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santa marta

Dalla Provianda al Campus universitario

a cura di
Valerio Terraroli
Ringraziamenti

Il curatore del volume e gli autori dei saggi intendono rin-


graziare la Presidenza del Consiglio del Comune di Verona,
la Fondazione Cariverona e la Fondazione Cattolica Assicu-
razioni per il sostegno dato al volume; Maristella Vecchia-
to (Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province
di Verona, Rovigo e Vicenza); il colonnello Giandomenico
Petrocelli; padre Luciano Bertazzo (Centro studi antoniani
di Padova); la direzione e il personale della Biblioteca Civi-
ca di Verona, e in particolare Renato Biroli, Marco Bonioli,
Agostino Cont, Marco Girardi, Elda Frigato; la direzione e
il personale dellArchivio di Stato di Verona, e in particolare
Francesca Albericci e Chiara Bianchini; Pierpaolo Brugnoli;
Gian Paolo Romagnani, direttore Dipartimento Culture e ci-
vilt, Emanuele Longo, Silvino Salgaro, Sara Scalia, Sandra
Vantini e Milena Zanardi (Universit degli Studi di Verona);
Gabriele Verza ed Emanuele Volpato (Esu Verona); Pierluigi
Grigoletti e Luca Speziali; Enzo e Raffaello Bassotto; Pino
Breanza; Silvia Tebaldi; Nicole Moserle e Valentina Zambo-
ni (assistenti del fotografo Mauro Fiorese); nonch Stefano
Monari, Gianfranco Facci e Franco Pes, primari artefici della
materiale rinascita del panificio.

Crediti fotografici:

Mauro Fiorese: pp. 36, 42, 61-72, 80, 82, 84 (19), 129-147.
Enzo e Raffaello Bassotto: pp. 84 (17-18), 100, 124.

Archivio di Stato di Venezia: pp. 7, 29, 74, autorizzazione prot.


n. 7481 del 2015.
Archivio di Stato di Verona: pp. 27, 30, 31, 32, concessione n. 28,
prot. n. 4140 del 13.10.2015; p. 39, concessione n. 30, prot. n.
4287 del 20.10.2015.
Archivio fotografico della Soprintendenza belle arti e
paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza: p. 34,
concessione prot. n. 22750 del 21.10.2015.
Archivio generale del Comune di Verona: pp. 48 e 52,
in <https://archivio.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_
id=41253>.

Editing e impaginazione: Andrea Dilemmi

Copyright 2015

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tel. 045 8581572, fax 045 8589883
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Indice

vii Presentazioni di Nicola Sartor, Fabrizio Magani, Valerio Terraroli

santa marta
1 L dove cera lerba, ora c una citt. Lo spazio urbano di Veronetta dal tardo medioevo al Rinascimento,
di Gian Maria Varanini
1 Sino al xii secolo
2 Tra xii e xiii secolo: come nasce un quartiere
3 Il ruolo del Comune cittadino: la creazione delle infrastrutture
3 Il Campo Marzio: usi funzionali e usi simbolici
4 Economia e societ nelle contrade di Veronetta: lindustria tessile
5 Palazzi patrizi e chiese nel Quattrocento e nel Cinquecento

15 Fuori dal mondo: le clarisse di Santa Maria delle Vergini in Campo Marzio (xiii-xiv secolo), di Tiziana Franco
15 Note storiche
16 Ricostruzione di un contesto perduto

25 Architettura religiosa medievale allombra del muro antico del Campo Marzio, di Fabio Coden
25 Santa Maria Maddalena (Santa Marta)
28 Santa Maria delle Vergini

37 Appunti sul convento di Santa Caterina da Siena, di Stefano Lodi


37 Il luogo. Dagli Umiliati ai Castelbarco
38 Nobildonne in convento
39 Devoti dicarunt. La nuova chiesa delle domenicane.

43 Il caso di palazzo Bocca Trezza, di Loredana Olivato

veronetta, il quartiere, fotografie di Mauro Fiorese


73 Vicende urbane di Veronetta: una periferia sui generis tra la fine dellAncien Rgime e let moderna,
di Daniela Zumiani
vi santa marta

73 In forma di premessa: architettura e urbanistica nello specchio del tempo


75 Urbanistica illuminata: memoria dellantico e progetti visionari per loltre Adige
79 Il fermento edilizio militare e civile ottocentesco
82 Un riutilizzo esemplare: nella ex chiesa di San Francesco assisiate prende forma il teatro Camploy
83 Modernit inquieta

87 Verona citt dei militari durante la dominazione austriaca (1814-1866). Le opere strategiche, le strutture
produttive e le infrastrutture, di Maria Luisa Ferrari

101 Lo stabilimento della Provianda asburgica di Santa Marta (Verpflegs Etablissement Santa Marta)
nel Campo Marzio di Verona, di Lino Vittorio Bozzetto
101 Ledificio logistico
105 Larchitettura della Provianda
11i Festung Verona, Manvrier und Depot Platz
112 Le due Proviande veronesi di Santa Caterina da Siena e di Santa Marta

la nuova santa marta, fotografie di Mauro Fiorese


149 Lex panificio di Santa Marta a Verona diventa un campus universitario,
di Mario Spinelli e Maria Rosaria Pastore
150 I primi studi, la ricerca di una conoscenza, la fattibilit di un campus
152 Il progetto definitivo e le autorizzazioni: rallentamenti e sviluppo
153 Il progetto esecutivo e la complessit del dettaglio
157 Lappalto e le modalit di selezione del costruttore
158 Il cantiere di recupero e la metamorfosi progettuale
161 Il compendio di Santa Marta e il quartiere di Veronetta
162 Schede

165 Fonti e bibliografia


175 Indice dei nomi di persona
177 Indice dei toponimi
Elenco delle abbreviazioni

ACVr Archivio generale del Comune di Verona


ASVe Archivio di Stato di Venezia
ASVr Archivio di Stato di Verona
AUVr Archivio dellUniversit di Verona
BCapVr Biblioteca Capitolare di Verona
BCVr Biblioteca Civica di Verona
CBOAMn Casa della Beata Osanna Andreasi, Mantova, archivio
ESUVr Archivio Esu, Verona
KW Kriegsarchiv, Wien
SBAPVr Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province
di Verona, Rovigo e Vicenza

b./bb. busta/e
c./cc. carta/e
ed. edizione
fasc. fascicolo/i
fig./figg. figura/figure
ms. manoscritto
r, v recto, verso
reg. registro
tav. tavola
s.d. senza data
Fabio Coden

