Sei sulla pagina 1di 10

COMUNICAZIONE PER I NEW MEDIA & SOCIAL NETWORK

Farinet – 18/02/2019

Obiettivi del corso: come scegliere i contenuti e come riconfigurarli.

Per misurare l’efficacia di un testo strutturato per le piattaforme digitali è importante verificare e rispettare i
parametri che stimolino la lettura dello stesso senza rischiare di perdere l’attenzione dell’utente: in media una
persona non trascorre più di otto secondi su una pagina web, e per questa ragione bisogna pensare in una logica di
mobile first.

Uno dei più rinomati indici di leggibilità è dato dalla legge di Flesch, secondo cui la comprensibilità di un testo si
misura tenendo conto della lunghezza media delle parole e delle frasi, le quali devono contenere un minimo di tre
informazioni e un massimo di sette (5+/-2).
È altresì importante l’omogeneità del linguaggio utilizzato: inserire termini quali “esacerbare”, “irretire” o “reiterare”
non è consigliato perché non rientrano nella terminologia di linguaggio comune; pertanto, la comprensibilità dovrà
essere di tipo nomenologico-deduttivo, il linguaggio di tipo aristotelico (linguaggio in quanto simbolo), e la
titolazione assieme al linguaggio devono essere familiari.
Grazie alla listening e alla sentiment analysis è possibile identificare le parole più utilizzate. Nel dettaglio,
attraverso il motore di listening (metodologia di monitoraggio e analisi della rete essenziale nell’impostazione e nel
mantenimento di una strategia di Web e Social Media Marketing o Editing mirata e basata su dati reali) l’analisi di
ascolto viene categorizzata da un punto di vista semantico, e con la sentiment analysis (che corrisponde all’analisi
computazionale di sentimenti ed opinioni espressi all’interno di testi generati in rete su un prodotto, un servizio, un
individuo, un’organizzazione, un evento, ecc.) si analizza il sentimento che si prova rispetto a determinate
parole/concetti.
Nel digitale tutto viene mappato e classificato.

La comunicazione sociale nasce in Italia nel 1999 con la fondazione di Pubblicità Progresso (Alberto Contri -
ciriesco.it), e ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’interlocutore su temi non economici, come ad esempio
l’inquinamento (la pianura padana è la macro-regione più inquinata d’Europa). In Italia sono 65mila i morti per
inquinamento dell’aria, ed è una percentuale più alta rispetto ai morti per alcool o fumo di sigaretta.
Non si comunicano più i traguardi ma i valori, difatti le aziende in Nord America e Nord Europa hanno iniziato a
comunicare i propri valori agli interlocutori, e non direttamente i prodotti: “cultura è tutto quello che resta quando
finisce l’erudizione e il nozionismo”.

Per la prima volta in Italia nel 2018 il primo posto nella classifica del benessere è occupato dalla relazionalità e non
dai soldi, a dimostrazione del fatto che la popolazione si trova in uno stato di smarrimento, solitudine e voglia di
relazione.
Leonardo affermava che “la cognizione principia dal sentimento”; il 95% della nostra attività celebrale avviene nella
parte inconscia, e per questo l’essere umano va considerato come colui che “si emoziona e ogni tanto pensa”. Per
questa ragione non bisogna sfociare nell’irrazionalità.

Anche felicità e ricchezza sono inversamente proporzionali: secondo uno studio delle nazioni unite la felicità
cresce fino al raggiungimento di un reddito annuo pari a € 100.000, poi va a decrescere ed aumenta la
preoccupazione su come gestirli.
Comunicazione, dal latino comunione, significa parlare lo stesso linguaggio. I social devono essere riconfigurati
usando un nuovo lessico, concentrandosi sul territorio culturale (in media, 35 milioni di italiani passano due ore al
giorno sui social network).

