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2010, Librogame’s Land – www.librogame.net
Progetto grafico della copertina a cura di Dragan
Impaginazione a cura di Dirk06
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.
Il presente libro è da intendersi ad uso esclusivamente personale, ne è
vietata qualsiasi tipo di vendita e la modifica anche parziale.
LAS VEGAS
ADRIANO – ALD
DRAGAN – PRODO
www.librogame.net
introduzione
Bella zio! Sei entrato nel contrastato mondo di Squilibrio,
la serie di librigioco che manderà a puttane i tuoi ultimi,
pochi neuroni che ti popolano il cervello, ottimisticamen‐
te. In questi libri il protagonista sei tu. Si dice così e in ef‐
fetti è vero: dalle botte di culo o di sfiga che ti succedono
nella vita reale dipenderà molto del destino del tuo alter
ego (ma non lo è manco poi tanto, secondo me...) cartace‐
o. Non ti serve molto per giocare a questa squinternata
serie: due mani (sempre che tu non le abbia consunte a
suon di rasponi), la capacità di leggere e la conoscenza
della lingua italiana. Se occorrerà qualche altro oggetto
non temere, il testo te lo richiederà puntualmente. Quan‐
to al sistema di gioco, foglio del personaggio, perfeziona‐
mento delle arti superiori, non stare là a farti troppe se‐
ghe mentali. Gioca, semplicemente.
Una considerazione tuttavia va fatta sui contenuti. Per
scelta precisa del team di stimati autori professionisti che
hanno plasmato questa serie a loro immagine e somi‐
glianza, l’inviolabile e sacrale regola etica di Squilibrio è
quella di non avere regole etiche. Potresti trovare (e pro‐
babilmente troverai) decine, anzi centinaia, anzi migliaia
di citazioni politicamente talmente non corrette che fa‐
rebbero piangere anche Vittorio Sgarbi, insulti razziali
degni del peggior Borghezio, discriminazioni sessuali
tendenti al nazismo, volgarità da orrida bettola e conte‐
nuti sessualmente espliciti che manco il maestro Mario
Salieri.
Se ritieni che il solo nominare la parola “cazzo” in un li‐
brogame sia un’offesa al bon ton e altre stronzate di sif‐
fatta concezione, allora Squilibrio non fa per te. Noi ce ne
stiamo in mezzo, perciò: alla larga. Fuori dai coglioni e
vatti a leggere il Corrierino. Se sei invece pronto a tollera‐
re tutto questo senza frignare come una donnicciola e an‐
zi aneli a raggiungere picchi mai tentati di cafoneria e
pessimo gusto, allora sei capitato nel posto giusto e puoi
iniziare la tua avventura, andando (a calci nel culo, tanto
per cominciare) al PROLOGO.
prologo
El Cucador. Poesia, follia, un cocktail che ti ha preso
l’anima, ti ha cambiato la vita, ti ha portato dove mai a‐
vresti creduto. Purtroppo non è una cosa positiva, a fare il
conto. Tutto è cominciato in un locale, uno squallido pub
di una squallida periferia come ce ne sono tanti. Cercavi
una pollastra da sbatacchiare, una polla da cucinare a
puntino, una svinfera di prima qualità cui allisciare il pe‐
lo. Hai trovato invece una ricetta da seguire per arrivare a
trangugiare la bevanda definitiva, che ti avrebbe trasfor‐
mato in quello che sempre sognavi, un mix tra Brad Pitt,
Massimo Gramellini e Rocco Siffredi. Dopo aver sofferto
le pene dell’inferno alla fine hai raccolto tutti gli ingre‐
dienti necessari, 100 euro, uno spazzolone da cesso, un
pelo di transessuale e la patente di Eclisse. Alla fine hai
bevuto El Cucador, sei diventato El Cucador. Alla fine hai
avuto la tua scopata. E... E... E...
E poi hai scoperto barbaramente che avevi passato una
nottata indecente, indimenticabile, indecorosa, niente
popò di meno che con Enzo Paolo Turchi. Un disastro, a‐
vevi fatto l’amore al più alto grado di godimento con una
specie di biondageo pagliericcio danzante. E, come se non
bastasse, t’avevano portato via dalla tua periferia degra‐
data per trascinarti su una nave da crociera, in viaggio
verso gli States. Love Boat. Mai nome fu più azzeccato, e
più pericoloso. Su quell’imbarcazione gigantesca hai su‐
perato pericoli, insidie, tentazioni. Le hai date (poche) e le
hai prese (tante) e soprattutto lo hai preso (tantissimo).
Lottando contro nazisti, panzoni, amanti delle donne an‐
ziane, ti sei fatto strada nel cuore di Love Boat per parlare
con Donna Carmen, la signora e padrona della crociera. A
lei hai potuto chiedere ciò che più ti era a cuore. Dov’è
Maurizio. Dov’è il barman maledetto che per primo ti ha
svelato il segreto del Cucador, condannandoti a
un’esistenza grama e maledetta. E hai saputo. Hai saputo
di dover andare in America, nella città del vizio, per tro‐
varlo e portare a termine la tua pista di vendetta. Hai sa‐
puto di dover andare a Las Vegas.
Naturalmente Donna Carmen ha esatto il suo giusto prez‐
zo per le informazioni che t’ha dato. Ti sei risvegliato sul‐
la banchina di un porto, con il bucio del culo dolorante e
un vago ricordo di quella bionda siliconata che infieriva
su di te. Non hai fatto a tempo a rialzarti che un pugno ti
ha rispedito in mare. Splash! Chi ti ha colpito?? Eccolo!
Minchia quant’è grosso! Ma quello è... Quello è... È... Vai
all’1.
1
Se hai letto “El Cucador”, vai al 2.
Altrimenti sei morto.
2
Cazzo! Ma quello è Eclisse! Chi? Massì, Eclisse,
pseudonimo di Johnny Settestrati! Il gigantesco
buttafuori che avesti modo di conoscere proprio la sera in
cui hai bevuto El Cucador! “Har har forse i miei saluti
sono troppo affettuosi! Torna qui, pisciasotto, ché ti offro
una birra!”, si ammazza dalle risate. Scopri di esser
sbarcato a Los Angeles, nel porto di Long Beach. Trascorri
la mezzora successiva in una bettola a parlare con
l’omone, raccontandogli le tue tristi avventure sulla barca
dell’amore. Annuisce quando citi gli incontri con Robert
Fats, il Conte Tuòrl e altri debosciati, ride di cuore mentre
rievochi il tuo terribile match sessuale con Donna
Carmen.
Alla fine gli spieghi che devi andare a Las Vegas a cercare
Maurizio per fargli il culo. La sua reazione è un riso
ancora più irrefrenabile. “Har har har ‐ esplode, tirandoti
una violenta manata ‐ TU fare il culo a Maurizio? Questa
scena la vorrei proprio vedere!”. Si asciuga le lacrime e
tira fuori una bustina di coca, che comincia a sniffare con
aplomb mentre ti guardi attorno terrorizzato e cerchi di
scomparire sotto il tavolo. Quando ha fatto, ridendo
ancora, riprende. “Come ti ha detto Donna Carmen,
l’unico che accetterà di portarti a Las Vegas da qui gratis
è Pablo Ramirez, più noto come Ochoarmadas. È un
narcos argentino che mi fa da grossista. Andiamo, ti ci
accompagno”.
Quando ti trovi davanti a Ochoarmadas, capisci perché
solo lui accetterà di trasportarti in Nevada: si tratta di un
ubriacone perenne con la fiatella agghiacciante e l’occhio
offeso. Come se non bastasse, il suo “mezzo di trasporto”
è una sgangherata mongolfiera che, ti spiega con voce
stentorea, utilizza per le sue temerarie scorribande
oceaniche con chili e chili di stupefacenti d’ogni genere a
bordo. Dopo un breve conciliabolo, Eclisse si gira verso di
te e fa il gesto dell’ok. “Affare fatto!”, sghignazza. Stringi la
mano a Ramirez e fai per salire, quando ti giri e verso
Eclisse e gli sussurri: “Stai Maurizio e apri l’occhio chicco
neffa sbrano!”.
L’omaccione ulula d’indignazione e ride per l’ennesima
volta, deliziato. Sali a bordo e ti prepari alla traversata.
Mentre il pallone aerostatico si alza in volto, il buttafuori
si fa sempre più piccolo, fino a diventare un puntolino.
Alla fine scompare lui e scompare anche il porto. Carico di
gioia, urli ai quattro venti: “Las Vegas, sto arrivando!”.
Vai al 102.
3
“È fondamentale bere questa prima di giocare”. Ti danno
un bicchiere con un liquido color paglia, lo trangugi senza
pensarci e poi ti abbassi i pantaloni e ti metti sulla tazza
del cesso. Non senti alcuno stimolo. Poi, piano piano, lo
stimolo arriva. Ma improvvisamente, qualcosa accade nel
tuo intestino: senti come un blocco. Uno degli uomini
attorno a te ti spiega: “Lo Yukki è una bevanda dalle mille
proprietà: contiene un potente lassativo, ma allo stesso
tempo contiene anche una sostanza estratta dall’amido,
che paralizza all’istante il tuo intestino. Così la merda è
pronta a uscire, ma per farla uscire dovrai compiere uno
sforzo sovrumano”.
Comprendi solo ora il dolore del poveretto che ti ha
preceduto, ma ormai è tardi: lo Shit Explosion è
cominciato. Il tuo dramma si consuma con tua orrenda
disperazione, mentre quei bastardi intorno a te
scommettono i soldi sulla tua pelle... Anzi: sul tuo bucio
del culo! Avrà la forza per espellere cotanta immensità
merdosa? Ti impegni in 45 secondi di sforzo ai limiti
dell’umano. Lo senti nel tuo ventre: un unico, micidiale e
fottuto cilindro di merda, combatte contro di te per non
uscire. Inizi a sudare. No, non ce la fai: l’immondo stronzo
sta facendo capoccella col tuo buco del culo, è uscito in
parte ma non riesci a spingere più. Soffri. Piangi. Ma chi
cazzo te l’ha fatto fare ad arrivare a questo punto?
Disperato, tenti l’ultimo sforzo, ma uno spasmo ti colpisce
e ti accasci a terra. Perdi conoscenza e poco dopo muori.
Verrai sepolto con il cilindro di merda ancora a metà tra
l’intestino retto e il mondo esterno. La tua vita termina
schifosamente qui.
4
“Eviti il mio giochetto, eh puttana? D’accovdo. Vicovdo
ancova il mio passato, quando dimostvavo tutta la mia
capacità pvofessionale…”. J.J. Peto inizia una lunga
dissertazione sul codice civile, che sfocia in una disamina
approfondita sul codice penale. Ti parla di come, secondo
lui, il comma 54 dell’art. 2 di una legge sparata a cazzo tra
le tante esistenti possa essere elevato a fondamento
supremo della Divina Provvidenza e possa sfociare in
un’evoluzione socio‐politico‐finanziaria d’alto impatto
morale e istituzionale.
Ti parla poi di alcuni suoi trionfi in giudizio, roba che a
una poveraccia che è stata derubata della borsetta è
riuscito a far dare due anni di galera per concorso di
colpa. È quindi il turno dell’abrogazione dell’art. 172,
annullato da un decreto fasullo e causa di una
destabilizzazione che, sempre secondo J. J. Peto, ha
portato a una crisi che ha contribuito allo svilupparsi
della criminalità organizzata in Mozambico. Infine, parte
a razzo una digressione sull’incostituzionalità del
cosiddetto comma 1000, che impartisce regole sul
commercio spaziale dei gamberetti rossi e sulle pene per
il mercato clandestino della polvere lunare.
Questo buffone ti sta letteralmente spappolando la
minchia: il tuo livello di sopportazione è lì lì per essere
raggiunto e superato. Se il livello di sopportazione
dovesse essere rappresentato idealisticamente da un
bicchiere da riempire con il tuo sperma, vorresti smettere
di eiaculare all’istante, anche con un’evirazione con
motosega, se necessario.
Se vuoi morire con un’instant death micidiale, vai al 39.
Se invece vuoi proseguire a leggere il racconto, vai al 70.
5
Entri nel Bellagio: passo sicuro, volto fiero, sorriso
penetrante. Ti gonfi il petto mostrando tutta la tua
superiorità. La gente è impegnata a giocare ai tavoli, e
giungono urla di felicità da parte di qualche vincitore. Alla
tua destra, un’interminabile fila di slot machine di vario
tipo, disposte come un plotone di esecuzione: un gruppo
di quattro pazzi sta violentando alcune di esse, tanto che
le leve per azionare le slot machine scricchiolano
pericolosamente, implorando olio per essere preservate
dall’usura.
Con la camminata sicura e coatta di Clint Eastwood in uno
dei suoi celebri western, ti incammini verso la cassa,
tossisci per schiarirti la voce e chiedi, anzi, ordini con
tono profondo: “Fiche!”. L’addetto però, ti precede. Senti
la sua voce riecheggiare per tutto il casinò: “Ecco un altro
coglione da spennare, gente!”. Ti accorgi che il cassiere
del Bellagio parla attraverso un microfono e una serie di
altoparlanti consentono a tutti i clienti di ascoltare le sue
parole con un micidiale effetto surround. Diventi
paonazzo: ti guardano tutti, sghignazzando mentre ti
prendono per il culo. Non facevi una simile figura di
merda da quel giorno in cui, durante il viaggio in Intercity
da Roma a Reggio Calabria, il tuo culo si espresse in una
scureggia baritonale seguita da una colata viscida di
liquido marrone con schiuma gialla. Ti trovavi all’interno
di uno scompartimento in compagnia di due scout e due
belle ragazze.
Senti gli occhi di tutti puntati addosso, e ti viene
spontaneo rispondere a tono: “Senti, bastardo, se hai
coraggio vieni al tavolo di gioco con me! E adesso dammi
‘ste cazzo di fiche!!”. Aggredito, il cassiere ammutolisce e
ti accontenta. I clienti del casinò si disinteressano
completamente a te e tornano a giocare.
Se vuoi avvicinarti ai tavoli del poker, vai al 116.
Se vuoi giocare alle slot machine, vai al 58.
Se invece vuoi provare con la roulette, vai al 109.
6
Punti tutti i tuoi soldi sul simbolo X che vedi sul tavolo di
gioco, senza neanche sapere che cosa voglia dire. La
pallina è partita: premi il pulsante X e tutto si annebbia.
Ti risvegli in una stanza semibuia, circondato da quattro
energumeni con giacca e cravatta, con occhiali neri.
Hanno tutti qualcosa dietro l’orecchio sinistro, sembra
una specie di cavo. “Salve, signor Anderson”, ti saluta uno
di loro. Ha una voce profonda, hai come una sorta di deja‐
vu. “Sappiamo entrambi perché siamo qui: siamo qui
perché non siamo liberi. Quello che sta succedendo è
inevitabile: noi siamo qui per rubare a lei ciò che lei ha
rubato a noi: lo scopo”.
Parole a vanvera, non ci stai capendo un cazzo. “Io sono
l’agente Smith, signor Anderson, e sono venuto a
riprendermi ciò che è mio”. Ecco dove hai già visto questa
scena: nel film Matrix! Cazzo, c’è stato un errore, questo è
il classico scambio di persona! Ma tu non sei Neo, Keanu
Reeves, l’Eletto o chi cazzo ti pare a te... Sei solo un
povero coglione...
L’agente Smith ti infila la mano nello sterno e perdi i
sensi. Ti risvegli dentro facebook: ormai fai parte di
questa realtà alternativa, un po come il signor Anderson
si trovava in Matrix. Subirai migliaia e migliaia di inviti
per rapitore seriale e a ogni invito il rapitore seriale di
turno ti violenterà con un ramo di cipresso millenario.
Occhio, ché i cipressi non hanno la corteccia liscia...
Se ti iscrivi al gruppo http://www.facebook.com/
group.php?gid=47085406339&ref=search&sid=1484006
387.2815353397..1 e posti sulla bacheca la seguente
frase: “Sono un coglione, vi prego, insultatemi”, puoi
tornare al 109 e cambiare scelta, ma SOLO PER QUESTA
VOLTA.
7
Moristi.
8
Che sensazione stranissima, ti senti come Alice nel paese
delle pornomeraviglie! Ti sei lasciato alle spalle una
baracca cadente, e ora ti ritrovi immerso in un corridoio
lussuosissimo, foderato di legno di radica con inserti in
oro, pavimentato con moquette di pregio e illuminato da
lampade di design. Un maggiordomo in maschera stile
Eyes Wide Shut ti introduce camminando piano oltre
un’altra porta, stavolta di legno massello, e all’improvviso
ti ritrovi nel vecchio West.
Un mega salone, che immagini sia sotterraneo o
comunque totalmente nascosto dal resto della città, è
stato arredato proprio come un vecchio saloon, anche se
con qualche differenza extralusso. Da un lato vedi tavoli
da gioco a non finire, frequentati da una marea di
riccastri. Ci sono poi i tavoli dove si consuma champagne
a fiumi, le slot machine, ovviamente a tema. Resti
ammirato a guardare una grande statua in marmo, un
cowboy con lo sguardo truce sormontato dalla
mastodontica scritta “Silverado”. Cerchi con gli occhi il
bancone, per poterti avventare contro il tuo avversario.
Guardi e guardi ma... Il bancone non c’è. Poco male,
comunque. Ci siamo, sei nella tana di Maurizio, l’ora della
vendetta si avvicina. Sei talmente infoiato con questa
faccenda della vendetta che non ti accorgi di una donna
che ti si è avvicinata. Vai al 105.
9
Apri di scatto la tenda: al suo interno c’è un ometto
gioviale con sgargianti capelli rossicci e un’improbabile
bombetta in testa. Lo hai già visto: indossa un orrendo
pareo a quadretti, sotto il quale ha l’aria di essere
completamente nudo: in bocca, tra le labbra, stringe una
pipa‐giocattolo che emette bolle in continuazione. Tra le
mani noti una macchina fotografica finta, contenente una
serie di foto panoramiche di Pordenone. Dopo un paio di
minuti di educata conversazione, l’ometto si affeziona
subito a te e non vuole più mollarti. La cosa ti fa girare i
coglioni, ma finché non ti ostacola, decidi di fregartene.
Il tuo obiettivo è Maurizio. Il simpatico sfasciacazzi ti
invita a visitare il Caesars Palace, importante hotel casinò
della zona. Chissà, forse lì potresti trovare proprio
l’orrendo figlio di puttana che tanto stai cercando.
Vai al 38.
10
“Fermi cazzo, ma fermatevi dai! Brutti stronzi! Non
vedete che la sposa in realtà è un altro sposo?”, mormori
tutto d’un fiato rompendo la magia del cerimoniale.
Improvvisamente tutti si girano verso di te con
espressioni miste dal sorpreso all’incazzato.
Il capo del cerimoniale si fa strada sbuffando stizzito e
imprecando viene verso di te. “Ma che vai dicendo, zio
ladreeee!”. Nei minuti successivi, come un vero principe
del foro esponi e sostieni la tua tesi. Togli la parrucca a
Tuòrl, svelando i suoi corti capelli neri stopposi. Fai
notare il filo di barba che l’omarino aveva tentato di
celare con un vezzoso velo di cipria. Non appena lo
smascherato ti dice “E zitto, merdaccia!”, fai notare il suo
tono di voce gutturale con vago accento piemontese. Alla
fine come ulteriore prova guidi la mano del mastro
cerimoniere tra le gambe del Conte, facendogliene tastare
il pacco. Ritrae sorpreso la mano, anche se un lampo di
cupidigia nei suoi occhietti cisposi ti fa aggrottare la
fronte.
Però l’hai convinto. Assisti curioso a un fitto conciliabolo
in egiziano antico strettissimo, alla fine l’ometto declama:
“Sacrilegio! Quest’uomo ha cercato di sposare il sommo
faraone spacciandosi per una vergine! Che sia messo ai
ferri!”. Tuòrl si gira verso di te, furibondo. “Brutto
pezzaccio di merda! ‐ ti apostrofa ‐ Ci avevo messo mesi a
farmi accettare nell’harem di Granmazzete e a
conquistare i suoi favori fino a farmi scegliere come
sposa, per poter mettere le mani sul suo tesoro reale! E
ora tu mi scombini i piani come uno stronzo, a un passo
dal traguardo? Ma io ti cambio i connotati!”.
Comincia ad avanzare verso di te, poi si ferma e pare
ripensarci. Lo guardi, ha uno sguardo folle e comincia a
ridere sguaiatamente. “A te ‐ continua ‐ invece penserò
dopo brutto finocchio! Adesso per prima cosa mi
vendicherò del mio sposo mancato! Non sono abbastanza
donna per te, Granmazzete? Bene, benissimo! Lo
diventerai tu per me allora! Lekum il Salam, lekum il
salam, vecchia troia! Lekum il mio cazzo di salam!”.
Il gioco di parole ti ghiaccia il sangue nelle vene, perché
sai cosa accadrà! Granmazzete invece è impreparato ed
ecco che puntuale succede l’irreparabile. Tuòrl si tira su
la tunica di lino e con un unico, fluido gesto infila il pisello
in bocca al faraone, intontito dal suo lessico gargantuesco.
Vai al 48.
11
Improvvisamente il ghiacciaio si scioglie e i pinguini
muoiono.
La tua avventura finisce inspiegabilmente qui, senza
nessun motivo logico.
12
“Ma quali testimoni di sto cazzo!”, borbotta villanamente
Jimmy rivolto al Segaligno. Si gira poi verso il giudice.
“Vostro Onore! El Cucador in quanto tale non può aver
commesso il fatto, e l’evidenza delle prove lo dimostrerà.
Invito pertanto a far entrare i reperti A, B, C e D”. Il
giudice accorda, e allo schiocco di dita dell’improvvisato
avvocato si spalancano le porte dell’aula di giustizia,
allestita (bestemmi, chiedendoti di nuovo per quale
dannato motivo) negli spazi larghi del Mgm Grand.
Un enorme poliziotto di colore si avvicina a Jimmy. È
spaventosamente muscoloso, ti sembra Shaquille O’Neall,
anzi è ancora più grosso. Con garbo porge a Jimmy alcune
buste di plastica. L’avvocato le guarda e comincia a
mostrarle alla corte. “Ecco qua, Vostro Onore! Reperto A,
una banconota da 100 euro! Reperto B, la patente di un
mio caro compagno di giochi, di nome Johnny Settestrati,
detto Eclisse. Reperto C, uno spazzolone da cesso, sporco.
Reperto D... Ehm... Reperto D...”. Scartabella
freneticamente tra le buste e si volta infuriato verso il suo
collaboratore. “Dov’è il Reperto D??? Muoviti!”. Il
poliziotto ti sorprende: si infila una mano dentro i
pantaloni e la riestrae con qualcosa. Jimmy prende lesto
in mano il nuovo reperto. “Ecco qua, Vostro Onore!
Reperto D! Un pelo di transessuale!”.
Transessuale? Guardi meglio verso il poliziotto e sbianchi
per l’orrore: ma quello/a è Chantal! Il travone negro che
più volte ti ha asfaltato col suo mazzuolo degno di
Mandingo e Lex Steele! Si è rasata i capelli e acconciata
come un uomo (capirai che fatica...), ma è senz’altro lei, o
forse lui. Stai per dire qualcosa, quando Jimmy zompa da
te e ti tappa la bocca, sussurandoti: “L’hai riconosciuta,
eh, ma non posso permetterti di farti dichiarare così in
pubblico l’amore che provi per lei... Era invischiata nel
caso che ha travolto la politica italiana, e così l’abbiamo
salvata dalla vendetta cambiandole identità con un
programma di protezione”.
Saetta Eretta sbuffa nervosamente e Jimmy torna al
centro dell’aula con il suo parco di reperti, rivolgendosi di
nuovo al giudice. Vai al 93.
13
“Posso pagarti in natura”, dici con fare ammiccante. Il
negoziante pare stia lì lì per tirarti un pugno, ma
all’improvviso qualcosa accade. La natura si deforma
attorno a te e si fonde in un turbinio di colori.
“Noooooo!!!”, urli disperato, pensando che stavolta hai
esagerato a sniffare Dixan, ma stai tranquillo, quello che
sta accadendo per una volta non dipende dagli
stupefacenti. Ti spiego io. Con la tua insignificante frase,
“Posso pagarti in natura”, senza volerlo hai attivato una
potentissima macchina del tempo, silente da milioni di
anni, che ti sta riportando indietro nei giorni.
I giorni della violenza, quelli del tutto o niente. I giorni in
cui l’avevi preso nel culo una volta soltanto (per sbaglio,
da un amico) e non decine e decine (forzosamente). I
giorni in cui non finivi sulle navi da crociera e non
conoscevi l’America. I giorni in cui più che essere scopato
volevi scopare. I giorni in cui per trovare una svinfera, sì,
così le chiamavi le pollastre, prendevi il tuo amato
Pandino e te ne andavi in discoteca.
Discoteca. Ecco dove sei. Sei fermo in piedi al centro del
locale come uno sfigato qualsiasi, e devi rapidamente
decidere che cosa fare... Ti ricorda qualcosa? Infatti.
Prendi la tua copia di Squilibrio 1 ‐ El Cucador (se non ce
l’hai, muori) e comincia l’avventura dal paragrafo 51.
Attenzione, sei tornato indietro nel tempo quindi sai già
che cosa accadrà. Questa volta NON devi assolutamente
trovare Maurizio e gli ingredienti del Cucador. Beh...
Sempre se come mi aspetto non hai gradito l’esperienza
di scoparti Enzo Paolo Turchi e farti trapanare da Donna
Carmen. Se hai gradito, la tua avventura finisce qui.
Se invece non hai gradito, ora hai l’opportunità di
cambiare il corso di quella serata. Gira quel maledetto
locale. Evita le insidie, tralascia le tentazioni. E cerca i
demoni. I demoni? Eh, i demoni. I demoni di merda.
Trovali. Quando tutto riprenderà senso, nel senso che non
ci avrai capito un cazzo, attiverai di nuovo la macchina e
scatterà il meccanismo che ti riporterà nel futuro. A quel
punto ti basterà riprendere questo libro e invertire i
numeri del paragrafo dove quel libro ti diceva di andare
per ritrovare la via di casa, la via del presente a Las Vegas.
Buon divertimento.
14
Ci sono parecchi oggetti a terra che potresti impiegare.
Cosa pensi potrebbe esserti più utile?
Una confezione di dadi Knorr da scagliare contro Brodo
Cevano? Vai al 20.
Dei sedani da utilizzare come mazza? Vai al 119.
Oppure quel pacco di spaghettini tipo 5 di pasta La
Ciumachella che vedi in un angolo? Vai al 137.
15
De Sica: “Mi scusi ho sbagliato camera.”
Tu: “Oh, peccato!”
De Sica: “Eh pecccato sì! Io sto a cerca’ mi’ moglie che è un
pezzo de figa, e invece ho trovato te che sei ‘n frocio coi
baffi!”
Tu: “Be’ facevi tanto il difficile con me poi te sei pijato sta
cessa.”
De Sica: “E te pareva... ma vattela a piglia ‘nder culo!”
Muori con una cessa infilata su per il culo.
16
Torni verso il bancone. Il padrone del negozio è dietro
una tenda: vedi movimenti lenti, ma non capisci cosa stia
facendo. A questo punto potresti dare un’occhiata alle
altre parti del negozio.
Se vuoi approfondire la conoscenza delle penetrazioni
estreme, vai al 73.
Se vuoi comprare un abito in stile western, vai al 122.
Se hai bisogno di viagra, vai al 11.
Se vuoi entrare nel settore riservato ai massaggi, vai al
69.
In caso contrario, potresti uscire dal negozio (vai al 56), o
provare a parlare al negoziante aprendo di scatto la
tenda. In tal caso, vai al 9.
17
Mormori la parola d’ordine con alterigia e Jimmy resta di
stucco. Impreca, borbotta qualcosa tra sé e sé e poi ti
guarda con stizza. “Okay, Cucador ‐ ti dice ‐ Stavolta mi
hai fregato, devo ammetterlo. Non avrei mai pensato che
uno stronzo come te potesse ricordarsi la parola d’ordine
del clan La Troia, ma evidentemente mi sbagliavo. Ti
tirerò fuori dai pasticci. Adesso faccio una telefonata a
mio fratello Jay Leno La Troia, uno dei ventiquattro
membri del clan; avvocato di gran fama a New York, che
sicuramente potrà suggerirmi una giusta strategia
difensiva!”.
Seguono minuti frenetici. Jimmy parla con suo cugino e
prende appunti su un brogliaccio. Frattanto si presenta il
Pubblico ministero, e capisci il perché del suo ritardo. Con
astuta mossa J.J.Peto ha cambiato schieramento e si è
autonominato Pm, e ora ti è contro! Saetta Eretta non
sembra avere nulla da obiettare. “Vevgogna, cviminale! ‐
ti apostrofa il tuo ex avvocato difensore ‐ Ti favò sbatteve
ad Alcatvaz!”.
Comincia il dibattimento vero e proprio. Peto ti accusa di
atti osceni, molestie e violenza carnale, e chiama una
serie di testimoni che parlano a tuo sfavore. Digrigni i
denti quando vedi sul banco ceffi del calibro di Dirka e
Ombromanta, le due puttanacce e perfino Donna Carmen,
e poi ancora il fetido Saccarosio Partenopeo e il Gallo
Giuseppe, quello stronzo pennuto (ovviamente con
interprete), e tanti altri che ti hanno brutalizzato fin qua.
Interrogati con arguzia da J.J.Peto, tutti questi miserabili
bastardi narrano al giudice con aria da santarellini le
barbare atrocità che tu avresti inflitto loro. E sono
proprio quelle che loro hanno invece fatto subire a te! E,
tra parentesi, anche lo stesso giudice non è che ci sia
andato proprio morbido con le tue chiappe! C’è un
conflitto di interessi grosso almeno come la sua nerchia!
Protesti veementemente per l’abnorme errore giudiziario
che si sta perpetrando, ma con un possente nitrito Saetta
Eretta ti riduce di nuovo al silenzio. Ti giri verso Jimmy,
sperando che intervenga, ma è ancora al telefono e ti fa
cenno di non disturbarlo, mentre continua ad appuntare
freneticamente chissà quali finissime tecniche
avvocatizie. A questo punto, però, il magistrato equino
nitrisce ancora e il Segaligno chiama in causa proprio il
tuo legale. “L’avvocato può cominciare a introdurre i
testimoni della difesa”. Jimmy saluta e tronca la
comunicazione e si avvia risoluto al centro dell’aula.
Vai al 12.
18
Non chiedermi come fai ad avere una baionetta: ce l’hai e
basta. Estrai la baionetta e trafiggi Maurizio in pieno
petto, quindi apri il fuoco. Ti senti soddisfatto, ma
Maurizio ti ride in faccia, rivelandosi in realtà un cyborg.
“Ecco svelato il quarto segreto di Fatima, e ora devi
morire!!”. Detto questo, strappa un pezzetto del vestito
del suo buttafuori fatto a pezzi dalle videocamere e te lo
ficca in bocca. Preso alla sprovvista, non riesci a sputarlo
e lo ingoi. Purtroppo quel brandello era stato in parte
imbevuto di brandy durante la precedente esecuzione,
quindi, involontariamente, hai ingerito alcool. Le
videocamere hanno filmato tutto: credono tu abbia fatto il
furbo, ora puntano verso di te. Fai appena in tempo ad
avvicinarti a uno dei distributori, proprio nel momento in
cui viene emesso uno scontrino, sul quale puoi leggere,
col carattere Times New Roman ‐ rosso ‐ 14 ‐ centrato:
ADIOS STRONZO!!
