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Galateo moderno di Redazione

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A cura di Ivan Mercolini

Ora parliamo delle presentazioni, comuni per chi ha una buona vita sociale, soprat-
tutto per modelli/e e ragazzi/e immagine.
Immaginiamo che siate seduti e vi venga presentata una persona. L'uomo ha obbligo
di alzarsi, la donna no, salvo che la persona in questione non sia più anziana di lei. Si
stringe la mano con la destra (perché con la destra? perché alle origini si intendeva
dimostrare a chi si ha di fronte che non si stringono armi in pugno - vi ricordo che il
galateo ha radici antiche). La stretta dev'essere ferma e decisa, accennando un sor-
riso. E' importante come date la mano, poiché questa stretta è la prima impressione
che date di voi alla persona che vi viene presentata: non sia la vostra una mano di
mollusco flaccido, poiché dareste l'idea di essere un tepido, un insicuro, uno un po'
inetto; né la vostra mano sia una morsa, soprattutto se la controparte indossa anelli,
in quanto dareste l'impressione di essere un bruto aggressivo. Sorridete sempre
quando venite presentati, ricevete presentazioni o vi presentate autonomamente
(evento tutt'altro che raro nei grandi parties). Sorridere è importante, anche se siete
di cattivo umore, in quanto carichi di problemi: la persona che avete di fronte non è
responsabile dei vostri crucci, quindi non rendetela partecipe con un brutto muso.
Corrispondete sempre la stretta di mano quando vi viene posta, il non farlo è gesto di
grande villaneria. Se indossate guanti, sfilateli prima della stretta. Se avete gli arti
impegnati con flute di spumante e pasticcino, al posto della stretta di mano è suffi-
ciente un sorriso ed un cenno del capo. Ci si presenta dando il proprio nome e
cognome, o solo il nome se tra giovani. Si evitino i titoli accademici o nobiliari.
L'uomo si presenta per primo alla donna e il più giovane si presenta per primo al più
anziano.
Oggi si stringe la mano anche alla dama, poiché il baciamano è in disuso e sarebbe
grottesco (esclusi elitari ambienti aristocratici). Ma a titolo di curiosità vi dico come
si effettua correttamente, visto che è un'azione romantica e affascinante, che proba-
bilmente le signore rimpiangono con nostalgia. Innanzitutto il baciamano si dà solo
alle signore (non alle signorine). Il gentiluomo si china sulla mano che gli viene porta;
prendendo le nocche delle dita le sfiora delicatamente con le labbra evitando di emet-
tere schiocchi o altri suoni. Quindi si sfiora, non si bacia.

Galateo

FRANCESCA ESPOSITO, una stella nascente

ad arricchire il firmamento dell'immagine

Sempre nel presentarvi, evitate di dire "piacere!", perché è un termine in verità vol-
gare se si pensa al suo significato. Piuttosto dite "Lieto/a" o meglio ancora non dite
nulla, limitandovi a sorridere.
Le gerarchie in presentazione sono le seguenti: "anziano, donna, uomo". Il vero cava-
liere si presenta per primo quindi ad una dama e le stringe la mano con fermezza e
brevemente, sorridendo con cordialità.
Avete visto frequentemente sinora citare il sorriso. Nasce evidente che dovete avere
una igiene orale integerrima, con denti bianchi e ben curati, con lavaggi dopo ogni
pasto, visite dentistiche periodiche con pulizia del tartaro. La dentatura bianca si
ottiene con prodotti specifici nel limite della genetica, e si esalta con una buona car-
nagione bruna ottenuta con solarium e fondotinta. Assicuratevi di avere sempre l'alito
a prova di dialogo ravvicinato, portandovi dietro mentine. Non sapete mai chi potete
incontrare per strada, e, così come una stretta di mano flaccida è un cattivo biglietto
da visita, il dire: "Mario Rossi, lieto di conoscerLa" con un alito da girone dantesco è
un biglietto orrendo.
Se avete oggettivamente problemi di alitosi patologica, esistono in farmacia mentine
all'uopo molto forti, in grado di combattere anche l'aroma dell'aglio e della cipolla.
Non ridete, perché quasi quasi verrei lì a sentirvi....
Quando camminate per strada, salutate con un buongiorno sempre accompagnato
dall'onnipresente sorriso. Levatevi il cappello (lo dico ai signori di una certa età, i gio-
vani non lo portano più). Se non riconoscete immediatamente un passante che vi
saluta per strada, perché magari siete miopi o poco fisionomisti o perché magari
oggettivamente si è sbagliato, non siate così maleducati da non ricambiare immedia-
tamente il saluto. Avrete tutto il tempo dopo per ragionare e meditare tra voi su chi
fosse.