Architettura religiosa medievale allombra


del muro antico del Campo Marzio

Le circostanze storiche che, fin dal XIII secolo, por- volta affiancata da una pi piccola comunit di reli-
tarono alla presenza di comunit monastiche nel set- giosi del medesimo ordine, retta da un priore4.
tore mediano del Campo Marzio sono note, soprat- Latto di fondazione, datato 15 settembre 1211, e le
tutto, grazie alle dettagliate informazioni traman- successive disposizioni che regolarono limpresa so-
date dallerudito veronese Gian Battista Biancolini. no esemplari per la quantit dinformazioni che tra-
Le memorie che egli rintracci specialmente negli mandano. Gerardo, priore del monastero di Santo
archivi di Santa Maria Maddalena e di Santa Maria Spirito, appartenente allordine dei Canonici Regola-
delle Vergini oggi in parte conservate presso lAr- ri di San Marco di Mantova, assieme al prete Gualim-
chivio di Stato di Verona sono quindi limprescindi- berto di San Vitale, a Forzano da Castello, ad Enrico
bile punto di partenza per comprendere, oltre che le e ad altre persone supplicarono il consiglio del Co-
vicissitudini storico religiose, anche le vicende edili- mune di Verona di concedere una porzione di terre-
zie dei due complessi con cui sidentifica ancora oggi no per edificare un insediamento religioso dedicato a
una vasta area a sud di Porta Vescovo1. Ci, sebbene, santa Maria Maddalena; lo stesso Forzano ne sarebbe
gi a partire dai primissimi anni dellOttocento, si sia stato il primo custode. A tale istanza il conte Boni-
verificato un sistematico, progressivo e irreversibile facio di San Bonifacio rispose positivamente, dopo
disfacimento delle strutture che avevano contraddi- che il consiglio si era espresso allunanimit in modo
stinto per numerosi secoli la porzione del campo de- favorevole5. Lestensione e la posizione dellappez-
limitata da unantica cortina muraria e da un rivo di zamento sono identificate con estrema precisione
qualche portata2. Di fatto, la riconversione prima a nellatto, nel quale si specifica:
zona a precipua vocazione militare e quindi la secola-
rizzazione delle restanti porzioni degli edifici cancel- Unam petiam terrae de Campo Marcio Veronae []
larono quasi integralmente lintricata stratificazione quae pecia terrae est in angulo Campomarcii, qui est
di corpi di fabbrica adibiti alla vita conventuale di prope Portam Episcopi juxta terram Cazalupi, et habet
Santa Maria Maddalena e della contigua Santa Maria a capite a mane juxta murum veterem Campi Marcii
delle Vergini, entrambe sorte allinizio del XIII secolo perticas viginti, et sex, de alio capite a sero perticas tri-
grazie a concessioni di terra da parte del Comune3. ginta, et sex, et per longitudinem perticas centum, et
viginti, scilicet duas tornaturas ad perticas sex pedum6.

santa maria maddalena (santa marta) Ovvero, larea, che si sviluppava fra Porta Vescovo
e il muro vecchio del Campo Marzio, era di forma
La pi antica delle due realt fu destinata a monache trapezoidale con la testata orientale di 26 pertiche, la
che seguivano la regola di santAgostino, a propria lunghezza di 120, la base a occidente di 367. A seguito
26 fabio coden

di ci, il 17 luglio 1212 il vescovo Adelardo concesse con quella mediana di ogni lato credibilmente pre-
la facolt di erigere il convento, disposta per laccesso alla corte scoperta, dovevano
dare vita a un corpo che occupava unarea quadran-
licentiam, et parabolam dedit, edificandi ad honorem golare di circa 18-22 metri per lato14.
omnipotentis Dei, et sub vocabulo Beatae Mariae Purtroppo, questa fabbrica, sapientemente strut-
Magdalenae faciendi Ecclesiam in terra illa Campi- turata dallo stesso artefice che forse nel 1295 aveva
marcii Veronensis quam Comune Veronae eis dedit, et creato assieme a Ognibene il portale di Santa Maria
Oratorii licentiam, et auctoritatem quod in praedicta del Gradaro a Mantova15, venne demolita nel 1812
terra facere disposuerint eis prestitit, statuens, ut am- a seguito delle soppressioni napoleoniche e non
modo liberum habeat Cimiterium8, possibile oggi recuperarne n la forma, n alcuna
delle parti scolpite16. Ne conserva per ancora viva
che, nonostante la pausa imposta dal podest Barto- memoria Settimo Marino Arrighi, poco prima del-
lomeo da Palazzo (1212), il quale ne ferm momen- la definitiva e integrale demolizione di Santa Marta,
taneamente lerezione dei muri, fu portato a termi- che ricorda il chiostro a sud della chiesa e composto
ne probabilmente in tempi abbastanza rapidi, grazie di esili colonnine17.
allintervento del podest Aldobrandino dEste (1213), Laltro intervento documentato, di particolare rile-
il quale dispose il divieto di smantellare le opere edili- vanza, riguard direttamente ledificio di culto18. Il
zie gi compiute e autorizz la ripresa del cantiere9. 22 febbraio 1300, per espressa volont di Alberto I
Di questa prima fase del complesso, ovvero dellic- della Scala, fu stipulato il contratto per la riedifica-
nografia della chiesa e della forma degli annessi, non zione della chiesa, nel quale viene descritta in modo
possibile ricostruire alcunch, in quanto, fra la fine meticoloso la procedura da seguire in questa nuova
del XIII secolo e il primo quarto del XIV, il monaste- vicenda architettonica: dopo il sistematico e accu-
ro sub una generale riconfigurazione che ne mut rato smontaggio della precedente aula e delle sue
radicalmente laspetto. Nonostante ci, non inve- pertinenze fino alle fondamenta, si sarebbero dovuti
rosimile che si trattasse di un cenobio caratterizzato recuperare e ricoverare tutti i materiali (coppi, legna-
da corpi di fabbrica di dimensioni poco significative, me, mattoni, conci) in un luogo protetto, per essere
vista lesiguo numero di religiosi che vi risiedeva. impiegati in seguito nella nuova realizzazione; i re-
Il 18 maggio del 1293 Antonio, priore di Santa Maria sponsabili del cantiere, i fratelli Ognibene e Avanzo,
Maddalena, e Giacomo, detto Gratasoja, stipularo- figli del defunto Fino di San Zeno superiore, con al-
no un contratto per ledificazione del chiostro, per meno altri quattro maestri murarii, avrebbero dovu-
la somma di 450 lire piccole veronesi, da eseguirsi a to lavorare a questa impresa in modo continuativo e,
somiglianza di quello predisposto dal prete Gaudio se le necessit lo avessero richiesto, fare affidamento
nel 1132 nellabbazia di San Zeno Maggiore10. Con su altre maestranze19. Fu previsto che ledificio aves-
ogni evidenza, quellinsigne esempio benedettino se i perimetrali sufficientemente elevati; che fosse
rappresentava ancora, a distanza di un secolo e mez- illuminato da dodici finestre alte 8 piedi, protette da
zo, il pi evocativo riferimento architettonico in citt inferriate, nonch da un oculo sulla fronte, ampio 6
per i religiosi del Campo Marzio11. Nellatto, davvero piedi, e da uno un poco pi piccolo a est; che sugli
ragguardevole per la scrupolosit con cui sono ripor- spioventi della facciata fosse predisposto un corona-
tati i patti fra i contraenti e per la puntualit con cui mento ad archetti pensili; che sotto a questi venisse
viene descritto il progetto, si stabilisce che il maestro realizzato un non meglio identificato abolium, forse
doveva lavorare fino a conclusione dellopera sen- un protiro pensile, e un sontuoso portale20. Quan-
za assumere altri impegni fatte salve le necessit do nel corso del XVI secolo sinser larchitrave con
di Alberto I della Scala, con il quale evidentemente lepigrafe che ripercorre le vicende della fondazione
esisteva un rapporto preferenziale12 , che si doveva- duecentesca oggi nel lapidario del Museo degli af-
no prevedere quaranta coppie di colonnine binate freschi a Verona , e che come ricorda Pietro Sgul-
per laffaccio degli ambulacri e quattro colonne pi mero esibisce una grafia di piena epoca moderna21,
grandi per gli spigoli, tutte in Rosso ammonitico ve- lentrata trecentesca e quanto la adornava vennero
ronese proveniente dalla Valpolicella, de lapide vi- profondamente trasformate22.
vo de petra rosa Sancti Zorzi, mentre le soprastanti La consacrazione dellaltare maggiore, per opera
arcate dovevano essere in un pi economico calcare del vescovo Bartolomeo della Scala, fu compiuta nel
giallo, cavato dalle zone collinari a ridosso della citt, 1338 e, nelloccasione, allinterno della mensa furo-
de lapide de Avesa13. Le undici arcate per corridoio, no inserite alcune importanti reliquie, fra cui un den-
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 27

