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DISPOSITIVI DI RETE A LIVELLO 2

Le prime reti Ethernet erano realizzate con la connessione di pochi elaboratori,


utilizzando una porzione di cavo ai cui estremi, per chiudere il circuito, vi erano i
terminatori.
Successivamente la rete veniva connessa a un altro “pezzo” di rete simile, mediante
un ripetitore: era possibile collegare un massimo di cinque segmenti di rete, ma solo
tre di essi potevano avere host connessi, mentre gli altri due potevano essere
utilizzati solamente per collegare tra loro i ripetitori (segmenti di collegamento).
I ripetitori erano costosi e, inoltre, prima di ricorrere al loro utilizzo, si cercava di
aggiungere più host sullo stesso segmento, fino al limite estremo di funzionamento:
all’aumentare del numero di nodi connessi sullo stesso segmento aumenta la
probabilità di collisione e, di conseguenza, aumenta la percentuale di frame
ritrasmessi, con conseguente diminuzione dell’efficienza della rete.
Per migliorare le prestazioni, la soluzione è stata quella di “spezzare” la rete in
segmenti aventi ciascuno un proprio dominio di collisione, ovvero dei segmenti fisici
di rete dove si possono verificare collisioni. (L’avvento del doppino e la conseguente
diminuzione dei costi dei dispositivi hanno portato all’introduzione dei bridge.)

Hub
I primi dispositivi utilizzati nel corso degli anni come concentratori (dispositivi di rete
che fungono da nodo di smistamento dati di una rete di comunicazione dati) sono
stati gli hub: sono dei “ripetitori di bit” che riproducono i bit in ingresso a
un’interfaccia su tutte le altre interfacce. La distanza massima tra un nodo e un hub
è 100 m e, nel caso di malfunzionamento di un adattatore, l’hub è in grado di
rilevarlo e di disconnetterlo dalla rete.
La creazione di una rete multilivello a hub non comporta alcun aumento del
throughput (numero di processi completati dal PC nell’unità di tempo) massimo, essendo un
unico dominio di collisione e quindi identico a quello di una rete con un unico
segmento; anche il numero massimo degli host rimane lo stesso.
Tuttavia, tra i vantaggi degli hub, ricordiamo il costo e la possibilità di creare reti con
buona tolleranza ai guasti introducendo diversi livelli nella struttura gerarchica, in
modo da creare segmenti comprendenti pochi host o introducendo ridondanze che
permettono il funzionamento della rete anche in presenza di rotture di uno o più
hub stessi.
Nella pila ISO/OSI gli hub si collocano al livello 1, livello Fisico, così come i ripetitori
di segnale.
Bridge
Sono dispositivi complessi che permettono di spezzare i domini di collisione.
I bridge ricevono il frame e lo memorizzano in appositi buffer, individuano
all’interno di essi l’indirizzo MAC dell’host mittente e dell’host destinatario (viene
letta l’intestazione) e, in base alle informazioni ricavate, trasmettono il pacchetto solo
ai dispositivi interessati.
I bridge utilizzano il protocollo CSMA/CD sul segmento LAN di uscita, verificando lo
stato della linea prima di trasmettere.
I bridge utilizzano il meccanismo store and forward, viene attesa la ricezione
dell’intero frame prima di inviarlo sulla porta di destinazione.
I principali vantaggi sull’uso dei bridge sono:
- l’isolamento dei domini di collisione, determinando un aumento del
throughput massimo;
- Non vengono introdotte limitazioni sul numero di massimo delle stazioni,
né sull’estensione geografica;
- Non richiedono modifiche per la loro installazione negli adattatori dei
computer.
Il bridge si colloca nella pila di riferimento OSI al livello 2, sopra il livello fisico, a
livello di data link (l’introduzione di un bridge separa una LAN in due “sotto reti”, generando di
fatto una LAN A e una LAN B).

