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FACOLTA’ DI INGEGNERIA
CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA MECCANICA
A.A. 2017/2018
INTRODUZIONE
• LA TENSIONE;
• IL TEOREMA DEL TETRAEDRO DI CAUCHY E IL TENSORE DELLA TENSIONE:
- CASO PIANO;
- CASO TRIDIMENSIONALE.
• EQUAZIONI INDEFINITE DI EQUILIBRIO;
• TENSORE SFERICO E DEVIATORICO;
• DIREZIONI PRINCIPALI DI TENSIONE;
• RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE DELLO STATO TENSIONALE:
- IL CERCHIO DI MOHR;
- L’ ARBELO DI MOHR.
OSSERVAZIONI
La teoria comunemente utilizzata è legata al nome di Cauchy e si basa sulle seguenti ipotesi:
• Il limite (7.1a) esiste ed è finito. E’ indicato con il simbolo 𝒕𝒏 𝑃 , è detto vettore tensione e rappresenta
una densità di forza superficiale;
• Il limite (7.1b) esiste;
• Il limite (7.1b) è nullo;
• Le parti interne del corpo non si scambiano forze e momenti concentrati in un punto;
• Si ammette che il corpo possa essere caricato sulla frontiera solo da un campo di forze superficiali (p).
STATICA DEI CORPI DEFORMABILI – Ing. Francesco Clementi 4
LA TENSIONE
La teoria di Cauchy conduce a postulare l’esistenza del vettore tensione 𝒕𝒏 (𝑃) il quale:
• descrive come le forze si distribuiscono all’interno della struttura;
𝑁
• è una forze per unità di superficie ( 2 𝑜 𝑃𝑎);
𝑚𝑚
• varia da punto a punto, ossia è una funzione di P;
• dipende dal taglio che si sta effettuando, individuato attraverso la normale n.
Lo stato tensionale in un punto è l’insieme di tutti i vettori tensione in quel punto.
In un dato sistema di riferimento (𝑥, 𝑦, 𝑧) il vettore 𝒕𝒏 ha componenti:
𝑡𝑛𝑥 = 𝒊 × 𝒕𝒏 , 𝑡𝑛𝑦 = 𝒋 × 𝒕𝒏 , 𝑡𝑛𝑧 = 𝒌 × 𝒕𝒏 (7.2)
OSSERVAZIONI
Nelle tensioni tangenziali, il primo pedice indica la
normale al taglio, il secondo la direzione della
componente. Si potrebbe allora dire che 𝜎𝑛 = 𝑡𝑛𝑛 . In
effetti in letteratura si trova anche la seguente simbologia
alternativa:
𝜎𝑛 = 𝜏𝑛𝑛 = 𝜎𝑛𝑛 = 𝑇𝑛𝑛 ,
𝜏𝑛𝑚 = 𝜎𝑛𝑚 = 𝑇𝑛𝑚
Dove la distinzione è fatta a livello di pedici e non più con
il simbolo 𝜎 o 𝜏.
OSSERVAZIONI
Le equazioni di equilibrio riguardano le forze. Le tensioni,
supposte costanti viste le dimensioni infinitesime del
triangolo, vanno moltiplicate con le aree sulle quali
agiscono, le forze di volume per il volume.
Si impone l’equilibrio alla rotazione attorno all’asse 𝑧 passante per il centro del cubetto:
+
𝑑𝑦 𝜕𝜏𝑦𝑥 𝑑𝑦
↺ 𝑃: − 𝜏𝑦𝑥 𝑑𝑥𝑑𝑧 − 𝜏𝑥𝑦 + 𝑑𝑦 + ⋯ 𝑑𝑥𝑑𝑧
2 𝜕𝑦 2
𝑑𝑥 𝜕𝜏𝑥𝑦 𝑑𝑥
+ 𝜏𝑥𝑦 𝑑𝑦𝑑𝑧 + 𝜏𝑥𝑦 + 𝑑𝑥 + ⋯ 𝑑𝑦𝑑𝑧 =0
2 𝜕𝑥 2
OSSERVAZIONE
Nella statica del corpo deformabile si hanno nove funzioni incognite e sei equazioni (o alternativamente le sei
incognite 𝜎𝑥 , 𝜎𝑦 , 𝜎𝑧 , 𝜏𝑥𝑦 , 𝜏𝑥𝑧 , 𝜏𝑦𝑧 e le tre equazioni indefinite di equilibrio alla traslazione) e quindi il
problema è intrinsecamente iperstatico.
