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LUGLIO 2001
Eurocode 3
Design of steel structures
Part 1-5: General rules - Supplementary rules for planar plated structures without
RELAZIONI NAZIONALI
Le norme sperimentali sono emesse, per applicazione provvisoria, in campi in cui viene
avvertita una necessità urgente di orientamento, senza che esista una consolidata espe-
rienza a supporto dei contenuti tecnici descritti.
Si invitano gli utenti ad applicare questa norma sperimentale, così da contribuire a fare
maturare l'esperienza necessaria ad una sua trasformazione in norma raccomandata.
Chiunque ritenesse, a seguito del suo utilizzo, di poter fornire informazioni sulla sua appli-
cabilità e suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato
dell'arte in evoluzione è pregato di inviare, entro la scadenza indicata, i propri contributi
all'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
1 GENERALITÀ 1
1.1 Scopo e campo di applicazione ........................................................................................................ 1
1.2 Distinzione fra principi e regole di applicazione ....................................................................... 1
1.3 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 1
1.4 Definizioni...................................................................................................................................................... 1
1.5 Simboli ............................................................................................................................................................ 2
2 BASI DI PROGETTO 3
2.1 Modellazione per l'analisi globale elastica .................................................................................. 3
2.2 Verifica della resistenza delle sezioni trasversali .................................................................... 3
figura 2.1 Sezioni trasversali di classe 4 - forza assiale .................................................................................... 4
figura 2.2 Sezioni trasversali di classe 4 - momento flettente .......................................................................... 5
NOVEMBRE 1997
Eurocode 3
EUROPEAN PRESTANDARD Design of steel structures
Part 1-5: General rules - Supplementary rules for planar plated structures without
transverse loading
Eurocode 3
PRÉNORME EUROPÉENNE Calcul des structures en acier
Partie 1-5: Règles générales - Règles supplémentaires pour les plaques planes,
raidies ou non, chargées dans leurs plan
Eurocode 3
EUROPÄISCHE VORNORM Bemessung und Konstruktion von Stahlbauten
Teil 1-5: Allgemeine Bemessungsregeln - Ergänzende Regeln zu ebener
Blechfelder ohne Querbelastung
DESCRITTORI Struttura di acciaio, acciaio strutturale, elemento metallico piatto, criterio di cal-
colo, resistenza meccanica, carico, forza
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
© 1997 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
1.4 Definizioni
Ai fini della presente norma si applicano le seguenti definizioni:
1.4.1 sforzo critico elastico: Sollecitazione in corrispondenza della quale un elemento diventa
instabile secondo la teoria elastica applicata in regime di piccoli spostamenti.
1.4.3 sezione trasversale efficace: Sezione trasversale ridotta per gli effetti dell'instabilità locale
e della diffusione per taglio del carico ("shear lag").
1.4.5 lastra ortotropa: Struttura ottenuta per composizione di elementi nominalmente piani (piat-
ti), irrigiditi o non, collegati tra loro.
1.4.6 irrigidimento: Una piastra o un profilo attaccato ad una piastra allo scopo di impedirne l'in-
stabilità locale o di rinforzarli nei riguardi di carichi concentrati. Un irrigidimento si definisce:
- longitudinale se la sua direzione è parallela a quella dell'elemento;
- trasversale se il suo asse è perpendicolare a quello dell'elemento.
1.4.8 pannello d'anima (o subpannello): Pannello non irrigidito circondato da flange o irrigidimenti.
1.5 Simboli
(1) Vengono usati i seguenti simboli, complementari a quelli forniti nella ENV 1993-1-1:
Asl area totale di tutti gli irrigidimenti longitudinali presenti all'interno della lar-
ghezza b0 della flangia, vedere 3.1(1);
Ast area della sezione trasversale lorda di un irrigidimento trasversale;
Aeff area della sezione trasversale efficace, vedere 2.2.2(2);
b larghezza del piatto;
bw luce libera tra due saldature;
beff larghezza efficace nei riguardi dello "shear lag" elastico;
FSd forza trasversale di progetto;
ƒyd resistenza allo snervamento di progetto ƒy/γM1 o ƒy/γM0 secondo la ENV
1993-1-1. Ulteriori pedici ƒ e w indicano rispettivamente ala e anima;
hw altezza libera dell'anima compresa tra due flange;
Leff lunghezza effettiva nei riguardi della resistenza a forze trasversali, vedere
4.4.3(1);
Mƒ,Rd momento resistente plastico di progetto della sezione costituita solo dalle
ali;
Mpl,Rd momento resistente plastico di progetto di una sezione (indipendente-
mente dalla classe di appartenenza della sezione stessa);
MSd momento flettente di progetto;
NSd sforzo assiale di progetto;
t spessore;
teff spessore efficace nei riguardi dell'instabilità da taglio (vedere 4.3.2);
VSd forza di taglio di progetto;
Weff modulo di resistenza efficace della sezione, vedere 2.2.2(3);
β fattore che definisce la larghezza efficace nei riguardi nello "shear lag"
elastico, vedere 3.2(2);
η rapporto tra la resistenza a taglio e la resistenza allo snervamento in tra-
zione;
γM,ser fattore parziale di sicurezza per la resistenza agli stati limite di servizio.
