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Collegamenti:
- filettati
- smontabili non filettati
- chiodati
- saldati
Supporti per componenti rotanti (Cuscinetti)
Trasmissioni meccaniche
Letture su complessivi di macchine
Collegamenti
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I collegamenti smontabili (o temporanei)
Un collegamento si definisce smontabile quando le parti
unite possono essere separate e recuperate, ossia quando è
possibile disassemblare il collegamento senza danneggiare
gli elementi di collegamento e le parti collegate
Esempi di collegamento smontabile:
• Collegamenti filettati
• Chiavette
• Linguette
• Scanalati
• Spine coniche ed elastiche
• Chiavette trasversali
• Anelli elastici
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Classificazione dei collegamenti in base al
principio di funzionamento
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Collegamenti per attrito
L’accoppiamento vite-madrevite è molto diffuso tra gli organi
meccanici e svolge essenzialmente due funzioni:
- organo di trasmissione tra-
sformazione del moto rotato- - organo di collegamento
rio in moto di traslazione (vite per la trasmissione di uno sforzo
di manovra)
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Il tipo più diffuso di giunto rigido è il giunto a
dischi o a flange, la cui forma e dimensioni sono
normate dall'UNI
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Gli elementi filettati
Superficie filettata: superficie ottenuta facendo ruotare e tra-
slare di moto uniforme una figura piana (generatrice della
elicoide) a contatto con:
vite madrevite
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Collegamenti filettati: nomenclatura
VITE MADREVITE
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la vite
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Elementi principali di una filettatura
ph
tgϕ =
πd
• Elica: curva nello spazio descritta da un punto soggetto a due moti uniformi simultanei, circolare e
rettilineo, su una superficie cilindrica o conica
• Passo dell’elica Ph (o della filettatura o effettivo): distanza assiale tra due punti consecutivi
dell’elica che si trovano sulla medesima generatrice del cilindro o del cono
• Angolo di inclinazione dell’elica ϕ: angolo formato dalla tangente all’elica e da un piano
perpendicolare all’asse del cilindro o del cono
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Forma del filetto
Si definisce Profilo della filetta-
tura la figura piana risultante dalla
intersezione della superficie filet-
tata con un semipiano avente per
origine l’asse della vite (o della ma-
drevite) → può essere: triangolare,
a sezione trapezia, a dente di sega,
rettangolare, tondo,…
In genere il profilo triangolare è
quello comunemente usato nelle fi-
lettature di collegamento.
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Angolo del filetto α : angolo al vertice del triangolo generatore
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Filettatura ad n principi:
La filettatura generata dalla trasla-
zione elicoidale di un solo triangolo
si dice a 1 principio; quella generata
da n figure piane uguali contigue as-
sialmente sul medesimo elemento si
dice a n principi. Pertanto si defini-
sce il passo
Ph = P⋅n dove
n= numero di principi o filetti
Ph = passo della filettatura (o passo effet-
tivo)
P = passo del profilo (o passo apparente)
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Filettature metriche ISO: designazione
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Numeri normali Diametri nominali
10
10 = 1,25
20
10 = 1,12
40
10 = 1,06
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Filettature metriche ISO:
Caso 1: Unificate a passo grosso designazione
M diametro nominale (mm)
Esempio: M10
Esempio: 10x0.5 M
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Il profilo generatore è un triangolo isoscele
z = numero di principii
di designazione
Diametro nominale in pollici W
Diametro nominale in pollici x nu-
mero di filetti su una lunghezza as-
siale di 1’’ W
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Filettature GAS
Le norme UNI ISO 228 e UNI ISO 7 prevedono due tipi
di filettature GAS:
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Nelle filettature GAS il diametro nominale è convenzionale
nel senso che non corrisponde al diametro esterno della
filettatura ma è il diametro interno del tubo che porta all’e-
sterno la filettatura con quel diametro.
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Filettature GAS: designazione
1. Filettatura cilindrica per accoppiamenti non a
tenuta stagna sul filetto
G diametro nominale (pollici)
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2. Filettatura per tubazioni a tenuta stagna sul filetto
• Filettature interne Rp diametro nominale (pollici)
cilindriche
• Filettature interne Rc diametro nominale (pollici)
coniche
• Filettature esterne R diametro nominale (pollici)
coniche
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Filettature trapezie
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Filettature trapezoidali: designazione
Caso 1: filettatura ad un principio
Tr diametro nominale (in mm) x passo del profilo (in mm)
Esempio Tr 50 x 8
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Filettature a denti di sega
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Filettature per viti autofilettanti
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Rappresentazione delle filettature
La norma UNI EN ISO 6410 stabilisce una rappresentazione
convenzionale delle filettature
Filettatura in vista
• Linea continua grossa per la cre
sta del filetto e linea continua
fine per il fondo del filetto
• Linea continua grossa per i tratti di
inizio e fine filettatura
• Il filetto incompleto è rappresentato con due segmenti a 45° con linea
continua fine
• Nella vista perpendicolare all’asse la circonferenza indicante la cresta del fi-
letto viene rappresentata con linea continua grossa, mentre quella indicante il
fondo deve essere rappresentata per circa 3/4 con linea continua fine
• La distanza tra le linee dovrebbe essere approssimativamente uguale
all’altezza del filetto, e comunque tale da evidenziare chiaramente la dif-
ferenza tra le due linee.