te di san Fermo, uno di san Rustico e varie ossa dei


santi martiri Primo, Marco, Lazzaro e Apollinare23.
A questa data, quindi, ogni parte delledificio doveva
essere certamente terminata.
Il fronte della trecentesca chiesa di Santa Maria Mad-
dalena, edificio non pi esistente dalla met dellOt-
tocento, noto grazie a un disegno a matita allegato
a una supplica di Girolamo Maria da Vicenza (1839)
guardiano dei cappuccini che nel 1831 avevano ot-
tenuto di risiedere nel complesso 24, con cui si ri-
chiedevano degli interventi di restauro alle strutture
minacciate da imminente rovina (fig. 1)25. Le sorti di
questo monumento oramai erano segnate, se poco
prima della met del secolo Da Persico e Bennassuti
ricordano che laula era ridotta a uso pubblico per
la razza de cavalli26.
Lo schizzo mostra chiaramente un prospetto a ca-
panna, al quale ben si addice una soluzione a navata
unica probabilmente con testata rettilinea , com-
patibile con quanto era stato stabilito nel contratto
di Alberto I, nonch in perfetta consonanza con le 1. La facciata trecentesca di Santa Maria Maddalena secondo il dise-
tendenze artistiche presenti in citt fra il XIII e il XV gno eseguito nel 1839 per la supplica del padre cappuccino Girolamo
Maria da Vicenza. ASVr, Congregazione municipale, Ornato, b. 1070.
secolo, facilmente individuabili in edifici quali, ad
esempio, Santa Felicita, Santa Maria della Vittoria,
San Pietro in Archivolto, San Pietro martire (San tempo, sia rimasto pressoch immutato fino allepoca
Giorgetto) presso SantAnastasia27. della sua definitiva scomparsa, a seguito della dema-
Lesistenza di un campanile, suggerita nelle piante di nializzazione avvenuta nel 1810. Per tale motivo risul-
Verona di Caroto, di Frambotti e di Michieli, at- ta pressoch impossibile identificare sia il luogo esatto
testata il 13 dicembre 1761 nella visita pastorale del in cui si trovavano i multiformi organismi architetto-
vescovo Giustiniani28, nonch allinizio del XIX seco- nici ricordati dalle fonti, sia la loro, anche generica,
lo quando, divenuto lo stabile di propriet di Pietro configurazione spaziale33, poich ogni parte residua
Lavelli (12 maggio 1829), fu fatto demolire per so- delle strutture fu rasa al suolo nel 1850 per permettere
pravvenuti problemi statici (1839)29. ledificazione della Provianda (1863-1865)34.
Nel secondo quarto del XIV secolo, nel volgere di La presenza di schermi architettonici a garanzia del-
pochi anni, lautonomia e il ruolo di questo insedia- la clausura desumibile, ad esempio, dallattestazio-
mento religioso vennero definitivamente compro- ne delliscrizione Sator arepo tenet opera rotas, in
messi. Il primo atto di questo tortuoso percorso del caratteri gotici, che ancora in pieno Settecento viene
1332, allorch furono allontanati i frati, i chierici e i ricordata sopra alla nicchia di una ruota del parlato-
conversi dallannesso priorato e alle monache ven- rio, forse divenuto il secolo seguente la casa dellor-
ne imposto di abbracciare la regola benedettina, per tolano35. Ma soprattutto la visita pastorale di Giu-
tentare di porre freno alla condotta morale alquanto stiniani che menziona, seppure in una data avanzata,
sconveniente che aveva contraddistinto il convento la cantoria con linferriata, la sala del capitolo, il re-
negli anni precedenti. L11 gennaio 1350, infine, il fettorio, la cucina, la spezieria, la lavanderia, larchi-
monastero fu soppresso e il 18 dello stesso mese ven- vio, la cantina, gli orti, linfermeria e altro ancora36.
ne unito a quello di Santa Maria delle Vergini, da cui La comunit maschile di religiosi la cui presenza
fu assunta la regola francescana30. Per contro, dopo peraltro confermata nel testamento del vescovo Bo-
laccorpamento prevalse il nome della pi antica del- nincontro del 129837 con ogni certezza usufruiva di
le due realt per identificare la nuova entit religiosa, spazi distinti.
da allora riconosciuta come Le Maddalene31. Non pu essere infine tralasciata la questione relati-
Anche se lannessione dovette comportare di certo va alla posizione geografica di Santa Maria Maddale-
qualche trasformazione alle fabbriche di Santa Marta32, na, invero non immediatamente rintracciabile per la
plausibile che il complesso, rinnovato da non molto mancanza di qualsiasi dato di ordine archeologico.
28 fabio coden