(2) Ulteriori simboli vengono definiti non appena sono utilizzati.
σ z, Ed F Sd
η 2 = ------------
- = ---------------------- ≤ 1,0 [2.2]
ƒ ywd ƒ ywd L eff t
τ Ed V Sd
η 3 = ----------------------------
- = ----------------------------------- ≤ 1,0 [2.3]
χ υ ƒ ywd ⁄ 3 χ υ ƒ ywd ⁄ 3 bt
dove:
Aeff è l'area della sezione trasversale efficace secondo 2.2.2(2);
b è la larghezza del piatto (per un'anima la distanza libera fra le due flange
hw);
eN è lo spostamento della posizione dell'asse neutro, vedere 2.2.2(2);
FSd è la forza trasversale di progetto;
ƒyd è la resistenza allo snervamento di progetto ƒy/γM1 o ƒy/γM0 secondo la
ENV 1993-1-1. Ulteriori pedici ƒ e w indicano rispettivamente ala e anima;
Leff è la lunghezza efficace per la resistenza alle forze trasversali, vedere
4.4.3(1);
MSd è il momento flettente di progetto;
NSd è la forza assiale di progetto;
t è lo spessore del piatto;
VSd è la forza di taglio di progetto, comprensiva del taglio dovuto alla coppia;
Weff è il modulo di resistenza efficace della sezione, vedere 2.2.2(3);
χυ è la funzione di resistenza per l'instabilità da taglio, vedere 4.3.2.
3 EFFETTI DELLA DIFFUSIONE PER TAGLIO DEL CARICO ("SHEAR LAG") SULLA DI-
STRIBUZIONE DEGLI SFORZI E SULLA RESISTENZA
3.1 Generalità
(1) Lo "shear lag" nelle flange può essere trascurato a patto che risulti b0 < Le/20, do-
ve la larghezza della flangia b0 è assunta pari alla lunghezza della flangia esterna
o a metà della larghezza di un elemento interno e Le è la distanza tra due punti di
nullo del momento flettente, vedere 3.2(2).
(2) Laddove tale limite venga superato si raccomanda di considerare gli effetti dello
"shear lag" nelle flange per la verifica degli stati limite di servizio e di fatica adope-
rando una larghezza efficace calcolata secondo il punto 3.2 ed una distribuzione
di sforzi calcolata secondo il punto 3.3. Per la verifica allo stato limite ultimo può
essere adottata una larghezza efficace valutata secondo il punto 3.5.
(3) Si raccomanda di determinare gli sforzi in regime elastico trasmessi dalla flangia
all'anima per effetto dell'introduzione di carichi locali secondo il punto 3.4. Requi-
siti possono essere ricavati dagli altri Eurocodici.
3.2 Larghezza efficace ai fini della diffusione per taglio del carico ("shear lag") agli stati
limite di servizio e di fatica
(1) Si raccomanda di determinare la larghezza efficace beff legata all'effetto dello
"shear lag" in condizioni elastiche con l'espressione:
b eff = β b 0 [3.1]
≤ 0,02 β = 1,0
(0,02) - 0,70 Zone con momento tendente le fibre 1
inferiori β = β 1 = --------------------2
1 + 6,4κ
se = l ƒ + 2t ƒ
dove:
Ast,1 è l'area della sezione trasversale lorda degli irrigidimenti per unità di lar-
ghezza, cioè l'area dell'irrigidimento divisa per l'interasse tra gli irrigidi-
menti;
Ast,0 è l'area della sezione trasversale lorda degli irrigidimenti che sono diret-
tamente caricati portando in conto una diffusione dei carichi nel rapporto
1:1 lungo lo spessore della flangia.
figura 3.4 Introduzione dei carichi nel piano
Legenda
1 Irrigidimento
2 Distribuzione di sforzo semplificato
3 Distribuzione di sforzo reale
4.1 Generalità
(1) Si raccomanda di considerare l'instabilità locale dovuta agli sforzi di compressione
in direzione longitudinale attraverso l'impiego di una sezione trasversale efficace
come esposto al punto 4.2. Tale procedura è applicabile alle sezioni di Classe 4,
secondo la definizione data al punto 5.3.2 della ENV 1993-1-1. Si raccomanda
inoltre di considerare l'effetto combinato dello "shear lag" e dell'instabilità locale
secondo il punto 3.5.
