Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
XXV Ciclo
Dottoranda: Relatore:
1.INTRODUZIONE...........................................................................................3
2. A/EEG........................................................................................................14
3.STUDIO SPERIMENTALE..........................................................................46
3.2 METODI...............................................................................................47
3.3 RISULTATI............................................................................................52
3.4 DISCUSSIONE.....................................................................................62
3.5 CONCLUSIONI....................................................................................65
4.BIBLIOGRAFIA...........................................................................................66
1
PARTE PRIMA
1.INTRODUZIONE
identificabile.
nell’età avanzata.
scarica epilettica.
3
Ne derivano sintomi motori, sensoriali, autonomici o mentali, rilevati
neurologiche.
diagnosi di epilessia.
4
Dopo la registrazione basale si impiegano due procedure di
almeno 7 sec.
5
Nel caso in cui un S/EEG non sia d’ausilio per porre una diagnosi
agli adulti.
dell’infanzia.
di ruotine.
di solito con durata crescente nel decorso della crisi. Nella fase post-
bronchiale.
crescente durata nel corso della fase tonico- clonica; nel periodo post-
elettrocorticale.
8
mezzo minuto e che si conclude in modo brusco e improvviso. Oltre al
regioni anteriori.
9
Mioclonie epilettiche generalizzate: sono crisi caratterizzate da
perdita di coscienza.
crisi.
sequenze accessuali di onde ritmiche delta- alfa, su una o più aree, con
(“reclutamento”);
all’attività motoria di un paziente nel corso della crisi, rende più insidiosa la
corretta interpretazione.
focalizzate).
Può accadere che in pazienti con abbondanti AEI sul tracciato intercritico,
l’esordio delle crisi clinica coincide con una attenuazione delle stesse.
Nei casi in cui la clinica e l’EEG standard non siano sufficienti per definire
11
I monitoraggi di laboratorio sono rappresentati da:
possibile interagire con il paziente stesso nel corso delle crisi, l’episodio
12
tramite termocoppia, i movimenti toraco-addominali tramite
(5-6).
13
2. A/EEG
epilettiformi negli esseri umani con l’EEG nel 1930, esso è stato
comportamento.
diagnosi.
Holter che la progettò nei primi anni ’60 per lo studio delle aritmie
la prima volta nel 1975 da Ives and Woods e dal 1979 si sono resi
vicino al capo, per minimizzare gli artefatti, che erano più evidenti
15
Infatti fu progettato da Quy un chip solido, che serviva da
correlazione elettroclinica.
16
L’unità di rilettura era in grado a questo punto, utilizzando il marker,
neurofisiopatologia.
(off-head). (17-19)
e più canali, anche poligrafici (ECG, EOG, EMG ecc.), con capacità
digitali.
17
EEG sia poligrafici) e consistono di un sistema di acquisizione e di
18
durata della registrazione stessa e l’ammontare della memoria
necessaria.
videoregistrazione.
archiviare.
L’EEG registrato (in genere della durata di 24 ore) può essere letto a
24 ore).
19
La qualità del segnale registrato e la sua possibilità di reformatting
standard.
20
Figura 2. Esempio di posizionamento degli elettrodi mediante pasta adesiva EC2.
della registrazione.
21
Gli elettrodi applicabili sono in numero limitato e ciò è in funzione del
routine si applicano Fp1, Fp2, C3,C4, T3, T4, O1, O2, G1 e G2).
essere anche utile raggruppare i cavi tra loro, almeno fino al punto
22
All’inizio e alla fine di ogni registrazione è necessario effettuare
Per far questo basta collegare via cavo il registratore portatile con
artefatti.
segnale marca- eventi (il paziente ha premuto il pulsante all’inizio della sintomatologia,
24
Figura 4: Registrazione AEEG con 12 derivazioni. Scarica critica epilettica senza
nessuna segnalazione da parte del paziente. La presenza nel caso della scarica di
supplementare.
25
Numerosi studi hanno dimostrato che la maggior parte delle
terapia.
una crisi.
23).
critici.
Questi ultimi oltre che dal carattere ritmico e dalla lunga durata
durante la registrazione.(Fig.5)
27
a b c
d e f
g h i
28
Figura 5: Vari esempi di artefatti tipici durante A-EEG. A. Artefatto da percussione
29
Di solito nella stampa delle pagine di tracciato si utilizza per il fondo
30
Nelle forme di epilessia parziale l’A/EEG ad 8 canali si è rivelato
34)
Vari studi hanno indicato che dal 6% al 15% degli A/EEG registrano
crisi.
31
positivo, mentre il 15,3% di 216 pazienti con crisi probabili mostrano
32
Tali dati potranno poi essere graficati per una facile visualizzazione
(Fig.6)
(A)
(B)
Tempo totale scarica in s/h
33
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
Numero scariche/h
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
dimostrato come circa il 63% di tutti gli episodi critici non sono
modificazione th.
Può accadere infatti che un farmaco controlli la sintomatologia
35
fondo in veglia, eccessiva tendenza all’addormentamento,
o presunti tali.(Fig.8)
A B
Figura 8: La registrazione in veglia (A) mostra anomalie epilettiche focali in sede
durante il sonno.
36
Se è sospettato un disturbo del sonno non di natura epilettica, è
come nell’ipersonnia.
L’EMG permette di monitorizzare i movimenti anomali degli arti,
37
B
20%).