Filtrazione e inoltro
Con il termine filtrazione, (filtering), si intende la capacità del bridge di decidere o
meno se un frame deve essere inoltrato a qualche interfaccia.
L’inoltro, (forwarding), è la capacità di determinare su quale porta del bridge
bisogna inviare il frame ricevuto.
Tecnica Spanning Tree
Il punto debole in una LAN è proprio il nodo di interconnessione, in quanto se un
bridge si guasta la LAN viene scollegata dal resto della rete, cioè vengono scollegati i
singoli segmenti di rete ad esso collegati.
Per ovviare a questo inconveniente, quindi, si possono creare percorsi multipli
ridondanti, ma si ricade in un altro problema perché i frame rischiano di seguire dei
percorsi ciclici e moltiplicarsi.
Il problema si evita con la creazione automatica di uno spanning tree, cioè un
algoritmo, che trasforma una situazione di rete a maglia in una topologia ad albero
eleggendo un bridge come root, così da escludere la presenza di percorsi chiusi che
genererebbero percorsi alternativi.

Switch Ethernet
Lo switch, commutatore, è sostanzialmente un bridge ad alte prestazioni e dotato di
un numero elevato di interfacce; compie le stesse operazioni sopra descritte, cioè
inoltra e filtra i frame usando l’indirizzo LAN di destinazione e costruisce in
automatico la tabella degli indirizzi.
Le caratteristiche degli switch sono le seguenti:
 sono dotati di un numero di interfacce elevato (nei bridge sono poche, 3 o 4 al
massimo);
 utilizzano memorie ad accesso veloce (CAM, è una memoria in cui, specificando
come selettore l’indirizzo di destinazione, viene restituita l’informazione relativa alla porta
su cui effettuare la trasmissione.) per effettuare lo smistamento del frame;
 garantiscono la banda per ogni stazione collegata alla porta;
 permettono la trasmissione full duplex, cioè sulla stessa interfaccia possono
essere spediti e ricevuti frame contemporaneamente.
Gli switch segmentano la rete creando domini di collisione separati, garantendo la
banda su ogni segmento.
Il segmento fisico che collega una porta dello switch a un host è detto micro-
segmento.
Uno switch ha sostanzialmente tre possibili modalità di funzionamento:
 cut through: viene iniziata la trasmissione del frame sulla porta di
destinazione non appena riceve l’indirizzo MAC di destinazione, non viene
fatto nessun controllo di errore, ma sorgente e destinazione devono avere la
stessa velocità di funzionamento (switching sincrono);
 store and forward: viene attesa la ricezione dell’intero frame prima di inviarlo
sulla porta di destinazione (switching asincrono); in questo modo è possibile
effettuare il controllo dell’FCS (Frame Check Sum) e quindi garantire che il
frame sia corretto scartando i frame danneggiati; con questo meccanismo è
anche possibile effettuare la trasmissione tra host che lavorano a velocità
diversa;
 fragment free: è un compromesso tra i due metodi precedenti, in quanto
legge solo i primi 64 byte prima di iniziare la trasmissione.
Segmento
Tratto di cavo elettricamente ininterrotto che collega i nodi.
DOMINIO DI COLLISIONE
I domini di collisione sono i segmenti fisici di rete dove si possono verificare
collisioni. Tutte le macchine collegate allo stesso dominio di collisione condividono
non solo il medesimo traffico ma anche le stesse collisioni, indipendentemente da
quale sia il concentratore a cui sono collegate.
SEGMENTAZIONE
Con il temine segmentazione si intende l’operazione effettuata per spezzare il
dominio di collisione in diverse parti aumentando il numero di domini di collisione
ma riducendo il numero di host presenti in ciascun dominio.
Trasmissione in broadcast
Con il termine broadcast si intende la trasmissione di un pacchetto a tutte le stazioni
presenti in ogni dominio di collisione.
Un caso tipico di trasmissione broadcast da parte di un host avviene quando è noto
l’indirizzo IP (livello 3), ma non si conosce l’indirizzo MAC dell’host destinatario (ARP
request).
È quindi necessario che un frame venga spedito in tutti i domini di collisione e venga
quindi ritrasmesso dai dispositivi del livello 2, hub oppure switch. A tal fi ne viene
definito un particolare frame, chiamato proprio frame di broadcast, che ha la
caratteristica di avere come indirizzo di destinazione la sequenza FF-FF-FF-FF-FF-FF:
tutte le schede di rete riconoscono questo indirizzo e rispondono al messaggio.

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