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Enrico Costa

ADELÀSh DI TCRRES
NCTECRITICHEE DIVA,GAZICNI
FRASTORIE,
CRONÀ.CHE E LEGGENIDE
DELSECCLC XIIi

a cura Ji Mrrrto G. Sann.

ILISSO
iì INDICE
l
'i
i

7 Prefazione
J5 Nota biografica
)7 Nota bibliografica

ADEIASIA DI TORRES

Parte prima
Riedizione dell'opera: TA STORIAROMANTICA
Adelasia di Torres, Sassari,Quattromori, 1898.
,t9 I mariti di Adelasia
h4 Indipendenza di Sassari
70 Morte di Michele Zanche
77 Dante e la Sardegna
Costa, Enrico
Adelasia di Torres : note critiche e divagazioni fra storie,
cronache e leggende del secolo 13' / Enrico costa ;
a cura di trlauró C. Sanna. - Nuoro : Ilisso, [2008].
Parte seconda
135 p. ;18 cm. - (Bibliotheca sarda ; 737) IL ROMAIJZOSTORICO
I. Sanna, Mauro G.
853.8
lJ() Le figlie di Adelasia
Scbedacatalografca:
CooDerativaper i ServiziBibliotecari,Nuoro 89 I. Sullaspianatadel castello
96 II. Ritorno al passato
114 III. Lo sposo di Elena
118 IV. Lo sposo di Agnete
720 V. Morte di Adelasia
O Copyright 2008 725 \ll. I pretendenti al Giudicato
IISSO EDIZIONI - Nuoro
rsBN 978-88 -6202-048-0 727 r./I.I.Idue cognati e le due sorelle
PREFAZIONE*

Aclclasia di Torres, assieme con Mariano IV d'Arborea,


r.rr;rf iglia Eleonora e qualche altro personaggio, rientra a
lrit'rr<rtitolo nel minuto Pantheon della storia "nazionale"
r lrll;r Saldegna. La sua figura che ha saputo e potuto erger-
ti ;r 1>iccolo,malinconico mito anche e proprio per la sua
rr(rrsrr conoscibilità, dovuta alla penuria delle fonti che la
tigrrrrldano. Penuria che l'avrebbe condannafa all'oblio, se
It' lroche notizie su di lei non avessero consentito di ridefi-
rrir'lrrcome una tragica eroina, protagonista di uno "fra i più
Irrlcrc.ssanti, più drammatici, e ... anche più geniali episodi
tlr'flrr storia sarda" (p. 49), per dirla con Enrico Costa. Infat-
li, sc cla un lato il regno di Adelasia segna la fine del giudi-
t'rtto di Torres, dall'altro innalza per qualche istante la Sar-
t ft'grtr al centro delle vicende della "grande storia" grazie aI
srro matrimonio con il figlio di Federico II, Enzo di Svevia.
( iosicché, sempre con Costz, ,,17vita avvenrurosa di questa
rt'gina attirò I'attenzione dei cronisti, degli storici, dei
poeti e dei novellieri che si succedettero nel corso di quasi
rcí secoli, a cominciare dai primi commentatori di Dante,
fp, 4D. Effenivamente, ammesso che si possa considerare
un ricgno di attenzione nei confronti di Adelasia, anche nel
rrrrttrnento alla Diuina Commedia di Pietro Nighieri, nel
r'lri<>.sare Ia figura di Michele Zanche, barattrere sassarese
frrrrnortalato nel )Oil canto deII'Inferno, si parla - senza aI-
r'ttn fondamento - di un suo matrimonio con la moglie di
lirrzcl,alla morte di quest'ultimo.1 Per quanto Pietro e altri

' (irrzie ad Antonello Mattone, Alessandro Soddu e Raimondo Turtas

lìcr xver letto il manoscritto e per i preziosi consigli.


I f ). Alighieri, Commento alla Diuina commedia, canto NI dell'Inferno,
1l'irua redazione: Michele Zanche.moruo rege Enzo eius uxorem cepit
Irr coniugem'. Si vedano anche le Cbiose Selmi, dove, sempre relativa-
nr('r'ìtc al canto )OOI, si scrive: "Don Micchele Zanche prese per moglie
rlrclla donna, che'l detto Giudice avea per moglie'.
I rYJU.aLUtLe