Le videocamere fanno fuoco, il laser ti riduce come un
colabrodo: neanche con l’analisi del dna potranno più
risalire alla tua identità. Maurizio afferra la baionetta e,
dopo aver preso lo stampo delle tue impronte digitali,
emette la sentenza: “Costui ha ingerito un pezzo di stoffa
di mia proprietà, imbevuto del brandy di mia proprietà. E
non ha pagato!! Che i discendenti di questo stronzo
vengano perseguitati e percossi in eterno!!”. Maurizio
riuscirà a risalire alla tua famiglia: moriranno tutti, a
eccezione di coloro che sono ancora in grado di
procreare. Costoro verranno schiavizzati e pagheranno in
eterno il prezzo di quelle gocce di brandy su quel
pezzaccio di stoffa.
19
I servizi segreti ti scoprono e finisci a Guantanamo dove
muori a causa di terribili torture di privazione del sonno
con canzoni di Britney Spears a tutto volume.
20
Grave errore di valutazione: apri il pacco affannoso e tiri
fuori alcuni dadi da utilizzare come proiettili. Estrai una
fionda che ti eri imboscato non si sa bene dove e cominci
a bersagliare il tuo avversario. Prendi la mira e fai partire
un colpo secco e preciso rivolto al viso di Brodo, memore
dei pomeriggi primaverili passati a far strage di lucertole
quando eri un infante (in realtà lo fai tuttora e vieni
puntualmente redarguito dalla vecchia rompipalle del
terzo piano, che ancora ti chiama bambino...). Il proiettile
vola diretto verso l’occhio destro dello psicopatico, che
con uno scarto rapido lo intercetta con la lingua: palleggia
un po’ con il dado tra denti e labbra, soffermandosi in
virtuosismi degni del miglior Garrincha. Poi, con
un’ultima giravolta, ingurgita il dado. Hai l’impressione
che sia cresciuto leggermente in altezza.
Disperato, cominci a sparare a raffica: con la velocità
dettata dal terrore di stare per soccombere scagli in
rapida sequenza quattro proiettili. Brodo Cevano non fa
una piega: con ognuno di questi si diletta in giochi di
equilibrismo sempre più complessi, e ogni volta che, con
un ultimo svolazzo, ingolla un altro dado, la folla che gli
sta intorno si lancia in ovazioni e sperticati applausi.
Ottuso come un tacchino scemo, scagli con la fionda
l’intero pacchetto di dadi: l’unico effetto che ottieni è di
trasformare Cevano in un essere gigantesco.
Nel frattempo, alle tue spalle è stata preparata un’enorme
pignatta con tanto di fuoco tribale a sbollentare sotto.
Impietrito, quasi non ti accorgi di Brodo, quando, senza il
minimo sforzo, ti afferra e, spolverandoti di sale,
mescolandoti a patate, sedano, carote e un po’ di zenzero,
ti getta nel pentolone in compagnia di Tuorl. “È ora di
cena! Cari amici, stasera preparerò una delle mie più
famose ricette, il minestrone alla Cevano!”. Quando
l’acqua comincia a bollire perdi i sensi, ed è meglio così: ti
risparmi il banchetto, in cui decine di cultisti famelici ti
divorano golosamente.
21
Ti accorgi della malaparata, e, ricorrendo alla tua unica
risorsa, la vigliaccheria, ti volti di scatto correndo con
quanto fiato hai in gola, convinto che un pene gigantesco
e per di più senza arti, che cammina con i testicoli, non
possa essere tanto veloce da starti dietro, sebbene tu non
sia un fulmine. Il ragionamento è in effetti giusto: dopo
una decina di secondi ti volti e ti accorgi che Mister P è
rimasto indietro, distanziato di parecchio; ti sembra anzi
che si sia fermato e si accasci in avanti, come se stesse per
cadere.
Rassicurato, rallenti la tua corsa, convinto di non essere
più raggiunto: purtroppo non ti sei accorto che il titanico
membro non si sta affatto accasciando, ma sta
semplicemente assumendo la sua notoria posizione “a
cannone”. Sembra incredibile che un pene animato possa
essere esperto di balistica, ma evidentemente è così;
mentre fischietti, allegro e ormai rilassato, Mister P spara
il primo colpo: un fiotto di sperma copiosissimo ti sfiora i
capelli ed esplode pochi metri davanti a te, costringendoti
a fermarti di botto per evitare di essere investito da quel
mare bianco.
Ti stai ancora chiedendo cosa diavolo sia accaduto
quando un secondo colpo ti centra in pieno: sommerso da
una quantità abnorme di sperma caldo e vischioso lotti
con tutte le tue forze per liberarti, ma non ci riesci.
Mentre perdi i sensi, soffocato dall’immondo liquido, hai
tempo di pensare che la tua è letteralmente una morte del
cazzo!
22
Nooo, non ci posso credere. Ti sei davvero ricordato la
regola della Premonizione della serie Grecia Antica?
Voglio sperare di no. Magari ti sei accorto che qualsiasi
mossa facessi nei primi tre paragrafi morivi, e quindi hai
letto uno a uno tutti i paragrafi di questo libro fino a
capire che questo è quello giusto per continuare
l’avventura. Voglio augurarmi che sia così. Perché
altrimenti, se ti sei ricordato la regola di aggiungere 20 al
numero di un paragrafo andando a quello corrispondente
per avere la preveggenza, significa che sei uno sfigato di
merda che leggeva librogame e ha problemi di erezione.
Non si scappa.
In ogni caso, un istante prima di partire hai la strafottuta
preveggenza e capisci che la mongolfiera sgarrupata di
Ochoarmadas non reggerà un solo secondo di volo e
morirete entrambi. Inorridito, urlando fuggi via,
lasciando basiti sia Eclisse sia il suo amico argentino.
Corri a perdifiato per oltre un’ora quando incontri un
orribile pick up lasciato incustodito. Pazzo di gioia entri
nell’abitacolo e trovi le chiavi sul cruscotto: un colpo da
maestro! Sgommi via e dopo esserti perso per circa due
giorni dentro Los Angeles riesci a imbroccare la strada
giusta e ti dirigi verso Las Vegas.
Quattrocentoquarantasette chilometri dopo, sei arrivato.
Alèèèè! Vai al 167.
23
Se non ce l’hai presente, o ce l’hai passato, o ce l’hai
futuro.
Se ce l’hai passato, vai al 36.
Se ce l’hai futuro, vai al 149.
24
“Falso! ‐ tuona Eclisse ‐ Falso, falso, più falso! Ma se ti ho
raccattato sulla banchina con lo sfintere sanguinante,
come pretendevi che mi bevessi una balla del genere?
Amiche mie, hai cercato di ingannarmi. Non solo non
vedrai Maurizio, ma vedrai una lunga serie di cazzi in fila!
Jimmy! Chantal! Venite qui ché ci divertiamo!”. Sta per
cominciare la resa dei conti. La tua avventura finisce qui,
sottoposto alle solite, violentissime, sanguinarie
penetrazioni anali (davvero, ma come potevi affermare a
buon diritto di essere vergine?!), un clichet ormai trito, a
un passo dalla meta.
25
Stai esaminando la mappa del Caesars Palace per capire
dove cazzarola sei finito, quando il tizio rossiccio ti
distrae di nuovo. “Ehi amico! Sai che oltre a essere
esperto di palindromi me la cavo anche come
prestigiatore dilettante? Sta’ a vedere!”. Si toglie la
bombetta e comincia a ravanarci all’interno, continuando
a fare bolle con la pipa. “Ecco qua!”, con un gesto plastico
ha estratto qualcosa dal cappello. Sarà il solito mazzo di
fiori, o un coniglio sdentato. Strabuzzi gli occhi. Non è un
fiore né un coniglio, ma col “mazzo” ha una qualche
attinenza: questo debosciato ha estratto dalla bombetta
un vibratore, e di quelli king‐size! Sarà lungo oltre 40
centimetri! Come accidenti lo teneva lì dentro?
Il tuo stupore lo eccita. “Ahahah! Vedi amico!
Amposizionalo, sono un grande!”. E così dicendo in modo
ancor più prodigioso comincia a estrarre vibratori su
vibratori, uno dopo l’altro, ma anche riviste porno, fruste
e altri giocattoli erotici, pescando a iosa da quella
maledetta bombetta senza fondo e distribuendo
ammennicoli compromettenti alle signore imbarazzate.
Basta, ti sei stufato. “Aoh, ammò m’hai rotto er ca...”. Non
fai a tempo a finire la frase che un violento WOOOSH!
copre la tua voce.
Un vetro va in frantumi e dall’esterno saetta famelico un
razzo ad acqua gigante, giunto da chissà dove. Guidato da
una volontà superiore, si fa strada dribblando gli astanti e
si infila con sprint proprio in mezzo alle chiappe del tuo
stupefatto amico.
Non solo. La forza del razzo è talmente inarrestabile che
lo solleva in aria e comincia a farlo roteare, finché razzo e
tizio in bombetta non riescono assieme dalla stessa
finestra mentre il rossiccio grida “AMICOOOOO!!!”. Corri
alla finestra e vedi il buffo figuro farsi sempre più piccolo
fino a diventare un puntolino e poi sparire nel cielo
stellato. “Probabilmente finirà su Urano, tentando di
comunicare con gli alieni a suon di palindromi”, pensi tra
te e te.
Passi ancora un bel po’ di ore dentro il casinò, cercando di
carpire qualsiasi informazione possa esserti utile a
trovare quel bietolone di Maurizio. Purtroppo non ottieni
nulla, nel frattempo perdi come una merda al Black Jack.
Alla fine sei costretto a nominare la tua famiglia schiava
del croupier e vendergli la proprietà dei tuoi discendenti
per sei generazioni pur di poter fare un’altra partita, che
comunque perdi. Con l’orgoglio sanguinante decidi di
lasciare il Caesars Palace e risbuchi all’aria aperta, nella
grande Avenue dei casinò di Las Vegas. Vai al 41.
26
Gettoni? Puah! Mica sei qui per buttare i tuoi soldi! Sei qui
per trovare Maurizio, il frocio che ti ha rovinato la vita, e
spaccargli il culo in vari modi e con dolore. Stai per
chiedere anfetamine, ma ti ricordi che il dottor Gualtieri ti
ha proibito di prenderne ancora, altrimenti ti esploderà il
cranio. Allora fai per chiedere un pacchetto di
preservativi, ma anche qui tentenni, visto che l’ultima
scopata che ti sei fatto è stata con nientepopodimeno che
Enzo Paolo Turchi e non hai uno straccio di rospa
sottomano ormai dalla grande crisi del ‘29.
Così torni mestamente sulle tue idee e ti prepari a
chiedere qualche gettone per sfogare la tua tristezza
infinita alle macchinette e morire divorato dai debiti
contratti con qualche usuraio. Il problema è che non hai
una lira bucata, no tienes dinero, sei uno straccione
miserabile. Stai per rinunciare e andartene dal Caesar’s
per prenderti una sbronza, quando arriva l’idea geniale!
Ti avvicini alla cassa con aria altezzosa e tenti
(maldestramente) di imitare un accento sovietico, o
perlomeno quello che ritieni essere l’accento sovietico in
base ai porno di genere “russian” che hai visto in gran
copia.
“Buonciorno, da ‐ esclami ‐ Io sono Eclissovsky
Mauriziosky Cucadorov (che fantasia, eh?!), oligarca di
grante madre Ruoooossia e petroliere emerciente e
ricchissemo. Sono arrivato ora da Muosccaaa e sono
atteeeso al tavolo dei krandiii giuocatorii.. Prego me
accompagnare nel privée di vuostro uuuuummile casinò,
da!”. Non c’è che dire, una messinscena indecente. Non ti
crederebbe neanche il più ingenuo stronzo del pianeta.
Ne sei consapevole, e ti attendi da un momento all’altro
una legnata, un ceffone o la solita penetrazione anale.
Ma...
“Porca pupazza! Il grande Cucadorov, qui? Siamo onorati
di riceverla al Caesars Palace signore! Prego, non faccia la
fila come questi comuni plebei, lei dev’essere ammesso
direttamente nel salone dei grandi giocatori! Le mando
subito uno schiavo personale, anche se vedo che è
perfettamente attrezzato con uno dei suoi servi”, dice
tutto d’un fiato indicando alla fine il tuo compare
rossiccio. Hai trovato un addetto alla cassa più cretino di
te! Ti ha creduto! Miracolo! Alzi le mani al cielo esultante!
Il tizio continua. “Ma sa che dalle foto che ho visto su
Internet la immaginavo più magro? Oddio, ehm, scusi,
non che lei sia un pezzo di lardo schifoso, ecco, ehm,
diciamo solo un po’ in sovrappeso... Cioè, ehm...
Comunque mi dica com’è dal vivo quella famosa attrice di
Hollywood che ha rimorchiato, eeeeeeh??”. Questo
ruffiano finge indegnamente! Sei là là per svelargli chi sei
e insultarlo per la sua cretineria, però hai un attimo di
lucidità e pensi che questa volta NON ROVINERAI la
prima botta di culo in tre anni che ti è capitata.
Così ti chiudi in un silenzio sdegnato e attendi nobilmente
l’arrivo del tuo assistente personale. Quando arriva, un
frociaccio che comincia subito a scrutare il pacco del tuo
accompagnatore in pareo, lo segui frettolosamente verso
un portone di diamanti che dà accesso a una riproduzione
in scala del Colosseo: la stanza dei grandi giocatori. Ce
l’hai fatta, sei dentro! Vai al 131.
27
Nella stanzetta ci sono tre slot‐machine, una serie di luci
abbaglianti lampeggiano tanto che stordiscono il
malcapitato giocatore. Una quantità indescrivibile di
decibel assale i timpani con la stessa veemenza di un
branco assatanato di spermatozoi che si avvinghia
all’ovulo femminile.
Oltre a te nella stanzetta non c’è nessuno. E ci credo: la
musica è più opprimente di un aerosol a base di scuregge.
Senti la testa rimbombare di continuo e hai quasi la
sensazione che la tua corteccia cerebrale possa staccarsi
da un momento all’altro.
Se vuoi provare a giocare con una slot‐machine, vai al 60.
Se invece vuoi uscire dalla saletta per visitare le altre
attrazioni del negozio di Cowboy vai al 16.
28
“Bene mio cavo amico, sei pvonto pev il pvocesso?”. Ma
cosa sta dicendo questo buffone che hai di fronte? Quale
processo? Sta farneticando? Forse è il caso di andarsene,
hai già perso troppo tempo con questo fallito. Sorridi
all’avvocato Peto e con fare noncurante cerchi di
guadagnare l’uscita.
Improvvisamente due nerboruti poliziotti di Las Vegas,
con tanto di occhialoni in stile Chips, ti afferrano alle
spalle e ti bloccano. Ti sembra di riconoscere in uno dei
due un Eric Estrada imbolsito e ormai completamente
canuto. Poncharello era il tuo idolo! Stai per abbracciarlo
e chiedergli un autografo, quando si apre
improvvisamente un grande sipario: davanti a te si
presenta una scena allucinante. Un imponente palco, con
sopra un banco di giudizio con tanto di bilancia e
bandiera americana. A lato sono schierati giurati di tutte
le razze, che ti guardano con odio. Con orrore ti accorgi
che il giudice ha fattezze equine, pur essendo fornito di
parruccone e toga; la mente torna vorticosa indietro nel
tempo e inquadri con cieco orrore chi ricopre l’alta
carica: è Saetta Eretta, lo stallone che hai avuto più volte
occasione di incontrare, anche carnalmente, in passato...
Non emette un suono: si limita a battere forsennatamente
il martello, che tiene tra i denti, sul banco. Da sotto il
drappo nero che lo avvolge, non chiuso bene ad altezza
inguine, spunta l’enorme sesso perennemente arrossato e
in tiro del cavallo.
Un uomo segaligno e allampanato, con occhialini tondi in
stile William Blake, seduto a lato su una specie di
cattedra, legge da una grande pergamena. “Lo stato del
Nevada contro di Aloysious Wankstain. L’imputato è
accusato di istigazione al genocidio, strage, associazione a
delinquere di stampo mafioso, traffico di materiale
pedopornografico, sfruttamento della prostituzione,
ricettazione e spaccio di stupefacenti. Come si dichiara il
suo cliente avvocato?”. J.J. Peto si schiarisce la voce e
proclama con tono stentoreo “Colpevole, vostvo onove!”.
Poi si gira facendoti dei cenni, come a tranquillizzarti e
farti capire che sta adottando una fine tattica difensiva.
Non hai ben capito che sta succedendo. Non hai idea chi
sia Aloysious Wankstain ma temi che possa esserci stato
uno scambio di persone. Sei probabilmente finito nel bel
mezzo di un processo, e l’imputato potresti essere tu.
Ma può darsi che tu stia sopravvalutando il tutto, chissà
chi è questo Wankstain e Peto chissà perché, in preda alla
sua follia, ti fa quei cenni... Si, deve essere così, tu non
c’entri nulla... Tuttavia...
Se continui a comportarti come se nulla fosse e attendi
per vedere chi è l’imputato, vai al 154.
Se ti butti per terra in mezzo alla sala e fai una scena
madre urlando che c’è stato un errore e tu sei innocente,
vai al 127.
Se invece fai notare che non hai mai scelto Peto come
avvocato, e pretendi te ne sia assegnato un altro d’ufficio,
vai al 160.
29
Il vecchio ha pantaloni e mutande calati a mezzo
ginocchio. Questo è il momento opportuno, se afferri il
malloppo ora e scappi non potrà inseguirti, impedito nei
movimenti dai vestiti che gli bloccano le gambe.
Purtroppo, come ti allunghi sul panno verde per
recuperare le fichs, per una di quelle coincidenze assurde
della vita, la tua cinta cede di schianto e pantaloni e
mutande improvvisamente ti calano a mezzo ginocchio,
rendendo difficoltosa la tua fuga.
Rimanete per un attimo a fissarvi interdetti, entrambi con
l’uccello allegramente all’aria, uno da un lato del tavolo e
uno dall’altro, pronti a scattare. Ce la farai a recuperare la
vincita e dartela a gambe? È il momento della prova
pratica. A casa tua o dove vuoi, prendi un mucchio di 10
fiche di media grandezza e spargile su un tavolo
rettangolare. Convinci poi un signore anziano di tua
conoscenza, purché sia ancora distinto e scattante, a porsi
dal lato opposto del tavolo rispetto a te, con le brache e le
mutande calate al ginocchio. Ovviamente anche tu devi
essere nelle sue stesse condizioni.
A questo punto il tuo obiettivo è raccattare tutte le fichs
dal tavolo e raggiungere l’uscita del locale in cui ti trovi
senza che il tuo anziano inseguitore riesca a fermarti.
Solo una volta fuori potrai considerare conclusa con
successo la prova e ritirarti su i pantaloni.
Se riesci nella prova pratica, ti ritrovi con un mazzo di
fiche in tasca. Se vuoi giocare ancora con una delle altre
attrazioni presenti nel casinò, vai al 5.
Oppure se vuoi recarti alla cassa per farti cambiare la
vincita in denaro sonante, vai al 68.
Se non riesci nella prova e il tuo anziano conoscente ti
blocca, non meriti di proseguire la lettura: quale giovane
di trent’anni o meno si può far battere in un cimento
fisico da un ultrasettantenne? Mentre rifletti su questo
fondamentale quesito, un Ciclope sbucato da chissà dove
irrompe nella stanza e ti divora in un sol boccone,
ponendo fine alle tue sofferenze. Sei morto.
30
Maurizio sarà alto due metri e trenta come Yao Ming, non
te n’eri mica accorto quella sera in quel locale! Hai una
certa titubanza ad affrontare fisicamente un tale colosso,
sia perché potrebbe suonartele di santa ragione, sia
perché se tanto mi dà tanto come minimo ti aprirebbe il
culo, e con quella mole probabilmente deve trovarsi
davvero un mega mazzuolo tra le gambe.
Approfitti del fatto che la sua attenzione sia distolta da
due bionde mulatte maggiorate con gli occhi azzurri, alte
due metri anche loro, per dare un’occhiata più attenta al
tuo mortale nemico. Capigliatura riccia e ispida, una vaga
stempiatura, occhiali da sole a coprire uno sguardo
misterioso, Maurizio ha un look discutibile visto che
indossa una felpa con la zip di pelliccia bianca con
macchie nere, come una mucca. Una manica è tirata su e
s’intravvedono tatuaggi a ricoprire tutto il braccio, ma
quello che ti stupisce è il resto dell’abbigliamento: Sauro
Settebellezze non ha pantaloni, e tutto ciò che copre le
sue ammirevoli pudenda è un indiscreto perizoma,
anch’esso di pelliccia bianca a macchie nere! Sei nauseato.
Dopo aver valutato accuratamente il tuo avversario, ti
prepari a studiare anche una strategia valida per metterlo
al tappeto, concludere la tua vendetta e diventare
padrone al suo posto.
Se lo infilzi al cuore con la tua baionetta Ontario Knife
Company, vai al 18.
Se in modo molto più prosaico lo atterri a suon di calci nei
coglioni, vai al 95.
Se sei un seguace di Walker Texas Ranger e vuoi
emularne i celebri calci rotanti, vai al 114.
Se vuoi ucciderlo con un ago avvelenato, come Diabolik,
vai al 121.
Se non vedi l’ora di collaudare il tuo perforatore di
timpani per farlo secco, vai al 66.
Se preferisci rimandare la vendetta a un momento più
propizio, puoi sempre ordinare da bere al 141.
31
Ma certo, che meraviglia, l’Mgm Grand! Il più grande
albergo di Las Vegas, con oltre 5 mila stanze, e
soprattutto il maggiore casinò della città dei vizi! Qui non
potrai che trovare il tuo nemico più acerrimo. Sfoderi un
sorriso a trentadue denti, ti dai una sistemata al colletto
stropicciato della camicia hawaiiana che indossi e ti avvii
sfoggiando una camminata da duro verso l’enorme
struttura. Passi in estasi vicino alla gigantesca statua
dorata del leone che troneggia all’ingresso e alzi indice e
medio in segno di vittoria.
All’interno resti senza parole. Il lusso dappertutto, la
ricchezza e lo sfarzo delle decorazioni, degli arredi, sono
addirittura nauseanti per quanto ti circondano! L’Mgm
Grand è fornito di ogni sorta di gioco d’azzardo: slot
machine, blackjack, poker, sale private per i grandi
giocatori. Sei un po’ disorientato, a onor del vero. Non sai
dove cominciare a cercare Maurizio. I leoni veri che vedi
in uno spazio recintato aumentano la tua confusione.
Cominci a sudare e a imprecare come una megera di
Pescara, e decidi di sederti un attimo su una poltrona a
pochi passi da te.
Chiudi gli occhi e rivolgi una silenziosa preghiera a Ishir
in cerca di soccorso, quando improvvisamente senti
risuonare un idioma italico. “Cvibbio, cvibbio! Non ci
siamo pvopvio! Eppuve evo sicuvo!”. Sembrerebbe un
italiano, dotato di fastidiosa evve moscia! Riapri gli occhi
e guardi il tuo connazionale. A giudicare dall’aspetto
pretigno e altero, non sembra molto più intelligente di te,
per quanto più serio, ma supponi possa esserti d’aiuto
perché vedi che ha in mano (e agita sconsolato) quella
che da lontano pare essere una cartina del casinò. Decidi
di rivolgergli la parola. Vai al 165.
32
See e chi cazzo sei, Conan il Barbaro? Brodo Cevano te
l’appizza ar culo e ti sfonda il culo. Byez.
33
“Ma è naturale, caro frocetto ‐ borbotta Eclisse,
stranamente bonario ‐ Figuriamoci se mi sarei potuto
bere la balla della tua verginità anale! Quando ci siamo
conosciuti, nel locale del boss Aldinozz, il tuo culetto era
già stato bello che violato! Lo ammetti? Confessa!”.
Arrossisci e fai cenno di sì con il capo, timidamente. Ma
Eclisse non ha ancora finito. “E quando hai presunto di
aver scopato con una bionda, che poi hai scoperto essere
Enzo Paolo Turchi, e che poi nel processo abbiamo
scoperto che non hai neanche scopato davvero, credi che
il biondageo ballerino si sia limitato a fare il passivo?
Ahaha esatto, proprio così, anche lui te l’ha appizzato!”.
Ti metti le mani tra i capelli, in preda all’orrore assoluto,
ma Eclisse non ha ancora finito. “E quando Donna Carmen
ti ha dato tutte le informazioni per trovare Maurizio, non
ti ha pure sventrato? E prima che venissi a salvarti sulla
banchina del porto di Long Beach, io stesso non ho
insinuato il mio mega tarello tra le tue chiappe esauste?
Sì! Sì! Quindi altro che vergine! Amico mio, il tuo deretano
è tanto frequentato da sembrare una caffetteria di
Carnaby Street, ammesso che ce ne siano! Perciò non
aveva alcuna importanza che nelle tue avventura a Las
Vegas non ti facessi inchiappettare! Ormai una più, una
meno...”.
Cominci a comprendere la portata del tuo dramma. Ma,
per fortuna, almeno stavolta Eclisse ha finito. Si scosta di
un lato e ti mostra la porta con le due mani aperte,
invitandoti a entrare. “Prego”, mormora. Sei all’interno
del casinò che cercavi e stai per vedere Maurizio. Vai all’8.
34
“Molti secoli or sono ‐ comincia con la voce sempre più
flebile ‐ lo spirito della pioggia Tu‐Shei incontrò la bella
Yokike, e affascinato dalla sua avvenenza la rapì. Un
giovane del villaggio, Nori‐San decise di partire al
salvataggio. Fu allora che lo stregone del male Nochibutsi
attaccò la regione abitata dagli Yu‐Dei, un popolo fiero e
generoso che viveva da anni in armonia con la terra e il
cielo...”. Cosa sta farneticando? Lo afferri per la collottola
e lo scuoti “Il Cucador, vecchio rincoglionito, capisci di
cosa parlo? La bevanda che ti ha ridotto a essere la
parodia d’uomo che sei? Dove l’hai trovata?”.
L’uomo ti guarda con uno strano lampo negli occhi. “Cosa
hai intenzione di farmi? Sei un bruto! Vuoi picchiarmi?”.
Ti accorgi che è di nuovo eccitato. “Non vorrai infilarmi
quel grosso bastone nodoso che hai in mezzo alle gambe
tra le natiche vero? Oddio leggo nei tuoi occhi che vuoi
sodomizzarmi! Io, il grande Sakuragi, tra pochi attimi
verrò sodomizzato!”. La voce del maestro è ormai
affannosa, rotta dall’eccitazione. Il suo pene è di nuovo
gigantesco, e noti che con gesti frenetici si sta sfilando
tutti gli abiti, pronto a essere la tua schiava sessuale per
le prossime ore.
Atterrito da questa prospettiva, con uno scatto
insospettabile ti allontani da lui, approfittando del fatto
che non ti guarda, intento com’è a spogliarsi: per fortuna
il casinò è strapieno e in pochi attimi ti confondi tra la
folla. Sei felice per averla scampata, ma non sai ancora
nulla di Maurizio. Inoltre l’individuo rossiccio ha seguito
le tue mosse e inspiegabilmente ti è rimasto incollato
durante tutta la fuga. Lo hai accanto che saltella
allegramente, facendo bolle con la sua pipa: temi che per
ora dovrai portartelo dietro. In un angolo noti una mappa
del casinò: decidi di andare a consultarla al 25.
35
“Sakuragi? ‐ mormori ‐ Che succede? Va tutto bene?”.
Improvvisamente il vecchio emette una risata stridula e
acutissima, che ti fa gelare il sangue nelle vene. “Amico,
hai commesso un grave errore, hai fatto adontare Mister
P! Sei rubato amico mio, non esistono palindromi per
descrifedi ciò che sta per accadere”.
Rintronato dalle chiacchiere del rossiccio, non ti accorgi
che un essere gigantesco si sta sollevando da terra: la sua
visuale fino a un momento prima ti era impedita dal
corpo di Sakuragi. Un pene ciclopico, alto almeno 5 metri,
ti si fa incontro, utilizzando due testicoli gonfi ed enormi
come fossero le ruote di un trattore per deambulare.
Emette un suono secco e roboante, che assomiglia al
ruggito di una tigre. Non hai idea di come faccia ad
avanzare, perché non ha occhi né orecchie né naso, ma
procede spedito verso di te: riesce quindi a individuare la
tua posizione con chiarezza. La situazione è disperata:
Lo affronti? Vai al 40.
O scappi urlacchiando come una checca impaurita? In tal
caso, vai al 21.
36
Ce l’hai passato. Remoto, di nascosto o di verdura?
Ce l’hai passato remoto: vai al 7.
Ce l’hai passato di nascosto: vai al 19.
Ce l’hai passato di verdura: vai all’83.
37
Proooot
Pfssssst
Prrrrfffffffffffffff
Pffssssssssskrrrrrrrrrr: emettendo questa scureggia
provi una sensazione dolorosa simile alla depilazione,
come se ti strappassero i peli del culo con la ceretta.
Pfsboooom!!!!!
“Vedi bastardo? Impara il repertorio!”, sghignazzi.
Psssssshhhhhhhhhh
Whooooooom
Ffff*#!!ssshììì§
Prøøøøøøøt’ffffffffff
Tuorl ti osserva in silenzio, quindi si volta, si abbassa i
pantaloni, ed emette una scureggia ruotando il bacino: il
suono del suo peto è gracchiante come il verso di un
corvo nero, e quel che è peggio è che non hai considerato
le condizioni del suo culo.
Infatti, lo spostamento d’aria libera dalle chiappe un folto
ciuffo di peli incolti, che finalmente vengono liberati
nell’aria e ti colpiscono in viso come una frusta. Tuorl
continua a scorreggiare, e ogni scureggia è una frustata!!
Al decimo colpo di frusta, Tuorl stringe le schiappe e
trattiene il fiato: i peli ritornano al calduccio nel suo culo
proprio come un cane torna scodinzolando dal suo
padrone. Il tuo fantastico repertorio di peti, umiliato così
da un culo incolto...
Se ammetti la tua inferiorità, vai al 164.
Se invece vuoi prenderti la rivincita, vai al 90.
38
Entrate nel casinò. Gente che va e gente che viene. Una
serie di psicopatici individui saltellano tra le slot‐machine
completamente impazziti. Li vedi sedersi sugli sgabelli
con la stessa veemenza con cui un poveraccio colpito da
dissenteria si siede sulla tazza del cesso. Li osservi
inserire quelle monetine nelle fessure con la stessa
ingordigia con cui infilano il loro pisello nel corpo di una
donna. L’uomo ti conduce fino alla cassa del casinò. Qui
fai l’allegra conoscenza del panzone alla cassa: un essere
pantagruelico e schifosamente obeso, roba che Galeazzi al
confronto è un anoressico. “Benvenuto nel nostro casinò”,
ti accoglie, “Allora, cosa posso darti? Gettoni?
Preservativi? Nukkers? Anfetamine?”.
Se vuoi farti dare dei gettoni, vai al 67.
Se vuoi sapere cosa sono i Nukkers, vai all’80.
Se invece vuoi anfetamine, preservativi o qualcos’altro,
vai al 26.
39
No! No! No! Per te non è ancora giunta l’ora di morire...
Dove cazzo credi di stare? Chi cazzo ti credi di essere?
Sono io che decido quello che succede in questo cazzo di
libro!!!
Zitto! Muto! La partita continua, quanto è vero che sei un
coglione.
Con la coda dell’occhio vedi a terra un piccolo oggetto
nero: lo raccogli. Si tratta di un piccolo biglietto, al cui
interno ci sono frasi scritte con un pennarello bianco.
