassazione ottimale consiste nella scelta di aliquote per i beni in modo che l’eccesso di pressione determinato
dal prelievo tributario sia il minimo possibile. Dati:
• I beni X, Y, e L (il tempo libero), il cui prezzo è pari rispettivamente a Px, Py e s (salario)
• T = dotazione di tempo (T-L) = ore di lavoro s(T-L) = reddito da lavoro
Supponendo che il soggetto non risparmi, il vincolo di bilancio e dato da: s (T-L) = PXX + PYY
Da cio ricaviamo: s T = PXX + PYY + sL, ovvero il valore della dotazione di tempo, il reddito potenziale
Dopo l’introduzione di un’imposta ad valorem pari a t per X, Y e L:
• Il prezzo dei beni sale e diventa: (1+t)PX; (1+t)PY; (1+t) s L;
• Il vincolo di bilancio diventa: s T = (1+t) PX + (1+t)PY + (1+T) s , s T/(1+t) = PX + PY + s L
Cio significa che un’imposta su tutti i beni (compreso il tempo libero) alla stessa aliquota t e equivalente alla riduzione di valore
della dotazione di tempo.

Anche dimenticandoci l’equità la tassazione efficiente che non produce distorsioni non è possibile, vi è un inevitabile
eccesso di pressione e quindi inefficienza del sistema fiscale, perché interviene su preferenze e inoltre anche se si
tassassero tutti i beni vi è un bene che non può essere tassato, ossia il tempo libero

Prendendo atto di ciò non possiamo avere efficienza piena, ci sono comunque delle distorsioni, è possibile però
scegliere aliquote dei bene in modo da minimizzare le distorsioni e in questo campo la letteratura ha discusso varie
regole secondo il rapporto di sostituzione tra beni.

Potrebbe sembrare che la soluzione del problema consista nel tassare i beni con la stessa aliquota in modo da
evitare distorsioni (tassazione neutrale) ma questa soluzione non è efficiente.
Efficienza: la regola di Ramsey

L’economista Frank Ramsey (1927) ha avviato gli studi di come si dovrebbero fissare le aliquote delle imposte
specifiche su un insieme di beni quando il tempo libero non è tassabile così da accrescere il gettito con il minor
eccesso di pressione possibile.

L’intuizione di base è che per minimizzare l’eccesso di pressione totale, l’eccesso di pressione marginale
dell’ultimo euro di gettito derivante da ciascun bene deve essere identico. Altrimenti, si potrebbe ridurre l’eccesso
di pressione totale, aumentando l’aliquota del bene con l’eccesso di pressione marginale minore.

Si dimostra che l’uguaglianza dell’eccesso di pressione marginale dell’ultimo euro di gettito generato dalla tassazione
specifica su due o piu beni tassabili (e un bene non tassabile – tempo libero) avviene quando le aliquote specifiche
sui beni tassabili (no tempo libero) sono fissate in modo che la riduzione percentuale della quantità domandata
calcolata sulla domanda compensata di ciascun bene sia la stessa

Questa è la regola di Ramsey: Vale sempre, anche quando i beni sono complementari o sostituti, tra di loro e/o con il
tempo libero

L’aumento dell’imposta specifica ux di un euro comporta un eccesso


di pressione marginale di fbae e un aumento del gettito fiscale di
gfih-ibae

X e Y sono due beni non correlati (non complementari ne sostituti)


Viene introdotta un’imposta specifica pari a ux:
• Il prezzo diventa P0+ux
• L’eccesso di pressione è dato dal triangolo scuro abc EP= 1/2ux ∆X
• Il gettito è dato da: G= ux X1 (imposta per unita vendute)
Per sapere l’eccesso di pressione marginale dell’ultimo euro di gettito, supponiamo di aumentare l’imposta di un euro: Imposta = ux+1 Prezzo = P0 + (ux+1)
Eccesso di pressione = triangolo fec
L’eccesso di pressione marginale è la differenza abc – fec = fbae.
L’area di fbae è: X [ux+(ux+1)], circa uguale a ∆X= eccesso di pressione marginale
Per sapere l’incremento di gettito associato all’euro aggiuntivo, dobbiamo dividere l’eccesso di pressione marginale per il gettito aggiuntivo marginale:
• se imposta è ux: Gettito=uxX1 (area hbaj);
• se l’ imposta e ux+1 Gettito= area gfej.
Il gettito varia, il Governo guadagna gfih ma perde ibae, percio la variazione è gfih – ibae.
Il gettito marginale (variazione del gettito) è: X1 –∆ X., da cui ∆ X/X1 – X. E lo stesso per il bene Y
Per minimizzare l’eccesso di pressione, l’EP marginale dell’ultimo euro di gettito deve essere lo stesso per i due beni ∆X/X=∆Y/Y

