Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
SISTEMI DI SUPPORTO
PROGETTO ARCHITETTONICO: Takenaka Europe
D.L.: Jacobs Serete Italia
SISTEMA FACCIATA: Somec s.r.l.
Le facciate continue
leggere hanno una
struttura metallica in
acciaio, o più comune-
mente in alluminio per
contenere i pesi ed ottimizzare la resisten-
za alla corrosione, atta a supportare gli
elementi perimetrali di tamponamento,
attraverso un reticolo strutturale separato
dalla struttura primaria di sostegno dell’e-
dificio, che abitualmente risulta arretrata
rispetto al filo esterno dei solai per non
interferire con l’involucro di chiusura e
concedergli massima libertà compositi-
va. La nuova sede Toyota, a Roma, si sviluppa in quegli edifici caratterizzati da una diversa imma-
gine architettonica e dall’impiego di diversificati sistemi di facciata.
Il reticolo portante di questa struttura
secondaria può essere realizzato con
Nel palazzo uffici impiega una facciata semistrutturale Somec, GRIP 200, a taglio termico che
montanti singoli, seguendo il classico risponde alle seguenti prestazioni:
concetto costruttivo a “montanti e tra- - permeabilità all’aria UNI EN 12153
versi” (stick system), oppure con montan- - tenuta all’acqua UNI EN 12155
ti sdoppiati, conseguente alla realizzazio- - tenuta al vento UNI EN 12178
ne di una griglia di facciata formata da
telai autoportanti preassemblati montati La facciata ha una trasmittanza termica complessiva media di
separatamente (split system). 1.5 W/m2K calcolati in accordo alla norma UNI EN ISO
Un terzo sistema costruttivo, assai più 10077-1
recente ed innovativo, caratterizzato da
un alto livello di ingegnerizzazione globa-
le, non prevede il fissaggio delle lastre di
vetro in modo continuo lungo tutto il peri-
metro del telaio di supporto, ma in modo
puntuale in corrispondenza dei quattro
vertici delle lastre stesse, attraverso parti-
colari dispositivi di fissaggio a sospensio-
ne. Il telaio di alluminio, in questo caso, è
sostituito da controventature verticali,
separate dal vetro, che collegano gli ele-
menti di fissaggio alla struttura dell’edifi-
cio.
La struttura a montanti e traversi è un
sistema di stretta derivazione dal mondo
della serramentistica che, grazie alla sua
semplicità concettuale ed ai continui
perfezionamenti cui è stato sottoposto,
ha retto la concorrenza di sistemi più
evoluti riuscendo a rimaner ancora oggi
la tipologia più diffusa.
Esso viene installato pezzo dopo pezzo in
cantiere, prima i montanti, di lunghezza
pari all’altezza dell’interpiano e con un
passo variabile da 80 a 150 cm, poi i tra-
versi.
I montanti, che trasmettono alla struttura
dell’edificio i carichi agenti sulla faccia-
ta, hanno dimensioni maggiori rispetto
alla profondità complessiva del pannello
e risultano, pertanto, sporgenti all’interno.
TACCUINO n 4_giugno 2002 6-06-2002 10:44 Pagina 4
Montanti e traversi sono profilati a forma di scatolare, di larghezza variabile da 50 a 250 mm, e sono dotati di appendici per permettere l’in-
serimento dei vetri, che, bloccati meccanicamente tramite pressori, vengono fissati esternamente con viti, successivamente nascoste da
coprifili a pressione.
4 Le due alette terminali dei pressori hanno sedi per accogliere le guarnizioni di tenuta. La sezione dei profilati presenta internamente cana-
li di drenaggio per garantire una perfetta ermeticità e resistenza agli agenti atmosferici e, nella maggior parte dei casi, è fornita di un ele-
mento di isolamento termico in materiale plastico che interrompe la continuità del profilo dall’esterno verso l’interno: tale soluzione, abi-
tualmente chiamata a “taglio termico”, attenua l’elevata conducibilità termica dell’alluminio evitando la formazione della condensa sulla
superficie interna dei profili.
Dal punto di vista statico, i montanti sono abitualmente appesi alla struttura orizzontale dell’edificio, piuttosto che appoggiati, in modo tale
da essere sollecitati solamente da sforzi trazione e flessione. Sia i montanti che i traversi sono collegati fra loro tramite giunti che consen-
tano traslazioni verticali, per i primi, ed orizzontali per i secondi, al fine di compensare i movimenti reciproci ingenerati dalle sollecitazioni ter-
miche.