• Si conviene di non rappresentare l’eventuale smusso di imbocco
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Filettature non in vista (madrevite )
• Secondo la norma UNI EN ISO 6410
le linee di cresta e di fondo vanno
rappresentate mediante linee a tratti
fini. Talvolta, per aumentare la chia-
rezza della rappresentazione, si utiliz-
za una linea tratteggiata grossa (tipo
E) per la cresta del filetto e una linea
tratteggiata fine (tipo F) per il fondo
del filetto.
• Per la vista perpendicolare all’asse
della filettatura la circonferenza indi-
cante la cresta del filetto viene rappre-
sentata con linea continua grossa,
mentre quella indicante il fondo deve
essere rappresentata per circa 3/4 con
linea continua fine
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MADREVITE IN SEZIONE
• La cresta ed il fondo del filetto
vanno disegnati con lo stesso
criterio indicato per le filettature in
vista
• La campitura deve terminare sulla
linea indicante la cresta del filetto
VITE IN SEZIONE
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Accoppiamento filettato
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Il collegamento filettato è un collegamento per attrito. La stabilità del
collegamento filettato è assicurata dall’attrito che si sviluppa fra le superfi-
ci dei pezzi da collegare, fra le superfici elicoidali dei filetti di vite e ma-
drevite ed anche fra la testa della vite e il suo contatto
A
P
[mm ] A =
2
σ amm
progetto
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Fabbricazione, rappresentazione e quotatura di un foro cieco
filettato
• Il foro cieco filettato termina
sempre con una superficie conica
rappresentata convenzionalmente
con un angolo di apertura di 120°
• La rappresentazione dei filetti
incompleti può essere omessa
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La lavorazione richiede più passate
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Le filettature si quotano con riferimento al diametro
nominale (ossia al diametro esterno)
Il testo di quota deve riportare la designazione della
filettatura
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Per disimpegnare l’utensile che genera la
filettatura di una vite è necessario prevedere
una gola sulla madrevite o una gola di scarico
sulla vite
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o di pressione
Grano di svito
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Vite Prigioniera
È senza testa e con le
estremità entrambe fi-
lettate (anche con pas-
so diverso)
La lunghezza di filettatura
del lato radice è sempre
inferiore a quella del lato
gambo
In genere l’estremità del
lato radice è smussata,
quella del lato gambo
bombata
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altezza m dei dadi e delle teste delle viti.
Si distinguono in
Comuni m = 0,8 s
Bassi m < 0,8 s
Alti m=s
s = larghezza del
dado
L’altezza del dado
va scelta in modo
che si abbia rot-
tura del gambo della vite prima di quella del filetto. La
esperienza ha mostrato che il rapporto m/s cresce
con il rapporto s/p. Pertanto per i dadi comuni il rap-
porto che rende adatta la scelta è s/p ≈ 10. Per passi
fini occorrono dadi più alti. Se il dado non realizza
questi rapporti si rompe prima della vite.
La testa della vite si rompe per taglio, quindi il limite
di resistenza si può assicurare per k = (0,4 – 0,5 ) s
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Dispositivi contro lo svitamento spontaneo
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0,75
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Classi di resistenza degli acciai da bulloneria e corrispondenza con i dadi
secondo la tabella EN 20898
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I collegamenti filettati: con Vite Mordente
1. La vite si impegna in un foro filettato (passante o cieco)
2. Nella piastra aderente alla testa della vite viene ricavato
un foro passante liscio con eventuale smusso di imboc-
co e con diametro maggiore del gambo della vite
3. La lunghezza di avvitamento deve risultare inferiore alla
lunghezza utile di filettatura della madrevite (foro cieco)
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I collegamenti filettati: con Bullone
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Osservazione
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I collegamenti filettati: con Prigioniero
1. Il prigioniero è forzato dal lato radice nel foro filettato
(passante o cieco), mentre nell’altro è praticato un foro
liscio passante di diametro maggiore di quello della vite
dal lato gambo
2. Il serraggio delle parti si realizza mediante il dado che si
avvita sulla parte filettata del lato gambo
3. La lunghezza di avvitamento del lato radice deve
risultare inferiore alla lunghezza utile di filettatura della
madrevite (foro cieco)