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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI “G.

D’ANNUNZIO” CHIETI/PESCARA
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA E GEOLOGIA (INGEO)

IL PROGETTO STRUTTURALE

Esigenza (motore del processo) ⇒ Costruzione (obiettivo =


prodotto derivato)

fasi transitorie: PROGETTO E REALIZZAZIONE

REQUISITI PRESTAZIONALI
Una costruzione deve essere dotata di requisiti prestazionali che
garantiscano la corretta funzionalità e la fruibilità.

REQUISITI PRESTAZIONALI DI TIPO STRUTTURALE


In particolare, durante la vita di esercizio, la costruzione deve
soddisfare alle esigenze di RESISTENZA, STABILITÀ
DELL’EQUILIBRIO ed EFFICIENZA FUNZIONALE).

ANALISI STRUTTURALE
Corrisponde al controllo che i requisiti prestazionali siano soddisfatti.

Confronto la DOMANDA STRUTTURALE (D) con la

CAPACITÀ DELLA STRUTTURA (C)

C >= D ⇒ requisito prestazionale soddisfatto!

DOMANDA STRUTTURALE:
è rappresentata dall’effetto indotto dagli eventi (AZIONI) che
sollecitano la struttura (EFFETTO DEI CARICHI)

CAPACITÀ STRUTTURALE:
è la risposta che la struttura è in grado di offrire nei confronti delle
sollecitazioni indotte dai carichi (RESISTENZA)

Per operare il confronto, devo rendere la domanda confrontabile con la


capacità ossia devo tramutare questi concetti in grandezze fisiche
misurabili ed omogenee.


MODELLO STRUTTURALE
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DOMANDA STRUTTURALE:

Si schematizza attraverso l’ente sollecitante, che è indotto


dalle azioni esterne.

Azioni dirette: rappresentate da forze. Si dividono in:


- Carichi permanenti (peso proprio degli elementi
portanti, peso degli elementi di finitura portanti,
peso di impianti fissi, ecc.)
- Carichi variabili (carichi di esercizio, neve, vento,
azione sismica, spinta delle terre, ecc.)

Azioni indirette: rappresentate da deformazioni impresse


(variazioni termiche, ritiro del cls, spostamenti di vincoli , ecc.)

Azioni di carattere chimico-fisico (corrosione, agenti


aggressivi, gelo, ecc.)

Nel valutare gli EFFETTI DELLE AZIONI (che in generale


definiamo ‘S’), si può operare a tre livelli:

- Globale: azioni globali sulla struttura


- Locale: caratteristica della sollecitazione in una
sezione
- Puntuale: tensione in un punto

CAPACITÀ STRUTTURALE:

È schematizzata attraverso l’ente resistente ed è funzione del


materiale di base.

Nel valutare LA RESISTENZA (che in generale definiamo ‘R’),


si può operare a tre livelli:

- Globale: resistenza della struttura


- Locale: resistenza di una sezione o di un elemento
strutturale
- Puntuale: resistenza puntuale del materiale di
base

MISURA DELLA SICUREZZA STRUTTURALE

È data dal rapporto R/S. Quanto maggiore è il rapporto tanto più


‘sicura’ è la costruzione (struttura) (concetto di COEFFICIENTE DI
SICUREZZA).

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VERIFICA DI RESISTENZA ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Si esegue il seguente confronto (verifica della crisi nel punto):

σ agente (azioni di esercizio) ≤ tensione resistente ammissibile


= σ rottura / ν (coef. sicurezza)

La sicurezza è essenzialmente nel coefficiente di sicurezza del materiale

F = COMBINAZIONE DETERMINISTICA
DEI CARICHI DI ESERCIZIO

S = CARATTERISTICA DELLA
SOLLECITAZIONE - S(F)

Determinazione della massima tensione nel punto

ε σ max

Verifica di resistenza
fy
σ max ≤ σ amm =
υ

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STATI LIMITE

Nel determinare il livello di sicurezza raggiunto da una determinata


struttura sarebbe necessario prendere in considerazione tutte le cause che
possono portare fuori servizio la stessa. In particolare vanno analizzate le
cause di crisi dei singoli elementi strutturali e del complesso strutturale
nonché delle connessioni interne tra i vari elementi e dei collegamenti con
l’esterno (fondazioni).

