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Disturbi di Personalità

C.I. Scienze Neurologiche e


Psichiatriche
Prof. Felice Iasevoli
Criteri Diagnostici Generali per la Diagnosi di Disturbo
di Personalità secondo il DSM-5

• A. Un modello abituale di esperienza interiore e di


comportamento che devia marcatamente rispetto alle
aspettative della cultura dell’individuo. Questo modello si
manifesta in due (o più) delle seguenti aree:
• 1) cognitività (cioè modi di percepire e interpretare se stessi,
gli altri e gli avvenimenti);
• 2) affettività (cioè la varietà, intensità, labilità e adeguatezza
della risposta emotiva);
• 3)   funzionamento interpersonale;
• 4)   controllo degli impulsi. 
• B. Il modello abituale risulta inflessibile e pervasivo in una
varietà di situazioni personali e sociali.
• C. Il modello abituale determina un disagio clinicamente
significativo e compromissione del funzionamento sociale,
lavorativo e di altre importanti aree;
• D. Il modello è stabile e di lunga durata e l’esordio può essere
fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta;
• E.  Il modello abituale non risulta meglio giustificato come
manifestazione o conseguenza di un altro disturbo mentale;
• F. Il modello abituale non risulta collegato agli effetti fisiologici
diretti di una sostanza (per es. una droga di abuso, un farmaco)
o di una condizione medica generale (per es. un trauma
cranico).
I Disturbi di Personalità DSM-5 sono raggruppati in tre
cluster:

 Cluster A: Ritiro emozionale e stranezza comportamentale;

 Cluster B: Instabilità, drammaticità, esagerata manifestazione delle


emozioni

 Cluster C: Ansia, sottomissione, evitamento.

Ci sono poi tre categorie aggiuntive:


• Disturbo di Personalità dovuto alle conseguenze di condizioni
mediche generali
• Disturbo di Personalità Specificato
• Disturbo di Personalità non Specificato
Cluster A

Include tre quadri diagnostici:


- Disturbo Paranoide di Personalità;
- Disturbo Schizoide di Personalità;
- Disturbo Schizotipico di Personalità.
Criteri DSM-5 per Disturbo Paranoide di Personalità

• A.   Pervasiva diffidenza e sospettosità nei confronti degli altri


le cui motivazioni sono interpretate malevolmente, comparsa
entro la prima età adulta e presente in diversi contesti, come
indicato da almeno quattro dei seguenti criteri:
1)  Si aspetta, senza motivi sufficienti, di essere sfruttato,
danneggiato o ingannato dagli altri;
2) Dubita senza giustificazione della lealtà o affidabilità di amici e
colleghi;
3) E’ riluttante nel confidarsi con gli altri a causa di un timore
ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro
di lui;
4)  Scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in
osservazioni o eventi benevoli;
5) Porta sempre rancore e non perdona insulti, offese o
affronti;
6) Percepisce degli attacchi al proprio ruolo o reputazione
non evidenti agli altri e reagisce prontamente con rabbia o
contrattaccando;
7) Dubita frequentemente, senza giustificazione, della fedeltà
del coniuge o del partner sessuale;

•B. Non compare esclusivamente durante il decorso della


schizofrenia o di un disturbo dell’umore con caratteristiche
psicotiche o di un altro disturbo psicotico e non è dovuto
agli effetti fisiologici diretti di una condizione generica di
interesse internistico.
Nota: se i criteri vengono soddisfatti prima dell’esordio della
schizofrenia, aggiungere “premorboso”, ad es. “disturbo
premorboso di personalità paranoide”.
• Prevalenza
E‘stata riportata una prevalenza di questo disturbo nella
popolazione generale dello 0,5-2,5%, negli ambienti
psichiatrici di ricovero del 10-30% e tra i pazienti esterni
delle cliniche per malattie mentali del 2-10%.
 
• Familiarità:
Vi è qualche evidenza di un aumento della prevalenza del
Disturbo Paranoide di Personalità tra i familiari di pazienti
affetti da Schizofrenia Cronica e di una relazione familiare
più specifica con il Disturbo Delirante, Tipo Persecutorio.
 
Disturbo Paranoide di Personalità:
Caratteristiche cliniche

I criteri diagnostici del Disturbo Paranoide di Personalità,


rispecchiano una modalità di pensiero caratterizzata da una
costante ricerca di significati oscuri, delle tracce rivelatrici di
una “verità” che va oltre il significato apparente della
situazione. Questa ricerca senza fine comporta
un’iperattivazione dell’attenzione che si evince dalla
circospezione legata a questo continuo e attento controllo.
Un individuo paranoide analizza continuamente ciò che lo
circonda alla ricerca del particolare insolito - uno stile di
pensiero molto oneroso per la fatica fisica ed emozionale che
comporta. Il paziente paranoide è praticamente incapace di
rilassarsi.
• Il pensiero paranoide è anche caratterizzato da una mancanza
di flessibilità: gli argomenti più convincenti generalmente non
hanno alcun impatto sulle convinzioni rigide e salde del
sospetto paranoide. Infatti, coloro che tentano di discutere con
un soggetto con tale disturbo di personalità, si troveranno
facilmente ad essere il bersaglio della sua sospettosità.

• Il pensiero del paranoide differisce da quello dello


schizofrenico paranoide per il fatto di non essere delirante.
• La realtà in sé non è distorta; i giudizi sulla realtà e sui percetti
che dalla realtà derivano sono invece soggetti ad
“interpretazioni” che implicano costantemente un “secondo
fine”, un che di oscuro e di segreto, generalmente minaccioso
per il paziente stesso. Tuttavia, tali giudizi non raggiungono
mai (o solo in specifici frangenti) caratteri formali di tipo
delirante
Criteri DSM-5 per Disturbo Schizoide di Personalità

• A. Una modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali e una


gamma ristretta di espressività emotiva nel contesto interpersonale,
comparse entro la prima età adulta e presenti in diversi contesti come
indicato da almeno quattro dei seguenti criteri:
• 1) non desidera né prova piacere nelle relazioni strette, incluso il far
parte di una famiglia;
• 2)  quasi sempre sceglie attività solitarie;
• 3)  dimostra poco o nessun desiderio di avere esperienze sessuali con
un’altra persona;
• 4)  trae piacere, ammesso che ciò accada, in poche attività;
• 5)  non ha amici stretti o confidenti a parte i parenti stretti;
• 6) appare indifferente nei confronti delle lodi o delle
critiche degli altri;
• 7)  mostra freddezza e distacco emozionale, o un’affettività
ristretta;