Decidi di metterlo in tasca, più avanti potrebbe servirti. E
me ne sbatto il cazzo se non vuoi prenderlo, e se tua
mamma ti ha insegnato che non si raccoglie la roba da
terra!!! Lo raccogli e basta, quanto è vero che non conti un
cazzo!! Ora sei pronto per decidere cosa fare. Vai al 28.
40
Ricordandoti della saggezza di tuo nonno, che era solito
dire “più sono grossi più fanno rumore quando vanno
giù”, ti scagli contro il pene‐ciclope con un fiero urlo
belluino, pronto a colpirlo duro con una delle tue mosse
segrete. Purtroppo ti ricordi solo quando ormai ti sei
lanciato che tuo nonno è morto pestato da due
energumeni lottatori di greco‐romana, categoria
supermassimi, che aveva tacciato imprudentemente, con
volgarissime insinuazioni, di omosessualità.
Mister P sembra non accorgersi nemmeno del tuo
attacco: proseguendo la sua marcia ti travolge,
schiacciandoti con le sue palle massicce e pelose. Muori
soffocato e stritolato da enormi testicoli, senza nemmeno
il tempo per un ultimo pensiero che ti restituisca un
briciolo di dignità al cospetto di una fine tanto ingloriosa.
41
Sei sulla Las Vegas Boulevard South, meglio nota come
Las Vegas Strip, la via più famosa del mondo, che ospita
tutti i migliori casinò del globo terraqueo. Fa un caldo
boia, sei sudato, ti puzza il fiato e devi ancora trovare
Maurizio. Ti guardi attorno estasiato dalle luci multicolori
e dalle mille tentazioni e richiami offerti dalla città del
vizio, e valuti quelle che possono essere le tue prossime
mosse.
In fondo alla via, sulla destra, vedi un casinò a forma di
piramide. Dalla punta si origina un fascio di luce
potentissimo che arriva fino a bucare il cielo. Un cartello
stradale ti dice il nome, “Luxor”. Se vuoi andarci, vai al
156.
Poco più vicino, alla tua sinistra vedi una costruzione
gigantesca, sicuramente la più grande di tutta la Avenue.
Lo riconosci, è un casinò tra i più famosi, l’Mgm Grand. Lo
vedevi in Csi e Oceans’11 e ricordi con piacere i frezzoloni
che ti facevi nell’ammirare le dive di quei film. Ora puoi
essere come loro, visitandolo al 31.
Infine poco distante da dove ti trovi vedi un palazzone ad
anfiteatro, illuminato a giorno. Anche questo è un casinò
che conosci, il Bellagio. Ma certo, il re dei casinò, supremo
templio del lusso e della ricchezza. L’ideale per un
coglionazzo come te, no? Se scegli quello, vai al 5.
Alle tue spalle, infine, c’è sempre il Caesars, il primo casi‐
nò che hai visitato. Se vuoi rientrarci, muori.
42
Diventi un cefalopode tetrabranchiato e inizi una carriera
di allenatore di pallacanestro acquatica per vongole
veraci.
43
Improvvisamente vieni inghiottito da una gigantesca figa
di pecora ambulante... Nonostante tu conosca bene
l’ambiente, dati i tuoi trascorsi di pastore sul
Gennargentu, non c’è via d’uscita e sei decisamente
morto.
44
Maaaaaa ndo vaiiiii se la banana non ce l’hai...
Bell’hawaiianaaaaa, attaccate a sta bananaaaaaaa... E tu
alla banana ti sei attaccato, infatti... Peccato non fosse una
banana ma il pisello del noto pornodivo redivivo John
Holmes, 32 centimetri di qualità. Diventerai la sua
schiava d’amore a vita. Bella hawaiianaaaaa! La tua
avventura finisce qui!
45
Dopo altri cinque minuti di spiegazioni annoiate (sue) e
bestemmie (tue), capisci che l’uomo si chiama J. J. Peto.
Sembra prenderti in simpatia e comincia a raccontarti,
anzi, a monologare, le sue vicende professionali. Capisci
che è il classico avvocato delle cause perse,
perennemente in bolletta, sia a causa della mancanza di
clienti che a causa dell’insano vizio del giuoco, che difatti
lo ha portato a rovinarsi qui.
Al tredicesimo minuto di litania salmodiale, decidi che J. J.
Peto ti ha rotto la biella e gli chiedi se puoi consultare la
cartina per poter scoprire dove si trova il bar e
proseguire il cammino. L’uomo ti guarda beffardo e poi
risponde in modo sorprendente. “Ma cevto, cavo, ti favò
leggeve la mia cavtina. Ma, pvima, dovvai visolveve un
mio semplice giochetto...”. Il sorriso beffardo si trasforma
in un ghigno malefico. Vai al 77.
46
Dopo aver pronunciato questa frase vieni teletrasportato
a Catania, in piazza del Duomo, dove assisterai alla prima
nazionale dei “Siculissimi”, festival nazional‐popolare
dedicato alla canzone siciliana del dopoguerra,
presentato da Pippo Baudo e Tuccio Musumeci.
47
Cambiare quattro carte probabilmente è la scelta giusta,
ma non fai a tempo a mettere in atto la tua strategia che
una lontra gigante entra dalla finestra e ti caga addosso.
Ammorbato dalla puzza, spiri.
48
Stai assistendo con raccapriccio al solito, vecchio gioco
della distrazione con la filastrocca e del pompino estorto
con la violenza che Tuòrl suole fare alla gran parte delle
sue conoscenze. Ma stavolta qualcosa va storto:
Granmazzete infatti è mummificato e quindi Tuòrl non
può infilargli l’arnese in bocca! Nonostante le sue
vigorose spinte pelviche, infatti, le bende di lino che
coprono la bocca del sovrano tengono contro la sua
prepotenza. Il Conte sembra sorpreso. Il farone invece è
ancora inebetito e all’apparenza senza essersi avveduto
della violenza che sta subendo pare tentare ancora di
decifrare la misteriosa frase “Salam Alekum, Lekum il
Salam”.
Tuòrl ne approfitta. “Maledette bende, vi sfonderòòòòò!”.
Chiude gli occhi e si concentra ancora di più. Il tessuto
comincia a cedere sotto i suoi colpi d’ariete, quando...
PRROOOOT! Cos’è stato? Massì, clamoroso! Un superpeto
ha squassato l’atmosfera ovattata del Luxor! Mentre la
folla scoppia a ridere capisci che nello sforzo di
penetrazione il corpo di Tuòrl non ha retto, sparando via
una quantità d’aria puzzolente che tu, titano della
scoreggia, raramente sei riuscito a mettere assieme in
passato.
Lo spostamento d’aria ha sbalzato via il Conte, mentre
anche Granmazzete pare essersi risvegliato da un incubo
e si guarda attorno, sorpreso. Subito la corte del faraone
lo circonda, così come le fedeli megere accorrono a
prendersi cura di Tuòrl. Solo tu ti sei accorto che il fumo
puzzolente di quella scoreggiona non si è disperso nella
stanzona da gioco. Anzi, si sta addensando... Cominci a
tremare quando vedi che una creatura sta prendendo
forma...
Se fuggi via terrorizzato, vai al 44.
Se scoreggi anche tu per eliminare l’abominio, vai al 107.
Se invece continui a vedere con aplomb che succede, vai
al 128.
49
“Pazzo, ma che succede?”. Da una porta sul retro vedi
entrare un ometto tranquillo e gentile, con un paio di
occhialini da intellettuale e un fare affabile e simpatico.
Si rivolge a te con un gran sorriso.
“Salve, sono Settecazzi, il titolare di questa copisteria. In
che cosa posso esserle utile? Vuole un generatore di aria
fritta da me inventato? Oppure un programma di
videoscrittura di librigame su dorsi di ragno attraverso
raggi ultravioletti? È l’ultima tecnologia in questo campo.
Ovviamente io mi limito a suggerirle l’idea, dopodiché
l’attuazione è compito suo. Però intanto posso venderle
una magnifica tarantola del Borneo. L’ideale per una
struttura a bivi. Pensi che, se adeguatamente addestrata,
può costruire una mappa del librogioco attraverso la sua
tela. Ovviamente io mi limito a suggerirle l’idea,
l’addestramento è compito suo. Addirittura è in grado di
simulare il lancio dei dadi attraverso il battito ritmico
delle sue zampette, se adeguatamente stimolata con
musica classica a base di oboe e violoncello. Ovviamente
io mi limito a suggerirle l’idea, trovare la giusta melodia è
compito suo”.
La tua speranza è andata in frantumi. Questo coglione
sembra ancora più deficiente del vecchio che l’ha
chiamato. “Allora? Che ne pensa? La vuole la tarantola?
Gliela impacchetto? ‐ dice chinandosi sotto il bancone ‐
Ma dove cazzo è il ragno? E Sakuragi dove minchia è
andato? Ha già finito il suo turno? Ma quante ore ha fatto
oggi?? Eh Pazzo?! Quante?”.
“Harrrrr!!!! 18!!! ‐ esclama il Pazzo ‐ Solo 18!!! Harrrr!!!!
Dobbiamo aumentargli la giornata lavorativa!!! Harrrr!”.
“Sono d’accordo ‐ annuisce Settecazzi ‐ Quel vecchio
orientale alcolizzato non lavora una minchia. Comunque,
lei, la vuole o no una tarantola del Borneo o mi sta
facendo fare tutta questa fatica per nulla? Guardi che non
ho tempo da perdere io! Ho un sacco di nuove invenzioni
in campo letterario a cui pensare! Pensare ovviamente, la
realizzazione non è affar mio. Non so se mi spiego. Mi
spiego?”, e ti guarda con aria interrogativa...
“Guardi signor Settecazzi ‐ ti rivolgi a lui con fare un po’
spazientito ‐ Le sue idee sono davvero geniali ma io sto
semplicemente cercando un biglietto d’auguri per mia
nonna, tutto qua... Mi può aiutare?”.
“Ma ceeeertooooooo!!!! E perché non l’hai detto subito!!!!
‐ prorompe Settecazzi ‐ Certo che ho un biglietto d’auguri!
Ma devi sapere che questa è l’unica copisteria di Las
Vegas, e perciò... Io faccio quel cazzo che mi pare! Però tu
mi stai simpatico... Perciò ti aiuterò. Ma tu devi aiutare
me! Il mio dipendente, tale Maestro Sakuragi, non so se lo
conosci, è giapponese. E allora sai che ti dico? che te lo
devi sudare sto cazzo di biglietto d’auguri. Ora vai sul più
famoso motore di ricerca giapponese,
http://www.excite.co.jp. Crea una mail personale su
questo portale. Dopo di che cerca la pagina del Pazzo di
Holmgard su Facebook. Non sei iscritto a Facebook? Cazzi
tuoi, iscriviti. Chiedi l’amicizia al Pazzo. Una volta che lui
ha accettato la tua amicizia, contattalo, dicendogli di
inviarti una mail. Ovviamente la mail che gli indicherai, e
alla quale il Pazzo risponderà, dovrà essere quella
giapponese @excite.co.jp. A questo punto, il Pazzo ti
invierà una prima mail, alla quale tu dovrai rispondere
allegando due fotografie: una con la tua faccia
scannerizzata (metti la tua faccia sul piano dello scanner
e avvia la scansione. Se non hai uno scanner trova un
parente o un amico che ce l’abbia e usa il suo); l’altra
invece in primo piano, dove ti metti le dita nel naso
facendo una faccia da idiota, mostrando con l’altra mano
la data di un quotidiano che riporti la stessa data, ben
leggibile, di invio dell’e‐mail. Una volta ricevuta questa
mail, il Pazzo ti invierà il numero del paragrafo segreto e
tu potrai proseguire. Se non alleghi il file con la tua faccia
scannerizzata e una tua foto con le dita nel naso, la faccia
d’idiota e la data sul giornale, il Pazzo cestinerà la tua
mail senza risponderti. Buona fortuna”.
Vai al paragrafo che il Pazzo ti ha spedito via mail alla tua
casella di posta elettronica giapponese.
50
“Fermatevi, sono bianco! Bianco capite? Siete
rincoglioniti non lo vedete che sono bianco? E che cazzo,
che manica di stronzi, di idioti ne ho visti ma come voi
mai! E state al vostro posto merdoni!”. Soddisfatto per la
tua eloquenza e il tuo coraggio, ti congratuli con te stesso
e nemmeno ti accorgi che, tra l’indifferenza generale, gli
uomini ti hanno preso e issato su una croce, dopo averti
inchiodato mani e piedi. Quasi tutti ti punzecchiano con
picche acuminate, ma tu hai poca consapevolezza di ciò.
Scivoli in uno stato di incoscienza accompagnato da
delirio mistico.
“Sono il Cristo nero!” ti senti urlare, ormai
completamente preso nella parte. Poi ti giri e comunichi a
due ladroni immaginari che stasera siederanno accanto a
te nel regno dei cieli. Ormai confondi tutto, vita di santi e
di rivoluzionari, ti senti il re dei perseguitati. “Ci
rivedremo nella Sierra Lacandona, viva il Subcomandante
Marcos! Lasciate che i pargoli vengano a me!” urli ancora.
Dopo aver detto che bisogna essere sempre duri senza
perdere la tenerezza, aver declamato un paio di discorsi
di Martin Luther King e indossato chissà come il guanto
nero del Black Power, perdi i sensi. L’ultima cosa che
ricordi sono le urla di piacere ed esaltazione della folla
mentre due uomini incappucciati appiccano fuoco alla tua
croce.
51
Via l’Asso, la Donna e il 10, rimani con i due 9. Ti entrano
un miserabile quattro di picche, un sette di quadri e un
nove di fiori. Cazzo!! Che botta di culo, hai tre 9!!! Ti senti
emozionato, eccitato, un principio di eiaculazione scuote
la tua pelle in un impeto di piacere. E un sorrisetto
diabolico porta a compimento la tua venuta quando ti
ricordi che, nella tasca posteriore dei tuoi pantaloni,
dovresti avere qualche carta extra.
Barare!! Perché accontentarsi di una svinfera, quando ne
puoi avere due? Perché accontentarsi di due schizzi di
sperma, quando ne puoi fare tre? Allo stesso modo:
perché accontentarsi di tre nove, quando ne puoi avere
quattro? Il discorso fila, ma il rischio c’è.
Se provi a barare, vai al 63.
Se invece ti accontenti di tre 9 e fai la tua puntata, vai al
144.
52
Il vecchiaccio punta un bel mucchio di fiche sul 65 nero,
mentre tu ne punti altrettante sul colore rosso. La
roulette si muove, la pallina parte. Si sta per fermare sul
65, quando per effetto del tuo trucco la pallina saltella
allegramente al numero successivo: 44 rosso. “Porco
XXXXX!! Maledetto bastardo!!”, il vecchiaccio si
imbufalisce e salta sul tavolo come una furia. Gli fai
notare elegantemente come abbia perso, quindi non c’è
bisogno di fare tante scene.
Alla quarta bestemmia che ti grida in faccia paonazzo,
seppur tu non sia un cristiano esemplare, sbrocchi e gli
sposti la gamba, facendolo inciampare. CRAC!! Questa
deve essere la rotula del nonnetto. All’urlo di dolore, si
avvicinano tre buttafuori che lo fanno scendere dal
tavolo, lo riempiono di botte fino a gonfiarlo come una
zampogna norvegese, rompendogli almeno un’altra
trentina di ossa, si trombano le due ragazze russe,
arraffano tutte le sue fiche e poi lo portano fuori dalla
sala. Senti solo un boato allucinante: lascio a te
l’immaginazione di che fine possa aver fatto lo stronzo.
Torni seduto e i tuoi occhi cadono sulla sedia ormai vuota
alla tua destra: trovi un piccolo biglietto. Lo apri, e dentro
c’è scritto che la roulette è guasta e che il meccanismo è
bloccato su questa sequenza: 65 ‐ rosso ‐ rosso. Ecco
come faceva il bastardo a vincere così tanto...
Vai al 54.
53
Hai un’intuizione improvvisa, legata anche al fatto che il
bicchiere di piscio che hai in mano emette un lieve fumo,
dall’apparenza acida. Intravedi in lontananza i cavi che
collegano Maurizio al locale: sai che se riuscissi a
corroderli infliggeresti un colpo mortale al tuo nemico e
al locale tutto. Ti concentri, chiami a raccolta tutta la tua
energia, ti raccomandi allo spirito dei grandi discoboli del
passato, partendo da quello di Mirone, passando per
Adolfo Consolini e Al Oerter, fino ad arrivare a Lars
Riedel: con una rapida rotazione su te stesso ti coordini,
poi lanci la tua bomba orinante.
Gocce di piscio si spargono per il locale, tracciando il
percorso del tuo proiettile: accompagnato da un alone
dorato che ne denota misticamente la parabola, si
infrange proprio sui fili. Fumo e scintille riempiono l’aria
in un secondo. Maurizio comincia subito a urlare, travolto
dal dolore, le luci si spengono di colpo, persino i lacché
del barista cadono a terra esanimi uno dopo l’altro, come
mosche. Il fumo è ovunque, la puzza di bruciato anche:
con un ultimo rantolo l’odiato Settebellezze crolla a terra,
disconnesso dal suo simbiotico bar. È morto e con lui
tutta la sua congrega. Hai vinto, è ora di cogliere il frutto
del tuo successo.
Vai al 30.
54
Altro giro, altra corsa, altra pallina pronta a mulinare, un
po’ come le tue. Non ha ancora puntato nessuno.
Se punti tutto sul 65, seguendo la scia della precedente
vittoria del vecchietto, vai al 92.
Se punti tutto sul nero vai al 133.
Se punti tutto sul rosso vai al 75.
55
Senza un motivo apparente, decidi che il pulsante con la
raffigurazione cazzuta sia quello giusto da premere.
Rapido come un Martin Pescatore lo percuoti con la
grazia di un Big Daddy mentre carica i ricombinanti in
Bioshock 2: per circa cinque secondi non accade
assolutamente nulla.
Poi, improvvisamente, un enorme cazzo di acciaio
incandescente, lungo cinque metri, spunta fuori dal tuo
sedile, impalandoti seduta stante. Cerchi di resistere ma
la punta del membro è troppo acuminata e in pochi attimi
penetra il tuo sfintere, si fa strada tra le viscere e sbuca
inarrestabile direttamente dalla bocca. Rimani lì
impalato, tra l’indifferenza generale degli astanti, che
continuano a giocare. Presto diventi un’attrazione per il
casinò: ti placcano con polvere d’argento, ti spostano su
un basamento sopra una fontana zampillante e assurgi
all’onore delle cronache come la statua del giocatore
d’azzardo infiocinato.
Vengono a vederti da tutto il mondo e comincia a
diffondersi la diceria che, toccando la punta del pene
impalatore, ci si assicuri una serata vincente sul tappeto
verde. Tutto sommato un buon epilogo! Ah dimenticavo,
ovviamente sei morto.
56
Un missile balistico intercontinentale (non chiedermi il
perché) ti penetra violentemente nel culo.
SEI MORTO.
57
Ti slanci sui cavi che collegano Maurizio al locale. Sei
sicuro che tranciandoli potrai far saltare l’intero
dispositivo che tiene in piedi questa baracca e
probabilmente arrecare anche danni pesanti, forse letali,
al tuo odiato nemico. L’intuizione quasi certamente è
giusta, ma non lo saprai mai: nonostante tu lo abbia visto
pochi secondi prima, hai già dimenticato che a pochi
metri dal groviglio di fili che si dipana dal culo del barista
c’è una botola che nasconde una fossa di coccodrilli.
Ci passi beatamente sopra, dimentico di tutto, e
Settebellezze è lesto a premere un tasto e azionare il
dispositivo. Ti manca il terreno sotto i piedi, precipiti
quasi senza rendertene conto. La fine che ti aspetta è
troppo orribile per descriverla, tuttavia puoi vedere un
filmato esemplificativo della stessa a questo indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=lQOSO0WfmwU.
La tua avventura finisce ovviamente qui.
58
Le slot machine, mica male... Ti dirigi verso l’area in cui
sono ammonticchiate e prese d’assalto da sfigati della tua
risma, quando ti viene una crisi di menopausa in piena
regola. Stai morendo di caldo e hai bisogno di un po’ di
frescura. Come ti azzardi ad aprire le finestre, bodyguard
di colore ti minacciano con i loro randelli, così devi
desistere. Ti avvii verso l’ingresso.
Esci dal casinò e improvvisamente ti ricordi di una cosa
importantissima! Cazzo! Oggi è il compleanno di tua
nonna Osvalda Cesira! Compie ben 97 anni, e mai prima
d’ora, da quando sei maggiorenne, MAI hai mai mancato
di farle gli auguri! MAI! Cerchi un telefono. Se non le fai gli
auguri sei sicuro che morirà di crepacuore. Non
prenderesti neanche la sua eredità, perché sei un frocio e
tua nonna odia gli omosessuali, ma tu le vuoi bene lo
stesso.
Grazie a Dio trovi una cabina giusto all’angolo, là davanti.
Fiuuuu. Pericolo scampato.
Dopo aver tirato un calcio in faccia a una giovane madre
che stava facendo parlare il suo bambinetto con il padre
impegnato in missione di pace in Iraq, prendi la cornetta
e ti prepari a effettuare l’agognata chiamata.
Se hai 50 centesimi nel Registro, vai al 103.
Se non li hai, vai al 138.
59
Stai per cambiare la carta, quando bruciandoti sul tempo
la carta decide di cambiare te. Senza batter ciglio, il
croupier ti prende e ti mischia con le altre carte cambiate,
spaccandoti il naso e seviziandoti l’epidermide. Concludi
la partita e la tua vita così, facendo inutilmente il quattro
di spade (penetrato a sangue dall’asso di bastoni) dentro
un mazzo di carte da ramino.
60
Improvvisamente hai una visione: vedi una macchina
massacrata, schiacciata in maniera drammatica,
letteralmente spappolata. Un groviglio di lamiere. La
macchina è finita sotto un poderoso tir dopo uno scontro
frontale, il guidatore e/o i passeggeri sono
necessariamente passati a miglior vita dopo un impatto
simile.
Torni in te, spaventandoti per la visione avuta. Quello che
non sai, caro/a lettore/lettrice, è che quella non è una
semplice visione, bensì il flash‐forward della tua morte.
Direi che la tua partita può anche terminare qui. E auguri
per il botto!
61
Schiaffeggi Tuorl per fargli riprendere i sensi e lo convinci
ad aiutarti a far fuori questo psicopatico. Intanto parte la
tua prima arringa: “Intendiamoci: della pasta Barilla me
ne sbatto il cazzo!! Col sedano puoi frustarti le palle, e per
quanto riguarda le patate puoi andare affanculo insieme a
loro! Le tue cazzate sulla digestione valle a raccontare ai
bambini della Somalia! E per finire, il Dado Knorr puoi
ficcartelo nel culo!!”. Un applauso risuona nella sala da
parte di tutti i presenti. Ti senti soddisfatto di te, non c’è
che dire, meriti una standing ovation.
Ma Brodo Cevano scuote la testa. “Mi deludi amico, mi
deludi...”. Ti metti in posizione come un velocista intento
a percorrere i cento metri, quindi fai partire uno
scorreggione. Uno spostamento d’aria degno del miglior
propulsore atomico ti scaglia verso Brodo Cevano:
colpisci l’avversario con una botta allo stomaco e lo
sollevi da terra. Come due proiettili umani vi schiantate
contro il muro. Dal vestito di Brodo Cevano cadono alcuni
oggetti: si tratta di una decina di patate, due sedani e una
confezione di dadi Knorr.
Se vuoi continuare lo scontro a mani nude, vai al 32.
Se invece preferisci continuare sfruttando gli oggetti
persi da Brodo Cevano, vai al 14.
62
Con l’abilità di una troia consumata, scostandoti anche i
capelli per ingoiarlo meglio, prendi tra le labbra il
membro di Sakuragi, e cominci a umettarlo con la lingua
come fosse un fresco calippo al limone in una torrida
giornata di Luglio. Il maestro sgrana gli occhi e ti guarda
come fossi matto, e anche l’individuo rossiccio caccia un
urlo.
“Ma no amico, cosa fai? Sacrilegio! Maestro! Il nostro
simpatico ospite vuole mangiare Mister P! Bisogna
blocancelotti! Fermati amico, fermati, non lo sai che
VALLE, TRA MASSE EBRE, LA NERA, L’ACCESA D’IRA
ETNA TI MOVEVA; L’ETNA GIGANTE, LAVE VOMITANTE.
ARIDA SECCA L’ARENA, L’ERBE ESSA MARTELLAVA!”. La
grande concitazione del momento ha pungolato il tipo,
che ha sfornato il suo palindromo più lungo e insensato.
Il maestro Sakuragi è trasfigurato. “Mister P! Cosa ti sta
facendo, Mister P! Dio mio no! Nooooooo, Mister P
riscuotiti!”. Il rossiccio ti saltella intorno, e tutta la scena
sta prendendo contorni grotteschi. Colpito
dall’imprevista reazione molli il membro del vecchio, che
con un urlo si accascia in un angolo, smaneggiandosi
vistosamente all’altezza dell’inguine. Con voce
piagnucolante e flebile lo senti chiamare Mister P... Non
riesci a vedere esattamente cosa stia accadendo, Sakuragi
è appoggiato su un fianco e sembra accarezzare il proprio
sesso come fosse un cucciolo indifeso. Improvvisamente
lancia un urlo agghiacciante, come se lo stessero
scannando. Sei perplesso.
Se ti avvicini al maestro per capire cosa sta succedendo,
vai al 35.
Oppure approfitti della confusione per mollare qui il
vecchio e, tallonato dal rossiccio, ti dirigi verso la mappa
del casinò? In tal caso, vai al 25.
63
Traffichi con fare furtivo nelle tasche dei pantaloni. Il
mazziere nota i tuoi movimenti, ma li attribuisce al fatto
che sei un maniaco sessuale e senti il bisogno di
smaneggiarti il gingillo anche mentre giochi a poker. Ti fa
un sorrisetto ammiccante, come a sottintendere che ha
capito tutto.
Sghignazzi tra te e te mentre pensi a come rimarrà questo
coglione quando smazzerai giù un bel poker di 9! Fai
sparire il 4 e il 7, facendoli scivolare abilmente nelle
mutande, e recuperi due carte dalla tua riserva. Sorridi
quando ti accorgi che la prima è un bel 9 di quadri. Ti sei
mosso bene, hai un poker! La felicità dura un attimo: la
seconda carta è un altro 9 di quadri! Ma che cazzo di
mazzo truccato hai in tasca, con due carte uguali? Ora hai
5 nove in mano, di cui due di quadri... Se li cali ti
romperanno il culo...
Ma forse puoi provare a calare le quattro carte e tenere
coperta la quinta, in modo da far credere che hai un poker
pulito... In alternativa, puoi provare a cambiare di nuovo
uno dei due 9 di quadri e recuperare un’altra carta nella
tua tasca magica... Cosa decidi?
Provi a sostituire uno dei due 9 e recuperare un’altra
carta? Vai al 125.
Giochi e cali giù il poker lasciando coperto uno dei due
nove di quadri? Vai al 139.
O, senza alcun ritegno, giochi e cali giù tutti e cinque i
nove asserendo che hai un pokerissimo?? Vai al 79.
In alternativa puoi sempre abbandonare il tavolo,
perdendo solo il chip, e tornare al 5, scegliendo di
provare uno degli altri giochi che il casinò offre.
64
Dopo aver richiamato a te forze ed energia, sudando per
la concentrazione, con un urlo feroce ti getti sull’anziano
signore, che nel frattempo si è sfilato i pantaloni e ostenta
fiero il suo membro, un po’ avizzito ma ancora piuttosto
grande. La figura è oltremodo grottesca perché, pantaloni
a parte, l’uomo è ancora perfettamente vestito in abito da
sera. Il tuo attacco non lo scompone: con una reazione
fulminea, degna di uno scorpione del Sahara, rotea il suo
bastone cazzuto e ti sferra un potente colpo, centrandoti i
testicoli.
Con la mano tra le gambe ti accasci a terra ululante,
piegato in due dal dolore: l’uomo ne approfitta per
prenderti da dietro, di sorpresa. Sei inerme e distratto
per il colpo subito e non puoi fare nulla: in meno di
cinque secondi ti ritrovi l’enorme bastone fallico nero,
probabilmente d’ebano, che ti pompa lo sfintere,
manovrato con sapienza dal nobile. Cerchi di resistere,
contando sul fatto che il tuo avversario, avanti con gli
anni, non abbia molta energia, ma evidentemente hai
valutato male le sue forze. Continua a violarti l’ano
instancabile per 35 minuti, ridendo come un matto ogni
volta che riesce ad affondare il suo arnese qualche
centimetro più all’interno nel tuo culo.
Poi improvvisamente, soddisfatto, dopo una lunga e
atroce agonia, lo estrae. Pulisce la punta del bastone sui
tuoi vestiti, e con un rumoroso sospiro di soddisfazione si
allontana, dopo aver recuperato tutte le sue (e le tue)
fiche. Ancora stordito, decidi di cambiare aria, la roulette
non fa per te.
Torna al 5 e scegli un altro gioco, ma ricordati che il tuo
ano non è più vergine.
65
Entri nella copisteria e ti trovi davanti un vecchio
maleodorante e dallo sguardo spiritato... Puzza come una
fogna a cielo aperto e ha un fetido alito da alcolizzato
cronico che stenderebbe un clochard della Stazione
Tiburtina...
“Buongiorno signore, vorrei...”.
“HAAAARRRRRRRR!!!!!! ‐ urla all’improvviso il vecchio ‐
HARRRRRR!!!! HARRRRR!!!! HAAAAAAAAAAAAARRRRR‐
RRRRRRRRRRRR!!!!!”.
Oh cazzo! Ma che è!!! Il demente ti lancia all’improvviso
una affilatissima mannaja a una velocità supersonica!
“MA CHE CAZZO FAI VECCHIO RINCOGLIONITO!!!!!!!!!!! ‐
gli gridi in faccia, dopo aver miracolosamente schivato la
pericolosissima arma ‐ IO TI AMMAZZO VECCHIO DI
MERDA!!!”.
“Harrrrr!!! Mi scusi signore, mi scusi! Credevo fosse un
Ramas! La colpa è tutta dei Ramas, che il diavolo se li
porti. Harrrrr!!!”
Ma che cazzo sta dicendo questo deficiente?
“Harrr! Io odio i Ramas! Siano fulminati loro e la loro
progenie!!!! Harrrrr!!!!”.
Questo è veramente un cretino! Cerchiamo di
assecondarlo prima che gli venga un altro schizzo...
“No guardi ‐ cerchi di spiegargli ‐ Non sono un Ramas, mi
spiace. Cercavo solamente un biglietto d’auguri per il
compleanno di mia nonna Osvalda Cesira. Sa, ha 97 anni
e...”.
“Harrrr!!!! Cosaaaaa? Nonna? 97 anni? Ha le tette cadenti
per caso? E usa la dentiera? Harrrr!!! Io adoro i pompini
con l’aspiratutto!!! HARRRRR!!!! Hai mai provato a farti
fare un sufflone da una vecchia senza denti??!!! HARRR!!!!
Ti prego devi assolutamente farmi un favore!!! ‐ esclama
lo squilibrato, iniziando a ravanarsi in mezzo gambe ‐
Harrr!!! Ma dove l’ho messo... Ah! Eccolo! Tieni!”, dice,
porgendoti un puzzolente biglietto da visita con enormi
chiazze bianche e verdi sul fronte e sul retro. “Dai il mio
biglietto da visita a tua nonna harrrr!!!! Se ha voglia di
una bella litrata di vino sfuso in cartone... Harrrr!!!! Sa
dove trovarmi!!!! Che oltre al vino in cartone le do anche
due colpi con la mia mannaja di carne! HARRRRR!!!!”,
conclude il deviato mentale ammiccandoti orribilmente
con un occhiolino...
