52
Giugno 2017
Riqualificazione
impianti
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE PUBBLICITÀ 70% - FILIALE DI NOVARA
Disinfezione
termica
Sommario
PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE
52
Giugno 2017
E TERMOSTATICHE
- Esempio A1 Dimensionamento impianto con valvole manuali
- Esempio A2 Caratteristiche di funzionamento impianto riqualificato con VTS
non preregolabili
Disinfezione
termica
- Esempio A3 Caratteristiche di funzionamento impianto riqualificato con VTS
preregolabili e limitatori di ΔP
- Esempio A4 Caratteristiche di funzionamento impianto riqualificato con VTS
tipo DYNAMICAL®
- Quadro comparativo esempi svolti e relative osservazioni
Direttore responsabile:
Mario Doninelli 26 SITUAZIONE ATTUALE
- Cause dell’anomala situazione attuale
Responsabile di Redazione:
Fabrizio Guidetti
28 TRASFORMAZIONE IMPIANTI CON VTS DA BASSA AD ALTA RESA
Hanno collaborato a questo numero: - Tutela della salute e sostenibilità ambientale
- Claudio Ardizzoia - Costi di trasformazione
- Elia Cremona - Note ed osservazioni
- Alessandro Crimella
- Mario Doninelli
- Marco Doninelli 30 LA LEGIONELLA NEGLI IMPIANTI IDRO-SANITARI
- Domenico Mazzetti - Registro Nazionale della Legionellosi
- Renzo Planca
- Soggetti a rischio
- Alessia Soldarini
- Possibili esposizioni
- Mattia Tomasoni
- Come e dove si forma
Idraulica - Impianti e processi tecnologici a rischio
Pubblicazione registrata presso
il Tribunale di Novara 32 LE NUOVE LINEE GUIDA 2015
al n. 26/91 in data 28/9/91
34 LA PROTEZIONE DELLA RETE DELL'ACQUA FREDDA SANITARIA
Editore:
- Incidenza dello spessore dell'isolamento
Centrostampa S.r.l. Novara
Come è ormai ampiamente noto, il problema del La trattazione è essenzialmente suddivisa in quat-
risparmio energetico è di primaria importanza tro parti:
per la tutela della nostra salute e la sostenibilità Nella prima riconsidereremo e preciseremo meglio
del nostro pianeta. E, in tale ambito, sono di note- le principali caratteristiche e prestazioni delle nuo-
vole rilievo i risparmi che si possono ottenere ridu- ve DYNAMICAL®: valvole che, come abbiamo visto
cendo le dispersioni termiche degli edifici esistenti nell’ultimo numero di Idraulica, sono in grado di far
e migliorando l’efficienza termica dei loro impianti. funzionare gli impianti con la massima resa ed
Va infatti considerato che, in Europa, per riscal- evitare anche le disfunzioni che generalmente si ri-
dare gli edifici civili si consuma una percentuale scontrano negli impianti riqualificati con VTS tra-
molto alta del fabbisogno energetico totale. Motivo dizionali.
per cui diverse direttive europee hanno cercato, e
Nella seconda, con l’aiuto di alcuni esempi nume-
stanno tuttora cercando, di ridurre questi consumi,
rici facilmente generalizzabili, cercheremo di de-
ponendo obiettivi sempre più impegnativi da
terminare le prestazioni delle diverse soluzioni
raggiungere: direttive che, ad esempio, nel nostro
normalmente adottate per far funzionare con VTS
settore, hanno portato all’obbligo di riqualificare i
gli impianti considerati.
vecchi impianti centralizzati a colonne con val-
vole termostatiche (di seguito indicate anche col Nella terza, confronteremo fra loro tali prestazioni
simbolo VTS). Ed è relativamente a questo obbligo per poter disporre di un quadro comparativo in gra-
che, di seguito, riteniamo utile richiamare i princi- do di aiutarci a fare le giuste scelte.
pali aspetti tecnici che lo caratterizzano e la realtà Nella quarta parte infine, vedremo come è possibi-
della situazione attuale, che, in genere, come ve- le migliorare le prestazioni delle soluzioni più pe-
dremo meglio in seguito, non è conforme né agli nalizzanti: soluzioni che purtroppo rappresentano
obiettivi di cui sopra né ad una gestione economica di gran lunga la maggior parte degli impianti finora
e confortevole degli impianti. realizzati.
Il risparmio è l’energia
più pulita e meno
costosa
pag 3
3
Nel loro corpo valvola sono inseriti i seguenti tre
VALVOLE TIPO DYNAMICAL® componenti:
– un regolatore (o limitatore) di DP, con pretara-
Come visto nell’ultimo numero di Idraulica, queste tura fissa a circa 1 m c.a.. Il suo compito è quello
nuove valvole sono in grado di garantire da sole, di mantenere costante la differenza di
cioè senza il supporto di altri componenti, il corret- pressione con cui lavorano la valvola di prere-
to funzionamento degli impianti con VTS. golazione della portata e il dispositivo di regola-
zione termostatica della temperatura ambiente;
– una valvola di preregolazione delle portate
Regolatore Dispositivo di Valvola che (lavorando con il DP fisso sopra indicato)
di ∆p preregolazione termostatica
della portata semplice consente di limitare (a valvole aperte) le portate
massime dei radiatori, indipendentemente dalle
pressioni differenziali che sussistono a i capi dei
circuiti;
– una valvola termostatica semplice che (lavo-
rando con il DP fisso sopra indicato) consente
di regolare la temperatura ambiente in modo
stabile, confortevole e silenzioso.
∆p costante
È così possibile determinare (in modo molto sempli-
ce ed indipendente dalle pressioni a monte) le po-
sizioni di taratura delle valvole DYNAMICAL®
con diagrammi o tabelle del tipo sotto riportati:
100
Portata [l/h]
80 5
4
60
3
Zona di regolazione termostatica
della temperatura
40 2
20 1
0
0 1 2 3 4 5 6
∆P [m c.a.]
Zona di
preregolazione
della portata
massima
Pos. 1 2 3 4 5 6
Zona di preregolazione della l/h 20 40 55 70 80 90
pressione differenziale
4
Pertanto, in interventi di riqualificazione, le nuove
valvole:
– facilitano notevolmente il lavoro dei Progettisti
per quanto riguarda sia il rilievo dei dati sia la
loro rielaborazione;
– rendono molto più facile ed agevole il lavoro 00140
degli Installatori per quanto riguarda la messa ENTER
00020
ESC AUTO/OFF
ZERO
5
Schema 1 Schema 2
Tipologia distributiva con cui sono stati realizzati i primi Tipologia distributiva con cui è stata realizzata la mag-
impianti a zone. gior parte degli impianti a zone.
Le cassette di zona sono generalmente di dimensioni molto Le cassette di zona sono generalmente costituite da una
limitate e costituite solo da due valvole di intercettazione valvola di zona, un contatore di calore e valvole di in-
manuali a saracinesca. tercettazione.
Schema impianto centralizzato a zone con distribuzione interna con rete di distribuzione interna a 2 tubi 1
6 Pag. 6
Schema 3 Schema 4
Sistema distributivo utilizzato in impianti centralizzati Sistema distributivo con derivazioni a lungo sviluppo
che servono case a schiera. orizzontale (usato ad es. in scuole, uffici, alberghi,
Tale distribuzione è caratterizzata dalle forti differenze ospedali, case di cura).
di DP con cui lavorano i radiatori delle prime e delle ulti- Tale distribuzione è caratterizzata dalle forti differenze
me case servite. di DP con cui lavorano i radiatori serviti.
Schema impianto centralizzato a servizio di case a schiera con distribuzione interna a collettori 3
Pag. 77
Dati generali di progetto:
PRESTAZIONI IMPIANTI MEDIO-GRANDI
A VALVOLE MANUALI E TERMOSTATICHE − Tmax = 75°C temperatura massima di mandata
Per meglio mettere a fuoco le principali caratte- − DT = 10°C salto termico di progetto
ristiche e prestazioni di questi impianti, di seguito − L = 4 m lunghezza tubi (mandata e ritorno)
dimensioneremo un impianto a colonne con valvo- circuito radiatori
le manuali. Considereremo poi le varie prestazioni
ottenibili dotando tale impianto dei diversi tipi di − L = 6 m lunghezza tubi (mandata e ritorno)
colonne fra piano e piano
valvole termostatiche (VTS) utilizzabili. A tal fine
svilupperemo i seguenti esempi: − L = 4 m lunghezza tubi (mandata e ritorno)
colonne fra coll. di base e circ. rad. 1° p.
es. A1 Dimensionamento impianto con valvole
manuali − Lunghezza tubi collettore di base: ved. disegno pianta
es. A2 Caratteristiche di funzionamento impianto x = 15 coeff. pdc loc. (perdite di carico localizzate)
riqualificato con VTS non preregolabili circuiti radiatori: attacchi, valvole, radiatori
e detentori.
es. A3 Caratteristiche di funzionamento impianto
x = 4 coeff. pdc loc. derivazioni e confluenze fra
riqualificato con VTS preregolabili e limi-
circ. rad./colonne e colonne/collettore di base
tatori di DP
− Fabbisogno termico dei radiatori
es. A4 Caratteristiche di funzionamento impianto
riqualificato con VTS tipo DYNAMICAL ® - colonna I Q singoli radiatori = 1.600 kcal/h
- colonna II a “ “ “ = 1.200 “
Note in merito al funzionamento dell’impianto - colonna II b “ “ “ = 920 “
con VTS preregolabili senza limitatori di DP
- colonna III “ “ “ = 600 “
Non svilupperemo l’esempio relativo a questo caso in
quanto le prestazioni ottenibili sono sostanzialmente - colonna IV a “ “ “ = 800 “
simili a quelle degli impianti che funzionano con VTS
- colonna IV b “ “ “ = 760 “
non preregolabili. Senza il supporto dei limitatori di DP
è infatti rischioso preregolare, in modo empirico, le - colonna V “ “ “ = 1.000 “
portate dei radiatori. Si corre il rischio di aumentare
- colonna VI a “ “ “ = 720 “
ulteriormente le differenze di pressione in rete e quindi
la rumorosità delle valvole termostatiche. - colonna VI b “ “ “ = 680 “
8
Pag. 8
I IV VIII
6m 6m 6m
III VI
2m 2m
6m 6m 6m
II V VII
10 m 2m 4m 4m 4m 4m 4m 2m
7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7
6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Pag. 9
Dimensionamento ultima colonna (col. VIII)
69 mm c.a.