• B.  Non compare esclusivamente durante il decorso della


schizofrenia, di un disturbo dell’umore con manifestazioni
psicotiche, di un altro disturbo psicotico, o di un disturbo
evolutivo pervasivo, e non è causato dagli effetti fisiologici
diretti di una condizione di interesse internistico. Nota: se i
criteri vengono incontrati prima dell’esordio della
schizofrenia, aggiungere “premorboso”, ad es. “disturbo
premorboso di personalità schizoide”.
• Prevalenza:
Il Disturbo Schizoide di Personalità non è comune negli
ambienti clinici
 
• Familiarità:
Il Disturbo Schizoide di Personalità può presentare una
prevalenza aumentata tra i familiari di individui con
Schizofrenia o Disturbo Schizotipico di Personalità.
Disturbo Schizoide di Personalità
Diagnosi Differenziale
• Disturbo Autistico e Sindrome di Asperger:
In questi disturbi, sono presenti una compromissione più grave
delle interazioni sociali e comportamenti ed interessi stereotipati; 
• Disturbo Schizotipico di Personalità:
Assenza, nel Disturbo Schizoide, di distorsioni cognitive e
percettive;  
• Disturbo Paranoide:
Assenza, nel disturbo Schizoide, di sospettosità e ideazione
paranoide; 
• Disturbo Evitante di Personalità:
I soggetti con Disturbo Schizoide presentano un distacco sociale
più pervasivo e un desiderio e interesse limitato di interazione
sociale (non il timore di essere messi in imbarazzo o giudicati
inadeguati); 
• Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità:
Anche questi individui mostrano un apparente distacco
sociale che deriva però dalla dedizione al lavoro e dal
disagio riguardante le emozioni, ma possiedono una
sottostante capacità di intimità; 

• N.B. Gli individui “solitari” possono manifestare tratti di


personalità che potrebbero essere classificati come
schizoidi. Tuttavia, solo quando questi tratti risultano
inflessibili e non adattivi e causano una marcata
compromissione funzionale o disagio soggettivo, si
configura un Disturbo Schizoide di Personalità.
Disturbo di Personalità Schizoide
La relazione con il paziente schizoide, risente
inevitabilmente del suo totale ritiro emotivo: dall’inizio
alla fine del colloquio può non esserci alcun contatto e
anche se sarete empatici rimarrà freddo; difficilmente
riuscirete a sentire la sua sofferenza. Dal momento che ha
una ristretta gamma di espressione delle emozioni, sarà
difficile per voi capire se il problema di cui vi sta parlando
è importante o meno e sarà altrettanto difficile capire se gli
piacete, se ha fiducia in voi, se vi rispetta o se lo avete
irritato. Non vi può essere d’aiuto chiedere direttamente a
lui queste cose perché nemmeno lui le sa e se anche le
sapesse non cambierebbe nulla perché non gli
interesserebbero.
Dal momento che il paziente schizoide sembra addirittura
non “avere” i sentimenti, molto difficilmente o mai avrete
la sensazione di aver instaurato una relazione con lui.
Il paziente ha la tendenza a rispondere alle vostre domande
con un “sì” o con un “no” oppure con risposte molto brevi
e apparentemente senza senso. Nessuna strategia che
possiate adottare sembra funzionare (e ciò può comportare
un considerevole senso di frustrazione!): il flusso di
informazioni rimane molto scarso sia che lo stimoliate a
parlare di un argomento di sua scelta sia che lo forziate con
domande strutturate molto precise.
Criteri DSM-5 per Disturbo Schizotipico di Personalità

• A. Una modalità pervasiva di deficitarie relazioni interpersonali e sociali


caratterizzata da un disagio acuto e da una ridotta capacità nelle relazioni
intime così come da distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità
comportamentali, comparse entro la prima età adulta e presenti in una
grande varietà di contesti, come indicato da almeno cinque dei seguenti
criteri:
• 1)   idee di riferimento (con esclusione del delirio di riferimento);
• 2) strane credenze o pensiero magico che influenzano il comportamento e
sono in contrasto con le norme subculturali (ad esempio: superstizione,
credere nella chiaroveggenza, nella telepatia o nel “sesto senso”; nei
bambini e negli adolescenti fantasie e pensieri bizzarri);
• 3)  esperienze percettive insolite, comprese le illusioni corporee;
• 4)  pensiero e linguaggio strani ( ad esempio: bizzarro, circostanziato,
metaforico, iperelaborato o stereotipato);
• 5)   sospettosità o ideazione paranoide;
• 6)   affettività inappropriata o coartata;
• 7)   comportamento o aspetto strano, eccentrico o bizzarro;
• 8)   nessun amico stretto o confidente oltre ai parenti di primo
grado;
• 9)   eccessiva ansia sociale, che non diminuisce con la
familiarità e che tende ad essere associata con paure paranoidi
piuttosto che con una autovalutazione negativa;

• N.B. Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della


schizofrenia, di un disturbo dell’umore con caratteristiche
psicotiche, di un altro disturbo psicotico o di un disturbo
evolutivo pervasivo. Nota: se i criteri vengono soddisfatti
prima dell’esordio di schizofrenia, aggiungere “premorboso”
(ad es. “disturbo premorboso schizotipico di personalità”).
 
 
• Prevalenza:
E’ stato riportato che il Disturbo Schizotipico di Personalità si
manifesta approssimativamente nel 3% della popolazione
generale.
• Decorso:
Il Disturbo Schizotipico di Personalità ha un decorso
relativamente stabile e solo una piccola parte degli individui
sviluppa Schizofrenia o un altro Disturbo Psicotico.
• Familiarità:
Il Disturbo Schizotipico di Personalità sembra avere una
concentrazione familiare ed ha una prevalenza maggiore tra i
consanguinei di primo grado degli individui con Schizofrenia
che nella popolazione generale. Vi può anche essere un
modesto incremento di Schizofrenia e di altri Disturbi Psicotici
tra familiari di probandi con Disturbo Schizotipico di
Personalità.
Disturbo Schizotipico di Personalità
Diagnosi Differenziale
 
• Disturbi della Comunicazione (Disturbo del Linguaggio Espressivo e
Disturbo Misto del Linguaggio Ricettivo-Espressivo):
Questi disturbi possono essere differenziati dal Disturbo Schizotipico per la
rilevanza e la gravità del disturbo del linguaggio accompagnati da sforzi
compensatori del soggetto di comunicare con altri mezzi (ad esempio i gesti)
e per le caratteristiche specifiche di compromissione del linguaggio
evidenziabili attraverso una valutazione specialistica neuropsicologica.
 