(2) Si raccomanda di considerare l'effetto dell'instabilità locale sulla resistenza all'in-
stabilità globale e all'instabilità flesso-torsionale attraverso i punti 5.5.1.1 e 5.5.2
della ENV 1993-1-1 adoperando le sezioni efficaci derivate qui di seguito.
(3) Si raccomanda di determinare la resistenza dei piatti all'instabilità da taglio secon-
do il punto 4.3.
(4) Si raccomanda di determinare la resistenza alle forze trasversali concentrate se-
condo il punto 4.4.
beff = ρb
be1 = 0,5 beff
be2 = 0,5 beff
1>ψ≥0
beff = ρb
2 b eff
be1 = ------------
5–ψ
be2 = beff - be1
ψ<0
beff = ρbc = ρb / (1 - ψ)
be1 = 0,4 beff
be2 = 0,6 beff
Fattore di instabilità kσ 4,0 8,2 7,81 7,81 - 6,29 ψ + 9,78 ψ2 23,9 5,98 (1 - ψ2)
------------------------
1,05 + ψ
In alternativa per 1 ≥ ψ ≥ - 1:
16
k σ = ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
0, 5
-
2
[ ( 1 + ψ ) + 0,112 ( 1 + ψ ) ] + ( 1 + ψ )
beff = ρc
ψ<0
ψ = σ2 / σ1 1 0 -1 1≥ψ≥-1
Fattore di instabilità kσ 0,43 0,57 0,85 0,57 - 0,21ψ + 0,07ψ2
1>ψ≥0
beff = ρc
ψ<0
4.2.2.1 Generalità
(1) Si raccomanda che le proprietà della sezione trasversale efficace di sezioni di
Classe 4 con irrigidimenti longitudinali vengano basate sulle aree efficaci degli
elementi compressi. Se i piatti hanno spessore costante le aree efficaci possono
essere determinate secondo i punti 4.2.2.2, 4.2.2.3, 4.2.2.4 o 4.2.2.5. Il metodo
descritto in 4.2.2.2, 4.2.2.3 e 4.2.2.4 si riferisce alle flange ma può essere adope-
rato in via approssimata anche per le anime. Il metodo in 4.2.2.5 può essere usato
sia per le flange, sia per le anime.
(2) Si raccomanda anche di applicare le regole fornite ai punti 4.2.1(4)-(7).
(3) Allo scopo di considerare l'instabilità locale tra irrigidimenti, si raccomanda di cal-
colare in una prima fase l'area efficace Aeff a partire da un coefficiente di riduzione
ρpan per ciascun pannello d'anima. Si raccomanda poi in una seconda fase di
schematizzare il pannello attraverso una piastra ortotropa equivalente e di calco-
lare per questa il fattore di riduzione ρc dovuto all'instabilità globale dell'intera pia-
stra.
βA ƒy
λρ = -----------
- [4.8]
σ cr, p
con:
A eff
β A = --------
-
A
dove:
A è l'area lorda della parte compressa del piatto irrigidito;
Aeff è l'area efficace della stessa parte del piatto tenendo conto dell'instabilità
locale del pannello d'anima, vedere 4.2.2.2.
(4) Il fattore di riduzione ρ per la piastra equivalente è ottenuto dal punto 4.2.1(3).
(5) Si raccomanda di assumere il carico critico elastico di colonna σcr,c della piastra
equivalente come il carico di instabilità della stessa piastra con gli appoggi lungo
i bordi longitudinali rimossi. In caso di compressione uniforme σcr,c può essere ot-
tenuto dalla formula:
2
π Elx
σ cr,c = --------------
2
- [4.9]
Aa
dove:
Ix è il momento di inerzia dell'area lorda della parte compressa del piatto ir-
rigidito relativamente alla flessione in direzione longitudinale.
(6) Un gradiente di sforzo lungo il piatto può essere considerato attraverso l'uso di
una larghezza efficace. Il punto 5.5.2.4(8) della ENV 1993-2 può essere usato con
γ = 0. L'equazione [4.9] può essere adoperata come approssimazione cautelativa
se esiste un gradiente di sforzo lungo il piatto.
