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ITI RUBERANNO
ROBOT IL LAVORO
ma va bene cos
COME SOPRAVVIVERE AL COLLASSO
ECONOMICO ED ESSERE FELICI
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FEDERICO PISTONO
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ii
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iii
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Modificare questopera
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iv
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di questa licenza, che va comunicata con chiarezza.
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Indice
Indice v
Prefazione ix
Dedica xi
Prologo xiii
Introduzione xvii
1 La disoccupazione oggi 3
2 La fallacia luddista 9
3 La crescita esponenziale 13
4 La tecnologia dellinformazione 19
5 Lintelligenza 25
6 Lintelligenza artificiale 29
7 Le prove dellautomazione 35
8 Laccettazione sociale 57
9 La disoccupazione domani 61
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vi INDICE
10 Lidentit e il lavoro 73
12 Lo scorpione e la rana 85
13 La felicit e la crescita 87
14 La felicit e il reddito 95
Appendici 153
B Crescita 159
Note 169
Bibliografia 195
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~
Peter Diamandis
Fondatore e Presidente di X PRIZE Foundation
Presidente di Singularity University
Autore best-seller del New York Times
Co-Fondatore di Zero-Gravity Corporation
Grazie per aver condiviso questo splendido lavoro. Non ho mai fatto uso di
droghe, ma penso che sarebbe unesperienza simile alla lettura del tuo libro.
Vivek Wadhwa
Libro dellAnno di The Economist
periodista per The New York Times
The Wall Street Journal & Science Magazine
Dan Barry
astronauta della NASA
co-fondatore di 9th Sense Robotics
Michael Smolens
Imprenditore
Fondatore e Presidente di Dotsub
vii
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viii INDICE
Neil Jacobstein
Co-presidente AI and Robotics
Singularity University
Piero Scaruffi
autore e storico culturale Stanford University
Kay Koplovitz
Creatore di Sci-Fi Channel
Fondatore di Springboard Enterprises
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Prefazione
Quando, allinizio del 2012, sono stato contattato da Federico che mi chie-
deva lopportunit di scambiarci qualche idea, fui lieto di accontentarlo. Da
un iniziale scambio di email, siamo passati velocemente a conversazioni audio
e video, e qualche giorno dopo abbiamo concordato di incontrarci di persona.
Cos e venuto a farmi visita, ed rimasto per la notte con me e la mia famiglia.
Incontrare Federico come far entrare la luce nella propria vita. Il suo entu-
siasmo, la sua curiosit, la passione per i suoi interessi e per la condivisione di
esperienze con altre persone rende impossibile non apprezzarlo. Avevamo molti
argomenti comuni di cui parlare, ed stato fantastico poter citare a vicenda gli
stessi libri, rendendosi conto che anche laltro li aveva letti, oppure menziona-
re movimenti, organizzazioni globali e vedere che entrambi le seguivamo o vi
partecipavamo attivamente.
Questa non solo una breve descrizione dellautore di questo libro e delle
mie esperienze insieme a lui. Penso offra anche un?anticipazione di quello che
sempre pi persone sapranno fare del loro tempo libero, dei loro interessi. Potre-
mo utilizzare la tecnologia e la comunicazione online per trovare persone coi
nostri stessi obiettivi. Riusciremo a stabilire molto rapidamente una fiducia con-
divisa, comunicare usando strumenti flessibili, e agire insieme per promuovere
gli stessi scopi. Sar una crescita esponenziale delle connessioni umane!
I robot vi ruberanno il lavoro, ma va bene cos un approccio intelligente,
umoristico, ma anche profondo e potenzialmente rivoluzionario a una delle
questioni fondamentali dei nostri tempi. Sapere che Federico ci stava lavorando,
e che nellestate 2012 avrebbe avuto la possibilit di arricchire le sue vedute
con le esperienze che avrebbe fatto alla Singularity University, mi ha riempito
di aspettative. Nel suo stile semplice ma ricco di spunti, il libro mostra come i
problemi trattati in questo libro saranno sentiti e condivisi da miliardi di persone.
