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9.

TASSAZIONE E COMPORTAMENTI 

1. Offerta di lavoro e tassazione del reddito da lavoro  2.Decisioni di risparmio e tassazione dei redti da capitale  3. Scelte di portafoglio e tassazione

La teoria sulle imposte afferma che incidenza ed efficienza di un sistema fiscale dipendono dalle conseguenze dei tributi sul
comportamento delle persone e che le imposte personali sul reddito influiscono su una moltitudine di decisioni, quali l’offerta di
lavoro, il risparmio, l’acquisto dell’abitazione e le modalità di investimento del capitale.

1.Offerta di lavoro e tassazione del reddito da lavoro

Prima dell’imposta (scelta ottima tra lavoro e tempo libero):

I soggetti decidono quanto tempo dedicare al lavoro e al tempo libero,


data una dotazione di tempo (fissa).
 Dotazione di tempo fisso OT (var. esogena): numero max di ore in cui
un individuo può lavorare in un periodo. Num. di ore dedicato a occupazioni
remunerate + num ore dedicato a tempo libero non remunerato
T=Tlav+Tlib
 s (var. esogena)=salario orario per ogni ora di lavoro
 s*T= valore della dotazione se ceduta al mercato, reddito potenziale
se utilizzassimo tutto il tempo in lavoro (ricchezza esogena)
 Reddito per il consumo (var. endogena) : R=sT lav=s(T-Tlib)
 Il reddito massimo è quando lavora tutto il tempo (T = T lav e Tlib= 0) ed è rappresentato dal punto D
 Nello studio dell’offerta di lavoro il lavoratore ha un vincolo di bilancio dato  da:

 VdB TD rappresenta
l’insieme delle possibili combinazioni di lavoro-tempo libero e di reddito disponibili
 Pendenza Vdb: -s. Se non lavora non guadagna Tlav=0, T=T lib (punto T). La pendenza del vincolo di bilancio
∂R
=−s , infatti se dedica un’ora in più al tempo libero perde il salario orario s, ogni ora di T.lib a cui
∂Tlib
rinuncio guadano s unità di reddito
 Il lavoratore sceglie la combinazione ottima con la funzione di utilità che dipende dalle ore di tempo libero (che
è un bene, il male è il lavoro) e dal reddito (per consumo). U(R, Tlib) rappresentata da c.i convesse
 Il soggetto massimizza la sua utilità nel punto E1 dove lavora FT ore guadagnando un reddito OG.

Variabile esogena: fuori dal controllo consumatore, data/fissa (T,s)


Variabile endogena: dipende dalla scelta del consumatore (R)

Dopo l’introduzione di un’imposta sul reddito da lavoro (s*(T-Tlib)) proporzionale ad un’aliquota t

 L’imposta riduce la remunerazione da s euro a s (1-t) euro per ogni ora (l’imposta riduce il costo opportunità di
un’ora di tempo libero, se individuo rinuncia a 1 Tlib non rinuncia più a s ma a (1-t)s)
 Il vincolo di  bilancio riduce pendenza (meno inclinata) diventa R=(1-t)s(T-Tlib)

Vdb(retta TH )=R +s (1−t ) TLib=s ( 1−t ) T ovvero R+ st (T −TLib)+ sTLib=sT .

pendenza del Vdb post imposta (si riduce): s (1-t). Per ogni ora di tempo che sposto da lavoro a t.libero si
guadagna meno reddito
 L’imposta sul reddito da lavoro può portare in base alle preferenze individuali
 ad una riduzione dell’offerta di lavoro  se prevale effetto sostituzione (punto E2)
 o a un aumento dell’offerta di lavoro  se prevale effetto reddito (punto E3)
Effetto reddito ed effetto sostituzione  nell’offerta di lavoro 