In primo luogo, la fonte ottocentesca edita da Pierpa- essere recuperate nellarea fra i due grandi magazzini
olo Brugnoli ricorda che a est del primo chiostro di asburgici e forse anche al loro interno (fig. 5).
Santa Maria delle Vergini chiesa ancora oggi sicura- Gli scavi archeologici recentemente condotti innanzi
mente individuabile e di cui si parler in seguito si alla facciata settentrionale e lungo il fianco ovest del
trovava un passaggio che conduceva proprio a Santa panificio hanno messo in luce delle strutture mura-
Marta38. In tale direzione un indizio, seppure non ine- rie ascrivibili ai secoli XIII-XVI, che sembrano i resti
quivocabile, offerto dalla carta dellAlmagi (me- di alcuni annessi del convento, con unit produttive
t degli anni Sessanta del XV secolo)39 e dalla pianta di vario genere, parti dei quali sopravvivevano an-
di Verona di Filosi (1737), nelle quali si distinguono cora nellOttocento, come documenta la dettagliata
chiaramente i due complessi religiosi, sebbene sche- mappa sopra citata. Fra tutti merita ricordare un pos-
matizzati, nella posizione sopra ricordata (fig. 3), ma sente muro, lungo circa 35 m e largo 70 cm, situato
soprattutto dalle mappe di Frambotto (1648) e di proprio parallelamente al fronte del biscottificio, con
Michieli (1671), in cui possibile verificare le aree di alcuni setti perpendicolari che delimitavano degli
pertinenza dei conventi, con la strada che conduceva ambienti di servizio42.
innanzi alla facciata di Santa Marta (fig. 2)40. La com-
parazione fra tutti questi dati con le informazioni
cartografiche di epoca napoleonica, precedenti quin- santa maria delle vergini
di alle demolizioni ma di rimando anche con quella
asburgica , permette di identificare con buon margi- A pochi anni di distanza dalla fondazione di Santa Maria
ne di certezza il sito sul quale sorse almeno la chiesa. Maddalena si insedi nelle sue vicinanze una comunit
Nella tavola dinizio Ottocento il nucleo maggiore di clarisse43, grazie a una concessione di terreno da par-
delle clarisse corrisponde alla particella numero 242; te del Comune, a propria volta donato il 3 marzo 1226
proseguendo in linea retta lungo il fianco nord, alle dal vescovo di Verona Jacopo da Breganze al cardinale
spalle di questa fabbrica, si trova lunit 260 che, con Ugolino di Anagni, protettore dellordine francescano
ogni probabilit, rappresenta Santa Maria Maddale- e futuro papa Gregorio IX44. Larea, laddove insisteva-
na; alcuni stabili verso sud potrebbero, infine, indivi- no gli orti, era delimitata dal rivo e dalle pertinenze dei
duare le pertinenze della comunit41 (fig. 4). Pertan- monasteri di San Cristoforo e di Santa Marta,
to, il silos di ponente sembrerebbe insistere laddove
era il settore anteriore della chiesa, mentre quello di locum ubi dicitur in Campo Marcio, ab uno latere Cam-
levante su quello posteriore e, dato che i tre edifici si pomarcius, ab alio latere murus dicti Campi Marcii, ab
intersecano perpendicolarmente, non escluso che uno capite jura Ecclesiae Sanctae Mariae Magdalenae,
consistenti tracce dellaula di culto possano ancora ab alia Ridus Campi Marcii45.
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 29

4 (in alto). Il Campo Marzio nel catasto di epoca napoleonica. ASVe,


Censo stabile (Catasto napoleonico), Mappe, Verona.
5 (in basso). La topografia attuale dellarea di Santa Marta con le
strutture di Santa Maria Delle Vergini, desunte dal disegno ottocen-
tesco di Barbieri, la collocazione di Santa Maria Maddalena, in base
ai dati della cartografia napoleonica, e i ritrovamenti archeologici a
2-3 (pagina a fronte). Il Campo Marzio nelle piante di Frambotto (a ridosso dellantico muro del Campo Marzio (restituzione grafica di
sinistra, cfr. fig. 4, p. 10) e di Filosi (a destra, cfr. fig. 6, p. 12). Sara Scalia, Universit di Verona).
30 fabio coden

6. Bolla di papa Gregorio XII, del 20 giugno 1408, in cui viene riba- ad laudandum equos, et a latere superiori versus Flu-
dito il possesso di chiesa, terre, case, vigne e orti. ASVr, Monasteri micellum quatuordecim perticas incipiendo misurare
femminili citt, Santa Maria delle Vergini, pergamene, b. 1. apud januam dictarum Sororum49.

