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Ipotesi dopaminergica
• E’ la prima che è stata proposta (Van Rossum 1966)
e rimane la più accreditata.
• E’ sostenuta dal fatto che si riscontra buona
correlazione tra effetto antipsicotico di farmaci e
loro affinità per i recettori D2.
• Analisi condotte con la PET hanno mostrato
aumentato numero di recettori D2 nel cervello di
soggetti schizofrenici.
Ipotesi serotonergica
E’ sostenuta dalle seguenti evidenze:
• alterata densità e alterata funzione di sistemi di
trasduzione di recettori 5-HT2A nel cervello di
soggetti schizofrenici
• Numerosi farmaci antipsicotici più recenti sono
potenti antagonisti del recettore 5-HT2A.
Ipotesi glutammatergica
E’ sostenuta dalle seguenti evidenze:
• farmaci antagonisti non competitivi del recettore
NMDA inducono sintomi psicotici
• L’aloperidolo è stato riportato aumentare
l’espressione della subunità 1 del recettore NMDA e
ridurre l’espressione di trasportatori per il
glutammato.
• La trasmissione glutammatergica influenza
marcatamente quella dopaminergica.
Ipotesi GABAergica
• Squilibri della trasmissione GABAergica a livello della
corteccia potrebbero render conto di alterazioni
dopaminergiche a livello sottocorticale.
FARMACI ANTIPSICOTICI
CONVENZIONALI (TIPICI)
FARMACODINAMIA
Meccanismo di azione
L’attività antipsicotica correla molto bene con l’affinità
dei farmaci per i recettori dopaminergici D2.
Questi recettori sono sia presinaptici, che postsinaptici
L’ipotesi più accreditata è che gli antipsicotici
convenzionali agiscano tramite il blocco dei meccanismi
dopaminergici centrali (azione dopaminolitica).
4. L a via tuberoinfundibolare
FARMACOCINETICA
• Assorbimento irregolare per via orale specie se
somministrati in compresse.
• L’assorbimento è diminuito dal cibo, dagli antiacidi e
da farmaci anticolinergici.
• Le concentrazioni plasmatiche massime si hanno in
2-4 ore.
• La biodisponibilità è 10 volte maggiore per
somministrazione i.m. Forme iniettabili depot (esteri
dell’acido decanoico) sono usate per soggetti con
compliance molto bassa.
• Forte distribuzione dell’encefalo.
• Il farmaco nel sangue è in alta percentuale legato
all’albumina.
• Eliminazione decisamente lenta (t1/2 per conc.
plasmatica = 20-40 ore)
• Eliminazione principalmente metabolica da parte di
enzimi microsomiali epatici: CYP2D6, CYP2C19,
CYP3A4
TOSSICITA’
Effetti neurologici extrapiramidali:
Acatisia: senso di sofferenza e disagio alla gambe,
necessità di muoversi continuamente, anche difficoltà
di controllare i movimenti. Può rispondere a β -
bloccanti
Distonie acute: contrazioni della mandibola, protrusioni
della lingua, torcicollo, crisi oculogire. Possono
rispondere ad anticolinergici.
Sindrome parkinsoniana: riduzione movimenti, rigidità e
tremore a riposo. Si tratta con anticolinergici o
dopaminergici.
Sindrome maligna da neurolettici: simile a forma grave
di parkinsonismo con catatonia, ipertermia, aritmie,
pressione instabile. Morte nel 10% dei casi.
Discinesia tardiva: Compare nel 10-20% dei soggetti
trattati. Si manifesta con succhiamenti e schiocchii
delle labbra, movimenti laterali della mandibola e
guizzi della lingua. Sembra dovuta ad up-regulation di
recettori D2, conseguente all’suo protratto di
antagonisti.
Effetti endocrini
L’aumento di prolattina provoca nel maschio ginecomastia,
con perdita della libido ed impotenza; nella femmina
provoca galattorrea e disturbi mestruali.
Danni epatici
Si possono osservare disfunzioni epatiche ed ittero
Reazioni cutanee
Reazioni di ipersensibilità, fotosensibilizzazione e
pigmentazione grigio-blu.
INTERAZIONI CON ALTRI FARMACI
• Le fenotiazine potenziano gli effetti di sedativi,
ipnotici, analgesici, dell’alcol etilico sul SNC.
• Possono aggravare l’ipotensione ortostatica di vari
farmaci antipertensivi.
• Bloccano l’effetto inotropo della digitale.
• Interagiscono con farmaci che agiscono su recettori
per l’istamina, la serotonina, l’acetilcolina e le
catecolamine.