Terrorizzato da questo psicolabile, afferri il bisunto
biglietto da visita e lo leggi. “Copisteria Settecazzipazzi ‐
Pazzo di Holmgard ‐ Public Relations, Wine Manager e
Scuoiatore di Ramas”.
Ma chi cazzo è... Boh! Comunque ti metti in tasca il
biglietto da visita. (Segnalo sul Registro. Cosa???? Non c’è
un Registro in questo librogame?!?! E allora tatuatelo
sulla fronte o marchiatelo a fuoco tra lo scroto e il
sottoculo).
“Grazie, signor Di Holmgard! ‐ dici cercando di
assecondare il vecchio psicolabile ‐ La ringrazio per il
pensiero e per le belle parole nei confronti di mia nonna.
A proposito, non per disturbarla, ma come stavo cercando
di dirle, stavo appunto cercando un biglietto di auguri per
il suo compleanno. Mi può aiutare?”.
Il vecchio inizia a diventare rosso in faccia... Ma che cazzo
gli è preso... I suoi occhi stanno per uscire dalle orbite...
FFFFF FFFFF FFFFF FFFFFF FFFFF, inizia a sbuffare e
tremare visibilmente... Ma che cazzo succede?!
“HARRRRRRRRRRRR!!!!!!! HARRRRRRRRR!!!!!!! HAAAA‐
AAAAAAAAAAAAAAARRRRRRR!!!! ‐ esplode in un urlo
primordiale ‐ HAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRR!!!!!”.
Poi si calma... “Harrrrr! Maledetto Settecazzi!!! Quando ha
fatto l’inventario io ero ubriaco come una spugna e non
so più dove ha messo la roba! Haaarrrrr!!!! Aspetti che
chiamo il mio socio... SETTECAZZIIIIIIIIIII! OOOOOOOOO
SETTECAZZIIIIIIIII!!!! AAAAOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
HARRRRRRRRRRRRRR!!! ‐ e inizia a ridere come un
orango impazzito ‐ HARRRRR!!! HARRRR!!! HARRR!!!!!”
Vai al 49.
66
Nota sindacale: il sig. Prodocevano è il peggior
numeratore di paragrafi che esista sulla faccia della
Terra. Incurante dei numeri già occupati, si diletta a
esercitare la sua arte varia di scrittura senza tenere conto
di cifre, numerelli e numeri a colori. Al povero
compilatore del file lgc, ovviamente, il successivo compito
di porre rimedio ai suoi indecenti disastri aritmetici. Che
sia strafulminato dalle entità pagane e divine nei secoli
dei secoli!
Ovviamente, solo per questo, l’avventura di chi legge
finisce qui. Adios.
67
In effetti ti danno dei gettoni. Dei gettoni telefonici.
Saranno più di centomila gettoni telefonici, una quantità
imbarazzante, e hanno perfino la scritta vintage “Sip”.
Umiliato da questo disguido, muori d’inedia telefonando
ininterrottamente a Massimo Lopez mentre lo vogliono
fucilare.
68
Se rigiochi sai già come finirà, ti toglieranno tutto e
probabilmente ti sodomizzeranno, è una vita che succede
così. Meglio cambiare le fiche finché le hai in mano. Ti
precipiti alla cassa, ma è vuota. “C’è nessuno?”, provi a
gridare. “Certo che c’è qualcuno, non lo vedi il cassiere?”.
Una voce stridula e familiare attira la tua attenzione verso
il basso: cali lo sguardi e noti un personaggio familiare: è
Jimmy La Troia!
Il nano è completamente nudo, tranne una visiera da
contabile, e ti guarda con aria maligna. “Che cazzo vuoi?
Non lo vedi che sto lavorando?”. Osservi meglio e noti sul
pc incastonato nel gabbiotto scorrere una serie di
immagini pornografiche, con cavalli che sodomizzano
uomini, e donne che amoreggiano con cani, serpenti e
oritteropi. Jimmy inoltre è in uno stato di vistosa
eccitazione e probabilmente si stava smanettando fino a
un secondo prima. “Vorrei cambiare queste”, sussurri con
un fil di voce mentre depositi davanti a lui la massa di
fiche. “Ah, sei arrivato finalmente: queste tanto per
cominciare le prendo io!”. Il nano fa scivolare tutto il tuo
patrimonio in una sacca che sparisce rapidamente sotto
la scrivania. Poi si gira verso il pc e ricomincia a navigare,
emettendo disgustosi mugolii. Tossisci spazientito
cercando di richiamare la sua attenzione, ma il
pornomane non si gira. “Mi scusi signor cassiere”, provi,
untuoso e servile come non mai. “Che cazzo c’è ancora?”,
risponde Jimmy, rivoltandosi come una vipera. “I miei
soldi!”, urli esasperato. “I soldi, i soldi, si fa presto a dire
soldi... Le fiche ce l’hai, è vero, ma hai superato illeso il
rituale di Granmazzete? Sei uscito assolto dal processo?”.
Ma cosa starà farneticando questo nano di merda? Riesci
a capire ciò che dice?
Se da quando sei a Las Vegas hai superato illeso il rituale
di Granmazzete e ti hanno assolto in un processo, vai al
94.
Se le frasi del nano non ti dicono nulla, o rispondi
affermativamente solo a una delle domande che ti ha
posto, Jimmy chiuderà rapidamente la cassa con una
saracinesca e non ci sarà modo di fargliela riaprire se non
portandogli altre fiche, che dovranno essere guadagnate
in modo differente rispetto a quelle che il pornomane si è
imboscato poc’anzi. Ma quando ti ripresenterai qui, bada
di essere in grado di soddisfare tutte le richieste che ti
farà il piccoletto.
Per ora torna al 41.
69
Alfred Jarry nasce a Laval nel 1873.
Scrittore francese, la sua vita si confonde con quella del
suo protagonista, Re Ubu, personaggio presuntuoso e
grottesco che catalizza ogni volgarità e vanità, ma insieme
denuncia l’assurdità dell’esistenza.
La prima versione della commedia Re Ubu viene redatta
da Alfred Jarry quando era ancora quindicenne, stampata
e presentata per la prima volta nel 1896. Jarry può essere
considerato il precursore delle avanguardie artistiche
futuriste, dedaiste e surrealiste.
Morì a Parigi, in ospedale, nel 1907, per alcolismo e
meningite.
E ora, conscio della vita di Alfred Jarry ed illuminato da
cotanta sapienza, direi che puoi andare benissimo a fare
in culo insieme al Re Ubu. La tua avventura termina qui.
70
E continuiamo a leggere sto cazzo di racconto... La conosci
la barzelletta del dromedario, dell’elefante e dello
scimmione impazzito? No? Allora te la racconto.
Ci stanno un dromedario, un elefante e uno scimmione
impazzito che entrano in un casinò, e puntano a caso uno
dei clienti: il primo coglione che gli salta a tiro. Il
dromedario si avvicina al poveraccio e lo prende da
dietro, iniziando una barbara pratica anale. Poi è il turno
dell’elefante, che blocca il poveraccio con la proboscide
prima di seviziarne il culo e farlo a pezzi. Infine è il turno
dello scimmone impazzito, che nel frattempo si è iniettato
nelle vene una dose tripla di un siero composto da
amminoacidi, ormoni, LSD e cocaina: privo di controllo, lo
scimmione sventra il culo del poveraccio fino a
spappolargli le budella. Quindi i tre animali se ne vanno.
Ti chiederai: ma sta barzelletta non fa ridere manco per il
cazzo!!! E infatti non fa ridere, perché non è una vera
barzelletta: quello che ho descritto è quello che succede a
te mentre ti rompi i coglioni a sentire le minchiate di J. J.
Peto. Quando i tre animali se ne vanno, il tuo culo è ormai
stato profanato come la tomba di Tutankamon.
Prosegui al 28, ma ricordati che il tuo ano non è più
vergine.
71
Preso dalla parte cominci anche tu a farneticare “Morirai
Sakuragi, ti ucciderò grazie al mio colpo segreto, la
nemesi dell’Imperatore!”. “Vedo che anche tu sei un
esperto di arti marziali. Un maestro, come me. Il duello
sarà più interessante: ti colpirò con il mio To‐Chi Ai e ti
ridurrò come la rugiada che gocciola dal ciliegio quando il
sole sorge e accarezza con le sue dita rosa le tegole del
tempio di Yamazuke!”.
“Lo vedremo, ricordati sempre che lo spirito del vento
Nao‐Tse è con me!”. “Morirai, servo di Ju‐Shen!”, urla
Sakuragi. “Non esserne sicuro ‐ replichi ‐ serpente a
sonagli indegno di fronteggiare la tigre dal pelo dorato
che potente travolge anche la sequoia più antica”.
Continuate così per un quarto d’ora, sotto gli occhi rapiti
dell’individuo rossiccio che batte le mani entusiasta “Siete
aranciata‐stici! Fantastici! Sono onorato di assistere a
cotanta tenzone al cospetto di due maestri della vostra
pacco di fogli!”.
Ti distrai, spiazzato dal balbettio farneticante del tipo, e
Sakuragi ne approfitta per attaccarti. Sei completamente
inerme, ma l’erezione del maestro è diventata gigantesca:
il pene ormai ha strappato al calzamaglia e svetta enorme
come l’obelisco di Axum nel cuore dell’Etiopia. Il
giapponese fa pochi passi verso di te e poi esplode in un
violentissimo orgasmo, macchiandoti con copiose
quantità del suo seme immondo e accasciandosi a terra
distrutto.
I tiranti del viso saltano non appena la sua faccia tocca il
pavimento: ti accorgi con sorpresa che questo tipo non è
affatto giapponese: si trucca per sembrare orientale,
chissà con quali finalità recondite.
Il tipo rossiccio saltella irrefrenabile “Incredibile, amico:
con la tua tecnica mentale hai sconfitto Sakuragi. Ora sei
tu il nuovo maestro! Mi inchino alla tua quintomesere
abilità! Lascia che ti scatti una foto ricordo, anche perché
in questa posizione sembra che quella statua lì dietro ti
stia inchiappettando, che magnifico gioco di prospettiva!”
Odi Sakuragi sospirare: “Mi hai battuto, grande maestro,
chiedimi quello che vuoi, ti risponderò. Ora sei tu che devi
portare avanti la stirpe dei combattenti”. L’uomo rantola
come se stesse per morire: tutta questa situazione è
grottesca ma tu devi sapere qualcosa di più su Maurizio!
Se gli chiedi dove si è procurato il Cucador, vai al 34.
Se conosce un certo Maurizio? Vai al 142.
Perché si traveste da Giapponese? Vai al 157.
Oppure se può sollazzarti un pochino il batacchio con
quelle belle labbra carnose che si ritrova? In tal caso, vai
al 101.
72
Mio patetico amico, è da tre volumi che carichi la folla
inferocita senza ottenere alcunché: perché la situazione
dovrebbe essere diversa ora? Cosa pensi che possa
accadere dal momento in cui decidi di fuggire? Verrai
fermato dagli astanti? Certo. Subirai da loro orrende
umiliazioni sessuali? Sicuramente. Dopo aver abusato di
te ti linceranno? Senza dubbio. Sopravviverai a tutto
questo? Decisamente no. La tua avventura termina qui,
ucciso dall’ennesimo tentativo fallimentare di importi con
la forza che non hai mai avuto.
73
Appena ti mostri disponibile, cinque negroni escono da
uno sgabbuzzino, completamente nudi e con cinque cazzi
turgidi e pronti a spaccarti il bucio del culo. Senti già le
chiappe bruciarti... Hai un flash di te stesso,
impossibilitato ad andare al cesso a causa degli immensi
danni al tuo deretano, ti vedi espellere merda tramite un
sondino con valvola doppia... E l’idea è sicuramente poco
allettante. Scatti, ti dilegui. Record! Cazzo, se correvi i 100
metri avresti preceduto Bolt di quasi due secondi netti, e
forse avresti fatto anche in tempo a prenderlo a pisellate
sulle gengive...
I negroni, che già sognavano l’orgasmo, tornano umiliati
nello sgabuzzino. Forse non lo sai, ma il loro ego è stato
distrutto per sempre. Psicologicamente annientati, non
saranno più in grado di penetrare nulla, neanche in
seguito all’uso di viagra. Ma, in finale, a te che cazzo
importa? Hai salvato il culo, questo è l’importante.
Correndo, entri in un locale: ti trovi per la precisione in
un sotterraneo, probabilmente un’entrata secondaria.
Anzi: se le mucose del tuo naso non ti ingannano, sei forse
entrato nei bagni di qualche locale che si trova sopra di
te. Sali le scale e ti accorgi che si tratta di un casinò: lo
vedi da una mappa appena alla fine della scala. Alcune
voci nel bagno attirano la tua attenzione, quindi ti
avvicini alla marmaglia. Un gruppo si trova nei pressi di
un gabinetto, e sta facendo uno strano gioco: un tizio si
trova sul cesso, sembra stia cagando. Ma non è una
normale espulsione rettale: ai lati del cesso ci sono due
maniglie, e il poveraccio, reggendosi a esse, sta spingendo
con tutta la forza che ha in corpo per espellere un pezzo
di merda. Le vene si gonfiano, la pressione del corpo avrà
superato le 30 atm, la colonna vertebrale potrebbe
spezzarsi da un momento all’altro. Eppure continua. Alla
fine, riesce a espellere l’odiato pezzo di merda, che cade
nel cesso con un inquietante e grottesco PLOF, che ti fa
accapponare la pelle. Quindi lo pagano profumatamente
per l’impresa.
Uno di loro è alquanto singolare, lo hai già visto: è un
ometto gioviale con sgargianti capelli rossicci e una
bombetta in testa. Indossa un orrendo pareo a quadretti,
sotto il quale ha l’aria di essere completamente nudo: in
bocca, tra le labbra, stringe una pipa‐giocattolo che
emette bolle in continuazione. Tra le mani noti una
macchina fotografica finta, contenente una serie di foto
panoramiche di Pordenone. Ha l’aria di essere un
rompipalle, e si rivolge a te: “Ehi amico, vuoi provare le
emozioni dello Shit Explosion?”. Probabilmente si
riferisce al gioco che hai appena visto.
Se vuoi cimentarti nello Shit Explosion, vai al 3.
Se invece vuoi salire al casinò, sappi che il tipo decide di
seguirti: vai al 38.
74
Una gragnuola di pugni si abbatte su Maurizio. Lo stai
letteralmente massacrando e intanto lo insulti pure.
“Stronzo! Sei 1 stronzo! Per colpa tua ho subìto ben 6
lancinanti penetrazioni anali, e tutte le orribili sevizie cui
ho assistito da quando mi hai rovinato la vita mi
renderanno impotente per almeno altri 9 anni! Muori!”.
Quando ti calmi, tutto ciò che rimane di Maurizio è una
sorta di variegato all’amarena. Hai vinto. Vai al 162.
75
“Le gé son fe”, urla improvvisamente il croupier in
dialetto siculo‐francese. Gira, gira, gira, la pallina, si ferma
sull’83 rosso. Senza pensare un momento che la roulette
dovrebbe avere 36 numeri, mentre questa ha addirittura
il 2024 nero, urli come un ossesso e senza ritegno ti lasci
andare in una danza tribale di vittoria. Gli altri giocatori ti
osservano con disprezzo, inquadrandoti subito per quello
che sei, un pidocchio rifatto che gioca al casinò per la
prima volta. Ti butti sul tavolo a pelle di leopardo
fiondandoti sulle tue fiche, deciso a intascarle seduta
stante. Un bastone nero a forma di cazzo turgido si pianta
però a pochi centimetri dalla tua mano rapace,
impedendoti di recuperare la vincita.
Rimani interdetto per un attimo, poi alzi gli occhi: un
vecchio signore dall’aspetto distinto, probabilmente un
nobile, con tanto di monocolo attaccato al panciotto con
catenina d’oro, ti guarda con estremo disprezzo. “Il doit y
avoir un malentendu de ma souche seigneur, la victoire
est à moi, il vaut la peine?”. Che cazzo ha detto?
Quest’uomo deve essere un oscuro alchimista, parla un
linguaggio antico e incomprensibile ed emana un’aura di
mistero. Ma le fiche le hai vinte tu, non puoi fartele
sottrarre così impunemente. Con un rantolo di
disappunto cerchi di farti valere. “Oscuro signore
dall’arcano linguaggio, rispetto il suo potere e la sua
sapienza, ma la pecunia è mia, le posso chiedere
gentilmente di levarsi dal cazzo e lasciarmi intascare il
malloppo?”.
L’uomo rimane per un attimo interdetto di fronte al tuo
discorso sconclusionato. “Cazzo?” mormora dubbioso. Poi
improvvisamente sorride come se avesse capito. “Oh, oui,
le putain de maintenant, je comprends, tu es une salope
deux clients cercado appât de l’argent dans le casino!
Rien Mae, j’aime salopes débrouillard, je vais gagner, pr
moi sont les arachides, si je tire une une bonne fellation
sur place ici, en face de tous ceux que j’aime jouets,
érotiques. Nous sommes d’accord?”. Finita la frase, il
nobile si accomoda sulla poltrona e comincia a
sbottonarsi la patta guardandoti con fare ammiccante.
Non hai ben capito cosa vuole da te, ma devi agire se non
vuoi perdere quella montagna di fiche.
Ti butti sul vecchio con un urlo feroce, cercando di
stenderlo con un colpo di Ju‐Jitsu? Vai al 64.
Ti avvicini a lui, finisci di sbottonargli i pantaloni e
cominci a fargli un pompino? Vai all’88.
O cerchi di afferrare le fiche, approfittando del fatto che è
intento a calarsi le brache e quindi presumibilmente
distratto, e scappi con il malloppo ben saldo tra le mani?
In tal caso, vai al 29.
76
Essere coglioni è un diritto (cfr. articolo 1 comma 2 della
legge sui coglioni). Ma tu ne stai abbondantemente
abusando. A sentirti pronunciare “cinque”, il mazziere
prende le carte rimanenti, le appallottola e te le ficca una
per una su per il culo, insieme alle fiche di tutti i
partecipanti. Con tutta quella quantità di carta e fiche
presenti nel tuo intestino, smetterai di espletare le tue
funzioni anali e ti gonfierai fino a esplodere.
A quel punto, il comma 2 dell’art. 1 della legge sui coglioni
verrà modificato con un comma che prenderà il tuo nome,
e tratterà l’abuso del diritto di essere coglioni, istituendo
pene capitali, mummificazioni ed amputazioni dei
genitali, infibulazione e bruciature dello scroto e dell’ano
con fiamma ossidrica. Essere coglioni è un diritto...
Superare il limite è un reato!!!
77
“Il giochetto è semplice: se aggiungo 3 (tve) a un numevo
che piace a me e tolgo la metà della vadice quadvata,
quanto viene?”. Ma che cazzo sta a di’ sto deficiente? Gli
chiedi di ripetere, ma l’uomo si chiude in un mutismo
surreale che ti dà ai nervi. “Non ho capito una mazza...”,
ammetti. Niente da fare: il tizio ti guarda in modo tale da
farti sentire un coglione più di quello che sei (e considera
che sei parecchio coglione...).
“Ok, cambiamo giochetto: visto che ti senti un coglione,
devi divmi in quintali quanto ti senti coglione”. Questo
arrogante ti sta prendendo per il culo!!!! Resti in silenzio,
offeso. L’uomo sghignazza un po prima di ammettere:
“Ok, ok, vedo che non hai il senso dell’umovismo... Dopo
tanta sevietà con le mie cause pevse, sono diventato un
buvlone. Ma vedo che con te gli schevzi non valgono... Sei
uno sfiocinacazzi, lo sai? Ebbene, ova si fa sul sevio:
quando si muove sembva una lucevtola, quando mangia
sembva una lucevtola, quando si avvampica sembva una
lucevtola. Chi è?”.
Se rispondi “geco”, vai all’86.
Se rispondi “lucertola”, vai all’84.
Se invece di rispondere preferisci approfondire la
conoscenza di questo balordo, anche se intuisci che
questo significa pregiudicare la possibilità di consultare
la cartina, vai al 4.
78
Non la finisci più di ringraziare il tuo amico La Troia, ma
una volta che anche l’ultimo testimone si è allontanato il
nano si ritrasforma nell’odioso figlio di puttana che è.
“Hai ottenuto l’aiuto del clan dei La Troia ‐ ti dice ‐ Ora
però devi pagare, come prevede l’accordo! E io mi prendo
la mia parcella, ossia la tua bocca!”.
Dal nulla sbuca il poliziotto/Chantal a tenerti fermo,
mentre Jimmy si apre la patta e ti infila il membro in
bocca da par suo, in mezzo alla strada. Mentre comincia la
proditoria penetrazione, alcuni curiosi si fermano ad
ammirare e scattano anche qualche foto con il cellulare. Il
nano si ricorda di esser stato un divo del cinema hard e
s’impegna ancora di più a violentarti la bocca. Alla fine
conclude con una robusta venuta nella trachea, e dopo
aver riso sguaiatamente, ti saluta e se ne va, seguito dalla
sua pachidermica amica travona.
Vai al 41.
79
Sudi come un porco: hai puntato ogni fiche che avevi e
non puoi permetterti errori. I tuoi avversari sembrano
tutti molto sicuri, e calano in sequenza tre poker, di jack,
di kappa e di assi. L’ultimo dei tre, un’arzilla vecchietta
con voce però stranamente mascolina, allunga la mano
per accaparrarsi il piatto, ma tu la blocchi. “Con calma ‐
dici ‐ io ho pokerissimo di 9”. E così dicendo cali con
studiata lentezza le tue carte, senza nemmeno peritarti di
separare i 9 di quadri, che rimangono bellamente in
mostra, uno accanto all’altro.
C’è un attimo di silenzio glaciale, in cui stai quasi per
svenire, poi il croupier rompe gli indugi. “Rien ne va plus ‐
dice ‐ Les jeux sont fait, il signore vince il piatto”. Ma che
c’entrano questi termini da roulette? Ma da dove viene
questo mazziere sfigato? Impegnato in queste importanti
elucubrazioni quasi non ti accorgi delle fiche che senza
alcun riguardo il tipo del casinò ti rovescia addosso: sono
un mucchio, sei ricco! Devi correre a cambiarle! Però
stasera è la tua serata, potresti decidere di sfidare
ulteriormente la sorte; in fin dei conti ci sono ancora le
slot machine e la roulette che non hai provato... La
tentazione è forte, cosa fare?
Decidi di reinvestire quanto guadagnato giocando alla
roulette? Vai al 109.
Provi con le slot machine? Vai al 58.
Oppure pensi che è già un miracolo aver vinto qualcosa
per una volta nella vita e corri alla cassa a cambiare i
soldi? In tal caso, vai al 68.
80
“Salve, sono il Signor Capoccioide”, ti saluta un bizzarro
individuo senza arti composto da solo busto di altezza
circa un metro e un enorme cranio di tre metri per tre.
“E sti caaaaaaaaaaazzi?”, rispondi tu.
“Sono un membro della tribù dei Capoccius”.
“Ah interessante”.
“Vuoi diventare anche tu un Capoccius?”
“Effettivamente sì, mi farebbe molto piacere”.
La tua avventura finisce qui, mutilato di braccia e gambe
e ridotto a busto umano, con il cuoio cappelluto
agganciato a un chiodo gigante posto a tre metri d’altezza
affinchè il tuo cranio si deformi e tu possa finalmente
coronare il sogno della tua vita: diventare un Capoccius.
81
Gli astanti nell’improvvisata aula di tribunale si
preparano freneticamente al dibattimento. Con curiosità
noti però che ancora nessuno ha preso posto nel banco
della pubblica accusa. Frattanto, caracollando con aria
dinoccolata, il tuo nuovo avvocato (bontà sua) ti ha
raggiunto. Avete qualche secondo di tempo per parlare
mentre l’inflessibile giudice Eretta sbriga le prassi
procedurali.
“Buonasera, signor Wankstain ‐ ti dice ‐ Per me sarà un
vero piacere difenderla e creda che farò ogni cosa,
impegnerò tutto me stesso, mi batterò come un leone pur
di spedirla in galera!”. Ribatti prontamente. “Ma quale
Wankstain, brutto imbecille d’un nano. Io sono El
Cucador, non ricordi? Solo tu conosci la mia vera identità
dentro questo casinò di disperati, solo tu mi puoi salvare!
Spiega chi sono davvero! È evidente che siamo di fronte a
un errore giudiziario! Salvami dalla sedia elettrica,
cribbio!”. Passandosi oscenamente la lingua
sproporzionata sui baffetti curati, Jimmy riflette sulle tue
parole. È evidente che una persona, anzi, mezza persona,
così efferata tanto da aver girato film porno con animali
come il celebre “Nella botte piccola c’è lo sperma buono”
non ti aiuterà solo per bontà d’animo. Devi offrirle
qualcosa per salvare la pellaccia, stavolta. Stai già
sospirando pensando che sarai costretto a mettere in
palio una nuova penetrazione anale nel tuo stanco
deretano, quando ti viene in mente che, forse, c’è
qualcos’altro.
Infatti è così. Se nel volume numero 2 di Squilibrio, Love
Boat, hai scoperto il “segreto dei La Troia”, ricorderai
senz’altro la frase che obbliga ogni esponente del clan a
correre in tuo aiuto quando sei nella merda, tipo ora. Ti
prepari quindi a pronunciare la corretta parola d’ordine
al malevolo Jimmy per piegarne la volontà. Ovviamente se
non sapevi nulla del segreto dei La Troia, devi tirare a
indovinare.
Se la frase era “Clan La Troia vieni a darmi una mano,
risolvi i miei guai e sfondami l’ano”, vai al 17.
Se invece era “Fratelli La Troia, soccorso mi occorre,
ricorro pertanto alle vostre sborre”, vai al 117.
Se infine la frase da profferire era “Ohi La Troia, orsù,
aiutatemi! Sono nello sterco, dio bono, trapanatemi!”, vai
al 46.
82
Fai un cenno con la testa a Granmazzete per eliminare
questo figliaccio di puttana, e sembra che la mummia ti
dia retta. Un’altra potente erezione si prepara a
squarciare le sue bende, mentre raggiunge Brodo Cevano
alle spalle. FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII.
Uno strano fischio e poi un silenzio di tomba.
Gli uccelli smettono di cinguettare.
Le cicale smettono di cantare.
Poi lo schioppo.
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
L’intero terreno sui cui poggia il Luxor si rivela in realtà
la bocca di un gigantesco vulcano esplosivo come il
Vesuvio. Solo che il vulcano erutta merda incandescente.
Venite tutti sommersi da una colata merdosa e da lapilli
di merda.
Sui resti dei vostri corpi un gruppo di drogati ubriaconi
verrà a vomitare tutte le sere per passare il tempo. E
questo evento rappresenta la fine della tua inutile vita.
83
La Knorr ti denuncia per pubblicità ingannevole. Vieni
ucciso da suoi sicari e triturato per essere trasformato in
dadi da cucina al gusto di spezie.
84
“Come no, e io sono Giulio Tvemonti, povca puttana!”,
sbraita J.J.Peto! Hai toppato! La punizione è esemplare: al
solo sentir pronunciare il nome del ministro
dell’Economia, da una lussuosa suite del Mgm Grand
viene fuori nientemeno che Lady Gaga, il nuovo talento
del pop, che fonda il suo successo sulla voce baritonale e
l’alone di mistero che la circonda, instillando il dubbio in
tutti i suoi fan: “Ma questa è femmina, oppure ha il
cosino?”.
La risposta per te, fortunello, non tarda ad arrivare. Sappi
che il cosino c’è, e non è esattamente un cosino, ma un
mega tarello, perennemente in erezione. Come nella
migliore tradizione della tua esistenza, vieni
drasticamente sodomizzato, sulle note di “poppò
poppoker face poppò poker face!”, dove a ogni “po”
corrisponde una tremenda botta di cazzo dell’ambigua
bionda. Saludosss!
85
Mossa da mani invisibili, una piramide si sposta e tra due
ali di folla in tripudio finalmente la sposa del faraone fa il
suo ingresso in sala. Sgrani gli occhi, poi bestemmi. “Nooo
‐ urli ‐ Non può essere di nuovo lui, nooo! Nooo, cazzo!”. E
invece è proprio lui. Il famigerato Tuòrl, Conte di Uòv, che
conoscesti nella tua dimenticabile avventura su Love
Boat. Sembra essere lui il promesso, anzi la promessa
sposa di Granmazzete, il che ti perplime un attimino.
Ma a distoglierti dai tuoi pensieri ci pensa l’ingresso
pittoresco del Conte che, accerchiato dalle sue solite
guardie del corpo anziane e cadenti, si accompagna con
una musica sparata a miliardi di decibel, manco fosse un
divo del wrestling. E quale colonna sonora poteva avere
Tuòrl? Naturalmente...
Parappappara... Parappappara...
Guardate nonne tutte chi si sposa oggi yeee,
il giovane Tuòrl, il geriatra di Old Laaaaaaaannnnnd...
Parappappara... Parappappara...
O maronna! Imprechi tra te e te, ricordando i tuoi
precedenti con questo squinternato, però subito dopo
resti deliziato nel vedere la cura e l’eleganza del suo
abbigliamento da antica sposa egiziana. Tuòrl indossa
una tunica di lino finissima, quasi trasparente, su cui è
stata ricamata in oro la scritta “Salam Alekum, Lekum il
Salam”, arcana ai più, anche se tu tristemente ben ricordi
il suo significato. Assolutamente radiosa, la sposa indossa
una parrucca decorata con bende dorate, fermagli, cerchi
d’oro e fiori.
Quando arriva dinanzi a Granmazzete, lo saluta estasiato.
Ma le sue parole ti spiazzano. “Mia amata ‐ esclama Tuòrl
rivolgendosi al rude Faraone ‐ mia giovine ninfa che
null’altro attende che non conoscere le giuoiue del
matrimonio, mia dea... Sei splendida! Ti voglio come
moglie, su, affrettiamoci, la cerimonia ci attende e poi la
nostra prima notte di nozze... Non vedo l’ora di giacere e
godere della tua femminilità! Certo era veritiera la fama
che ti precedeva di donna più straordinaria e seducente
di tutto l’Egitto. Ah! Sono al colmo della gioia!”.
Amata? Ninfa? Femminilità? Seducente? Stavolta Tuòrl si
è bevuto il cervello! Come fa a non rendersi conto di
avere davanti un troglodita della peggior specie, villano
ed estremamente violento? Come fa a non rendersi conto
che è vestito da sposa ed è LUI la donna nella circostanza,
se proprio si volesse trovarne una! Come fa a non capire
che sarà lui e non certo Granmazzete a essere deflorato?
Tra l’altro sembri essere l’unico a porsi simili scontati
interrogativi, perché il resto della folla guarda la coppia
con sincera ammirazione.
Gli addetti al cerimoniale si danno da fare e il rito pare
avere inizio. Dopo una serie di farneticazioni senza senso,
il sacerdote che officia si guarda intorno con gesto
teatrale e declama un verso sibillino. Viene tradotto in
varie lingue: “Chi è a conoscenza di qualche impedimento
per il quale quest’uomo e questa donna non dovrebbero
unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre”, alla
fine ti viene detto che è la frase. Sempre incerto sul chi sia
l’uomo e chi la donna, ti viene il dubbio su cosa fare.
Se parli ora, vai al 10.
Se invece taci per sempre, vai al 151.