Uno dei punti più critici del sistema è rappresentato dall’attacco alla struttura portante dell’edificio.
Gli organi di fissaggio più diffusi sono costituiti da profili di ancoraggio in acciaio a forma di “C” annegati nella trave di bordo o nella testa
dei solai, ai quali viene connessa la staffa di collegamento del montante alla struttura dell’edificio.
L’ancoraggio è sottoposto al carico verticale della facciata,al carico orizzontale dovuto al vento ed a eventuali movimenti sismici,nonché
al momento ingenerato dalla distanza tra il punto di attacco ed il baricentro del montante. Il sistema di connessione deve essere, quindi,
in grado di garantire movimenti in senso verticale ed orizzontale rispetto al piano della facciata, permettendo, inoltre, le regolazioni in fase
di montaggio, in funzione delle tolleranze di assemblaggio rispetto a quelle molto maggiori della struttura dell’edificio. E’ quindi necessa-
rio che la staffa, oltre alle regolazioni verticali ed orizzontali sul piano di facciata, permetta anche quelle perpendicolari al piano stesso.
La struttura a telai preassemblati, detta anche a “elementi”, è frutto di una tecnologia di prefabbricazione più completa ed avanzata che
permette di ottimizzare i tempi di messa in opera, poiché la posa della facciata può evolvere di pari passo con l’elevazione delle strutture
portanti dell’edificio ed essere eseguita, inoltre, dall’interno dello stesso, senza richiedere l’impiego di ponteggi esterni. Tuttavia la neces-
sità di ampi spazi all’interno del cantiere per lo stoccaggio e la movimentazione, nonché maggiori precauzioni nei trasporti e nello stoc-
caggio stesso, per mantenere ogni componente in perfetto stato, richiede una gestione più complessa ed articolata del cantiere.
Se da una parte dimensionamento e struttura di montanti e traversi sono simili al caso precedente, dall’altra il montaggio di telai comple-
ti già assemblati in officina, spesso comprensivi anche di vetri, pannelli e parti apribili, consente una posa semplificata, più veloce e, in defi-
nitiva, meno soggetta a imperfezioni di montaggio.
I telai,ancorati mediante staffe di collegamento in modo analogo al sistema a montanti e traversi,si accoppiano orizzontalmente l’un all’al-
tro mediante innesti a maschio-femmina ricavati nei profili dei montanti, che risultano, in tal modo, sdoppiati e, quindi, di larghezza mag-
giore (da 75 a 120 mm).
Esternamente le fughe tra una cellula e l’altra sono ben visibili variando da 10 a 20 mm di spessore. I moduli di facciata strutturalmente indi-
pendenti, grazie a collegamenti con giunti telescopici, consentono, dopo l’installazione, movimenti di aggiustaggio nel piano di facciata
decisamente superiori rispetto al curtain wall tradizionale.
La tenuta d’acqua, non più di tipo passivo, basata cioè sulla sigillatura di tutti i punti di possibile ingresso, ma di tipo attivo, tramite interca-
pedini d’aria dove si realizza l’equalizzazione di pressione tra esterno ed interno, con particolari coprigiunti a sormonto continuo che con-
vogliano le infiltrazioni verso l’esterno, risulta essere molto più efficace.
Il fissaggio delle parti vetrate può essere meccanico, con pressori avvitati ai telai, oppure ottenuto tramite l’utilizzo di collanti che sfruttano
la funzione strutturale del silicone.
Quest’ultima tecnica costruttiva, relativamente recente, permette di ottenere cortine vetrate uniformi e perfettamente complanari, senza
alcun elemento esterno di ritegno metallico in vista.
Nelle facciate continue di questo tipo, cosiddette “strutturali”, devono essere tenuti in debito conto gli aspetti di durabilità del sigillante
utilizzato, sia per il fissaggio delle lastre, che per l’assemblaggio del vetro isolante, i cui bordi rimangono esposti agli agenti atmosferici
senza alcun tipo di protezione. Debbono, a tal fine, essere usati sigillanti di alta qualità, unitamente ad una posa particolarmente cura-
ta, per evitare progressive perdite di adesione nel tempo che potrebbero determinare pericolosi distacchi delle lastre, o fastidiosi feno-
meni di appannamento dovuti alla penetrazione di vapore acqueo nell’intercapedine, uniti, talvolta, ad un progressivo ingiallimento dei
bordi interni.