Il CONCETTO DI CRISI deve intendersi riferito sia al

• Crollo dell’opera
• Inutilizzabilità dell’opera

A tal proposito, si distinguono:

• STATI LIMITE ULTIMI (associati al valore estremo della capacità


portante)
ü Rottura localizzata di una sezione o di un collegamento
ü Instabilità di un elemento
ü Perdita di equilibrio
ü Collasso globale
ü Degradazione o corrosione

• STATI LIMITE DI ESERCIZIO (associati alle esigenze di impiego


ordinario della costruzione e della sua durata)
ü Deformazioni eccessive
ü Fessurazioni premature o eccessive
ü Spostamenti incompatibili
ü Vibrazioni inaccettabili

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VERIFICA DI SICUREZZA

La verifica con riferimento ad un dato stato limite si intende


soddisfatta se il rapporto R/S >=1.

Tale rapporto non può (non si riesce) a definire senza margine di


incertezza. Ciò discende dal carattere non deterministico delle
grandezze S ed R. In altre parole, l’incertezza del risultato della
verifica discende dalla aleatorietà delle variabili (enti sollecitanti ed
enti resistenti) in gioco.

Incertezze nella valutazione della domanda (S):

1) Difficoltà nel definire correttamente i carichi esterni (F)


• Carichi permanenti (fluttuazioni dei pesi per unità di volume)
• Carichi accidentali (imponderabilità dell’azione e/o ampi
margini di variabilità)

2) Difficoltà nel definire i carichi agenti sulla struttura

3) Difficoltà nel determinare gli effetti dei carichi sulla struttura


(modello strutturale, ipotesi e metodi di calcolo, geometria della
struttura, errori di modellazione e di calcolo, ecc.)

S = S (F, a, b, …..)

Incertezze nella valutazione della capacità (R):

1) Difficoltà nel definire correttamente le caratteristiche di


resistenza dei materiali (f) (elevata variabilità delle prove
sperimentali);

2) Difficoltà nel determinare correttamente le resistenze della


struttura (modelli calcolo, geometria della struttura, difetti di
esecuzione, ecc.)

R = R (f, a, c, …..)

La sicurezza strutturale assume pertanto connotati


probabilistici, ossia si valuta il rischio che una struttura collassi in
termini di probabilità di non soddisfacimento della precedente
disuguaglianza P (S/R >1). La verifica si ritiene soddisfatta quando
tale probabilità è sufficientemente ridotta (nell’ordine di 10-5 ÷10-6
per lo stato limite ultimo e 10-2 ÷10-3 per lo stato limite di servizio).

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VERIFICA DI RESISTENZA AGLI STATI LIMITE

La difficoltà di impostazione del metodo in termini puramente


probabilistici, induce a far ricorso ad un metodo di verifica cosiddetto
semi-probabilistico.

Si esegue il seguente confronto:

Sd (pk, qk, γ F) ≤ Rd (fk, γ M)

Il pedice ‘d’ indica che trattasi di ‘valori di progetto’, ottenuti da quelli


caratteristici (pedice ‘k’) dividendoli (resistenze) o amplificandoli
(carichi) per i fattori parziali di sicurezza (γ F per i carichi e γ M per le
resistenze dei materiali).

Sd = γ F ● Sk

Rd = R k / γ M

I valori caratteristici vengono dedotti a partire da quelli medi


opportunamente incrementati (carichi) o ridotti (resistenze) per tener
conto della varianza delle relative distribuzioni statistiche.

Tutto ciò è riferito ad un dato livello di frattile superiore per le azioni


(in genere di ordine 95% = probabilità che le azioni agenti siano
inferiori a quelle effettive pari al 95%) ed ad un livello di frattile
inferiore per le resistenze del materiale (in genere di ordine 5% =
probabilità che le resistenze assunte siano inferiori a quelle effettive
pari al 5%).