non la citino nemmeno per nome e non ne parlino come 5;rnlt'rÌna,óil tema storiografico isolano più importante ri-
regnante, tuttavia, almeno indirettamente, Adelasia finireb-
;1u;u'clavaI'intricata fase giudicale, dato èhe in quell'espe-
be addirittura per essere una protagonista della Diuina rk'rrz.u.si era consumato ciò che di più simile all'indipèn-
Commedia. Perciò si concentrano in lei, forse più che in tlt'rrzu politica la sardegna, ahneno dài tempi dell,invasione
altri personaggi, gli elementi che aiutano a comprendere r irrllrginese,avessemai avuto,.7
alcuni paradossi storiografici relativt alla storia della Sarde-
gna almeno parzialmente ancoÍa vivi. A partire dagli inizi . .Ma, e questo accade ancora oggi, talvolta, pur coglien_
tl, la .sua originalità e i suoi cararreri di indipéndenfa (al-
dell'Ottocento, infatti, anche in Sardegna, come in Italia e f f r('fro parzialmente presunta, aggiungo), e anzi essendo,
nel resto d'Europa, nonostante la restaurazione, "i decenni tilrc.sti,motivi di vanto patriottico, proprio coloro che sru-
che seguirono il Congresso di Vienna porta[rono] ... i ger- rli:rvano l'esperienza giudicale e se ne esaltavano erano
mi di una trasformazione molto profonda della società".2 t'olti.contemporaneamente da un frustrante senso di margi-
Iniziò così sull'Isola una stagione culturale che aprì .un rr:rlitàrispetto ai "grandi quadri" della storia europea, n"Il"
largo movimento di studi inteso a sottrarre all'oblio e al si- r;trrle, anche ma non solo per la penuria delle fonti, ia sto-
lenzio la storia del nostro popolo e ad inserirla nel patri- t'il giudicale sembrava non essere sufficientemente coin-
monio delle memorie nazionali'.3 "Per circa un secolo, sto- v'lta. così è possibile comprendere come nacque, ad
rici, archeologi, studiosi del folclore, romanzieri furono t'scrnpio, il clamoroso episodio dei Falsi d'Arborea.6 E p"r-
accomunati in Sardegna dal fatto di sentirsi primi esplora- t'iti Adelasia è potuta diventare un elemento di mitizzizio-
tori di realtà a loro stessi quasi sconosciute".4 Questo movi- fìc: poiché, immaginare, e con ciò stesso inverare, la sua
mento, unito dalla "cofiìuoe aspirazior\e a superare la bar- vitu sulla base dei pochi elementi a disposizione, poreva
riera del silenzio", è stato definito con qualche fondamento frrrnire una risposta appagante ad un desiderio inappagabi-
"sardista".5Pertanto, nel contesto della costruzione di una Ir: di conoscenza e comprensibilità storica e di affèimlzio-
storia più patriottica che patria, in quella che Luciano Mar- rrc dell'identità di quello che si sarebbe voluto fosse un
rocu ha chiamato la monumentalizzazione della storia della "p<lpolo sardo" attraverso la reinvenzione della sua stessa
rtr>ria.Il suo matrimonio con Enzo, figlio di Federico II, lo
sltr/nr mundi, consentiva la quadratura del cerchio: I,ori-
2. G. Sotgiu, "La Sardegna della prima metà dell'Ottocento: i germi della
contemporaneità", ín Intellettuali e società in Sardegna tra Restaurazio-
ginalità del modello giudicale, il simbolo di una sardegna
ne e Unità d'ttalia (Atti del Convegno nazionale di Studi, Oristano 16-17
maîao7990),I, a cura di G. Sotgiu, A. Accardo, L. Carta, Oristano, 1991,
(r, 1,. Marrocu, "Giuseppe Manno tra storiografia
pp.23-42, per la cit. p. 41. e politica", in Inteller
Ittuli e società cit., pp. t63-r71; A. Accardó, La nàscita de:l mito della
3. R. Laconi, "La Sardegna e gli intellettuali", in Id., In Sardegna di ieri e
ttrtzione sarda: storiografia e politica nella sardegna del primo ottocen_
di oggi. Scritti e discorsi sulla Sardegna (1945-1967), a cura e con intro-
ttt, CagIiari, 1996.
duzione di U. Cardia, Cagliari,l9BB, p. 231, citato in L. Marrocu, M. Bri-
7, 1..Marrocu, "La scoperta del passato sardo", in L. Marrocu, M.
gaglia, I^a perdita del Regno. Intellettuali e costruzione dell'identità sar- gllt, La perdíta del Regno cit., pp. lO-24, per la cit. p. 17.
da tra Ottocento e Nouecento, Roma, 1995, p. 5. H' su questo cfr.: Le carte d'Arborea
4. L. Manocu, "Introduzione", in L. Marrocu, M. Brigaglia, La perdita del falsi e falsari neila sardegna del
,\'lX secolo, a cura di L. Marrocu, Cagliari, 1997; nonché R. Lacóni, "Le
Regno cit., p. 5. f irl.sccarte d'Arborea o del carattere iivendicativo della storiografia sar-
5. R. Laconi, "La Sardegnae gli intellettuali" cit., p.231. rl;r", in ld., La Sardegna di ieri e di oggi cit., pp. 55-100.
libera e indipendente, si univa alla gloria della rlbalta euro- |t'l,rrrrnsen, causò un trauma nelle coscienze dell'intellet-
pea. L'Isola,^la sua storia, il suo popolo, la sua identità, fi- lrr;rlita sarda per molto tempo a seguire, e forse qualche ri-
nalmente degne di essere rappresentate, trovavano il teatro vt'r'lrcro non si è ancora spento. Da un lato gli studi sulla
che meritavano. Non solo, il fatto che di questo matrimo- 5;n'(lcgnamedievale compirono un notevole salto di quali-
nio non si sapesse quasi nulla più del suo semplice essersi t,r, rrnche grazie all'arrivo in Sardegna, aL primi del Nove-
celebrato permetteva di costruire un tessuto narrativo Sosti- r'c'nl{),di due grandi studiosi come Enrico Besta e Arrigo
tutivo, ideale, perfettamente confacente a ciò che si voleva solrni, che però erano stati preceduti da Giuliano Bonazzi
fosse stato quell'episodio storico. r pcr meriti diversi da Pasquale Tola, Vittorio Angius, e
Per poter procedere è necessario riprendere il cenno tl;rllcr stesso Tommaso Casini, citatissimo nell'Adelasia di
'lirres
fatto ai Falsi d'Arborea. Essi costituiscono uno spartiac- di Costa. Dall'altro rimaneva - rimane? - ancora più
que nel processo sia dell'evoluzione della storiografia sul- vivo il desiderio ínappagabile di conoscenza che per quasi
là Sardegna medievale, sia soprattutto della scoperta e c9- trrt trentennio aveva invece trovato un così glorioso sfogo.
struzionè de['identità sarda di cui si è parlato. Si tratta di È in un momento gíà, avanzato deI ptó.esro di risco-
una vicenda nota: nel gennaio lB45 il direttore della Bi- 1rcfta e di costruzione dell'identità sarda che nasce l'Adela-
blioteca universitaria di Cagliati Pietro Martini acquistò al- slu di Torres di Enrico Costa, romanzo storico pubblicato
cune pergamene il cui incredibile contenuto era destinato rrel 1898. Uomo poliedrico, .scrittore, letterato, giornalista,
a rivoluzónare la scarsa conoscenza della storia della Sar- slorico egregio, amministratore provetto in più rami della
degna giudicale. A questo acquisto ne seguirono altri e vita pratica, diligente archivista del Comune di Sassari,,lo
dalle pergamene emerse una Sardegna '2 fleSSUrIasecon- Oosta lasciò una bibliograîia notevole. Nel 1901 il Catalogo
da delle province italiane sorelle',e per dirla con lo stesso tr4c:nerale della libreria italiana contava 58 suoi titoli: poesie,
Martini. Appariva un'Isola civilissima, parte integrante del- 1r<remetti,commedie, libretti per melodrammi, idilli, bozzet-
la comunità. nazionale italiana. Personaggi totalmente in- li, racconti di viaggio, racconti e romanzi storici, relazioni
ventati come Bruno de Thoro, Gavino Chelo, Giorgio di burocratiche. In costa "genialità e superficialità erano stret-
Lacon, Torbeno Falliti, capaci di scrivere perfettamente llmente collegate"ll e fiL la genialità, a fargli ottenere la no-
sia in sardo sia in italiano, nell'immaginatio Medioevo rtrina a vicepresidente della Società Storica Sarda, fondata
giudicale di Martini e di tutti coloro che credettero alla nel 1905, con Arrigo Solmi presidente. Così scrisse i suoi
veridicità delle Carte, riassumevano aficoîa una volta, Co- rrltimi lavori per l'Archiuio Storico Sardo, al tempo la più
me nel caso dell'esaltazione della figura di Adelasia, il prestigiosa rivista storica dell'Isola. Tuttavia, pur raccoglien-
paradosso di una sardità rivendicata e contemporanea- rlo quantità impressionanti di dati e notizie, spesso non riu-
mente sofferta. sciva ad "andare al di là di una mera esposizione dei fatti e
La scopeÍta, ma forse sarebbe meglio dire la travagliata
accettazione e presa di coscienza della falsità delle Carte 10. A. Solmi, "Enrico Costa", tn Arcbiuio Storico Sardo, V (1909), pp. 175-
d.'Arborea, sottoposte solo nel 1870 all'analisi di Theodor 177, per la cit. p. 175; si veda anche Ia prefazione di Gabriella Olla Re-
l)ctto in E. Costa, Rosa Gambella, Nuoro, 20O4.
f 1. A. Mattone, "Enrico Costa, storico di una città ingrata", ifl La gran
9. P. Martini, "Dei progressi della storia sarda negli ultimi trent'anni", in piazzót cbe è la più nobile. Passeggiando con Enrico costa, sassari, 2005,
Arcbiuio storicoitaliano (1856),p. 11. n.16.

10 11
degli awenimenti':12 si deve impietosanlente ammettere Nrrrr solo, in quel panorama intellettuale, il Nostro si
che Costa "fu, tuffo sorrunato, un erudito di provincia, come unr :r <1rrelgruppo di sfudiosi sassaresiche, insospettiti sem-
ce ne sono tanti nella provincia italiana di fine Ottocento (e lrrc cfrrlle Carte d'Arborea, sposò immediatamente le posi-
continuano ad essercene anche oggi),,.13Della sua opera si rir rrri cli Theodor Mommsen il quale, a propria volta, nel
apprezza ancora oggi soprattutto la nota monografia in più r,rrrr vi:rggio in Sardegna del 7877 conobbe costa e ne rima-
volumi su Sassari,anche perché non ne esistono altre, a di- rìr' lxr.sitivamente impressionato, tanto da dedicargli una
re il vero. Gli storici la usano ancot4 eppure sin dalla sua rrrrrr;riuciutalettera in latino che fu pubblicata ne In Stella
uscita "hanno spesso storto il muso di fronte ad un'opera rll ,\:urdegrta,rI periodico diretto dal Nostro.17
che mostra approssimazioni, ingenuità, incongruenze,.14 Qtranto si è detto giustifica l'affermazione che vede in
Ahcora nel 1983 Marco Tangheroni definiva Sassarí una lrrrric<rcosta .un uomo che si identificava in una tardiva
"grande opera ... ricca e fanaginosa, ... irritante e pur an- st'rrPigliaturadi provincia', .schiacciato tra due grandi tradi-
cora indispensabile,.l5 D'altronde Costa non era uno storico zkrni storiografiche, ii romanticismo e il positivismo".ls Il
accademico, né aveva compiuto studi universitari completi. Éuo appoggio a Mommsen sulle Carte d'Arborea, infatti,
Nell'affrontare documenti storici si awenrurava in ambiti lrorr faceva di lui un "positivista", rigido ricercatore della
specialistici come I'archeologia, la diplomatica, la paleogra- "v('rità" storica, privo di un coinvolgimento che non fosse
fta,la numismatica, che non gli appartenevano. Sembrereb- l)unrmente intellettuale verso l'oggetto del suo srudio. In
be aver conosciuto male anche il latino. Aveva rudimenti di rt'rrltà, è chiaro che Costa, così come prima di lui Giuseppe
spagnolo e catalano che aveva appreso spinto dalla passio- M:tnnole e lo stesso Pietro Martini - che per questo perse la
ne e dalla forza di volontà legata all'audace operazione del- t'ognizione del bene e del male storiografiCo -, interpretò
la composizione di Sassarí. Basterebbe questo a farcelo nva-
lutare: meno acculfurato dei suoi amici e coetanei Salvatore 17. A. Mattone, "Enrico Costa, storico di una città ingrata" cit., p. 16; su
Farina, Sebastiano Satta, Pompeo Ca|via, aveva maggiore ca- l,n Slella di Sardegna: R. Cecaro, G. Fenu, F. Francioni, I giornali sardi
pacità organizzativa che profuse anche nel suo obiettivo di th'll'ottocento: quotidiani, periodici e ríukte della Biblioteca uniuersitaria
rll ,Scssari: catalogo (1795-1599, Cagliari, 1991; sul viaggio di Momm-
costruire la storia di Sassaricome storia di una città.16
nr.rr in ltalia Tbeodor Mommsen e l'Italia (Atti del Convegno, Roma 3-4
rrrrvcmbre 2003), Roma, 2004, in particolare gli articoli di A. Mastino,
72. Ibidem. "ll viaggio di rheodor Mommsen e dei suoi collaboratori in sardegna
13. M. Brigaglia, "Enrico Costa e la "civiltà sassarese"', in L. Marrocu, M. pcr il Corpus Inscriptionum Latinantm", pp. 225-344; e di A. Maftoìe,
Brigaglia, La perdita del Regno cit., p. 725. "'l'lreodor Mommsen e le Carte d'Arborea. Falsi, passioni, filologia vec-
14. A. Mattone, "Enrico Costa, storico di una cinà ingrata" cit., pp. 15-17; clrir e nuova tra l'Accademia delle scienze di Torino e quella di Berli-
M. Brigaglia, "Enrico Costa e la "civiltà sassarese"" cit., pp. 720-728, per r1o",pp. 345-412.
la cit. pp. 122-123. ffì, A. Mattone, "Enrico Costa, storico di una città ingrata" cit., p.17.
15. M. Tangheroni, "Nascita ed affermazione di una città: Sassari dal )ilI l(), su Manno oltre a L. Marrocu, "Giuseppe Manno tra storiografia e poli-
al )ilV secolo", in Gli Statuti Sassaresi. Economia, Società, Istituzioni a tlr':r" cit., cfr. G. Manno, Note sard.e e ricordí, a cura di A. Accardo e G. Ri-
Sassari nel Medioeuo e nell'Età moderna (Atti del Convegno di Studi, r'rrpcrati, edizione del testo a cura di E. Frongia, Cagliai,,2003; !y. Mattone,
Sassari 72-14 maggio 1983), a cura di A. Mattone, M. Tangheroni, Caglia- "l'refazione", in G. Manno, Storia di Sardegna, I, Nuoro, 1996; G. Ricu-
ri, 7986, pp. 45-63, per la cit. p. 45. lrrati, "L'esperienza intellettuale e storiografica di Giuseppe Manno fra
16. M. Brigaglia, "Enrico Costa e la "civiltà sassarese'" cit., pp. 120-728, lc i.stituzioni culturali piemontesi e la Sardegna", in Intellettuali e società
cfr. pp. 122-723. clt,, pp. 57-8.