In futuro, tutti noi dovremo ridefinire i nostri ruoli, obiettivi e scopi nella vita.
Moltissime persone stanno lavorando a diverse soluzioni tecnologiche, e
anche se non abbiamo certezze assolute, statisticamente parlando possiamo
contare che una o laltra di queste soluzioni verr prima trovata, e poi diffusa
rapidamente. Ecco perch importante concentrarsi sulle persone: come esseri
ix
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x PREFAZIONE
David Orban
Amministratore Delegato di dotSUB
Direttore del Singularity Institute
for Artificial Intelligence Europe
Ottobre 2012, New York
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Dedica
xi
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Prologo
xiii
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Una delle cose pi difficili per me stato decidere cosa tenere e cosa esclu-
dere. Dovevo trovare un equilibrio tra chiarezza e sintesi, e potrei aver com-
pletamente fallito. Alcune parti sono probabilmente troppo prolisse, mentre
altre sono state trascurate. Ma cos : largomento complesso di suo, il mio
primo libro non pu essere perfetto, e il tuo vostro commento sia positivo che
(specialmente) negativo mi aiuter a migliorare in futuro.
La mia speranza che questo libro vi stimoli a proiettarvi nel futuro, vi aiuti
a orientarvi meglio nel mondo attorno a voi, con le sue infinite e sempre nuove
meraviglie, e che vi regali, nel farlo, un sorriso e una rinnovata fiducia nel futuro.
In tal caso, il tempo e lo sforzo impiegati nello scriverlo saranno stati ben
spesi.
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Riconoscimenti
Al lancio del progetto, volevo provare qualcosa di diverso dalla tipica routine
di pubblicazione di un libro. stato un esperimento sociale, se volete. Anzich
utilizzare il solito metodo di ricerca di un agente, per poi forse ricevere unofferta
da una casa editrice e infine prendere il 10% sulle vendite (se tutto fosse andato
bene), ho deciso di seguire una strada completamente diversa.
Mi sono ricordato che scrivo per i lettori, non per gli editori. Se le persone
credono in me e nel progetto, allora mostreranno il loro supporto. Altrimenti,
pazienza. Naturalmente, farsi strada da soli un po pi difficile che sulle spalle
di qualcun altro. Devi continuamente provare la tua credibilit, costruirti una
base di gente che ti supporti, rilasciare interviste, scrivere articoli, gestire tu
stesso la tua promozione e creare una relazione di fiducia con il tuo pubblico.
Ho deciso dunque di provare con il sito di crowdfunding IndieGoGo, e in
poche settimane 78 persone hanno deciso di contribuire al mio progetto, oltre-
passando il mio obiettivo iniziale di finanziamento del 130%. E cos ho potuto
assumere un grafico professionista per la copertina del libro.
Un ringraziamento speciale va alla mia adorata sorellina Alice. Oltre a essere
una gioia della mia vita, insieme a Michele Gianella ha tradotto questo libro in
italiano, rendendolo cos disponibile al mio paese natale e ai miei connazionali.
Sul mio sito (http://robotswillstealyourjob.com/supporters) trova-
te una lista di quelle persone lungimiranti che mi hanno supportato durante
il progetto. Tra di loro, alcuni si sono distinti per generosit, quindi vorrei de-
dicare un particolare ringraziamento a Ben McLeish, Marco Bassetti, Daniele
Mancinelli, Mark Henson, Justin Gress, Eric Ezechieli e Jonathan Jarvis.
Per finire, un saluto a tutti quegli amici che mi hanno elargito consigli inesti-
mabili, sia nella vita reale1 che nel mondo virtuale, ai miei fan su Facebook e ai
follower di twitter.
Grazie a tutti.