• Disturbo Autistico e Sindrome di Asperger:
In questi disturbi, sono presenti una compromissione più grave delle
interazioni sociali (mancanza ancora maggiore di consapevolezza sociale e
reciprocità emotiva) e comportamenti ed interessi stereotipati;
 
• Disturbo Paranoide e Schizoide di Personalità:
L’elemento dirimente per la diagnosi di Disturbo Schizotipico di Personalità
è la presenza di distorsioni cognitive, di eccentricità e stranezza marcate;
• Disturbo Evitante di Personalità:
Mentre in questo disturbo il desiderio attivo di stabilire relazioni sociali è
coartato dal timore del rifiuto, nel Disturbo Schizotipico manca il desiderio di
relazioni sociali e vi è un distacco persistente;
 
• Disturbo Borderline di Personalità:
Anche questi pazienti possono presentare episodicamente sintomi simil-psicotici
transitori ma questi sono di solito strettamente legati ai viraggi affettivi in
risposta allo stress (per es., intensa rabbia, ansia o disappunto) e sono di solito
più dissociativi (ad es., depersonalizzazione e derealizzazione); al contrario, gli
individui con Disturbo Schizotipico sono più inclini a presentare sintomi simil-
psicotici costanti che possono peggiorare in condizioni di stress anche se è più
difficile che siano associati con stati affettivi pronunciati. Inoltre, seppure
l’isolamento sociale possa essere presente nel Disturbo Borderline di
Personalità, esso è di solito secondario ai ripetuti fallimenti interpersonali
dovuti agli scoppi di ira e alle frequenti variazioni dell’umore. Infine, gli
individui con Disturbo Schizotipico di Personalità, non manifestano
comportamenti impulsivi e manipolatori.
Disturbi Schizoide e Schizotipico di Personalità:
Caratteristiche Cliniche

• Gli individui con disturbo schizotipico sono molto simili agli


individui schizoidi fatta eccezione per la presenza di sintomi
indicativi di una forma “attenuata” di schizofrenia. In realtà,
pazienti schizoidi e schizotipici costituiscono un continuum per
cui è in un certo senso arbitrario tracciare un confine netto tra le
due entità nosografiche. Inoltre, gli stessi pazienti schizotipici
costituiscono un continuum che va da quelli che sono molto
simili ai pazienti schizoidi (fatta eccezione per una lieve
accentuazione delle bizzarie nel comportamento e nella
comunicazione) a quelli più vicini alla schizofrenia che vanno
facilmente incontro a brevi episodi psicotici transitori.
• I pazienti schizoidi e schizotipici spesso vivono ai margini
della società. Possono essere ridicolizzati come “strambi”
o “disadattati” oppure possono essere semplicemente
lasciati da soli a condurre un’esistenza solitaria e riservata.
Il loro isolamento e la loro anedonia possono indurre gli
altri a rammaricarsi per loro e a ricercarli. Spesso, tuttavia,
gli individui che compiono tale gesto finiscono per
rinunciarvi dopo essere stati ripetutamente respinti. I
familiari possono diventare così esasperati da costringere i
loro congiunti a cercare una cura. Altri pazienti schizoidi e
schizotipici possono accedere al trattamento psichiatrico
per libera scelta, a causa della loro dolorosa solitudine.
Cluster B

Al suo interno vengono classificati quattro


disturbi:
• Disturbo Antisociale di Personalità;
• Disturbo Borderline di Personalità;
• Disturbo Istrionico di Personalità;
• Disturbo Narcisistico di Personalità.
CASO CLINICO: “In cerca di una casa”

Tony Taylor è un uomo afroamericano di 39 anni, separato, il


quale è inserito in un programma psichiatrico diurno
nell’istituto dove vive, quando ha aveva cominciato a riferire
impulsi improvvisi di accoltellare gli altri ospiti. Il personale
dell’istituto lo descrive come “manipolativo” ed “affascinant
e”. Egli riferisce una lunga storia di abuso di alcol, eroina e
cocaina, ma dice di essere “pulito” da 3 settimane. Riferisce
diversi arresti per crimini, che comprendono rapina a mano
armata e rapimento, per i quali sembra disporre di una
spiegazione che minimizza le sue responsabilità.
Il Signor Taylor era entrato nel sistema assistenziale
cittadino due anni prima, quando la donna con la quale
viveva lo aveva cacciato di casa perché non poteva più
tollerare il suo temperamento e l’abuso di sostanze.
Durante il matrimonio con un’altra donna, 20 anni prima,
era stato capace di lavorare brevemente in attività manuali
negli intervalli fra le permanenze in carcere ed in ospedale.
Non ha più lavorato negli ultimi 7 anni e non ha mai versato
alla moglie i contributi per il figlio.
La vita non aveva avuto un inizio facile per il signor Tayler. Suo
padre aveva lasciato la casa prima che lui nascesse, lasciandosi alle
spalle uno scandalo familiare, avendo reso gravida la sorella della
moglie. Per questo Tony era stato trattato dalla sua famiglia come
un escluso. Sua madre aveva nove figli, ognuno nato da un padre
diverso, era affetta da depressione cronica ed era stata sottoposta
a diversi trattamenti. Tutti i suoi figli avevano problemi psichiatrici
o di abuso di sostanze.
Quando il Signor Taylor aveva tre anni, sua madre lo aveva
consegnato ad una serie di affidatari riluttanti, da entrambi i rami
della famiglia. Alcuni dei fidanzati di sua madre abusarono di lui
fisicamente, frustrandolo con cinghie e cavi elettrici. Lasciò la
scuola al settimo anno perché un’insegnante lo “intralciava”. Cominciò
a bere quando entrò nei Job Corps a 16 anni. Alla fine
dell’adolescenza e intorno ai 20 anni utilizzava eroina e cocaina per
via orale, in seguito eroina endovena per circa un anno. Smise di
usare droghe verso i 25 anni, ma continuò ad abusare di alcool quasi
tutte le settimane.
A 19 anni, dopo una lite con sua moglie, si tagliò le vene ai polsi
e venne ospedalizzato per 6 mesi. Gli venne somministrato un
antidepressivo, un tranquillante sconosciuto e, dopo la
dimissione, seguì una psicoterapia ma interruppe il trattamento
quando si sentì meglio, nei 20 anni che seguirono vi furono
diversi ricoveri motivati da gesti suicidiari o impulsi violenti.
Una volta si gettò da un ponte riportando diverse ferite. Non
manifestò mai sintomi maniacali, né deliri o allucinazioni.
La sua storia criminale include accuse di numerose rapine a
mano armata, abbandono ed incuria di minore e rapimento di un
uomo di 20 anni. In riferimento a quest’ultimo crimine riferisce
di aver tenuto l’uomo a bada con un macete mentre gli amici gli
rubavano la macchina.
Discussione del caso “in cerca di una casa”
Come molti uomini che si trovano in istituti per senzatetto, il
Signor Taylor ha una lunga storia di contatti con la giustizia e
problemi con l’alcool e con le droghe. È tipica anche la storia
di instabilità familiare e di abuso nell’infanzia. Il Signor
Taylor, come la maggior parte degli ospiti dell’istituto, non ha
mai presentato un disturbo psicotico.
Non abbiamo difficoltà a porre le diagnosi pregresse di Abuso
di Alcool, di Cocaina e di Eroina; se disponessimo di maggiori
informazioni, è probabile che scopriremmo, in qualche
momento, una dipendenza da ognuna di queste sostanze. La
sua storia di comportamenti violenti, mancanza di rimorso,
incapacità di mantenere un lavoro, le azioni illegali e il
comportamento irresponsabile nei confronti della moglie e del
figlio, suggeriscono una diagnosi provvisoria di Disturbo
Antisociale di Personalità.
(Questa diagnosi è provvisoria perché i criteri richiedono una
diagnosi di Disturbo della Condotta nell’infanzia, che era
probabilmente presente, ma, in questo caso, non potrebbe essere
confermata).
Questo caso dimostra che alcuni dei comportamenti che indirizzano
verso una diagnosi di Disturbo Antisociale di Personalità possono
essere interpretati come indicativi di un Disturbo Borderline di
Personalità – ad esempio, le sue relazioni interpersonali instabili,
l’impulsività e la rabbia incontrollata. Altri sintomi del Disturbo
Borderline di Personalità sono rappresentati dalla storia di condotte
suicidarie e l’instabilità affettiva. Poiché non tutti i pazienti con
Disturbo Antisociale di Personalità presentano anche queste
caratteristiche Borderline, potremmo porre entrambe le diagnosi.
Il Signor Taylor ha presentato sintomi depressivi, inclusi i tentativi
di suicidio, così come spesso accade negli ospiti di istituti, che
conducono vite desolate; tuttavia, in questo caso, non è chiaro se sia
mai stato presente un Episodio Depressivo Maggiore franco.
Criteri Diagnostici DSM-5 per Disturbo Antisociale di
Personalità

