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Microfotografia di cellule della microglia ( rosa) che stanno aggredendo e fagocitando particelle
estranee. (Cortesia Susanne Wolf, MDC) In una serie di esperimenti sui topi, Susanne A. Wolf e
colleghi hanno prima osservato che nel cervello degli esemplari maschi le cellule della microglia
sono più numerose e hanno un corpo cellulare di maggiori dimensioni. In particolare, negli
esemplari adulti la differenza è particolarmente marcata nell’ippocampo, nella corteccia e
nell’amigdala, mentre è minima o nulla nello striato e nel cervelletto.
Successivamente, tracciando il profilo di espressione dei geni in queste cellule, hanno scoperto
una differenza ancora più rilevante: più di 1000 geni e 300-400 proteine sono infatti regolati in
modo diverso a seconda del sesso. “La microglia degli animali maschi – dice Wolf – sembra
essere sempre sul chi va là, pronta a intervenire rilasciando proteine pro-infiammatorie, di
attivazione delle cellule T e di attivazione dell’apoptosi”, il processo di morte programmata che
può essere innescato quando una cellula è molto danneggiata.
Nelle cellule della microglia femminile sono invece più attivi i geni e le proteine responsabili
della protezione delle cellule, come la riparazione del DNA. Questi risultati, osserva la Wolf,
sono in accordo con quelli ottenuti da un recente studio effettuato da ricercatori
italiani dell’Università di Milano e dell’UniversitàdiUrbino, in cui è stato dimostrato che “nei
topi maschi le cellule della microglia hanno fatto maggior fatica a contenere i danni di un ictus
indotto sperimentalmente rispetto alle cellule della microglia di topi femmine”.
Queste differenze, di cui i ricercatori cercheranno una conferma diretta anche negli esseri umani,
potrebbero influire sulla risposta alle terapie per le patologie cerebrali: ma potrebbero anche
concorrere a spiegare la differente incidenza nei due sessi di alcune malattie, come l’autismo, più
frequente nei maschi, e la sclerosi multipla, che invece colpisce più spesso le femmine.