Circuito radiatore 7 1/2" 7 G = 180 l/h
1/2"
− portata progetto: GP = Q / DT = 1.800 / 10 = 180 l/h
180 l/h
− scelta diametro: Ø = 1/2”, cui corrispondono:
r = 6,6 mm c.a./m (pdc lineari unitarie) 120 mm c.a.
v = 0,24 m/s (velocità fluido) 6 G = 241 l/h
69 mm c.a.
1/2" 7 G = 180 l/h
1/2"
313 mm c.a.
Circuito radiatore 6 3/8" 4 G = 223 l/h
1"
− portata progetto: GP = Q / DT = 1.800 / 10 = 180 l/h
813 l/h
− scelta diametro: Ø = 1/2”, cui corrispondono:
r = 6,6 mm c.a./m (pdc lineari unitarie) 392 mm c.a.
v = 0,24 m/s (velocità fluido) 3/8" 3 G = 251 l/h
1"
− pdc cont. : HR = r · L = 6,6 · 4 = 26,4 mm c.a.
1.064 l/h
− pdc loc. : HZ = 42,9 mm c.a. (x = 15, v = 0,24 m/s)
− pdc tot. : HT = HR + HZ = 69,3 mm c.a. 523 mm c.a.
3/8" 2 G = 292 l/h
− portata calcolata in base al DP che sussiste al nodo 6 1 1/4"
G = 180 · ( 120,5 / 69,3) 0,525 = 241 l/h 1.355 l/h
10 Pag. 10
Dimensionamento penultima colonna (col. VII) Determinazione nuova portata colonna
Si dimensiona la colonna con lo stesso metodo utilizza- − G VII = 1.543 · 1,065 = 1.643 l/h
to per colonna VIII. Si ottengono così i seguenti dati:
Determinazione nuove portate radiatori
− G 7 = 140 · 1,065 = 149 l/h
Colonna VII − G 6 = 188 · 1,065 = 200 l/h
42 mm c.a.
− G 5 = 237 · 1,065 = 252 l/h
1/2" 7 G = 140 l/h
− G 4 = 191 · 1,065 = 203 l/h
1/2"
140 l/h − G 3 = 219 · 1,065 = 233 l/h
− G 2 = 258 · 1,065 = 275 l/h
74 mm c.a.
1/2" 6 G = 188 l/h − G 1 = 311 · 1,065 = 337 l/h
3/4"
328 l/h Fattore correttivo differenze di pressione
FDP = DP B / DP C
115 mm c.a.
1/2" 5 G = 237 l/h dove:
3/4"
DP B = DP di bilanciamento al collettore
564 l/h
DP C = DP di calcolo colonna (vecchia prevalenza)
231 mm c.a. Risulta pertanto: FDP = 878 / 778 = 1,128
3/8" 4 G = 191 l/h
1"
755 l/h
Determinazione nuovi DP circuiti radiatori
− DP 7 = 42 · 1,128 = 48 mm c.a
299 mm c.a. − DP 6 = 74 · 1,128 = 84 mm c.a
3/8" 3 G = 219 l/h
1" − DP 5 = 115 · 1,128 = 130 mm c.a
974 l/h
− DP 4 = 237 · 1,128 = 267 mm c.a
411 mm c.a.
− DP 3 = 299 · 1,128 = 338 mm c.a
3/8" 2 G = 258 l/h
− DP 2 = 411 · 1,128 = 463 mm c.a
1"
1.232 l/h − DP 1 = 585 · 1,128 = 660 mm c.a
878 mm c.a.
Caratteristiche pompa
Risulta pertanto: FG= ( 878 / 778) 0,525 = 1,065 H = 806 + 1.720 + 2.000 = 4.526 mm c.a.
11
Pag. 11
Quadro riassuntivo dati di progetto esempio con valvole manuali
I IIa IIb III IVa IVb V VIa VIb VII VIII
1/2" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 1/2" 3/8" 3/8" 1/2" 1/2"
7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7
1/2" 1/2" 3/8" 1/2" 1/2" 1/2" 1/2" 1/2"
1/2" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 1/2" 3/8" 3/8" 1/2" 1/2"
6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
1/2" 3/4" 3/8" 3/4" 1/2" 3/4" 3/4" 3/4"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 1/2" 3/8"
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
3/4" 1" 1/2" 3/4" 3/4" 3/4" 3/4" 3/4"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
3/4" 1" 3/4" 1" 3/4" 1" 1" 1"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
1" 1 1/4" 3/4" 1 1/4" 1" 1 1/4" 1" 1"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
1" 1 1/2" 1" 1 1/4" 1" 1 1/4" 1" 1 1/4"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1/4" 1 1/2" 1" 1 1/4" 1 1/4" 1 1/4" 1 1/4" 1 1/4"
Rad. I IIa IIb III IVa IVb V VIa VIb VII VIII
1.600 1.200 920 600 800 760 1.000 720 680 1.400 1.800
[kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h]
7 191 130 130 73 81 81 116 75 75 149 180
6 255 184 184 102 115 115 155 107 107 200 241
5 261 241 241 193 150 150 224 140 140 252 170
4 314 287 287 215 227 227 283 211 211 203 223
3 401 372 372 260 278 278 390 260 260 233 251
2 449 413 413 334 306 306 454 285 285 275 292
1 521 447 447 445 351 351 556 327 327 331 309
12 Pag. 12
Osservazioni Maggior costi di gestione delle pompe
Come determinato a pag. 11, la portata e la prevalenza
I dati dell’esempio svolto evidenziano che l’impianto
richieste dall’impianto considerato risultano:
(come tutti gli impianti medio-grandi a colonne con
valvole manuali) funziona con notevoli differenze fra G POMPA = 19.475 l/h; H POMPA = 4.526 mm c.a.
le portate effettive e quelle teoriche di progetto.
Il motivo è dovuto al fatto che i DP in rete continuano a
crescere sia lungo le colonne (dal piano più alto a quello
H [mm c.a.]
più basso) sia lungo il collettore di base (dall’ultima alla 8
prima colonna).
Il disegno sotto riportato evidenzia come crescono i DP 6
dell’ultima colonna e come variano le portate effettive
rispetto a quelle teoriche di progetto. 4
Colonna VIII 0
0 5 10 15 20 25 30
69 mm c.a. GE = 180 l/h G [m3/h]
1/2" 7
GT = 180 l/h
1/2"
180 l/h
Valori che sono chiaramente superiori a quelli necessari
per mantenere in circolazione la giusta portata di progetto
120 mm c.a. GE = 241 l/h (G T = Σ Q RAD / DT = 8.036 l/h) e che pertanto comportano
1/2" 6
GT = 180 l/h maggior costi di gestione delle pompe.
3/4"
421 l/h
Squilibri termici
187 mm c.a. GE = 170 l/h Sono dovuti al fatto che i radiatori dei primi piani ven-
3/8" 5 gono serviti con portate più elevate rispetto a quelle de-
GT = 180 l/h
3/4" gli ultimi: cosa che comporta sensibili differenze della
590 l/h temperatura ambiente fra questi piani.
13
Esempio A2 Tratto di colonna rad. 6 – rad. 5
Caratteristiche di funzionamento − portata: G = 367 l/h
impianto riqualificato con VTS non preregolabili
− in base al diametro esistente (3/4”) risulta:
r = 6,0 mm c.a./m (pdc lineari unitarie)
v = 0,28 m/s (velocità fluido)
− pdc cont. : HR = r · L = 6,0 · 6 = 36,0 mm c.a.
− pdc loc. : HZ = 14,9 mm c.a. (x = 4, v = 0,28 m/s)
− pdc tot. : HT = HR + HZ = 50,9 mm c.a.
− DP5 = DP6 + 50,9 = 759,2 + 50,9 = 810,1 mm c.a.
Circuito radiatore 7
810 mm c.a.
− portata progetto: GP = Q / DT = 1.800 / 10 = 180 l/h 3/8" 5 G = 184 l/h
3/4"
− in base al diametro esistente (1/2”) risulta: 551 l/h
r = 6,6 mm c.a./m (pdc lineari unitarie)
− pdc cont. : HR = r · L = 6,6 · 4 = 26,4 mm c.a.
921 mm c.a.
− pdc loc. (valvola e detentore) HZ = 681,6 mm c.a. 3/8" 4 G = 197 l/h
1"
− pdc tot. : HT = HR + HZ = 708 mm c.a.