t2
la storia della Sardegna come la storia di un "popolo", pur i- frr srra impostazione stortograftca, strettamente calata ne1
nel tentativo di rispettare la "natura" delie sue fonti. rontcsto ideaie, culrurale, politico e personale che sinora si
Ciò è lampante anche per I'Adelasia di Ton"es, racconto r- (l('scritto. È chiaro ad esempio che la .desolata regina,
storico "nazional-regionale"20diviso in due paÍfr, qui riedi- rlorì llvrebbe mai dovuto, secondo Cosla, sottomettersi .in-
to. La prima, teoricarnente strettamente storica, dove Costa, lr'r';uÌlcnteal supremo dominio dei papi" (p. 50). Così come
facendo perno su un saggio del 1895 di Tommaso Casini,zl t- t'lri:rro che nel 1237 il "cappellano di Sua Santità rimase
cerca di porre ordine nei dati relativi alla vita "reale" di lx'r' Lrn lungo anno al fianco dei reaii sposi lAdelasia e
Adelasia. La seconda dovrebbe costituire una sor[a di ro- lllr:rlclo Viscontil, collo scopo di strappar loro altrt ani [11
manzo storico, anche se lo stesso Costa più modestamente r'orsivo è miol, che maggiormente stabilissero la dipenden-
lo definisce uno "studio storico-romantico". rrr clci Regoli di Torres e di Gallura dalla Santa Sede, (p.
Per quel che riguarda Ia prima parte dell'Adelasia di 5 | ), con ciò inficiando quella libertà e quella indipendenza
Ton'es è necessario ricordare che il lavoro risale ad un mo- tfci giudicati osannata dalla storiograîia sarda ottocentesca.
mento in cui le grandi collezioni documentarie medievali li c'<rsì,quando Adelasia firrna I'atto di infeudazione del giu-
erano ancora agli albori. L'Archivio Segreto Vaticano, dove rlic:atodi Tones alla Sede apostolica, il suo comportamento
si conserva una parte fondamentale delia documentazione tlirnostra .quanto sleali o deboli fossero quei prìncipi nel-
sulla Sardegna della prima metà dei )ilII secolo, era stato l':rccluistareo nel cedere i diritti deila sovranità' (p. 50). In-
aperto agli studiosi da Leone )ilII nel 1881, ma le ricerche F()rnma,i sovrani medievali avrebbero dovuto essere un po'
sistematiche stavano per rniziare a dare i loro frutti migliori frìcno medievali, per rispettare e portare alta la bandiera
proprio mentre Costa scriveva e non erano a sua disposizio- tfcll'indipendenza "nazionale", anche se con ciò Costa (e al-
ne. Lungi dal dover essere considerata totalmente inaffidabi- tri prima e dopo di lui) sembra dimenticare che il giudicato
le, il lettore dovrà tenere in conto che un secolo di ricerche ili Torres già col suo esistere, e con la politica dei suoi so-
non è passato inutilmente e la tratfazione di Costa è stata vrani, testimoniava Ia realtà di un'Isola frammentata dal
superata in più punti.22 Ma quel che più preme sottolineare l)unto di vista politico-istituzionale, nella quale i giudici si
t'ombattevano I'un I'altro nel tentativo di affermare il loro
l)of.erepersonale su ampie porzioni del territorio. Qualcosa
20. M. Brigaglia, "Enrico Costa e la "civiltà sassarese," cit., p. 1.24. tfi ben lontano non solo dalla Nazione romantica, ma an-
2'1. T. Casini, "Ricordi danteschi di Sardegna", in Nuoua Antologia (1895),
t'lrc dalla koiné greca che permise alle poleis di opporsi alla
pp.75-93,259-279.
22. Né mancano alcune incongruenze dor,rrte forse al non aver ricontrolla- Irìinaccia persiana.
to il testo al momento dell'edizione. Cosicché per Costa I'anno di morte di Così, sempre nella prima parte dello scritto, emerge an-
Adelasia oscilla tra il 7262 e 111264, anche se relativamente a questo a\,l/e- t'lre in Costa la frustrazíone per la sensazione di marginalità
nimento l'autore fa sempre esplicito riferimento a Tommaso Casini come
sua fonte. Il lenore noterà infani che nella prima parte del romanzo ("I
mariti di Adelasia", cap.VII) si legge: .Questa infelice [uid. Adelasia] morì
di crepacuore ..., verso iI 1264, come il Casini logicamente Suppone", lrrcnde il titolo di Vicario del Re di Sardegna nel Giudicato turritan6.,la-
rt'iando forse intendere che la morte di Adelasia fosse awenuta nel 1264.
mentre nel capitolo "Indipendenza di Sassari", Costa scrive: .Dopo la mor-
Successivamente (Parte seconda, cap. V, "Morte di Adelasia") si legge: "E
te della legittima signora del Giudicato, awenuta nel 1.262, come logica-
lrr rnorte venne. Correva l'anno 7262" e ancora: .Il solo Casini con serio ra-
mente stabilisce il prof. Casini,,; poco più avanti tuttavia riporta: "Tre anni
gi<rnamento scrive sulla tomba di quella sventurata I'anno 7262,.
dopo (nel 1267) vediamo che anche il Conte Ugolino della Gherardesca