A.  Una modalità pervasiva di inosservanza e violazione dei diritti


altrui comparsa dall’età di 15 anni come indicato da almeno tre dei
seguenti criteri:
• 1)  non riesce a conformarsi alle norme sociali per quel che
riguarda il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di
condotte passibili di arresto;
• 2)  non ha rispetto per la verità, come indicato da ripetute
menzogne, uso di falsi nomi o truffe a danno di altri per profitto o
piacere personale;
• 3)  è impulsivo o incapace di fare piani;
• 4) è irritabile e aggressivo come indicato da numerosi scontri fisici
o risse;
• 5)  è negligente per quanto riguarda la sicurezza propria o
altrui;
• 6) è costantemente irresponsabile, come indicato da ripetuti
fallimenti nel sostenere un’attività lavorativa continuativa o nel
far fronte agli obblighi finanziari;
• 7)  non prova rimorso, come indicato dall’indifferenza o dalla
razionalizzazione nel fare del male, maltrattare o derubare gli
altri;

B.  Età di almeno 18 anni


C.  Presenza di un Disturbo della Condotta con insorgenza prima
dei 15 anni
D. Il comportamento antisociale non si verifica esclusivamente
durante il corso di schizofrenia o di un episodio maniacale.
• Prevalenza:
La prevalenza complessiva del Disturbo Antisociale di Personalità nei
campioni comunitari è circa il 3% nei maschi e l’1% nelle femmine.
Le stime di prevalenza negli ambienti clinici variano dal 3 al 30%.
• Decorso:
Il Disturbo Antisociale di Personalità ha un decorso cronico ma può
andare incontro a remissione o diventare meno evidente man mano che
l’individuo diventa più adulto, particolarmente dalla quarta decade di
vita.
• Familiarità:
Il Disturbo Antisociale di Personalità è più comune fra i consanguinei
di primo grado di individui con il disturbo piuttosto che nella
popolazione generale. Il rischio per i consanguinei di femmine con il
disturbo tende ad essere maggiore che per i consanguinei di maschi. I
consanguinei di persone con questo disturbo hanno anche un rischio
aumentato per Disturbo di Somatizzazione (specie se sono di sesso
femminile) e di Disturbi Correlati a Sostanze (soprattutto se sono di
sesso maschile).
Disturbo Antisociale di Personalità
Diagnosi Differenziale 
 
• Comportamento Antisociale nell’Adulto:
In questa condizione, si hanno comportamenti criminali intrapresi per guadagno
ma non accompagnati dalle caratteristiche personologiche tipiche del Disturbo
Antisociale di Personalità. Questa categoria si riferisce pertanto ad un
comportamento criminale aggressivo, o antisociale di altro tipo, che giunge
all’attenzione clinica ma che non soddisfa i criteri del Disturbo Antisociale.
• Comportamento Antisociale in Disturbo Correlato a Sostanze:
Non si formula diagnosi di Disturbo Antisociale di Personalità a meno che non
siano presenti segni del disturbo nella fanciullezza e siano continuati nell’età
adulta.
Quando sia l’uso di sostanze che il comportamento antisociale iniziano nella
fanciullezza e continuano in età adulta, si dovrebbe diagnosticare sia un
Disturbo Correlato a Sostanze che un disturbo Antisociale di Personalità anche
se alcuni atti antisociali possono essere una conseguenza del Disturbo Correlato
a Sostanze (per es., vendita illegale di droghe o furti per ottenere denaro per
l’acquisto della droga).
• Disturbo Narcisistico di Personalità:
Come i soggetti antisociali, tendono ad essere brutali,
disinvolti, superficiali, sfruttatori e non empatici. Tuttavia
il Disturbo Narcisistico non include caratteristiche di
aggressività o disonestà. Tuttavia, distinguere tra la
disonestà e la manipolatività è spesso difficile
 