dove
𝜎𝑚 = 𝜎𝑥 + 𝜎𝑦 + 𝜎𝑧 /3 è la tensione normale media;
𝑻𝑠𝑓 = 𝜎𝑚 𝑰;
𝑻𝑑𝑒𝑣 = 𝑻 − 𝜎𝑚 𝑰.
In uno stato sferico non ci sono tensioni tangenziali (liquido in quiete).
La tensione, la deformazione e l’inerzia, pur essendo fenomeni fisici diversi, sono descritte dalle
stesse equazioni matematiche:
TENSIONE 𝜎𝑛 = 𝒏 × 𝑻𝒏 𝜏𝑛𝑚 = 𝒎 × 𝑻𝒏 = 𝒏 × 𝑻𝒎
DEFORMAZIONE 𝜀𝑛 = 𝒏 × 𝑬𝒏 𝛾𝑛𝑚
ൗ2 = 𝒎 × 𝑬𝒏 = 𝒏 × 𝑬𝒎
INERZIA 𝐼𝑛 = 𝒏 × 𝑱𝒏 −𝐼𝑛𝑚 = 𝒎 × 𝑱𝒏 = 𝒏 × 𝑱𝒎
IL CERCHIO DI MOHR
In un punto P di un corpo in uno stato piano di tensione si effettui un generico taglio individuato
dalla normale 𝒏 = cos 𝛼 , sin 𝛼 𝑇 .
Si ottiene un vettore 𝒕𝑛 𝛼 = 𝜎𝑛 (𝛼), 𝜏𝑛𝑡 (𝛼) 𝑇 dove:
• 𝒕 = sin 𝛼 , − cos 𝛼 𝑇 è ortogonale a 𝒏;
• Nel piano piano di Mohr 𝜎, 𝜏 𝒕𝑛 è rappresentato da un punto
𝑃 𝛼 = 𝜎𝑛 (𝛼), 𝜏𝑛𝑡 (𝛼) 𝑇 .
Al variare di 𝛼 il vettore 𝑡𝑛 (𝛼) descrive tutto lo stato tensionale
⇒ nel piano di Mohr descrive una curva chiusa 𝛼 = 0 = 2𝜋 .
OSSERVAZIONI:
L’angolo 𝑃𝑃∗ 𝑋 è un angolo alla circonferenza che insiste
sull’arco 𝑃𝑋, il cui angolo al centro è 𝑃𝐶𝑋 = 2𝛼.
Si ha che l’angolo 𝑃𝑃∗ 𝑋 è uguale a 𝛼, ossia il segmento 𝑃𝑃∗
è parallelo alla normale 𝒏 al taglio relativo al punto 𝑃 𝛼 , in
quanto entrambe formano lo stesso angolo 𝛼 con l’asse
orizzontale.
Tale proprietà consente di individuare sul cerchio la
posizione del punto 𝑃(𝛼) = 𝜎𝑛 , 𝜏𝑛𝑡 𝑇 corrispondente ad
un generico taglio di normale 𝒏 e viceversa.
TAGLIO PURO:
𝑋 = 0, −𝜏 𝑇 , 𝑌 = 0, 𝜏 𝑇
DIREZIONI PRINCIPALI:
𝑋 = 𝜎1 , 0 𝑇 , 𝑌 = 𝜎2 , 0 𝑇
𝜎1 0 0 𝜎1 0 0 0 0 0
2. 𝑇 = 0 𝜎2 0 = 0 0 0 + 0 𝜎2 0
0 0 𝜎3 0 0 𝜎3 0 0 0
𝜎1 0 0 0 0 0 𝜎1 0 0
3. 𝑇 = 0 𝜎2 0 = 0 𝜎2 0 + 0 0 0
0 0 𝜎3 0 0 𝜎3 0 0 0