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E non c’è pedagogia più costante e assoluta, in ogni civiltà, di quella che addestra i
suoi fanciulli (i barbari verticali) a controllare gli istinti, non solo la continenza ma
l’astinenza sessuale – ciò che il nostro saccente chiama “repressione”.
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ripugnanti commercia pedofili. Ma se costoro soddisfano “bisogni” leciti e naturali, c’è
qui una evidente contraddizione.
La “cultura” del sesso libero e naturale cui totalitariamente aderiscono le opinioni
pubbliche, i costumi ed anche il diritto e la pratica sociale “disinibita”, trova il suo
scacco nella gestione degli “immigrati” e dei “profughi”. Quasi tutti giovani maschi,
come soddisfare i loro “bisogni sessuali”? Ai quali, beninteso, hanno “diritto”. Come in
Svezia, anche a Macerata qualche operatrice dell’accoglienza pare essersi prestata a
soddisfare i bisogni, se ha dato un figlio allo stregone cannibale e satanista. In Svezia
come in Inghilterra si fa finta che afghani e maghrebini, pakistani e siriani, si
arrangino con ragazze consenzienti; il Germania si sono distribuiti loro ridicoli e
patetici manualetti per istruirli su “come si fa sesso da noi”; dando loro la precisa
nozione che le “vostre donne sono puttane infedeli”. Il risultato è, ovviamente, che in
Svezia la polizia non osa entrare in certi quartieri. Che in Inghilterra, un occasionale
articolo di giornale ci informa che la polizia denunciava un numero aumentato di
“stupri a punta di coltello”: 413 casi nel solo mese di marzo 2017, contro i 334 del
marzo dell’anno prima, e i 250 del marzo 2010. E’ la felicità sessuale che si fa strada
fra gli immigrati. Potrei evocare centinaia di articoli in tutt’Europa su questo tema. Mi
limito ad una:
“Le donne e i bambini rifugiati subiscono un rischio aumentato di violenza sessuale nei
campi d’accoglienza delle isole greche”. Lo dice la portavoce dell’UNHRC Cécile
Pouilly : “In questi centri, i bagni e le latrine sono posti vietati appena fa buio, per
donne e bambini. Anche l’uso del bagno durane
il giorno può essere pericoloso”.
Che si fa? Reprimere i bisogno dei giovani
maschi? Non sia mai. Si lascia cadere la
denuncia. La violenza continua.
Sei tu che hai voluto questo, saccentuolo
“liberato”, mica “Noi repressori”. I “disastri” li
provoca la liberazione, non la recessione. C’è
infatti un legame diretto e profondo tra sesso e
violenza, appena le donne diventano
“disponibili”, che i vostri media non vi Pe
raccontano. Avete distrutto la gentilezza, la r femministe e sinistri, è l’organo
cortesia, il pudore, la civiltà. E ci venite a fare la preposto alla conoscenza.
lezioncina.
Blondet, ho letto le prime righe del suo articolo è scopro una sintonia mai trovata, dal
non trattenermi dal segnalarvela; io non ho avuto tempo di leggermi il Marchede De
Sade ma avendo un suo testo ne aprii a caso 2 pagine le uniche che ho letto e la
provvidenza ha fatto il resto! nella prima pagina aperta a caso un monaco Aguzzino
discute con la sua vittia Justin il discorso che il De Sade mette in bocca all'aguzzino
ricalca fedelmente il commento fatto dal lettore , dobbiamo seguire i nostri istinti la
natura sa il fatto suo e non si aspetta altro che seguiamo le nostre pulsioni... nella
seconda pagina aperta a caso qualche capitolo piu avanti si racconta di come per puro
divertimento si costringe una sorella ad ammazzare l'altra sua sorella, 2 pagine aperte
a caso: il punto di partenza e il punto di arrivo di quella filosofia! ne piu ne meno di ciò
che dice Lei , tant'è che io considero il De Sade il miglior apologeta della propria fallacia.
Tentazioni simili di legittimare le pulsioni le troviamo in Lutero in Raspuntin persino in
Erasmo da Rotterdam e si riassumono nell'affermazione la natura sa il fatto suo che a
sua volta significa dire "il peccato non esiste" e invece il peccato esiste nella misura in
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cui la sensibilità semplice (piacere e dolore) è uno strumento imperfetto per individuare
le condizioni ideali alla vita, se razionalmente riconosciamo l'esistenza di cose che ci
piacciono ma ci fanno male, e di cose che ci fanno soffrire ma fanno bene, se
riconosciamo che non sempre le condizioni ideali alla vita sono piacevoli ma la
sensibilità a volte sbaglia (la droga ci piace ma ci uccide, la medicina può essere amara
ma ci salva) se riconosciamo l'incongruenza esistente in alcuni casi fra ciò che ci piace e
ciò che ci fà bene, ecco che abbiamo razionalmente e oggettivamente spiegato il
concetto di Peccato. La ragione stessa anche senza la rivelazione ci porta a quella
conclusione.