• Disturbo Istrionico e Disturbo Borderline:
Gli individui affetti da tali disturbi sono manipolativi per
ottenere considerazione e attenzione da parte degli altri
mentre quelli con Disturbo Antisociale sono manipolativi
per ottenere profitto, potere o altre gratificazioni materiali;
Criteri DSM-5 per Disturbo Borderline di
Personalità
Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali,
dell’immagine di sé, e dell’affettività con impulsività marcata, comparsa
entro la prima età adulta e presente in vari contesti come indicato da almeno
cinque dei seguenti criteri:
• 1) Sforzi disperati di evitare l’abbandono reale o immaginario (non includere
i comportamenti automutilanti e suicidari considerati al punto 5);
• 2)  Modalità di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate da
alternanza fra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione;
• 3) Disturbo dell’identità: l’immagine di sé o il senso di sé sono
marcatamente e persistentemente instabili;
• 4)    Impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il
soggetto quali spendere, sesso, uso di sostanze, guida spericolata, abbuffate
(non includere i comportamenti automutilanti e suicidari considerati al punto
5);
• 5) Ricorrenti minacce, gesti o comportamenti suicidari, o
comportamento automutilante;
• 6)  Instabilità affettiva causata da marcata reattività
dell’umore (ad esempio, intensa disforia episodica,
irritabilità o ansia che di solito dura poche ore e soltanto di
rado supera pochi giorni);
• 7)   Sentimenti cronici di vuoto;
• 8)   Rabbia immotivata e intensa o mancanza di controllo
della rabbia (ad esempio, frequenti accessi di ira, rabbia
costante, ricorrenti scontri fisici);
• 9) Gravi sintomi dissociativi o transitoria ideazione
paranoide correlata a eventi stressanti.
• Prevalenza:
Viene stimata in circa il 2% della popolazione generale, circa il 10% in
individui osservati in ambulatori per malattie mentali, e circa il 20% tra
pazienti psichiatrici ricoverati. Varia tra il 30 e il 60% tra le popolazioni
cliniche con Disturbi di Personalità.
• Decorso:
E’ caratterizzato da una considerevole variabilità. L’andamento più
frequente è rappresentato da instabilità cronica nella prima età adulta con
episodi di grave discontrollo affettivo e impulsivo e di alti livelli di uso di
strutture sanitarie.
I soggetti che affrontano l’intervento terapeutico spesso mostrano un
miglioramento che può anche avere inizio nel primo anno. Durante il terzo
e quarto decennio di vita, la maggior parte di questi pazienti raggiunge
una maggiore stabilità nelle loro relazioni e nel funzionamento
interpersonale.
• Familiarità:
Il Disturbo Borderline di Personalità è risultato cinque volte più frequente
tra i consanguinei di primo grado degli individui con il disturbo rispetto
alla popolazione generale. Si è registrato anche un aumento di rischio
familiare per Disturbi da Uso di Sostanze, Disturbo Antisociale e Disturbi
dell’Umore.
Disturbo Borderline di Personalità:
Caratteristiche Cliniche
 
Il tipico paziente con Disturbo Borderline di Personalità mostra
resistenze alla relazione che trovano espressione nell’instabilità
del tono dell’umore e degli obiettivi che si prefigge e nella
modalità di relazionarsi con l’interlocutore. Può mostrare
un’emotività intensa e poi, in modo del tutto inaspettato,
presentare un improvviso e repentino cambiamento dell’umore.
Il suo modo instabile di gestire le relazioni troverà espressione
anche nel rapporto con il terapeuta: potrà mostrare fiducia e
apprezzamento ma, se dovesse sentirsi incompreso o non
sufficientemente accettato, potrà cambiare idea, passando ad un
giudizio diametralmente opposto.
A differenza di quello che avviene nel disturbo istrionico in cui
le emozioni sembrano essere più intensamente espresse di
quanto non siano vissute, il paziente Borderline sperimenta
davvero l’intensità di questi affetti ed è assente la sensazione di
inautenticità.
Dato che il paziente Borderline non è in grado di prendere le
distanze dai propri stati emotivi, non sarà capace di insight
rispetto alle proprie difficoltà a conciliare aspetti positivi e
negativi di sé e degli altri.
Questo tipo di pazienti, mostra spesso difficoltà a mantenere
l’attenzione su un argomento preciso; bisogna pertanto
assumere un atteggiamento direttivo, incoraggiarlo a seguire il
filo del discorso con commenti supportivi contrastando lo
spostamento del focus attentivo su altri discorsi.
Disturbo Borderline di Personalità
Diagnosi Differenziale

• Disturbi dell’Umore:
Fermo restando che i due disturbi possono apparire in comorbilità,
la diagnosi differenziale si basa sulla presenza, nel Disturbo
Borderline di una modalità di comportamento ad esordio precoce e
decorso persistente (cioè non soggetta alla periodicità e ciclicità
tipiche dei Disturbi dell’Umore).
 
• Disturbo Istrionico di Personalità:
Seppure anche questo disturbo sia caratterizzato da ricerca di
attenzione, comportamento manipolativo ed emotività rapidamente
variabile, il Disturbo Borderline si distingue per l’autodistruttività,
la rottura con rabbia di relazioni strette e i sentimenti cronici di
profondo vuoto e solitudine.
• Disturbo Schizotipico di Personalità:
Anche nel Disturbo Borderline possono essere presenti
ideazione paranoide o illusioni percettive ma queste tendono ad
essere più transitorie, reattive ai rapporti interpersonali e
sensibili alla strutturazione esterna.

• Disturbo Paranoide e Disturbo Narcisistico di Personalità:


Anche questi possono essere caratterizzati da reazioni di rabbia
in risposta a stimoli minori ma possono essere distinti dal
Disturbo Borderline per la relativa stabilità dell’immagine di
sé, così come la relativa assenza di autodistruttività, impulsività
e timore di abbandono;
• Disturbo Antisociale di Personalità:
è caratterizzato da comportamenti manipolativi finalizzati
all’ottenimento di profitto, potere o altre gratificazioni materiali mentre
l’obiettivo del comportamento manipolatorio del paziente Borderline è
rivolto verso l’ottenimento dell’attenzione delle persone di riferimento;
 
