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Lingue vs dialetti: le varietà linguistiche romanze nel


territorio italiano
In Italia, terra più piccola della Francia e della penisola iberica, coesistono molte
lingue romanze, nonché dialetti, che differiscono notevolmente. Oltre all'italoromanzo,
le lingue romanze indigeni in Italia includono il franco-provenzale in Valle d'Aosta,
l’occitano del Piemonte occidentale, il ladino, il friulano, il sardo e il catalano di Algher
o. Tutti i tre tipi di cambiamenti fonetici di -cul- si trovano in Italia: il tipo delle lingue
conservatrici (il sardo, il ladino, il friulano e alcuni dialetti del Trentino occidentale),
quello delle lingue occidentali (il franco-provenzale, l’occitano, il piemontese, il ligure
e il catalano) e quello delle lingue orientali (la maggior parte dell’italoromanzo) (Cfr. I.I
del capitolo II).
In generale, la quantità totale delle parole ereditarie dei diminutivi latini in -culus/a/
um nell'italoromanzo è più attestata di quella individuata negli altri gruppi linguistico-
romanzi maggiori, ugualmente anche per la quantità delle parole ereditarie esclusive
in uno solo dei gruppi linguistico-romanzi maggiori (cfr. Tabella 1). Questo fenomeno
può confermare l'ipotesi che l’italoromanzo che ha un posto centrale tra le lingue
romanze gode complessivamente della l’eredità maggiore delle parole latine. La
quantità totale delle parole ereditarie in italiano, tuttavia, che è basato sull'antico
dialetto fiorentino, è meno di quella presente in spagnolo o in francese, sebbene le
parole ereditarie esclusive italiane siano di gran lunga maggiormente attestate di
quelle in altre lingue romanze principali (cfr. Tabella 2). Questo contrasto mostra che
l'italiano ha una preferenza per le parole primitive latine pur avendo una particolarità
lessicale evidente tra le lingue romanze. All'interno dell'itaroromanzo, la quantità
totale delle parole ereditarie nei dialetti italiani settentrionali e quella nei dialetti
italiani centro-meridionali sono simili, però quest'ultima ha un maggior numero di
parole ereditarie esclusive rispetto alla prima (cfr. Tabella 3), ciò indica il
conservatorismo lessicale nelle lingue romanze a sud della linea La Spezia-Rimini.
Tutte le lingue romanze, in quanto discendenti dal latino, compongono un
continuum linguistico, hanno una lunga storia di contatti reciproci e sono influenzati
dai fattori socio-politici complessi, quindi il criterio per individuare i dialetti e le lingue
in Romània è particolarmente difficile da stabilire. Dal punto di vista sociolinguistico,
sono generalmente considerate lingue quelle con status ufficiale o co-ufficiale (statale
o regionale)1, come l’italiano, il sardo, il ladino, il friulano, ecc., essi hanno più o meno
compiuto il percorso di standardizzazione; invece, il piemontese, il veneto, il marchigiano,
il napoletano ed il siciliano possono essere considerati solo come i gruppi dei dialetti,
perché di solito essi sono parlati in un ambito locale e limitato, sono imparati
spontaneamente nella famiglia e della socializzazione primaria, sono circoscritti negli
ambiti d’uso, non possiedono una norma letteraria ma hanno il valore identitaria delle
comunità relative.2 Da un puro punto di vista linguistico, non vi è nessuna differenza
essenziale tra le lingue e i dialetti sopra menzionati che hanno anche un sistema
linguistico completo. Per riflettere su questo aspetto, l'autore ha inventato tre termini
per descrivere le lingue/dialetti con affinità reciproche e ambiti geografici diversi: il
gruppo linguistico-romanzo maggiore (p.es. italoromanzo), il gruppo linguistico-
romanzo medio (p.es. i dialetti settentrionali italiani ed i dialetti centro-meridionali
italiani) e il gruppo linguistico-romanzo minore (p.es. il galloitalico, il veneto, i dialetti
1 In Italia, la Costituzione (art. 3) sancisce l'uguaglianza dei cittadini anche dal punto
di
vista linguistico, al successivo art. 6 precisa che La Repubblica tutela con apposite
norme le minoranze linguistiche. Dopo aver stabilito che La lingua ufficiale della
Repubblica è l'italiano, elenca dodici varietà (o gruppi di varietà) sottoposti a tutela: la
Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane,
germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il
francoprovenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo. Cfr. MASSIMO PALERMO,
Linguistica italiana, Bologna 2015, p. 257.
2 Cfr. MASSIMO PALERMO, Linguistica italiana, Bologna 2015, pp. 233-234.
toscani (italiano standard incluso), i dialetti dell'area mediana, i dialetti meridionali
intermedi ed i dialetti meridionali estremi) (cfr. IV.1.1 del Capitolo II).

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