Siete fantastici.
xv
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Introduzione
xvii
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centrarmi sulleconomia degli Stati Uniti, ma le stesse considerazioni valgono
per la maggior parte del mondo industrializzato. Nella seconda parte approfondi-
remo la natura del lavoro stesso, e la relazione tra lavoro e felicit. Lultima parte
un ambizioso tentativo di fornire alcuni consigli pratici su come affrontare i
problemi presentati nelle prime due parti. Fare un esame approfondito di ogni
sezione richiederebbe un lavoro monumentale, lungo probabilmente migliaia di
pagine, che supererebbe di molto lobiettivo di questo libro. Non voglio scrivere
una relazione accademica completa, ma iniziare una discussione su quella che
ritengo una delle pi grandi sfide future con cui dovremo, collettivamente e
individualmente, fare i conti. Troppo spesso trattiamo le due cose come soggetti
separati, non realizzando la natura interconnessa della nostra realt, e questo
errore ci ha resi deboli e vulnerabili. Negli ultimi 70 anni, abbiamo posto le basi
della nostra stessa rovina, siamo diventati sempre pi infelici, la qualit delle
nostre relazioni precipitata e abbiamo perso la prospettiva di ci che realmente
conta. Oggi tutto incredibile, e nessuno felice. ora di fare un passo indietro
e pensare a dove stiamo andando.
Cominciamo questo viaggio.
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Parte I
Automazione e disoccupazione
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C APITOLO 1
L A DISOCCUPAZIONE OGGI
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4 CAPITOLO 1. LA DISOCCUPAZIONE OGGI
lavorando, il dato pi basso in quasi tre decenni3 . Laura DAndrea Tyson, profes-
sore alla Haas School of Business dellUniversit della California, a Berkeley,
ha calcolato che se anche riuscissimo in qualche modo a creare 208.000 nuovi
lavori ogni mese, e da subito, non colmeremmo il divario prima del 20234 . Certo,
a gennaio 2012, grazie al deciso intervento congiunto di Governo e settore priva-
to, il tasso di disoccupazione sceso all8.3%5 . Ma una magra consolazione,
considerando che le persone impiegate part time per ragioni economiche, ai
margini della forza lavoro, i lavoratori scoraggiati e la disoccupazione di lungo
periodo sono variati molto poco nel corso dellanno. A rendere le cose anche
peggiori, il tasso di partecipazione della forza lavoro del 63.7% (il pi basso di
tutti i tempi dal 1983, quando le donne non erano ancora una quota importante
della forza lavoro) e ha continuato a scendere in maniera persistente ogni anno6 .
Gli economisti del MIT Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee offrono una
chiara analisi del problema nel loro libro Race Against The Machine: How the Di-
gital Revolution is Accelerating Innovation, Driving Productivity, and Irreversibly
Transforming Employment and the Economy 7 , che tratta lattuale crisi di disoccu-
pazione e prova a offrire alcune soluzioni, in particolare riformando listruzione,
il sistema degli incentivi economici, e promuovendo limprenditorialit. Bench
condivida la loro analisi, penso che le loro soluzioni siamo limitate a come le
cose hanno funzionato fino a ora. Gli autori sembrano supporre che gli incentivi
economici e la stessa natura umana siano quasi immutabili. Secondo Voltaire,
Il lavoro ci salva da tre mali: la noia, il vizio e il bisogno, e avere un lavoro stato
senza alcun dubbio il modo in cui li abbiamo combattuti finora. Non penso,
tuttavia, che questo sia lunico modo di farlo e nei prossimi capitoli esploreremo
il perch.