Esistono diversi tipi di siliconi strutturali (mono e bicomponenti): sono da privilegiare, tuttavia, quelli con un modulo elastico alto e che non
generino, durante la reticolazione, sottoprodotti acidi che possano intaccare gli strati superficiali dei componenti con cui sono a contatto.
Non va dimenticato, inoltre, che il silicone strutturale è di colore scuro, per cui, se applicato su un vetro chiaro non riflettente, secondo le
tendenze più recenti che prediligono la massima trasparenza, è necessario intervenire sui bordi della lastra con operazioni che evitino la
vista del cordone siliconico sottostante, come, ad esempio, il ricorso ad un processo serigrafico di tipo a smalto steso lungo il perimetro e
vetrificato con cottura a forno associabile al normale processo di tempra.
Il vetro camera presenta spesso bordi “a gradino”: è caratterizzato, cioè, da uno sfalsamento tra la lastra esterna, più sporgente, e quel-
la interna; tale soluzione garantisce la protezione perimetrale della lastra interna e limita l’incollaggio strutturale alla sola lastra interna.
L’ accoppiamento dei vetri a bordi sfalsati consente, inoltre, fissaggi meccanici con profili più contenuti e, soprattutto, l’impiego di siste-
TACCUINO n 4_giugno 2002 6-06-2002 10:44 Pagina 5
Nel recente New Building Centre, realizzato a Roma dalla Somec per ospitare gli uffici direzionali della Toyota, le grandi partizioni vetrate
delle facciate sono state realizzate con il sistema “Grip 200, ad elementi con ante apribili a sporgere, caratterizzato da aggancio telaio-
pannello nei montanti e nei traversi di tipo meccanico con esili profili in vista da 8 mm, grazie alle lastre di vetri a bordi sfalsati. Il sistema
6 permette di utilizzare diverse tipologie di materiali, dal vetro monolitico allo stratificato, dalla pietra naturale al pannello di alluminio,
dall’Alucobond al pannello alettato. La prerogativa del Grip 200 è che tutte le cellule sono ante apribili che possono essere bloccate
nel caso non sia necessaria l’apertura: questo assicura massima flessibilità e versatilità. La facciata è realizzata con profili a taglio termi-
co per la riduzione delle dispersioni energetiche. E’ provvista, inoltre, di doppio sistema di guarnizioni per la tenuta dell’aria e dell’acqua
e barriera continua aggiuntiva di drenaggio, in corrispondenza di ogni modulo, per evitare infiltrazioni dovute ai giochi per l’accosta-
mento e la sovrapposizione degli elementi.
I sistemi di sostegno per lastre sospese a fissaggio puntuale rappresentano una nuova “categoria del costruire” densa di innovativi signi-
ficati estetici e frutto delle più sofisticate tecnologie applicative. La sua filosofia è quella di eliminare dall’insieme degli elementi costrut-
tivi l’ingombro del telaio, raccordando le lastre ad una struttura che, interna od esterna, si presenta, comunque, adeguatamente distan-
ziata dall’involucro trasparente al fine di porne in risalto la continuità e le proprietà strutturali nel modo più puro e spettacolare. La possi-
bilità, inoltre, di utilizzare i sistemi portanti più vari (tensostrutture, travature reticolari, strutture spaziali complesse), abbinandoli ai materiali
più diversi (acciaio inox, legno lamellare, leghe speciali, il vetro stesso in funzione portante), concede ai progettisti la massima libertà com-
positiva a tutto vantaggio della creatività e della qualità estetica del prodotto architettonico.
Il funzionamento tecnologico di questo sistema consiste essenzialmente nell’appendere le lastre di vetro della facciata: l’elemento carat-
terizzante è proprio l’organo di fissaggio, in gergo “rotulle”, che ha il compito di sostenere le lastre e trasmettere i carichi e le sollecitazio-
ni alla struttura di sostegno. Esso è fissato alla lastra in prossimità degli angoli attraverso opportuni fori ricavati nel vetro. I fori possono esse-
re lisci o svasati a secondo della conformazione del cilindro metallico che devono ospitare : nel primo caso la testa piatta dell’elemento
di fissaggio rimane in rilievo rispetto al piano del vetro, nel secondo la testa conica della rotulle viene inserita completamente all’interno
della svasatura del foro. Nel caso di vetri doppi isolanti, la lastra esterna presenta una svasatura in grado di ospitare la testa della vite
filettata che viene serrata all’interno del foro mediante un bullone di serraggio regolabile posto sulla faccia interna del vetro interno.