 L’ambiguità sull’offerta di lavoro della tassazione del reddito da lavoro  deriva da due effetti di segno opposto:
 effetto sostituzione Quando l’imposta riduce il salario netto, il costo opportunità del tempo  libero
diminuisce e l’imposta fa diminuire il salario e rende meno conveniente lavorare quindi si tende a sostituire il
lavoro con il tempo libero  riducendo l’offerta di lavoro . Quindi spinge per un aumento della domanda di
tempo libero e a una riduzione della quantità di lavoro offerta esclusivamente in seguito alla variazione del
prezzo relativo del lavoro, tassazione del reddito da lavoro rende meno costoso il tempo libero e quindi si
consuma piu tempo libero e meno ore di lavoro.
 effetto reddito Contemporaneamente, l’imposta riduce il reddito individuale e, se il  tempo libero è un bene
normale, questa perdita di reddito porta ad  una riduzione del consumo di tempo libero, ceteris paribus. Ma
una  riduzione delle ore dedicate al tempo libero equivale ad un aumento di ore dedicate al lavoro per
recuperare il reddito perso. La tassazione riduce la ricchezza potenziale s(1-t), quindi l’individuo diventa più
povero ed è portato a ridurre consumo di tempo ibero  e aumentare offerta di lavoro in seguito
esclusivamente alla riduzione del reddito individuale.
 I due effetti agiscono in direzione opposta e la teoria, da sola, non è in grado di dire quale effetto prevale. 
 Il medesimo tipo di ambiguità si determina inoltre nel caso di un’imposta progressiva.

Offerta
di lavoro con imposta progressiva

Finora abbiamo ipotizzato un imposta proporzionale sul reddito da


lavoro per cui t*s(T-Tlib) e il risultato è che il cosa succede all’offerta
di lavoro dipende dal prevalere di effetto reddito e sostituzione.
Risultati analoghi si ottengono con un’imposta progressiva

 Un’imposta progressiva sul reddito da lavoro ha aliquote


crescenti al crescere del reddito:t1<t2<t3
 Fino ad un certo reddito ho un aliquota, ad un reddito piu
elevato l’aliquota cresce. Man mano che si lavora di più (verso
O), aumenta reddito, aliquota aumenta e il VdB meno pendente
 Quindi la pendenza del vincolo di bilancio è sempre meno ripida
al crescere dell’aliquota ed assume la forma di una linea concava spezzata TLMN
s(1-t1) per reddito fino a 5000 > s(1-t2) per reddito fino a 5000 e 10000 > s(1-t3) per  reddito oltre 10000
 L’imposta progressiva disincentiva il lavoro a seguito dell’aliquota marginale che cresce, più è piatto il Vdb più il
consumatore si collocherà a destra riducendo offerta lavoro
 Si genera un effetto reddito e un effetto sostituzione e la scelta ottimale passa da E1 a E4
 In questa figura l’effetto reddito prevale, quindi l’offerta di lavoro aumenta

Effetti sostituzione su offerta di lavoro 

L’offerta di lavoro è segmentata diversamente in base alle caratteristiche del mercato, del lavoro e del lavoratore. A
seguito di un aumento dell’imposta sul reddito da lavoro, l’offerta di  lavoro è più probabile che diminuisca quando
gli effetti di sostituzione  sono molti forti. 

Ciò avviene più facilmente: 


 In presenza di elevate aliquote marginali : ad alti redditi l’aliquota marginale è più elevata e quindi l’effetto è
maggiore perché l’imposta è maggiore
 Quando è più facile variare le ore di lavoro cioè in assenza di vincoli alla variazione della offerta di lavoro, quali: 
 per lavoro non dipendente  (autonomo)
 per lavoro straordinario 
 per lavoro femminile: quando ha maggior valore il tempo libero per attività alternative

Questi sono segmenti di offerta di lavoro più esposti a effetti di sostituzione più elevati, se tassiamo ho una maggior
riduzione dell’offerta di lavoro

Evidenze empiriche hanno dimostrato che in generale prevalgono effetti sostituzione a alti livelli di reddito che a
bassi. A bassi livelli di reddito la tassazione riduce l’offerta di lavoro, anche se off.lavoro è positiva è più rigida cioè
l’elasticità è bassa e quindi la tassazione ha pochi effetti e non riduce molto. L’effetto di sostituzione è più rilevante
ad alti livelli di reddito perché offerta di lavoro è più elastica e si riduce di piu dopo tassazione