• Disturbo Dipendente di Personalità:
è accomunato al Disturbo Borderline dal timore dell’abbandono;
tuttavia, mentre il paziente Borderline reagisce all’abbandono con
rabbia, sentimenti di vuoto e richieste, il soggetto Dipendente reagisce
aumentando le concessioni e la sottomissione e ricerca urgentemente
una relazione sostitutiva per ottenere accudimento e supporto;
Criteri Diagnostici DSM-5 per Disturbo Narcisistico di
Personalità
Una modalità pervasiva di grandiosità (nella fantasia o nel
comportamento), di bisogno di ammirazione, di mancanza di empatia
che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di
contesti, come indicato da almeno cinque dei seguenti criteri:
• 1) ha un senso grandioso di importanza (ad esempio esagera risultati o
talenti, si aspetta di essere notato come superiore senza aver raggiunto
risultati adeguati);
• 2) è costantemente assorbito da fantasie di successo illimitato,
potere, fascino, bellezza o amore ideale;
• 3)   ritiene di essere “speciale” e unico e che soltanto altri individui (o
istituzioni) speciali o di alto rango siano in grado di capirlo e di
frequentarlo;
• 4) richiede eccessiva ammirazione;
• 5) ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, ad esempio,
l’irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di una
soddisfazione immediata alle sue aspettative;
• 6)  sfruttamento interpersonale; ad esempio, si serve degli
altri per raggiungere i propri scopi;
• 7) mancanza di empatia: è incapace di riconoscere e
sentire i sentimenti e i bisogni degli altri;
• 8) è spesso invidioso degli altri o ritiene che gli altri
provino invidia nei suoi confronti;
• 9) ostenta dei comportamenti e degli atteggiamenti
arroganti e presuntuosi.
• Prevalenza:
Le stime di prevalenza di Disturbo Narcisistico di Personalità
oscillano tra il 2 e il 16% nella popolazione clinica a meno del
l’1% nella popolazione generale.
 
• Il 50-75% degli individui che ricevono questa diagnosi sono
maschi.
 
Disturbo Narcisistico di Personalità
Diagnosi Differenziale
 
• Disturbi Antisociale, Istrionico e Borderline di Personalità:
La caratteristica più utile per discriminare il Disturbo Narcisitico da
questi disturbi è la grandiosità.
Sebbene i pazienti di Cluster B possano, in generale, richiedere molta
attenzione dagli altri, quelli con Disturbi Narcisistico richiedono
specificatamente di essere ammirati. La relativa stabilità dell’immagine
di sé così come anche la mancanza di autodistruttività, impulsività o
preoccupazione di abbandono aiutano a distinguere il Disturbo
Narcisistico dal Disturbo Borderline.
L’eccessivo orgoglio per i successi, una relativa mancanza di
manifestazioni emotive e il disprezzo per la sensibilità degli altri
aiutano a distinguere invece Disturbo Narcisistico e Disturbo
Istrionico.
• Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità:
Individui affetti da questo disturbo sono perfezionisti e
credono che gli altri non siano capaci di fare altrettanto bene.
Tuttavia, l’autocritica dei soggetti con Disturbo Ossessivo-
Compulsivo di Personalità è sostituita, in quelli Narcisisti,
dalla certezza di aver raggiunto la perfezione.
Criteri Diagnostici DSM-5 per Disturbo Istrionico di
Personalità
Una modalità pervasiva di emotività eccessiva e ricerca di attenzione,
che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di
contesti, come indicato da almeno cinque dei seguenti elementi:
• 1)    è a disagio in situazioni nelle quali non è al centro
dell’attenzione;
• 2) l’interazione con gli altri è spesso caratterizzata da un
comportamento sessualmente seduttivo o provocante ma
inappropriato;
• 3) esprime emozioni in modo mutevole e superficiale;
• 4) utilizza costantemente l’apparenza fisica per attirare l’attenzione su
di sè;
• 5)  lo stile dell’eloquio è eccessivamente impressionistico e carente di
dettagli;
• 6)  presenta drammatizzazione, teatralità e un’esagerata espressione
delle emozioni;
• 7) presenta suggestionabilità, ad esempio è facilmente influenzabile
dagli altri o dalle circostanze;
• 8) considera le relazioni più intime di quanto in realtà non lo siano.
• Prevalenza:
Dati limitati relativi a studi sulla popolazione generale
suggeriscono una prevalenza del 2-3%. Percentuali
comprese tra il 10 e il 15% sono state riportate in ambienti
relativi alla salute mentale ambulatoriali o di ricovero.
 
• L’espressione comportamentale del Disturbo Istrionico di
personalità può essere influenzata dagli stereotipi di ruolo
sessuale: ciò può essere responsabile della più alta
prevalenza del disturbo in campioni di sesso femminile
rispetto a campioni maschili.
Disturbo Istrionico di Personalità: caratteristiche cliniche
Nell’instaurare una relazione con una paziente di questo tipo, ci si deve
confrontare con un’emotività eccessiva ed una certa superficialità; si
avrà l’impressione di scarsa autenticità oltre alla presenza di
contraddizioni evidenti nel racconto. La paziente istrionica (la diagnosi è
più frequente nelle donne) tende ad essere molto seduttiva con un
intervistatore di sesso maschile allo scopo di fare colpo su di lui; in
questo caso, si impone la necessità di offrire alla paziente il supporto
emotivo di cui ha bisogno ma senza fraintendimenti sulla reale natura
della relazione. Con intervistatrici di sesso femminile, invece, si porrà
come rivale cercando di ingaggiare una sorta di lotta per la supremazia.  
Poiché la paziente istrionica sembra ricercare più attenzione e
ammirazione che non un rapporto professionale, la relazione potrà essere
difficile. Per ottenere informazioni attendibili, sarà necessario superare la
modalità superficiale e teatrale della paziente di porsi nella relazione; in
generale, domande aperte o poco strutturate, con queste pazienti, non
raggiungono lo scopo poiché la paziente diventa evasiva e si dilunga in
racconti di vicende in cui, inevitabilmente, assume il ruolo della vittima.
Quindi, una volta individuato un tema rilevante è necessario mantenere il
focus della paziente su questo tema chiedendo chiarimenti ed evitando
che cambi discorso. Inoltre, può rivelarsi utile fare interventi di
“decentralizzazione”; poiché la paziente tende a riferire relazioni con gli
altri conflittuali ed instabili, dovrebbe essere incoraggiata ad assumere il
punto di vista altrui.
Disturbo Istrionico di Personalità
Diagnosi Differenziale
 
• Disturbo Narcisistico di Personalità:
Anche i pazienti narcisisti desiderano l’attenzione degli altri ma essi
pretendono lodi per la loro “superiorità”; il paziente istrionico, invece,
è disposto ad apparire fragile e dipendente se questo serve ad essere al
centro dell’attenzione altrui. I pazienti narcisisti inoltre, possono
esagerare l’intimità delle loro relazioni con altre persone ma sono più
propensi ad enfatizzare la posizione di “vip” o la ricchezza e il
prestigio dei loro amici.

