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AA 2009-2010
I Facoltà di Medicina e Chirurgia
Scienze Infermieristiche
Fisiopatologia
del
Diabete
Mellito
Definizione
• Il diabete mellito viene definito:
dalla presenza di una IPERGLICEMIA CRONICA,
secondaria a un
difetto di produzione e/o di azione dell’insulina.
Fong DS, et al. Diabetes Care 2003; 26 (Suppl. 1):S99–S102; Molitch ME, et al. Diabetes Care 2003; 26 (Suppl. 1):S94–
S98; Kannel WB, et al. Am Heart J 1990; 120:672–676; Gray RP & Yudkin JS. In: Textbook of Diabetes 1997; Mayfield JA,
et al. Diabetes Care 2003; 26 (Suppl. 1):S78–S79.
Prevalenza stimata del diabete 1997
1.140.000
885.000 21.260.000
12.500.000 1.040.000
65.010.000
85.000
7.600.000
309.000
Circa il 2%
della 12.800.000 82.000
popolazione
875.000
mondiale è Tipo 1 = 3.5 milioni (3%)
affetta da
diabete Tipo 2 = 120 milioni (97%)
Stima del numero di diabetici
EPIDEMIA 1997→2010
13.4→17.5 22.4→32.9
(47%)
(31%) 66.1→132.3
(100%)
7.9→14.1
13.1→22.5 (78%)
(72%)
1.0→1.3
(30%)
1997 = 124 milioni
2010 = 221 milioni
Aumento% (78%)
Prevalenza del DM
Stime e proiezioni del T2DM in Europa
(1995-2010)
6 5,56
Prevalenza (%)
5,24
4,97 4,95
5 4,76 4,65 4,67 4,63 4,62
4,42
4,71 4,8
4,14 4,18
4 3,75
3,29 3,21 3,35 3,24
3
1,86 1,98
2
a
ca
ia
lia
UK
na
ia
ci
an
d
ar
I ta
ag
an
an
m
m
Sp
Fr
nl
er
ni
Fi
Da
glucagone,
INSULINA catecolamine,
GH,
cortisolo
Stomach
Glucosio Gut
plasmatico Insulin /
glucagon
Pancreas
utilizzazione periferica
eliminazione renale
La maggior parte del pancreas è esocrino,
Pancreas secerne enzimi e NaHCO3 nel duodeno
attraverso il dotto pancreatico.
Enzimi digestivi
NaHCO3
ormoni
Cellule β
I
N
S
U
L
I
N
A
Peptide C
Pro-insulina
L’ insulina insulina
• Meccanismo d’azione
• Attivazione del recettore insulinico situato sulla membrana delle cellule
bersaglio Î cascata di risposte intracellulari, in particolare ingresso
di glucosio nella cellula attraverso il trasportatore GLUT-4 e
attivazione di numerose vie metaboliche (essenzialmente a livello di
fegato, muscolo e tessuto adiposo)
• Una volta entrato nella cellula il glucosio può essere:
• Direttamente utilizzato dalla cellula se richiede energia (glicolisi)
• Immagazzinato sotto forma di glicogeno (glicogenogenesi epatica) o grassi
(lipogenesi nel tessuto adiposo)
Il meccanismo cellulare che controlla il rilascio di insulina
Il meccanismo cellulare che controlla il rilascio di insulina
Principali effetti della insulina
TESSUTO ADIPOSO
Insulina
MUSCOLO
• Aumento trasporto ed • Aumento trasporto ed
utilizzazione del utilizzazione del
glucosio glucosio
• Immagazzinamento dei
grassi
• Riduzione della
liberazione dei grassi
FEGATO
•Aumento dell’utilizzazione del glucosio
•Riduzione del rilascio di glucosio
AZIONE
DELL’INSULINA E
CONTROLLO
DELLA GLICEMIA
•Antagonista di insulina
•Stimola gluconeogenesi e lipolisi Glucagone
•Rallenta glicolisi
•Cellule α delle isole di Langerhans
•Secreto come pro-glucagone (160aa)
Il diabete mellito è una sindrome
caratterizzata dalla presenza di valori di
glicemia superiori a quelli fisiologici
secondaria
1.Difetto di produzione dell’insulina
(Carenza assoluta)
2.Difetto di azione dell’insulina
(Carenza relativa)
EFFETTI METABOLICI DELLA
CARENZA DI INSULINA
Diabete di tipo 2
iperglicemia legata a insulino-resistenza (= difetto di azione
dell’insulina) + carenza insulinica relativa e progressiva.
Dell’ADULTO
FORMA PIU’ FREQUENTE
comune associazione con obesità e altre malattie
metaboliche (malattia del benessere)
Altre forme di diabete mellito
• Diabete secondario
– Malattie endocrine,patologie pancreatiche, farmaci..