Anche altri autori hanno affrontato la stessa questione. Jeremy Rifkin fu tra i
primi a studiare a fondo questo problema. Nel 1995 pubblic La Fine del Lavoro:
Il declino della forza lavoro globale e lalba dellera post-mercato 8 , nel quale
predisse che la disoccupazione mondiale sarebbe aumentata perch la tecno-
logia avrebbe sostituito decine di milioni di posti nellindustria manifatturiera,
agricola e nel settore dei servizi. Rifkin descrisse limpatto devastante dellauto-
mazione sugli operai, sui venditori al dettaglio e allingrosso, con queste parole:
Mentre una piccola lite di manager aziendali e lavoratori della conoscenza
raccoglie i frutti del progresso tecnologico, il ceto medio americano continua
a ridursi e il luogo di lavoro diventa sempre pi stressante.9 . Forse Rifkin avr
sbagliato qualche dettaglio, ma i fatti hanno talmente confermato i tratti generali
della previsione da farla suonare quasi profetica. Negli ultimi ventanni, abbiamo
potuto osservare la graduale scomparsa della classe media americana, con costi
in aumento ed entrate in riduzione10,11 , mentre gli americani pi ricchi hanno
accumulato pi ricchezza che mai nella Storia.
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5
Per farci unidea precisa della spropositata quantit di ricchezza generata dal
sistema, di quanto ingiustamente sia distribuita, e di come questa ingiustizia sia
peggiorata dal 1979 a oggi, diamo unocchiata al seguente grafico12 .
1.5
$1.5M
1.0
$1M
$0.5M
.5
top 20 %
second 20%
third 20%
0 fourth 20%
79 83 87 91 95 99 03 07 bottom 20%
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6 CAPITOLO 1. LA DISOCCUPAZIONE OGGI
top 1%
1.2 120%
90%
.9
60%
.6
30%
0. 3 top 20 %
0%
.0 second 20%
third 20%
-30% fourth 20%
.3
bottom 20%
.6 79 83 87 91 95 99 03 07
Figura 1.2: Variazione della quota di reddito 1979-2007, calcolato al netto delle imposte.
Migliore Un quintile di ricchezza alla volta, mostra appunto quanto sia distorta
la nostra percezione13 .
La Storia ha dimostrato che Rifkin aveva ragione. La classe media sta scom-
parendo, i pi ricchi stanno diventando ancora pi ricchi, e noi non abbiamo la
minima idea di quanto sia davvero brutta la situazione. La domanda , Rifkin
aveva ragione anche su lavoro e automazione?
Martin Ford, col taglio da imprenditore e ingegnere informatico quale ,
torn sul tema. Il suo libro del 2009 Le luci in fondo al tunnel: automazione,
tecnologia in accelerazione e leconomia del futuro cerca di dimostrare come
lautomazione condurr inevitabilmente alla disoccupazione strutturale, e come
milioni di lavoratori, qualificati e non, verranno presto sbalzati fuori dalla forza
lavoro, con poche o nulle possibilit di tornarci. Ford da allora ha scritto nume-
rosi articoli sui principali siti dinformazione, rimettendo cos il problema della
disoccupazione tecnologica sotto i riflettori. Ed stato una fonte di ispirazione
anche per me, quando decisi di scrivere questo libro. Tuttavia, come per il libro
di Brynjolfsson, ritengo le sue soluzioni n fattibili n, nella maggior parte dei
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7
Out of Balance
A Harvard business prof and a behavioral top 20%
economist recently asked more than second 20%
5,000 Americans how they thought third 20%
wealth is distributed in the United States. fourth 20%
Most thought that its more balanced bottom 20%
than it actually is. Asked to choose their
ideal distribution of wealth, 92% picked
one that was even more equitable.
actual distribution of wealth
0 20 40 60 80 100
top 20% second 20% third 20% fourth 20% bottom 20%
Source: Michael I. Norton, Harvard Business School; Dan Ariely, Duke University
Figura 1.3: Building a Better America One Wealth Quintile at a Time, Michael I. Norton,
Dan Ariely. Journal Perspectives on Psychological Science.
casi, desiderabili.
Penso che tutti questi autori abbiano identificato il vero problema, e provato
a elaborare soluzioni utilizzando le loro conoscenze, abilit, analisi ed esperienze.