748 l/h
14
Nuove portate e nuovi DP colonna VII Determinazione nuova portata colonna
Si dimensiona la colonna con lo stesso metodo utilizzato − G VII = 1.100 · 1,256 = 1.382 l/h
per dimensionare la colonna VIII. Si ottengono così i
seguenti dati:
Determinazione nuove portate radiatori
563 mm c.a.
3/8" 4 G = 154 l/h Determinazione nuovi DP circuiti radiatori
1"
− DP 7 = 429 · 1,542 = 661 mm c.a
590 l/h
− DP 6 = 467 · 1,542 = 710 mm c.a
605 mm c.a. − DP 5 = 492 · 1,542 = 759 mm c.a
3/8" 3 G = 160 l/h
− DP 4 = 563 · 1,542 = 868 mm c.a
1"
750 l/h
− DP 3 = 605 · 1,542 = 934 mm c.a
− DP 2 = 673 · 1,542 = 1.037 mm c.a
673 mm c.a. − DP 1 = 772 · 1,542 = 1.190 mm c.a
3/8" 2 G = 169 l/h
1"
919 l/h
Dimensionamento altre colonne e collettore
1.348 mm c.a.
Portata
Si determina sommando le portate (ved. relativi valori a
pag. 16) dei radiatori serviti:
1.389 l/h 1 1/4"
G= Σ G RAD = 15.819 l/h
Prevalenza
Si ottiene come somma dei seguenti valori:
Si bilancia poi la colonna (ved. 1° Quaderno
Caleffi, pag 67÷69) al valore di DP che sussiste ai − pdc ultima colonna = 1.297 mm c.a,
suoi punti di collegamento col collettore di base. − pdc collettori di base = 1.214 mm c.a,
− pdc centrale termica = 1.347 mm c.a,
Fattore correttivo portate
H = 1.297 + 1.214 + 1.357 = 3.858 mm c.a.
FG = (DP B / DP C) 0,525
dove: Nota: La pdc della centrale termica è stata ottenuta (ved.
formula, 1° Quaderno Caleffi, pag. 67) in base:
DP B = DP di bilanciamento al collettore
− alle pdc di centrale e alla portata totale dell’es. A1,
DP C = DP di calcolo colonna (vecchia prevalenza) − alla portata totale dell’esempio considerato.
Risulta pertanto: FG = ( 1.348 / 873 ) 0,525 = 1,256 pdc CT = ( 15.819 / 19.475 ) 1,9 · 2.000 = 1.347 mm c.a
15
Quadro riassuntivo dati di progetto esempio con VTS non preregolabili
I IIa IIb III IVa IVb V VIa VIb VII VIII
1/2" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 1/2" 3/8" 3/8" 1/2" 1/2"
7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7
1/2" 1/2" 3/8" 1/2" 1/2" 1/2" 1/2" 1/2"
1/2" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 1/2" 3/8" 3/8" 1/2" 1/2"
6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
1/2" 3/4" 3/8" 3/4" 1/2" 3/4" 3/4" 3/4"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 1/2" 3/8"
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
3/4" 1" 1/2" 3/4" 3/4" 3/4" 3/4" 3/4"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
3/4" 1" 3/4" 1" 3/4" 1" 1" 1"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
1" 1 1/4" 3/4" 1 1/4" 1" 1 1/4" 1" 1"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
1" 1 1/2" 1" 1 1/4" 1" 1 1/4" 1" 1 1/4"
3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8" 3/8"
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1 1/4" 1 1/2" 1" 1 1/4" 1 1/4" 1 1/4" 1 1/4" 1 1/4"
Rad. I IIa IIb III IVa IVb V VIa VIb VII VIII
1.600 1.200 920 600 800 760 1.000 720 680 1.400 1.800
[kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h]
7 200 166 166 118 126 126 154 121 121 176 180
6 208 188 188 133 143 143 157 137 137 183 187
5 224 208 208 181 159 159 241 153 153 189 184
4 238 224 224 190 193 193 261 186 186 193 197
3 262 251 251 207 213 213 299 206 206 201 205
2 275 263 263 234 223 223 320 215 215 212 216
1 293 272 272 272 237 237 352 229 229 228 220
16 Pag. 16
Osservazioni tenibili con gli impianti a VTS correttamente riqualifica-
ti (ved. in merito es. A3 e A4).
Questi impianti presentano due problemi che ne limitano Pertanto le caldaie degli impianti considerati sfruttano
sensibilmente le prestazioni: molto meno il fenomeno di condensazione dei fumi, e
il primo dipende dal fatto che, con VTS in completa quindi funzionano con rese sensibilmente più basse.
apertura, sussistono forti variazioni di DP in rete e
quindi forti differenze fra le portate effettive e quelle Maggior costi di gestione delle pompe
teoriche di progetto (ved. relativi dati esempio svolto);
Come determinato a pag. 15, con VTS in completa aper-
il secondo, invece, dipende, dal fatto che il chiudersi
tura le caratteristiche idrauliche della pompa risultano:
delle VTS comporta ulteriori incrementi dei DP in re-
te e quindi può provocare il funzionamento rumoroso G POMPA = 15.819 l/h; H POMPA = 3.858 mm c.a.
delle valvole stesse.
H [mm c.a.]
4
0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
G [m3/h]
80°
Curva climatica
70° semplice
60°
50°
40°
30° Zona
condensazione
20°
20° 15° 10° 5° 0° -5°
Altri aspetti negativi
17
Esempio A3 Tratto di colonna rad. 6 – rad. 5
Caratteristiche di funzionamento impianto − portata: G = 90 + 90 = 180 l/h
riqualificato con VTS preregolabili e limitatori di DP − pdc tratto rete = 13 mm c.a.
Circuito radiatore 5
− portata progetto: GP = Q / DT = 1.800 / 20 = 90 l/h
− DP5 = DP6 + 13 = 1.014 + 13 = 1.027 mm c.a.
− Posizione taratura valvola = 4
2000
− Posizione taratura valvola = 4
1000
Tratto di colonna rad. 4 – rad. 3
− portata: G = 270 + 90 = 360 l/h
500 − pdc tratto rete = 17 mm c.a.
Circuito radiatore 3
200
− portata progetto: GP = Q / DT = 1.800 / 20 = 90 l/h
100 − DP3 = DP4 + 17 = 1.055 + 17 = 1.072 mm c.a.
20
50
100
200
300
− DP6 = DP7 + 14 = 1.000 + 14 = 1.014 mm c.a. Si procede come nel caso dell’ultima colonna. I relativi
− Posizione taratura valvola = 4 dati sono riportati nel quadro riassuntivo della pagina a lato.
18
Pag. 18
Quadro riassuntivo dati di progetto esempio con VTS preregolabili e limitatori di ΔP
I IIa IIb III IVa IVb V VIa VIb VII VIII
3 3 2 1 2 2 2 1 1 3 4
7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7
3 3 2 1 2 2 2 1 1 3 4
6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
3 3 2 1 2 2 2 1 1 3 4
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
3 3 2 1 2 2 2 1 1 3 4
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
3 3 2 1 2 2 2 1 1 3 4
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
3 3 2 1 2 2 2 1 1 3 4
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
3 3 2 1 2 2 2 1 1 3 4
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
2.363 mm c.a. 2.338 mm c.a. 2.329 mm c.a. 2.322 mm c.a. 2.309 mm c.a. 2.302 mm c.a. 2.285 mm c.a. 2.261 mm c.a. 2.250 mm c.a.
I loro valori sono calcolati come indicato a pag. 15: Come sappiamo, le principali difficoltà che riguardano la
G= Σ G RAD = 4.018 l/h riqualificazione di questi impianti sono dovute alla man-
canza di elaborati di progetto. Tuttavia, ipotizzando il
H = 2.250 + 113 + 100 = 2.463 mm c.a.
corretto bilanciamento dei limitatori di DP e delle valvo-
La prevalenza è ottenuta sommando le pdc dell’ultima le dei radiatori, le loro prestazioni sono sostanzialmente
colonna, del collettore di base e della CT. simili a quelle ottenibili con le DYNAMICAL® (ved. pag. 23).
19
Esempio A4 Nuove portate e posizioni taratura rad. colonna VIa
Caratteristiche di funzionamento impianto
riqualificato con VTS tipo DYNAMICAL® Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
Determinare i nuovi valori delle portate e delle pressioni − portata progetto: GP = Q / DT = 680 / 20 = 34 l/h
ottenibili sostituendo, nell’impianto dell’es. A1, le valvo- − pos. tar. valvola = 2
le manuali con VTS tipo DYNAMICAL® così preregolabili:
− portata effettiva = 40 l/h
100
Portata[l/h]
6
6
Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
Portata
80
80 5
5
4
− portata progetto: GP = Q / DT = 1.000 / 20 = 50 l/h
4
60
60
− pos. tar. valvola = 3
3
3
− portata effettiva = 55 l/h
40
40 2
2
Nuove portate e posizioni taratura rad. colonna IVa
20
20 1
1
Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
0
− portata progetto: GP = Q / DT = 800 / 20 = 40 l/h
0
0
0 1
1 2
2 3
3 4
4 5
5 6
6 − pos. tar. valvola = 2
ΔP [m
ΔP [m c.a.]
c.a.]
− portata effettiva = 40 l/h
Nuove portate e posizioni taratura rad. colonna VIII Nuove portate e posizioni taratura rad. colonna III
Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
Nuove portate e posizioni taratura rad. colonna VII Nuove portate e posizioni taratura rad. colonna IIa
Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1
20
Nuove portate e posizioni taratura rad. colonna IIa Caratteristiche pompa
Radiatore 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 Portata
− portata progetto: GP = Q / DT = 1.200 / 20 = 60 l/h Si determina sommando le portate di progetto (ved. relativi
− pos. tar. valvola = 3 valori a pag. 22) dei radiatori serviti:
− portata effettiva = 80 l/h pdc CT = ( 4.018 / 19.475 ) 1,9 · 2.000 = 100 mm c.a.