Di digitalizzazione se ne parla e si fa dagli anni ‘80: digitalizzare significa trasferire un documento cartaceo su un
supporto informatico. La digitalizzazione perciò non è un fenomeno nuovo, la novità sta nel cambiamento
dell’aspetto culturale (transformation), che i social network hanno accelerato (media habit: abitudini nell’utilizzo
dei media).
All’estero sono nati numerosi enti e organizzazioni volti alla capillarizzazione del mondo digital: ICAANN è
l’organismo americano che controlla internet e utilizza la propria tecnologia per vendere di più ai consumatori – gli
USA vogliono diventare i migliori al mondo in fatto di social –, mentre China 2025 è il programma dello stato cinese
per diventare l’economia più forte del mondo.
Per sviluppare un’identità intelligente sui new media bisogna avere obiettivi alti, aspettative basse e impegno
costante.

“In occidente si amano gli oggetti e si usano le persone, quando in realtà si dovrebbero amare le persone e odiare
gli oggetti.”
Dalai Lama

Farinet – 01/03/2019

Tematiche più ricercate, utilizzate e condivise sui social:


1) Travel & transportation (visitor economy);
2) Sfera erotica;
3) Salute, benessere e prevenzione;
4) Healthy food.

Quando si parla di food si fa riferimento ad una filiera molto articolata, che comprende il settore primario
(agricoltura) che pesa l’11% del PIL, il settore secondario (industriale) che pesa il 22%, e il settore terziario (servizi)
che ne costituisce il 67%.
L’agricoltura italiana è la più virtuosa al mondo, valore che si misura attraverso il valore aggiunto per ettaro. Il
valore aggiunto di una produzione è la differenza tra il valore finale di quanto è stato ottenuto e il valore iniziale di
tutti i beni acquistati per ottenerlo (il valore aggiunto italiano è doppio rispetto a quello francese e triplo rispetto a
quello inglese e tedesco). Le PMI agricole hanno un ettarato medio di 6 ettari e sono generalmente imprese
familiari.
Il 30% dei consumi idrici derivano dall’utilizzo dell’acqua in ambito agricolo, ed il 30% dell’emissioni di CO2 è
emesso dalla zootecnia.
L’agricoltura italiana è in pendenza o in terrazzamenti, e di conseguenza cambia l’esposizione solare ed i minerali e
l’acqua presenti nel terreno. La sfida agricola italiana e internazionale è il bilanciamento tra qualità prodotta e
quantità prodotta (il Piemonte ha aree agricole che non rispondono più per l’uso eccessivo di prodotti chimici
utilizzati su di esse).

Per quanto riguarda il settore terziario, i servizi di base sono l’istruzione (il più grande settore pubblico italiano), la
sanità (in Lombardia 18 miliardi di euro su 20 sono relativi alla sanità  80% medio dei bilanci delle regioni), i
trasporti e la giustizia, mentre i servizi avanzati sono le telecomunicazioni e tutto ciò che è relativo al terziario
avanzato.
Nella provincia di Milano il 50% di capitale aziendale è italiano e il 50% estero.
L’economia italiana è composta da un PIL per il 50% B2B e per il 50% B2C.
Per quanto riguarda il B2B, l’Italia è prima al mondo nelle macchine per la lavorazione della plastica, del legno, del
marmo, del vetro, della ceramica, di macchine per la creazione automatica di packaging. È altresì prima al mondo
in ambito stilistico.
Nel B2C, i temi funzionanti in Italia riguardano:
 Sistema cibo;
 Sistema casa;
 Sistema persona.
I tre driver che spingono le popolazioni mondiali a vivere in Italia sono il mistero, il fascino (naturale, orografico,
paesaggistico) e la sensualità (artistica e musicale).
L’antropologia si occupa della popolazione, e non di un piccolo gruppo (sociologia), e si occupa dello studio dei
comportamenti dei Paesi a seconda di input diversi (disponibilità o mancanza di risorse economiche, cultura, ecc.).
Le variabili antropologiche su cui bisogna concentrarsi per capire i comportamenti di una popolazione sono i
seguenti:
 mascolinità/femminilità;
 individualismo/collettivismo;
 distanza gerarchica;
 controllo delle incertezze.
1) FONTE: quando parlo di pubblicità c’è la fonte, quando parlo di influencer/propaganda non c’è.
Analisi d’identità: quali valori esprime = DNA del soggetto che comunica.
2) IDENTITÀ: qualificazione della fonte e di conseguenza della sua identità (es. Fondazione campagna amica di
Coldiretti). 700mila aziende agricole iscritte per 1.500.000 persone rappresentano il 60% dell’Italia coltivata con
6.000 addetti e un giro di affari di 380 milioni di euro.
3) MESSAGGIO: collegato al destinatario.
4) DESTINATARIO: colui che riceverà uno specifico messaggio che la fonte ha voluto trasmettere. Grazie al media
habitat è possibile capire l’uso dei media delle persone.
5) MEDIA: investimenti radio solo su 5 canali. Dove viene mandato il messaggio. Il budget pubblicitario medio
minimo per risultare memorizzabile dopo 12 mesi è 3 milioni. Barilla spende 4 miliardi in pubblicità.
6) OBBIETTIVI: verificare se posso aumentare la notorietà e preferenza per decidere quanto investire (solo il 7%
dei prodotti compie 1 anno di vita).