Per comprendere meglio la regola di Ramsey è utile ricordare che l’eccesso di pressione su
un singolo mercato (analisi di equilibrio parziale) è funzione dell’elasticità della domanda
compensata: area fid =1/2(ηPoq1to2)

Poiché è ragionevole ritenere che le domande dei beni abbiano elasticità diverse, la regola di Ramsey implica una
struttura di aliquote ottimali non uniformi
Efficienza: applicazioni della regola di Ramsey

La regola di Ramsey conferma che in presenza di un bene non tassato, la tassazione specifica (indiretta) produce
effetti distorsivi

E’ interessante soffermarsi su due casi: Assenza e Presenza di effetti di sostituzione tra beni tassati

Caso 1: assenza di effetti di sostituzione tra beni tassati

In assenza di effetti di sostituzione tra i beni tassati (ovvero effetti di sostituzione uguali a zero, perché se no se tasso
un bene ho riflessi su quantità dell’altro bene legato , quindi si trattano mercati indipendenti), le aliquote ottimali sono
diverse da bene a bene e funzione inversa, sono inversamente proporzionai alle rispettive elasticità rispetto al
prezzo. Questa è la cosiddetta regola delle elasticità inverse (piu è elevato Ƞy rispetto a Ƞx e minore dovrebbe
essere ty rispetto a tx).

Possiamo definire la regola di Ramsey anche in base alle elasticita:


• Ƞx= elasticita compensata della domanda di X
• tx= aliquota fiscale su X (imposta ad valorem)
• tx Ƞx = riduzione percentuale della domanda di X dovuta all’imposta
• Regola di Ramsey: tx Ƞx = ty Ƞy
Eccesso di pressione marginale è uguale, la variazione delle quantita domandate sono uguali ma l’aliquota diversa tra beni. (t 2 e diverso).
Da questa possiamo derivare la regola delle elasticità inverse, secondo cui: tx/ty = Ƞy/Ƞx

La regola implica che per minimizzare l’eccesso di pressione bisogna tassare di più i beni a domanda rigida e meno
quelli a domanda elastica. Ma beni a domanda rigida sono quelli di prima necessità. Il prelievo su di essi è regressivo
rispetto al reddito (es. trade off equità e efficienza). Quindi si tassa maggiormente i beni la cui domanda è più rigida e
a cui i consumatori non possono sottrarsi e a causa di ciò si creano problemi di regressività in quanto la tassazione
incide sui bilanci delle famiglie più povere

Riassumendo: Per minimizzare le inefficienze sui beni tassabili (escluso tempo libero) le aliquote sono applicate in modo tale
che la riduzione % della domanda compensata sia la stessa per tutti i beni. Quindi per ridurre le inefficienze devo ridurre la
somma dell’EP in tutti i mercati, EP devono essere uguali. Se non ci sono effetti di pressione per ridurre le inefficienze si applica
la regola delle elasticità inverse secondo cui vanno applicate aliquote piu elevate su beni con domanda piu rigida. Questo però
crea oroblemi di regressività dato che sono beni di prima necessità

Caso 2: presenza di effetti di sostituzione tra beni tassati

Un’interessante implicazione della teoria di Ramsey è: Regola di Corlett e Hague

Oltre che a tassare i beni a domanda rigida, dato che il tempo libero non è tassabile possiamo tassare maggiormente
con aliquota elevata beni complementari a tempo libero (che si consumano insieme a t.libero), in questo modo si
tassano i beni goduriosi. Quando sono presenti due beni, la tassazione efficiente esige che l’imposta su un bene
complementare al tempo libero abbia un’aliquota relativamente elevata, mentre l’aliquota dell’imposta su un
bene sostituto al tempo libero dovrebbe essere relativamente meno elevata. L’intuizione della regola segue dal fatto
che se fosse possibile tassare il tempo libero, si potrebbe ottenere una soluzione di first-best, aumentando il gettito senza
eccesso di pressione. Benché le autorità non possano tassare il tempo ibero, possono tassare i beni che tendono ad essere
consumati insieme al tempo libero, riducendo indirettamente la domanda di tempo libero.