21
Quadro riassuntivo dati di progetto esempio con VTS preregolabili e limitatori di ΔP
I IIa IIb III IVa IVb V VIa VIb VII VIII
5 3 3 2 2 2 3 2 2 4 6
7 7 7 7 7 7 7 7 7 7 7
5 3 3 2 2 2 3 2 2 4 6
6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
5 3 3 2 2 2 3 2 2 4 6
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
5 3 3 2 2 2 3 2 2 4 6
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
5 3 3 2 2 2 3 2 2 4 6
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
5 3 3 2 2 2 3 2 2 4 6
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
5 3 3 2 2 2 3 2 2 4 6
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
1.267 mm c.a. 1.242 mm c.a. 1.233 mm c.a. 1.226 mm c.a. 1.214 mm c.a. 1.206 mm c.a. 1.189 mm c.a. 1.165 mm c.a. 1.154 mm c.a.
Rad. I IIa IIb III IVa IVb V VIa VIb VII VIII
1.600 1.200 920 600 800 760 1.000 720 680 1.400 1.800
[kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h] (kcal/h) [kcal/h] [kcal/h] [kcal/h]
7 80 60 46 30 40 38 50 36 34 70 90
6 80 60 46 30 40 38 50 36 34 70 90
5 80 60 46 30 40 38 50 36 34 70 90
4 80 60 46 30 40 38 50 36 34 70 90
3 80 60 46 30 40 38 50 36 34 70 90
2 80 60 46 30 40 38 50 36 34 70 90
1 80 60 46 30 40 38 50 36 34 70 90
22
Osservazioni meglio il fenomeno di condensazione dei fumi e quindi
funzionano con rese sensibilmente più alte di quelle ot-
Come abbiamo visto, le DYNAMICAL® sono valvole dota- tenibili con impianti a VTS senza limitatori di DP.
te di un limitatore interno di DP con pretaratura fissa a
circa 1 m c.a. e di un regolatore della portata massima:
caratteristiche che consentono sia di evitare problemi di Minor costi di gestione delle pompe
rumorosità sia di poter garantire ad ogni radiatore (con Come determinato a pag. 21, con VTS in completa aper-
valvole aperte o in parziale chiusura) le giuste portate. tura le caratteristiche idrauliche della pompa risultano:
G POMPA = 4.018 l/h; H POMPA = 1.367 mm c.a.
No rumorosità
5
H [mm c.a.]
4
0
Pertanto queste valvole consentono di far funzionare gli 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
impianti anche con regolazioni primarie a curve clima- G [m3/h]
tiche di tipo maggiorato (ved. Idraulica 51, pag. 23). Ne
consegue che esse consentono di ottenere le seguenti
prestazioni:
Valori che sono di gran lunga inferiori a quelli richiesti
dagli impianti a VTS senza limitatori di DP.
Resa ottimale delle caldaie a condensazione
In base ai dati di progetto dell’esempio considerato: Assenza di squilibri termici
– temp. min. est.: -5°C, In quanto le valvole di questi impianti lavorano quasi
– temp. media mandata: 70°C, sempre in chiusura parziale. Le uniche eccezioni si veri-
ficano quando le temperature esterne sono minime op-
– nuovo salto termico: DT = 20°C, pure nei periodi di messa a regime: casi, comunque, in
– nuova temp. max. mandata: 70 + ( 20/2 ) = 80°C cui l’equilibrio termico è assicurato dal fatto che le por-
tate dei radiatori sono correttamente preregolate.
e ad una regolazione primaria con curva climatica
maggiorata del tipo sotto riportato, il diagramma di
funzionamento dell’impianto (senza apporti di calore e-
sterno) risulta:
80°
Curva climatica
70° maggiorata
60°
50°
40°
30° Zona
condensazione
20°
20° 15° 10° 5° 0° -5° Assenza di altri aspetti negativi
Le DYNAMICAL®, infatti, per la loro capacità di tener sotto
controllo i DP con cui lavorano e le portate dei radiatori,
Da tale diagramma possiamo notare che le temperature sono in grado di evitare sia il funzionamento rumoroso
di ritorno in caldaia sono sensibilmente più basse di e il trafilamento delle valvole sia i lunghi tempi di mes-
quelle ottenibili con impianti a VTS senza limitatori di sa a regime degli impianti, vale a dire le principali di-
DP (ved. note in merito es. A2). sfunzioni che caratterizzano il funzionamento degli im-
Pertanto le caldaie degli impianti considerati sfruttano pianti senza limitatori di DP.
23
Quadro comparativo esempi svolti la seconda, che possiamo definire ad alta efficienza
e relative osservazioni termica (alta resa), comprende invece gli impianti a VTS
con limitatori di DP alla base delle colonne oppure con valvo-
In base agli esempi svolti possiamo suddividere gli im- le tipo DYNAMICAL®.
pianti centralizzati a colonne riqualificati con VTS in Di seguito compareremo fra loro le diverse prestazioni di
due diverse tipologie: queste tipologie. A tal fine, per gli impianti a bassa resa,
la prima, che possiamo definire a bassa efficienza ter- faremo riferimento alle osservazioni dell’es.A2 (impianti
mica (bassa resa), comprende gli impianti a VTS senza riqualificati con VTS non preregolabili) mentre, per gli
limitatori di DP né alla base delle colonne né interni (è il caso impianti ad alta resa faremo riferimento alle osservazioni
delle DYNAMICAL®) al corpo valvola dei radiatori; dell’es. A4 (impianti riqualificati con DYNAMICAL®).
Impianti riqualificati a bassa resa Impianti riqualificati ad alta resa Vantaggi impianti ad alta resa
Minor costi di gestione delle
5 5
H [mm c.a.]
H [mm c.a.]
pompe
4 4 dovuti al fatto che gli impianti ad
alta resa funzionano con portate
3 3
e prevalenze molto più basse di
2 2 quelle richieste dagli impianti a
bassa resa.
1 1
0 0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
G [m3/h] G [m3/h]
Pag. 24
24
IMPIANTI RIQUALIFICATI A BASSA RESA IMPIANTI RIQUALIFICATI AD ALTA RESA
Dalla comparazione delle diverse prestazioni ottenute si alta resa sono mediamente superiori del 10÷12% ri-
può dedurre che i risparmi ottenibili con le soluzioni ad spetto a quelli ottenibili con le soluzioni a bassa resa.
Differenza
resa
10÷12%
Pag. 25
25
SITUAZIONE ATTUALE Fabbisogni energetici specifici (kWh/m2a)
250
Da quanto ci risulta non meno del 90÷95% degli
impianti a colonne finora riqualificati con VTS 200
sono del tipo a bassa resa: cioè realizzati con VTS -32%
non preregolabili oppure con VTS preregolabili ma 150 -44%
senza regolatori di DP. Impianti questi che, come
abbiamo visto, funzionano con una resa inferiore 100 -72%
del 10÷12% rispetto a quella degli impianti (ad alta
50
resa) che sfruttano tutti, e non solo in parte, i bene- -96%
fici ottenibili con le VTS. 0
Ne consegue che questi impianti a colonne Edifici 1976 1991 CasaClima Casa
storici Legge 373 Legge 10 C passiva
mal riqualificati non sono in grado di sfruttare,
e quindi di far risparmiare, il 10÷12% dell’ener-
gia totale che essi consumano.
Per quanto riguarda il costo della bolletta energe-
La situazione è inoltre aggravata dal fatto che i
tica nazionale si deve invece tener conto del fatto
mancati risparmi non sono relativi ad un settore
che, in Italia, l’energia utilizzata per riscaldare gli
di nicchia, bensì ad un settore i cui consumi
ambienti civili rappresenta circa il 35% dei con-
energetici sono di notevole rilevanza per quanto
sumi totali. Pertanto i mancati risparmi di cui sopra
riguarda sia l’inquinamento ambientale sia il co-
hanno una forte incidenza sul costo delle importa-
sto della bolletta energetica nazionale.
zioni dall’estero.
Va infatti considerato che in Italia gli impianti cen-
tralizzati a colonne (realizzati più o meno fino al Dunque, considerata la notevole entità di energia
1980) riscaldano circa 7.500.000 alloggi, per di in gioco, l’attuale situazione italiana degli impianti
più in edifici il cui fabbisogno energetico specifico centralizzati a colonne riqualificati con VTS com-
supera del 45÷50% quello degli edifici costruiti ne- porta i danni, i maggior costi e le possibili anomalie
gli anni successivi. di funzionamento di seguito riportati:
7.000.000
6.000.000
5.000.000
4.000.000
3.000.000
2.000.000
1.000.000
0
< 1919 1919÷1945 1946÷1960 1961÷1971 1972÷1981 1982÷1991 1992÷2000
26
Maggior inquinamento dell’aria per il più eleva- Maggior costi di gestione per i maggior consumi
to consumo di combustibili fossili. delle pompe e la minor resa delle caldaie.
Minor sostenibilità dell’ambiente per le stesse Possibile minor comfort termo-acustico per
ragioni di cui sopra. scompensi termici e rumorosità delle valvole.
Maggior costi della bolletta energetica con un no- Va infine considerato che gli impianti riqualificati
tevole aggravio del bilancio economico nazionale. con VTS a bassa resa possono essere anche esposti
al rischio di contestazioni. Il motivo è che se, per
legge, è prescritto l'uso di un componente si deve
garantire anche il suo corretto utilizzo e non un suo
sottoutilizzo.