14 75

É
della storia della Sardegna e più ancora dell'Isola stessa, ;rurrti ne inserisce anche dentro il racconto, interrompendo
se è vero che Enzo di Svevia decise di assumere il titolo di L' rlcscrizioni e la linea dei dialoghi tra i personaggi, con
rex Sardinie concessogli dal padre .sdegnando di prende- r'1, :rppesantendo un po' I'avanzamento della storia, già di
re l'altro più modesto di Giudice, in un'isola lontana e pt'r' .sénon favorita dall'uso di un italiano ricco di .vèdon-
non troppo illustr"" (p. 51). E in qualche modo questa fru- ri', .scòrgonsi,, "sìansi" e con addirittura un .èrale" riferito
strazione si sfoga anche in una sorta di paternalismo di rrtl Adelasia, che ceftamente non fa pensare ad.un risciac-
Costa, accentuato dal fatto che Adelasia è ttna donna, di r;rro dei panni in Arno come avrebbe suggerito Alessandro
volta in volta "raggirata dai Doria" quando decide di dare M:rnzoni. E Manzoni, secondo me, è servito anche in parte
la sua mano a Enzo, oppure "infelice vittima della propria el:r ispiratore per Costa, non solo perché era I'auto.é pe.
debolezza, delle mene di un barattiere, e dei raggiri della t'r'c'cllenzadell'ottocento italiano, soprattutto per quel èhe
Corte di Roma', (p. 55). l'igrrardail romanzo storico, ma anche perché tutta l'aper-
Infine, I'impostazione "scapigliata" di Costa e il senso Itrra della seconda parte dell'Adelasia, 1l capitolo dal tiiolo
di frustrazione o comunque di inferiorità di cui si parla è "Sulla spianata del castello", è impostata èon una lunga
percepibile anche nel metodo storico, poiché se si piega ilxtmatA che dall'alto delle .boscose ed aspre montagne
seÍrza remore all'autorità delle .ricerche recentissime e i t'hc chiudono per una lunga distesa le incanfevoli terre del
nuovi studi fatti in Germania intorno alla vita di Federico (ì<lceano,,,yà a convergere su un'Adelasia modello don
II, e perciò .noi dobbiamo senz'altro cancellare dalla sto- Alrlrondio che sta "in piedi e colle braccia conserte, dinanzi
ria sarda il nome di Bianca' (p. 55) - owero Bianca Lan- rurluna delle finestre che guardano verso ponente, (pp. 89-
cra, a lungo considerata madre di Enzo - non altrettanto 90). Anche I'ora della sera in cui si apre il racconto porta
Costa fa con I'italiano Tommaso Casini: nonostante am- lncvitabilmente a pensare al "ramo del lago di Como,.
mettesse che il suo studio era .molto serio e ben degno Costa usa disinvoltamente anche altri*padri della pa-
di lode ... poiché ci ha procurato molti dati a noi ignoti', f rin" letteraria ítaliana; così Dante Alighieri, che secondò il
egli decide di .combattere alcune sue deduzion|,la cui lo- N<rstro avrebbe dovuto fare più riferimenti alla sardegna
gica non parfeJ abbastanza stringente, (p. 55). Questo trclla sua opera, viene utihzzato per Ia metafora del trèno
perché il lavoro di Casini faceva impallidire "il sagrifizio e firrs.sari-caghariche si inerpica nel Goceano: .Nero cròtalo
le virtù" di Adelasia, .minaccialndo] sul serio di far[la] clagli occbi di bragia lil corsivo è mio]' (p. 90), richiaman-
scendere ... dal vecchio piedestallo su cui posalva] da ol- rlo il III canto dell'Inferno. tJgo Foscolo viene citato diret-
tre sei secoli" 1p. 61). Cosa che non poteva essere gradita trrmente da Michele Zanche che, morta Adelasia, decide
a chi, come Costa, si accingeva a scrivere su di lei un rac- rli rafla trasportare ad Ardara così "sarà men duro il sonno
conto "storico-romantico". tfclla regina di Torres" (p. 722).
Sulla seconda parre dell'Adelasia si faranno poche os- Non aggiungo altro, perché, come detto, non sono un
servazioni anche perché chi scrive non è un critico lette- c'ritico letterario e perché sottolineare certe ingenuità ri-
rario. Come accennato, I'autore ne parla come di un rac- schia di allontanare dalla lettura del romanzo che invece
conto storico-romantico. Effettivamente tutto il testo è nrerita un'attenzione che va al di là del mero fine filologico:
accompagnato da un apparato di note nelle quali Costa i personaggi di Adelasia e di Michele Zanche possono ap-
compie chiose e digressioni storiche. Non basta, in alcuni 1:assionare un lettore di oggi e soprattutto Zanche, benché

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s-
i l
I'autore faccia un espresso paragone con Davide Rizio,z3 f l'rrfrrr clal nonno comita . La madre era Agnese, figlia di
porta con sé in alcuni momenti un'ombra di un Riccardo III { irrgficfmo di Massa, giudice di cagliari. Il matrimonio tra
in sedicesimo. À4;rrirrr-r<r e Agnese, awenuto all'inciica tra il119B e rl 1202,
c'rirst'rvito a stabilire una pace durevole tra i due giudicati,
Ma chi era Adelasia di Torres? Nelle pagine che seguo- r.l.rt'si crano aspramenre combattuti a parrire dagllinizi deí
no si cercherà di tracciarne una biografia. I l').t c'irca.
Il 9 aprile 7220 papa Onorio III scriveva da Viterbo f.Ír teoria di nomi, di incroci famiriari e di ar,'venimenti
una breve lettera al suo legato in Sardegna, Bartolomeo. 1rr rfiliccr-istituzionali appena accennati, che coinvolgono
Era stato informato che la figlia dei giudice Mariano II di itfr('frc Lrn personaggio del calibro del papa, ma che rilchia
Torres era andata in moglie ad Ubaldo, figlio del giudice di tfl rrll:rticare e disorientare qualu.,q,ré lèttore, obbliga ad
Gallura Lamberto Visconti, un pisano. Onorio sapeva che ttfìl pausa descrittiva, prima di poter riprendere la l^rra-
la ragazza era ancoîa minorenne, aveva cioè meno di quat- f k xrc delle vicende di Adelasia, che risulterebbero altri-
tordici anni. Non solo, il matrimonio era stato deciso in Incrtti poco comprensibiii.2;
"disprezzo" della volontà della Sede apostolica e, aggiunge- schematizzando brutalmente circa due secoli e mezzo di
y?, nl danno di tutta la Sardegna,. Pertanto, Bartolomeo
avrebbe dovuto impedire che la giovane si trasferisse nel re- lv.u:,ryT"nti, si può dire che la sroria della Sardegna tra K e
Irtlzi del XV secolo - sino a quella che potrem-ò definire la
gno di Gallura, e se per caso si trovasse già lì, avrebbe do- "rrorrnalizzazione" aragonese - è paraàigmatica di un dato
\,uto spingere il padre ad andarsela a riprendere, aprendo t'|rc' .smentisce uno degli stereotipi illunínistici ancora vivi:
così le ostilità contro I^amberto.24Ia. figlia di Mariano II di tlre'llo del Medioevo inteso come luogo storico della ,,im-
cui parla il papa non è altri che Adelasia e questa appena Itrtrl>ilità".Il Medioevo giudicale è ln reatta caratfeizzato da
riassunta è la prima attestazione documentaria della sua tffr continuo mutamento degli equilibri politico-istiruzionali,
esistenza. Nella lettera, nella quale Ia giovane Adelasia non
viene neanche nominata , ma definita solo come figlia di J5. Nclle prossime pagine si cercheràdi non appesantiretroppo il testo
Mariano, sono condensati, come talvolta può accadere, i ttun lc note. II letrore.potrà
-approfondiregli argàmenti .on i, seguente
nodi fondamentali della sua intera esistenza e, per molti ftflrlirgrafia:a un .".oio di distànza,resrafóndaientale E. Besta, La sar-
aspetti, anche della storia della Sardegna della prima metà c!1qru medíoeuale,Palermo, l90B-09, 2 vor.; si veda anche il recenre
(i,(ì. ortu, La sardegna dei Giudici, Nuoro, 2005,
del Duecento. soprattutto per gli
Étln'tti "srrurruralisrici"e bibliografia molro aggiornata. nei i rJp_
Minorenne ancora nel 1220, eta quindi nata dopo il .p_.j_lu
tl.1 I'Isola.e Pisa nel )ilII secolo èfr.' s. petruccl,qe in sardegna, a
fl,rlli
7206, quando il padre Mariano era g1à stato associato al i\ru cittadini. Ricercbe sui "domini sardinee" pisani, Bologna, 198s. Al-
t'ttni aspetti importanti, non solo relativam.nie alla storia"d.il"-chi.ru,
svilynpati in R-.Turras, storia della cbiesa in sardegna dalle origini
23. A questo piemontese consigliere di Mary Stuart Costa aYeva dedica- 1;t;1r
HIl):rcmila, Roma, 7999;Iúi permeno anche di segnalaróU.C. Sanna]"Il
to un'opera musicata da Luigi Canepa: E. Costa, Dauid Rízio (musica di gftrclicatodi Arborea e la saidegna tra la fine oeixt e gli inizi del )ilII
L. Canepa), Milano, 1872. srorici", in Cbiesa,potere politico e cultulra in Sardegna
24. Archivio Segreto Vaticano (da ora ASV), Registri Vaticani (da ora fi,lill
Hilil,eta tp.,Ti
gludicate al setîecenro (Ani del 2o convegno internazionatè ai
Reg. Vat.) 10, ff . I6Bv-169, cfr.: Regesta Honori papae III, iussu et muni- É{treli,Oristano 7-10 dicembre 2000), a cura di G. ifele, Orisrano, 2005,
ficentia Leonis XIII pontífícis Maximi ex uaticanis arcbetypis aliisque p,p'.415-438;e Innocenzo III e Ia sardegna. Edizionn ,iti"o e comntento
fontibus, edidit Petrus Pressutti I.V.D., I-II, Roma, 18BB-95,I,2386. Hpile.lonlistoricbe, a cura di M.G. Sanna, Cagliari, ZOO3.