(7) La relativa snellezza di colonna per la piastra λc equivalente è definita come:
βA ƒy
λc = ------------ [4.10]
σ cr,c
I
i = ---x- [4.12]
A
e è la più grande distanza dai rispettivi baricentri della piastra e dell’irrigidi-
mento su un solo lato (o dei baricentri di uno dei rinforzi se presenti da en-
trambi i lati) all’asse neutro della piastra irrigidita;
α0 = 0,34 per irrigidimenti con sezione cava;
= 0,49 per irrigidimenti con sezione aperta.
Nota Il fattore αe tiene conto di una imperfezione (freccia iniziale) pari a a/500.
(9) Si raccomanda di ottenere il fattore di riduzione finale ρc per interpolazione tra χc
e ρ secondo la:
ρ c = ( ρ – χ c )ξ ( 2 – ξ ) + χ c [4.13]
dove:
σ cr, p
ξ = ----------
-–1 [4.14]
σ cr,c
Si raccomanda di non assumere il parametro ξ minore di 0 o maggiore di 1.
dove:
Asl,eff è l'area della sezione trasversale efficace di tutti gli irrigidimenti longitudi-
nali calcolata in base al punto 4.2.1(3);
bc,pan è la larghezza della parte compressa di ogni pannello d'anima;
ρpan è il fattore di riduzione per ogni pannello d'anima [vedere punto 4.2.1(3)].
(3) La riduzione di area della parte compressa attraverso ρc può essere assunta co-
me una riduzione uniforme conservando la geometria globale.
(4) Si raccomanda di assumere come area della sezione trasversale efficace della
zona tesa dell'elemento piano irrigidito l'area della sua sezione lorda.
(5) Si raccomanda di calcolare il modulo di resistenza Weff della sezione efficace divi-
dendo il momento di inerzia della sezione trasversale efficace per la distanza del
suo baricentro dal punto medio della flangia.
4.3.1 Basi
P(1) Piatti aventi bw/t maggiore di 72 ε/η nel caso di anima non irrigidita, o maggiore di
31ε k τ ⁄ η nel caso di anima irrigidita, devono essere verificati nei riguardi dell'in-
stabilità a taglio e devono essere provvisti di irrigidimenti trasversali sugli appoggi.
Per il simbolo η vedere 4.3.3.(1) e per kτ vedere 4.3.3.(3).
(7) Nel caso di anime con irrigidimenti longitudinali si raccomanda di assumere il pa-
rametro di snellezza λw non minore di:
b w1
λ w = -----------------------------
- [4.26]
37,4ε t k τ1
dove il coefficiente critico kτ1 si riferisce al più grande subpannello avente lun-
ghezza a e profondità bw1, vedere figura 4.6. L'appendice A.3 può essere usata
con kτst = 0.
figura 4.6 Anima con irrigidimenti trasversali e longitudinali
Legenda
1 Irrigidimento trasversale
2 Irrigidimento longitudinale
4.3.5 Irrigidimenti
4.3.6 Saldature
(1) Le saldature possono essere dimensionate per il valore nominale dello scorrimen-
to da taglio VS/hw se VS non è maggiore di χwƒywdhwt/ 3 . Per valori maggiori si rac-
comanda che la saldatura fra le flange e l'anima sia progettata per uno scorrimen-
to da taglio pari a ηƒywt/ 3 , a meno che lo stato tensionale non venga esaminato
in dettaglio.
4.4.1 Basi
(1) La resistenza di un'anima irrigidita o non irrigidita alle forze trasversali applicate
attraverso una flangia è fornita in 2.2.1(2) con Leff determinato dalle seguenti re-
gole, applicabili a travi laminate o saldate, a patto che le flange siano tenute in po-
sizione in direzione laterale dalla loro stessa rigidezza o da controventature.
(2) Si raccomanda di distinguere fra tre tipi di applicazione del carico, secondo lo
schema riportato di seguito:
a) Forze applicate attraverso una flangia ed equilibrate da forze di taglio nell'ani-
ma, vedere figura 4.7 a);
b) Forze applicate ad una flangia e trasferite attraverso l'anima direttamente
all'altra flangia, vedere figura 4.7 b);
c) Forze applicate attraverso una flangia vicina ad un estremità non irrigidita, ve-
dere figura 4.7 c).
(3) Per travi a sezione scatolare con anime inclinate si raccomanda di verificare sia
l'anima, sia le flange. Le forze interne da prendere in considerazione sono le com-
ponenti del carico esterno nel piano dell'anima e della flangia rispettivamente.
