La gente che mi telefona e che, una volta, incontravo, mi chiede quando finirà. Rispondo che non posso dare una data, ma solo tentare delle ipotesi che potrebbero cambiare nel tempo, tutti restano delusi. Dalla scienza si pretende certezza e immortalità. Non si vuole accettare che proprio la scienza è tale perché ci si mette sempre in discussione, non si è mai certi di nulla. È questa la spinta alla ricerca. E molti sono pronti a puntare il dito perché hai fatto un’affermazione, senza considerare il contesto, i dati del momento. Ancor di più ti condannano se a ogni male non sai proporre un rimedio. La nostra società non mette in conto che ci si possa ammalare e non guarire. Non è così. E soprattutto quando ci si trova davanti a un fenomeno assolutamente nuovo, del quale giorno dopo giorno si cerca di capire qualcosa, per poi scoprire domani che non è proprio così. E adesso mi vengono i brividi a dire che forse il contagio del nuovo Coronavirus non avvenga solo con le goccioline che si emettono parlando. Un lavoro recentemente pubblicato, infatti, dimostra presenza del virus nelle feci dei soggetti positivi. Bisognerà dimostrare che sia sufficiente per produrre un’infezione, ma i risultati preliminari giustificano un’attenzione anche nei confronti di questo possibile mezzo di contagio. Intanto, come dice l’autore dello studio, “Wash your hands after using the bathroom” (làvati le mani dopo aver usato il bagno). E visto che sono in tema, scusate se lancio un’altra incertezza. Il virus lombardo è mutato? Ci sono troppi morti in Lombardia, più che nell’intera Cina. Un motivo ci sarà. Intanto diamo spazio e fiducia alla scienza.