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scientifici internazionali fasulli". Ancora: "L'iscrizione obbligatoria alla banca dati Reprise e il
sistema di pagamento dei valutatori costituirebbero una significativa e indesiderabile spinta alla
burocratizzazione della ricerca". Per concludere, "penso che il documento andrebbe
semplicemente riscritto specificando fin dall'inizio gli obiettivi da raggiungere ed elencando con
un grado di dettaglio molto maggiore i metodi con cui si vogliono perseguire tali obiettivi". Punto
cruciale, l'indipendenza della valutazione: "Andrebbe definito in modo chiaro il rapporto tra
ministero e Agenzia di valutazione (che a mio avviso deve restare terza rispetto al ministero)".
Il rettore di Trieste ritiene "molto pericoloso delegittimare una struttura, certamente imperfetta,
senza avere progettato un sistema di valutazione alternativo nei minimi dettagli: se così fosse, a
vincere questa partita sarebbero coloro che la valutazione non la vogliono e che si sono sempre
opposti ad essa con tutte le armi possibili".
I quattro rettori del Nord-Est - Ca' Foscari e Iuav di Venezia, Verona e Padova - hanno provato a
sintetizzare in una lettera comune il loro punto di vista spesso simile a un disappunto. "L'attuale
sistema di valutazione", si legge, "può essere migliorato senza necessità di radicali mutamenti e
attribuendo maggiore rilevanza alla valutazione dei risultati rispetto alla valutazione delle
procedure. Quest'ultima è certamente suscettibile di semplificazione, ma non può essere
abbandonata: la solidità delle procedure e degli iter decisionali costituiscono, infatti, presupposti
fondamentali per il raggiungimento dei risultati".
L'Università di Salerno: "Con la Vqr il Sud è cresciuto"
C'è anche una voce del Sud, nel dibattito sulla valutazione. È quella del rettore dell'Università di
Salerno, Aurelio Tommasetti, convinto che "l'esperienza della Valutazione della ricerca abbia
avuto un valore strategico per gli atenei meridionali". Scrive Tommasetti: "Ci ha offerto una base
e uno stimolo per rinnovare modelli operativi del corpo docente e strategie efficaci per la
direzione degli atenei". Ancora, in modo chiaro: "E' necessario conservare questo nucleo centrale
di valutazione nazionale, l'autonomia e l'eccellenza dell'Agenzia di valutazione, per potere
operare con efficacia e soprattutto avere dati e risultati certificati". L'applicazione metodica della
valutazione ha prodotto, sostiene il rettore, "una maggiore mentalità competitiva, più aperta e
meno autoreferenziale, e si è progressivamente compresa la necessità di una verifica affidabile,
priva di logiche di arbitrarietà locali. Questa dinamica è servita a confrontarsi con standard e
indicatori internazionali, classificazioni e agenzie comprese, producendo un visibile
miglioramento della qualità della ricerca scientifica e del reclutamento". Infine: "I dati della Vqr
sono stati centrali per creare azioni di maggiore trasparenza e funzionalità nel governo degli
atenei e hanno consentito, per la prima volta. di creare algoritmi generali attraverso dati esterni e
certificati per spingere le strutture ad utilizzare al meglio le risorse interne: punti organico, borse
di dottorato, premialità favorendo mentalità maggiormente disponibili al merito ed alla qualità.
Non bisogna mai dimenticare le complicate condizioni di partenza da cui ci siamo mossi".
La Conferenza dei rettori sta elaborando un documento unitario in risposta alla lettera del capo
Dipartimento Valditara e al progetto di riforma della valutazione.