– Alcune forme sono reversibili
• Malattie genetiche
– Difetti genetici della secrezione o dell’azione dell’insulina
– Sindrome genetiche complesse con diabete
• Diabete gestazionale
– > 30 % sviluppano diabete di tipo 2 nel corso della vita
DIABETE MELLITO:
CLASSIFICAZIONE
• Tipo 1 5%
• Tipo 2 90-93%
• Altri tipi specifici (associati o
secondari ad altre patologie)
• Gestazionale
DIABETE MELLITO
Patogenesi multifattoriale
GENI
AMBIENTE
DIABETE MELLITO:
Tipo 1
(ex insulino-dipendente,
IDDM, giovanile)
Il diabete di tipo 1 è il risultato di una distruzione
pressochè totale e selettiva delle cellule Beta-insulari di
natura infiammatoria (insulite) e di origine autoimmunitaria
Difetto
assoluto
di insulina
necessità di
instaurare una
terapia insulinica
sostitutiva
GENI
AMBIENTE
Patogenesi
del diabete
mellito tipo I
DIABETE MELLITO: Tipo 1. STORIA NATURALE
Eventi
precipitanti
autoimmunità
DIABETE TIPO 2
Fisiopatologia diabete tipo 2:
2componenti essenziali
1.Insulino-resistenza: inadeguata utilizzazione del
glucosio da parte delle cellule, che non rispondono
normalmente alla stimolazione insulinica; il difetto
può essere di tipo pre-recettoriale, recettoriale o
post-recettoriale.
AMBIENTE
Patogenesi del
diabete mellito
tipo II
Storia naturale del diabete di tipo 2
La lunga fase
pre-clinica è
responsabile di una
sottovalutazione della
malattia e di una
diagnosi spesso
tardiva
Diabete mellito tipo 2
• Generalmente insulinoresistenza e deficit di
secrezione insulinica sono entrambi presenti con
diversa predominanza dell’una o dell’altra.
Insulino Insulino
Insulino Insulino Insulino
secrezione resistenza Insulino
resistenza resistenza secrezione
secrezione
Lipotoxicity
Increased blood
Glucotoxicity
glucose
Avandia Summary of Product Characteristics, 2008; Avandamet Summary of Product Characteristics, 2008;
Kahn SE, et al. N Engl J Med 2006; 355(23):2427–2443; Stumvoll M. Lancet 2005; 365:1333–1346.
Diagnosi
Criteri diagnostici (ADA, 1997)
Il diabete mellito (DM) può essere definito da uno dei
seguenti criteri:
*ripetuta
Altre definizioni (ADA, 1997)
Glicemia
Glicemia 2 ore post-
a digiuno
• Normale tolleranza ai carboidrati (NT) carico orale
– Glicemia a digiuno < 100 mg/dl
– OGTT: glicemia 2 ore dopo carico orale <
140 mg/dl
DM
DM • Intolleranza ai carboidrati (IGT) 200
– OGTT: glicemia 2 ore dopo carico orale > IGT
140 mg/dl e < 200 mg/dl 140
126 IFG
100 NT
• Alterata glicemia a digiuno (IFG)
N
– Glicemia a digiuno < 100 mg/dl
(mg/dl) (mg/dl)
Clinica
Sintomatologia
• Poliuria (necessità di urinare
frequentemente,anche di notte)
• Polidipsia (sete eccessiva, anche di notte)
• Polifagia (fame sproporzionata)
• Perdita di peso
• Astenia muscolare (stanchezza)
• Disturbi visivi
• Prurito
• Infezioni recidivanti
Stroke
Diabetic 1.2- to 1.8-fold
retinopathy increase in stroke
Leading cause
of blindness
in working-age
adults Cardiovascular
disease
75% of diabetic
patients die from CV
events
Diabetic
nephropathy Diabetic
neuropathy
Leading cause of Leading cause of
end-stage renal disease non-traumatic lower
extremity amputations
Fong DS, et al. Diabetes Care 2003; 26 (Suppl. 1):S99–S102; Molitch ME, et al. Diabetes Care 2003; 26 (Suppl. 1):S94–
S98; Kannel WB, et al. Am Heart J 1990; 120:672–676; Gray RP & Yudkin JS. In: Textbook of Diabetes 1997; Mayfield JA,
et al. Diabetes Care 2003; 26 (Suppl. 1):S78–S79.
CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL DIABETE DI TIPO I E DI TIPO II
TIPO I TIPO II
IDDM NIDDM
Età insorgenza < 20 aa Età insorgenza > 30 anni
Peso corporeo normale Obesità
CLINICA Diminuiti livelli di insulina Livelli di insulina normali o
Anticorpi anti-insule aumentati
Chetoacidosi comune Non anticorpi anti-insule
Chetoacidosi rara
50 % di concordanza nei gemelli 90-100% di concordanza nei
gemelli
GENETICA Correlazione HLA-D
Non associazione HLA