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In nome di Dio, io, Rotari, uomo eccellentissimo e diciassettesimo re dei

longobardi, piacendo a Dio, nell'anno ottavo del mio regno e nel trentottesi-mo
della mia età, correndo [...] felicemente l'anno settantaseiesimo dalla discesa dei
longobardi in Italia, da quando vi furono condotti per volontà divina da Alboino
re, che allora li guidava. Dato a Pavia nel palazzo reale. Quanto sollecitamente ci
preoccupò e ci preoccupa il benessere dei nostri sudditi dimostra il contenuto
della presente legge. Siamo soprattutto preoccupati tanto per le frequenti
vessazioni cui sono sottoposti i poveri, quanto per le non necessarie esazioni che
vengono praticate da parte di coloro che son ritenuti uomini di più alto lignaggio:
abbiamo saputo che i miseri subiscono violenza e perciò, richiamandoci alla
grazia di Dio onnipotente, abbiamo ritenuto che fosse necessario correggere la
legge vigente affinchè, così corretta, essa rinnovi ed emendi la precedente
legislazione, ed aggiunga ciò che manca e tolga ciò che è inutile. Abbiamo
pertanto stabilito di riunire tutte le disposizioni in un unico testo perché sia lecito
ad ognuno, fatta salva la legge e la loro giustizia, vivere in tranquillità, adoperarsi
secondo le proprie intenzioni contro i nemici e difendere se stessi e le proprie
terre.

1. Se qualcuno avrà tramato congiure od ordito disegni contro la vita del re,
incomba su di lui la pena di morte e i suoi beni vengano confiscati.
2. Se qualcuno, d'accordo col re avrà congiurato per la morte d'un altro o, per
ordine dello stesso re, avrà ucciso un uomo, non sia incriminabile; né egli né i
suoi eredi subiscano in seguito molestia o requisizione di beni da parte della
vittima o dei suoi eredi [...].

3. Se qualche estraneo avrà provocato nell'esercito rivolta contro il proprio


comandante o contro quegli che dal re sia stato delegato a reggere l'esercito,
ovvero avrà tratto a sé una parte dell'esercito, incorra nella pena di morte. [...]

11. Se uomini liberi avranno congiurato, senza la consapevolezza del re, per la
morte di un altro [uomo libero] e se in seguito alla congiura la vittima non sarà
morta, ciascuno dei congiurati paghi a titolo di composizione 20 soldi. Ma se in
seguito alla congiura la vittima sarà morta, allora chi l'avrà uccisa faccia
composizione in relazione a quanto sarà stato valutato il morto, cioè secondo il
suo guidrigildo. [...]

13. Se qualcuno avrà ucciso il suo padrone, sia ucciso egli stesso. Se qualcuno
avrà voluto prendere le difese dell'omicida che abbia ucciso il proprio padrone,
sia costretto a versare 90 soldi, metà al re e metà ai parenti del morto; e colui che,
se ne sarà stato richiesto, avrà rifiutato il suo aiuto per vendicare quell'omicidio,
faccia composizione di 50 soldi, metà al re e metà a colui cui avrà negato l'aiuto.
[...]

42. Se qualcuno avrà imprigionato un uomo libero senza un valido motivo e senza
l'ordine del re, paghi a titolo di composizione alla vittima metà della somma che
avrebbe dovuto versare se l'avesse uccisa. [...]

44. Se qualcuno avrà colpito un altro con un pugno, componga con soldi 3; se
invece l'avrà colpito con uno schiaffo, componga con soldi 6. [...]

77. Se qualcuno avrà picchiato un aldio altrui o un servo addetto ai mestieri, se


avrà provocato lesioni e sangue, per una ferita dia 1 soldo, per due ferite 2 soldi,
per tre ferite 3 soldi, per quattro ferite 4 soldi; se la vittima avrà ricevuto più di
quattro ferite, esse non siano contate. [...]

103. Se qualcuno avrà colpito alla testa un servo rusticano altrui in modo da
lacerare soltanto il cuoio capelluto, per una ferita paghi 1 soldo, per due ferite 2
soldi, e in più le giornate di lavoro e l'onorario del medico. Se le ferite inferte al
capo saranno state più numerose, non si contino. Ma se avrà rotto le ossa, una o
più, faccia composizione con 3 soldi. Più di due [ossa rotte], non si contino. [...]

144. Se un maestro comacino con i suoi consoci avrà accettato, dopo aver definito
il patto sulla ricompensa, di restaurare una casa o di sopraelevarla, e sarà accaduto
che qualcuno muoia a motivo della stessa costruzione o per la caduta d'una trave
o per la caduta d'una pietra, allora non si richieda la composizione del danno al
padrone della casa, qualora il maestro comacino in solido con i suoi consoci non
faccia composizione dello stesso omicidio o del danno: infatti, poiché questi ha
pattuito il suo guadagno, giustamente deve sostenere anche il rischio. [...]

280. Se per qualsiasi motivo i coloni avranno fatto lega o ardito di fare adunanze
sediziose e si saranno opposti a qualcuno o gli avranno strappato di mano un
servo o un animale che il padrone avrà voluto prendere dalla casa del suo servo,
allora quegli che sarà stato a capo dei coloni sediziosi sia ucciso, oppure riscatti la
sua vita con un prezzo commisurato alla di lui stima; e chiunque avrà concorso,
per mal fare, alla stessa sedizione, paghi a titolo di composizione 12 soldi, metà al
re e metà a colui al quale avrà recato oltraggio o avrà ardito di opporsi. E se il
padrone che risulti aver voluto richiedere ed esigere beni di sua proprietà avrà
ricevuto dagli stessi coloni ferite o piaghe, sia fatta composizione in suo favore
nella misura che fu stabilita nei precedenti articoli. [...] E se qualcuno dei coloni
sarà stato ucciso, non sia richiesta composizione, giacché quegli che lo uccise
fece ciò per difendere e rivendicare i suoi beni. [...]

387. Se qualcuno, per sbaglio, non volendo, avrà ucciso un uomo libero, ne faccia
composizione nella misura della sua stima e non vi sia luogo a faida poiché non vi
fu dolo.

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