38
Possono presentarsi anche in paziente dove coesiste la patologia
pseudo crisi.
Studi con l’A/EEG su pazienti con eventi parossistici non epilettici
hanno dimostrato che nel 36% dei casi questi attivano il marca
EEG.
Nelle pseudo crisi di origine psichiatrica, la sola valutazione del
(44-50).(Fig.10)
39
Figura. 10: crisi non epilettica psicogena.
epilettiche.
Sebbene siano state fatte delle ipotesi, per cui l’aumento di
rilevanti.(51-52)
40
Figura 11b: Documentazione AEEG di asistolia cardiaca occorrente nel corso di crisi
41
PARTE SECONDA
3.STUDIO SPERIMENTALE
3.1SCOPO DELLO STUDIO
condotta in laboratorio.
42
Un unico studio è stato in passato mirato a valutare la
3.2 METODI
confermata di epilessia.
43
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad AEEG eseguiti nell’ambito del
apparecchiature a 16 canali.
conduttrice EC2.
sonno.
campionamento di 256/s.
44
Tutte le registrazioni sono state condotte con apparecchiatura AEEG
45
correlazione, tra quanto segnalato clinicamente dal paziente e il
corrispettivo elettrocorticale.
critico.
rivalutare:
di lateralizzazione all’EEG);
sonno REM).
47
Per ogni paziente con presenza di scariche critiche focali ad AEEG,
riesaminate:
3.3 RISULTATI
48
Pattern EEG critici focali sono stati evidenziati in un totale di 66
occorrevano da 2 a 7 scariche.
Le crisi che venivano riferite come abituali, erano nel 62% dei
E. CRIPTOGENICA 37.2%
49
Tipo di crisi abituale PARZ. ELEM→COMPLESSA 62%
TEMPORALE 64.4%
PARIETALE 6.8%
OCCIPITALE 5.1%
soggetto).
segnalazione.
(mediana 20 sec).
50
La durata delle scariche segnalate era in media di 29.1 sec ± 23.3
scarica
lateralizzazione.
vigilanza
51
Tra le scariche segnalate il 26% occorreva in veglia, l’11.6% in
epilettogena
segnalata.
52
Tab II: CARATTERISTICHE DELLE SCARICHE FOCALI ESAMINATE(n=100)
REM 5.3%
REM 4% REM 2.4%
presunto
TEMPORALE 65% TEMPORALE 48.8% TEMPORALE 77.1%
53
Tra le 59 registrazioni AEEG, corrispondenti a 59 diversi soggetti, in
temporale;
20 erano gli AEEG nei quali la singola scarica rilevabile non era
n=22):
54
frontale, in 1 l’esordio era temporale, in 1 origine parietale e nei
rimanenti 3 occipitale;
55
Tab III: CARATTERISTICHE DEGLI AEEG IN RELAZIONE ALL’ EVENTUALE
(n=59)
Segnalazione + Segnalazione – Segnalazione +/-
1scarica (n=35)
Tipo di sindrome SINTOMATICA 10 SINTOMATICA 14 -
epilettica
CRIPTOGENETICA 5 CRIPTOGENETICA 6
Esordio presunto FRONTALI 5 FRONTALI 4
crisi
TEMPORALI 10 TEMPORALI 14 -
PARIETALI - PARIETALI 2
OCCIPITALI - OCCIPITALI -
AEEG contenenti n=7 n=15
2-7 scariche
(n=22)
Tipo di sindrome SINTOMATICA 5 SINTOMATICA 7 SINTOMATICA 1
epilettica
CRIPTOGENETICA 2 CRIPTOGENETICA 8 CRIPTOGENETICA 1
56
Esordio presunto FRONTALI 2 FRONTALI 3 FRONTALI -
elettrografiche:
(p<0.05).
57
Minore probabilità di segnalazione di crisi da parte del paziente si
significativa (p>0.05).
3.4 DISCUSSIONE
58
Questo rilievo può suggerire che la tipologia di richiesta clinica di
Nei rilievi di questo studio, la durata della scarica critica non appare
59
Questo dato, potrebbe mostrare implicazioni riguardo al ruolo della
60
casistica studiata) comportavano sistematicamente arousal , in
3.5 CONCLUSIONI
61
L’AEEG appare uno strumento adeguato alla ricerca e allo studio di
4.BIBLIOGRAFIA
http://show.cee.hw.ac.uk/sign/home.htm.
Zadig2002http.//www.pnlg.it.
3.Velis D., Plouin P., Gotman J., Lopes da Silva F. and the members
Neurophysiol. 1982;53:21
1961;134:1214.
series, 1990,Vol.41
15.Ives JR, Woods JF. A study of 100 patients with focal epilepsy
ClinNeurophysiol 1994;91:229.
64
20.Ebersole JS. Ambulatory electroencephalographic monitoring.
25.Tatum W.O., Winters L., Gieron M., Passaro E.A., Benbadis S.,
540.
324.
65
28.Koffler DJ, Gotman J. Automatic detection of spike-and-wave
Neurophysiol 2006;23:294-305.
198.
1991 Jul;13(4):223-7.
67
44.Gotman J. Automatic detection of seizures and spikes. J Clin
173.
Febiger; 1993:692-695
1989;1171-1174.
68
52. Lai CW, Ziegler DK. Syncope problem solved by continuous
(2006) 281-285.
30: 389-399.
9.
69