assai probabile che lopera costruttiva sia stata av- Assai significativa per la vita di questo convento fu
viata immediatamente a ridosso dellassegnazione lannessione nel 1350 della vicina Santa Marta, che il
dello spazio, ma gi a breve distanza di tempo, fra 5 marzo del 1352 venne in diretto contatto con Santa
la fine degli anni Trenta e gli anni Quaranta del XIII Maria delle Vergini grazie a una cospicua donazione
secolo, il vescovo di Verona e il papa emanarono nu- di terreno da parte di Cangrande della Scala. In tale
merosi atti a sostegno di Santa Maria delle Vergini, modo si ribadiva, anche da un punto di vista spaziale,
per permettere il completamento dei numerosi cor- lomogeneit del grande organismo religioso che si
pi di fabbrica che la componevano46. Ancora qualche era appena costituito nel Campo Marzio. Lappezza-
decennio pi tardi, nella seconda met avanzata del mento, che includeva cinque case con le relative perti-
Duecento, si stava lavorando per far fronte alle via nenze, era lungo ben 117 pertiche e largo 11 in una te-
via aumentate esigenze materiali determinatesi dalla sta e 18 nellaltra; delimitato dal rivo, era posto vicino
repentina fortuna dellinsediamento religioso47. alla chiesa di Santa Marta, con cui confinava, e verso
Dovrebbe rientrare in questottica la richiesta indi- ovest lambiva lorto di Santa Maria delle Vergini:50
rizzata al Comune di concessione di una nuova area,
seppure di non particolare estensione, sempre nel unam petiam terrae prativae et vigrae jacentem in
Campo Marzio, attestata da documenti emanati fra il Campo Martio parvo Civitatias Veronae, cui cohaeret
21 maggio e l11 giugno del 1283, nei quali si precisa ab uno latere versus montes Clausura dicti Monaste-
rii, quod consuevit esse Sanctae Mariae Magdalenae, a
certa pars, quae modica est in ipsius Campi, et est apud latere versus meridiem Campus Martius praedictus, a
Murum dictarum Sororum versus Domum, quae est in capite versus mane rivolus quondam aquae currentis, et
dicto Campo, ut laudantur equi, veniendo verius por- a capite versus sero viridarium dicti Monasterii Sanctae
tam, per quam intratur dictum Campum Marcium48 Mariae Virginis; et est longa perticas centum et decem
et semptem, et pedes quinque, et lata ab uno capite per-
di ampiezza ticas undecim, et pedem unum et dimidium, et ab alio
capite perticas decem et octo, et pedem dimidium51.
VII perticas ad perticas sex pedum a latere inferiori
incipiendo mensurare in angulo muri dictarum Soro- Larea occupata dalle clarisse a partire dal secondo de-
rum, et eundo versus Domum ubi fiunt laudationes cennio del XIII secolo non pone particolari problemi di
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 31

corretta identificazione allinterno dellodierno tessuto 7, 8. Disegni del piano terra e del primo piano delle strutture con-
urbano, poich alcuni corpi di fabbrica del convento, ventuali di Santa Maria delle Vergini eseguiti da Giuseppe Barbieri
nel 1835. ASVr, Congregazione municipale, b. 1376.
seppure camuffati e profondamente trasformati, so-
pravvivono inglobati nella residenza universitaria Cor-
te Maddalene, di propriet dellEsu, subito a ovest de- almeno i principali corpi architettonici variamente
gli stabilimenti ottocenteschi della Provianda (fig. 6). documentati insistono sul tracciato duecentesco54.
La configurazione del complesso architettonico, su- Il muro che delimita il complesso, ben evidente nei
bordinata alle precise esigenze di ambito liturgico e due disegni ottocenteschi, circoscriveva di certo le
ai severi precetti imposti dalla clausura, sembra pre- propriet di entrambi i conventi, compresa laddizio-
vedesse spazi distinti e ben delimitati per le monache, ne di Cangrande della Scala, e nelle parti occidentale e
le converse e i frati, ancora in qualche modo identi- inferiore credibile che coincidesse con lantica recin-
ficabili nei disegni eseguiti nel 1835 da Giuseppe Bar- zione del Campo Marzio, pi volte citata negli atti55.
bieri, a seguito di un tentativo di trasformazione in La clausura si trovava a oriente fra ledificio di culto
lazzaretto di quelle costruzioni, oramai dirute, da po- e il grande settore aperto a meridione, con un corpo
co convertite a destinazione militare52. Le due piante di fabbrica assai allungato verso sud, di cui sopravvi-
dellArchivio di Stato di Verona, di ampio formato, a vono porzioni di murature evidentemente apparte-
china e acquarellate, mostrano quindi il risultato fi- nenti alle prime fasi della fondazione56. Linviolabilit
nale di un lungo percorso di trasformazione che, cre- di questi luoghi facilmente desumibile dalle fonti
dibilmente, non fu mai cos radicale da stravolgere la che ricordano pi livelli di ruote e grate, di cui trat-
disposizione delle aree in questione (figg. 7-8)53; que- ta diffusamente Tiziana Franco in questo volume,
sta circostanza sembrerebbe, per di pi, confermata che costituivano delle cesure materiali, nette, con il
degli scavi archeologici condotti nel 2010, dettaglia- mondo secolare. Si fa forte il sospetto che proprio a
tamente discussi nella relazione di Paolo Paganotto questarea del complesso ci si riferisca nelle testimo-
depositata presso lEsu di Verona, dai quali risulta che nianze che ricordano la casa delle sorelle, la domus
32 fabio coden

da vano per accedere al campanile61.


Anche il corridoio che affiancava il
perimetrale sud della chiesa, do-
cumentato dagli scavi, pare avesse
una funzione analoga, dal momen-
to che vi sono stati recuperati i resti
di altre due importanti sepolture,
coperte con ampie lastre litiche62.
Un gruppo distinto di edifici, asse-
gnato specificatamente ai frati nel
124563, non escluso si trovasse nei
pressi della chiesa, per rendere pi
comode le mansioni che costoro
dovevano assolvere allinterno del
convento. Al riguardo, nel breve di
Alessandro IV del 1258 fu previsto,
infatti, di destinare a coloro che si
occupavano della cura spirituale del-
le sorelle e delle pratiche liturgiche
9. Il trecentesco martirologio proveniente da Santa Maria delle Vergi- alcune case con i propri servizi poste nei pressi di Santa
ni con lannotazione della consacrazione del cimitero interno. ASVr, Maria delle Vergini64. La piccola corte che si sviluppa a
Monasteri femminili citt, Santa Maria delle Vergini, registri, b. 86. nord della chiesa, di cui sono documentati dei resti an-
tichi65, potrebbe essere proprio il luogo, con la sacrestia,
sororum minorum o domus habitationis monaste- deputato a questa parte della comunit di religiosi.
rii sororum minorum, di cui si ricorda pure il por- Le converse66, come confermano le date topiche di nu-
tico, porticus domus magne sororum minorum57, merosi atti, vivevano in un luogo ancora separato, do-
e il curtivum are magne58, ma non stato possibile ve si trovavano degli edifici appositamente predispo-
per ora rintracciare alcuna citazione diretta del chio- sti, come la domus conversorum, composta da pi
stro, se non nella recente letteratura critica. organismi protetti da un loggia, il porticus domorum
Il prezioso catastico del 1341, inoltre, cita il dormi- conversorum monasterii sororum minorum67, e uno
torio, le cantine e una grande quantit di libri, il che spazio esterno aperto attorno al quale si disponevano
rende assai plausibile la presenza di uno spazio adi- queste fabbriche, il curtivum conversorum68.
bito a biblioteca o almeno degli armaria in un luogo Numerosi altri stabili, esterni alla clausura e adibi-
ben protetto e accessibile per le monache59. ti alla vita economica, come le domus monasterii
Nelle immediate vicinanze di questi ambienti si trova- extra monasterium69 e la factoria sororum mino-
va anche il cimitero, la cui consacrazione da parte del rum70, sono pi difficilmente collocabili, ma assai
vescovo Tebaldo, il 18 febbraio 1314, attestata in una probabile che si trovassero nelle immediate vicinan-
nota a margine di uno dei codici provenienti da Santa ze e nei fondi del convento.
Maria: Verone consecracio cimiterij intrinseci soro- La chiesa di Santa Maria delle Vergini, composta
rum minorum Campimarcij, facta per venerabilem dallaula per i fedeli nella parte anteriore e dal coro
presulem fratrem Thebaldum veronensem episco- delle monache a oriente, sicuramente lorganismo
pum subtus M.CCC.XIIII. die XVII mensis februarii60 architettonico che conserva la maggiore consistenza
(fig. 9). Forse questo atto si rese necessario a seguito di strutture murarie ascrivibili senza alcun dubbio al-
degli ampliamenti dellarea conventuale, pi che alla la fase duecentesca: del settore posteriore rimangono
creazione ex novo di uno spazio per le sepolture. quasi per intero tutti i perimetrali, di quello antistante
Con ogni certezza il camposanto si trovava a oriente, solo una porzione del muro settentrionale e le fonda-
alle spalle del coro delle monache, verso Santa Maria zioni di quello sud71 (figg. 10-11). Il setto che divide
Maddalena, dove stata confermata la presenza di i due corpi, che oggi coincidono con altrettante au-
una cappella funeraria, sicuramente riservata a per- le studio, mostra, dalla chiesa, due strette monofore
sonalit di rango: otto sepolture di particolare pregio centinate e gradonate di forte memoria romanica, la
risultano allineate lungo i muri est e nord di questo cui forma pu essere giustificata unicamente in una
ambiente coperto, che nel contempo serviva anche data piuttosto alta del Duecento, poich nel volgere
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 33