Audience e sistemi di rilevazione:


 Auditel: audience televisiva.
 Audipress: sistema di rilevazione dell’audience sulla stampa. Tempo medio di lettura del corriere della sera è di
7 minuti.
 Audiradio/Audiweb: esistono 8 versioni digitali del Corriere della Sera, aumenta la capacità progettuale perché
sul web si è in grado di conoscere chi ha guardato che cosa e con che tempo di permanenza 
personalizzazione del messaggio per il lettore.
Una volta scelto il media devo valutare tramite ricerche di mercato se il messaggio funziona.

Centro media: “grossista” degli spazi pubblicitari. Le concessionarie pubblicitarie vendono spazi pubblicitari, quello
di Mediaset si chiama Cubitalia, mentre quello di Rai si chiama Sipra.
Media Habit: utilizzo dei media da parte delle concessionarie.
Si può andare direttamente a negoziare con la concessionaria pubblicitaria, con il centro media oppure con
l’agenzia di comunicazione.
Ricerche di mercato: servono per capire se lo spot pubblicitario funziona bene. Gli spot pubblicitari girano in
televisione.
Agenzia di comunicazione: si occupa di promuovere l’immagine e l’attività delle aziende clienti, utilizzando le più
avanzate e diffuse tecnologie di comunicazione. Si elabora il concept, si crea una storyboard, si fa uno spot di
prova e si testa. In ultimo si fa la declinazione digital e social (da maggio 2017 le persone si informano sui new
media in più del 50% dei casi).
Indice di reputazione sociale: indica quanto una fonte è attendibile, ricerca di tipo demoscopico.
SWG utilizzata da Coldiretti per le ricerche demoscopiche, fa periodicamente per la Coldiretti delle valutazioni su X.
Contri – 04/03/2019

L’essere nativi digitali fa credere di essere multitasking, quando in realtà non è così: viviamo nell’era della costante
attenzione parziale. Ognuna delle azioni del nativo digitale provoca l’arrivo di un diverso flusso di informazioni ed
emozioni al cervello, il quale però coglierà solo porzioni o frammenti delle realtà che gli vengono proposte.

La verità e la realtà sono percepite in modo diverso a seconda delle diverse angolazioni dalle quali vengono
osservate: come spiegato all’interno dell’apologo dei sei ciechi e dell’elefante, se siamo troppo vicini all’oggetto
della nostra speculazione non siamo in grado di comprenderlo. È necessario fare un passo indietro per
comprendere anche il contesto. Grazie alla visione olistica, è possibile osservare e cogliere l’insieme dei diversi lati
della realtà, mettendoli in relazione l’uno con l’altro.