L’integrità dell’isolamento è garantita da un particolare elemento distanziatore a corona circolare coassiale adeguatamente sigillato.
La connessione vetro-rotulle non deve essere rigida, ma permettere ogni spostamento reciproco dei singoli elementi e trasmettere gli
effetti flessionali al di fuori del piano vetrato.
Normalmente le lastre vetrate sono appese ai due punti superiori che hanno il compito di sopportare i carichi, mentre i fissaggi inferiori
devono assorbire i movimenti differenziali sul piano della facciata, dovuti ai fenomeni dilatativi ed ai movimenti della struttura di sostegno.
La rotule, tramite un apposito sistema di fissaggio, è collegata alla struttura di supporto secondaria, normalmente costituita da una ten-
sostruttura in cavi di acciaio inossidabile.
Alcuni sistemi prevedono l’uso di montanti di vetro strutturale, in configurazione continua od interrotta, che consentono una leggerezza
strutturale ed una trasparenza assoluta, esaltando nuovi equilibri tra rivestimento e struttura di supporto.
A causa della concentrazione degli sforzi in solo quattro vertici, le lastre di vetro devono avere prestazioni di resistenza meccanica supe-
riori alla media: essere, pertanto, di tipo temprato sia nell’assemblaggio singolo, che stratificato o doppio. Gli spessori sono normalmen-
te almeno di 12 mm e le dimensioni delle lastre possono superare anche i 2 m di larghezza ed i 3 m di altezza.
I giunti tra lastra e lastra sono eseguiti con sigillanti siliconici, non di tipo strutturale, ma tuttavia di grande affidabilità ed elasticità, doven-
do assorbire le dilatazioni ed i movimenti reciproci delle lastre ed assicurare nel tempo assoluta tenuta stagna.
Il sistema deve ammettere naturalmente anche la possibilità di inserimento di parti apribili inseribili nella continuità superficiale senza crea-
re eccessive interruzioni.
Questo tipo di facciata, come del resto quello a montanti e traversi, può essere utilizzato anche per coperture che abbiano almeno un
minimo di inclinazione per il corretto defluire delle acque meteoriche.
Il sistema presenta, infine, un buon comportamento termo-acustico, se impiegato con vetrate doppie, e soprattutto minimizza l’entità dei
ponti termici.
La sede dei nuovi uffici e sala mostra della BMW a Milano, progettata da Kenzo Tange Associates, è un esempio efficace ed emblemati-
co delle potenzialità del vetro strutturale a fissaggio puntuale.
In questo progetto specifiche molto severe richiedevano che l’edificio riflettesse le caratteristiche di alta tecnologia e l’immagine d’a-
vanguardia dell’industria rappresentata.
Il fulcro dell’edificio è la sala mostra, completamente aperta verso la città a mezzo di una enorme vetrata alta oltre 11 m e priva di alcu-
na struttura di supporto al di sotto di 3,5 m dal suolo, terminante, inoltre, con una grande parte curva di forma semicircolare.
Per rispondere all’approccio minimalista del progettista è stata scelta una versione modificata del sistema di vetrata senza telaio
Pilkington Planar, sostenuto da montanti in vetro strutturale (definiti “alette”), con lo sviluppo di oltre 20 nuovi tipi di accessori: articolazioni
di raccordo per i montanti verticali in grado di evitare deformazioni, articolazioni in grado di assecondare gli spostamenti relativi tra tetto
e suolo ed articolazione destinate ai supporti della facciata.
I pannelli in vetro sono inseriti alla sommità della facciata in un profilato a U che consente un movimento verticale di ben 25mm. Sono
fissati alle alette per mezzo di raccordi appositamente studiati e rifiniti a macchina, che consentono alle alette di spostarsi verso l’alto e
verso il basso secondo necessità e di trasferire i carichi dai pannelli superiori a quelli inferiori. I pannelli curvi conferiscono al vetro ulte-
TACCUINO n 4_giugno 2002 6-06-2002 10:44 Pagina 7