In conclusione: Dimensione delle elasticità delle domande compensate e complementarietà con il tempo libero sono
i due ingredienti principali dei risultati di base della tassazione ottimale specifica sui beni, anche detta tassazione
indiretta. La ricerca dell’efficienza può in alcuni casi sposarsi con l’equità (tassare di più i beni legati al tempo libero
maggiormente apprezzati da chi è ricco); in altri casi emerge invece un inevitabile conflitto (i beni a domanda rigida
sono spesso beni necessari)

Anche la tassazione a fini di efficienza è problematica

2.Equità e sistemi di tassazione dei redditi


Dagli studi precedenti sappiamo che il criterio fondamentale che si è affermato nel corso del tempo per la
determinazione dell’equità nella ripartizione del carico (cioè eguagliare redditi dopo le imposte) fiscale è quello
basato sulla capacità contributiva, utilizzando un sistema di tassazione progressiva. Ad esempio l’art.53 della
Costituzione italiana recita “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. L’indice considerato da sempre come misura
più idonea per la loro determinazione della capacità contributiva da contribuenti è il loro reddito. Per realizzzare
l’obiettivo di equità redistribuzionale e si adotta una tassazione progressiva tassando con aliquota piu elevata
(100%) i redditi sopra la media (critica a Laffer)

Ci occuperemo di tre questioni specifiche che sono rilevanti nel disegno dei sistemi di tassazione dei redditi ispirati al
principio della capacità contributiva
A. Della specifica distinzione di reddito come base imponibile: scelta della misura di reddito come b.imp.
L’obiettivo è individuare quella che coglie meglio l’idea di capacità contributiva, quindi è necessario valutare
i pregi e difetti di ogni misura di reddito in base alla capacità contributiva
B. Della scelta del soggetto passivo – unità impositiva
C. Della scelta della scala delle aliquote – forma di progressività

A.La scelta della base imponibile

1.Reddito prodotto
Da legislazione ‘800-concetto sistemizzato da de Viti de Marco (1934): Sono sottoposti a tassazione tutti i redditi
ottenuti come corrispettivo della partecipazione a un’attività produttiva, tutte le remunerazioni derivanti da
esercizio di un’attività produttiva. Il reddito prodotto è una misura della capcità contributiva costituitia dalla somma
di tutti i reddito che soggetto riceve dai fattori produttivi (lavoro, terra, capitale) – non sono presenti plusvalenze e
donazioni

RP=∑Yi i=lavoro, terra,capitale


Problemi specifici
 Reddito lordo o netto (come si devono trattare costi di produzione i quali non dovrebbero rientrare nella
capacità contributiva. Una cattiva definizione di costo di produzione presenta per i sistemi fiscali presenta un
grosso problema per l’erosione della base imponibile)
 Quale criterio di territorialità usare? (ossia dove è stato prodotto il reddito, vale il principio di residenza ma
vi sono difficoltà implementative data la esistente globalizzazione)
 Problemi equitativi e di elusione fiscale (in particolare per plusvalenze, questioni se tassarle al momento del
realizzo o nella fase di liquidazione. Se non vengono distribuiti dividendi, ma vengono messi a
plusvalenze queste non sono tassata, in questo caso scelte gestionali sono influenzate dal sistema fiscale (no
neutralità imposte)
 Doppia tassazione del risparmio in ottica pluriperiodale: il risparmio viene tassato come parte del reddito
che lo ha prodotto nel momento in cui dà frutti sotto forma di risparmio. Ci sono tre forme di reddito
capitale: il redito da interessi, i dividendi e plusvalenze e il reddito obbligazionario che è generato dal reddito
da lavoro risparmiato, sul risparmio ci sarebbe un problema di doppia tassazione.
1° periodo: T1=t·R1 e S = R1 - C1-tR1;
2° periodo: T2=t·(R2+rS(1-t)) → T1+T2/(1+r)=t·[R1+R2/(1+r)+ rS(1-t)/(1+r)]

2.Reddito entrata/comprensivo
Nozione sviluppata da Haigh (1921), Simons (1938). E’ pari a ammontare massimo di risorse che individuo può
consumare in un periodo senza ridurre il proprio patrimonio. Il reddito comprensivo comprende oltre ai redditi
prodotti, i guadagni in contro capitale-capital gains (plusvalenze) e altre entrate. Questo tipo di reddito è difeso da
molti economisti come metodo per valutare correttamente la capacita contributiva di un soggetto, sta alla base del
modello dell’irpef originario del ‘72-’73.