(4) Si raccomanda, inoltre, di considerare l'effetto delle forze trasversali sulla resisten-
za a flessione dell'elemento, vedere 2.2.3.2.
figura 4.7 Coefficienti di instabilità per differenti tipi di applicazione del carico
2 2
hw hw ss + c
kF = 6 + 2 kF = 3,5 + 2 kF = 2 + 6 ≤6
a a hw
l y t w ƒ yw
λF = ------------------ [4.34]
F cr
3
t
F cr = 0,9 k F E -----w- [4.35]
hw
(2) Si raccomanda di calcolare il fattore kF dalla figura 4.7 ed ly dal punto 4.4.4.
h 2
m 2 = 0,02 -----w- ; se λ F > 0,5 m 2 = 0 [4.37]
tƒ
Per travi a sezione scatolare, si raccomanda che il termine bƒ nell'equazione
[4.36] venga limitato a 25 tƒ su ogni lato dell'anima.
(2) Per i casi a) e b) nella figura 4.7, si raccomanda che ly venga ottenuto dalla formula:
(3) Per il caso c) si raccomanda che ly venga assunto come il valore più piccolo otte-
nuto dalle equazioni [4.38], [4.40] e [4.41]. Si raccomanda comunque di assumere
ss nella [4.38] pari a zero se la struttura che introduce la forza non segue la pen-
denza della trave, vedere figura 4.8.
2
k E t
l e = -----F- ------- -----w- ≤ s s + c [4.39]
2 f yw h w
l y = l e + t ƒ m1 + m2 [4.41]
h w ⁄ t w ≤ k ( E ⁄ ƒ yf ) A w ⁄ A fc [4.42]
dove:
Aw è l'area dell'anima;
Afc è l'area della flangia compressa.
Si raccomanda di assumere il fattore k come segue:
- Se si utilizza la rotazione plastica k = 0,3
- Se si utilizza il momento resistente plastico k = 0,4
- Se si utilizza il momento resistente elastico k = 0,55
(2) Se l'asse della trave è curvilineo, con la flangia compressa sulla faccia concava, si
raccomanda di verificare il seguente criterio:
A.1 Coefficiente di instabilità per piatti con irrigidimenti multipli direttamente caricati
(1) Per piatti irrigiditi con diversi irrigidimenti longitudinali equidistanti i coefficienti di
instabilità di piastra kσ,p possono essere approssimati da:
2 2
2[(1 + α ) + γ ] 0,25
k σ, p = ------------------------------------------
2
- se α < ( 1 + γ ) [A.1]
α (ψ + 1)(1 + δ)
4(1 + 1 + γ ) 0,25
k σ, p = ------------------------------------ se α > ( 1 + γ ) [A.2]
(ψ + 1)(1 + δ)
con
σ2
ψ = ------ > 0
σ1
Iχ
γ = ---- > 50
Ip
A
δ = ------sl-
Ap
α = a⁄b>1
dove:
Ix è il momento di inerzia dell'intero pannello per flessione nella direzio-
ne longitudinale;
3
bt
Ip è il momento di inerzia del piatto = --------------------------
2
-;
12 ( 1 – υ )
Asl è l'area lorda di tutti gli irrigidimenti longitudinali da soli;
Ap è l'area lorda del piatto = bt ;
σ1 è il massimo sforzo sul bordo;
σ2 è il minimo sforzo sul bordo;
a, b e t sono definiti nella figura 4.1.
A.2 Sforzo critico per l'irrigidimento assunto come una colonna fittizia vincolata dal piatto
(1) In caso di irrigidimento longitudinale singolo posto nella zona compressa ed igno-
rando gli irrigidimenti nella zona tesa, lo sforzo critico elastico di piastra è:
3
1,05 E I slt b
σ cr,p = ---------------- -----------------
- se a ≥ a c [A.3]
A b1b2
2
π E l sl E t ba
3 2
σ cr,p = ---------------
2
- + ----------------------------------------------
2 2
- se a ≤ a c [A.4]
Aa 4π [ 1 – υ ] Ab 21 b 22
2 2 3 0,25
a c = 4,33 [ I slb1 b 2 ⁄ ( t b ) ] [A.5]
dove:
A è l'area lorda della colonna fittizia;
Isl è il momento di inerzia della sezione trasversale lorda della colonna fitti-
zia definita al punto 4.2.2.5(2) intorno ad un asse baricentrico e parallelo
al piano della piastra;
b1, b2 sono le distanze dai bordi longitudinali all'irrigidimento (b1 + b2 = b).
dove:
a è la distanza fra gli irrigidimenti trasversali (vedi figura 4.6);
Isl è il momento di inerzia dell'irrigidimento longitudinale rispetto all'asse z,
vedere figura 4.6 b). Per anime con due o più irrigidimenti uguali, non ne-
cessariamente equidistanti, Isl è la somma delle rigidezze dei singoli irri-
gidimenti.