Il breakthrough della storia della comunicazione umana parte dal 50.000 a.C. fino ad arrivare all’avvento di Internet
e del 4.0. L’evoluzione digitale può essere rappresentata da una molla che tende a comprimersi e schiacciarsi più
si avvicina all’epoca odierna. La sua compressione è dovuta all’aumentare delle invenzioni e delle innovazioni.
Si passa dalla comunicazione da uno a tutti (monodirezionale) alla comunicazione da tutti a tutti, grazie ai social.
Al giorno d’oggi si sono consolidati una serie di trend:
 moltiplicazione dei canali: inizialmente vi erano pochi mezzi di comunicazione, mentre ora con Internet siamo
immersi di informazioni;
 target audience: mentre fino a poco fa si studiavano solamente i fattori psico-sociodemografici, ora si
considerano anche i mindset;
 da una logica push (spinta del prodotto verso il cliente) a una logica pull (i clienti verranno verso di me);
 native advertising: saper interessare il destinatario al messaggio.
Con la comunicazione da tutti a tutti è sorto un paradosso: il sovraccarico di informazioni (information overload)
ha portato ad una inevitabile riduzione del tempo per la loro fruizione. Per cercare di sopravvivere e bypassare
questo problema l’uomo cerca di diventare multitasking, tentando di fare più cose in contemporanea; nonostante il
tentativo, in realtà il cervello riesce ad assorbire solo dei frammenti della realtà.

La principale caratteristica dell’era del web è sancire il superamento di quel tipo di comunicazione che in termini
televisivi viene definito broadcasting. Le persone si sono costruite il proprio palinsesto ( peak time is my time:
sviluppo tumultuoso delle tecnologie e delle infrastrutture informatiche), e si è sviluppato in modo particolare il
fenomeno del second screen.

Quando lanciamo un messaggio dobbiamo toccare tutti i touchpoint, ossia i punti di contatto tra brand e cliente.
Nell’ottica di una strategia di brand positioning è importante che la realizzazione e la gestione dei touchpoint sia
coerente al posizionamento scelto. Un touchpoint deve suscitare delle emozioni perché il brand possa insinuarsi
nella mente dei clienti ed influenzarne il comportamento d’acquisto; ora e domani.

La comunicazione virale ha il compito di incoraggiare i consumatori a scambiarsi opinioni ed informazioni riguardo


a un particolare prodotto o servizio, nell’intento di generare attorno ad esso un alto volume di conversazioni in
breve tempo (buzz) e accrescerne così notorietà e reputazione. Il virus è un concetto medico, è incontrollabile, può
arrivare dovunque ma si diffonde solo se ha un nucleo molto forte e a seconda dei mezzi con cui si diffonde. In
comunicazione il nucleo del virus è il concetto: tale nucleo è talmente forte da essere in grado di superare tutte le
barriere, soprattutto quelle causali; bisogna porre attenzione alla fenomenologia del virale (anche se la maggior
parte dei contenuti virali circolano perché sono divertenti).
Grandi imprese oggi sposano la comunicazione sociale in maniera coerente con il loro business e non in maniera
strumentale, mettendo però al centro lo spot per poi declinarlo a seconda degli interlocutori. In realtà al centro
dev’esserci il concetto che poi andrà a svilupparsi attraverso i mezzi di comunicazione.

Nella teoria dell’informazione, l’informazione è la misura della prevedibilità di un segnale. Se è “facilmente”


prevedibile, significa che le alternative in gioco sono poche (bastano pochi bit per controllarle). Il segnale è invece
altamente imprevedibile quando il sistema è complesso e, quindi, sono necessari molti bit per individuarlo. In
comunicazione l’entropia si può vedere nella creazione di diversi mezzi di comunicazione con possibilità di
diffusione del messaggio, creando però confusione. Nel primo caso, l’entropia della fonte è ridotta, mentre nel
secondo caso è alta. L’entropia aumenta per una tendenza verso stati più probabili a cui corrisponde il maggior
numero di stati microscopici, e può essere una grandezza interpretabile come una misura del disordine presente in
un sistema fisico qualsiasi come l’universo.