Offerta di lavoro e gettito tributario

Quando l’effetto sostituzione è maggiore dell’effetto reddito, l’offerta di lavoro è inclinata positivamente (ore di
lavoro aumentano al crescere del salario netto, cioè se si riducono le imposte, solo se prevale ES, diminuiscono se
prevale ER) . In casi estremi in cui l’offerta è molto elastica al salario netto, ci potrebbero essere effetti così forti nella
riduzione  dell’offerta di lavoro a seguito di un aumento dell’aliquota di tassazione tali da  ridurre il gettito
complessivo dell’imposta

In corrispondenza di s (salario pre-imposta), le ore di lavoro sono pari


a L0. Viene introdotta un imposta sul reddito da lavoro.

Il gettito tributario connesso ad un’imposta sul reddito varia al


variare delle aliquote t (non è detto che se aumenta l’aliquota, il
gettito aumenta).
 All’aumentare dell’aliquota il salario netto diminuisce.
 Il gettito (imposta*num ore lav.) è basso se l’aliquota è bassa (t1)
Se l’aliquota è t1 il salario è (1-t1)s e l’offerta di lavoro e L1, gettito: area abcd
 Il gettito aumenta se aumenta l’imposta (t2)
Se aliquota è t2>t1: il salario è (1-t2)s e gettito area aefk > abcd
 Gettito raggiunge il massimo per tA.
 Per aliquote molte elevate (t3) il gettito diminuisce perché l’offerta di lavoro e quindi la base imponibile
diminuiscono molto.
Se aliquota è t3>t2 gettito è ahji < aefk
In corrispondenza di aliquote più alte di un certo punto critico, il gettito corrispondente si riduce: questo perché’ il
numero di ore di lavoro offerte si riduce talmente da far diminuire il prodotto tra aliquota fiscale e ore di
Lavoro. Questa relazione e rappresentata dalla curva di Laffer

La curva di Laffer 

La curva di A.B. Laffer (1979) mostra la relazione fra aliquota d’imposta e entrate
tributarie/gettito. La curva illustra che l crescere dell’aliquota il gettito cresce fino
al livello max ta ma un’ulteriore crescita dell’aliquota t oltre il livello critico ta
causa una riduzione del gettito fino ad annullarsi
Quando l’aliquota è molto bassa, le entrate sono basse e aumentando l’aliquota
aumentano anche le entrate. Questo si verifica fino a tA, oltrepassato questo
punto la base imponibile si riduce e il gettito fiscale diminuisce progressivamente
fino ad annullarsi.
L’effetto di sostituzione che riduce offerta di lavoro può essere così forte, che un
ulteriore aumento dell’aliquota di imposta sul reddito riduce l’offerta di lavoro e la base imponibile s(T-Tlib). Se
aumento ulteriormente l’imposizione oltre una certa soglia la base imponibile si contrare tanto che il gettito si
riduce (↑t, ↓B.imp, ↓gettito). Se riduco l’aliquota invece l’offerta di lavoro cresce, base imponibile cresce e
nonostante la riduzione dell’aliquota cresce il gettito dello stato

Quindi non è detto che se aumenta l’aliquota, il gettito aumenta e la riduzione dell’aliquota non riduce
necessariamente il gettito

Secondo la tesi di Laffer  negli anni ’70 le aliquote d’imposta degli Stati Uniti erano così alte che se  fossero state
ridotte, l’effetto positivo sull’offerta di lavoro avrebbe  permesso di recuperare il gettito “perso” riducendo le
aliquote. La convinzione era che gli USA fossero in una posizione nella figura a destra del punto , in un punto simile a
t3. Una diminuzione delle aliquote avrebbe fatto aumentare le entrate tributarie. In realtà non era vero, e la
riduzione delle aliquote attuata dal Presidente Reagan, a parità di spesa, provocò un aumento del debito pubblico.