Per un’ipotizzata legge di distribuzione della densità di probabilità di


di una generica variabile aleatoria X (ad es. distribuzione normale o
gaussiana), i valori caratteristici (Xk) rispetto ai valori medi (XM)
possono determinarsi in funzione dello scarto quadratico medio (δ) ed
attraverso un coefficiente k tabellato in funzione del numero di
ripetizioni:

Xk = X M ± k ● δ

K=1.64 per un numero di ripetizioni sufficientemente elevato


(>=30)

n n
XM = ∑ Xi n ; δ= ∑ (X i − X M ) (n − 1)
2

i =1 i =1

La sicurezza è nella definizione dei valori dei carichi caratteristici, delle


resistenze caratteristiche dei materiali e dei fattori parziali di sicurezza.
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RESISTENZA DI PROGETTO

Ad esempio, con riferimento alla prova di schiacciamento dei cubetti ci


calcestruzzo, posso determinare la resistenza a rottura Rc.

Esempio: Valore caratteristico della resistenza allo snervamento di un acciaio

f y ,k = f y ,m − kδ

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Resistenza di progetto del materiale


f
fd = k
γM

Resistenza di progetto (ad es. della sezione)

R( f k , Ak ....)
Rd =
γM

AZIONI DI PROGETTO

Densità di probabilità di una data azione F nel periodo di vita della struttura

Valore caratteristico

Fk = Fm + kδ

Valore di progetto dell’azione

Fd = γ F • Fk

Effetti delle azioni (ad es. momento flettente)

S d = S (γ F 1 F1,k , γ F 2 F2,k , L...)


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DEFINIZIONE DELLE AZIONI DI CALCOLO

CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI

Le azioni vengono distinte principalmente secondo la loro variazione nel


tempo. Distinguiamo:

ü Azioni permanenti (G): peso proprio e carichi fissi


ü Azioni variabili (Q): carichi accidentali di esercizio, carichi da vento
o di neve
ü Azioni eccezionali (A): esplosioni, urto di veicoli
ü Precompressione (P)

Con il pedice k indichiamo il valore caratteristico delle azioni (Gk, Qk).

Per le azioni variabili, oltre al valore caratteristico, si considerano altri


valori, corrispondenti ad una probabilità di superamento via via maggiore.

ü Valore di combinazione ψ0 Qk
ü Valore frequente ψ1 Qk
ü Valore quasi permanente ψ2 Qk

VALORI DI CALCOLO PER LE VERIFICHE ALLO STATO LIMITE


ULTIMO

Si considera la seguente combinazione di carico (escludendo gli effetti


della precompressione) :

n
Fd = γ G Gk + γ Q Qk1 + γ Q ∑ψ 0i Qki
i =2

La norma italiana prescrive i seguenti valori per i coefficienti parziali di


sicurezza:

ü γG = 1.4 (1.0 se il suo contributo aumenta la sicurezza)


ü γQ = 1.5 (0 se il suo contributo aumenta la sicurezza)

Quando ci sono più carichi variabili, bisognerà sceglierne uno come carico
principale (quello che genera gli effetti più gravosi sulla struttura).

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VALORI DI CALCOLO PER LE VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI


ESERCIZIO

Si considerano le seguenti combinazioni di carico, da scegliersi in funzione


del tipo di verifica da effettuare e delle indicazioni normative:

ü Combinazione rara Fd = Gk + Qk1 + ∑ψ 0iQki


i=2
n

ü Combinazione frequente Fd = Gk + ψ 11Qk1 + ∑ψ 2iQki


i=2
n

ü Combinazione quasi permanente Fd = Gk + ∑ψ 2iQki


i =1

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Verifica di resistenza

Sd ≤ Rd
Tale verifica si effettua a livello di:
sezione (I), membratura (II), giunzione (III), struttura (IV)

I II III IV

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ESEMPIO APPLICATIVO

Analizziamo un solaio di copertura di un edificio. L’elemento strutturale lo


schematizziamo come trave appoggiata-appoggiata ad unica campata.