27
Tutela della salute e sostenibilità ambientale
TRASFORMAZIONE IMPIANTI CON VTS
DA BASSA AD ALTA RESA Per quanto riguarda la tutela della salute, i man-
cati risparmi considerati comportano infatti l'im-
missione in atmosfera di una notevole quantità di
Come abbiamo già visto è oggi possibile trasfor- sostanze inquinanti (gas tossici, polveri sottili,
mare facilmente gli impianti riqualificati con VTS del ecc…): cosa che provoca un sensibile incremento
tipo a bassa resa in impianti ad alta resa. A tal fine dello smog. Fenomeno che, come ormai chiara-
è infatti sufficiente sostituire i corpi valvola delle mente documentato, può causare malattie cardio-
VTS già installate con le DYNAMICAL®. vascolari, tumori ed altre gravi patologie. In meri-
È così possibile evitare tutti gli sprechi e le anomalie to, ad esempio, il rapporto "Qualità dell'aria in
di funzionamento che caratterizzano parte degli Europa 2016" dell'Agenzia Europea per l'am-
impianti finora riqualificati. biente, segnala che “lo smog resta il maggior pe-
Per avere un’idea più chiara e immediata degli ricolo per tutti, con una conseguente minore quali-
sprechi che possiamo evitare con una simile tra- tà della vita a causa di malattie e una stima di
sformazione, basta pensare che nel nostro Paese: 467mila morti premature ogni anno, come quelle
attribuibili a questo fattore nel 2013”.
1. gli alloggi serviti con impianti centralizzati a
Il maggior consumo di combustibile provoca anche
colonne, ved. pag. 26, sono circa 7.500.000;
l'immissione in atmosfera di una notevole quantità
2. buona parte questi impianti sono stati riqualificati di anidride carbonica: gas che contribuisce a far
con soluzioni a bassa resa; crescere l’effetto serra e quindi a provocare gravi
3. come già considerato, la diversa resa tra impian- danni all’ambiente, quali ad esempio: i cambiamen-
ti con VTS ad alta e bassa resa è del 10÷12%. ti del clima, lo scioglimento dei ghiacciai con la
sommersione di ampie zone costiere, l’inondazione
Dati da cui possiamo dedurre che, trasformando gli degli estuari dei fiumi e il forte incremento dei di-
impianti considerati da bassa ad alta resa, è possi- sastri legati al clima (inondazioni, uragani, siccità,
bile risparmiare energia sufficiente a riscaldare terre desertificate).
750.000÷800.000 alloggi ad elevato fabbisogno Per quanto riguarda infine la sostenibilità ambien-
energetico specifico. Ed è quindi possibile ottene- tale, i danni sono dovuti soprattutto al consumo di
re benefici di grande rilievo per quanto riguar- una grande quantità di materie prime (petrolio e gas
da la tutela della salute, la sostenibilità dell’am- naturale) non rinnovabili e le cui scorte sono desti-
biente e la convenienza economica degli Utenti. nate ad esaurirsi in tempi relativamente brevi.
In Italia, trasformando gli impianti a colonne con VTS da bassa ad alta resa
è possibile risparmiare una quantità di energia sufficiente a riscaldare
750.000÷800.000 alloggi ad elevato fabbisogno termico specifico.
28 Pag. 28
Costi di trasformazione Note ed osservazioni
Non sono particolarmente elevati, dato che si devo- Resta, comunque, assai difficile risolvere in modo
no sostituire solo i vecchi corpi valvola delle VTS soddisfacente quello che possiamo definire il pro-
con quelli delle DYNAMICAL® ed effettuare le blema di riqualificazione degli impianti mal ri-
opportune regolazioni in centrale termica. qualificati. Perché, in ogni caso, le decisioni finali
Va tuttavia considerato che gli Utenti possono ave- spettano alle assemblee degli Utenti, ben poco pro-
re difficoltà a sostenere nuove spese e che tali diffi- pensi ad approvare interventi non richiesti esplici-
coltà possono essere superate solo se si è in grado tamente da leggi o regolamenti. E, di certo, non
di far pervenire agli Utenti stessi un’informazione può bastare il solo impegno dei Progettisti e
chiara e precisa, capace di ben evidenziare che la degli Installatori a risolvere il problema.
trasformazione del loro impianto a VTS, da bassa Manca il supporto di una valida e diffusa infor-
ad alta resa, è necessaria e conveniente:
mazione tecnica (sia quella che possiamo definire
3 perché serve a rispettare non solo la forma, ma tradizionale sia quella riservata agli Amministrato-
anche la sostanza delle leggi vigenti: leggi ri) perché di fatto, almeno da quanto ci risulta, igno-
emanate per tutelare la sostenibilità del nostro ra la realtà delle riqualificazioni attuali e l’esigenza
pianeta e il rispetto della vita umana; di rimetterle in discussione. Inoltre, e soprattutto,
3 perché consente di ridurre del 10-12% i costi e mancano indicazioni normative chiare, esaurien-
quindi le bollette del riscaldamento; ti e possibilmente concise: non è sufficiente dire
3 perché assicura miglior condizioni di comfort che gli impianti devono funzionare con valvole
sia termico che acustico; termostatiche bisogna anche specificare chiaramen-
3 perché incrementa l’efficienza termica dell’im- te quali devono essere le loro condizioni di lavoro.
pianto e quindi il valore degli alloggi. Dunque, senza azioni coordinate e responsabili in
Va inoltre evidenziato che le relative spese godono merito, si corre il rischio di affrontare il futuro
di agevolazioni fiscali e possono essere pagate an- con la quasi totalità del patrimonio edilizio na-
che con prestiti bancari rimborsabili, in pochi zionale mal riqualificato, in netto contrasto con le
anni, con quote dei risparmi ottenuti grazie agli direttive europee in tema di risparmio energetico,
interventi stessi. tutela della salute e rispetto dell'ambiente.
Principali benefici ottenibili trasformando gli impianti a colonne riqualificati con VTS da bassa ad elevata resa
Pag. 29
29
LA LEGIONELLA
NEGLI IMPIANTI IDRICO SANITARI
Ingg. Mattia Tomasoni e Alessia Soldarini
Le infezioni da Legionella rappresentano un delle reti di acqua calda e fredda sanitaria dalla
problema sempre più grave per la salute Legionella ed infine analizzare il collegamento della
pubblica come dimostrano i recenti casi di Milano, rete di ricircolo in centrale termica.
Parma, Roma e Bologna, solo per citarne alcuni. In particolare la trattazione è suddivisa in cinque
Nella seguente trattazione vogliamo richiamare parti:
l'attenzione sul questo tema, argomento così noto
nella prima riporteremo i dati del registro nazionale
eppure talvolta trattato in maniera poco esaustiva e
della Legionellosi e richiameremo l'attenzione sui
spesso sottovalutato.
maggiori fattori di rischio per la formazione del
Sulle riviste Idraulica degli anni passati il tema è già batterio;
stato ampiamente discusso.
nella seconda esamineremo le indicazioni per la
Il numero 16 di Idraulica ha introdotto l'argomento
progettazione degli impianti idrico-sanitari secondo
in riferimento agli impianti di condizionamento e in
le nuove Linee Guida del 2015;
quelli ad acqua calda.
Il numero 23, Dossier sulla Legionella, ha trattato nella terza approfondiremo il discorso della
il problema in modo più completo. Dopo una breve prevenzione della legionella nelle tubazioni
storia sul batterio, la sua modalità di trasmissione e dell'AFS (acqua fredda sanitaria) ed in particolare
le malattie che può provocare, sono stati analizzati l'isolamento necessario per mantenere l'acqua al
gli impianti maggiormente a rischio e i trattamenti di sotto dei 20°C;
per disinfettarli secondo le Linee Guida del 2000. nella quarta tratteremo la protezione delle reti di
Il numero 24 era dedicato agli impianti autonomi. ACS (acqua calda sanitaria) attraverso i trattamenti
Il numero 30 ha riportato le Linee Guida dell'anno termici antilegionella, con particolare attenzione
2005 recanti indicazioni sulla Legionellosi per i alla compatibilità dei differenti materiali e alla loro
gestori di strutture turistico-recettive e termali. influenza nello sviluppo del batterio;
In questo numero riprendiamo questo tema nella quinta parte, infine, ci soffermeremo sul
prendendo spunto dalle indicazioni dell nuove Linee collegamento della rete di ricircolo in centrale
Guida (2015) per poi approfondire la protezione termica.
30
Soggetti a rischio
LA LEGIONELLOSI IN ITALIA
Sono considerati più a rischio i soggetti di sesso mas-
chile, di età avanzata, fumatori, consumatori di alcool,
Registro Nazionale della Legionellosi affetti da malattie croniche (broncopneumopatie
ostruttive, malattie cardiovascolari e renali, diabete,
Il Ministero della Sanità ha incluso, dal 1983, la
ecc.) e con immunodeficienza acquisita in seguito
Legionellosi tra le malattie infettive e diffusive
ad interventi terapeutici (trapianti d’organo, terapia
soggette ad obbligo di denuncia.
con steroidi e antitumorali, ecc.) o infezione da HIV.