I neoliberisti sostengono che siamo nella parte a dx della curva e che bisogna ridurre l’aliquota

Questa relazione e ancora oggi molto discussa, e dipende da certe condizioni:


 La curva di Laffer vale solo se prevale l’effetto sostituzione; (se prevale ER, riduz imp e conseguente aum salario provocano
riduzione ore lavoro offerte e riduzione gettito)
 La forma della curva dipende dall’elasticità del lavoro rispetto al salario netto;
 Stabilire che l’economia stia operando a destra del punto tA (per cui ogni aumento dell’imposta non fa che ridurre il gettito
fiscale, e per tale motivo occorrerebbe ridurre le imposte) è una questione empirica difficile da determinare;
 E’ opinione generale che le elasticità complessive siano modeste, per cui è plausibile che l’economia non stia operando a
destra del punto tA: cio comporta che una riduzione generale delle aliquote d’imposta si traduce in una riduzione di gettito
fiscale.

Supply-side economics

La cosiddetta supply-side economics (economia  dell’offerta), è un approccio teorico sposato dall’amministrazione


Reagan  negli Stati Uniti e dal Premier Margaret Tatcher in Gran Bretagna che sostiene L’idea secondo la quale la
riduzione dell’aliquota fiscale non  necessariamente riduce le entrate tributarie dello Stato
Negli anni 80 si afferma ideologia politica neoliberale di destra secondo la quale occorre disincentivare le tasse sul
lavoro in quanto scoraggiano l’offerta di lavoro. Qui si inserisce la supply side economics (economia dal lato offerta)
(keynesiani invece politiche di stabilizzazione domanda) secondo la quale il sistema economico deve essere mosso da decisioni
che vengono dal lato dell’offerta (lavoro) e secondo cui una ragione dell’inefficienza è stata che l’eccessiva
tassazione del fattore produttivo lavoro ha ridotto l’offerta dello stesso

A seguire, in molti altri paesi argomenti basati sulla supply-side  economics hanno ispirato varie riforme fiscali che
negli anni ’80 e ’90  hanno ridotto di molti punti percentuali l’aliquota più elevata  dell'imposta personale sul
reddito.

Strumento di sosotengo ai redditi bassi (prof)

In questo caso viene dato un sostegno quando il reddito effettivo è basso. Anche se
l’individuo non lavora (T=Tlib) ha sostegno. Il rischio è che al contrario della tassazione (se
progressiva Vdb è una spezzata concava) il sostegno introduce la non convessità del Vdb e
ciò crea una un disincentivo all’offerta di lavoro: Infatti il consumatore diventa indifferente
tra posizione 1 (scelta senza strumento) e posizione 2 (+tempo libero, -lavoro)
2.Decisioni di risparmio e tassazione dei redditi da capitale

In questa sezione ci concentriamo sulla formazione del capitale dal risparmio e gli effetti della tassazione dei
rendimenti sui risparmi
 Un altro comportamento economico che è influenzato dal sistema tributario riguarda le decisioni di risparmio. 
 Lo studio delle decisioni relative al risparmio si basa sul modello del ciclo vitale, secondo il quale gli individui 
pianificano anno dopo anno le loro decisioni sul consumo e sul  risparmio considerando tutta la loro vita
(Modigliani 1986). 
 Ciò che si risparmia ogni anno non dipende soltanto dal reddito  di quell’anno, ma anche dal reddito che si
prevede di avere nel  futuro e da quello ottenuto nel passato.

Modello intertemporale delle scelte:


 Il modello del ciclo vitale fa riferimento a 2 periodi: Co (Consumo corrente) e C1
(Consumo futuro). La funzione di utilità sarà u(Co,C1)
 Reddito corrente Io: Co+s
Il reddito po' essere usato per il consumo corrente o per il risparmio. Se risparmio
positivo avrà piu disponibilità per il futuro, se negativo prende a prestito
 Is + s + I1=C1
Al reddito futuro va aggiunto il risparmio del periodo precedente più gli interessi sul
risparmio (se positivo)
 Il vincolo di bilancio intertemporale rappresenta le varie combinazioni di
consumo presente e consumo futuro
 se il soggetto non risparmia ne prende a prestito denaro ma consuma oggi tutto il
reddito I0 e domani il reddito I1, il punto corrispondente è il punto A (paniere delle
dotazioni);
 Se il consumo è minore del reddito sta risparmiando. il soggetto decide di risparmiare parte del suo reddito corrente
per consumare di più in futuro. Risparmia R euro oggi, significa che riduce il suo consumo presente e il suo reddito
diventa I0-R, però accresce il suo consumo futuro in misura pari a (1+i)R, ovvero il suo risparmio più gli interessi attivi,
e il suo reddito futuro diventa I1+ (1+i)R (punto D)
 se il consumo è maggiore del reddito deve prendere a prestito. Se il soggetto decide di prendere in prestito B euro,
significa che aumenta il consumo presente e il suo reddito diventa I0+B, pero diminuisce il suo reddito futuro in misura
pari a (1+i)B, ovvero il prestito più gli interessi passivi, e il suo reddito futuro diventa I1-(1+i)B (punto F)
 Nello studio delle decisioni di risparmio su due periodi il vincolo di  bilancio intertemporale è (retta MN):
C1 I1
t0:Co+ =Io+ il valore del consumo corrente+il valore del consumo futuro attualizzato=reddito corrente+reddito futuro attualizzato
1+i 1+i
t1: C 0 (1+ i)+C 1=I 0(1+i)+ I 1