Sezione trasversale
H= 40 cm

x x

l= 7 m
B= 20 cm

I carichi gravanti sono:

ü Carichi permanenti G = 4.0 kN/m


ü sovraccarico accidentale Q1 = 2.0 kN/m

Le caratteristiche del materiale sono:

ü Modulo di rigidezza elastico E = 10000 MPa


ü Tensione al limite elastico (valore caratteristico) fyk= 15 MPa

DOMANDA STRUTTURALE

1) Definizione dei carichi

Combinazione di carico allo stato limite ultimo

Fd = γ G Gk + γ QQk1 = 1.4 × 4 + 1.5 × 2 = 8.6 kN / m

Combinazione di carico allo stato limite di esercizio (combinazione rara)

Fd = Gk + Qk1 = 4 + 2 = 6 kN / m

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2) Effetto dei carichi

Stato limite ultimo (verifica di resistenza)

Determinazione del massimo momento flettente


ql 2 8.6 × 7 2
Md = = = 52.7 kNm
8 8

Stato limite di esercizio (verifica di deformabilità)

Determinazione della massima freccia (in mezzeria)


5ql 4
vd =
384EI x
BH 3 20 × 40 3
Ix = = = 106667 cm 4 = 10,67 ×10 − 4 m 4
12 12
5 × 6 × (7 × 1000) 4
vd = = 17,6 mm
384 × 10000 × 10,67 × 10 −4 × 1000 4

CAPACITA’ STRUTTURALE

Stato limite ultimo (verifica di resistenza)

Determinazione della resistenza a flessione (MRd)

B × H 2 f yk 0,20 × 0,40 2 15
M Rd = W × f yd = × = × × 10 −3 × 10 6 = 53,33 kNm
6 γM 6 1.5

σmax
M H M
σ max = = ⇒ M σ =σ max = W × σ max
I 2 W

σ max = f yd ⇒ M σ =σ max
= W × f yd = M Rd

VERIFICA DI SICUREZZA:

MRd=53,33 kNm > MSd=52,7 kNm verifica soddisfatta!!!!

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Stato limite di esercizio (verifica di deformabiltà)

Determinazione della freccia ammissibile (vmax)

In genere per le travi di solaio si assume vmax=l/200

Nel nostro caso:


l 7 × 1000
vmax = = = 35 mm
200 200
VERIFICA DI SICUREZZA:

vmax=35 mm > vd=17,6 mm verifica soddisfatta!!!!

VERIFICA DI RESISTENZA CON IL METODO DELLE TENSIONI


AMMISSIBILI

Combinazione di carico

Fd = Gk + Qk1 = 4 + 2 = 6 kN / m

Corrisponde ad uno stato limite di esercizio (combinazione rara)!!!!

Determinazione del massimo momento flettente


ql 2 6 × 7 2
Md = = = 36,75 kNm
8 8

Determinazione della massima tensione normale

M H M 36,75 × 106
σ max = = = = 6,89MPa
I 2 W 200 × 4002 6

Quale è il valore di tensione ammissibile σadm?


In genere σadm = fk/s con s=1,5÷5, in funzione del tipo di materiale come
specificato nelle relative norme di calcolo.

Ipotizzando per il nostro ipotetico materiale s=2,25, si ha:


σadm = 15/2,25=6,67 MPa < σmax verifica NON soddisfatta!!!!

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COMMENTI SUL METODO DI VERIFICA DELLE TENSIONI


AMMISSIBILI

È il più semplice ed antico approccio utilizzato nelle verifiche strutturali,


ancora previsto dalla normativa italiana.

Consiste nel paragonare le massime tensioni di lavoro che


sollecitano i diversi elementi strutturali con valori ammissibili, la cui
entità è determinata in funzione del materiale impiegato.

La determinazione dello stato di cimento della struttura è associata


ad ipotesi di comportamento elastico lineare dei diversi
materiali costituenti la struttura.

Mentre nel caso delle strutture ideali (ad es. di acciaio) il metodo
delle tensioni ammissibili è di più diretta ed immediata applicazione,
nel caso di materiali con comportamento non lineare esso viene
applicato su modelli comportamentali di derivazione semi-empirica.

Questo tipo di verifica presenta i seguenti svantaggi:

ü la verifica è soltanto di tipo tensionale, mentre è già stato notato


che le cause di disservizio strutturale sono di diverso tipo e non
sempre associate a condizioni di natura resistiva;

ü si limita il comportamento del materiale al solo campo lineare;

ü non si possono calibrare i coefficienti di sicurezza in funzione del tipo


di azione analizzata, anzi, tutte le cause di incertezza sono
conglobate in un unico valore, che opera indifferentemente sia nei
confronti delle azioni che delle resistenze;

ü i coefficienti di sicurezza non sono messi in relazione con la


probabilità di rovina della struttura;

Tuttavia, pur permanendo tutte le cause di incertezza e di perplessità


legate al criterio delle tensioni ammissibili, questo criterio non è
completamente da abbandonare, ciò per la sua immediatezza e semplicità
applicativa.

