Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
(1) Dal latino sus (porco) si ebbero susso, suzo, soczo, sosso, sozzo
ed altre varietà di scrittura e di pronuncia. Questa parola, o come so-
stantivo come aggettivo, era la più comunemente usata per ingiuriare
altrui.
(2) Guelfo era l'ingiuria politica del giorno quando la parte domi-
nante era ghibellina. Viceversa si troverà (jhibellino a titolo d' infamia
governando i guelfi.
78 S. BONGI
Tu seray anchora ucisso come foe Tigio tuo & andrai per
quella via che andò elgi, (1) et guardate da me che io te occidrò.
ti segarò le vene della gola, che tu non poi campire delle miei
mani che io non ti occida; se tu serai tanto ardito che tu vadi
fuora ad officio de mensurare (2), tu non torneray mai a casa.
(1) Il ricordare a titolo d' offesa le morti violente dei parenti, le non
fatte vendette e le pacificazioni, dicevasi improperio e si puniva come
delitto speciale. Nello statuto lucchese del 1308, tratta di ciò il cap. 50
del libro III, intitolato De pena improperantis homicidium vel pacem; et
putane.
(1) Allude al segno che portavano gli offesi, a ricordo della vendetta
da fare. Doveva questa memoria esser di diverse maniere, e forse il modo
tuttora usato di legarsi a dito un' offesa, ha origine da tale costume.
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 81
Io t' ucidròe, esci pur fuori di casa.... anche t' usidirò &
tallirocti lo nasso & aiutitine se tu puoi.
Sosa puctana, che tutto die lo figliuolo tuo te trova l' omini
adesso.
(2) Torcetta, come torcia si userebbe anche oggi nello stesso senso.
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 83
atto del 4341 (Potestà di Lucca, n.° 4736), dove è anche mentovata la
Regina, Cadonna moglie di Cecco Dini allora Re, e sono altri curiosi par-
Non te vergogni tue, eh' i' ò tolto fame a tua matre cento
volte.
Socze piictanelle ,
puctane , eh' avete tenuto bordello ad
Maiilia per le fosse e per le sciepi.
Vidi quella bagascia che ae marito & àne preso uno altro?
Sosso ribaldo ,
gaglioffo traytore, che convene che tu sia
vedesse morire.
risse fra i parenti, ed i loro nomi spesso compariscono nei libri criminali.
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 87
occhi della testa, che tristi facciano Dio i Pisani quando ne ri-
teneteno neuno, che non intagliòno tucti a pessi quanti Lucchesi
sono, fuore che ne fusseno quelli delle Sey Miglia.
E' conviene eh' io ti dia d' uno coltello, & di questo non
de puoi campare, a Tonta e dispecto tuo & aiutatene se ne
potessi.
4780).
4781).
I gridano Al lupo,
tre : al lupo delli garzoni I
Va, appiccati per la gola, sosso, acino (2), leito (3), non
sa r omo che tu ti sii !
4785).
Io arò uno tuo pari che ti darà d' uno fecciaiuolo per lo
volto.
Sozza puttana che tu se', che non v'à stalla a Lucca che
tu non abbi cercata per farti rimonare lo culo, che tu morrai
a lo spidale come fé' tuo padre, & fammi lo peggio che tu puoi.
4788).
ciderò.
peli adesso, & io ti troverò altro che qui, sie che non ci saranno
ispartitori.
Noi ti pagheremo sie , che anzi che sia uno mese , noi ti
degno.
converrà.
G. Tu ài a pigliare li libelli, poi verrai alla Corte.
G. Né libelli né imbasciata vo' pigliare, però che tu ne
menti per la gola, eh' io non ti debbo dare nulla.
del si no.
denari miei.
Tu, Vanni, se' guidatore di balle & in casa tua non ebbe
mai cavalieri, né tuo consorto, altri che legatori e guidatori di
balle.
fanti, che Dio le desse il male Dio e '1 malanno, ... che in-
nanti ch'ella ne venisse a marito, andava come fante.
Io ti farò cosa che tue serai sempre mai tristo & chiun-
cha bene ti vuole.
gola.
Nicolao del Tepa nelV atto d' assalire colla spada ser
Nicoloso lacohiicci da Sarzana officiale sopra la farina,
1354 (P. L. 4833).
Officiale di Borghicciuolo.
delle vigne e dell' altre cose, e di qui a pogo non à molto (1)
(1) Questo par che fosse un modo avverbiale significante che non
passerà molto tempo.
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 99
Via, macto, u' vai ? che serai tagliato a pessi, non v'an-
dare!
t' ucida.
trui.
buoni homini & le buone donne di questa terra & poi fé' di-
pingere le chiese per esser tenuto buono homo . . . , e se' un
asino che vale meno d' uno mulo.
non mi manicherai.