Per promuovere la raccolta di informazioni più
accurate, con una Circolare del 1993, ha ribadito
la necessità di compilare ed inviare all'ISS (Istituito Possibili esposizioni
Superiore di Sanità) le schede di segnalazione ogni I casi di Legionellosi possono essere suddivisi
qual volta sia diagnosticato un caso di Legionellosi. percentualmente in:
Le schede contengono informazioni quali i dati - comunitari (cioè frequentazione di luoghi pubblici
anagrafici del paziente, gli aspetti clinici, le possibili tra cui anche piscine o cure odontoiatriche);
fonti di infezione. - associati ai viaggi: soggetti che hanno dichiarato
Gli obiettivi del registro sono: di aver pernottato almeno una notte in luoghi diver-
1. monitorare la frequenza di Legionellosi si dall'abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi);
- nosocomiali: soggetti esposti al batterio durante
diagnosticata in Italia, con attenzione ai fattori
il ricovero in ospedale;
di rischio per l'acquisizione della malattia;
- associati a comunità chiuse quali case di ripo-
2. identificare eventuali variazioni nei trend della so per anziani, RSA (Residenze Sanitarie Assis-
malattia; tenziali) o strutture di riabilitazione (carceri, comu-
3. identificare casi epidemici dovuti a particolari nità chiuse).
condizioni ambientali;
4. attivare appropriate misure di controllo.
78,8%
Il numero dei casi dal 1997 ad oggi risulta essere
in costante crescita non tanto per un progressivo 12,7%
aumento della diffusione del batterio bensì per una
5,3%
maggiore conoscenza e notifica della presenza di
Legionella. 2,4%
0,8%
1.600
numero casi
Comunitaria
1.200
Associata viaggi Comunità chiuse
Nosocomiale Altra esposizione
800
Distribuzione percentuale dei casi di Legionellosi
400
0 PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
1997
1997
1997
1997
2010
1997
1997
1997
1997
2015
INTERNAZIONALE
Anno
Parallelamente al sistema di sorveglianza italiano,
Andamento dei casi di Legionellosi sull'intero
dal 1986 ne esiste uno internazionale EWGLINET
territorio italiano dal 1997 ad oggi
(European Working Group for Legionella
Infections).
Il sistema raccoglie informazioni relative ai casi di
Nonostante il progressivo aumento delle notifiche, Legionellosi associati ai viaggi che si verificano nei
sia in italia che in Europa, l'ISS ritiene che sia cittadini dei 36 paesi partecipanti al programma.
ampiamente sottostimata per due ragioni principali: Il sistema di sorveglianza italiano comunica
− poco diagnosticata poichè raramente si all'organizzazione internazionale (EWGLI) i
dati relativi ai casi di legionellosi acquisita dai
sottopongono i pazienti ai test di laboratorio
cittadini italiani sia durante viaggi in Italia che
specifici e spesso è confusa con polmonite; all'estero, nonchè da cittadini stranieri che hanno
− non sempre viene notificata alle autorità soggiornato in Italia.
sanitarie.
31
Come e dove si forma
LE NUOVE LINEE GUIDA 2015
Il batterio Legionella (identificato in più di 50 specie
diverse) è presente negli ambienti acquatici
naturali quali acque sorgive, comprese quelle Il 7 maggio 2015 sono state pubblicate le NUOVE
termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc. “Linee guida per la prevenzione ed il controllo
Si sviluppa anche in ambienti artificiali, come della Legionellosi” con l'intento di riunire,
condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali aggiornare e integrare in un unico testo tutte le
serbatoi, tubature, fontane e piscine. indicazioni riportate nelle precedenti linee guida
nazionali e normative, e sostituirle integralmente.
Come riportato di seguito, oltre alle Linee Guida del
Impianti e processi tecnologici a rischio
2000 sono state inglobate le indicazioni del 2005 per
Gli impianti a rischio sono tutti quegli impianti i gestori delle strutture turistico-recettive e termali e
e processi tecnologici che comportano un quelle rivolte ai laboratori di analisi.
moderato riscaldamento dell'acqua (da 25 a
42°C) e la sua nebulizzazione (cioè la formazione di
microgocce aventi diametri variabili da 1 a 5 micron). “Linee guida per la prevenzione ed il
L'infezione, infatti, avviene principalmente per via 4/04/2000
controllo della Legionellosi”
respiratoria mediante inalazione di microgocce
E' il primo documento nazionale finalizzato
contenenti il microrganismo. a fornire agli operatori sanitari informazioni
Gli impianti e i processi tecnologici maggiormente aggiornate sulla Legionellosi, sulle diverse
a rischio sono: fonti di infezione, sui metodi diagnostici e
di indagine epidemiologica ed ambientale.
• gli impianti idro-sanitari;
• gli impianti di condizionamento con umidifica-
“Linee guida recanti
zione dell'aria ad acqua; indicazioni sulla Legionellosi
• gli impianti di raffreddamento a torri evaporative 4/02/2005 per i gestori di strutture
o a condensatori evaporativi; turistico-recettive e termali”
• gli impianti che distribuiscono ed erogano Il documento è stato elaborato al fine di
offrire ai direttori di strutture turistico-
acque termali;
recettive e termali gli elementi di giudizio
• le piscine e le vasche idromassaggio. per la valutazione del rischio Legionellosi in
dette strutture e un insieme di suggerimenti
Rimandiamo al numero 23 di Idraulica la trattazione tecnico-pratici, basati sulle evidenze
completa circa gli impianti e i processi tecnologici scientifiche più aggiornate per ridurre al
maggiormente a rischio. minimo tale rischio.
(Pubblicato in Gazzetta Ufficiale N.28)
32
Le nuove Linee Guida sviluppano ed approfon- Le indicazioni progettuali riportate in tale sezione ven-
discono diversi aspetti. gono sintetizzate nello schema seguente, eviden-
Prenderemo in considerazione solo il capitolo ziando le novità rispetto alla versione del 2000.
5 inerente le "Indicazioni per la progettazione, Come precisano anche le Linee Guida "la
la realizzazione e la gestione degli impianti" per prevenzione delle infezioni da Legionella si basa
impianti idrosanitari. Questa sezione è dedicata in essenzialmente sulla corretta progettazione
modo molto più ampio anche agli impianti aeraulici e realizzazione degli impianti tecnologici che
e a quelli di raffreddamento a torri evaporative. comportano un riscaldamento dell'acqua".
<2m
ITA’
NOV 15
20
Le reti devono essere il più possibile lineari, Rete di ricircolo adeguatamente bilanciata
evitando tubazioni con tratti terminali
ciechi e senza circolazione dell’acqua. eccessivi
ITA’
NOV 15
20
Negli impianti centralizzati, Reti AFS a ACS adeguatamente
realizzazione della rete di distanziate tra loro ed isolate
ricircolo dell’acqua calda termicamente.
correttamente dimensionata.
ITA’
NOV 15
> 50°C < 20°C 20
Tipologia di materiali tali da garantire la
possibilità di eseguire adeguati
trattamenti di disinfezione.
> 60°C
ITA’ ITA’
NOV 15 NOV 15
20 20
Rubinetto di spurgo alla base Rubinetto di prelievo ad
un’altezza non inferiore a 1/3
operazioni di spurgo del del serbatoio per prelevare
sedimento. campioni d’acqua.
Uno schema dettagliato della rete idrica deve essere lasciato a disposizione
del proprietario/gestore/amministratore della struttura.
33
LA PROTEZIONE DELLA RETE Nei calcoli è stata presa in considerazione l'energia
DELL'ACQUA FREDDA SANITARIA scambiata da un fluido con l'ambiente che la
circonda. Questa dipende dalla dimensione della
Nella rete fredda sanitaria la temperatura dell'acqua tubazione, dalla resistenza termica offerta dalla
dovrebbe rimanere, secondo le indicazioni delle tubazione stessa, dall'isolamento e dal materiale in
Linee Guida, al di sotto dei 20°C per evitare la cui è contenuta la tubazione (aria o materiale della
proliferazione dei batteri della Legionella. parete). Tuttavia per non appesantire la trattazione
Le reti dell'acqua calda e dell'acqua fredda sanitaria non riporteremo lo svolgimento analitico dei calcoli
devono essere quindi adeguatamente distanziate ma solo i risultati, supportati ed avvalorati da prove
tra loro e da altre fonti di calore e, come sottolineano di laboratorio.
le Linee Guida, isolate termicamente. Ci limiteremo a fornire quindi, in Tabella 1 per le
tubazioni in cavedi ed in Tabella 2 per le tubazioni
Incidenza dello spessore dell'isolamento sotto traccia, un tempo indicativo entro il quale
l'acqua in quiete all'interno della tubazione si
La funzione dell'isolamento delle tubazioni è quella riscalda fino a raggiungere i 20°C.
di limitare la dispersione di calore verso l'esterno
Le tubazioni in cavedi si scaldano per conduzione
(nel caso di distribuzione di acqua calda) e di evitare
e convezione termica con l'aria contenuta nel
l'aumento di temperatura del fluido (nel caso di
cavedio (soprattutto nel periodo estivo). Se nel
distribuzione di acqua fredda).
cavedio passano anche le tubazioni dell'acqua calda
A tal proposito abbiamo eseguito alcuni calcoli per
sanitaria, queste contribuiranno ad aumentare la
verificare lo spessore di isolamento più idoneo a
temperatura dell'aria contenuta (anche nel periodo
garantire una buona resistenza termica al passaggio
invernale).
di calore.