L’unico modo per avere successo è praticare il cosiddetto back to basics (es. fare soldi regalando qualcosa: cross
subsidy). Il concetto di coda lunga, sviluppato da Chris Anderson, afferma che nel commercio online chiunque, con
una buona idea, può trovare consumatori dovunque su base planetaria, non dovendosi preoccupare delle
limitazioni del magazzino/prodotti vendibili in gran numero. Per chi vive molto lontano dai centri abitati l’acquisto
online è una necessità (Amazon sfrutta bene questa necessità), ma è altresì una necessità incontrare persone o
condividere le proprie esperienze, e questo spiega il successo di Facebook e dei social network.

Contri – 11/03/2019

Oggi il vantaggio competitivo di un’impresa di basa sulla creatività, sull’innovazione e sulle capacità di relazionarsi
con gli interlocutori.
Per questo nasce il concetto di CSR: un’impresa, attraverso il socialing (socializzazione con gli interlocutori), cerca
di migliorare la qualità della vita delle persone, di migliorare il rapporto qualità prezzo della propria offerta e,
attraverso la responsabilità sociale, di accrescere il capitale. La concezione della CSR oscilla tra due poli: quello
strutturale e il green washing. Il primo stabilisce una relazione con il consumatore che consente di mantenere la
sua fedeltà; il secondo, invece, è solo una ricerca di reputazione, per nascondere il falso. La vera CSR tratta due
tematiche fondamentali: la beneficienza e la filantropia. Grazie alla CSR l’azienda è in grado di promuovere un tipo
di comunicazione coerente con il suo business.

Grazie all’interattività il consumatore ha iniziato ad avere voce, incidendo sui costi e sulla responsabilità delle
imprese che hanno dovuto mantenere vivo questo dialogo.

La maggior parte del budget di comunicazione di un’impresa è riservata all’area commerciale, mentre a CSR e
attività filantropiche sono riservate quote residuali. Oggi sta nascendo un nuovo fenomeno per cui anche coloro
che non fanno attività filantropiche e di CSR, sposano e promuovono i valori sociali coerenti con i brand values
dell’impresa, ottenendo risultati ancora migliori.
Il massimo del risultato si raggiuge quando le attività sono coerenti con la mission dell’impresa e, adeguatamente
comunicate, ne accrescono la reputazione promuovendo l’attività commerciale.
Pubblicità Progresso è sinonimo di pubblicità sociale, ed è un’organizzazione istituzionale senza fini di lucro allo
scopo di contribuire alla soluzione di problemi morali, civili ed educativi della comunità, ponendo la comunicazione
e la pubblicità al servizio della collettività. Pubblicità Progresso nasce come espressione del senso di
responsabilità del mondo della comunicazione nei confronti del pubblico interesse.
È un’occasione per fare pubblicità alla pubblicità, per mostrare come lo strumento pubblicitario possa essere
messo al servizio dei valori.

L’azione di Pubblicità Progresso è uno stimolo per la pubblica amministrazione, estranea fino ad allora alla
comunicazione sociale.
La missione di Pubblicità Progresso è quella di fare in modo che altri soggetti vengano coinvolti per diffondere idee
e valori socialmente rilevanti. I temi scelti sono sempre di vasto richiamo, non commerciali o confessionali.

Farinet – 01/04/2019

Alcuni valori come impatto ambientale, integrità e rispetto sono sempre più comuni e importanti, e di conseguenza
molte aziende di largo consumo si concentrano ogni giorno di più su questi temi.

