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10 Il meccanismo della divisa ampiamente rilevato dagli studiosi sui più svariati culti
di possessione, è particolarmente coerente ed evidente nel caso della chiamata dei
rab nello ndöp e degli orisha nel candomblé (cfr. Zempléni 1966, Cossard 1967 e
Bastide 1958, nonché Rouget 1986, in cui, alle pp. 134 e sgg., figura un’utilissima
sintesi sul tema). Vedremo come tale dispositivo abbia un notevole rilievo anche in
una parte del rituale degli Anastenaria: per questo ci siamo soffermati un po’ sulla
sua descrizione.
11Sul senso, tecnico e non spregiativo, di questo termine ci siamo soffermati nel
precedente paragrafo, cui rimandiamo anche per la sua significativa etimologia (da
fāqir, “povero”, cfr. nota 16 di I, 2).
12 Anche per questo discorso si è rivelato prezioso Rouget 1980, che dedica alla
transe araba, nei suoi rapporti con la musica, un ampio capitolo del suo ponderoso
lavoro.
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