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QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

Le direttive fornite in materia di costruzioni in calcestruzzo armato sono


inquadrate dalla Legge:

L. 5 novembre 1971 n. 1086: Norme per la disciplina delle opere in


conglomerato cementizio armato normale e precompresso ed a struttura
metallica.

Inoltre, per le costruzioni ricadenti in zone sismiche, è in vigore la Legge:

L. 2 febbraio 1974, n.64: Provvedimenti per le costruzioni con


particolari prescrizioni per le zone sismiche.

Attualmente, le Norme tecniche cui rinviano le due leggi precedenti, sono


contenute nei seguenti decreti e relative circolari esplicative:

D.M. 09.01.1996, G.U. n.29 del 05.02.1996, Norme tecniche per il


calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato
normale e precompresso e per le strutture metalliche;

Circolare Ministeriale n. 252 del 15.10.1996 relativa al decreto


riguardante le Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo
delle strutture in cemento armato normale e precompresso e per le
strutture metalliche;

D.M. del 16.01.1996, G.U. n. 29 del 05.02.1996, Norme tecniche


relative ai Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei
carichi e sovraccarichi;

Circolare n.156 del 04.07.1996 relativa al decreto riguardante le


Norme tecniche relative ai Criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi;

D.M. del 16.01.1996, G.U. n. 29 del 05.02.1996, Norme tecniche per le


costruzioni in zone sismiche;

Circolare del 10.04.1997, istruzioni per l'applicazione delle Norme


tecniche per le costruzioni in zone sismiche.

D.M. del 14.01.2008, Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2008).

Circolare n. 617 del 02.02.2009 Istruzioni per l’applicazione delle


“Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al decreto ministeriali 14
gennaio 2008

Ai precedenti decreti devono essere affiancati, per alcuni aspetti particolari


ancora in vigore, i seguenti documenti:
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D.M. del 14. 02.1992, G.U. n.65 del 18.03.1992: Norme tecniche per il
calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato
normale e precompresso e per le strutture metalliche.

Tutta la: Normativa tecnica italiana è in accordo anche con le seguenti


Norme europee, che sono esplicitamente richiamate nei decreti
summenzionati:

Eurocodice 1, ENV 1991 (azioni sulle costruzioni).


Eurocodice 2, ENV 1992 (strutture in cemento armato)
Eurocodice 3, ENV 1993 (strutture in acciaio)
Eurocodice 4, ENV 1994 (strutture composte acciaio-calcestruzzo)
Eurocodice 5, ENV 1995 (strutture in legno)
Eurocodice 6, ENV 1996 (strutture in muratura)
Eurocodice 7, ENV 1997 (opere di fondazione)
Eurocodice 8, ENV 1998 (calcolo in zona sismiche)
Eurocodice 9, ENV 1999 (strutture in alluminio)

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Riferimenti bibliografici

1) G. Ballio & F.M. Mazzolani, Strutture in acciaio, Hoepli – capitoli 2 e


3.

2) P. Foraboschi, Elementi di Tecnica delle Costruzioni: progetto di


massima delle strutture civili, McGraw-Hill – capitolo 4.

3) E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, Vol. 1, – capitolo 9.

4) Ghersi, Tecnica delle Costruzioni: il cemento armato – capitoli 2 e 3.

5) M. Mezzina, Costruire con il cemento armato, Utet – capitolo 4.5.

6) E.F. Radogna, Tecnica delle Costruzioni, Vol. 3 “Sicurezza


strutturale, azioni sulle costruzioni, analisi della risposta”, Zanichelli
– capitoli 1 e 2.

7) E. Cosenza, G. Manfredi, M. Pecce, Strutture in cemento armato.


Basi della progettazione, Hoepli.

8) AICAP, Progettazione di Strutture in Cemento Armato Guida all’uso


dell'EUROCODICE 2 con riferimento alle Norme Tecniche D.M.
14.1.2008, Voll. 1 e 2.

Approfondimenti di studio

Uno tra i precedenti titoli.

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