86
Dopo sta stronzata, direi che ti meriti il Nobel. Manco
Mister Bean è capace di tanta idiozia!! Vista la tua
inconsistenza, ti spiego come stanno le cose. È arrivato il
momento di parlare di scienza: l’osmosi. L’osmosi è quel
processo spontaneo secondo il quale tra due liquidi con
concentrazione differente, separati da una membrana
semipermeabile, avviene un processo di diffusione che
tende a diluire la soluzione più concentrata, fino al
raggiungimento dell’equilibrio osmotico. Vediamo un
esempio pratico.
Tu sei un coglione, e sei separato dal mondo esterno
tramite una membrana semipermeabile, cioè la tua
pellaccia zozza. Poiché sei un coglione, nel tuo corpo c’è
una concentrazione abnorme di particelle‐coglione.
Secondo il principio dell’osmosi, le particelle‐coglione
dovrebbero fuoriuscire dal tuo corpo ed espandersi nel
mondo esterno fino a che la concentrazione di queste
particelle tra te e il mondo esterno non giunge
all’equilibrio. In sostanza, subiresti una “diluizione” che ti
renderebbe meno coglione di quanto sei (sarebbe un
miracolo un po’ difficile da fare, comunque...).
Il problema è che nel tuo corpo ci sono anche altre
particelle: le particelle‐supercoglione. Si tratta di
agglomerati estremamente concentrati, che attirano altre
particelle‐coglione. Qualcosa di simile ai buchi neri, per
intenderci. Ciascuna particella‐coglione confluisce in
questo nucleo, che continua a ingrandirsi. Purtroppo per
te, questi malloppi di particelle‐supercoglione devastano
l’equilibrio osmotico e mandano a puttane la membrana
semipermeabile, rendendo impossibile la fuoriuscita dal
tuo corpo di particelle‐coglione.
Queste particelle, quindi, rimarranno perennemente nel
tuo corpo e avranno la funzione di farti assorbire altra
idiozia. Diventerai il filtro per il mondo intero,
continuando ad assorbire particelle‐coglione fino a che la
pressione osmotica diventerà tale che il tuo corpo
esploderà e si dissolverà nel nulla, lasciando sul terreno
una schiuma giallastra tossica e non bio‐degradabile a
ricordo del livello a cui la stupidità umana può arrivare.
Il botto darà origine a nuovi esseri coglioni, che però non
supereranno mai il tuo livello di perfezione. Ed ora
sparisci.
87
Sei sempre di fronte al maledetto negozio del cow boy,
con questo bizzarro individuo nudo e coperto malamente
da un pareo a scacchi che è deciso a fotografarti per fare
un... Com’è che ha detto?
“Gioco di prospettiva! Amico! Se ti fotografo così come sei
ora, infatti, sembra che tu abbia inserito la tua cavità
orale tra le gambe del cowboy gigante e che lo stia
sollazzando da un punto di vista ludico‐erotico! Ahaha
che maliziosetto! Del resto, A SORELLE RUSSE
FRATICELLO SEPPE SOLLECITAR FESSURELLE ROSA!!!”.
FLASH! Dopo averti incantato con uno scioglilingua,
questo bastardo ha scattato la foto! Lo vedi esultare
saltellando qua e là.
Stai già pensando di ucciderlo quando lo vedi avviarsi
verso una costruzione lì vicina. Oddio, e che costruzione!
È un lussuosissimo casinò! Resti a guardarlo a occhi
aperti. Il tuo buffo interlocutore nota il tuo stupore,
emettendo qualche bolla dalla sua stronza pipa.
“Amico! Ti vedo stupefatto! Sappi che ti trovi di fronte al
Caesars Palace, storico hotel casinò costruito nel 1966. È
bellissimo, vero amico? Amico! L’albergo è dotato di
3.349 stanze e numerose suite, ed è costruito con uno
stile che richiama visibilmente l’Impero Romano! L’ideale
per un patrizio del mio calibro, non trovi? Orsù, amico,
andiamo a visitarlo!” e così dicendo fa una riverenza,
facendo svolazzare il suo osceno pareo, e si avvia verso
l’hotel.
Sei di fronte a un cretino, su questo non ci piove. Però
pare conosca molto bene questo casinò... Magari ne
conosce anche altri, e magari potrebbe anche cazzo farti
sapere dov’è quel bastardo di Maurizio! Il punto è: ti fidi
di lui?
Se vuoi seguirlo dentro il Caesars Palace, vai al 38.
Se invece ti ha già rotto la biella e vuoi entrare nel
negozio di souvenir, vai al 96.
Oppure ti allontani fingendo di aver intravisto degli amici
e ti dirigi verso alcuni uomini incappucciati e vestiti di
bianco che ti indicano sulla destra? In questo caso, vai al
100.
88
Ti avvicini ancheggiando con un largo sorriso, e ti pieghi
con studiata lentezza tra le gambe dell’anziano, che
accompagna i tuoi movimenti con vistosi gesti di assenso.
Tra l’orrore generale dei presenti, cominci a succhiargli il
gingillo con la sapienza di un’entreneuse di prima
categoria, mentre l’uomo ti afferra la testa e, infoiato
come una faina, comincia a pomparti la bocca come un
ventenne nel pieno delle forze. “Moi, mon jeune chienne,
tu as une bouche de velours, de boire mon jus!” urla il
tipo un attimo prima di riempirti la gola di sperma.
Quasi soffocato, con uno strano liquido bianchiccio che ti
esce dal naso osservi il nobile che si rialza dalla sedia
soddisfatto, si sistema i pantaloni, e ti allunga un paio di
fiche infilandotele nelle mutande, come fossi una
spogliarellista. Poi intasca tutto il resto del malloppo e se
ne va, dandoti un buffetto sulla guancia. Sei troppo
sorpreso per reagire e solo quando il vecchio se n’è
andato ti rendi conto che ti ha truffato. Esplodi in un
ululato di dolore, ma non c’è niente da fare: devi
raccattare le due fiche elemosinate da quel fottuto
imbroglione e cercare di rifarti, tornando ai tavoli da
gioco.
Vai al 5.
89
Questo paragrafo è un attentato del Fronte
Rivoluzionario per la Negazione Storica della Scherma
Medievale. La scherma medievale è una merda e va
abolita, capito? Chi non lo farà sarà sfondato dalle nostre
squadre fasciocomuniste. Abbasso la scherma medievale,
lunga vita al calcio! Così sia.
90
Questo miserabile pezzo di merda ti ha rotto i coglioni. Lo
umilierai. “Ah‐ehm”, ti schiarisci la voce. E la tua lezione
di scienze naturali può cominciare. “La flatulenza è una
miscela di gas e di particelle aerosolizzate di feci
rilasciata sotto pressione attraverso l’ano, generalmente
associata a un caratteristico suono e un odore
sgradevole”. Pssssss! “L’uomo rilascia mediamente dai 0,5
a 1,5 litri di gas al giorno suddivisi in 11‐25 flatulenze
circa”. Prot! “Il rumore comunemente associato alle
flatulenze è causato dalla vibrazione dell’apertura anale.
Il suono varia a seconda della tensione dello sfintere e
della velocità del gas espulso e anche per mezzo di altri
fattori come l’umidità e la quantità di grasso corporeo”.
Proooott! “Biancheria intima e imbottiture al carbone
attivo possono ridurre gli odori delle flatulenze, ma
questi prodotti non attutiscono il suono”. PROOOOTTTT!
Dopo ogni frase sottolinei il tuo dotto contributo con
scoregge miscelate pazzesche. A ogni bordata incalzi
Tuòrl, che arretra come se fosse schiaffeggiato fino a
crollare in ginocchio. Ormai padrone della situazione,
d’un tratto cambi materia e lo finisci con la letteratura.
“Nella ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri, l’ultima riga
del Canto XXI dell’Inferno recita: «ed elli avea del cul fatto
trombetta» in riferimento all’atto del diavolo Barbariccia
che dà inizio alla marcia della sua cricca di diavoli”.
BROOOOOOOOOOOMMMMMMM! E infine: “In ‘Niente di
nuovo sul fronte occidentale’ di Erich Maria Remarque,
un soldato scoreggia commentando: «Ogni fagiolino fa il
suo versino»“. BAOOOOOOOOMMMMMMMRUMBLEEE!!!
È il colpo di grazia. Tuòrl crolla a terra, distrutto. Lo hai
umiliato. Il titolo di scureggione dell’anno è tuo. Ti
aspetteresti una premiazione, un trofeo, oppure un po’ di
sesso facile? Non accadrà, ma sarebbe accaduto al tuo
avversario se ti avesse vinto lui. Ti giri per raccogliere
almeno la giusta dose di applausi, ma resti di stucco: non
c’è più nessuno! La mummia, gli egiziani, i culi rotti, se ne
sono andati tutti!
Rivolti il corpo privo di sensi del Conte e lo perquisisci,
nella speranza di trovare qualche fiche per poter
continuare la serata ai tavoli. Non trovi nulla, del resto
questo manigoldo puntava proprio al tesoro di
Granmazzete, ma quando stai per andartene scopri un
foglietto in uno scomparto segreto delle mutande di
Tuòrl. Sul pezzetto di carta una mano ignota ha vergato
questa scritta arcana: “M.@scantinato +10”. Decidi di
tenerlo.
Vai al 148.
91
Quando imparerai a farti i fatti tuoi? Disgustato dalla
macabra perversione, incapace di sopportare che
qualcuno abbia l’idea di sollazzare una mummia, ti
avvicini per mettere fine all’indecente pratica. Come fai
un passo, superando il cordone protettivo posto intorno
alla teca contenente il sarcofago, vieni fermato da un
improvviso squillo di trombe registrato: un’esternazione
megalomane che non riesci a capire bene da dove
provenga. Uno strano omino occhialuto e basso prende in
mano un microfono: noti con sconcerto che è a forma di
fallo.
“Signore e signori, abbiamo un volontario!”. Di cosa sta
parlando? “Come voi tutti sapete, per completare la
resurrezione del nostro amato precursore, il Faraone
Granmazzete III, è necessario che proprio stasera, dopo
tremila anni, la sua mummia sia sollazzata oralmente da
uno sconosciuto di passaggio in grado di cogliere al volo
l’importanza della nostra nobile causa. Il Faraone è
dotato di una nerchia enorme, oltre che marcia e
mummificata, e disperavamo: l’ipotesi che un passante
fosse attratto dal pur splendido corpo del nostro signore
e padrone ci sembrava poco plausibile. Ma evidentemente
Osiride e Seth nella loro infinita saggezza hanno voluto
aiutarci, inviandoci l’uomo della provvidenza”. Indica te.
“Che la cerimonia abbia inizio! Si proceda con il pompino
del faraone!” urla l’omino, improvvisamente invasato. La
folla scoppia in un tripudio e ti sospinge verso la
mummia. Ci saranno almeno cento persone che non
aspettano altro: vogliono che sia tu a slinguazzare il fallo
di Granmazzete!
Decidi di piegarti e fare un lavoro di bocca a una
mummia? Vai al 120.
Provi a ribellarti svincolandoti dalla folla e fuggendo? Vai
al 72.
Oppure decidi di fare addirittura di più: estrai la mummia
dal sarcofago e la sodomizzi? In tal caso, vai al 113.
92
Punti tutto sul 65. Quindi chiudi gli occhi, e quando la
pallina si ferma proprio sul 65, esplodi in un urlo di gioia.
Tutti si congratulano con te per il gran culo che hai avuto
e inizi a pavoneggiarti senza ritegno. La vincita è
stratosferica. Le due ragazze russe, estasiate, ti implorano
di essere violentate e il tutto avviene tra lo stupore e
l’ammirazione di tutti i presenti.
Il momento di gloria non è finito: l’altoparlante del casinò
annuncia che la squadra del Crotone, che avevi giocato al
picchetto qualche giorno prima, ha vinto per 1‐0 contro il
Gallipoli, gol in contropiede del portiere al minuto 133’.
Consapevole dei rischi che corri, decidi di non giocare più
e andare a cambiare i soldi alla cassa.
Vai al 68.
93
“Ecco qua ‐ grida La Troia ‐ gli ingredienti base per la
preparazione del Cucador! Ai quali ovviamente va
aggiunto un liquido per la miscelazione da bar, per la
precisione una mia pisciata, che secondo la ricetta
originale dev’essere dopo aver mangiato asparagi.
Sfortunatamente oggi non ne avevo a disposizione, ma
quel vegetale ha effetto solo sull’odore, non sugli effetti
del nostro filtro d’amore!”. Cadi avvilito in poltrona alla
rivelazione di quel quinto ingrediente di cui Maurizio non
ti aveva detto nulla.
“Come dicevo, Vostro Onore ‐ continua La Troia ‐ il qui
presente Cucador, imputato omonimo del presente
cocktail, non può aver commesso il fatto, e ora lo
dimostreremo in concreto. Prego, ragazzo, bevi”. Ti porge
il flute con dentro quella disgustosa mistura. Ancora El
Cucador? Un’altra volta? Ma non ti ha causato già
abbastanza guai?
Se lo bevi, vai al 166.
Se non lo bevi, vai al 42.
94
“Eccerto, cazzo! Cazzo, cazzo e ancora cazzo!”. Smetti di
imprecare quando vedi che ogni volta che pronunci la
parola cazzo, lo sguardo di Jimmy si fa più trasognato.
“Molto bene, allora seguimi”, risponde serafico il nano.
Ovviamente a ridarti i quattrini vinti ai tavoli non ci
pensa nemmeno. Senza rivestirsi, chiude la cassa e si
avvia completamente nudo verso l’uscita del casinò. Sulla
Strip trovi la poco rassicurante Chantal ad attendervi.
Prima ti rivolge uno sguardo torvo, poi ti saluta a modo
suo, passandosi la lingua gigante sulle labbra traboccanti
silicone. Rabbrividisci, quando Jimmy spiega alla sua
comare. “Ha superato le prove, è degno”. Chantal replica.
“Che ne è del sacro argine, è intatto?”. E il nano: “Questo
lo ignoro, io posso solo portarlo dinanzi al Guardiano
della Porta e poi sarà lui a saggiarlo”. Il travone annuisce
e si avvia verso una Dodge Caliber orrendamente
truccata, mentre Jimmy ti invita a salire.
Ancora incerto se sia prudente seguire questi due pazzi
entri nell’abitacolo, ricordando anche, però, che non hai
uno straccio d’altra pista per trovare Maurizio! Chantal si
avvia, guidando con sicurezza lungo le strade di Las
Vegas. E grazie, ha il navigatore, con tanto di voce
personalizzata di Donna Carmen, il che ti manda ai pazzi.
Dopo un quarto d’ora di silenzioso viaggio (ma distingui
nettamente Jimmy che si smanetta, per ingannare il
tempo), finalmente pare siate arrivati. Chantal e Jimmy ti
hanno portato in una zona buia e totalmente silenziosa.
Non sembra di stare a Las Vegas, ma ad Andria. Ti
indicano la porta di una specie di baracca abbandonata e
oscura. “Entra lì”, tuona Chantal con la sua vociona
baritonale. “E non azzardarti a tornare indietro!”,
squittisce il nano di rimando. Non te lo fai ripetere due
volte e circospetto ti introduci all’interno. Vai al 140.
95
Parti con la mossa più letale che conosci: il calcio nelle
palle. Ricordi gli insegnamenti di tuo nonno, quando i
bulli ti vessavano alle scuole medie: “Parti di calcio nelle
palle e poi fuggi urlando istericamente: se il bullo va giù
puoi bearti del successo, altrimenti qualche professore ti
sentirà ed eviterai il pestaggio”. Qui non ci sono
professori, ma la tecnica ti sembra ugualmente valida. Ti
avvicini a Maurizio con un sorriso accomodante, come se
volessi offrirgli un buon cubano.
È il momento topico: lanci un urlo terribile, inumano,
simile ai gridi notturni animaleschi che si odono nella
foresta pluviale del Borneo, e con tutta la forza che hai
colpisci gli zebedei dell’odiato barista. Sul suo volto
compare un’espressione sorpresa, trasecolata, poi, con
somma soddisfazione, scorgi il dolore. Purtroppo il
barman maledetto portava la conchiglia‐sospensorio del
dottor Johnson, ad amplificare la sua apparente prestanza
sessuale: il calcio ti ha quindi procurato fratture multiple
a varie ossa del piede. Ma tutto questo non importa,
perché Maurizio, improvvisamente e senza resistenza,
crolla a terra. C’è un momento di panico totale, poi uno
dei suoi sottoposti si avvicina al corpo e prova a sentire le
pulsazioni.
“È morto”, annuncia dopo qualche secondo. Attimi di
lungo silenzio, poi esplode l’ovazione, inaspettata e
roboante. “Gloria al Cucador! Gloria al nostro nuovo
signore!”. Vieni preso di peso e portato in trionfo: non
solo hai sconfitto il tuo nemico, ma hai anche ereditato il
suo impero! È il momento dell’apoteosi finale: vai al 97.
96
Il negozio del Cowboy è quanto di più eccentrico tu abbia
visto in vita tua. La parete esposta a nord è
completamente piena di oggetti da usare per prestazioni
sessuali estreme. Ma forse la parola “estrema” rende poco
l’idea, bisogna pensare oltre per rendersi conto di che
cazzo c’è dentro il negozio del Cowboy. Tra i vari cazzi di
gomma ce n’è qualcuno che spaventerebbe anche il più
masochista degli animali privi di terminazioni nervose:
una nerchia di acciaio rivestita di borchie e ricoperta con
carta vetrata a cinque strati, un cazzo di legno massello
con tanto di schegge acuminate, un altro cazzo finto
davvero abominevole, circondato da microscopiche
cariche esplosive e percorso da scosse elettriche, per
piaceri anali perversi. E tanti altri attrezzi curiosi e
simpatici. Un po’ meno simpatici per chi li prende nel
culo, ovviamente...
“Salve straniero”, ti accoglie il padrone del negozio: un
tipo vestito con abiti western, a metà tra John Wayne e
Marty McFly in Ritorno al futuro 3. “Visto che roba?
Quello è il settore che più riscuote il consenso del
pubblico. Abbiamo roba in grado di riempire il culo di un
elefante per almeno 5/4. Ti interessa qualcosa?”. Rifletti
per un istante. “O forse ti interessano altri articoli? Da
questa parte abbiamo una vasta collezione di abiti stile
western, di qua abbiamo quella che io chiamo La fabbrica
del Viagra. Da quella parte c’è il reparto massaggi e
accoglienza, mentre lì in fondo c’è la stanza musicale e del
gioco d’azzardo”. La scelta effettivamente è molto vasta.
Se vuoi approfondire la conoscenza delle penetrazioni
estreme, vai al 73.
Se vuoi comprare un abito in stile western, vai al 122.
Se hai bisogno di viagra, vai all’11.
Se vuoi entrare nel settore riservato ai massaggi, vai al
69.
Se invece preferisci entrare nella stanzetta del gioco
d’azzardo, dalla quale proviene un suono assordante, vai
al 147.
97
Studi Maurizio con fare circospetto: è lì davanti a te,
imponente, circondato dai suoi lacchè. Improvvisamente
si gira e ti fulmina con lo sguardo, come se, pur non
vedendoti, avesse sempre percepito la tua presenza nel
locale. In effetti è proprio così. Il barista ride
sguaiatamente e ti mostra orgoglioso cavi che
fuoriescono dal suo ano e si perdono per i meandri del
bar, andandosi a collegare a varie prese e dispositivi
sparsi un po’ ovunque.
“Sono collegato ciberneticamente a tutto quello che
possiedo ‐ ghigna soddisfatto ‐ anche se a breve spero di
avere il wireless. In ogni caso, non puoi fare una mossa,
brutto sfigato, senza che io lo sappia. Ora ti conviene
prendere subito da bere, se non vuoi che i miei buttafuori
ti rompano le ossa e ti diano in pasto ai coccodrilli”. Non
lo dice in senso figurato: appena finita la frase spinge un
tasto aprendo una botola. Sotto intravedi una larga vasca
strapiena dei pericolosi rettili, che si agitano affamati.
Cosa decidi di fare?
Dai retta al consiglio di Maurizio e ordini qualcosa da
bere? Vai al 141.
Oppure approfitti della sua eccessiva sicurezza per
attaccarlo?
In questo caso puoi tentare di ferirlo con una baionetta, al
18.
Aggredirlo con il classico calcio nelle palle, al 95.
Utilizzare il perforatore di timpani per stordirlo, al 66.
Procedere con una serie di calci volanti in stile Chuck
Norris, al 114.
continua
Oppure puoi anche cercare di gettarti sui cavi che
collegano Maurizio al suo bar, per manometterli,
sperando che questo procuri danni al tuo nemico. In
questo caso, vai al 57.
98
La tua possanza... Ma se non riesci a soddisfare
sessualmente neanche una bambola di gomma... La tua
fiducia in te stesso è ammirevole, ma permettimi una
considerazione: chi minchia ti credi di essere? È arrivato
stocazzo!!! Ti dico io quello che accade: Brodo Cevano
emette un fischio e alcuni energumeni usciti da non sai
dove ti si avvicinano, armati di coltelli e motoseghe,
pronti a farti a pezzi per i loro loschi scopi. Il tuo corpo
verrà smembrato e verrà utilizzato come segue:
1) organi interni: verranno estratti dalla tua carcassa e
rivenduti per il commercio illegale degli organi;
2) denti: verranno venduti a Rita Levi Montalcini o messi
all’asta per qualche ultra‐novantenne;
3) gambe: verranno trapiantate all’atleta australiano
Oscar Pistorius. Ma dopo due mesi, proprio a causa dei
tuoi arti, le vertebre lombari di Pistorius si inclineranno e
il suo bacino subirà danni irreparabili, costringendolo per
sempre alla sedia a rotelle;
4) pisello: verrà tritato, polverizzato, pastorizzato e
confezionato come potente afrodisiaco. In realtà si
rivelerà una sostanza in grado di eliminare per sempre
ogni impulso sessuale;
5) capelli: verranno venduti a un trans, che li utilizzerà
trapiantandoli sulle sue palle flaccide;
6) ossa: verranno vendute a un canile e date in pasto a 15
rottweiller impazziti.
Le rimanenti parti del tuo corpo rimarranno lì su quel
prato, e serviranno a concimare quel fazzoletto di terra
sul quale crescerà una quercia. Su quella quercia uno
stupido e pulcioso cane grigio di nome Ambrogio piscerà
ogni giorno. E considera una cosa: Ambrogio sarà pure
stupido e pulcioso, ma scopa, e pure tanto. La sua prole
verrà educata a pisciare su quella quercia (e così tutte le
generazioni successive), fino a che la pianta non si
atrofizzerà.
Il tuo ricordo verrà per sempre associato a quella quercia
secca e alla puzza di piscio dei cani. Le maledizioni che ti
lanceranno Pistorius e gli impotenti a causa del tuo
pisello faranno il resto.
99
Dai fondo ai quei quattro soldi che ti sono rimasti nel
portafogli: non sono 150 euro ma li accartocci, cercando
di nascondere la quantità e sperando che la cosa passi
inosservata. Poi afferri il bicchiere e lo avvicini alle
labbra: ha un odore nauseabondo, il vice barista
dev’essere sotto antibiotici a giudicare dal tanfo che
emana la sua orina. Raccogli tutto il tuo coraggio e
trangugi l’immondo contenuto tutto d’un fiato.
Ok, a questo punto, dopo aver bevuto un bicchierone di
piscio, caro lettore, puoi avere qualche speranza di
proseguire con l’avventura? Che livello di bassezza vuoi
arrivare a toccare, sei convinto di vivere in un mondo
dove tutto è ammesso? Il vice barista fa uso da anni di
potenti pasticche di acido, che ne hanno modificato la
composizione corporea: ora tutti i liquidi che trasuda,
orina, sudore, lacrime, sperma, sono acidi a loro volta.
Il tuo “cocktail” comincia subito a fare effetto: prima senti
un dolore allo stomaco, che in breve si allarga,
coinvolgendo anche organi limitrofi: pancreas, reni,
intestino, fegato. In pochi secondi cominci a liquefarti,
con un sottile pennacchio di fumo che ti esce dal culo e
accompagna tutto il processo. Non passano due minuti
che di te non rimane null’altro che un’immonda poltiglia
sciolta: muori tra atroci dolori, proprio a due passi
dall’agognata vendetta.
100
Ma chi è questo pazzo? Ridendo e fingendo giovialità ti
congedi e con circospezione ti allontani verso un gruppo
di uomini incappucciati che da un minuto circa ti stanno
facendo ampi gesti. Ti scusi di non potere trattenerti oltre
e indichi gli “amici” che ti stanno aspettando. L’ometto
non batte ciglio. Doveva essere il solito squinternato che
alla prima occasione ti avrebbe beatamente sodomizzato
o chissà cos’altro.
Per fortuna questi uomini vestiti di bianco sembrano più
che simpatici. Il più alto ti si avvicina cordiale e ti dà una
pacca sulla spalla. “Devo ammettere che sei coraggioso a
venire qui negro. Proprio in bocca a noi giustizieri. Per
dimostrarti quanto mi ha colpito questa qualità ti lascio la
scelta: vuoi essere crocifisso o bruciato vivo?”. Ridi,
convinto che l’uomo ti stia prendendo in giro. “Ci sono
tipi così strani qui a Las Vegas... Sono appena arrivato e
un tizio mezzo nudo che diceva cose incomprensibili
voleva farmi una foto...”.
“Non mi interessa quando sei sbarcato dalla tua
bananiera, negro, o da quale orrendo paese dell’Africa
provieni. Qui sei negli Stati Uniti, e noi del Sud non
amiamo gente come te. Allora scegli, la croce o il fuoco?”.
Ci deve essere senz’altro un equivoco. La moltitudine
dietro il tuo interlocutore si sta agitando sempre di più.
Senti urla, imprecazioni, insulti, cose come morte al
negro, o uccidiamo la bestia negra. Il che avrebbe anche
senso se solo tu non fossi bianco, e anzi pallido e
malaticcio per lo più.
“Ma perché mi chiamate negro? Io sono bia..”. Non riesci a
finire la frase. Le tue parole hanno l’effetto della pistola di
uno starter su un gruppo di centometristi. La massa di
uomini incappucciati si getta verso di te urlando, i più
sono armati con torce e forconi, qualcuno ha anche un
fucile. Hai pochi secondi per decidere.
Se ti metti a correre a tutta velocità, vai al 118.
Se sei convinto che la situazione sia troppo assurda e che
parlamentando puoi calmare la folla che ha certamente
preso un abbaglio, vai al 50.
Se in ogni caso ci metti più di 5 secondi per decidere, vai
al 111.
101
Quale immondo e malato individuo dovrebbe voler farsi
spompinare da un vecchio “orientale” fallito? Zeus è
indignato dalla tua perversione, e calando giù dalla vetta
dell’Olimpo ti incenerisce con i suoi fulmini. Muori
arrostito tra atroci sofferenze, vittima dell’ingordigia
sessuale che ormai non ti permette più di discernere con
lucidità.
102
Sfortunatamente, la mongolfiera di Ochoarmadas è
assolutamente inadatta a qualsiasi viaggio aereo. Dopo
pochi secondi cominciate a precipitare nel vuoto e dopo
un volo orrendo ti sfracelli in un punto imprecisato della
California.
103
Figlio di puttana impostore di merda, il Registro in questo
librogame non esiste! Come cazzo fai ad avere 50
centesimi segnati sul Registro???!!!! Giuda! Bruto! Caino!
Che tu sia dannato per l’eternità tra atroci sofferenze al
cospetto del Signore delle Mosche.
104
“Magnifico e potente Sakuragi, così saggio e forte, così
avvenente, sono un povero giovane che ha perso la
direzione, ho bisogno della sua sapienza e del suo ausilio
per ritrovarla. La prego di aiutarmi!”. L’individuo
rossiccio ostenta vistosi cenni di assenso: “Bravo amico,
hai capito come ci si rivolge al maestro. Il rispetto gli è
dovuto, pensa che ALLENÒ MIA SORELLA, BALLERÒ SAI,
MONELLA! Lui ti soccorrerà se tu
sapradiotelevisioneitaliana guadagnarti la sua
benevolenza!”.
Il maestro ti guarda con un placido sorriso. Non ti sei
accorto quando è accaduto, ma Sakuragi si è sfilato la
calzamaglia, e ti osserva, nudo dalla cintola in giù. Il suo
pene sporge duro ed eccitato, assomiglia al ponte di
Verazzano a New York. “Come posso aiutarti mio nuovo
discepolo? Vuoi che penetri nella tua mente
trasmettendoti la conoscenza? Vuoi abbeverarti alla mia
fonte per placare la tua sete di sapere?”, ti dice,
accompagnando le parole con una serie di volgarissimi
ammiccamenti.
Stai per domandargli se sa qualcosa riguardo al Cucador e
a Maurizio, ma Sakuragi ti interrompe. “Non devi parlare
con me, ma con lui ‐ indica il suo pene ‐ Avanti, chìnati.
Non ci sente bene, devi fargli le domande da molto
vicino”. Interdetto, incredulo per l’assurda situazione che
si è creata, ti avvicini un po’. “Ancora più vicino mio
giovane padawan, ti ho detto che è un po’ sordo, avvicina
la lingua a Mister P, lui è ansioso di rispondere alle tue
domande!”. Il vecchio è congestionato, visibilmente
eccitato: ormai il suo pene è a pochi centimetri dalle tue
labbra, con un movimento rapido potrebbe infilartelo in
bocca in ogni momento. Cosa hai intenzione di fare?
Vuoi porre davvero una domanda a Mister P? Vai al 108.
Pensi di aver capito che Sakuragi vuole solo un pompino
in cambio delle informazioni che può darti e accetti di
buon grado di sollazzare quel vecchio e il suo sesso pieno
di pellaccia cadente? Vai al 62.
Ti alzi di scatto e, confondendoti tra la folla, semini
Sakuragi (ma non l’individuo rossiccio che ti resta alle
costole) e ti fermi a studiare la mappa del casinò? Vai al
25.
105
La donna ti somiglia in maniera incredibile. Anzi: ora che
la guardi meglio, è identica a te. Stesso corpo, stessa
camminata del cazzo, stessa aria da idiota... Anche la
faccia è identica alla tua, se non fosse per i capelli lunghi
con i colpi di sole, il trucco e lineamenti vagamente più
delicati. Sei tu. Ti senti confuso, non riesci a spiegarti una
cosa del genere, eppure è questa la realtà.
Ti guardi intorno, intenzionato più che mai a trovare
Maurizio, quando ti rendi conto che questo locale non ha
banconi in quanto è un locale self‐service: distributori di
bibite e liquori sono sparsi per tutto il locale e a seconda
della quantità che si prende i distributori emettono uno
scontrino. Ti accorgi inoltre che questo locale ha
un’entrata, ma non un’uscita: probabilmente all’uscita,
che ancora non hai visto, ti verrà chiesto il conto degli
scontrini che prenderai. Una sfilza di videocamere ti
fanno capire che non puoi provare a fare il furbo:
probabilmente ti filmano e un buttafuori sarà ad
aspettarti, pronto a dilaniarti il culo proprio come un
tronco di legno viene spaccato a metà da un’accetta
arroventata.
Uno dei clienti, dopo essersi scolato un secchio di brandy,
raccoglie lo scontrino dal distributore e lo ingoia. È
completamente ciucco. Se venisse gettato in una
soluzione di alcool puro al 100 per cento, lo diluirebbe
sicuramente. Appena inghiotte lo scontrino, tre
videocamere puntano su di lui, e sparano una raffica
laser, che ne dilaniano il corpo. Accompagnati da un tizio
vestito di nero con tanto di occhiali neri, due buttafuori si
avvicinano ai resti del poveraccio con una busta
dell’immondizia, quindi cercano tra le frattaglie lo
scontrino. Appena lo trovano, afferrano una delle dita
schizzate via e prendono lo stampo delle impronte
digitali. Quindi, l’uomo vestito di nero esclama: “Bene,
accreditate la somma alla famiglia, ai figli, o ai figli dei
suoi figli!! Quella che si prende nel mio locale si paga!!”.