di pochi decenni simpose un pi


aggiornato lessico che prevedeva
pi alte e snelle finestre di forma ar-
chiacuta, come quelle della fabbrica
francescana di San Fermo Maggio-
re. Nella parte retrostante del muro
di Santa Maria, ovvero dal coro, in-
vece, si nota una soluzione differen-
te, poich i medesimi fori mostrano
una luce maggiore con larco pi
dilatato (figg. 12-13).
Poco sotto, al centro della parete,
si notano altres i resti di un gran-
de varco oggi tamponato, che
permetteva di vedere laltare mag-
giore della chiesa, del quale si tra-
manda la notizia di consacrazione
per opera del vescovo Tebaldo il 20 maggio 131972.
Laltra grande apertura sicuramente coeva si trova
nel muro nord, molto in alto, sopra alla ruota del-
la chiesa e, come ipotizza Tiziana Franco, potrebbe
essere laffaccio con inferriata di uno degli ambienti
claustrali pi spinti ad occidente.
Lopera muraria che contraddistingue tutti questi
elementi sempre in mattoni di bellaspetto, la cui
superficie a vista sembra essere stata dipinta con del
pigmento rosso, mentre le connessure furono sicu-
ramente ripassate con del colore bianco. Al di l di
questa sorta di incorniciatura in cotto dei fori, invece,
fu impiegato un parato assai pi rozzo composto di
ciottoli sistemati a spina di pesce quasi a notificare
la necessit di risparmiare sulla posa e sui materiali ,
probabilmente ricoperto a propria volta con intonaco
dipinto di rosso, di cui avanza un piccolo frammento
sopra alla monofora sud del coro delle monache.
La testata orientale mostra allesterno, per una co-
spicua altezza, un paramento che alterna quattro
file di ciottoli e due di mattoni, tecnica edilizia che

10-11 (in alto). Santa Maria delle Vergini prima degli interventi di
restauro, ESUVr. Nella foto a sinistra, spigolo fra i muri orientale e
settentrionale della chiesa, dove si intravedono, in basso, il profilo
della ruota di clausura e, sopra, larchivolto della grande finestra
degli ambienti conventuali. Nella foto a destra, il muro divisorio
fra la chiesa e il coro delle monache, con le differenti tipologie di
parato murario riferibili alle numerose ristrutturazioni intervenute
nel tempo.
12. La monofora gradonata settentrionale del setto divisorio fra la
chiesa e il coro delle monache vista dallaula di culto.
13. La monofora settentrionale del setto divisorio fra la chiesa e il
coro delle monache vista dalla parte claustrale.
14. La testata orientale esterna del coro delle monache con i resti
del campanile duecentesco.
34 fabio coden

Le immagini in questione e i pochi resti sopravvissu-


ti a quegli eventi permettono di cogliere ancora oggi
qualche aspetto delloriginaria idea progettuale, so-
prattutto a proposito della connotazione coloristica
che si volle assegnare alla superficie muraria per mez-
zo di tecniche differenziate. La parte inferiore, di cui
sopravvivono solo due muri contigui con la porta di
accesso alla canna, poggiava su uno zoccolo in grossi
conci di pietra calcarea, ed era composta di soli matto-
ni. A una quota corrispondente allincirca con il colmo
delladiacente ala la muratura diveniva a fasce alterna-
te di due, tre o quattro file di mattoni e una di conci
tufacei chiari, secondo una metodologia ampiamente
documentata in area veronese fin dalla prima epoca
romanica. Il parato ritornava a essere in soli mattoni
nella fascia pi alta, contraddistinta in ogni specchia-
tura da tre arcate ricadenti su mensole lisce, di cui ri-
mane uno dei prospetti nel vano scale che porta agli
alloggi del convitto. Questo residuo, che appartenne
di certo allinterno della faccia ovest della canna, vista
la relazione stratigrafica con i sottostanti avanzi arche-
ologici, sembrerebbe quindi avvalorare lipotesi che le
arcate in questione un tempo fossero aperte e costitu-
issero gli affacci della cella campanaria77.
15. Le strutture di Santa Maria delle Vergini durante le demolizioni Nel 1810, a seguito delle leggi napoleoniche, anche
del 1926. SBAPVr, Archivio fotografico, Santa Maria delle Vergini. il convento di Santa Maria delle Vergini fu demania-
lizzato e venne ceduto a privati salvo una breve pa-
potrebbe essere stata utilizzata diffusamente anche rentesi in cui fu nuovamente presente una comunit
nelle altre parti dei perimetrali73 (fig. 14). religiosa e si eseguirono dei restauri78 , finch allini-
Il sottile e svettante campanile, sopraelevato nel 1524, zio del 1926 il locale governo fascista procedette al-
poggiava al muro orientale dellaula delle monache74. la quasi completa demolizione delle sue strutture79.
Le fotografie precedenti alla demolizione mostrano Le vicende storiche che portarono a questa infausta
chiaramente la progressiva riscoperta del settore su- scelta, esaurientemente esplorate da Maristella Vec-
periore della canna medievale, a seguito dellabbatti- chiato, da Gian Paolo Marchi e da Pierpaolo Brugno-
mento degli edifici che ne occultavano la vista75; ma li80, rappresentano quindi latto finale di una lunga
la torre, che sopravvisse ancora qualche anno a quel- e feconda storia durata esattamente settecento anni,
le violenze, fu quasi interamente demolita nel 1936, che non si riusc a salvaguardare a causa dallarro-
quando risult essere pericolante; se ne salv solo il ganza dellamministrazione comunale e dellimpos-
fianco occidentale che divenne il muro del nuovo edi- sibilit dellufficio di tutela di compiere la sua attivit
ficio ricavato nel coro delle monache76 (fig. 15). istituzionale81.