18
T9
che vede coinvolti come attori non solo le dinastie regnan- (q'r)riírche accadde nel 7206).In questa sede non si posso-
ti., ma, sempre più attivamente con il passare del tempo, rrrr st'suire gli sviluppi di queste aziont militari nello speci-
dapprima alc.rne grandi famiglie nobiliari e mercantili pi- f l'o. (Jr-relche conta è che nel 1198 Costantino II di Torres
srrré e genovesi, poi le istituzioni comunali delle due città. Irrori c il suo successore, il fratello Comita, futuro nonno
A partire dalla metà del )CI secolo, a completare e compli- l)irl('r'nodi Adelasia, dovette accettare le condizioni di pace
caie il quadro, si aggiunsero anche gli imperatori e i pon- ilrrpostegli dall'arcivescovo di Pisa Ubaldo e indirettamente
tefici, che tentarono di usare l'Isola come ulteriore pe?zo tll (ìuglielmo, comprendenti un giuramento di fedeltà a Pi-
della scaccbiera politica sulla quale si sfidavano per riaffer- s;t ttonché, faúo importante per il nostro racconto, il matri-
mare il senso universalistico del loro potere. Nel 1164 Fe- trortio del proprio erede Mariano con Agnese, figlia del
derico Barbarossa concesse inutilmente il titolo dt rex Sar- glrrclicecagliaritano.
dinie a Barisone I d'ArboÍea, che si era riconosciuto in Il marchese di Massa, direttamente o indirettamente,
cambio suo vassallo, rivelandosi però incapace di riempire r'untrollava dunque tre quarti dell'Isola.
di contenuti quel titoio. Due anni dopo, per îeazione all'in- Le proteste di papa Innocenzo III, secondo il quale
feudazione dèl'Isola a favore di Pisa che lo stesso Barba- {itrglielmo aveva usurpato diritti spettanti alla Sede aposto-
rossa aveva fatto nel 1165, deluso da Barisone, iI papa flt'rt, furono vane. Solo nel settembre del 1203, grazie al
Alessandro III affermò per la prima volta che la Sardegna lluovo arcivescovo di Torres Biagio, ex notaio pontificio e
apparteneva alla Sede apostolica. hn,qa manus del papa sull'Isola, Guglielmo di Massa si de-
Negli stessi anni, I'interesse inizialmente solo economico q'fsca lasciare la Gallura e a ritirare Ia candidarura di Gu-
di Pisani e Genovesi sulla Sardegna si allargò al piano politi- gficlmo Malaspina a marito di Elena di Gallura. Il papa vo-
co. Procedendo più concretamente dell'imperatore e dei levlr far sposare la giovane con un suo cugino, Trasmondo
pontefici, alcune famiglie tirreniche si imparentarono con i tlf Segni, all'interno del piano complessivo di affermazione
iegnanti giudicali e nel 1190, per la prima volta, divenne della sovranità feudale della Sede apostolica sulla Sarde-
giùdice un uomo di padre non "sardo": il già nominato Gu- grur. Entro il maggio del 7205, infatti, ayeva ottenuto che i
gli"lmo di Massa, padre di Agnese e poi nonno di Adelasia. ghrclici, tranne Guglielmo di Massa, giurassero fedeltà alla
Le sue mire andavano al di là del suo giudicato: come iieclc apostolica, ma nel L206, con suo grave scorno, Elena
accennato, agli inizi del 1794 dapprima attaccò il giudicato aposò invece il pisano Lamberto Visconti.
di Torres, gorr"r.t"to da Costantino II. Invase poi quello di In meno di 16 anni due giudicati erano passati sotto il
Arborea, iÀ cui îegnavano in condominio Pietro d'Arborea fllrctto governo di cittadini pisani.
e Ugo Pong de Éas, eredi di Barisone I. Tra la fine del Mentre la Sardegna era sconvolta da questi fatti, Ade-
1198 e il 12-00,occupò anche la Gallura, dove era morto il lgsia nasceva da Mariano II e Agnese, presso la corte di
giudice, rapendo la moglie e }a figlia del defunto e promet- ltrrres, ma di questo non c'è úaccia nelle fonti. Nel 1213
iendo in sposa quest'ultima,la minorenne Elena, a Gugliel- Inorì suo nonno materno, Guglielmo di Massa. La figlia di
mo Malarpina, Suo cognato. Contemporaneamente cedette tlttesti, Benedetta, zia di Adelasia, e nuova regnante con il
metà dell'Arborea ad Ugo Pong de Bas, come dote del ma- iturrito Barisone II d'Arborea, il 18 novembre 72L5 giurò
trimonio che questi avrebbe dorruto concludere con sua fi- ft'deltà al papa nelle mani dell'arcivescovo di Cagliari sca-
glia Preziosa, quando questa fosse stata in età da marito tenando la reazione pisana: Ubaldo Visconti, podestà di

20 27
Pisa - fratello del Lamberto che nel 1206 ave\la sposato Sirrrno così ritornati al punto di partenza: Ia reazione
Elena di Gallura -, sbarcò nell'Isola con un esercito, co- r|r'l pontefice agli accordi matrimoniali ai quali si era giun-
stringendo Benedetta a giurare fedeltà al Comune pisano, lf rit'rrzzril suo consenso fu piuttosto tardiva, solo iI 9 apri-
infrangendo il giuramento prestato alla Sede apostolica, e a Ir rk'll':rnno successivo infatti dava al legato pontificio Bar-
cedere una collina poco distante daIIa capitale S. Igia sulia lnlortrco gli ordini che abbiamo visto in apertura.2T
quale eresse Castel di Castro. Non si hanno notizie di Adelasia immediatamente suc-
Per arginare l'invadenza dei Pisani e ampliare la pro- r'r-ssivca quella ora accennata. Quel che è certo è che le
pria sfera di influenza, rI nonno paterno di Adelasia, Comi- ;rzirrrridel papa non diedero risultatr. Mariano II non era
ta di Torres, decise nel 7216 di stipulare un'alleanza con Itt grado di riprendere le ostilità con i Visconti e Adelasia
Genova, con la quale egli e il figlio Mariano si dichiarava- tt'slir presso la corte gallurese, dove divenne regina accan-
no cittadini genovesi e concedevano vari benefici sulle ter- frr irl marito Ubaldo alla morte di Lamberto, a\,l/enuta en-
re giudicali. In cambio, Genova avrebbe fornito a Comita tnt i l 1224.
truppe per la conquista, che a\ryenne, della metà dell'Arbo- le cose mutavano rapidamente: nel giudicato di Cagliari
rea che era staa di Ugo Pong de Bas. Poco dopo, spinto ttt'i primi aruri Trenta giunse al potere dapprima proprio il
dal pontefice, ma anche preoccupato per la sicurezza del Iturrito di Adelasia di Torres e giudice di Gallura Ubaldo, che
suo giudicato, Mariano II di Torres, succeduto al padre, rf rrttirò la scomunica del pontefice,28e poi, neL 7235 il figlio
condusse alla fine del 1218 una gueffa contro i Visconti in tlr'll:t deftrnta Benedetta di Massa, Guglielmo IIze - ancora
Gallura. L'azione era motivata anche dalla parentela che lo tttinorenne e sotto la rutela della zia Agnese, madre di Adela-
legava a Benedetta di Massa, sorella di sua moglie Agnese. rfrt, sorella di Benedetta e vedova di Mariano II di Torres
La vita di Adelasia stava per cambiare per sempre. Le (tttt>rto nel7232),30risposatasi con Ranieri Della Gherardesca.
fonti non permettono di seguire gli awenimenti militari In Arborea îegnava Pietro II de Bas, figlio cii Ugo Pong
ma, visti gli accordi di pace, se non con una sconfitta, la r cli Preziosa di Massa, che aveva un contenzioso aperto
guerra condotta da Marrano si concluse seîza una vittoria. rrrrr il giudice'di Torres per riprendere il potere nella metà
Il 18 settembre 7219 il giudice e Lamberto Visconti firmaro- tlt'l giudicato che ormai almeno dal 1276-17 gli era sraro
no a Noracalbo una pace. Lamberto venne riconosciuto le- Iolto da Comita3r ed era ora sotto il dominio del nuovo giu-
gittimo giudice della Gallura e si dichiarò anche giudice di tlice logudorese Barisone III.
Cagharr, in virtù del matrimonio che nel frattempo aveva
contratto con Benedetta di Massa, essendo morto Barisone 2386.
Jtl. Les regktres de Gnégoire IX, lÍ\/, a cura di L. Auvray, Paris, 1895-1955
II. Mariano di Torres conservò metà dell'Arborea. A suggel-
lllélar), n. 3423.
lo della pace, secondo un'abitudine ormai consolidata, i 29. M. Ronzani, "Pisa nell'età di Federico II", in Politica e cultttra nell'Ita-
due contendenti si imparentarono tramite i loro discenden- llrt di Federico II, a cura di S. Gensini, Pisa, 1986, p. 167.
ti: Adelasia, figlia di Mariano, sposò il giovane Ubaldo Vi- 10. M.G. Sanna, "l^a cronotassi dei giudici di Torres", in La ciuiltà giudica-
h, in Sardegna nei secoli XI-XLil. Fonti e documenti scritti (Ani del Conve-
sconti, figlio di Lamberto e Elena di Gallura, da non con-
gno di Srudi, Sassari-Usini 17-18 m^Ízo 2001), Sassari, 2002, pp. 97-113.
fondersi con I'Ubaldo Visconti fratello di Lamberto.26 11. Cfr.: CDS,I, )ilII, )OO(I, pp.326-328; nonché ASV, Reg. Vat. 10, f. 68v,
Viterbo 10 aprile 7220; e T. Casini, "Le iscrizioni sarde del Medioevo", in
26. T. Casini,Scritti dantescbi, Città di Castello, 7973, pp. 724-726. Arcbiuio Storico Sardo,l (1905), pp. 302-380, n. 11, pp. 320-32t.