Le tubazioni sotto traccia, ricevono calore per
Ci riferiremo in particolare alle tubazioni di distribu-
conduzione dalla struttura in cui sono annegate.
zione dell'acqua fredda sanitaria ed allo spessore di
isolamento per mantenere la temperatura dell'acqua Si riportano le ipotesi assunte per i calcoli:
inferiore ai 20°C. 4 Diametri tubazioni: da 1/2" a 2"
Considereremo le seguenti situazioni di posa: Si considerano i diametri commerciali più
- isolate correnti in aria, cioè situate in cavedi o utilizzati per la distribuzione di acqua sanitaria.
passaggi tecnici; 4 Spessori del materiale isolante: da 6 a 40 mm
- sotto traccia, cioè annegate nella struttura, con Sono gli spessori generalmente più idonei per
una profondità di incasso pari a 10 cm. isolare le tubazioni dell'acqua sanitaria.
4 Conduttività termica media dell'isolamento:
λ = 0,040 W/m2K
Tale valore può essere considerato un
isolamento di buona qualità, valido per le nuove
installazioni.
4 Temperatura iniziale dell'acqua: 12°C
In genere è la temperatura a cui viene erogata
nei periodi più caldi l'acqua dall'acquedotto.
4 Temperatura dell'aria: 30°C / 35°C
Nel caso di cavedi la temperatura dell'aria può
Tubazioni isolate correnti in aria facilmente raggiungere i 35°C nei periodi estivi.
Nel caso di tubazioni sotto traccia, la temperatura
dell'aria è di solito considerata quella degli
ambienti adiacenti e pari a 30°C.
4 Profondità di incasso delle tubazioni sotto traccia:
10 cm
E' considerata una profondità media di posa.
4 Acqua in quiete
Se l'acqua è mantenuta in movimento la sua
temperatura non aumenta in modo significativo.
Si prende quindi in considerazione l'acqua in
quiete, in assenza quindi di prelievi da parte
Tubazioni sotto traccia
delle utenze.
34
Tabella 1: Tubazioni in cavedi o passaggi tecnici
Tiniziale acqua = 12°C
T aria = 35°C
Conduttività termica dell'isolante λ = 0,040 [Wm2/K]
Ipotesi di acqua in quiete
I dati riportati in Tabella 1 e 2, evidenziano come dell'acqua fredda inferiore ai 20°C per periodi quali
siano sufficienti poche decine di minuti, nel caso di ad esempio la notte (in cui facilmente si verifica la
isolamenti di modeste entità, per far si che l'acqua condizione di acqua in quiete).
in quiete raggiunga la temperatura limite di 20°C. Nelle strutture più a rischio Legionella risulta quindi
In caso di isolamenti ad elevato spessore è possibile necessario adottare nella progettazione alcuni
garantire tale temperatura per qualche ora. accorgimenti che permettano di mantenere l'acqua
Tuttavia, nonostante un adeguato isolamento della in movimento: è utile prevedere adeguati sistemi di
tubazione non è possibile mantenere la temperatura antiristagno e flussaggio dell'acqua fredda sanitaria.
35
LA PROTEZIONE DELLA RETE il suo deflusso da tutti i punti di erogazione per
DELL'ACQUA CALDA SANITARIA almeno 30 minuti al giorno.
Temperature così elevate talvolta non sono
La protezione della rete ACS dalla Legionella può raggiungibili con alcune tipologie di impianto e
avvenire, secondo le indicazioni delle Linee Guida, potrebbero compromettere alcuni componenti
con trattamenti chimici o fisici. dell'impianto.
I trattamenti chimici di disinfezione modificano le
caratteristiche chimiche dell'acqua e potrebbero Disinfezione termica
renderla aggressiva verso i materiali e non conforme
La disinfezione termica si può realizzare con:
ai requisiti di qualità richiesti dalla normativa vigente
1. trattamento continuo.
sulle acque destinate al consumo umano.
Si mantiene costantemente in circolazione acqua
I trattamenti fisici o termici agiscono invece calda a temperature maggiori di 50°C (anche
modificando solo la temperatura dell'acqua e nella rete di ricircolo);
possono essere di due tipi:
2. trattamento periodico giornaliero.
(1) shock termico come misura di disinfezione
Si attua, nei periodi di minor uso dell’impianto,
temporanea;
con la seguente modalità:
(2) disinfezione termica come misura preventiva
- si innalza la temperatura di produzione dell'ACS
e sistemica.
- all'interno del bollitore a 65°C;
Negli impianti per la produzione e la distribuzione
- si inibisce la miscelazione con acqua fredda (se
dell’acqua calda sanitaria, i trattamenti fisici (termici)
- necessario);
sono da preferire rispetto a quelli chimici.
- si effettua il ricircolo dell'acqua a 55-60°C in
- tutto l'impianto per almeno 30 min al giorno.
Shock termico
La disinfezione termica si applica agli impianti prov-
Consiste nell'elevare la temperatura dell'acqua a visti di controllo della temperatura di distribuzione
70-80°C per tre giorni consecutivi assicurando tramite miscelatore posizionato dopo il bollitore.
75
70
65
60 flussaggio almeno 30 min al giorno
55
50
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
80
Temperatura (°C)
75
70
65
60
55
50
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
Orario (h)
Trattamento di disinfezione termica continua
80
Temperatura (°C)
75
70 30 min al giorno ogni giorno
65
60
55
50
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
08
12
16
20
24
Orario (h)
Trattamento di disinfezione termica periodica giornaliera
36
La compatibilità dei materiali allo shock termico L'influenza del materiale sulla Legionella
Compatibilità dei materiali allo shock termico e loro influenza per lo sviluppo della Legionella
Rame 110°C
PP (Polipropilene) 80°C
Multistrato 90°C
pag 17
37
interno di comando, il quale reagisce prontamente
IL MISCELATORE IBRIDO ad ogni variazione di temperatura, pressione e
portata in ingresso per ripristinare velocemente il
I trattamenti termici antilegionella possono essere valore di temperatura dell’acqua miscelata in uscita.
applicati solo ad impianti provvisti di miscelatori. Il regolatore elettronico, direttamente a bordo
Tali dispositivi sono in grado, non solo di mantenere dell’attuatore, permette la gestione della temperatura
l'acqua miscelata alla temperatura richiesta, ma dell’acqua miscelata secondo diversi programmi
anche di permettere la disinfezione termica del funzionali, sia per il normale controllo che per la
circuito. fase di disinfezione termica per la prevenzione della
Fino a pochi anni fa erano disponibili sul mercato (1) Legionella.
miscelatori termostatici oppure (2) elettronici. Il regolatore è inoltre predisposto per la gestione
I miscelatori termostatici sono sempre stati remota con specifici protocolli di trasmissione tipo
apprezzati per la semplicità di installazione e MODBUS, rendendo così possibile l'integrazione di
affidabilità nella regolazione della temparatura di questi dispositivi nei sistemi di Building Management
mandata dell'acqua calda sanitaria. D'altra parte (BMS).
non sono però programmabili per la disinfezione Il miscelatore ibrido è quindi in grado (1) di garantire
termica e non possono cambiare autonomamente le prestazioni in termini di affidabilità e precisione
assetto di funzionamento una volta tarati. tipiche del miscelatore meccanico e (2) di variare
I miscelatori elettronici, oltre a controllare la e controllare la temperatura come i miscelatori
temperatura dell'acqua calda, permettono di gestire elettronici.
i cicli di disinfezione termica e registrarne i dati. Il miscelatore ibrido viene tipicamente utilizzato
Tuttavia in mancanza di corrente elettrica non sono negli impianti centralizzati al servizio di ospedali,
più in grado di mantenere la temperatura corretta. case di cura, centri sportivi e commerciali, alberghi,
I nuovi miscelatori elettronici ibridi combinano campeggi e collegi ma anche in strutture residenziali
in un unico dispositivo la funzionalità tipica del con edifici di grandi dimensioni.
miscelatore termostatico meccanico con l’efficienza Nelle strutture ad utilizzo collettivo, è quanto
gestionale di quello elettronico. mai necessario il controllo e la prevenzione della
Il miscelatore termostatico si avvale dell’azione Legionellosi in modo programmato, gestendo al
meccanica compiuta dall’elemento termostatico meglio i tempi di disinfezione.
Elemento
termostatico
H C
Regolatore digitale
completo di
servomotore
Miscelatore termostatico
Elemento
termostatico
Regolatore
digitale
Servomotore Sonda di
mandata
Miscelatore ibrido
Sonda di
mandata
Miscelatore elettronico
38
BUILDING AUTOMATION
I sistemi intelligenti "di gestione" degli edifici
39
LA RETE DI RICIRCOLO di ricircolo ed il mantenimento di una temperatura
IN CENTRALE TERMICA costante.
Le situazioni che più frequentemente si presentano
La rete di ricircolo serve a tenere in circolazione in centrale termica sono le seguenti.
l'acqua calda per tre motivi principali:
4 Accumulo sanitario con collegamento per il
- garantire a tutti i rubinetti temperature di erogazione
ricircolo (caso 1)
pressochè costanti ed evitare lunghi tempi di
attesa alla richiesta di acqua calda da parte di La tubazione di ricircolo deve essere collegata
uno di essi; al bollitore (che presenta uno specifico attacco
- impedire che, ristagnando, l'acqua possa per la tubazione di ricircolo) e alla tubazione di
raffreddarsi (per effetto delle dispersioni termiche) adduzione dell'acqua fredda al miscelatore.
lungo i vari tronchi e ricadere all'interno del campo Occorrono quattro ritegni posizionati come
di proliferazione della Legionella (20÷50°C); nello schema riportato a fondo pagina.