Pendenza Vdb: (1+i) indica il costo opportunità di un bene in termini dell’altro.


Il costo di 1 euro di consumo corrente è (1+i) euro di consumo futuro

 Il soggetto poi massimizza la propria utilità in corrispondenza del punto di


tangenza con la propria curva di indifferenza. Nell’esempio E1, in
corrispondenza di tale punto I0>c0 significa che il soggetto risparmia I0-c0,
e consumerà c1* in futuro. Consuma meno oggi per consumare di piu
domani
Questo non significa che la scelta di risparmiare sia sempre razionale. Se c.i fosse stata tangente in un punto più
basso di A, Io>Co e si sarebbe ricorso a un prestito

Se viene introdotto un’imposta sul reddito da capitale, ciò puo avere degli effetti sul risparmio (o debito) a seconda
della normativa che regola la tassazione degli interessi, ovvero a seconda se gli interessi sui prestiti sono deducibili o
meno
Introduzione di un’imposta sul reddito da capitale con interessi passivi deducibili

Se gli interessi attivi sono tassati e gli interessi passivi sono deducibili, il nuovo vincolo di bilancio
 passerà sempre dal paniere delle dotazioni (Io, I1)
 ma la sua pendenza si ridurrà: 1+(1-t)i.
Questo perché l’imposta riduce il tasso di interesse dei risparmiatori in misura pari a (1-t)i, perciò il costo opportunità del
consumo di un euro nel presente e di [1+(1-t)i] euro in futuro. Per ogni euro di interesse che il soggetto paga, egli può
dedurre un euro dal reddito imponibile, perciò questo equivale ad una riduzione delle imposte di 1*t euro. Il tasso effettivo
che il soggetto deve pagare se chiede in prestito del denaro e pari a (1-t)i, perciò il costo di un aumento del consumo
presente di un euro e pari a [1+(1-t)i] euro
 il vincolo di bilancio sarà più piatto e diventa retta PQ: 

 Quando il risparmio è positivo,Io>Co (I0-C0)>0 l’importo risparmiato a seguito dell’introduzione dell’imposta


può diminuire o aumentare, a seconda delle preferenze individuali. Sono necessarie verifiche empiriche
 il risparmio si riduce a seguito dell’imposta se l’effetto sostituzione è superiore all’effetto reddito. Quindi il
risparmio dopo imposta<risparmio pre-imposta (punto Et)
 Aumenta il risparmio se l’effetto sostituzione è inferiore all’effetto reddito, se quindi effetto reddito
prevale.

Effetto reddito ed effetto sostituzione  quando risparmio è positivo 


• Quando il risparmio è positivo, (I0-C0)>0, l’ambiguità della  tassazione deriva da due effetti di segno opposto:
 Effetto sostituzione: Quando l’imposta riduce il rendimento del risparmio, il costo  opportunità del
consumo corrente diminuisce e quindi si tende a consumare di  più oggi riducendo l’offerta di  risparmio
(imposta riduce prezzo di co, co tende ad aumentare, e risparmio diminuisce). 
 Effetto reddito Contemporaneamente, l’imposta riduce il reddito e la capacità di consumo complessivo.
Se il consumo è un bene normale, questa perdita di reddito porta  ad una riduzione del consumo in
entrambi i periodi e quindi anche nel  primo periodo con un aumento del risparmio. 
• I due effetti agiscono in direzione opposta e la teoria, da sola, non è in grado di dire quale effetto prevale.
 Quando si prende a prestito e quindi il risparmio è negativo, (I0-C0)<0, a seguito dell’imposta (che riduce t.int)
con interessi deducibili, il risparmio si riduce sempre  (ovvero il consumatore si indebita di più).