22 23
In Gallura, come si è visto, regnav4 sin dalla morte di llrr già Comita di Torres aveva riconosciuto al pontefice -
Lamberto, Ubaldo Visconti assieme alia nostra Adelasia. llrir'scro aiuto a Gregorio IX. Questi, l'11 ottobre, incaricò
La srtuazione evolveva rapidamente: nel 7235 Bariso- i'atr'ivcscovo di Pisa e il priore di S. Frediano di Lucca di
ne III di Torres veniva ucciso da alcuni abitanti di Sassari htrpe'clireche Ubaldo e Adelasia fossero obbligati a risper-
e il suo corpo dato in pasto agli animali. Non si conosco- llrrc i patti che erano stati costretti a firmare senza aver
no i motivi del suo assassinio,Ie fonti sono troppo poche. glirulr chiesto il consenso della Sede apostolica, così come
Si sono fatte diverse congetture; sembra verosimile che i itrvr:ce avrebbero dor,.uto fare. Contemporaneamente agli
cittadini di Sassari,in buona parfe Pisani e Genovesi, vo- Itrt'rrricati veniva affidato il compito di ottenere soddisfa-
lessero rendersi indipendenti dal potere giudicale e tra- rirrrrc dagli uomini dei Comune di Sassaria favore di Ade-
sformare la città in un Comune sul modello delle loro città l;tsirt, confermata dal pontefice giudicessa.3aII papa non
di provenrenza, cosa che awenne. In ogni caso lo sfregio l'irccva riferimento a Ubaldo, che secondo il dirino giudi-
ultimo di dare 1l cadavere di Barisone in pasto alle bestie, lrrlc: era il legittimo regnante, facendo pensare, come si
cosa della quale fu informato anche il pontefice che ne ri- vcclrà anche in seguito, che rivolgesse la sua attenzione
mase scandaltzzato, fa pensare che la sua morte fosse per- rollrattutto verso la giudicessa che era dinasticamente la
cepita come l'eliminazione di un tiranno. tk'lcntrice del potere che riconosceva nella Sede apostoli-
Preoccupati per la crisi, i maggiorenti del giudicato in- {'rf fa fonte dei suoi diritti, almeno dal 7203. Nel dicembre
tronizzarono Adelasia, secondo le disposizioni date da úcl 1236 Gregorio inviò Alessandro, suo legato per la Sar-
Mariano II prima di morire.3z La successione non fu facile, rk'gna e la Corsica, in Sardegna come vicario, incaricando-
e Adelasia e tJbaldo Visconti, al quale il titolo di giudice lo cli compiti di carattere temporale volti a ristabilire la so-
veniva automaticamente trasferito, dovettero accettare le vnrnità feudale della Sede apostolica.35Doveva sciogliere
condizioni poste da Sassari,con ie quali venivano esauto- Illraldo dalla scomunica comminatagli al tempo della sua
ratt da qualsiasi diritto sulla città - che era anche una delle rrccupazione della .provincia cagliaritana" (così la definiva
sedi di residenza del giudice - con una conseguente forte (iregorio), e Pietro d'Arborea dalla stessa pena inflittagli
limitazione della loro autorità nel giudicats.:r lrcr I'aiuto dato nel 7226 al defunto Ubaldo Visconti, zio
II papa sembrava ai giudici di Torres ancora una volta rfel marito di AdeIasia.36Era I'indispensabile premessa alla
I'unico alleato credibile, anche se lontano, troppo. Perciò, n<>rmalizzazionedelle relazioni tra i due giudici, che si
entro il settembre del 7236, Ubaldo Visconti, ancora sco- contendevano ancora metà dell'Arborea. Normalizzazione
municato, e Adelasia - memori del ruolo di signore feudale clrc puntava a trasformare i due regnanti in alleati, uniti
rllr un rinnovato vincolo di vassallaggio alla Sede apostoli-
cit, Il 29 marzo 7237, Alessandro, nel palazzo giudicale di
32. Les registres de Grégoíre IX cit., n. 3352; V. Dessì, Ricercbe sull'origine
dello stemma di Sassari e sugli stemmi dei giudicati sardi, ristampa del-
hrdara, faceva giurare ad Adelasia e a Ubaldo fedeltà alla
I'edizione 7905 a cura di A. Dessì, Sassari, 7979, pp.40-46; il documento
è datato erroneamente 24 agosto 1236 e Ubaldo e Adelasia di Torres
compaiono già in qualità di giudici di Torres e Gallura; in realtà la data Jí. Les registres de Grégoire IX cit., nn. 3349,3350, 3352,3355.
corretta è 24 agosto 7235: A. Castellaccio, Sassari medioeuale, Sassari, J5. D. Scano, Codice diplonzatico delle relaziorzi tra la Santa Sede e la
1 9 9 6 ,p . 2 0 I , e n . 5 5 a p p . 2 7 2 - 2 1 3 . ,\irtrdegna,I, Cagliar| 1940, doc. C)OO/.
33. Les registres de Grégoire IX cit., nn. 3349,3350. ,16.Les registres de Grégoire IX cit., nn. 3420,3422,3423.