Deficit ecologico: eccesso di risorse consumate da parte di un ambiente naturale rispetto alla capacità di carico
dello stesso, ovvero rispetto alla quantità di risorse che il sistema biologico è in grado autonomamente di
procurare.
La passività di risorse rispetto alle capacità che il sistema ha di produrle, una condizione largamente riscontrata in
molte realtà dei paesi occidentali, fornisce l'impronta ecologica, la quale indica la capacità che un ecosistema
possiede di generare risorse e assorbire rifiuti. Un ecosistema non in grado di assorbire rifiuti può subire
irrimediabilmente dei danni tali a carico dei propri equilibri biologici, da causare la morte del sistema stesso e il
raggiungimento dello stato di entropia, nel quale l'energia risulta completamente degradata.

UPA è l'organismo associativo che riunisce le più importanti e prestigiose aziende industriali, commerciali e di
servizi che investono in pubblicità e in comunicazione. UPA è promossa e guidata dalle imprese che la
costituiscono per affrontare e risolvere i problemi comuni in materia di pubblicità e per rappresentare gli interessi
delle aziende con univocità, indipendenza e forza presso il legislatore, le agenzie di pubblicità, i mezzi, le
concessionarie, i consumatori e tutti gli altri stakeholder del mercato della comunicazione commerciale.
Tutte le attività e i comportamenti dell’ associazione sono improntati alla trasparenza e alla responsabilità, con
attenzione costante all’ innovazione del mercato.
UPA aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria al fine di difendere e di promuovere la pubblicità
responsabile come veicolo di informazione per il consumatore, concorrenza per il mercato e benessere per la
società.

Economia circolare: questo termine indica un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia
circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli
tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli
produttivi, riducendo al massimo gli sprechi. Adottare un approccio circolare significa rivedere tutte le fasi della
produzione e prestare attenzione all’intera filiera coinvolta nel ciclo produttivo. Il disegno del prodotto deve
considerare lo smaltimento di sé stesso e dei precedenti.
Design Thinking: è l’insieme dei processi cognitivi, strategici e pratici con il quale la progettazione di prodotti,
edifici e macchinari è sviluppata da team di design. Negli ultimi anni il concetto di Design Thinking si è spostato
verso l’innovazione di prodotti e servizi, in modo socialmente responsabile. Il Design Thinking diventa quindi la
risposta al bisogno di evoluzione: è difatti un metodo di gestione aziendale innovativo e dinamico.

Smart packaging: rappresenta il packaging interattivo contro, ad esempio, lo spreco alimentare.

Farinet – 06/04/2019

L’intelligenza relazionale-emotiva si misura su 5 items:


1) cordialità (utilizzare i codici espressivi per mettere il proprio interlocutore a suo agio);
2) Sensibilità (partecipazione emotiva nell’ascolto);
3) Empatia (capacità di percepire l’altro a prescindere dalle parole);
4) Esteriorizzazione (dall’essere muti al parlare troppo);
5) Stabilità emotiva (oscillazioni tra euforia e senso di malessere).
Per intelligenza emotiva si intende saper percepire, capire e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. Inoltre,
bisogna essere in grado di capire che le emozioni sono contagiose e possono modificare il comportamento delle
persone con cui si entra a contatto. Se una persona è in grado di fare questo allora si può dire che sia una persona
“risonante”, cioè in grado di innescare sentimenti positivi.

La metafora è la figura retorica di significato per eccellenza, uno degli strumenti più potenti in grado di costruire
una buona campagna pubblicitaria in quanto va a colpire l’inconscio delle persone. Questa può essere: di suono
(aspetto fonetico), di costrutto (posizionamento all’interno della frase) e di significato (senso semantico).
Deriva dal greco “portare oltre”, e colpisce la parte irrazionale ed emotiva di un soggetto, il quale è più portato a
fare qualcosa se si colpisce la sua sfera inconscia, piuttosto che la sua parte razionale. La metafora, pur essendo
un costrutto linguistico, crea un’immagine ed è utilizzata spesso anche nella quotidianità. I principi su cui si
costruisce una metafora potente sono la creatività, che genera sul pubblico un effetto di straniamento, come seme
dello stupore; la comprensibilità come culla della chiarezza.