1. Biancolini 1749 (a), pp. 206, 257; Id. 4. Biancolini 1750, p. 71; Id. 1761, p. 7. Coden, Varanini 2009, p. 8.
1749 (b), pp. 734, 748-755; Id. 1750, pp. VIII; Maccagnan 2000, pp. 38, 69-70. 8. Biancolini 1752, p. 659; Arrighi
70-73, 172, 258; Id. 1752, pp. 368, 370- 5. Biancolini 1750, pp. 70-71, 258; Id. 1765, 1845, pp. 73-74.
373, 594-599, 654-664, 681-696, 717- p. 172; Id. 1766, pp. 82-83; BCVr, Cavatto- 9. Biancolini 1752, p. 661; Arrighi
722; Id. 1761, pp. VII-VIII, XII, XVII, ni, Chiese di Verona, p. 41; Arrighi 1845, 1845, p. 17.
141, 155; Id. 1762, pp. 140, 151; Id. 1765, pp. 13-14, 16-17, 72-74; Sandri 1931, p. 98; 10. Biancolini 1750, p. 71; Cuppini
p. 172; Id. 1766, pp. 3, 82-103, 147; Id. Lenotti 1955, pp. 34-35; Pighi 1988, pp. 1969, p. 239; Maccagnan 2000, p. 71.
1771, pp. 40, 329, 330-331, 335, 351. 59-60; Maccagnan 2000, pp. 69, 382 (doc. Da Lisca 1941, p. 60; Valenzano 1993,
2. Varanini 2002, pp. 38-43; Varanini 1215, agosto 19); Segala 2004, p. 198. p. 219.
2009, p. 22; Lodi 2014, p. 135. 6. Biancolini 1752, p. 658; Arrighi 11. Coden, Varanini 2009, p. 8.
3. Rapelli 1996, pp. 91-92. 1845, p. 71. 12. Cuppini 1969, p. 241.
a rchitettur a re l igiosa medievale nel c ampo marz io 35