24
iilrrrlrlo si era rifiutato di prestare un giuramento simile a
Sede apostolica (per il solo giudicato di Torres), con due
rlirr-ll<rdella moglie per il suo regno di Gallura, afferman-
atti separati3Taggiungendovi poi una serie di atti più com-
rln rli cssere già legato al proprio Comune in tal senso.4z
plessi, che legàvano strettamente la dinastia giudicale di
Alcssandro si trasferì dunque nel giudicato di Arborea
torr"t a vincoli feudo-vassallatici ben precisi. Perciò, subi-
rfrr1,1'I)ietro de Bas, rl 28 aprile a Bonarcado, come Adela-
to dopo aver prestato il primo giuramento, Adelasía, senza
sllt, si sottomise feudalmente alla Sede apostolica. Allo stes-
Ubaldo, "riconoscendo'che la Chiesa romana era Sua "frrl-
Eu rrr<rdo,consegnò 1I castntm di Girapala aI Iegato che lo
dre e signora,, e che le .spettava il diritto e la proprietà di gl'lirlir all'arcivescovo di Arborea.a3
tutta la terra del giudic2to,,r dava, donava, cedeva e conce-
A completamento delle operazioni, il legato stabilì che
deva .irrevocabilmente e in perpetuo" ad Alessandro, che
lfit'lro e Ubaldo Visconti dovessero allearsi e difendersi re-
la riceveva in nome della Sede apostolica, "tutta la terra e i
r'11>r>camente contro chiunque - tranne il romano pontefi-
beni, che le appartenevano "per diritto ereditario" e affer- -
{'c e ristabilì i confini tra i due giudicati.aa Così Alessandro
mava di possedere .la Sua terra in nome della Santa roma-
ilveva ottenuto il riconoscimento dell'autorità vassallatico-
na Chiesa,.38In cambio Adelasia riceveva il giudicato con
lirudale della Sede apostolica su almeno metà dell'Isola e il
un'investitura che implicava I'ereditarietà a favore dei suoi
rrxrrdinamento e la collaborazione delle forze dei due giu-
figli legittimi. In caso di una loro mancanza o morte, tutto
tlic:i per contrastare aggressioni esterne. Anche Adelasia e
dóvevà ritornare nelle mani della Sede apostolica.3e CIau-
I lbaldo potevano essere soddisfatti: non solo avevano chiu-
sola tanto più importante in quanto la coppia regnante
6() uno dei fronti politico-militari aperti, ma avevano guada-
non aveva avuto figli. Alcuni giorni dopo Ubaldo e Adela-
gnato un alleato in Pietro d'Arborea.
sia donarono alla Sede apostolica il castello di Monteacuto
Ma il destino apprestava una nuova svolta per Adelasia
che fu affidato al vescovo di Ampurias.a0
c per la storia della Sardegna. Il suo matrimonio con Ubal-
Ubaldo veniva sì riconosciuto giudice di Torres, ma il
tl<>Visconti non era dor,rrto ad un amore romantico, con-
p^pa paîeva considerare Adelasia la diretta e unica depo-
cctto, questo, tutto moderno, o addirittura contemporaneo.
sitària-dei diritti giudicali e, contrariamente alle regole isti-
l)erò i due regnanti si sostenevano I'un I'altro, e se Ubaldo
tuzionali giudicali, le capacità decisionali di Ubaldo sulle
non avrebbe mai potuto regnare su Torres senza il suo le-
sorti del régno venivano ammesse solo dopo che Adelasia
si era impégnata nei confronti della Sede apostolica.4l Í{ame con Adelasia, è altrettanto vero che ella aveva biso-
gno di un marito capace per reggersi sul trono. Fu perciò
D'altrondè, il passaggio del giudice di Torres e di Gallura
un duro colpo per lei la morte di Ubaldo nel gennaio o
nel campo della Chiesa non era stato completo, visto che
febbraio 7239.+;
La natura delle fonti ci consente ancora una volta di se-
37. IE Liber censuum de l'Égtise Romaíne, a cura di P. Fabre, L. Duche- guire le vicende quasi sempre attraverso un punto di vista
sne, I-II, Paris, 1910, CCCXV-CCCXW, pp.573-574; per la corrispondenza
dei termini del giuramento con quello prestato dai giudici tra il 1203 e il
42. Le Liber censuum cit., doc. CCC)OilII.
1205: Innocenzo III e la Sardegna cit., doc. I43.
43. te Liber censuuÍn cit., docc. CCCXXVI-CCCXXVIII, CCCXXX-
38. Le Liber censuum cit., doc. CCCX\{I. CCOOOilII.
39. Le Liber censuum cit., docc. CCC)O(V, CCCXWI. 44. Le Liber censuum cit., docc. CCC)OOilII-CCOOOilV.
40. Le liber censuum cif., docc. CCCX\rIII-CCC)Oil.
45. T. Casini, Scritti dantescbi cit., p. 135 ss., doc. VI.
41. Le Liber censuum cit., docc. CCCXV, CCC)OflI.

)'7
26
diverso da quello di Adelasia, nelIa maggroranza dei casi da furlri;rlivcpolitiche autonome, o quanto meno contrastanti
quello del papa. Gregorio D( riteneva che ella non fosse in r urr l:r volonta del papa. La regina sapeva che l'unica solu-
grado di tenere la siruazione sotto controllo, o almeno non itl0lrt' l)cr provare a restaurare un potere regio gravemen-
in modo tale da garantire anche i suoi dirini feudali. Adela- le r'nrttpromesso dalle pressioni pisane e dal contestuale e
sia stessa eta certamente preoccupata: all'interno, Sassari lrtr)r'()rìrpente sviluppo del Comune di Sassariera il matri-
rappresentava un grave pericolo per I'unità politico-istitu- llttittir) con un uomo forte. E forte non le appariva quel
zionale del regno; all'estero il giudicato di Gallura era stato (itrt'flo de' Porcari propostole dal papa.
occupato dai Visconti in tutela dei diritti del minorenne Scccrndotl Libellus iudicum TurritanoT"um,I'unica fon-
Giovanni Visconti e da lì non mancavano, anche loro, di ar- ie r.'nrnachisticarelativa alla Sardegna giudicale, sarebbero
recare danni al potere giudicale nel Logudoro.a6 Proprio co- Ftrlfi i Doria a spingere Adelasia al matrimonio con Enzo cii
me un signore feudale, un mese dopo la morte di Ubaldo, Fvrvia. La fonte è tardiva e in alcune parti inattendibile.
il pontefice aveva già deciso di far maritare Adelasia con Crrtllttuente risente della volontà dell'autore, forse un ec-
Guelfo de' Porcari,4Tsuo uomo di fiducia, e ne ínformava Ia t'lesiit.stico,di mettere in cattiva luce Adelasia che, allonta-
giudicessa, facendole presente che in caso di inadempienza flillrrsi dalla fedeltà al pontefice e sposando Enzo, avrebbe
I'avrebbe scomunicata e prrvata del giudicato, di giurisdizio- pr()cLlrato sì la rovina di sé stessa, che .a cantu d'esser
ne della Sede apostolica.4 Nel luglio I23B Gregorio inviò in dottna, istetit serva,, ma sopratfutto la rovina del regno.5o
Sardegna il legato pontificio Rolando con compiti che, an- {ltlttc si è visto non fu così: le sorti del giudicato erano da
cora una volta, avevano connotazioni politiche e militari ieltrpo periclitanti; altrettanto certo è che, rimasto in Sarde-
che fanno pensare ad un tentativo del pontefice di esercita- gR:r per dieci mesi, il figlio di Federico II non le risollevò,
re il dominio direno della Sede apostolica, seppur per un tlttclle sofii. In compenso, se così si può dire, il matrimo-
periodo limitato di tempo. Rolando, infatti, doveva, oltre ttl<r diede Îama imperitura alla Nostra, nel ristretto ambito
che far custodire Adelasia da Pietro d'Arborea sino al matri- tfelfir storia della Sardegna. È una fama di riflesso, come di
monio con Guelfo de' Porcari, guidare una spedizione mili- rfflcsso ci appare rutta la vita di Adelasia. Anche la fama
tare per cacciare i Visconti dalla Galiura che avrebbe poi nlc;uisita per via matrimoniale, così come Enzo per la stes-
dovuto affidare all'amministrazione ad interím di Pietro ga via otteneva il regno di Torres, che sarebbe dovuto es-
d'Arborea.aeInsomma Adelasia sembrava ridotta ad oggeno gerc il punto di partenza di ambizioni più vaste, legate al
da porre sotto custodia. Purtroppo non si è in grado di se- tlt<rlo che gli aveva concesso il padre mentre lo spediva
guire il successivo svilupparsi della missione in Sardegna di "giù in Sardegna" come rex Sardinie.sl Era un buon mo-
Rolando che, comunque, non ottenne risultati. tìtcnto per la casata sveva: I'anno prima, nel 7237, a Corte-
Ciò che conta è che nel frattempo Adelasia, senza che nuova l'esercito imperiale aveva messo in ginocchio Mila-
le fonti permettano di ricostruire r particolari, prendeva nr>e le città comunali guelfe della Lombardta, ora si apriva