I tuoi occhi si riempiono di odio: una rabbia nera e
torbida. È lui il bastardo che stai cercando. È lui. Maurizio.
Se vuoi caricarti bevendo un po’ di alcool, vai al 106.
Se invece ti senti pronto per lo scontro finale con
Maurizio vai al 161.
106
Ti trovi in macchina con la tua ragazza. L’occasione è
ghiotta: San Valentino, anniversario del vostro decimo
anno di fidanzamento. Via semibuia... Silenziosa...
Mezzanotte... Cazzo, se non scopate ora non lo farete mai
più... E no!! La sua follia cristiana e cattolica decreta che
devi sudartela, la scopata. Ma ci stai riuscendo... Un collier
di 250 euro e una cenetta romantica a lume di candela, la
macchina pulita e lucidata (il tuo garagista ti ha scucito
20 euro per pulirla tutta), un servilismo degno del miglior
schiavo egizio, un dolce profumo di violetta nella tua
umile vettura. Si sta abbandonando tra le tue braccia... Le
sue labbra si fanno disponibili... Inizia istintivamente ad
allargare le gambe... Le sue mani scorrono lungo il tuo
corpo...
Poi, maldestramente, urti con il gomito contro lo stereo:
NOOOOOOOOO! Errore fatale!!! Lo stereo si accende,
pompando violenza da ciascuno dei decibel sprigionati.
Riconosci la voce: Mario Magnotta. NOOOOOOOOOO!!!
Avevi lasciato il cd nello stereo, con il famoso scherzo
della lavatrice e il relativo remix!!! Una raffica di
bestemmie invade la macchina, arrivando alle orechie
immacolate della tua bella. L’idea di sesso si allontana alla
velocità della luce, mentre una sberla ti raggiunge in
pieno viso. “Voglio tornare a casa”, ti intima.
Porco XXX!
Mannaggia YYY!
Porco ZZZ!
Alle bestemmie di Magnotta si aggiungono le tue: una
raffica di mitra, silenziosa. Ma ovviamente la tua ragazza
ha l’orecchio tarato su quella frequenza e sembra averti
sentito.
“La nostra storia termina qui. Addio!!”.
CAZZO CAZZO CAZZO.
Gli eventi precipitano: fai per partire dopo aver ingranato
la prima, ma la macchina scatta in retromarcia, sfondando
il paraurti contro un muretto. Inverti la marcia e riparti,
ma un camion della mondezza ti fa tutta la fiancata
proprio mentre ti immetti nella strada.
“LA MACCHINA NO PORCO XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX‐
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”.
La tua ex schiaccia un pulsante sul suo cercapersona:
neanche 5 minuti e la tua auto (sorry, il tuo catorcio)
viene circondata dai familiari della bella, accompagnati da
tre pitbull, due preti e un diacono. Dopo averti estratto a
forza dalla macchina, recitano due rosari per purificare la
tua anima, quindi estraggono una croce ripiegabile e ti
crocifiggono sul tettuccio di quel mucchio di lamiere che
chiamavi “macchina”. Muori bestemmiando mentre i
pitbull fanno scempio dei tuoi genitali.
107
Quando eri giovane, a parte il culo sodo e polposo della
professoressa di matematica, ricordi le lezioni di algebra,
e ricordi che +1 e ‐1 si annullano. Con questo spirito
positivo ti appresti ad annullare la carica negativa della
scureggia di Tuorl. Ti metti in posizione, carichi il colpo e
spari: una scureggia a pressione, silenziosa ma mortale,
potente come un getto d’acqua a 50 atmosfere. La tua
scureggia neutralizza la creatura che si sta formando, e la
reazione chimica scatenata ha effetto: la nuvolaccia
sembra dissolversi.
Ma Tuorl passa al contrattacco: una seconda poderosa
scureggia, che si amplifica nell’aria con un fumo
grigiastro. Il mostro riprende forma. Prendi aria nel tuo
corpo, dando fondo alle tue energie residue, e lasci
partire una scureggia più profonda e seria della
precedente, massiccia, cupa, quasi drammatica. Le micro‐
particelle di merda precipitano, proprio come succede
alle nuvole cariche di particelle d’acqua, e la nuvolaccia
subisce una trasformazione: non si forma più nessuna
creatura, ma una pioggia acida della peggior specie. Su
tutti voi, che state osservando la scena come un branco di
coglioni, la pioggia acida non ha effetto. Ha invece effetto
su Granmazzete: infatti le sue bende unte e bisunte
iniziano a sciogliersi, fino a liquefarsi completamente.
Granmazzete è ora carne viva davanti a tutti voi. Tuorl è
momentaneamente battuto: a scuregge sei più forte tu.
Se vuoi continuare a scureggiare per mortificare Tuorl vai
al 37.
Se invece immobilizzi Tuorl per fare in modo che la
mummia possa violentarlo a dovere vai al 124.
108
Vergognandoti di te stesso ti rivolgi al pene del vecchio.
Ti senti un vero coglione a parlare con un sesso cadente e
avvizzito, ma, rintronato dalle chiacchiere del rossiccio,
non sei più in grado di discernere coerentemente, così,
con voce ossequiosa, gli rivolgi la tua domanda. “Mister P,
piacere di incontrarla, come sta? Lei conosce Maurizio il
barista?”. Quasi trasecoli quando senti il membro
risponderti con una voce flebile ma secca: ha persino un
accento chiaramente anglosassone, dello Yorkshire
azzarderesti.
“Mio giovane amico ‐ ti dice Mister P ‐ so tutto della tua
nobile ricerca. Tu vorresti sapere da me dove poter
trovare il barista che ti ha fottuto per vendicarti non è
vero? Ebbene anche se io sono solo un batacchio, e il mio
cervello è occupato per il 90 per cento da un unico
pensiero, la sgnacchera, nei rari momenti in cui mi sento
sazio e appagato amo girare per i bar consumando litri di
whiskey doppio malto invecchiato sette anni. Inutile dire
che anche qui a Las Vegas non ho perso la mia abitudine,
e girando nelle più sordide bettole ne ho scoperta una,
che in apparenza sembra nient’altro che uno scantinato
buio. In realtà questo aspetto dimesso nasconde uno dei
locali più esclusivi di tutto il Nevada, ed è lì che il barista
Maurizio ha installato il suo quartier generale. Ma stai
attento, perché solo se arriverai al suo cospetto con l’ano
ancora vergine avrai qualche speranza di riuscire nella
tua ricerca. Se solo una volta cederai alle lusinghe del
sesso anale, per forza o per piacere, non potrai entrare
nel locale. All’ingresso infatti c’è un terribile buttafuori, di
cui ignoro il nome, che pare riconosca i culirotti
dall’odore. Nutre un odio feroce per questa categoria, e ti
colpirà senza pietà se solo dovesse sospettare che sei un
frocione. Ho detto”.
Il pene improvvisamente si affloscia e Sakuragi, che fino a
un secondo prima sembrava essere in trance, si riscuote.
“Cos’è successo?”, balbetta, ancora poco lucido. Sei molto
incuriosito dal discorso di Mister P: ti ha fornito
un’informazione preziosa, che ti aiuterà nella tua
missione. Se, nel corso dell’avventura, ti troverai in uno
scantinato vuoto e buio, aggiungi 10 al numero del
paragrafo che stai visitando e scoprirai l’ingresso segreto
del bar di Maurizio. Scuotendo ancora la testa, senza
accorgerti di essere seguito dall’individuo rossiccio, ti
dirigi verso la mappa del casinò, al 25.
109
Ti avvicini alla roulette e ti siedi, aspettando il prossimo
giro. A giocare ci sono soprattutto vecchi, quindi senti che
puoi recitare un ruolo importante. La pallina gira e si
ferma sul numero 65. Il vecchiaccio alla tua destra ha
vinto: aveva puntato tutto proprio sul 65. “Fortunato in
gioco, sfortunato in amore...”, ti viene da pensare. E invece
no! Il bastardone è accompagnato da due ventenni russe,
che a ogni giro di ruota strusciano le loro mani tra le sue
gambe... “Mummia del cazzo!”, pensi tra te e te, sicuro che
nel suo sangue ci siano più particelle di viagra che globuli
bianchi e piastrine.
Si stanno tutti preparando alla prossima puntata, quando
l’addetto alla roulette sviene proprio davanti a voi. La
partita si è bloccata, non potete continuare a giocare.
Macchè!! Uno del pubblico si alza di scatto e sostituisce
l’uomo, indossando la sua giacca e invitandovi a puntare
sul tavolo di gioco. Ha la faccia da idiota, non controllerà
di certo i movimenti dei giocatori... Per di più ti trovi
esattamente alla tua destra, e facendo finta di allacciarti
una scarpa vedi sotto il tavolo tre pulsanti. Ora o mai più,
è la tua occasione.
Sul primo pulsante c’è una X. Se premi questo, vai al 6.
Sul secondo c’è un cerchietto rosso. Se premi questo, vai
al 52.
Sul terzo c’è il simbolo di un cazzo. Se premi questo, vai al
55.
Se invece decidi di giocare senza barare, affidandoti solo
alla tua fortuna e al tuo sesto senso, vai al 54.
110
Con la bava alla bocca ritorni al tavolo delle bagiane che
avevi lasciato per giuocare a poker, pronto a penetrarle
con il tuo inutile cazzettino. Ma le donnicciole sono
scomparse. Al loro posto, in piedi sul tavolo, vedi un
deficiente vestito come un rapper quindicenne dei
quartieri poveri della periferia di Detroit...
“Era nel 26 agosto del mille novecento otantoto
Adesso ne ho diciotto e mi sento quasi morto
Dio, dammi la forza di mio padre di andare avanti perché
non cccccellafaccccioppiù
Dio dammi la forza di mia madre di lavorare fino a
quando il sole va giù
Quando ti guardi intorno, vedi i bambini povri e non solo
Ma quando ti guardi intorno, vedi i bambini povri e non
solo
Lo so che non è facile per loro ma neanche per me
Ma ditemi cosa vedete quando li guardate neli ochi
eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
eeeeeeeeeeeeeeeeh”.
Stai per spaccare un bicchiere di vetro, tagliargli la
giugulare e bere il suo stesso sangue, quando lo strano
tizio smette di cantare e viene verso di te, parlando in
rima:
“Yo...sono tornato...vi sono mancato!
ho rivisto il mio quartiere frà
adesso ti racconterò quello che ho visto yè
vedi adesso ho diciottanni e non sto più a ammazzare le
giornate con i frà di là
questi sono i miei frà questi di qua
e adesso un freestyle libero ah? questo è cash fire eh?
cash fire, MOTHERFUCKER
sto arrivando!ye...e non dire porca miseria
quando c’è gangsta nell’area... lo senti nell’aria
questa roba è gangsta...fino in cima...MOTHERFUCKA...
RAP RUMEN PORCATROJAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA‐
AAAAAAA”.
La tua avventura finisce qui, ti converti al rap rumeno ed
entri a far parte della famosissima crew dei RAP RUMEN
PORCATROJA, gestendo per loro il sito web
www.romania.org in un orrido scantinato di Bucarest.
111
E all’istante ti appare nitida la verità: sei un uomo pesce!
Rapidamente inizi a marcire fino al decesso.
112
Muori.
113
Avanzi con piglio sicuro, l’ovazione della folla ti ha
eccitato: avranno quello che vogliono, e avranno anche di
più, gli dimostrerai di che pasta sei fatto! Ti avvicini al
sarcofago e afferri la mummia: è sorprendentemente
pesante per essere un vecchio corpo disidratato di
tremila anni fa! Provi a più riprese a smuoverlo, ma non ci
riesci. Sei tutto sudato e quasi cianotico: intorno a te si è
formato un silenzio di tomba. Esausto ti pieghi un attimo
per riprendere fiato. La mummia, fino a quel momento
immobile, scatta nella tua direzione: non fai in tempo a
capire cosa sta succedendo che quel vecchio corpo
incartapecorito ti è addosso. Cerchi di ribellarti non c’è
niente da fare: Granmazzete ti obbliga a sottostare ai suoi
desideri, inchiodandoti al suolo con la sua presa di
acciaio.
Con orrore ti accorgi che ti sta sfilando i pantaloni: sui
tuoi slip sono ora evidenti le chiazze di sperma e orina
dovute alle troppe seghe e alla tua scarsa attitudine al
cambio della biancheria. Cerchi di urlare, ma con una
mano il Faraone ti impedisce di emettere un fiato. Senti la
sua nerchia in astinenza da millenni penetrare nel tuo
ano, dapprima lentamente, poi tutta insieme con un unico
colpo secco. La mummia ti pompa con vigoria
insospettata per un essere così antico: ti sembra di
sentirle emettere anche grugniti di piacere.
Ormai dimesso, non ti accorgi nemmeno di quando
Granmazzete viene nel tripudio generale. “Il seme reale è
stato versato ‐ urla l’omino ‐ si proceda con la
cerimonia!”. Senza più energie, coperto da un laghetto di
sperma stantio, ti ricomponi: la folla si sta spostando
verso il palco del casinò dove sta per avvenire qualcosa di
importante. Zoppicante per la violazione appena subita ti
avvicini anche tu per capire cosa sta succedendo.
Ricordati che il tuo ano ora non è più vergine. Vai al 159.
114
In un delirio di onnipotenza, immergi la tua mente
nell’essenza stessa di Chuck Norris: il calcio rotante. Salti
e resti fermo: è la scena intorno a te che inizia a roteare, e
a ogni giro impartisci un sonoro fendente a Maurizio. Al
centonovantesimo calcio, Maurizio barcolla. Ma tu
continui, imperterrito: continui per almeno altri 25
minuti. Ormai il tuo mondo si riduce a una rotazione
senza fine.
Quando ti fermi, non riesci più a percepire la realtà:
focalizzare un punto che non ruota è diventato
impossibile, ormai nella tua vita le cose che non girano
non hanno più senso. Barcolli, sfasato, e poi riprendi a
dare calci in maniera forsennata, completamente in
trance. Evidentemente ti sei calato un po’ troppo nella
parte, ma ormai sei diventato rotazione‐dipendente.
Tanto che, dopo l’ultimo calcio, continui per riflesso a
ruotare su te stesso, come una trottola impazzita,
espressione vivente di un egocentrico moto rotatorio
perpetuo.
Approfittandone, Maurizio reagisce improvvisamente,
assestandoti un diretto nello stomaco. Senti un rigurgito
interno: il pancreas è ormai andato... Ma quel che più ti
preme è che la tua divina rotazione è stata interrotta.
Reagisci come se fosse stata interrotta la più sacra tra le
cerimonie religiose, ma a quanto pare Maurizio vuole
passare al contrattacco. “Bene, Cucador, ti ho conosciuto
sfigato e ti ritrovo coglione!! La tua deevoluzione è lo
specchio della tua demenza! Quel giorno sono stato
magnanimo, ora preparati, perché farò di te cibo per
amebe e celenterati!!”. Il contrattacco di Maurizio si sta
per abbattere su di te. Vai al 126.
115
Il poker è una merda a me piace asso pigliatutto. Tu
vaffanculo.
116
Ti siedi al tavolo e sistemi le tue fiche, ricreando tanti
piccoli mucchietti. Il mazziere dà le carte: siete in quattro
a giocare. Emozionato come un bimbo, ti prepari a
spizzare le carte che hai:
9 di cuori,
Asso di picche,
Donna di quadri,
9 di picche
10 di quadri.
Dopo le consuete puntate e contropuntate (non mi
chiedere quanto stai puntando, visto che non sei affatto
capace a giocare a poker!!), durante le quale ovviamente
non capisci un cazzo di quello che succede, il mazziere ti
chiede: quante carte?
Pensi. O, almeno, presumi di pensare: il tuo primo
avversario è servito, gli altri due hanno cambiato
entrambi due carte. Hai varie opzioni:
“Servito”? Vai al 135.
“Una”? Vai al 59.
“Due”? Vai al 115.
“Tre”? Vai al 51.
“Quattro”? Vai al 47.
“Cinque”? Vai al 76.
117
“Ohohoh!”, ridacchia divertito il tuo pseudo avvocato. Lo
vedi che comincia a gingillarsi i pantaloni. Sgrani gli
occhi: si è tirato fuori il pisello! E comincia a menarselo
davanti a tutti! Ma nessuno pare accorgersene. In buona
sostanza, Jimmy si spara una sega e alla fine ti viene
addosso, imbrattandoti i vestiti e persino una parte del
volto. “Aaaaah, quando ci vuole, ci vuole ‐ ti si rivolge con
un sorriso sguaiato ‐ Ti è piaciuto il soccorso? Ora
andiamo avanti col processo!”.
Con un agile balzo, salta sul banco dell’accusa e parte in
una clamorosa arringa. Un fiume di parole di circa
quattro ore e mezzo, durante il quale vieni accusato di
ogni furto, rapina, omicidio, saccheggio e violenza dei
secoli passati, presenti e futuri. Alla fine
dell’interminabile intervento, l’intera aula processuale si
alza in piedi e comincia ad applaudire Jimmy, che
ringrazia sentitamente con profondi inchini.
Il verdetto arriva presto ed è chiaro: colpevole. Con tre
poderosi colpi di martello, Saetta Eretta dà ordine che tu
venga portato al suo cospetto. Un nitrito, e il Segaligno dà
ordini a un inserviente: “L’imputato sia spogliato”.
Cominci a sospettare qualcosa di diverso di una semplice
reclusione. Il giudice scende dal suo scranno e ti si
avvicina. Lascia cadere il martello, si scrolla di dosso la
toga e il parruccone e resta solo con il suo siluro cavallino
eretto. Rassegnato, ti metti a pecorella. Saetta nitrisce
ancora e il Segaligno con tono neutro declama: “Si
avvicini l’avvocato La Troia”.
Jimmy sembra emozionato. “Oh gaudio, oh tripudio!
Saetta Eretta, amico mio! Vuoi organizzare una
rimpatriata?! Come ai bei tempi, io filmavo con la
telecamera e tu inculavi? Ma ho tempo anche per altri
nostri celebri duetti! Io piscio e tu caghi, io in culo e tu in
bocca! Tutto quello che vuoi! Sigh!”. Per te purtroppo
l’ora della resa dei conti è arrivata.
Jimmy fa volare la toga con gesto teatrale e si avvicina
minaccioso. “Così sia! ‐ strilla invasato ‐ Dopo anni di
separazione, oggi si ricomporrà la più celebre coppia di
tutti i tempi del porno zoofilo! Presto qua una telecamera,
accendete i riflettori! Lo scenario è il più adatto per il
prossimo capolavoro, il come back of the year, il nuovo
kolossal “Saetta & Jimmy in tribunale”!”.
La tua avventura finisce così, trasformato in feticcio da
brutalizzare, tra atroci sofferenze e mortificazioni anali.
118
Corri con quanto fiato hai in gola, come non hai mai corso
in vita tua, nemmeno nella gara d’atletica interscolastica
in quinta elementare, quando sei arrivato ultimo, battuto
perfino da Paglia, il compagno di classe che pesava 130
chili. Intanto la folla rumorosa ti insegue inferocita.
“Squartiamo il negro, linciamolo!”, senti gridare dietro di
te.
Purtroppo la resistenza non è mai stata il tuo forte: non è
un caso che la tua unica ex ti avesse soprannominato
Miccia Corta: dopo 200 metri sei completamente esausto.
Tenti un ultimo, disperato scarto, curvi a destra con la
destrezza di un celacanto e ti infili in un vicolo, sperando
che il gruppo alle tue calcagna non noti la tua manovra.
Purtroppo dopo cinque secondi ti accorgi che li hai tutti
alle spalle e, quel che è peggio, il viottolo è cieco.
Ormai cominci a disperare quando si spalanca una
finestrella alla tua destra: “Amico atterrito, fuggi per di
qua, se ti sbrighi puoi farcela. Una volta da questa parte,
chiusa immantinente la finestra, parleremo un po’ del
come è possibile che AVO DEVI AMARE, NON OPPORTI
TROPPO, NON ERA MAI VEDOVA. Picchio, Allodola,
Beccaccia, Quaglia, Pettirosso. Qual è l’intruso?”. Questa
voce ti è familiare, da dietro la finestrella ti pare di
intravedere un pareo a quadrettoni e dei capelli rossicci.
Ma sì, il tipo assurdo di prima!
Ti sono addosso, devi decidere se fidarti di lui; in tal caso,
vai al 130.
Se invece vuoi girarti e cercare di convincere la folla che
sei bianco, vai al 50.
119
Afferri il sedano e lo brandisci scagliandoti contro Brodo
Cevano. “Muori, creatura infernale!”, urli, calato
completamente nella parte. Brodo ti si para innanzi, ti
schiaffeggia come farebbe un ufficiale di marina di inizio
‘900 con una donnetta isterica, ti strappa il sedano di
mano e con una forza insospettabile ti costringe a piegarti
a 90 gradi. “Aiutami Tuorl, affrontiamolo insieme,
possiamo batterlo” urli disperato.
Ma il tuo neo‐alleato, con il più meschino dei voltafaccia,
si è già schierato con Brodo: mentre Cevano, dopo averti
calato le brache, ti infila dolorosamente e con lentezza
esasperante il sedano nel culo, Tuorl ti accarezza il viso, e
si sbottona la patta. “Mia leggiadra principessa, quanta
femminilità, che colore acceso e che soffice sensazione
donano le tue labbra. Leggo nei tuoi occhi il desiderio: mi
vuoi come io desidero te. È dai tempi della Love Boat che
aspetto con impazienza questo momento, ora potrai
cogliere il frutto della passione, abbeverarti alla fonte del
piacere. Baciami, mia Afrodite Melenide, mia Artemide
Cacciatrice, assaggia la mia bocca come io assaggerò la
tua”.
Detto questo, Tuorl ti infila il suo membro puzzolente tra
le labbra e comincia a muoversi mugolante come un cane
in calore. Incastrato in questo sandwich micidiale, non hai
la forza di reagire: subisci impotente tutte le terribili
sevizie sessuali che la coppia decide di impartirti,
compresa una copiosa venuta direttamente in gola che
quasi ti soffoca e ti fa perdere i sensi. Quandi rinvieni, il
casinò ha ripreso il suo aspetto originario: pochi accaniti
giocatori si aggirano tra i tavoli e nessuno sembra badare
a te.
Prosegui al 148, ma ricordati che il tuo ano non è più
vergine, violato dalla sedano‐sodomia di Brodo Cevano.
120
Ogni volta che hai avuto a che fare con la folla inferocita e
hai tentato di ribellarti hai avuto tutto da perdere. Che
sarà mai un pompino a una vecchia mummia? Non potrà
certo davvero venire visto che è morta da tremila anni. Ti
pieghi sul Faraone, e nel tripudio generale cominci
lentamente a slinguazzarlo.
Sei titubante all’inizio, ma poi il gioco ti prende la mano:
ricordando ore e ore di film pornografici, imiti movenze e
tecniche di dive che hai sempre osservato arrapato, senza
pensare che un giorno le avresti considerate maestre. Con
l’irruenza di Jenna Jameson, la voracità di Selen dei tempi
d’oro e la naturalezza della Venere Bianca, lavori la
nerchia mummificata del Faraone con abilità, esaltato
anche dalle grida di incitamento delle persone intorno a
te.
Contro ogni pronostico, il pene di Granmazzete diventa
sempre più grande e duro: con gli ultimi, sapienti, colpi di
lingua lo porti all’orgasmo. Ti inonda la bocca con un
mare di sperma stantio che quasi ti soffoca. La situazione
è piuttosto umiliante, ma almeno hai salvato il culo... “Il
seme reale è stato versato ‐ urla l’omino ‐ si proceda con
la cerimonia!”. Senza più energie, coperto da un laghetto
di quel liquido immondo, ti ricomponi: la folla si sta
spostando verso il palco del casinò, dove sta per avvenire
qualcosa di importante. Ti avvicini anche tu per capire
cosa sta succedendo. Vai al 159.
121
Un tiro da manuale. Il tuo ago si pianta nel collo di
Maurizio, che si torce per il dolore e si accascia al suolo
prima ancora di poter dire una parola. Hai vinto, Cucador.
Adesso qui il padrone sei tu. Vai al 145.
122
Ti avvicini agli abiti: l’idea è quella di comprarne uno. Su
suggerimento del negoziante ne indossi uno brillantinato,
ma fa schifo al cazzo! Ne provi un altro: sembra un vestito
di Bud Spencer, davvero eclettico, ma non ti sta affatto
bene addosso. Infili una mano nella tasca e, con tua
sorpresa, trovi una moneta. La tiri fuori: è d’argento.
Sembra uno di quei vecchi dollari da collezione.
Vale il principio: “Chi trova, se lo prende”. Puoi segnarla
sul tuo registro, se la tua mente atrofizzata si è ricordata
di farne uno. Ma devo dirti proprio tutto, idiota d’un
lettore? Sii più reattivo, nella tua vita hai già cazzeggiato
abbastanza, non trovi?
Comunque, dicevamo. Dopo aver deciso se prendere la
moneta, il negoziante inizia a reclamare denaro: “Sono
100 dollari per questo vestito”. Come come come? Devi
trovare una risposta per questa palla di merda:
Se rispondi “Che? Neanche tua madre è così cara... E conta
che l’altra notte non mi ha fatto neanche la ricevuta
fiscale, quindi cala il prezzo...”, vai al 158.
Se invece rispondi “Posso pagarti in natura?”, vai al 13.
123
Ne hai viste troppe, e non ti fidi di nessuno. Meno che mai
di un vecchio Faraone spuntato fuori da chissà dove, che
alla prima occasione ti inchiappetterà. Quella mummia
non aspetta altro che infilare l’arnese nelle tue dolci e
delicate carni, ne sei certo. Per fortuna da bambino non ti
perdevi mai la grande notte del Wrestling il venerdì sera,
e Dan Peterson ti ha insegnato tutto sull’argomento.
Rimani immobile fin quasi all’ultimo secondo, poi, con
una torsione degna di un campione consumato, proietti
Tuorl al tuo posto e tu prendi il suo, badando bene a
tenerlo fermo, pregustando già la giusta punizione che
l’Egiziano impartirà al Conte. “Uuh, fenomenale!” urli
scimmiottando orrendamente la parlata dell’assurdo
commentatore americano.
Ma qualcosa non va. Una fitta atroce ti colpisce da dietro:
il turgido membro mummificato del Faraone ti ha
infiocinato come una lampreda nel mar Ionio.
Maledizione, il vecchio voleva effettivamente trapanare
Tuorl, la tua paranoia ti ha tradito! Granamazzette
sembra indiavolato, tremila anni di astinenza lo hanno
fatto soffrire, e ora ha intenzione di recuperare tutto in
una volta sola. Dispone di te come neanche uno stallone
con la cavalla durante la riproduzione, e il suo affare non
ha affatto risentito della mummificazione.
È il più grosso che tu abbia mai preso, e da quando è
iniziata questa storia hai fatto una certa esperienza in
fatto di peni! Squassato dal dolore perdi la presa su Tuorl,
che subito ne approffitta come un serpente a sonagli.
“Tesoro, cosa mi stai dicendo? Vuoi assaggiare il sesso
prezioso di questo nobile che hai di fronte, hai voglia di
sentire finalmente il sapore di un vero uomo? Ma come
sei sfacciata, come sei coraggiosa! Mi piace questa tua
intraprendenza, perla di Labuan, gioiello del
Mediterraneo, dolce fiore di tiglio delle pianure del lago
d’Aral. Mi ecciti, lascia che il mio piacere esploda tra le
tue labbra, tieni, abbeverati alla mia fonte!”.
Prima che tu possa anche solo pensare di replicare, il
cetriolo del Conte è già tra le tue labbra, che entra ed esce
senza posa. Le due ore successive sono troppo orribili per
poterle descrivere: dopo aver subito ogni genere di
sevizie sessuali, perdi i sensi. Ricordati di annotare che il
tuo ano non è più vergine, ti servirà nel proseguio
dell’avventura. Ti risvegli dopo qualche ora,
completamente frastornato, in mezzo alla strada: decidi
di visitare un nuovo casinò. Vai al 41.
124
Ti getti con gesto fulmineo su Tuorl prima che possa
cercare di reagire: lo sorprendi e riesci a immobilizzarlo.
Da dietro una coltre di incenso fumante spunta
Granmazzete completamente privo di bende: è uno
spettacolo orrendo, disidratato e marroncino, con i denti
marci esposti e una puzza nauseabonda che lo
accompagna. Solo una parte del suo corpo sembra
inspiegabilmente viva e attiva: l’enorme pene, che si erge
rosso e dritto come la spada dell’Arcangelo Michele.
Costringi Tuorl a piegarsi: la posizione è perfetta, ora il
Faraone potrà consumare la sua vendetta e sodomizzare
questo infido individuo. Il tuo sesto senso da perdente
cronico ti suggerisce però di non abbassare la guardia:
Granmazzete sta camminando verso di te e hai
l’impressione che sia in una sorta di stato di trance,
dovuto alla pioggia acida che lo ha travolto e all’enorme
eccitazione che lo pervade. Sembra camminare guidato
dal suo pene.
Hai la sgradevole impressione che il regale uccello
dell’egiziano punti dritto verso il tuo ano, ignorando
bellamente quello di Tuorl...
Pensi che si tratti della solita mania di persecuzione che
non ti abbandona mai e che il Nobile non può non aver
apprezzato il tuo aiuto e che quindi sodomizzerà Tuorl
per punirne le nefandezze? Vai al 155.
Oppure decidi di non fidarti e aspetti l’ultimo secondo per
effettuare una torsione tipo The Ultimate Warrior della
WWF di Wrestlig, in modo da sostituire un attimo prima
della penetrazione il tuo culo a quello di Tuorl? In tal
caso, vai al 123.
125
Il mazziere sembra distratto, decidi che puoi tentare.
Sorridendo con sguardo assente e trasognato, cercando di
non farti notare, fai scivolare un 9 di quadri dentro la
tasca e tiri fuori un’altra carta. Ti senti meglio di Carlo
Delle Piane nell’ultima mano di Regalo di Natale; senti
cuori, quadri, picche e fiori scorrerti nelle vene, il mazzo è
tuo, sei il re del poker! Il 9 di quadri scivola nella tua tasca
e lo sostituisci con un’altra carta: non fai in tempo
neanche a imprecare, è un altro 9 di quadri! Porca
puttana hai di nuovo cinque 9 in mano!
Il tempo degli imbrogli è finito, il mazziere vi invita a
giocare. Senza che tu riesca a impedirlo in alcun modo, il
croupier prende tutte le tue fiche ed effettua un
megarilancio a tuo nome. Gli altri vengono a vederti. Devi
decidere in fretta.
Cali giù il poker, lasciando coperto uno dei due nove di
quadri? Vai al 139.
O, senza alcun ritegno, cali giù tutti e cinque i 9 asserendo
che hai un pokerissimo? In tal caso, vai al 79.
126
Nell’anno 15.990 a.C., nel corso del Mesolitico, un
Neanderthal Castelperroniano di nome Ugg assistette a
un breve evento nel cielo notturno di quella che è
conosciuta oggi come la città di Allier, in Francia. Una
collisione di due meteore avvenne nel quadrante L725‐
32, ad approssimativamente un anno luce dalla Terra.