• Il fenobarbitale accelera il metabolismo delle
fenotiazine.
IMPIEGO TERAPEUTICO
• Schizofrenia e sindromi schizo-affettive
Riescono a controllare iperattività, ostilità,
allucinazioni, delirio, tendenza ad appartarsi.
Non determinano miglioramento della depressione, e
delle funzioni cognitive.
In soggetti schizofrenici sono richieste 3 settimane
almeno per osservare effetto antipsicotico. Se si
interrompe la terapia si ha alta probabilità di
recidiva (50%). Può essere utile una terapia
intermittente.
Il dosaggio ottimale va determinato
sperimentalmente
• Fase maniacale del disturbo bipolare
• Psicosi senili
• Disturbi della personalità borderline (psicosi da
farmaci di abuso, autismo, corea di Huntington,
morbo di Gilles de la Tourette)
• Sono usati come farmaci antiemetici
ANTIPSICOTICI NON
CONVENZIONALI o ATIPICI
OLANZAPINA
Come la clozapina presenta affinità anche per recettori
D4 e 5-HT2 in aggiunta ai recettori D2 e D1.
RISPERIDONE
Il risperidone presenta forte affinità non solo per i
recettori D2, ma anche i recettori 5-HT2. Presenta
anche una certa affinità per i recettori D4.
REMOXIPRIDE e RACLOPRIDE
Questi due antipsicotici atipici sono antagonisti sia dei
recettori D2 che dei recettori D3.
ZIPRASIDONE E QUETIAPINA.
Mostrano spiccato antagonismo per i recettori 5-HT2
oltre che per i D2.
ARIPRIPAZOLO
E’ antagonista dei recettori D2 ed agonista parziale per
il recettore 5-HT1A
TOSSICITA’
• Gli antipsicotici atipici presentano incidenza molto
minore di sintomi extrapiramidali. Quetiapina e
ziprasidone sono praticamente privi di questi effetti.
• Però discinesie tardive e sindrome maligna possono
manifestarsi, anche se meno frequentemente
• La clozapina ed in minor misura la olanzapina possono
causare agranulocitosi, probabilmente con meccanismo
radicalico.
• Aumento del peso corporeo soprattutto dopo clozapina
e olanzapina. L’effetto sembra dovuto ad antagonismo
su recettori 5-HT2C e H1.
• Aumentano poi i livelli di leptina circolante. Questa
contribuisce a ridurre la liberazione di insulina e ne
riduce la sensibilità dei tessuti in periferia.
Ne scaturisce la cosiddetta Sindrome metabolica =
resistenza alla insulina, dislipidemia ed obesità
• Anche gli atipici danno disfunzioni sessuali ed
iperprolattinemia
• La clozapina provoca ipotensione ortostatica in misura
superiore ad olanzapina, risperidone e quetiapina.
IMPIEGO TERAPEUTICO
• Schizofrenia e sindromi schizo-affettive
Riescono a controllare non solo iperattività, ostilità,
allucinazioni, delirio, ma evocano anche miglioramento
della depressione e delle funzioni cognitive.
• Psicosi maniacali
• Depressione con tratti psicotici
Sono farmaci di scelta nel trattamento di queste
patologie perché rispetto agli antipsicotici convenzionali
presentano:
• maggiore maneggevolezza,
• efficacia anche sui sintomi negativi.
• maggiore efficacia sui sintomi positivi
S intomi
<5HTT
<5H >DAA
>D
F rontocorticale negativi
S intomi
<5HTT
<5H <DAA
<D
pos itivi
L imbico
<5HTT
<5H >DAA
>D EPS
Nigros triatale
AFFINITA’ DI LEGAME DEGLI ANTIPS ICOTICI
D1
SERTINDOLO QUETIAPINA ZIPRASIDONE D2
D4
5HT2A
5HT2C
Musc
α1
α2
H1
20
S i
ritiene
che
20
un’occupazione
que
400
m g
dei
recettori
D 2 53 cloz
400
m g
s uperiore
a
75-‐ D2 ris p
3
m g
’80% pos s a
73
ola
10
m g
condurre
alla
81 ris p
8
m g
compars a
di
alo
10
m g
EPS 93
0 20 40 60 80 100
O biettivi
del
trattamento
c on
antips icotici
atipici
5H
1 H1
E ffic ac ia
s u
s intomi
T1
ü
5HT 2A
A
pos itivi,
neg ativi
e
s ui
a2
dis turbi
d ell’umore 5H T 1
Mig lioramento
del
dec lino
a1
ü D