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CHOPIN, PRELUDIO OP. 28 N.

24

Antonio Grande (Conservatorio di Coimo)



Nel Preludio op. 28 n. 24 di Chopin una prima parte (A), di carattere espositivo, si estende fino a
batt. 37 e si articola in due sezioni di 19 battute ciascuna (1-19 e 19-37), di cui la seconda ripete la
prima una 4a sotto. Sembrerebbe che la ripete “alla dominante” perché da batt. 19 siamo in la min.,
che è la 5a (sopra) della tonalità di base, ma non è del tutto corretto. Ciò perché tutte le tonalità di
questa prima sezione si succedono secondo una regola ben precisa, con l’alternanza di due sole
operazioni, la R e la L, in un’equilibrata e compatta alternanza tra minori e maggiori come
progressione diatonica di 3e.

d F a C e
batt. 1 15 19 33 37

R L R L

Può essere utile seguire la successione delle armonie direttamente sul Cube Dance (Fig. 1). La
tonalità iniziale del brano si colloca alle ore 4 dell’orologio virtuale, successivamente vengono
toccate le ore 2, 1, 11, 10, con verso antiorario.
Giunti nella tonalità di mi minore, a batt. 37 (ore 10), siamo nel punto di transizione tra la prima
parte (A) e la seconda (B). Da qui la regolarità si spezza: le trasformazioni tonali prendono un altro
verso (da antiorario ad orario) utilizzando terze maggiori che introducono qualche cambiamento
cromatico1, (secondo un ciclo LP), e si producono passaggi non diatonici, come D♭/d♮.
Ossia:
e c ++ d
A♭ D♭
b. 37 39 41 43 47 51

LP L DOM ------- S ------- >

Si crea una sonorità particolare, caratterizzata dalla triade aumentata che opera su un doppio piano:
sia sintattico che espressivo. Espressivo per l’atmosfera caratteristica che si produce. Sintattico
perché questa triade viene usata come mezzo di articolazione di alcuni delicati passaggi strutturali:
a batt. 38 la triade mi♭-sol-si♮ serve a congiungere il mi min con cui si chiude la Sezione A (spostando
di semitono mi♭ a mi♮) al do min dell’inizio Sezione B (spostando di semitono si a do). Ma
soprattutto, la triade aumentata (re♭-fa-la♮) è la sonorità, prolungata per quattro battute (da 47 a
50), che riaggancia il re min iniziale (b. 51) tramite lo spostamento di semitono il re♭ a re♮.


1
Da mi min si va a DoM diatonicamente (senza necessità di aggiungere alterazioni), mentre si va a do min
cromaticamente (introducendo il mib).

Fig. 1 – Cube Dance

Nessuna dominante viene usata allo scopo, e questo è l’aspetto più caratteristico e innovativo del
brano. In pratica, il momento più cruciale per un pezzo tonale, il ritorno della tonalità iniziale, si
gioca tutto entro una legge di efficienza lineare (ossia di “minimi spostamenti” che regolano la
successione degli accordi): la triade di Re♭M (46) si “deforma” diventando Re♭ aumentato (47); da
qui il passo successivo è muovere il re♭ (che Chopin alla fine riscrive come do#) a re♮ (48), e il gioco
è fatto. In senso neo-riemanniano la triade aumentata è il punto intermedio di una trasformazione
S (Slide) che porta D♭ in d♮ (re♭-fa-la♭ diventa re♮-fa-la♮)2.
Sul Cube Dance, come si è detto, la svolta di questa seconda Sezione è ben visibile perché si inverte
il senso di marcia: da antioriario diventa orario. Si susseguono le seguenti ore: 9, 10, 11, 2 e 4. La
stazione all’ora 9 – che corrisponde alla triade E♭ aumentata, di batt. 38, nella fase iniziale della 2a
sezione - rappresenta il massimo allontanamento dalla tonalità di base, re min (ora 4), che viene
riconquistata solo a batt. 51.
Da qui infine, in una drammatica intensificazione di suono e di scrittura, ha inizio una terza
fase (C) – tutta costruita su re min - che porta il brano alla conclusione, dopo una Coda di 12 battute.
In pratica la sezione C, benchè la più ricca in termini espressivi, con le sue doppie terze o la melodia
in ottave, stabilizza il re min, confermandolo attraverso l’impiego di strumenti armonici
convenzionali: 6e aumentate (bb. 54-56), una dominante prolungata (8 battute, tra quarta e sesta


2
La trasformazione Slide (S) mantiene la 3a fra due triadi a distanza di semitono. Ad esempio: DoM à do#min
è una trasformazione S perché rimane fermo il mi, comune ad entrambe le triadi, e si spostano di semitono
do e sol per diventare do# e sol#. Nel nostro caso la relazione S riguarda D♭àd♮.
e dominante con 7a: bb. 57-65), un’enfasi sulla sensibile (a batt. 64), un pedale di tonica (da batt.
65).
Per riassumere, ciò che emerge sul piano formale è l’impiego di 3 differenti materiali di costruzione:
a) uno iniziale, basato su un ciclo (parziale) di terze diatoniche (bb. 1 – 37);
b) uno centrale più “spinto”, con sostituzione del diatonismo a favore di una relazione di terze
maggiori, con il ricorso alla triade aumentata (presente sia in superficie, come strumento di sonorità
particolare, che come strumento per passare tra varie triadi). Con una triade aumentata, estesa per
4 battute (bb. 47-50), si costruisce addirittura la cadenza strutturale del brano, che riporta in tonica,
senza passare dalla Dominante;
c) infine si ha una terza parte che si muove entro un re minore del tutto convenzionale.
La Tabella 1 riassume queste caratteristiche.

Batt. Sezione Materiali
1 - 37 A Armonia per 3e diatoniche, frammento di ciclo RL
37 - 51 B Armonia per 3e cromatiche, frammento di ciclo LP,
impiego della triade aumentata, trasformazione S
51 - 77 C (con Coda) Armonia convenzionale, funzione cadenzale in re minore.

Tabella 1 – Distribuzioni di Sezioni e tipi di Materiale nel Preludio op. 28 n. 24

É un caso interessante di una forma che nasce dalle caratteristiche stesse del materiale. Si parte da
una sezione più tranquilla, con un’armonia per 3e diatoniche (armonia neo-riemanniana), ed è la
parte A; si chiude su un’armonia convenzionale (parte C); a sua volta (A) produce una differente
declinazione del materiale: le 3e Maggiori, la triade aumentate, la trasformazione S: una parte
dunque più cromatica. Ed è la sezione B.
Si formano delle contrapposizioni, su differenti livelli di profondità (Fig. 2): una riguarda una certa
armonia (in Fig. indicata con H) – neo-Riemanniana (Sez. A e B) vs convenzionale (Sez. C) – un’altra
riguarda l’uso di un differente materiale per la prima di esse (nelle Sez. A e B).

Fig. 2 – Schema formale per il Preludio op. 28 n. 24 di Chopin

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