13. Biancolini 1752, pp. 662-663; San- 39. Lodi 2014, p. 139. 80r (a. 1359); Ivi, b. 4, cc. 40v (a. 1333),
cassani 1965, p. 8. 40. BCVr, Archivio stampe, 2.f.11; Ivi, 286r (a. 1340).
14. Coden, Varanini 2009, pp. 8-9. 2.f.13; Ivi, 2.b.4; Ivi, 2.b.19; Mazzi 58. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
15. Ranucci 2002, p. 737. 1978, pp. 591-593, 599-600; Girardi, ta Maria delle Vergini, Registri, b. 3, c.
16. Brusco 1836, p. 11; Fasanari 1964, Perini 2010, pp. 34-35, 44-45, 64-65. 54r; Ivi, b. 6, cc. 5r (a. 1399), 20r, 22r,
pp. 124, 169-170, 173-174, 182, 184; Fa- 41. ASVe, Catasto napoleonico, Mappe, 23v, 37r (a. 1400).
sanari 1962, pp. 12, 18. Verona. Si veda inoltre Morando Di 59. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
17. Arrighi 1845, p. 25. Custoza 1977, pp. 200-201, 268-269. ta Maria delle Vergini, Registri, b. 2; San-
18. Cuppini 1969, p. 239. 42. AUVr, Recupero ex-Panificio a S. dri 1933, pp. 138-139, 148-150; Marchi
19. Biancolini 1750, p. 72; Id. 1752, pp. Marta, Verona, D.L. Elaborati integrativi, 2000, p. 20.
663-664; Carli 1796, p. 136; Brusco Indagine archeologica: relazione tecnica 60. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
1836, p. 11; Arrighi 1845, p. 23; Mac- preliminare, Relazione tecnica prelimina- ta Maria delle Vergini, Registri, b. 86, c.
cagnan 2000, p. 71. re (1 luglio 2010), Integrazione lato Ovest 22r. Si veda anche Bianchi 1988, p.
20. Coden, Varanini 2009, pp. 9-10, 12-15. (7 luglio 2010); Ivi, Recupero ex-Panificio 469.
21. BCVr, Sgulmero, Epigrafia medievale a S. Marta, Verona, D.L. Elaborati inte- 61. ESUVr, Paganotto 2010, pp. 9, 16.
veronese; Segala 2004, p. 198. grativi, Indagine archeologica: relazione 62. ESUVr, Paganotto 2010, p. 19.
22. Brusco 1836, p. 11. tecnica preliminare, Relazione tecnica pre- 63. Castagnetti 1981, p. 80.
23. Biancolini 1750, pp. 73, 172; Id. liminare (1 luglio 2010), Integrazione im- 64. Biancolini 1749 (b), pp. 751-752;
1771, p. 40; Arrighi 1845, p. 23; Mac- magini e planimetrie (31 agosto 2010); Ivi, Sandri 1933, pp. 50, 137, 139; Macca-
cagnan 2000, p. 71. Recupero ex-Panificio a S. Marta, Verona, gnan 2000, pp. 65, 101.
24. Brusco 1836, pp. 10, 12-14. D.L. Elaborati integrativi, Progetti di con- 65. ESUVr, Paganotto 2010, pp. 33-34.
25. ASVr, Congregazione municipale di servazione. 66. Biancolini 1761, pp. XII-XIII, XVII.
Verona, Ornato, b. 1070; gi in Macca- 43. Biancolini 1749 (b), p. 750; Id. 1752, 67. ASVr, Monasteri femminili citt,
gnan 2000, p. 274. In BCapVr, Maffei, pp. 686, 690; Arrighi 1845, pp. 12-13. Santa Maria delle Vergini, Registri, b.
Scritti vari (cfr. I manoscritti 1996, pp. 44. Sandri 1931, pp. 104-105; Lenotti 4, cc. 468v, 482v, 526r (a. 1334), 573r
659-660) si riporta per errore la men- 1955, p. 36; Maccagnan 2000, pp. 38- (a. 1335).
zione di un disegno della facciata della 41, 279; Marchi 2000, p. 18; Brugnoli 68. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
chiesa: in realt nel codice sono conte- 2005, p. 509. ta Maria delle Vergini, Registri, b. 1, c.
nute le piante di vari bastioni, fra cui 45. Biancolini 1749 (b), p. 750; Id. 1752, 32v, 33v (a. 1337); Ivi, b. 4, cc. 641r (a.
quello delle Maddalene. pp. 684-685, 687; Arrighi 1845, pp. 67, 1335), 472v (a. 1335).
26. Da Persico 1820, II, p. 21; Bennas- 70; Sandri 1931, pp. 106-107, doc. II. 69. Sandri 1933, p. 150.
suti 1842, p. 137. 46. Biancolini 1752, pp. 690-692; Arri- 70. ASVr, Monasteri femminili citt, San-
27. Flores dArcais 1980, pp. 374-381. ghi 1845, p. 18; Maccagnan 2000, pp. ta Maria delle Vergini, Registri, b. 3, c.
28. Maccagnan 2000, p. 104. 42, 65-66. 62r (a. 1353); Ivi, b. 6, cc. 3r (a. 1398),
29. BCVr, Archivio stampe, 2.b.114; Ivi, 47. Arrighi 1845, p. 31; Sandri 1933, p. 35v, 36r, 48r (a. 1400).
2.b.4; 138. 71. ESUVr, Paganotto 2010, pp. 8, 16-
30. Biancolini 1750, pp. 72-73; Id. 1752, 48. Biancolini 1752, p. 693 ss., in parti- 17, 42-43.
pp. 717-718; Id. 1762, p. 140; Id. 1766, colare p. 695. 72. Biancolini 1752, pp. 594-598, 693;
pp. 83-102; Arrighi 1845, pp. 24-25; 49. Biancolini 1752, p. 695; Arrighi Brusco 1836, p. 12; Arrighi 1845, p. 33.
Maccagnan 2000, pp. 72-74; Marchi 1845, pp. 18-19, 74-76. 73. ESUVr, Paganotto 2010, p. 14.
2000, p. 20; Brugnoli 2005, p. 510. 50. Biancolini 1749 (b), p. 753; Arri- 74. Biancolini 1749 (b), p. 754; Arrighi
31. BCVr, Cavattoni, Chiese di Verona, p. ghi 1845, pp. 33-35, 79-80; Maccagnan 1845, p. 39; Lenotti 1955, p. 36; Mac-
41; Brusco 1836, p. 12; Brugnoli 2005, 2000, p. 58. cagnan 2000, p. 268.
p. 510; Coden, Varanini 2009, p. 11. 51. Arrighi 1845, p. 79. 75. SBAPVr, Archivio fotografico, Santa
32. Arrighi 1845, pp. 33-34. 52. Maccagnan 2000, p. 225, nota 26; Maria delle Vergini.
33. Pighi 1988, pp. 83-84. Brugnoli 2005, p. 513 e figg. alle pp. 76. Maccagnan 2000, pp. 122-124, 202,
34. Da Persico 1821, p. 21; Fainelli 511 e 515. 277; Brugnoli 2005, pp. 519, 527.
1910, pp. 60-61; Lenotti 1955, p. 35; Se- 53. ASVr, Congregazione municipale di 77. ESUVr, Paganotto 2010, pp. 16, 24.
gala 2004, p. 199. Verona, b. 1376 (diversa collocazione 78. Bennassuti 1842, p. 137; Macca-
35. Biancolini 1750, pp. 72-73; Scolari in Brugnoli 2005). gnan 2000, pp. 204, 220, 229, 268; Mar-
1825, pp. 5-6, 8; Brusco 1836, p. 11; Ar- 54. ESUVr, Paganotto 2010, p. 12 ss. chi 2000, p. 21.
righi 1845, p. 24, Brugnoli, Cortel- 55. Da Lisca 1916, pp. 55-56. 79. Lenotti 1955, pp. 36-38; Macca-
lazzo 2013-14, pp. 13-15. 56. ESUVr, Paganotto 2010, p. 16. gnan 2000, p. 277 ss.
36. Maccagnan 2000, pp. 104-105. 57. ASVr, Monasteri femminili citt, San- 80. Vecchiato 1998, pp. 82-84; Marchi
37. Arrighi 1845, pp. 20-21. ta Maria delle Vergini, Registri, b. 1, c. 2000, pp. 21-23; Brugnoli 2005, p. 519 ss.
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Sgulmero, Epigrafia medievale veronese = ms. 3187, P. Sgul-
Archivio di Stato di Verona mero, Epigrafia medievale veronese. Catalogo a schede
Fondi archivistici e serie: Sezione stampe e fotografie, Archivio stampe
Antichi estimi provvisori
Antico archivio del Comune Casa della Beata Osanna Andreasi, Mantova, archivio
Antico Ufficio del registro, Istrumenti Nigrelli, Progetto = G. Nigrelli, Progetto di ricerca I Dome-
Camera fiscale nicani a Mantova in et rinascimentale (secc. XV-XVI). Arte e
Comune di Verona, Cancelleria dellestimo-Anagrafi storia. IV. I personaggi, dattiloscritto
Congregazione municipale, Ornato
Congregazione municipale, Ragioneria Kriegsarchiv Wien
Delegazione provinciale Ferdinand Artmann
Monasteri femminili citt, Santa Caterina da Siena General Genie Direction (GGD)
Monasteri femminili citt, Santa Maria delle Vergini General-Genie-Inspection (GGI)
Murari dalla Corte Br K.K. Reichs-Kriegs-Ministerium Praesidial-Bureau, Personal
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Archivio Esu, Verona
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