Effetto reddito ed effetto sostituzione  quando risparmio è negativo, con interessi deducibili 
 Quando il risparmio è negativo, (I0-C0)<0, e vi è deducibilità degli  interessi passivi, l’effetto sostituzione e
l’effetto reddito spingono  nella stessa direzione per un riduzione del risparmio/aumento
dell’indebitamento e quindi a consumare più oggi
 Effetto  sostituzione La deducibilità degli interessi passivi riduce il
costo opportunità di  indebitarsi e quindi si tende a consumare di
più oggi e a ridurre offerta risparmio
 Effetto reddito Contemporaneamente, la deducibilità aumenta la
capacità di consumo  complessivo e se il consumo è un bene
normale, questo porta ad un  aumento del consumo in entrambi i
periodi e quindi anche nel primo  periodo con un aumento
dell’indebitamento e una riduzione del  risparmio

La deducibilità degli interessi passivi è un incentivo a indebitarsi. Se prendo


a prestito (risparmio negativo) ho maggiore capacità di consumo grazie alla deducibilità degli interessi passivi. Il
debito d’imposta è ridotto perché ho un prestito e su questo ho interessi passivi che sono dedotti da base imponibile
per imposta e quindi la capacità di spesa cresce. Se prendo a prestito (risparmio negativo) e aumenta tassazione sui
tassi di interesse attivi e gli interessi passivi sono deducibili, prendere a prestito diventa più conveniente (per ogni
euro preso a prestito ho onere minore), la tassazione mi rende più ricco perché il debito da restituire si riduce. La
tassazione spinge ad un aumento del consumo oggi perché 1)prezzo debito si riduce 2) divento più ricco perché
debito si riduce

Introduzione di un’imposta sul reddito da capitale con interessi passivi NON deducibili

Ovviamente, nel caso non ci sia deducibilità degli interessi passivi, la  tassazione dei redditi da capitale non influisce
sulle decisioni di  indebitarsi.

Se gli interessi attivi sono tassati e gli interessi passivi non


sono deducibili, il nuovo vincolo di bilancio intertemporale è una retta
spezzata (da MN a PAM, AQ non ci sarebbe) il cui punto d’angolo è il
paniere delle dotazioni A, ed è caratterizzato da due pendenze diverse
 a sinistra di A (l’individuo risparmia) poiché il reddito da capitale
(int.att) è tassato, il costo opportunita dell’aumento del consumo
presente di un euro è pari a [1+(1-t)i] euro di consumo futuro, la
pendenza del segmento PA è [1+(1-t)i]
 a destra di A (il soggetto si indebita): poiche gli interessi passivi non
sono deducibili, il sistema fiscale non influisce sul costo del prestito,
perciò il costo opportunità dell’aumento del consumo presente di un euro e pari a (1+i) euro di consumo futuro
(come prima delll’imposta), la pendenza del segmento AM e (1+i)
 Perciò l’introduzione di un’imposta ha effetti solo se il soggetto prima di questa era un risparmiatore: la sua
scelta di consumo presente e futuro dovrà cambiare (non si trova più su NA ma su PA). Anche qui non si puà dire
se risparmierà di più o di meno, dipende se prevale ER o ES
 invece se prima dell’imposta aveva dei debiti (AM), la tassazione con interessi non deducibili non ha alcuna
conseguenza (il vincolo di bilancio non è cambiato)
Altre considerazioni:
Il modello a due periodi pero non considera alcune complicazioni, ad esempio:
1. Si dovrebbe considerare il tasso di interesse reale che tiene conto dell’inflazione
2. Nel modello è previsto un solo modo di impiegare il risparmio il cui rendimento è tassato con una sola aliquota, mentre
nella realtà le modalità di impiego del risparmio sono molte e ciascuno ha il proprio tasso di rendimento pre-imposta;
3. Il modello considera solo il risparmio privato, mentre esiste anche il risparmio sociale, definito come somma di
risparmio pubblico e privato;
4. Le condizioni di prestito concesse non sono uguali per tutti i soggetti
5. Le persone in genere non sono previdenti ma miopi riguardo il futuro.