- garantire la portata minima al miscelatore. 4 Accumulo sanitario senza collegamento per il
In centrale termica si possono presentare diverse ricircolo (caso 2)
configurazioni. La produzione di ACS può essere La tubazione di ricircolo deve essere collegata
con accumulo (questo può essere provvisto o alla tubazione di adduzione dell'acqua fredda
sprovvisto di attacco per la tubazione di ricircolo) al miscelatore.
oppure istantanea (come avviene per esempio nelle Occorrono due ritegni posizionati come nello
reti con teleriscaldamento). schema riportato nella pagina seguente.
Approfondiremo di seguito le diverse configurazioni 4 Produzione istantanea ACS (caso 3)
di produzione dell'ACS, in particolare i collegamenti La tubazione di ricircolo deve essere collegata
della rete di ricircolo in centrale termica e il alla tubazione di adduzione dell'acqua fredda
corretto posizionamento dei ritegni. allo scambiatore dedicato al sanitario.
Solo con questi accorgimenti è possibile garantire Occorrono due ritegni posizionati come nello
un corretto funzionamento del miscelatore, della rete schema riportato nella pagina seguente.
55 50 20
V1
65
V2
V3
V4
40
55 50 20
65 V1
V2
55 50 20
teleriscaldamento
Rete di
V1
V2
Impianto di riscaldamento
41
Collegamento alla sola linea dell'acqua fredda Collegamento al solo bollitore
Talvolta può capitare che la linea di ricircolo sia Quando il ricircolo è collegato al solo bollitore, viene
collegata come nello schema sotto riportato, cioè impedita, ad utenze chiuse, l'adduzione di acqua
senza il collegamento tratteggiato. fredda al miscelatore.
Apparentemente sembrerebbe il collegamento Il corretto funzionamento del miscelatore prevede
presentato nel caso 2, tuttavia i ritegni V3 e V4 la parzializzazione dell'ingresso freddo e caldo
sono posizionati come nel caso 1 (vedi pagina in modo da mantenere costante la temperatura
precedente). dell'acqua miscelata (ved. Idraulica 50).
Vediamo per quali motivi non è possibile mantenere Ad utenze chiuse, non essendo possibile prelevare
un corretto funzionamento della rete di ricircolo. acqua fredda da rete, l'ingresso caldo del
La portata di ricircolo può fluire solo tra la miscelatore comincia progressivamente a chiudersi
tubazione di ricircolo e quella dell'acqua e la temperatura dell'acqua miscelata aumenta
miscelata, non essendo possibile utilizzare acqua (Fase 1).
calda dal bollitore, e la sua temperatura diminuisce La portata in ricircolo diminuisce progressivamente
progressivamente. fino a cessare quando l'ingresso caldo del
Di conseguenza il miscelatore chiude sempre di miscelatore è del tutto chiusa (Fase 2). In questa
più l'ingresso freddo a favore dell'ingresso caldo, condizione la pompa di ricircolo funziona su una
da cui tuttavia non può essere prelevata la portata linea "chiusa" con rischio di danneggiamento della
necessaria al mantenimento della temperatura nella stessa.
rete di ricircolo (Fase 1). L'assenza di ricircolo, condizione a rischio
La temperatura dell'acqua miscelata si abbassa Legionella, perdura fino a che non vi è richiesta da
fino alla completa chiusura dell'ingresso freddo, parte delle utenze oppure la temperatura dell'acqua
bloccando la rete di ricircolo sino ad un'eventuale nelle tubazioni si è abbassata per effetto della
richiamo di acqua calda dalle utenze (Fase 2). dispersione termica.
V1
V2
V3 V3
V4 V4
V1
V2
V3 V3
V4 V4
Fase 2: Assenza di circolazione con circolatore Fase 2: Assenza di circolazione con circolatore
di ricircolo acceso di ricircolo acceso
42
IL POSIZIONAMENTO DEI RITEGNI
Ritegno V2 V4
Impedisce il reflusso dal bollitore verso le utenze,
attraverso la linea di ricircolo.
Ritegno V3 CASO 1: Accumulo sanitario predisposto con
Serve per preservare la rete di adduzione dell'acqua attacco per la rete di ricircolo
fredda da eventuali ritorni di acqua calda.
Ritegno V4 Analoghe considerazioni si possono estendere
Impedisce che, quando il miscelatore modula in anche al caso 2 (accumulo sanitario senza attacco
assenza di erogazione (con solo flusso di ricircolo), per la rete di ricircolo) ed al caso 3 (Produzione
all'attacco F del miscelatore possa giungere anche istantanea di ACS con rete di teleriscaldamento)
acqua proveniente dal bollitore. presentati a pag. 41.
Quando la pompa di
ricircolo è accesa, Utenza aperta
sulla sua girante
agisce una forza
opposta al suo
senso di rotazione
causando un possibile Si crea una miscelazione
malfunzionamento. dell'acqua che abbassa la
55°C temperatura di erogazione
dell’acqua calda.
<55°C
V1
65°C
V2
V3
V4
43
Mancanza o malfunzionamento ritegno V2
L'acqua calda proveniente dall'accumulo, ad utenze aperte, può fluire nella tubazione di ricircolo con
senso opposto di scorrimento (a causa della depressione generata dall'apertura delle utenze).
Quando la pompa
di ricircolo è
accesa, sulla sua
Utenza aperta
girante agisce
una forza opposta
al suo senso di
rotazione causando Possibile aumento della
un possibile temperatura dell'acqua
malfunzionamento. calda in erogazione: pericolo
scottatura in assenza di
55°C
miscelatori termostatici
periferici.
V1
65°C
V2
V3
V4
Utenza chiusa
In presenza di
depressione della
V1 rete, ed in mancanza
di ulteriori sistemi
65°C di disconnessione,
bar c'è il rischio di
V2 contaminazione e
V3 surriscaldamento della
rete potabile.
V4
44
Mancanza o malfunzionamento ritegno V4
Oltre alle stesse problematiche presentate per il ritegno V3, in mancanza del ritegno V4, durante la
fase di riscaldamento dell'accumulo, l'espansione dell'acqua può avvenire verso la rete di adduzione
dell'acqua fredda.
Il miscelatore riceve acqua
calda anche dall'ingresso Utenza chiusa
freddo. Possibili
pendolamenti nel
funzionamento.
V1
V4
45
Valvole termostatiche d
120 6 desiderata.
100 5 Grazie alla combinazione
80 4
con il regolatore di
pressione differenziale tale
[l/h] [l/h]
120 6
60 3
valore viene mantenuto
Portata Portata
100
120
5
6
2
40
costante indipendentemente
80 451
100
20 dalla pressione del fluido
43 termovettore.
60
80
0
10 15 20 40 60 80 100 120 140 150
40 2
60 ΔP [m c.a.] 3
20 1
40 2
0
20 10 15 20 40 60 80 100 120 140 1501
Controllo della portata in funzione della
Portata [l/h]
ΔP [m c.a.] 6
temperatura ambiente
120
0
10 15 20 40 60 80 100 120 140 150
100 ΔP [m c.a.] 5
Grazie alla combinazione con un comando termostatico
80 4
permette di controllare e mantenere costante la temperatura
[l/h] [l/h]
120 6
3
60
ambiente del locale in cui
Portata Portata
100 5
6
120
40 2 sono installate.
80
100
20
451 Si garantisce così un effettivo
60
80
0 43 risparmio energetico.
10 15 20 40 60 80 100 120 140 150
40 2
60 ΔP [m c.a.] 3
20 1
40 2
0
20 10 15 20 40 60 80 100 120 140 1501
ΔP [m c.a.]
0
10 15 20 40 60 80 100 120 140 150
ΔP [m c.a.]
Portata [l/h]
120 6
6
120
60 3 pressione tipiche degli impianti a portata variabile e previene
Portata Portata
100
120
40
5
6
2
funzionamenti rumorosi.
80
100 451 Mantiene costante la differenza di pressione con cui lavorano
20
sia la valvola di preregolazione sia la valvola termostatica.
43
60
80
0
10 15 20 40 60 80 100 120 140 150 Proprio per questo motivo prevengono funzionamenti
40 2
60 ΔP [m c.a.] 3 rumorosi.
20 1
40 2
0
20 10 15 20 40 60 80 100 120 140 1501
ΔP [m c.a.]
0
10 15 20 40 60 80 100 120 140 150
ΔP [m c.a.]
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dinamiche DYNAMICAL®
47
Miscelatore elettronico
Serie 6000
48
ibrido LEGIOMIX® 2.0
49
L'importanza della disaerazione
I problemi dovuti all’aria contenuta negli impianti idronici possono essere gravi e fastidiosi sia per gli utenti
che per i professionisti che si occupano dell’impianto. Se questi problemi non sono analizzati a fondo
possono portare spesso a delle soluzioni non risolutive a lungo termine. Inizialmente è molto importante
capire i problemi che l’aria presente nell’impianto può provocare.
50
Disaeratori DISCAL®
Serie 551
51
DYNAMICAL . L’evoluzione della valvola radiatore
®
Serie 230-231-232-233-234-237
Mantiene la portata che passa attraverso il radiatore Abbinata ad un comando termostatico o elettrotermico
ad un valore costante indipendentemente dalle condizioni permette anche di controllare la portata in funzione
di lavoro del resto dell’impianto della temperatura ambiente
Rende possibile e facile la riqualificazione di tutti gli impianti In grado di estendere i notevoli benefici di comfort termico
a radiatore con distribuzione bitubo esistenti con valvole e risparmio energetico, ottenibili con le regolazioni
termostatiche termostatiche, anche ad impianti in precedenza esclusi
www.caleffi.com