RE: Wt-Wt+1+C
(consumo potenziale=variazione ricchezza+consumo)

RE=∑Yi+CG+AE
Redditi prodotti, plusvalenze maturale (capital gians),altre entrate

Problemi specifici:
1.Tassazione plusvalenze al momento del realizzo: Tuttavia in questo caso sorge il problema di quando tassare i
guadagni in conto capitale, se al momento della realizzazione o al momento della maturazione( necessario conoscere il valore di
mercato di tutte le attivita patrimoniali alla fine di ogni anno, ma spesso tale valore e incerto) . Questo influisce sulle strategie di impresa se distribuire utili o

meno. E’ problematico quando impresa non distribuisce utili più per ragioni fiscali che per ragioni di buona gestione
aziendale (non neutralità imposte)
 Richiede informazioni non sempre disponibili
 Incentiva pratiche elusive: in quanto indurrebbe alla realizzazione immediata delle minusvalenze (deducibili) e al
posticipo della realizzazione delle plusvalenze (tassate), creando problemi di liquidita per tenerle in conto capitale
 Può determinare effetti di immobilizzo (lock in effects) e problemi di liquidità
2.Problemi di doppia tassazione del risparmio

3.Reddito consumo (spesa)

Nozione sviluppata da lunga tradizione anlgo-sassone (Hobbes 1651, Mill 1852, Fisher 1942, Kaldor 1955, Einaudi
1958, Rapporto Meade 1978). La base imponibile è rappresentata dal consumo annuale del contribuente (entrate-
risparmio). Il riferimento è quindi agli usi del reddito: il consumo è tassato; il risparmio è esentato (e anche
plusvalenze), viene tassato solo se consumato. Quindi l’argomentazione forte è che si evita la doppia tassazione del
risparmio dato che è esentato

RC = Ct
Problemi specifici
1. Per definizione, risolve problema di doppia tassazione del risparmio, ma pone problemi equitativi (comporta
concentrazione tassazione quando consumo è quota più elevata del reddito; la concentra sui redditi da lavoro).
2. Problemi di implementazione pratica (non molte applicazioni: cosa è risparmio e cosa consumo?)

Ulteriori aspetti generali nella scelta del reddito come base imponibile
Due problemi:
 Reddito reale o monetario (problema del fiscal drag). aumento effettiva capacità contributiva o aumento dei
prezzi per inflazione? Il reddito monetario può crescere per l’inflazione a livello nominale, in questo modo
cresce il debito di imposta ma non la reale capacità retributiva per. (drenaggio fiscale)
 Reddito effettivo o normale: il reddito effettivo è quello effettivamente conseguito ed è autodichiarato dal
soggetto (problemi di evasione=, quello normale è presunto, che possiamo attenderci nella media dei
soggetti simili per caratteristiche, attività

Il nostro sistema si basa sul reddito comprensivo e tassa il reddito monetario effettivo
B.La scelta dell’unità impositiva

Un problema dovuto alla progressività dell’imposta personale sul reddito è quello che riguarda la scelta del soggetto
passivo fra due ipotesi estreme: tassare il reddito familiare o il reddito individuale; riguarda inoltre la ricerca di
un’integrazione fra i due tipi di tassazione
1. Reddito familiare
 Migliore indicatore di condizione economica in quanto consumo e risparmio sono decisi in ambito familiare,
si suppone che le decisione economiche siano prese a livello familiare (risorse all’interno del nucleo)
 Impedisce intestazione di comodo all’interno famiglia per eludere imposte
 Difetto: se imposta è progressiva, penalizza la scelta di un lavoro aggiuntivo all’interno della famiglia

2.Reddito individuale
 Ogni individuo ha pieno diritto di proprietà su suo reddito personale e non sui redditi del coniuge, e altri
componenti (le scelte dell’individuo non influenzano quelle degli altri componenti)