Prof:
Le evidenze empiriche hanno dimostrato che l’offerta di risparmio è rigida . Prevale l’effetto sostituzione

La tassazione dei redditi da capitale secondo la supply side economics riduce l’offerta del fattore produttivo capitale
e quindi la tassazione è negativa per la crescita perché si riduce l’offerta di capitale La tassazione su redditi da
capitale è oggetto di discussioni come la tassazione sui redditi da lavoro. Chi la contesta sostiene che le imposte
abbiano scoraggiato il risparmio, riducendo il capitale (carenza di capitale). Quindi bisognerebbe ridurre le imposte
sul capitale per aumentare produttività e crescita.

Imposta redditi capitale < imposta redditi lavoro


la tassazione del capitale è piu bassa della tassazione dei redditi da lavoro e il motivo è perché il capitale è mobile tra
paesi. Il risparmio interno può essere investito all’estero se la tassazione sui rendimenti è elevata L’effetto
sostituzione e la mobilità dei capitali riducono la base imponibile is, perché il risparmiosi riduce. Più i fattori sono
mobili, più è alta la competizione fiscale e più basse sono le imposte

Effetti delle imposte sul reddito sull’acquisto dell’abitazione (extra)


Considerando un soggetto possessore di un’abitazione, il suo reddito netto è dato da: Rnetto=R–I ±∆V
• R = canone di affitto – spese di manutenzione
• I = interessi sul debito (per il mutuo)
• V = variazione del valore dell’abitazione in un anno (+ se plusvalenza, - se minusvalenza)
Il reddito è lo stesso sia in caso il soggetto decida di affittare sia nel caso in cui decida di abitare l’abitazione: nel secondo caso
infatti egli riceve un beneficio netto pari al valore locativo di mercati, ossia ricevono un affitto figurativo pari a Rn. L’affitto
figurativo in Italia non è incluso nella base imponibile di imposta sul reddito ed è quindi escluso dalla tassazione, perciò il
sistema tributario abbassa il prezzo del possesso di un’abitazione e aumenta la domanda di case occupate dai proprietari, il
sistema fiscale sovvenziona l’occupazione delle case dai proprietari.

3. Tassazione e composizione del portafoglio/modalità di investimento capitale  


 È idea diffusa che mantenere un livello di imposte basse (soprattutto  sui guadagni in conto capitale) favorisca gli
investimenti in attività  rischiose. Infatti, perché correre il rischio di un investimento incerto se  gli eventuali
guadagni saranno decurtati dal fisco? 
 In realtà il problema è più complicato. Gli studi più recenti sulla  relazione tra imposte e composizione del
portafoglio si basano  sull’analisi di Tobin: le decisioni su come investire sono prese in base a  due variabili, il
rendimento atteso dell’attività e la rischiosità di tale  rendimento. 
 A parità di altre condizioni, gli investitori preferiscono investire in attività  ad alto rendimento, ma poiché sono
avversi al rischio, preferiscono le  attività più sicure. 
L’investitore normale detiene una combinazione di entrambe le attività (attività risk free con rendimento zero, e attività rischiose con
rendimento positivo) in base alle proprie preferenze.
 In tali condizioni, una tassazione dei rendimenti che prevede che le perdite possano essere dedotte dal reddito
imponibile  (compensazione delle perdite) determina una riduzione della  rischiosità e potrebbe portare ad un
aumento nella propensione ad  investire in attività rischiose. (L’l’imposta non ha alcun effetto sulla prima attività, il cui
rendimento rimane zero, l’imposta riduce il rendimento della seconda attività, ma ne riduce anche la rischiosità, in seguito alla norma
sulla compensazione della perdita, lo Stato condivide la perdita)

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