Una delle meteore era composta prevalentemente di
ferro, mentre l’altra di acondrite. Al momento della
collisione, i loro due nuclei si fusero e rilasciarono
un’energia equivalente a una detonazione nucleare di 120
mila megatoni. A Ugg questa esplosione galattica apparve
solamente come un breve lampo di luce fra molte migliaia
di stelle splendenti, visibile per alcuni secondi prima di
sparire allo sguardo, lasciando un alone cremisi per
qualche altro momento. Il Neanderthal si fermò a
grattarsi l’ampia fronte sporgente, poi sorrise ai bei colori
rossi rimasti nel cielo notturno, li indicò e pronunciò il
suo nome: “Ugg”.
Un anno luce dopo, tutto ciò che rimane di quell’antica
collisione meteorica del quadrante L725‐32 entra infine
nel campo gravitazione della Terra. Inesorabilmente si
staccano alcuni frammenti, mentre la frizione con
l’atmosfera terrestre frantuma il suo guscio di acondrite e
trasforma il suo nucleo ferroso in frammenti fusi di
metallo bollente. Proprio come il tuo lontano antenato
Neanderthal Castelperroniano chiamato Ugg fece 18 mila
anni terrestri fa, ora assisti a un breve evento nel cielo
proprio sopra la tua testa.
La fiammeggiante coda della bruciante meteora si inarca
davanti al tuo sguardo, splende brillante per alcuni
secondi mentre le ultime tracce del suo guscio di
acondrite sono vaporizzate, poi il suo nucleo di ferro
incandescente si schianta a terra alla velocità di oltre 18
mila metri al secondo. Un piccolissimo frammento di
ferro incandescente ti penetra appena sopra il
soppracciglio destro, attraversa tutto il corpo in linea
diagonale passando per il torso ed esce dalla coscia
destra prima di seppellirsi a trenta metri di profondità
nel terreno sotto di te. Mentre svieni, pronunci un ultimo
grido pieno di shock e di sorpresa: “Ugg!”
Tragicamente, sei caduto vittima di un crudele (ma non
impossibile) scherzo astronomico e antropologico del
fato. La tua vita e la tua avventura si concludono qui. (J.D.)
127
Imparerai mai? Ti butti per terra e in napoletano‐
americano urli “Songo innucente! Innucente comme na
criatura! Dottò si stato ‘no sbaglio! Mi lasci andà dottò, lu
facissi pè Cuncetta mia che mi aspetta a casa!”. Le tue
grida sono come un segnale. Tutti, i giurati, Saetta Eretta,
l’uomo segaligno, persino il tuo difensore J.J. Peto ti si
scagliano addosso. Vengono radunate, chissà come,
alcune quadrighe con tanto di cavalli bianchi e neri, che
vengono legate ai tuoi arti. Il Segaligno si schiarisce la
voce e declama: “Con i poteri conferitomi da questo stato
condanno l’imputato alla morte per dilaniamento!
Procedete!”.
La folla si allontana e ti fa spazio: legato come un
cotechino, non riesci quasi a parlare. “Tornerò, la
pagherete tutti ‐ urli strozzato ‐ non avete visto Morte a
33 giri? I condannati a morte tornano sempre! Io vi
maledico!”, dopodiché defechi copiosamente nei tuoi
boxer bianchi dell’Oviesse. Tenti di morire da duro, ma
non ce la fai: cominci a piagnucolare, ma dura poco. Le
carrozze partono e in meno di un minuto di te non
restano che vari pezzi sparsi per il casinò.
128
Tra le nebbie della Londra vittoriana, al tavolo di un pub,
nella confortevole atmosfera dei salotti più esclusivi, nei
sordidi bassifondi sulle rive del Tamigi, dietro il fumo
azzurrognolo della pipa spunta un profilo inconfondibile:
Sherlock Holmes? No! Una tua vecchia conoscenza! “Ma
tu sei quel venditore di mobili, lì... Come si chiama?
Paolino Arredamenti... Long John Chinaglia... Ah sì! Sei
quel gran laziale di Prodo Baggins!”, esclami.
“Aaaarrgh!” risponde la creatura umanoide formatasi
dinanzi ai tuoi occhi dalla scoreggiona di Tuòrl, ancora
privo di sensi. “Ma quale Prodo Baggins, quello non sono
io, quello è la mia brutta copia! Come osi paragonarmi a
lui? Hai visto il film Io, me & Irene? Bene, io sono il lato
più figaccioso e cool di quel cagasotto di Prodo Baggins.
Sì, abbiamo uno sdoppiamento di personalità del quale
mi approfitto per fare il cazzo che mi pare. Muooahahah!
Molto piacere, mi presento: sono il Brodo Cevano!”. Ma
che è sta cagata? Brodo Cevano? Ma che vuole?
Se lo cacci alla stregua del miglior Christian De Sica, con
un “E vaaaattene!”, vai al 15.
Se invece vuoi approfondire la conoscenza di questo
simpatico essere, vai al 152.
129
“Non me ne frega un cazzo se il tuo maestro è un fallito
che lavora come un negro per pochi dollari al giorno in
qualche multinazionale con sede in 12 stati maledetto
pervertito! Io devo trovare Maurizio! Maurizio, avete
capito? Cinese bastardo, chi ti ha fornito El Cucador?”. Il
Maestro Sakuragi ti guarda con occhio indecifrabile.
“Sono giapponese, non cinese, piccolo uomo. Ti sembra
questo il tono con cui ci si rivolge a un esperto di arti
marziali come me? Tu allora vuoi morire...”.
Osservi l’orientale che comincia a roteare le braccia
emettendo suoni infantili con la bocca. Ti sembra di
cogliere, tra uno sputo e una particella di materiale
indefinibile che salta fuori dalla sua maleodorante e
sdentata caverna orale, parole che assomigliano ai “uatà”
di BruceLeeniana memoria. Il suo atteggiamento ti
ricorda quello di un ragazzino delle elementari che finge
di conoscere le arti marziali.
Noti inoltre due cose: il maestro ha dei tiranti ai lati del
cranio che ne deformano i lineamenti. In particolare ti
accorgi che gli occhi sono ridotti a fessure da questi due
marchingegni: non capisci a cosa potrebbero servire.
Inoltre, il tuo sguardo pervertito è scivolato più volte
nelle sue zone basse, e hai notato che la calzamaglia color
prugna incrostata di macchie equivoche cela a stento un
fallo chiaramente in erezione, pronto a fuoriuscire se
ulteriormente sollecitato. Entrambi questi particolari ti
inquietano.
Decidi di cambiare tattica e diventare untuoso e
leccaculo? Vai al 104.
Se invece sei convinto che Sakuragi meriti una severa
lezione e tu sei l’uomo giusto per impartirgliela, vai al 71.
130
Segui il bizzarro individuo attraverso un dedalo di
stradine strettissime (con la tua panza ci passi appena) e
alla fine risbucate in un’elegante avenue di Las Vegas.
Sfortunatamente hai pestato una merda: riduci il tuo
bonus di Carisma di 1 punto per tutto il resto
dell’avventura. Vai all’87.
131
Eh cazzo, essere un pezzo grosso della Grande Madre
Russia e avere accesso alla Sala dei Grandi Giocatori ha i
suoi indiscutibili vantaggi. Prima di tutto godi di credito
illimitato, visto che ti considerano un riccone, così giusto
per scaldarti un po’ riesci a perdere una milionata di
dollari alla roulette in pochi minuti.
Secondo vantaggio, così come il personale del casinò
anche le donne ti credono un riccone, e le donne scopano
sempre con i ricconi! In men che non si dica ti trovi
attorniato da decine di bellezze yankee: cascate di capelli
biondo platino, labbra carnose, tette monumentali e
marmoree, cosce chilometriche. Stai programmando
mentalmente un’orgia da perdere alla fine la normale
funzionalità del tuo pisello, quando riesci a ruttare e
scureggiare contemporaneamente, un vero record, e le
bonazze fuggono nauseate. Le donne scopano sempre con
i ricconi, ma non sempre con i ricconi schifosi!
Bestemmiando come un turco per l’accaduto, prometti di
tornare alla carica più avanti con quelle porche e intanto
ti avvicini al tavolo del Texas Hold’em. Vicino a te siede
un anziano orientale che pare ubriaco mozzo e forse lo è:
va “all in” con una coppia di 2 e perde miseramente
l’ultima fiche che gli era rimasta. Sghignazzi
maleducatamente e ti volti verso il tale che ti
accompagna, additando il vecchiardo. “Amico! ‐ non sai
nemmeno come si chiama ‐ Hai visto quel cazzone come
ha perso tutto? Hahaha!”. Ma il tuo “amico” non ti ascolta,
e anzi corre proprio verso l’orientale gridando come un
forsennato: “Maestro! Maestro Sakuragi!”.
Se vuoi raggiungere i due, che si stanno abbracciando con
trasporto, vai al 153.
Se invece ti sei rotto il cazzo e vuoi tornare dalle manze
per trapanarle, vai al 110.
132
Ti svegli di soprassalto!
Cazzo! Ti eri addormentato! Hai ricordi confusi, ma...
Bando alle ciance! È ora di proseguire! Vai al 5.
133
La pallina gira, gira, gira, gira, gira, gira, gira, gira, gira,
gira... Ma cazzo, non si ferma mai... Dopo dieci minuti
continua ancora a girare. Domandandovi come è possibile
una cosa del genere, chiamate uno scienziato, senza che
nessuno si prenda la briga di fermare quella cazzo di
palla. Dopo venti minuti arriva Piero Angela, scortato dal
figlio Alberto. La pallina gira ancora, e nessun coglione
l’ha ancora fermata!!!! Piero Angela inizia una
dissertazione sull’elettromagnetismo, arrivando subito al
nocciolo della questione.
Secondo lui, sotto la roulette, si è creata una disfunzione,
che ha generato un minuscolo buco nero: questo buco
nero è la causa di una forza cinetica che consente alla
pallina di continuare a girare, secondo un coefficiente che
può essere calcolato tramite la formula E=Vmk/g.
Estasiati dalla spiegazione, perdete di vista la realtà: il
buco nero si ingrandisce e inghiotte il tavolo, te, la pallina,
Piero e Alberto Angela, l’intero casinò, l’intera città,
compresi Jimmy La Troia e Saetta Eretta. Continuerai a
ruotare vorticosamente all’interno del buco nero e a
prenderlo regolarmente al culo da non sai chi proprio
sulla base dell’equazione E=Vmk/g, moltiplicata per il
reciproco di un numero che tende a zero.
134
Ti volti verso destra: non ti eri accorto che nel casinò
Luxor c’è anche un pozzo. Ti avvicini incuriosito, quando
dal pozzo esce una sagoma: indossa un vestito bianco
sporco, e lunghi capelli neri gli cadono davanti al viso,
nascondendole il volto. “E’ arrivato stocazzo!!!”, ti
pavoneggi davanti ai clienti del casinò, mostrandoti
superiore.
Ma Samara Morgan non perdona: con un guizzo che
rasenta l’assurdo, si avvicina a te e si avvinghia ai tuoi
fianchi, quindi prosegue con un poderoso morso ai tuoi
genitali. Ehm: ex genitali... Il morso di Samara li ha
squacquarellati, e qual che è peggio, sei stato colpito dalla
sua maledizione. Ti scoprono mummificato in un angolo
del casinò: solo ora puoi realizzare (un po’ troppo tardi)
che le mummie viste in precedenza erano in realtà clienti
del casinò colpiti dal morso priobito di Samara.
Non potrai vederlo perché sei morto, ma per liberare il
tuo cazzo dal morso della maledetta saranno necessari
tre piedi di porco. Verrai messo in un angolo del casinò a
mo’ di trofeo, probabilmente sarai oggetto di pratiche
sessuali da parte di qualche psicopatico.
Sei morto.
Ma se nella tua vita hai avuto modo di vedere anche la
saga cinematografica di Alien, puoi ancora salvarti
andando al 136.
135
Servito un cazzo!!!! Quando uno non sa giocare a
qualcosa, è meglio che se ne stia a casa a fare la calzetta
invece che rompere i coglioni nei casinò!! Ma vaffanculo a
giocare a rubamazzo insieme ai mocciosi di cinque anni,
va’!!!
La conclusione, a mio parere, è più che logica: senti un
rombo nel cielo. Alzi gli occhi, ma non puoi percepire gli
eventi, perché il tuo corpo non ci sarà più quando
saranno finiti. In sequenza: piomba sul Bellagio la
Squadriglia 19, una squadriglia di bombardieri composta
da 5 Grumman TBM Avenger, della Marina degli Stati
Uniti, scomparsi nel 1945 nel Triangolo delle Bermude e
riapparsi miracolosamente solo ora. Senti sulla tua pelle
le lamiere del primo dei 5 Grumman: gli altri lo seguono a
raffica.
Dopo i Grumman, si schianta sul Bellagio un Boeing B‐29
Superfortress, aereo utlizzato nella seconda guerra
mondiale, guidato da un pilota automatico. Quindi è il
turno di un volo di linea dirottato da Bin Laden in
persona. L’escalation degli impatti polverizza l’intera area
del casinò. L’ultima cosa che ricordi è di aver dichiarato
“servito” durante una partita di poker. Sayonara!
136
Bei ricordi, quando godevi nel vedere gli alieni micidiali
sbucare fuori dal torace delle povere vittime dopo
l’inseminazione, uccidendo quei poveretti...
Improvvisamente senti qualcosa che non va. “Cazzo, che
mi succede?”, inizi a gridare, alternando una parolaccia a
dieci bestemmie. C’è qualcosa nel tuo torace: qualcosa di
grosso!!!
Il ricordo di Alien affiora improvvisamente nella tua
testa: inizi ad avere un po di paura, vero coglione?
Qualcosa si muove proprio nel tuo petto e
improvvisamente esplode all’esterno, aprendoti la cassa
toracica dall’interno. Ma non si tratta di un Alien... No!! È
un cazzo nero e turgido, che ti ha trapassato lo sterno con
una violenza pari a quella che un’ariete da
combattimento sprigiona contro la porta corazzata di un
castello. Incredibile: un cazzone ti è stato inseminato nel
corpo non sai da chi e ora che è uscito inizia a emettere
sperma come una fontanella. Inutile a dirsi: un cazzone‐
alieno è la causa della tua fine.
Muori.
Ma se nella tua vita hai avuto modo di vedere anche il film
The Ring, puoi ancora salvarti andando al 134.
137
Gli spaghetti la Ciumachella, la sottomarca economica
colonna portante dell’alimentazione del sottoproletariato
senza un soldo in tasca di cui tu fai parte! Quanti ricordi,
quante cene a base di mezzemaniche scotte e sugo
rancido, quanti bizzarri tentativi culinari resi vani dalla
scarsa qualità di questa pasta! Preso da tali nostalgici
pensieri, ti lasci sfuggire un impercettibile esclamazione
di apprezzamento.
“Che buona”, mormori. Brodo Cevano rimane interdetto:
“Come sarebbe ‘Che buona’? È una pasta di infima qualità,
la vendono a 50 centesimi al chilo all’Eurospin! Non è
nemmeno di grano duro! Esistono molte qualità che la
superano in densità e peso specifico, è una pasta
dozzinale, prodotta con macchinari industriali per il
popolino...”. “Secondo me è buonissima, la migliore sul
mercato”, insisti. Brodo vacilla, suda freddo, non riesce a
capacitarsi che qualcuno apprezzi a tal punto un prodotto
così carente. “Non puoi dire che è buona! Adesso ti faccio
assaggiare io qualcosa di veramente buono: pasta
trafilata al bronzo, e impastata a mano da cinque
accabadore sarde ultracentenarie. Una cosa rara,
esclusiva, roba da intenditori!”.
Noti che Brodo sta diventando trasparente: sembra che la
sua consistenza stia venendo meno. “No grazie ‐ insisti ‐
mangio questa: è talmente prelibata che, visto che non ho
il tempo di cuocerla, la divorerò cruda”. Detto fatto:
cominci a sbocconcellare dei disgustosi maccheroni
crudi: ogni boccone è un martirio, ti sembra di avere in
bocca l’inferno e la fogna di Bombay mischiati insieme,
ma non molli. Ogni volta che ingolli un po’ di quella
immonda poltiglia, Brodo lancia un grido di dolore e
diventa sempre più trasparente. “No, aspetta, la farina 00,
i maccheroni fatti in casa, il dado da cucina, il minestrone
con sedano, cipolle, carote, aglio e patate al selenio,
nooooooo, smettila, io odio La Ciumachella: è un rivale
senza scrupoli, si arricchisce a scapito della qualità!”.
Ormai Brodo è talmente trasparente che quasi non lo vedi
più: ingoi l’ultimo residuo di spaghetto rimasto e svuoti il
pacco. Sottolinei la tua impresa con un roboante peto.
Smuovi l’aria, creando una fetida corrente che spazza via
l’ultimo pallido riflesso di Cevano: il pericoloso
avversario è sconfitto! Soddisfatto di te ti accorgi solo
all’ultimo istante che Tuorl si è avvicinato
pericolosamente alle tue spalle e sta armeggiando con i
suoi pantaloni...
Torna al 124.
138
E allora sei uno stronzo! Cazzo ma neanche 50 centesimi
hai in tasca?! Ma ammazzati, va! Coglione... Attenzione!
Idea delle idee! Le manderai un biglietto d’auguri! E
bravo il nostro grande testa di minchia!!! Complimenti!
Sei veramente un deficiente! DOVE CAZZO COMPRI UN
BIGLIETTO D’AUGURI A LAS VEGAS??!!!
Lo compro nella Copisteria Settecazzipazzi.
Ohibò! Debbo ammettere che questa è un’idea geniale.
Entri a spron battuto nella Copisteria. Vai al 65.
139
“Full di Donne”, mormora un energumeno con un occhio
solo che ti siede accanto. “Non basta mio caro ‐ replica
quella che sembra un’arzilla vecchietta, con voce però
stranamente mascolina, al suo fianco ‐ colore di fiori!”.
“Niente da fare ‐ li stoppa un tipo tutto ingelatinato che ti
sta di fronte e assomiglia spaventosamente a Christopher
Lee in Dracula il Vampiro ‐ Ho poker di 8!”. E allunga la
mano per prendersi il piatto.
“Con calma ‐ mormori, ostentando falsa sicurezza ‐ ho
poker di 9 amico”. E cali il tuo punto: 9 di quadri, 9 di
fiori, 9 di picche, 9 di quadri... Hai fatto l’ennesima
cazzata: la carta rimasta coperta è il 9 di cuori e ora due 9
identici fanno bella mostra sul tavolo. C’è un infinito
momento di silenzio: decidi di giocare il tutto per tutto e
allunghi la mano per accaparrarti il piatto. Non fai in
tempo a muoverti: una coltellata feroce cala netta sulla
mano, staccandoti due dita. Il tavolo è coperto da un lago
di sangue, e come risvegliati dal liquido rosso, tutti gli
occupanti del casinò si scagliano contro di te.
“Incateniamo il baro”, senti urlare. “Viva il gioco
d’azzardo onesto! Viva i casinò puliti! Basta con gli
imbrogli, ci vuole un repulisti, affidiamo il caso a una
commissione!”.
Vieni legato a un palo della tortura e di fronte a te viene
approntata una commissione di saggi, presieduta da
Guido Rossi, che dopo una breve consultazione decide di
assegnare a tavolino all’Inter tutti gli scudetti dal 29/30,
prima stagione di serie A a girone unico, fino a oggi.
Vengono addirittura riassegnati quelli vinti
dall’Ambrosiana, che viene riconosciuta colpevole di
illecito e defraudata di tutti i suoi successi, girati ai
nerazzurri senza colpo ferire. “L’Ambrosiana e l’Inter
sono la stessa fottuta squadra!”, provi a gridare, ma
nessuno ti ascolta. Nel frattempo la ferita alla mano
continua a sanguinare e senza accorgertene scivoli
nell’incoscienza. Morirai poco dopo, fortunatamente in
tempo per evitare di assistere allo scempio di Rossi che
assegna a tavolino all’Inter anche la coppa Rimet del
1930, squalificando a vita l’Uruguay e una serie di
giocatori e dirigenti morti ormai da vent’anni.
140
Polvere ovunque, un tavolo con una bottiglia di brandy
quasi vuota, un tv gracchiante e una sedia. Questo è tutto
quello che trovi nella stanza, rischiarata solo dalla luce
lunare che filtra dalla finestra. Una porta si apre e ne
entra un colosso mastodontico, di cui riesci a scorgere
solo la sagoma nella penombra. Sarà alto più di due metri,
e largo in proporzione. Ne sei certo, è il classico talento
emergente della sempre prolifica stirpe dei buttafuori.
Quello che ti perplime è da cosa potrebbe volerti buttare
fuori, visto che siete in una catapecchia.
Il pachiderma fa un passo entrando nel cono di luce e
all’improvviso lo riconosci. Eclisse! Ancora lui! “Ahahaha,
ma guarda chi c’è ‐ sghignazza ‐ Proprio non pensavo ce
l’avresti fatta ad arrivare fin qui, Cucador! Pensavo ti
avrebbero fottuto in uno dei casinò, invece a quanto pare
sei riuscito a sopravvivere. Bene, so che cercavi Maurizio.
Lo hai trovato. Il nostro grande signore, principe assoluto
dei barman, gran coronato dei cocktail d’alta scuola, lo
troverai al suo posto naturale, al bancone del più
lussuoso ed esclusivo casinò di Las Vegas, che è
ovviamente di sua proprietà. Il Silverado. Proprio dietro
questa porta”.
Sei allibito. Questo frocio... Questo gigante del cazzo
sapeva tutto, e non ti ha detto nulla! Ti ha lasciato a
vagare chiappe all’aria nella città del vizio, quando da Los
Angeles avrebbe potuto portarti direttamente qui! “Non
rompermi il cazzo, non ti dovevo proprio nulla!”, tuona, si
direbbe quasi leggendoti nel pensiero. Decidi che è
meglio lasciar correre e ribatti. “Allora, cos’altro devo fare
per vedere Maurizio?”.
Eclisse ghigna e indica un “due” con le dita. “Mi serve il
numero del potere, che avrai scoperto durante i tuoi giri,
e in più devo essere certo che nessuno ti abbia scopato il
culo, perché se così fosse significherebbe che sei gay, e
noi le checchette qua dentro non le vogliamo. Allora, vuoi
dirmi il numero del potere e intanto cominciarti a
spogliare?”.
Se nel corso della tua avventura sei venuto a conoscenza
del numero del potere, sommalo a quello di questo
paragrafo e vai alla prossima tappa.
Se non lo sai, o se il numero è sbagliato, vai al 163.
141
“Vorrei un drink”, chiedi sorridendo, cercando di
nascondere il tuo disagio. Maurizio ti fulmina con lo
sguardo. “Non a me coglione, io servo solo i Vip. Chiedi al
mio secondo, lui si occupa dei clienti ordinari come te”. Ti
giri verso il barista in seconda che ti guarda svogliato.
Cerchi di imitare gli uomini di mondo che hai visto nei
film: “Giovanotto, per favore un drink”. Fingi anche di
fumare, con un gesto studiato stacchi un’immaginaria
sigaretta dalle labbra e butti fuori fumo invisibile. Il
barman rutta fragorosamente appena finisci di parlare,
poi estrae un bicchiere da sotto il banco e con assoluta
noncuranza si abbassa la zip dei pantaloni, tira fuori
l’uccello e parte con una copiosa pisciata.
Quando il bicchiere è ben colmo, l’uomo smette
improvvisamente di orinare. Raccoglie poi uno
stuzzicadenti con oliva annessa, lo infila nel bicchiere e lo
appoggia di fronte a te. “Fanno 150 euro”, esclama,
guardandoti fisso negli occhi. Rimani per un secondo
immobile e poi ti guardi intorno, cercando con gli occhi
un aiuto. Maurizio ti osserva glaciale. “Bevi il tuo drink e
paga, li vale tutti quei soldi, non credi?”. Cosa fai?
Tiri fuori i soldi e paghi, quindi trangugi il tuo drink fino
all’ultima goccia? Vai al 99.
Lo prendi, fingendo di berlo, e cerchi un modo per
disfartene senza farti notare? Vai al 53.
Oppure rompi gli indugi e attacchi Maurizio con tutta la
tua forza?
In questo caso puoi tentare di ferirlo con una baionetta,
andando al 18.
Aggredirlo con il classico calcio nelle palle, al 95.
Utilizzare il perforatore di timpani per stordirlo, al 66.
Procedere con una serie di calci volanti in stile Chuck
Norris, al 114.
O, infine, puoi anche cercare di gettarti sui cavi che
collegano Maurizio al suo bar, per manometterli,
sperando che questo procuri danni al tuo nemico. In tal
caso, vai al 57.
142
Sakuragi parla a fatica, ma con uno sforzo risponde alla
tua domanda. “Come ho detto all’amico qui presente ‐
accenna al rossiccio ‐ amo girare per i bar consumando
litri di whiskey doppio malto invecchiato 7 anni. Inutile
dire che anche qui a Las Vegas non ho perso la mia
abitudine, e girando nelle più sordide bettole ne ho
scoperta una, che in apparenza sembra nient’altro che
uno scantinato buio. In realtà questo aspetto dimesso
nasconde uno dei locali più esclusivi di tutto il Nevada, ed
è lì che il barista Maurizio ha installato il suo quartier
generale”.
Sakuragi riprende fiato mentre ti freghi le mani. La cosa si
fa interessante. “Ma ‐ riprende il vegliardo ‐ ti conviene
stare attento, perché solo se arriverai al suo cospetto con
l’ano ancora vergine avrai qualche speranza di riuscire
nella tua ricerca. Se anche solo una volta cederai alle
lusinghe del sesso anale, per forza o per piacere, non
potrai entrare nel locale. All’ingresso infatti c’è un
terribile buttafuori, di cui ignoro il nome, che pare
riconosca i culirotti dall’odore. Nutre un odio feroce per
questa categoria, e ti colpirà senza pietà se solo dovesse
sospettare che sei un frocione”.
Hai avuto un’informazione preziosa. Se, nel corso
dell’avventura, ti troverai in uno scantinato vuoto e buio,
aggiungi 10 al numero del paragrafo che stai visitando e
scoprirai l’ingresso segreto del casinò di Maurizio. Non
hai più nulla da chiedere a Sakuragi. Seguito dal tizio con
la bombetta, ti dirigi verso una mappa del Caesars che hai
visto nel salone. Vai al 25.
143
Ti avvicini lentamente per controllare lo stato delle
mummie e cercare di fermare quel pazzoide. Ma quando
ti avvicini, ti accorgi che la mummia si muove. Cavolo,
reagisce alla grande alla stimolazione sessuale di quel
tipo, anzi, sembra impegnarsi in una poderosa erezione di
retrogusto egiziano: un bozzo sempre più grande si fa
strada tra le bende, che piano piano si sfilacciano. Sembra
come veder crescere una creatura. “Eh bravo
Tutankamon... L’astinenza fa male, eh?”, commenti
sghignazzando.
La nerchia mummificata sta crescendo: una massiccia
erezione dall’oltretomba che sembra inarrestabile.
Neanche sotto l’effetto di un intero flacone di viagra
riusciresti ad arrivare a tanto. Dall’altra parte del locale
senti un brusio: un uomo con un cappuccio nero sul volto,
scortato da quattro schiavi, si sta facendo strada tra i
tavoli del casinò. Sembra quasi puntare verso la mummia.
L’aria è quella di una cerimonia solenne, ma finora di
solenne c’è solo il fiero membro della mummia eccitata:
sembra di assistere ad un fenomeno di risurrezione, ma
stavolta a tornare in vita saranno 40 centimetri di carne
marcia con due palle mummificate.
L’uomo scortato intanto si avvicina e, con voce cupa,
annuncia: “Siamo pronti per cominciare?”.
Se rimani impassibile e ti gusti la scena, vai al 159.
Se vuoi intervenire per scansare l’uomo e mettere fine a
quella macabra pratica sessuale, vai al 91.
Se invece questi folli ti hanno rotto i coglioni e preferisci
farti un altro giro nel casinò, vai al 146.
144
Purtroppo perdi. La partita? No, quella la vinci, grazie al
tuo ottimo tris. Perdi la vita, falciato da un plotone di
ninja planati chissà perché da un dirigibile gigante che
volteggiava sopra il casinò.
145
Finalmente è giunta l’ora della vendetta. Sei pronto a fare
il culo a Maurizio con la forza delle tue braccia d’acciaio,
ma c’è un piccolo problema. Il tuo odiato barman è
circondato dalle sue fidate guardie del corpo, gente con
cui non vorresti avere a che fare neanche se fossi il
Padreterno: Hannibal Lecter, Gennaro Gattuso, Ivan
Drago e il noto pornoattore Mandingo.
Imprechi, con un gesto di stizza. Non puoi aggredire
Maurizio finché le guardie del corpo fanno attenta
guardia. Sei nella merda. A meno che...
Se nel corso delle tue avventure hai avuto in dono un
abbonamento a Horse Sport Illustrated, vai al 168.
Altrimenti, vai al 112.
146
EMule ti si impalla. “E vabbè, chiudo eMule...”.
Ti si impalla Internet. “E vabbè, chiudo Internet...”.
Anche Word ti si impalla. “Porco XXX, maledetto Office di
merda!!”.
Chiudi Word, ma inzia la scansione dell’antivirus.
“Mortacci tua!!”.
CTRL+ALT+CANC. “Brutto pezzo di merda, ora ti faccio
vedere io!!”.
Ti si impalla Task Manager di Windows. “Bastardo: ora
sfanculo anche te!!”.
Chiudi Task Manager di Windows: ti si impalla Windows.
“Ora resetto tutto e vaffanculo!!”.
Spingi il tasto Reset: il tasto non funziona.
“Spegnitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!”.
Premi di nuovo CTRL+ALT+CANC: lo schermo diventa
nero. “Ora provo con ESC...”.
Si avvia un prompt DOS. “Mo spacco tutto!!!”.
Esci dal prompt DOS: parte la scansione di Avast. “Ma
cazzo, io c’ho Norton... Come cazzo è
possibileeeeeeeeeeeeeeee?!?@#?!%?”.
Chiudi Avast: parte il download su prompt Dos di un file
sharing.gxk. “Porco XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX”.
Chiudi il download: compare al centro dello schermo una
scritta rossa lampeggiante: ERRORE IMPREVISTO: TILT.
“Ma non è una sala giochi questaaaaaaaaaaaaaaa‐
aaaaaaaaa!!!!!!!!!”.
Stacchi la presa della corrente: magicamente sullo
schermo si avvia Jerlock, un vecchio gioco del
Commodore 64. “Vaffanculooo!!”.
Stacchi tutte le prese e getti il compurter dalla finestra:
dopo un volo di sette piani, lo schermo tocca terra.
Purtroppo non sai che all’interno del tubo catodico è stata
inserita dai costruttori una bomba a idrogeno. Schioppa
tutto. Muori tu, tua madre, tuo padre, tua nonna, il tuo
cane, tua moglie e i due amanti di tua moglie (pure
cornuto eri...). La tua città viene rasa al suolo, e tutto sai
perché? Perché sei un coglione!!!! Adios.
147
Check‐point: per superare questo check‐point è
necessario che, nella tua vita, tu abbia espulso dal tuo
corpo una quantità di merda pari o inferiore a quanto sei
coglione. E qui scatta la domanda: “Quanto sei coglione?”.
Cerca di non mentire, ché di merda ne hai espulsa tanta
nella vita...
Se hai superato il check‐point, vai al 27, e mi congratulo
con te per la tua capacità di autocritica (vederti
ammettere che sei un coglione è un gesto da ammirare).