• Disturbo Dipendente di Personalità:


La persona è, anche in questo caso dipendente dagli altri per quanto
riguarda le lodi e la funzione di guida ma senza le caratteristiche
emotive appariscenti ed esagerate che caratterizzano il Disturbo
Istrionico.
Cluster C

I quadri diagnostici inclusi in questo Cluster


sono i seguenti:
• Disturbo Dipendente di Personalità;
• Disturbo Evitante di Personalità;
• Disturbo Ossessivo-Compulsivo di
Personalità.
Criteri Diagnostici DSM-5 per Disturbo Dipendente di
Personalità
Un pervasivo ed eccessivo bisogno di accudimento che induce ad un
comportamento sottomesso e dipendente e alla paura della separazione,
comparso entro la prima età adulta e presente in una varietà di contesti,
come indicato da almeno cinque dei seguenti criteri:
• 1) è incapace di prendere le decisioni quotidiane senza richiedere
un’eccessiva quantità di consigli e di rassicurazioni;
• 2)  ha bisogno che gli altri si assumano le responsabilità negli ambiti più
importanti della sua vita;
• 3)  esprime con difficoltà il dissenso dagli altri per la paura di perderne il
supporto e l’approvazione (nota: non comprende la realistica paura di essere
punito);
• 4)  ha difficoltà nell’iniziare progetti o fare cose da solo (per mancanza di
fiducia nelle sue valutazioni o nelle sue capacità e non per la mancanza di
motivazione o energia);
• 5)    giunge ad eccessi pur di ottenere attenzione e supporto
dagli altri, al punto di offrirsi volontariamente per fare
cose spiacevoli;
• 6)   si sente a disagio o smarrito se si trova da solo, a causa
delle eccessive paure di non essere in grado di prendersi
cura di sé;
• 7)  nel momento in cui si conclude una relazione intima,
ricerca pressantemente un’altra relazione come fonte di
cura e di supporto;
• 8)  è irrealisticamente preoccupato per la paura di essere
lasciato da solo a prendersi cura di sé.
Disturbo Dipendente di Personalità
Diagnosi Differenziale
 
• Disturbo Borderline di Personalità:
Sono accomunati dal timore dell’abbandono ma il principale elemento discriminante
tra le due condizioni è la reazione all’abbandono stesso (rabbia, gesti manipolatori
per il Borderline, sottomissione e accondiscendenza per il Dipendente).
• Disturbo Istrionico di Personalità:
Pazienti Istrionici e Dipendenti mostrano un intenso bisogno di approvazione e
rassicurazione e possono apparire infantili e dipendenti. Tuttavia, se il paziente
Dipendente si caratterizza per un comportamento sottomesso, modesto, docile e
accondiscendente, il paziente Istrionico si caratterizza per una sgargiante
socievolezza (tale da apparire inappropriata rispetto al contesto) e richieste attive ed
esplicite di attenzione.
• Disturbo Evitante di Personalità:
I pazienti evitanti hanno un timore talmente intenso di essere umiliati e messi in
ridicolo che si ritirano a meno che non abbiano la certezza di essere accettati; i
pazienti dipendenti, invece hanno un comportamento di ricerca e di mantenimento
dei legami con le persone importanti.
Criteri Diagnostici DSM-5 per Disturbo Evitante di
Personalità
Una modalità pervasiva di inibizione sociale, sentimenti di
inadeguatezza e ipersensibilità verso i giudizi negativi,
comparsa entro la prima età adulta e presente in una varietà
di contesti come indicato da almeno quattro dei seguenti
criteri:
• 1)  evita attività lavorative che implichino un significativo
contatto interpersonale per paura delle critiche, della
disapprovazione e del rifiuto;
• 2)  è riluttante ad entrare in relazione con gli altri a meno che
non sia certo di piacere;
• 3)  è riservato nelle relazioni intime per paura di essere
umiliato e ridicolizzato;
• 4) è preoccupato nelle situazioni sociali per la possibilità di
essere criticato o rifiutato;
• 5) dimostra inibizione nelle nuove situazioni interpersonali a
causa di sentimenti di inadeguatezza;
• 6) si vede socialmente incapace, privo di fascino o inferiore
rispetto agli altri;
• 7) è eccessivamente riluttante ad assumere su di sé dei rischi o
a intraprendere nuove attività poiché possono rivelarsi
imbarazzanti.
• Prevalenza:
Nella popolazione generale si colloca tra lo 0,5 e l’1%. Sale però
al 10% in campioni di pazienti ambulatoriali in cliniche per
malattie mentali.
• Decorso:
Il comportamento evitante spesso inizia nell’infanzia e nella
fanciullezza con timidezza, isolamento, e timore degli estranei e
situazioni nuove.
Sebbene la timidezza nella fanciullezza sia spesso un precursore
del Disturbo Evitante, nella maggior parte degli individui tende a
svanire gradualmente con la crescita. Al contrario, gli individui
che sviluppano il Disturbo Evitante di Personalità possono
diventare progressivamente più timidi ed evitanti durante
l’adolescenza e la prima età adulta quando le relazioni sociali con
persone nuove diventano particolarmente importanti. Con
l’andare del tempo tuttavia, i tratti di personalità evitanti tendono
ad attenuarsi.
Disturbo Evitante di Personalità
Diagnosi Differenziale
 
• Fobia Sociale, Tipo Generalizzato:
“Sembra esservi una notevole sovrapposizione tra il
Disturbo Evitante di Personalità e la Fobia Sociale, tanto
che possono essere considerate concettualizzazioni
alternative di condizioni uguali o simili” (DSM IV, pag.
724)
 
• Condotte di Evitamento in presenza di Disturbo da
Attacchi di Panico con Agorafobia:
L’evitamento del Disturbo da Attacchi di Panico inizia
tipicamente dopo l’esordio degli attacchi di panico e può
essere di intensità variabile a seconda della loro frequenza
e intensità. Inoltre, il tipo di condotte di evitamento messe
in atto e il tipo di situazioni evitate sono strettamente in
relazione all’esperienza dell’attacco di panico stesso.
Il Disturbo Evitante di Personalità ha invece un esordio
precoce e un decorso stabile e manca di chiari fattori
precipitanti.
• Disturbo Dipendente di Personalità:
Anche in questo caso si osservano sentimenti di
inadeguatezza, ipersensibilità alla critica e necessità di
rassicurazione. Mentre però nel soggetto evitante il principale
motivo di preoccupazione è l’evitamento dell’umiliazione e
del rifiuto, per il soggetto dipendente è l’essere accudito.