Problema quando la tassazione è progressiva. Il debito d’imposta cresce in misura più che proporzionale al crescere
del reddito. Sommando il reddito degli individui o lasciandoli separati, una famiglia ha un debito d’imposta maggiore
quando prima viene determinata la base imponibile e poi applicata la scala d’imposta progressiva rispetto a quando
tassiamo in modo individuale

Sistemi ibridi:
• Che tengano conto delle condizioni familiari
• Che attenuino/correggano inconvenienti di sistema cumulo puro (tassazione familiare).
TF1=t(Y2) debito imposta individuo 1 TF2=t(Y2) debito imposta individuo 2
TF=t(Y1+Y2) se calcolo imposta sulla somma dei redditi, prima sommo redditi e poi calcolo imposta. Così la tassazione è
più elevata
TF>TF1+TF2. Tassazione familiare>somma dei debiti d’imposta (tassazione individuale)
Se ho un modello di tassazione puro la progressività sfavorisce e danneggia maggiormente la famiglia

Modelli con tassazione familiare hanno introdotto dei correttivi per tenere conto di questo maggior carico fiscale e
tener conto del problema della tassazione progressiva

Tre modelli ibridi: 1. Splitting 2. Quoziente familiare 3. Sistema di detrazioni e deduzioni

Benchmark (tassazione individuale) T1=T1(Y1)=t1(Y1)Y1 T2=T2(Y2)=t2(Y2)Y2 TF=t1(Y1)Y1+t2(Y2)Y2 (tassaz. del nucleo)

1.Splitting (Germania; USA, Svizzera)

Aliquota è calcolata tenendo conto del reddito medio (non sulla somma). Si attribuisce a ciascuno dei due coniugi
una media dei redditi tra i due contribuenti

TF=t[(Y1+Y2)/2](Y1+Y2)

Vantaggi rispetto al cumulo puro: Riduce svantaggio per la famiglia rispetto al cumulo puro. Attenuazione
progressività dell’imposta sui matrimoni e dei disincentivi al lavoro del coniuge debole. Spinge una sostituzione all’interno
della famiglia verso il membro/coniuge della famiglia con il reddito piu basso. Disincentiva coniuge piu debole a lavorare

Problemi: Tuttavia, non tiene conto adeguatamente dei carichi familiari, e della complessità familiare, in particolare
relativamente a figli. Sebbene sia equo tra famiglie monoreddito e bi-reddito senza figli, non lo e nel confronto tra
famiglie con figli e senza figli; per tale motivo deve essere integrato da sistemi di detrazione per figli a carico oppure
ulteriormente corretto
2.Quoziente familiare (Francia)

TF=t[(Y1+Y2)/Q](Y1+Y2)

Aliquota è calcolata dividendo i redditi dei membri della famiglia per Q (il quoziente familiare) che è direttamente
proporzionale al numero dei componenti della famiglia (N)
Q<N in relazione alle economie di scala, si tengono conto di ec.di scala cioè dell’impatto economico della
composizione familiare

Vantaggi rispetto al cumulo puro: particolarmente generose nei confronti dei problemi della famiglia. Infatti si
riduce il debito d’imposta tenendo conto della composizione familiare. L’aliquota e l’imposta è piu bassa se la
famiglia è piu numerosa

Problemi:
 Avvantaggia eccessivamente i nuclei con reddito elevato
 Sbagliare nel calcolo delle scale di equivalenza familiare crea problemi e possibile conflitti tra equità verticale
e equità orizzontale: Da un punto di vista di principio sembra un modello che tenga conto delle
caratteristiche personali dei soggetti passivi ma questo tipo d’imposta può generare problemi di inequità
orizzontale: famiglie con =reddito pre imposte ma con strutture diverse, hanno diverse imposte e quindi
differente reddito post imposta. E’ vero che le economie di scala tengono conto dell’impatto economico che
ha una diversa composizione familiare. Ma se la scala di trasformazione è sbagliata, cioè è diversa dalla reale
situazione economica è chiaro che queste trasformazioni creano effetti di iniquità orizzontale (Personalizzare
carico fiscale su esigenze diverse).

3.Sistema di detrazioni e deduzioni (Italia)

In Italia la tassazione individuale è integrata da sistemi di detrazione per figli o familiari a carico oppure
ulteriormente corretto. Non abbiamo modelli di tassazione familiare, abbiamo l’irpef con dei correttivi a livelli di
famiglia, cioè abbiamo detrazioni per carichi familiari. Una volta calcolata l’imposta progressiva individuale ho delle
riduzioni/sconti (detrazioni) in base alle caratteristiche personali dell’individuo e della famiglia di appartenenza del
contribuente (numerosità nucleo, numero percettori reddito,..