Ciorra – 13/05/2019

La differenza tra sviluppo e progresso è che il primo si concentra sul miglioramento di indicatori economici, mentre
il secondo ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni economiche, sociali, culturali e della qualità della
vita degli esseri umani. Per innovare bisogna cogliere le migliori menti che sono fuori dall’azienda (presso
università e centri di ricerca), mentre per essere sostenibili bisogna avere responsabilità condivisa. Non si può
essere sostenibili senza creare valore nel lungo periodo; ci si deve focalizzare sulle persone, sul pianeta e sul
profitto.
sostenibilità integrata al business
+ approccio proattivo verso gli stakeholder e le loro esigenze
= essere competitivi nel lungo periodo
Open Innovation è un paradigma il quale presume che le aziende possano e debbano usare idee esterne tanto
quanto quelle interne, per poi sviluppare percorsi interni ed esterni al mercato.

bisogni (esigenze del business)  strumenti abilitanti di Open Innovation  soluzioni


Una value chain sostenibile è costituita da tre punti:
 Business development: analisi proattiva del contesto (sociale, economico e ambientale) per identificare rischi e
opportunità, mappatura degli stakeholder rilevanti e coinvolgimento nel co-design;
 Engineering & construction: modello del “cantiere sostenibile” ed economia circolare;
 Operation & maintenance: economia circolare e zero-waste, soluzioni scalabili e innovative, approccio inclusivo
degli stakeholder e partnership strategiche e locali.

L’innovazione deriva da qualcuno che è esterno all’azienda, come nel caso di William Price. Se non innovi non sei
sostenibile nel lungo termine. Siamo pieni di regole dominanti, che ci rendono incapaci di pensare out of the box.
Per questo motivo Enel si rivolge ad un ecosistema esterno: start-up, università, clienti, fondi, ecc. “Connecting the
dots” è un’idea fondamentale del business: trovando challenge all’interno da risolvere all’esterno.

Lama Michel – 13/05/2019

Tutti noi vogliamo essere felici e tutti noi soffriamo. Siamo guidati quindi dalla ricerca della felicità e dal cercare di
sfuggire alla sofferenza. La filosofia buddista si basa su 4 domande:

1) Cos’è la sofferenza e quali sono le cose che fanno male? In sintesi, cosa devo evitare. Ci sono aspetti
chiaramente oggettivi ed altri che invece camuffano una finta felicità. La sofferenza fisica è più facile da evitare,
mentre quella mentale è maggiormente presente nella società. Oggi i consumi nella nostra società derivano da
esigenze mentali e non fisiche perché viviamo sofferenze mentali, e per questa ragione il mercato, riflettendo la
società nella quale si vive, propone prodotti che fittiziamente danno più soddisfazione. Non esiste alcun piacere
al cui aumentare aumenta il mio benessere: i piaceri non hanno la capacità di sostenere lo stato di felicità,
anche se l’essere umano la proietta proprio sui piaceri;
2) Perchè soffro? Generalmente ogni sensazione di sofferenza crea un colpevole per proiettarne la causa verso un
fattore esterno. Le sofferenze umane si riassumono nei seguenti punti: non ottenere l’oggetto di desiderio,
entrare in contatto con l’oggetto di avversione e doversi separare dall’oggetto di attaccamento.
3) Cos’è la felicità? La felicità è ricollocabile in ciò in cui mettiamo la nostra energia.
4) Cosa fare per essere felice e non soffrire? Agire in base a come si proietta la propria felicità.

La visione buddista identifica le “fregature” in quattro punti:


 Piaceri sensoriali: non esiste nessun piacere che più ne ho meglio sto. Si manifesta come piacere ma prima o
poi diventa sofferenza;
 Beni materiali: quando riusciamo ad ottenere qualcosa poi gradualmente il benessere correlato diminuisce. Più
ne ho e più ne voglio;
 Immagine e riconoscimento: maggiore è il riconoscimento più rimane alto lo stato di soddisfazione e
benessere;
 Dalla sofferenza non si scappa: nessuno può vedere le cose in modo reale, perché ognuno vive la realtà tramite
il proprio paradigma.