46. Lesregistresde Grégoire,IXcit., n. 4372.


47. Su questo personaggioe sulla sua famiglia cfr.' M. Ronzani,"Pisanel- 70, Libellus iudicum Turritanorum, a a)îa di A. Sanna, Cagliari, 7957, p.53.
l'eta"cit.,pp. 182-186. 51, Sul valore e significato di questo titolo: M.G. Sanna, "Enzo rex Sardi-
48.Lesregístresde GrégoireIX cit., nn. 4373, 4374, 4375,4376. plc", in Re Enzo. Storia e mito (Ani del Convegno di Studi, Bologna 11
49. Lesregistresde GrégoireIX cif., nn. 4456,4459. gltrgno 2000), Bologna, 2001, pp. 201-272.
la possibilità di contrastare la Sede apostolica anche sul rlr'fl;r l)iuina Commedia). IJgolino fu attivo nel giuclicato
froàte mediterraneo, sottraendogli la Sardegna. ;rt,r t'<rnto di Enzo intorno al t26Z.sa partendo, Enzo Ia-
Non sappiamo niente della riuscita dell'unione tra En- qt i;rv;r Adelasia, scomunicata peî via del matrimonio con
zo e Adelasia. La differenza d'età non era così elevata co- fttl r' rrncora una volta con la preoccupazione della gestio-
me alcuni hanno immaginato: la giudicessa aveva poco rrt' rlcl regno. Non sappiamo con precisione che ruolo
più di trent'anni, mentre il giovane imperiale ne aveva già' st'olgc.ssepoliticamente dopo la partenza del marito, ma
iorr. diciotto. Comunque i due non cercavano I'amore, a;rllpiamo che alcuni luogotenenti di Enzo agivano con
lui impegnato a conquistarsi un regno, lei a renderlo sicu- tlr'lt'ghe concesse anche da lei.55È noto che nél 7240 Fe-
ro. Tuìtavia. Enzo si dovette accorgere sùbito dell'impos- rlt'l'lco II inviò nel giudicato truppe di supporto. L'anno
sibilità di esercitare il potere al di là, e forse anche al di tftrlr<rriprese la guerra di corsa tra pisani e Genovesi alla
qua, dei confini logudoresi. Avvantaggiato dall'alleanza rltr;tlc si oppose inutilmente Ansaldo dei Mari, ammiraglio
imperiale con Pisa però, venne ben accolto a Sassari,do- Itttgrcriale.Nel 1242 tale Riccardo Manospello giunse in
ve risiedette nel palazzo giudicale, ricostruito dopo che, lrlrlrlcgna con truppe imperiali. Non si sa altro su questa
ucciso Barisone tit, gll abitanti della città lo avevano ab- ttrl ssi o ne. 56
battuto. Anche più tardi íl palazzo fu ricordato come la Le fonti relative ad Adelasia tacciono sino al 23 ottobre
domus domini Hentii, ma non corrisponde a quello che 1J43.La regína si era resa conto che il matrimonio con En-
ora viene detto palazzo di re Enzo, nell'atfuale corso Vit- Ir) r)on solo non aveva risolto i suoi problemi, ma le aveva
torio Emanuele II, di periodo catalano. Fece alcuni viaggi glicnato I'unico alleato sul quale aveva potuto contare nel
per conoscere i suoi territori ed ebbe contatti con gli altri frttrpo: il papa; pur se, come notato, anche da lui non ave-
glrdi.i, certamente ricevette in prestito alcune galee dal vit ottenuto sino ad allora I'aiuto che sperava. così aveva
giudice di Cagliari. ttlricsto I'assoluzione dalla scomunica e Innocenzo fv ora
Ma sul cóntinente, dopo l'euforizzante ma illusoria glicla concedeva, riconoscendo che Adelasia si era lasciata
vittoria di Cortenuova, le sorti della causa imperiale si scclurre "dal consiglio di uomini malvagi,, ma che voleva
erano sowertite, perciò Federico richiamò Enzo per reg- tornare ad ubbidire alla chiesa.iT lI papa la sciolse poi clal
gere I'ufficio di legato generale per I'Italia.52Nel luglio del Ittrttrimonio con Enzo nel 1246,,cercando di riportare il giu-
1239, il rex Sardinie pattiua per la Lombardia. Non sareb- tl lcato nell'orbita pontificia.5s
be più tornato.
Negli anni seguenti in sardegna agirono _alcuni suoi vi- l't. A. Boscolo, "Michele zanche nella storia e nella leggenda", in studi
cari o i.logot"nenti, tra cui suo fratello Manfredi53 e Ugoli *trcli X-){ (1952), pp. 337-388,cfr. p. 369 e n. 17.
lî. E. Baratier, Les relations commeiciales entre Marseille et la sardaigne
no della Gherardesca (entrambi indimenticabili protagonisti stt MoyenÀge (ltti del vI congresso inrernazionaledi srudi sardi), I,ta-
Ull',tri,1962, pp. 293-342,cfr. p. 325; R. Pernoud, Essaisur I'bktoire du
52. Cfr.:A.L. Trombetti Budriesi, "La figura di re Enzo", in Documenti e lxnt de Marceille desorigines à lafin du XIIP siècle, pais,1935, p. 310.
Stud'i]/CX]/II(7996),pp.203-240;A.I'Pini,"Enzo",inDizionarioBiogra- 10.e. Boscolo, "MicheÈ Zanche\'cit., pp. j37-388,cfr pp l<i-l+2.
fico degli ltaliani, Roma, 7993, pp.1-8, cfr' p. 2. 17,tes registresde Innocent IV,lIV, a èura di É. Bergei e cont., paris,
"fi
Leíregístes d,Urbain IV,I-IV,-a cura di_1.Guiraud, Paris,1901-29(Bé' IU84-1927(Béfar), n. 205.
far), n . 3 2 1 . ítl, Lesregistresde Innocent IV cit., n. 7995.
Non si hanno più informaziont documentarie dirette su itfr rì()n meglio specificato giudice sassarese combatteva
Adelasia. Il Libellus descrive la sua vita successiva alJapanerua I r )rffr'o il giudice di Arborea Guglielmo di Capraia.63Nel-
di Enzo con toni drammatici: spogliaa di ogni bene, pentita l';rrt'o di pochi anni i giudici d'Arborea, il Comune di Sas-
di ciò che aveva fatfo, si sentiva in prigione, confinata nel s'tti- pazionato prima con Pisa poi con Genova -, nonché
castello del Goceano. Ia. colse un'infermità. Solo la confer- k' lrrrniglieDoria e Malaspina si sarebbero spartite i territori
ma degli impegni presi col suo primo marito Ubaldo a favo- ift'f giudicato. Con Adelasia si chiudeva l'esperienza di un
re della Sede apostolica avrebbe avuto un effetto lenitivo, tr:Hno medievale che durava da un paio di secoli o poco
tanto che si poté trasferirla ad Atdara dove sarebbe morta in ;rlir, lasciando nell'immaginario collettivo dei sardi dell'Ot-
pace.ssL'attendibilità di queste n'formazioni è molto dubbia: Int'crìto, che provavano a immaginarsi come un solo popo-
anche la repentinità della descnzione, secondo la quale Ia fu, la nostalgia della gloria di uno dei quattro regni sardi
giudicessa sembrerebbe morta poco tempo dopo la panen- Irrtlipendenti.
za di Enzo, dà la misura della difficoltà a far coincidere que-
ste notizie con ciò che sappiamo. Mauro G. Sanna
Innocenzo IV, comunque, sembrava pensare che Ade-
lasia non fosse più in grado di governare: nel 7252 tI papa
diede il compito al legato pontificio e arcivescovo di Torres
Stefano di affidars 2 "persone idonee e devote alla Chiesa
romana, la tena e la giurisdizione temporale dei giudicati
di Torres e Gallura,.6oSi noti però che, in un contesto così
complesso, il papa aveva rutto I'interesse ad agire diretta-
mente su quello che riteneva essere un suo feudo, scaval-
cando i diritti della giudicessa.
Il 12 agosto 7255 Adelasia era ancora viva.61 Secondo
una cronaca pisana, sarebbe morta nel 7259.62Senza eredi
al trono, con Enzo in prigione a Bologna da un decennio
h,l. La relazione della visita di Federico Visconti in Sardegna è stata ri-
dopo Ia banaglia della Fossalta, se qualcosa eÍa avanzato rtlita in Les sermorts et Ia uisite pastorale de Federico Visconti arcbèueqtte
del potere giudicale durante gli anni finali del regno di Ade- ilc Pise (1253-127l), sous la direction de N. Bériou. Édition critique par
lasia, ora la situazione precipiava: ne| 1263 nel Logudoro N. llériou et I. La Masne de Chermont, avec la collaboration de P. Bour-
grtin et M. Innocenti. Avant-propos de A. Vauchez et E. Cristiani (Sour-
ccs et documents d'Hktoire du Moyen Age, pubtiés par l'École frangaise
59. Libellus cit., pp. 53-54. ile Rome,3), Roma, 2001, pp. 1059-1068, cfr. p. 1066. A dire il vero in
60. Les registres d'Innocent IV cit., n. 3959. tluesta edizione si parla di -Saxarenses' e non di un giudice "Saxaren-
61. Alessandro [V la informava di aver nominato I'arcivescovo di Torres ;q'111",corrì€ invece riporta CDS, I, doc. CIII, pp. 380-38J, cfr. p. 383. Le
legato pontificio per Sardegna e Corsica: Les registres d'Alexandre IV, a It:tture sono entrambe possibili. Sulla visita di Federico visconti in Sar-
cura di C. Bourel de la Ronciére, J. De Loye, A. Coulon, Paris, 1902 (Bé- rlcgna: R. Turtas, "La visita di Federico Visconti, arcivescovo di pisa, in
far), n.734. Srrrdegna (23 marzo-27 giugno 7263)", in Studi miscellanei per il 75. di
62. g. Cristiani, "Gli avvenimenti pisani del periodo ugoliniano in una cro- Vlncenzo Poggi SJ., a cura di V. Ruggieri, L. Pieralli, Soveria Mannelli
naca inedita", in Bollettino Storico Pisano, 7957-58, pp. 3-104, cfr. p. 57. l(.2), 2006, pp. 591-609.

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