Ha lo scopo di evitare che a parità di reddito, data la progressività e la natura individuale dell’imposta, la famiglia
monoreddito sia soggetta ad un’aliquota media superiore a quella a cui sono sottoposti due coniugi che pagano il
tributo separatamente: si tassa quindi con la stessa aliquota un livello di reddito indipendentemente
dal fatto che sia percepito da uno o da due individui. Detrazioni 50% a un coniuge 50% all’altro

Problemi:
 meno attento di altri sistemi a problemi della famiglia
 poco trasparente nella scelta delle correzioni apportate
C.La scelta delle aliquote (progressività)

Quattro tecniche di progressività:


1. Progressività per classi
2. Progressività per scaglioni
3. Progressività per deduzioni (flat rate tax)
4. Progressività per detrazioni

1.Progressività per classi

Tutto il reddito è tassato all’aliquota della classe di


appartenenza. Applica aliquota media uguale per tutti i
redditi rientranti nella classe ed è crescente per classi
diverse.

Crea problemi/effetti di riordinamento quando il reddito è


al limite inferiore o superiore (es. un individuo con un reddito
lordo di 38.000 euro nella progressività per classi paga il 15% di
imposte e si trova dopo le imposte con un reddito di 32.000, chi
invece si trova con un reddito appena superiore alla classe paga
un’aliquota del 30% e dopo le imposte si trova con un reddito
netto più basso)

2.Progressività per scaglioni:

Aliquote si applicano per scaglioni. Le aliquote sono


aliquote marginali crescenti. Il reddito viene spalmato
negli scaglione e si applicano le aliquote relative. Non
tutto il reddito viene tassato per l’aliquota dello scaglione,
ma l’eccesso (cioè la differenza di reddito tra i due
scaglioni)

Elimina problemi di riordinamento

Aliquota degli scaglioni sono sistemi con aliquote marginali crescenti V


I sistemi progressivi hanno aliquota marginale crescente F (la progressività si ha con aliquota media crescente, ma
posso ottenere la progressività in vari modi, quella per scaglioni ha aliquote marginali crescenti ma non è l’unico
modo di avere sistemi progressivi. Ci sono sistemi che creano progressività con deduzioni e detrazioni)
3.Progressività per deduzioni.

Flat tax rate. Imposta con aliquota costante e deduzione universale T=t(Y-D)

Modello che mi dice che l’aliquota marginale (che è costante)si applica sopra un
determinato reddito (ad es. sopra 6000 euro si applica l’aliquota del 30%, sotto a
6000 non si applica – no tax area).

 L’aliquota marginale è costante


 L’aliquota media è crescente, cresce al crescere del reddito, man mano
che il reddito cresce l’aliquota media nel lungo andare sarà uguale
all’aliquota marginale. (aliquota media crescente è ciò che caratterizza la
flat tax.)
Flat tax: aliquota marginale è costante e aliquota media è crescente

Sistemi con diminuzione in somma fissa della deduzione a partire da un certo livello di reddito. Certi modelli hanno
l’idea di eliminare la deducibilità quando il reddito arriva ad una certa soglia. Difetto: intorno a 30000 ho la
possibilità di passare ad un’aliquota marginale estremamente elevata. Tipicamente i sistemi fiscali creano nelle
aliquote marginali un sacco di “salti” e quando ci sono quei salti vuol dire che il sistema sta introducendo degli effetti
di riordinamento. (picchi aliquota)

T=0 per Y<D, T=t(Y-D) per D<Y<D+H; T=t(Y) per Y>D+H

Sistemi con
diminuzione
lineare della deduzione a partire da un certo livello di reddito (fino a che deduzione non si annulla)

... T= t(Y –(D-kY)) per D/k>Y>D+H; T= tY per Y>D/k

4.Progressività per detrazioni


Imposta con aliquota marginale costante e detrazione T = tY –d

Equivalente a sistema con detrazione d=tD

Anche sistemi con progressività per detrazioni possono prevedere:


I. diminuzione in somma fissa della detrazione a partire da un certo livello di reddito
II. II. diminuzione lineare della deduzione a partire da un certo livello di reddito

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