Parliamo ora di conversazione. Come conversa un'impeccabile ragazzo/a immagine, o


comunque una figura ben educata?
Sicuramente conversa usando un impeccabile italiano, evitando gli accenti regionali,
le locuzioni dialettali. In questo aiutano molto la lettura di libri, i quali vi permettono
di arricchire il vocabolario e di darvi linguaggio spigliato e colto. Purtroppo sempre
più spazio viene tolto ai testi e alla conversazione dal volgarissimo retto catodico,
ormai inevoluto ulteriormente in digianale terrestre (no, questo non è un errore di
battitura), con prodotti sempre più simili allo sterco di cavallo.
Leggete libri, gettate la TV.
Nel vostro parlare con gli altri evitate di gesticolare animatamente, non interrompete
una persona, e d'altro canto evitate di monopolizzare la conversazione parlando solo
voi. I nomignoli dati ai propri partners, si usano solo nell'intimità, evitando in pub-
blico di chiamarla/o "pallina", "micetta", "cucciolo", "amoruccio" (modello Lamù).

Le domande indiscrete sono possibilmente da evitarsi, ma se non potete farne a meno,


fate precedere la domanda da una manifestazione di scuse, es.: "Le chiedo scusa per
la domanda che sto per porle, rendendomi conto che potrei urtare la sua sensibilità,
ma ho bisogno di sapere....". E alla domanda ormai formale che si fa appena ci si
incontra, e cioè: "come sta?" "come và?", si risponde accennando un sorriso e basta,
senza dire nulla, oppure esclamando "bene, grazie.", anche qualora non stiate affatto
bene. Infatti, tranne nel caso in cui di fronte non abbiate un amico intimo, dovete evi-
tare di elencare la lista dei vostri mali. Se rispondeste "purtroppo sto poco bene", por-
reste il vostro interlocutore in una situazione imbarazzante, obbligandolo ad andare a
fondo in un discorso cui assolutamente non intendeva entrare, essendo una domanda
puramente formale. Eccezione fatta, quando l'interlocutore è un vostro intimo. Date
sempre del Lei a chi non è un vostro grande amico e a chi possiede più di quindici
anni in generale (soprattutto nelle regioni meridionali dove è costume maturare
prima per esigenze di tradizione ed economiche).
Se nel parlare vi scappa una "gaffe", evitate di porvi rimedio chiedendo scusa o cer-
cando di attaccare una toppa rimescolando il discorso: peggiorereste soltanto la situa-
zione. Ormai il danno lo avete fatto, quindi limitatevi a glissare come se nulla fosse
successo e proseguite la conversazione con assoluta indifferenza.
Il pettegolezzo è molto diffuso nei rapporti interpersonali, ma il Galateo del cavaliere
e della principessa moderni impone che non si debba mai dire nulla di una persona
assente in quel momento, che non si sia disposti a dire anche in sua presenza. Anche
perché ricordino i pettegoli/e professionisti che non manca mai il doppiogiochista che
corre ad avvisare l'interessato della vostra maldicenza. E gli stessi vostri compagni di
pettegolezzo non mancheranno di mettersi all'opera contro di voi, non appena sarete
voi ad esser fuori portata d'udito.
E ancora.... nulla è più insopportabile di un soggetto che chiacchiera continuamente
su qualsiasi argomento posto. E' necessario saper riserbare agli altri, e a se stessi,
qualche pausa di silenzio, di riflessione, di raccoglimento; è un vero tormento vivere
con qualcuno incapace di tacere, che monopolizza la conversazione, che non sa ascol-
tare e meditare con umiltà.
E ancora... non sia mai che sbadigliate mentre una persona vi sta parlando. Niente è
più maleducato. Il perché è ovvio da intuirsi: chi vi è di fronte pensa che il suo argo-
mentare sia noioso, anche se magari voi, semplicemente, avete passato la notte in
bianco. E a nulla vi servirà motivare lo sbadiglio, verrà comunque preso come una
scusa e l'interlocutore sarà demotivato a proseguire e comunque scocciato.

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