In caso contrario, meriti un sonoro vaffanculo e la tua
partita finisce qui.
148
Trascorri ancora qualche minuto dentro il Luxor,
continuando a perdere soldi su soldi, tanto che stavolta
per non capitolare sei costretto a cedere a uno spietato
mazziere le royalty delle tue piantagioni afgane di canapa,
che da anni ti garantiscono introiti milionari.
Fin quando capisci che, qui dentro, da questa masnada di
culattoni impenitenti non otterrai alcun’altra
informazione su Maurizio utile a perpetrare la tua
vendetta. Mormorando una silenziosa maledizione contro
Cheope, le Piramidi, la Sfinge e Hazem Emam, ti dirigi
solerte verso l’uscita. Vai al 41.
149
Morirai.
150
“Giusto ‐ mormora Eclisse ‐ E ora esaminiamo un po’ le
condizioni del tuo ano”. Nei cinque minuti successivi vieni
sottoposto alla più imbarazzante coloscopia della tua
amara esistenza. E alla fine arriva il verdetto del
Guardiano, inequivocabile.
Se sei stato sottoposto a penetrazione anale, vai al 33.
Se invece il tuo bucio di culo è assolutamente vergine, vai
al 24.
151
Uuuuuu!!!! Ottima scelta!
Prendi un ago e un filo di nylon e ti cuci la bocca, poi
afferri la fiamma ossidrica che porti sempre in tasca e ti
brasi le labbra a una temperatura di 800 gradi Fahreneit,
liquefacendo irreperabilmente muscoli labiali, laringe e
faringe.
Infine prendi una cazzuola, ti spalmi interamente la faccia
di cemento armato a presa rapida e divieni famoso nei
secoli a venire come la prima statua dell’Isola di Pasqua
con corpo umano vivente.
152
“Brodo Cevano, ma che piaceeeeeere!”, esclami deliziato.
“Dopo aver conosciuto la tua prima personalità in uno
sfortunato viaggio che ho fatto pochi giorni fa, davvero
non avrei potuto continuare a campare senza conoscere
anche l’altro lato del tuo multiforme essere!”. Sei peggio
del più viscido Paolo Limiti. “Ma spiegami ‐ continui ‐ a
differenza del tuo contraltare mobiliere, in cosa ti diletti
tu nella vita?”.
Ti risponde subito. “Io ‐ afferma serio ‐ vivo dentro un
pentolone, perché come avrai capito dal nome sono un
minestrone. Il mio principale antagonista è il Dado Knorr,
infatti devi sapere che il Brodo Cevano è SOLO per le cose
naturali... Fortuna che posso contare sulla mia fida
alleata, la pastina Barilla! Ho anche due inservienti
preziosi, il Sedano e la Patata, che mi danno man forte
nelle mie imprese. Inoltre ho un grandissimo concorrente
sul mercato, il maledetto Robert Fats, creatore del
L.I.E.V.I.T.Y. e mio competitor per la supremazia della
buona digestione. Mangia anche tu il Brodo Cevano! E
cagherai molle per l’eternità!”.
Ok se prima avevi il dubbio che costui fosse uno
psicopatico, adesso è chiaramente una certezza. Al solo
sentir parlare di nuovo di L.I.E.V.I.T.Y., poi, ti si rizzano i
capelli in testa. Prodo Baggins o Brodo Cevano che sia,
costui va quanto meno internato e possibilmente
eliminato. Come intendi comportarti per metterlo fuori
combattimento?
Se lo aggredisci fisicamente contando sulla tua possanza,
vai al 98.
Se aiuti il Conte Tuòrl a riprendere i sensi e ti coalizzi con
lui, vai al 61.
Se invece chiedi aiuto a Granmazzete per avere la meglio,
vai all’82.
153
“Maestro Sakuragi!”. “Amico!”. “Maestro Sakuragi!!”.
“Amico!!”. Assisti per due minuti a questo scambio di
saluti, prima che il tale in pareo ti spieghi qualcosa.
“Amico! Costui è il maestro Sakuragi, mio sublime
precettore nell’arte marziale del Cul‐Atton! Una vera
celebrità del suo campo, il responsabile della Scuola Reale
di Karate del Giappone! Capisci amico?”. Sti cazzi, pensi
tra te e te, ma vedi che il maestro ha qualcosa da dire.
“Ehm, mi dispiace mio fedele allievo, ma le cose sono
cambiate. Tu non sai che sono stato cacciato dalla scuola
e ora lavoro in una società informatica qui a Las Vegas!”.
Il rossiccio è incredulo. “Maestro! Ma cosa mi dice mai!
Questa è una dis‐amnistia, ossia una dis‐grazia! Come
hanno potuto cacciarla dalla scuola? La prego, mi rac‐
conti arancio cosa le è trionfo, ossia cosa le è successo!”. A
te poco te ne cale di questi due stronzi, ma ipnotizzato
dallo sguardo porcigno e intenso del Maestro, resti a
sentire. “Devi sapere, caro allievo, che nelle lunghe ore
d’addestramento nelle arti marziali e in ispecial modo
nell’arte Cul‐Atton ero pervenuto finalmente
all’Illuminazione, al Nirvana: ero stato colto da
un’insaziabile sete di sesso. Ora, essendo io un
responsabile di una Scuola Reale e avendo contatti
quotidiani con la crema del Giappone, non potevo certo
sfogare i miei barbari istinti con qualche sgualdrinella!
Concepii così un piano ardito per chiavarmi l’intera
famiglia reale giapponese. Sì, sì, amico, hai capito bene:
re, regina, principe, principessa, ciambellano, parentando
e tutta la compagnia cantante! Per sfornare una simile
prestazione sessuale, da molte ore d’erezione
consecutive, avevo bisogno di uno strumento superiore,
ed ecco che venni in possesso di una manna dal cielo, una
bevanda potentissima nota come El Cucador!”.
Strabuzzi gli occhi. Questo maledetto vegliardo ha
ingollato la tua stessa mistura! Probabilmente è stato
circuìto anche lui da Maurizio! Ti metti in ascolto con
maggior attenzione, felice per l’inaspettato colpo di
fortuna. “Il cocktail ‐ spiega Sakuragi ‐ era costituito con
uno spazzolone da wc, un pelo di trans e la patente di un
certo Eclisse, e aveva il costo di 13 mila Yen. Temendo
fosse poco per il mio fabbisogno erotico, lo combinai con
anestetici per cavalli e mi ubriacai pesantemente prima di
fare irruzione al Palazzo Reale. Sfortunatamente la mia
missione sodomita andò a ramengo. Fui arrestato,
torturato, cacciato dalla Scuola ed esiliato qui negli Stati
Uniti. Da allora sono costretto a sbarcare il lunario
lavorando sedici ore al giorno nell’ufficio commerciale di
una società informatica, facendo fotocopie e inviando
fax”.
A questo punto il maestro sembra non avere più nulla da
aggiungere e anche l’amico in pareo, che continua a
sollazzarsi le zone meno nobili in modo assai scostumato,
per una volta rifiata senza profferire parola. Potrebbe
essere il tuo turno di chiedere info su Maurizio.
Se le chiedi con atteggiamento aggressivo, vai al 129.
Se invece preferisci rivolgerti al Maestro con grande
rispetto, vai al 104.
154
“Ciao”.
“Ciao”.
“Mi presento, sono il Signor Katsuranis Sventrapapere,
per servirla”.
Il bizzarro individuo appare come un enorme cilindro
parlante ricoperto di rovi, schegge di vetro, sabbia, sale e
carta vetrata. “Sono l’ultimo, vero, autentico stimolatore
di ani e vagine, l’immortale baluardo tradizionale prima
dell’avvento di prodotti artificiali e conservanti come
viagra in pillole e profilattici zigrinati al gusto di fragola.
La mia missione è semplice: stimolare attraverso le mie
protuberanze acuminate il vero piacere sessuale assopito
da anni e anni di corruzione dei sensi operata dalle
multinazionali del porno e dell’autoerotismo!”, prorompe
a gran voce il grosso cilindro parlante, in un autentico
delirio di onnipotenza dottrinale...
“Signor Katsuranis debbo confessarle che io appoggio
pienamente la sua causa: voglio combattere con lei i tabù
della sessualità moderna ipnotizzata dalla tirannia e dal
monopolio di prodotti orripilanti come i microtanga
commestibili al sapore di cioccolato!”, esclami convinto al
tuo istrionico interlocutore.
“Benissimo, uniamoci allora contro la venuta
dell’Anticristo, la cui incarnazione è rappresentata dal
software “Masturbazione digitale e fellatio virtuale con
Patrizia d’Addario”, compatibile per WII e XBOX 360!!!!”.
La tua avventura finisce a Palazzo Grazioli, ucciso da
Piero Marrazzo durante un disperato tentativo di
denunciare al ministro per le Pari opportunità, Mara
Carfagna, l’incostituzionalità degli elettrostimolatori
uterini azionati da pannelli solari a basso consumo
energetico.
155
Resti immobile, teso come una corda di violino, convinto
che il faraone sodomizzerà Tuorl, ma intimamente sicuro
in una parte del tuo animo che come sempre il gingillo
toccherà a te e finirai per prenderlo nel deretano.
Irrigidito e imperlato di sudore rimani fermo, con lo
sfintere stretto e gli occhi chiusi, pronto alla botta.
Ma per una volta stranamente non accade nulla. Apri un
occhio, poi un altro...niente. Improvvisamente senti un
mugolio, poi un gemito, poi addirittura una specie di urlo
in tono basso e arrochito.
“Mia splendida signora delle piramidi, come sei leggiadra,
come è morbido il tuo vellutato ano, che piacere è
penetrarti”. È Tuorl, con la sua solita parlata
incomprensibile. Ti giri di scatto: è completamente
piegato a 90 gradi, e il faraone lo sta inchiappettando
allegramente disponendo a piacimento del suo
posteriore, cavalcandolo come un cowboy di Sacramento
cavalcherebbe il puledro imbizzarrito. Il lavoro di reni di
Granmazzete è impressionante, ogni colpo sembra
sconquassare Tuorl, che non manca di parlare ogni
secondo.
“Sì, mia leggiadra perla d’Egitto, prendi il dono sacro che
ti faccio, prendi il mio turgido membro eccitato dalle tue
muliebri virtù. Ti piace come Tuorl entra dentro di te
penetrando ogni parte del tuo splendido corpo? Prendi il
mio sesso, bellezza delle oasi del deserto, lascia che Tuorl
esplori i tuoi angoli più reconditi, lascia che ti renda
ancora più donna, che esalti la tua femminilità!”.
Ma che sta dicendo quel vecchio squinternato?
Granmazzete lo sta stantuffando come neanche la
Transiberiana ai tempi di Stalin e lui è convinto di essere
la parte attiva della coppia! Attonito, rimani a osservare
la scena raccapricciante del Faraone che, dopo 20 minuti
di orribile dentro‐fuori, esplode nell’ano di Tuorl,
inondandolo di un fetido liquido dall’indefinibile colore...
Proprio in quel mentre, il seduttore di cariatidi erompe in
una sorta di urlo ferino, simile a quello del lemure della
Mauritania nella stagione degli amori, e grida “Mio bene,
sto venendo, prendi il mio piacere, lascia che il mio
sperma scivoli dentro di te, bagni il tuo frutto proibito, ti
doni la prova di quanto io ti adori, prendilo, accoglilo
nelle tue viscere, che bello esplodere di godimento dentro
il tuo corpo!”.
Indietreggi sbalordito: quell’uomo è pazzo! Decidi di non
rischiare oltre e, approfittando dello spossamento post‐
orgasmico del Faraone e del delirio di Tuorl, ti dilegui:
esci dal casinò e ti dirigi verso la strada, deciso a entrare
in uno degli altri edifici sbrilluccicosi e tentatori che ti
attendono a poche centinaia di metri da questo.
Vai al 41.
156
Entri nell’edificio a forma di piramide. Il Luxor è
sicuramente un casinò con i controcazzi! Un po’
stravagante, sì, ma eccellente. Molte persone al suo
interno sono vestite in stile egiziano e in bella mostra ci
sono anche vecchi scrigni e qualche sarcofago a dare
all’ambiente quell’aria di sacralità che, diciamocelo, ben
presto inizia a spappolarti la minchia.
Però sei qui, e decidi di rimanerci. Alcuni fanatici
ignorano completamente il gioco d’azzardo e sembra
stiano in un angolo a venerare qualcosa: probabilmente si
tratta di una mummia. La vedi ancora avvolta nelle bende.
Uno di loro, addirittura, cerca di stimolare i genitali della
mummia massaggiandoli con la mano, in un goffo
tentativo di masturbazione.
Se hai visto la saga cinematografica di Alien, vai al 136.
Se hai visto il film The ring, vai al 134.
Se non conosci nessuno di questi due film, vai al 143.
157
Senti, ‘a lettore: quando è che impari a farti i cazzi tuoi?
Per inteso: costui è libero di fare quel cazzo che gli pare,
chiaro? Ti abbiamo mai chiesto perché porti quei capelli
in maniera così squinternata? Ti abbiamo mai chiesto
perché sei cresciuto così imbecille? No! Quindi non
scassare la minchia!
E visto che tua madre non ti ha insegnato a farti i cazzacci
tuoi, ricomincia il libro dal paragrafo 1 e tira un dado a
ogni paragrafo che leggi. Per ogni 5 o 6, hai il diritto di
sentirti cento volte coglione per ogni volta che non ti fai i
cazzi tuoi. Il che significa, viste le premesse, che nella vita
ti sentirai parecchio coglione. In bocca al lupo, stronzo!
158
Non capisci che la battuta detta così è troppo lunga? Ma
che cazzo! “Che? Neanche tua madre è così cara... e conta
che l’altra notte non mi ha fatto neanche la ricevuta
fiscale, quindi cala il prezzo...”. Gne gne gne!, frigni come
una femminuccia! E supercalifragiglistichespiralidoso
non ce lo metti? E precipitevolissimevolmente? Ma
vaffanculo!
Prima ancora che tu abbia finito di dire “Che?” e
“Neanche”, il negoziante ti ha già colpito con una mazza
da baseball, stordendoti. Dopodiché ti porta nello
scantinato del suo negozio, ti imbavaglia con una pallina
di plastica fissata a cinghie e comincia a violentarti con
foga (ci risiamo...). Ma questa volta non ci sarà nessun
Bruce Willis a salvarti il culo. Passerai anni di inferno in
quella cantina e prima o poi morirai, boh.
159
Rimani a osservare: la folla si sposta in massa verso un
palco cerimoniale e un ometto basso e occhialuto, una
specie di presentatore, prende la parola. “Signore e
signori, siamo qui riuniti per un evento eccezionale: il
nostro sire e padrone, il Faraone Granmazzete, si sta per
sposare, dopo tremila anni di silenzio mummificato! Il
nostro rituale l’ha risvegliato, e ora avremo
l’incomparabile onore di vederlo mentre si accoppia con
la sua dolce metà! A voi fedeli sarà concesso il privilegio
di fare la conoscenza con la nostra nuova regina!
Salutatela!”.
In un tripudio di applausi un tendone color porpora viene
scostato: la sposa sembra sul punto di fare il suo ingresso
in sala... Hai giocato il precedente volume della serie
Squilibrio? Se sì vai all’85.
Altrimenti, mentre sei rapito lì a osservare la cerimonia,
un piccione decide di svolazzare proprio sopra di te e
sganciare un suo ricordino. Per uno scherzo del destino la
cacca del volatile si infila nel tuo naso, precipita verso la
trachea e va a ostruire il tuo intero apparato respiratorio.
Diventi blu e chiedi aiuto, ma nessuno ti nota: sono tutti
impegnati a seguire lo sposalizio. Muori come un
coglione.
160
“Signor giudice!”, parli con tono fiero, forte ma non
eccessivo. “Faccio notare che c’è un vizio procedurale.
Secondo l’articolo 25, comma II del codice penale ‐ citi a
caso ‐ io ho diritto di essere assistito da un avvocato
d’ufficio regolarmente iscritto all’albo. Il qui presente J.J.
Peto non solo non lo è, ma non ha neanche mai
conseguito la laurea in giurisprudenza”, provi a bluffare.
Peto impallidisce, ti guarda quasi cadaverico, comincia a
sudare freddo. “Ma non è vevo... Contvolli signov giudice,
io sono vegolavmente iscvitto all’albo!”. Hai fatto centro!
Ma devi insistere. “È falso signor giudice, falso come
Giuda! Il qui presente Peto fu cacciato dalla facoltà di
Giurispridenza dell’Università di Camerino perché
sorpreso a letto con il professor Capizzano, notoriamente
implicato nello scandalo sessuale che colpì il suddetto
ateneo. E il signor Peto era parte passiva dell’indecente
rendez‐vous per giunta, signor giudice!”.
Peto si accascia. “Tu maledetto, come hai fatto a scopvive
il mio vevgognoso segveto? Avevo sedotto sessualmente
mezzo covpo di polizia e tutta la stampa specializzata pev
non favlo tvapelave! Sono vovinato, vovinato! La mia
cavvieva di bvillante avvocato distvutta pev sempve!”.
Peto piange come un vitello da latte mentre Eric Estrada e
il suo compare lo portano via. Saetta Eretta emette un
nitrito imperioso e l’uomo segaligno lo coglie al volo.
“Entri l’avvocato di ufficio”, declama con tono che non
ammette repliche. Chiunque sia non potrà essere peggio
di Peto, pensi soddisfatto... Ma appena vedi chi sarà il tuo
nuovo difensore ti si gela il sangue nelle vene. Lì di fronte
a te, con tanto di vestito avvocatizio, codice penale
sottobraccio, parruccone stile Luigi XVI un anno prima
dello scoppio della rivoluzione e risata stridula, compare
il più improbabile degli uomini di legge, tanto basso che
inizialmente quasi non ti accorgi della sua presenza... Il
segaligno riprende. “Il nuovo difensore dell’imputato
Aloysious Wankstain sarà l’avvocato Jimmy La Troia. Che
il processo abbia inizio!”. Vai all’81.
161
Ti avvicini ai tre e osservi la scena, incuriosito. Approfit‐
tando della distrazione del buttafuori, afferri lo scontrino
e glielo infili in bocca. Quindi gli tappi il naso e lo colpisci
con un calcio alle palle. Inerme, di fronte a questa
sequenza, si trova costretto a ingoiarlo. Tre videocamere
inquadrano la scena e parte il laser: lo stronzone viene
bucherellato come un bersaglio in un poligono di tiro.
Imperturbabile, Maurizio emette la sentenza: “Che la
pena venga modificata: vengano addebitate alla famiglia
di questo figlio di puttana tutte le spese del brandy e in
più anche il costo del vestito distrutto dal laser!!”,
esclama. Questo locale sembra un centro di psicopatici
dove chi sgarra viene eliminato. Decidi che la cosa non
può continuare ed esci allo scoperto. “Stai Maurizio e apri
l’occhio chicco neffa sbrano, pezzo di merda!”, ringhi. Il
barman sussulta di stupore.
Se vuoi colpirlo con un calcio alle palle, vai al 95.
Se estrai la baionetta e ti prepari a perforarlo, vai al 18.
Se preferisci utilizzare il perforatore di timpani per
stordirlo, vai al 66.
Se invece procedi con una serie di calci volanti in stile
Chuck Norris, vai al 114.
162
La tua pista di vendetta è arrivata a un punto morto.
Torna sui tuoi passi!
163
“Pronti?
Un cappuccino e sei cornetti alla panna montata.
Altro?
Sì, anche una cioccolata tiepida in tazza piccola rosa
antico e una cioccolata calda al peperoncino rosso.
Altro?
Sì, anche un bichiere di vino bianco.
Altro?
Sì, anche un caffè corretto.
Basta?
No, anche una grappa, una sambuca e un caffè ristretto.
Basta?
No, anche due grappe, un tè verde, un tè bancha e un
marocchino.
Basta?
No, anche un latte macchiato in bicchiere, nove tazzine di
caffè di cui due ristretti corretti whisky e cinque lunghi
corretti sambuca.
Altro?
Sì, anche una cioccolata calda pralinata, nove coni panna
e cioccolato.
Basta?
Sì, è ok.
Ora il conto totale sarà di 121 euro e 50 centesimi.
Il personaggio quando esce ha nel portafoglio solo 50
euro in totale.
Io non vorrei che l’avventura del personaggio finisse nel
bar.
Però sono a corto d’idee su quello che potrebbe
succedere quando lei finisce di spazzolarsi tutto. Me ne
servirebbero due o tre”.
Ma che è sta lordura??? Con rabbia chiudi il libro che stavi
leggendo e lo bruci, schifato. Sfortunatamente prendi
fuoco anche tu e muori.
164
Piangi lacrime amare, l’ultima tranvata giunta dal culo di
Tuòrl si è fatta sentire. Hai perso, c’è poco da fare. Il vero
Capitan Fracassa delle Scuregge Atomiche è senz’altro lui.
Dal nulla sbucano tre fighe a stelle e strisce, con le tette a
mille atmosfere e il culo di acciaio nero, che consegnano
al sorpreso Conte la cintura con il titolo mondiale di
aerofagia della WWE.
Poi lo pomiciano, palpeggiano e masturbano lungamente
davanti a tutti, facendolo eiaculare a schizzo. Infine vanno
via da dove sono venute. Tuòrl si aggiusta la pacchiana
cintura in oro e cuoio, guardandoti maligno e
mormorando “Uuuhm, decisamente troppo giovani quelle
tipe, ma abili assai!”. Tu bestemmi a ripetizione pensando
a cosa ti sei perso per una scoreggiona in meno.
Il tuo avversario vittorioso si avvicina ancora con una
camminata spocchiosa e ti rivolge la parola, sprezzante.
“Dov’eravamo rimasti? Ah, sì!”. Si gira di botto e con
un’unica, mefitica scoreggia riesce contemporaneamente
a schizzarti un po’ di diarrea addosso ma anche a far
riformare la nube che avevi coraggiosamente dissolto. Poi
sviene. Adesso sei troppo debole per lanciare un’altra
scoreggia.
Vai al 128.
165
“Auààà, paisà!” ti esprimi in italoamericano maccheronico
salutando lo sconosciuto. “Piacere assai, mi chiamo O’
Cuccadorrr! Mi songo perduto into sto casinò, vulisse
cercare ‘obbar o per lo meno trovà o’ barrista, Maurizio, u
cunusci?”. Il tuo interlocutore ti guarda nauseato e ti
risponde serio serio. “Mah, guavda, mi sembvi un po’ un
nevd. Comunque piaceve, io sono Geigeipeto, sono di
ovigini italiane e lavovo come avvocato a New Yovk”.
Geigeipeto? E che cazzo di nome è? Più che
italoamericano sembra un nome dell’Amazzonia! Glielo
dici. “Geigeipeto? E che cazzo di nome è? Più che
italoamericano sembra un nome dell’Amazzonia!”.
L’omino ti rivolge una nuova occhiata sdegnata, sbuffa un
po’ e con pazienza ti risponde. “Ma no, quello savebbe il
mio nome puntato. In vealtà mi chiamo Gei punto Gei
punto Peto, come Geigeiabvams, hai pvesente?”.
Se ce l’hai presente, vai al 45.
Se non ce l’hai presente, vai al 23.
166
Trangugi il filtro. Come ricordavi, i primi effetti sono
quelli di una grossa tirata di coca ormai prossima
all’overdose. Dopodiché si fa buio in sala e qualcuno ti
mostra una figa clamorosa, una mora con i capelli corti e
una sesta di bocce. La raggiungi e cominci a sbattertela
nelle posizioni più spinte, rendendo il Kamasutra un
giochetto per bimbetti. Dopo qualche ora ti risvegli e con
gli effetti del Cucador ormai svaniti ti rendi conto con
sommo raccapriccio che hai sfondato per ore Milo del
Grande Fratello. Stai per avventarti su di lui, quando due
poliziotti ti fermano e ti riportano al banco degli imputati.
A quel punto Jimmy riaccende le luci in sala.
Entra un medico, che visita brevemente l’uomo con cui
hai riscritto la storia della pornografia. Lo sottopongono a
vari esami e analisi del culo e dei genitali, della bocca e
delle mani, e alla fine il tuo avvocato ottiene il referto. Lo
legge soddisfatto e lo passa al giudice dotato di criniera.
“Niente! Una mazza! Nada, nisba! Come vede, Vostro
Onore, nel corpo di questo tal Milo non c’è nessuna
traccia di attività sessuale. Niente di niente! Il motivo è
chiaro. Quest’uomo, o presunto tale, indebitamente
chiamato Cucador, in realtà NON PUÒ cuccare. Mai ha
scopato, mai scoperà, mai potrà farlo. Io e il barman
Maurizio, autori del filtro infallibile, dobbiamo ammettere
il nostro fallimento. Per questo motivo, a malincuore
visto che sono obbligato a difenderlo quando invece
vorrei eliminarlo, chiedo l’assoluzione dell’imputato
Aloysious Wankstain, noto come El Cucador, per non aver
commesso il fatto”.
L’aula esplode in un boato di approvazione, gli applausi
fioccano per l’avvocato La Troia, in un impeto di
emozione vi abbracciate fraternamente. Saetta Eretta
nitrisce con fare assertivo e perfino il Segaligno si lascia
andare a un occhiolino di approvazione, ancorché
ambiguo. Il resto del processo è la mera conclusione
burocratica di una sentenza già scritta. Il Pm Peto cerca di
interrogare altri testimoni, ma perde la bussola e Jimmy,
in piena requisitoria, gli piscia su una scarpa per farlo
deconcentrare, riuscendoci. Alla fine arriva il verdetto di
Saetta Eretta: “Iiiiiiihhhiii!”. Assoluzione totale! Sei un
uomo libero! Sulle note di Street of Philadelphia uscite dal
casinò, ormai assurto a Palazzaccio. Rilasci alcune
dichiarazioni ai giornalisti e ti ritrovi con Jimmy sulla
Strip, la grande avenue dei casinò. Vai al 78.
167
Las Vegas, la città delle tentazioni, del gioco d’azzardo, del
sesso libertino, dei matrimoni che iniziano e finiscono in
poche ore! Non riesci a credere di esserci arrivato. Il tuo
obiettivo è certamente trovare Maurizio e vendicarti, ma
le mille luci colorate di questo danzante impero del vizio
multicromatico ti abbagliano come lo zampirone
ammazzazanzare di Zio Severino faceva con le falene
nelle torride serate estive della tua infanzia, passate nella
baracca abusiva subito fuori la pineta di Castel Porziano.
Non riesci a concentrarti, rumori assordanti e gnoccone
da paura che entrano ed escono dai locali ti spingono a
dimenticarti della tua missione. In fondo che male ci
sarebbe a svagarsi un po’ prima di iniziare a cercare quel
maledetto pusillanime?
Fai un giro e rimani affascinato di fronte al Cowboy
Gigante del più famoso negozio di Souvenir del mondo. Ti
avvicini per guardarlo meglio e porti la mano alla fronte
per evitare che le luci ti abbaglino.
“Che magnifico gioco di prospettiva amico straniero,
permettimi di scattarti una foto!”
Chi è che ti chiama? Ti giri di scatto, e vedi un ometto
gioviale con sgargianti capelli rossicci e un’improbabile
bombetta in testa. Indossa un orrendo pareo a quadretti,
sotto il quale ha l’aria di essere completamente nudo: in
bocca, tra le labbra, stringe una pipa‐giocattolo che
emette bolle in continuazione. Tra le mani noti una
macchina fotografica finta, contenente una serie di foto
panoramiche di Pordenone.
“Non ti muovere amico sorpreso, altrimenti la prospettiva
va a farsi benedire! Del resto come saprai AVIDA DI VITA,
DESIAI OGNI AMORE VERO, MA INGOIAI SEDATIVI, DA
DIVA!”. Non hai idea di cosa voglia dire...
Dai retta a questo squinternato individuo? Vai all’87.
Lo ignori ed entri nel negozio del Cow Boy? Vai al 96.
Oppure ti allontani fingendo di aver intravisto degli amici
e ti dirigi verso alcuni uomini incappucciati e vestiti di
bianco che ti indicano sulla destra? In questo caso, vai al
100.
168
Ma certo, Horse Sport Illustrated, come no! La fanzine di
cui Prodo Baggins è editore, dedicata alle atlete con tratti
somatici equini, con gallerie fotografiche, topless e gossip
a volontà! Grazie all’abbonamento scarichi sul tuo iPhone
(eh, non sapevi di averlo?) l’applicazione e ottieni così
migliaia di foto hard di ragazze di dubbia bellezza...
Proprio ciò che serve ad attirare le voglie sessuali di
gente come Lecter, Gattuso, Drago e Mandingo! Cominci
ad agitare in aria il telefonino e i quattro si avvicinano
come in estasi, distogliendo l’attenzione dal loro padrone
e lasciandolo indifeso. L’occasione che aspettavi! Long
John Chinaglia a quelle quattro fottute guardie del corpo!
Lanci il telefono in un angolo, e i quattro si avventano
come cani a farne brandelli: cancellalo dal Registro.
Maurizio, terrorizzato, ti vede e capisce: la sua ora sta per
scoccare.
Se lo freddi con una baionetta, vai al 18.
Se lo prendi a calci rotanti come Chuck Norris, vai al 114.
Se lo meni con un tirapugni, vai al 74.
Se vuoi utilizzare su di lui il tuo sfasciacazzi dei timpani,
vai al 66.
Se lo prendi a calci alle palle, vai al 95.
169
Sei in una sala gigantesca, piena di monitor tutt’intorno a
te che proiettano immagini di continuo a velocità folle.
Sgrani gli occhi, notando che in tutte le immagini ci sei tu
che uccidi Maurizio, in modi ogni volta diversi. Miliardi di
miliardi di modi diversi. Davanti a te, seduto su un
semplice tavolo, c’è un vecchio dallo sguardo austero,
vestito di bianco.
“Salve, Cucador”.
“Lei chi è?”
“Io sono l’Architetto, ho creato io Squilibrio, ti stavo
aspettando. Tu hai molte domande; sebbene il tuo
processo abbia alterato la tua coscienza, resti
irreversibilmente umano, ergo alcune delle mie risposte
potrai comprenderle, altre no. Concordemente, malgrado
la tua prima domanda possa essere la più pertinente,
potresti renderti conto o non renderti conto che essa è
anche la più irrilevante”.
“Perché mi trovo qui?”
“La tua vita è il prodotto di un residuo non compensato
nel bilanciamento delle equazioni inerenti alla
programmazione di Squilibrio: tu sei il risultato finale di
un’anomalia che nonostante i miei sforzi sono stato
incapace di eliminare da quella che altrimenti è
un’armonia di precisione matematica. Sebbene resti il
problema costantemente arginato, essa non è
imprevedibile e pertanto non sfugge a quelle misure di
controllo che hanno condotto te, inesorabilmente, qui”.
“Ma che cazzo stai a dì?”
“Ah bello, lo voi capì o no che devi scopà? Devi
scopaareee!”
“Se fossi in lei spererei di non dovermi rincontrare”.
“Non accadrà”.
Vai al 170.
170
Las Vegas, 9 Novembre 2076
Ti svegli e dai un forte bacio al tuo compagno di tutta una
vita, Maurizio.
Hai da poco festeggiato i 100 anni di età e 66 di
matrimonio, e ora trascorri serenamente la vecchiaia
come un vecchio e grinzoso omosessuale.
Lontano, verso Est, un nano aspetta il suo momento, e
affila la falce.
Ormai sei ufficialmente un frocio.
The End.
Un mondo di avventure dove
Il protagonista sei tu.
EL CUCADOR 1
LOVE BOAT 2
LAS VEGAS 3