Ottenere l’oggetto di desiderio porta all’insoddisfazione. Molto spesso non siamo chi siamo e cerchiamo di essere
chi non siamo per qualcun altro. Cerchiamo di essere quello che gli altri vogliono che noi siamo. Se io sono io
perché tu sei tu e tu sei tu perché sono io allora io non sono io e tu non sei tu. È più importante essere ciò che
siamo per ciò che si è, altrimenti in futuro ci manifesteremo per quello che siamo e creeremo un conflitto.
La causa della sofferenza non sono le condizioni esterne ma il modo in cui ci si relaziona con il mondo. Perciò la
causa della sofferenza nasce dall’ignoranza, dalla rabbia, dall’avversione, e da tutte le azioni che compiamo con
questi veleni mentali. Ci fa soffrire il modo in cui ci relazioniamo con la situazione. Bisogna imparare ad amare se
stessi, amare gli altri e avere una corretta visione della realtà.

Corbetta – 31/05/2019

In un’epoca in cui noi siamo sommersi di parole, in realtà mancano le parole significanti, ed in particolare, quelle
dense di significato.
La parola è un segmento organico di suoni dotati di un certo significato, il costrutto linguistico per eccellenza,
l’atomo della comunicazione, lo strumento principe attraverso cui si sceglie e si genera la realtà, l’elemento che ci
connota come esseri umani. La parola è ciò che ci permette, nelle campagne pubblicitarie, di toccare nel modo più
efficace possibile la sfera emotiva delle persone.
Lo scopo principale quando noi comunichiamo non è quello di fornire informazioni, ma quello di soddisfare il
nostro bisogno di socialità.
Per sensibilizzare le persone bisogna tenere a mente che queste hanno a che fare con questo tipo di
comunicazione.
Quindi bisogna appagare il loro senso si socialità nonostante non possano vedere fisicamente gli altri.
Attraverso la parola creiamo la realtà, andiamo a toccare dentro le persone per cambiare la loro visione del mondo.
Esistono tre differenti tipi di approcci:
1) Whyte: spiega la parola all’interno di un contesto aziendale. Bisogna smettere di scindere il lato professionale
da quello personale. Il poeta, secondo Whyte, è colui che coniuga un uso puntuale della parola alla forma.
L’azienda ha bisogno del poeta per intrecciare anima e creatività alla forma. I dati e le statistiche devono entrare
nell’anima delle persone;
2) Mettere a fuoco il tipo di comunicazione cui siamo esposti per poterla maneggiare: vi è una differenza tra
realtà e rete. Con la rete andiamo a sopperire al bisogno di socialità. Globalità di villaggi  nucleo di soggetti
molto simili che si raggruppano. In rete riesco a comunicare il mio bisogno di socialità con chi sento a me
affine. Si crea una nuova lingua: l’e-taliano o italiano digitale. Abbiamo individui che tendono a protrarre la fase
dell’adolescenza;
3) La parola è ovunque: la parola oscilla tra assenza ed abuso. Nasce con funzione descrittiva, rituale (si pensi alla
forma matrimoniale, esistente per via della parola). Va a cambiare inoltre il valore della parola. Nascono molte
lingue artificiali (Calvino). Siamo in un mondo visivo in cui l’immagine diventa parola, ne scegliamo il significato.
Senza parola saremmo “molto meno”, esiste in noi l’esigenza dell’avere storie. Tendiamo all’abuso di pseudo-
tecnicismi, i quali possiedono una valenza narcisistica, e li utilizziamo per elevarci rispetto gli altri. Le metafore
riescono a entrare nell’animo del nostro pubblico, seppur vadano studiate in base alla profondità delle persone
alle quali è rivolto il nostro messaggio.

Potrebbero piacerti anche