• Disturbo Schizoide e Schizotipico di Personalità:


Anch’essi, come il Disturbo Evitante, si caratterizzano per
ritiro sociale. I pazienti evitanti però desiderano ardentemente
avere relazioni con gli altri e soffrono della loro solitudine
mentre quelli con Disturbo Schizoide e Schizotipico possono
accontentarsi e anche preferire il proprio isolamento sociale.
Criteri Diagnostici DSM-5 per Disturbo Ossessivo-Compulsivo
di Personalità

Una modalità pervasiva di preoccupazione per l’ordine, la perfezione e il


controllo mentale e interpersonale a spese della flessibilità, della
larghezza di vedute e dell’efficienza che compare entro la prima età
adulta ed è presente in una varietà di contesti come indicato da almeno
quattro dei seguenti elementi:
• 1) eccessiva attenzione per i dettagli, le regole, gli elenchi, l’ordine,
l’organizzazione, gli schemi, fino al punto che lo scopo principale
dell’attività va perduto;
• 2)  perfezionismo che interferisce con l’espletamento degli impegni (ad
esempio, incapacità di portare a termine un progetto perché non sono
soddisfatti i propri standard oltremodo rigidi di perfezione);
• 3) eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività, con esclusione delle
attività di svago e delle amicizie (non giustificata da ovvie necessità
economiche);
• 4) esagerata coscienziosità, scrupolosità e inflessibilità in tema
di moralità, di etica e di valori (non giustificata
dall’appartenenza ad una cultura o ad una religione);
• 5)   incapacità di gettare oggetti usati o di nessun valore anche
quando non hanno nessun significato affettivo;
• 6)   riluttanza a delegare compiti o lavori agli altri a meno che
essi non aderiscano esattamente al proprio modo di fare le cose;
• 7)   presenta uno stile di vita privo di generosità sia verso sé
stesso che verso gli altri; il denaro è considerato qualcosa che è
necessario accumulare per fronteggiare catastrofi future;
• 8)    manifesta rigidità e ostinazione.
 
• Prevalenza:
Studi che si sono avvalsi di metodi standardizzati,
suggeriscono stime di prevalenza di circa l’1% in popolazione
generale e tra il 3 e il 10% negli individui che si presentano
nelle cliniche di salute mentale.
Disturbo Anancastico di Personalità:
Diagnosi Differenziale
 
• Disturbo Ossessivo-Compulsivo (Asse I):
Questa condizione si distingue dal Disturbo Ossessivo-Compulsivo di
Personalità per la presenza di reali fenomeni ossessivi e compulsivi.

• Disturbo Narcisistico e Disturbo Antisociale di Personalità:


Anche questi pazienti mancano di generosità ma sono indulgenti
verso se stessi; i pazienti con Disturbo Ossessivo-Compulsivo di
Personalità adottano invece uno stile di vita improntato sull’avarizia,
sia per se che per gli altri.

• Disturbo Schizoide di Personalità:


Entrambe le condizioni si caratterizzano per apparente formalismo e
distacco sociale. Nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità,
questi nascono tuttavia dall’eccessiva dedizione al lavoro e dal
disagio nei confronti delle emozioni mentre nel Disturbo Schizoide vi
è una fondamentale incapacità di intimità.
• N.B.
I tratti di personalità ossessivo-compulsivi, se moderati,
possono essere adattivi soprattutto in quei contesti in cui è
indispensabile una performance su standard molto elevati. Si
parla di Disturbo di Personalità solo quando tali tratti sono
inflessibili, maladattivi, persistenti e causano compromissione
del funzionamento o sofferenza soggettiva.
Criteri Diagnostici DSM IV per il Disturbo di Personalità
Altrimenti Specificato o Non Altrimenti Specificato

E’ una categoria a disposizione per due situazioni:


• 1)  Il quadro personologico dell’individuo soddisfa i criteri
generali per un Disturbo di Personalità e sono presenti tratti
di disturbi di personalità diversi ma non risultano soddisfatti
i criteri per nessuno specifico Disturbo di Personalità;
OPPURE
• 2)  Il quadro personologico dell’individuo soddisfa i criteri
generali per un Disturbo di Personalità ma l’individuo è
affetto da un Disturbo di personalità non incluso nella
classificazione (ad es., Disturbo Depressivo di Personalità,
Disturbo Passivo-Aggressivo di Personalità).
Categorie Diagnostiche Proposte per Ulteriori
Approfondimenti:

 1) Disturbo Passivo-Aggressivo di Personalità;

 2) Disturbo Depressivo di Personalità.


Criteri Diagnostici per Disturbo Depressivo di Personalità

• A.   Quadro pervasivo di convinzioni e comportamenti depressivi, che si instaura


nella prima età adulta e si manifesta in una varietà di contesti, come indicato dalla
presenza di cinque (o più) dei seguenti elementi:
1) l’umore abituale è dominato da abbattimento, malinconia, mancanza di allegria,
di gioia, di felicità;
2) l’idea di sé ruota attorno a convinzioni di inadeguatezza, di scarso valore e di
bassa autostima;
3)  il soggetto è critico, accusatorio verso sé stesso, rinunciatario;
4)  è meditabondo e incline a preoccuparsi;
5)  è maldisposto, critico e tende a giudicare negativamente gli altri;
6)  è pessimista;
7)  è incline a sentimenti di colpa e di rimorso.

• B.    Non si manifesta esclusivamente nel corso di Episodi depressivi maggiori e


non risulta meglio attribuibile ad un Disturbo Distimico.
Criteri Diagnostici per Disturbo Passivo-Aggressivo di Personalità
 
• A.    Un quadro pervasivo di attitudini negativistiche e di resistenza
passiva verso richieste di prestazioni ragionevoli, che si instaura nella
prima età adulta e che si manifesta in una varietà di contesti, come
indicato dalla presenza di quattro (o più) dei seguenti:
1) il soggetto fa resistenza ad eseguire compiutamente i propri compiti
sociali e lavorativi di routine;
2) si lamenta di essere poco capito e poco apprezzato dagli altri;
3) è maldisposto e litigioso;
4) critica e deride le attività preposte in modo irragionevole;
5)  manifesta invidia e risentimento verso le persone apparentemente più
fortunate;
6) esprime lamentele persistenti ed esagerate circa le sue personali
sfortune;
7)  oscilla tra atteggiamenti di sfida ostile e di rimorso.

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