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 101
Voi faite come traditori che voi sete, che ci volete tollero
per forza la casa che ae comprato Puccino Amici nosso. Ma
voi ce lo devevate dire innanti che la comprasse.
E Puccino ai due che sopra: Andate che voi siate ucisi
come fue Benetto delle Serre.
« alV arme, air arme » per cui trasse gente, 1357 (P. L.
4854).
podestà.
Antonio console. Io noi posso menare, imperò che non
ci sono i vicini miei, menalo pur tu.
4868).
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 105
Tue non lo merai & fami lo pegio che tue poi, che quando
tue sarai fuora dell' officio, io ti ne pagherò.
allarme, allarme I
(1) Esser donna di preti pretessa, e aver figliuoli di preti era in-
giuria frequente, a Vocando ipsam Nesem rolìana e pretessa », in altro
libro del Podestà di Lucca, n.° 4910, e. 85.
INGIURIE, IMPEOPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 109
Ttir. Voi fate male a voler far qui fortessa, che forse
non sono contenti li signori nostri di Pisa et anco li vicini che
ci sono.
parecchie modi.
Stef, Or bene io tei ricorderò altro' (1).
— Voi avete fatto male a darli, perchè elli era tale qual voi.
— Vuoindello aitare tu?
— Io r aiterei et vogliolo aitare.
Sosso traditore & falso & falsario che tu se' , rio homo
traditore !
specto, & se vieni fuora pagherò uno deratale (1) di vino tra
me & te.
tagliò il viso e cavòti l' occhio , che non t' ae tagliato l' altro
Tu, che non hai fatto com' io ? che alle guagnela non ci
4912).
il capo a lìgliuolto.
vorrò.
signoria di Pisa!
contado, che ogni cosa farò ardere e brugiare alla giente che
viene, che tutti sarete pagati.
E' conviene che io t' occida, che posso e voglio, & se non
mei cridi becco che tei mostro. E toltosi dì seno una spada
a due tagli: Se non fosse che se' compare di mio padre, io
t' uccidù"ìa con questo cutello.
(1) Era stato Capitano in Lucca per i Pisani negli ultimi tempi della
loro dominazione e lasciatavi fama di uomo crudelissimo.
(2) Questo dialogo fu trascritto da un notaio di San Genesio, e se-
condo il suo dialetto.
118 S. BONGI
cia che tu se', va, sta in sulla piazza co li altri baractieri come
tu se' usato.... Sozzo acino sanguinente che tu se'.... Tu fraudi
Io Comune di Lucha & metti le pelliccie e le pance & non
paghi may gabella.... Tu m' ài rocta la pace, alle vagnella eh' io
te ne pagherò.
te cavarò 1' ochio dt non te ne potrai aitare, che hai tanta ver-
gogna in sul naso (1) che non te ne leverai mai.
(1) Questa allusione ad un segno sul naso, in quelli che non avevano
vendicato le offese, si trova anche in altri documenti.
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 121
4947).
sia dentro !
spendere.
1559).
Elli è venuto già caso che delli antri bergamini sono stati
Sopra Io facto dello stimo non dir cosa niuna per quanto
ài cara la vita.
questa contrada.
hanno processi contro Galiotta Lope di Tolosa (137/t n.° 4974), Isabetta
e Lisa di Fiandra e Agata di Gand (1375 n.° 4979), Margherita Nicolai
della Magna e Giannetta di Francia (1379 n.° 498G), ecc.
4968).
(1) Ecco per ora^ allora, usato in diversi dialetti del centro d'Italia.
126 S. BONGI
vuole.
Peruccio Puccini detto Pinzano di Pedona contro
vere ingiurie.
INGIUEIE, IMPEOPEKI, CONTUMELIE ECC. DEL TKECENTO ITI
Paolo. Io non berrei con alcuno cattivo huomo come sei tu.
guardare.
Giovanni. Tu non l' avrai, per ciò che tu sappi fare, eh' io
te ne curo meno che la fece del culo.
impisciare (1).
mio, che se tu fussi altro' come se' qui, io ti farei buono ho-
mo Tu ài pappato e leccato lo mio & hai mangiato pol-
lastri & uova & non mi vuoi pagare.
parli più.
siamo andati & tornato al tuo dispecto & di chi te volesse ai-
tare, cS; così faremo a ugni nostra posta, & va & ricorri a qua-
INGIURIE, IMPROPERI, CONTUMELIE ECC. DEL TRECENTO 133
vuole, & sappi tu & elli se ve ne potete aitare; & non ostante
che io abbia qui le campora, io farò la vostra via per andare
al mio campo, per bene eh' io possa andare per lo mio , vegli
Finuccia. Troia che tu se', che fusti trovata con uno homo
e se' degna di esser menata alSambuco (1).
Gemma. Non son fatta come mammata che faceva e fe-
ce H figliuoli bastardi.