Ma leggendo quei libri, sentivo che mancava qualcosa. Qualcosa con cui nessuno
aveva ancora fatto i conti. Mi sembrava che stessero cercando le soluzioni dove
non cera alcuna possibilit di trovarle.
Prima che continui, chiariamo una cosa. Tutti gli autori che ho menzionato
sono professionisti brillanti e altamente qualificati, con molti pi riconoscimenti
accademici ed esperienze lavorative di me. Su questo non si discute. Ma non so-
no nati in una cultura dove le cose cambiano radicalmente nel giro di pochi anni.
Quella del cambiamento rapido unidea cui si sono dovuti adattare, non sono
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8 CAPITOLO 1. LA DISOCCUPAZIONE OGGI
nati nella generazione che questa enorme accelerazione del cambiamento lha
creata la respira dalla nascita. Io invece sono stato abbastanza fortunato da far
parte di questa generazione. Ho visto il movimento per lOpen Source crescere e
diventare una delle pi grandi forze del pianeta. I miei sogni di bambino, nei
quali piccoli gruppi di persone specializzate e intelligenti cambiavano il mondo,
sono diventati realt. stato esaltante assistere a questi eventi, la cui crescita
inarrestabile, oltre a spaventare le imprese e infiammare i rivoluzionari, li rende
sempre pi onnipresenti.
Certo, magari ho torto e quanto appena detto proviene dalla mia arrogante,
beata ignoranza di giovent. Anzi, molto probabile che sia cos. Ma forse c
qualcosa di vero. Qualcosa che mi trascende come individuo, e che io mi limito
a veicolare. lintelligenza collettiva di tutte le persone con cui ho parlato, i libri
che ho letto, le esperienze che ho fatto in quellorganismo cibernetico peren-
nemente connesso noto come Internet. Non pretendo di rappresentare tutta la
mia generazione, o tutto il mondo del Web se per questo. Ma innegabile che
queste intelligenze mi abbiano plasmato, influenzato e guidato nel corso degli
anni. E adesso sto solo rielaborando ci che ho ricevuto. questa levoluzione
sociale: copiare, trasformare e combinare14 .
Tuttavia, resta unaltra possibilit. Pu ben darsi che tutti noi, io e quegli
autori, ci sbagliamo. Magari hanno ragione gli analisti e gli economisti tradizio-
nali. Forse non capiamo alcuni concetti economici di base, e le nostre analisi
sono solamente sofismi, risolvibili dando ragione agli economisti e studiando
pi a fondo il passato. Dopo tutto, abbiamo visto la disoccupazione salire e
scendere per centinaia di anni, per poi ritornare ai livelli previsti senza alcun
cambiamento sostanziale nella struttura delleconomia. Quando poi nuove, di-
rompenti tecnologie fanno il loro ingresso, noi ci muoviamo ciclicamente da un
settore a un altro, creando nuovi lavori, e nel lungo periodo tutto procede bene.
Gli economisti hanno un nome per questo fenomeno, che ci riporta indietro
nel tempo. Prima di approfondire il punto, dunque, lasciate che vi racconti una
storia.
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C APITOLO 2
L A FALLACIA LUDDISTA
S
iamo in Inghilterra, alla fine del XVIII secolo. Un ragazzo di nome Ned Ludd
lavora come tessitore nel paese di Anstey, poco lontano da Leicester. Ancora
non lo sa, ma sta per cambiare la Storia.
una dura e faticosa giornata di lavoro del 1779, e Ludd sta facendo lap-
prendistato per imparare a lavorare col telaio. Ma batte la fiacca: quel giorno,
la voglia di lavorare ai minimi termini. Il padrone si lamenta del fatto con un
pubblico ufficiale, che ne ordina la fustigazione. Per tutta risposta, Ludd afferra
un martello e distrugge lodiato telaio. Questo fatto verr raccontato da tutte le
generazioni successive, e Ludd entrer nella Storia. O almeno, questo ci che
si dice.
Come per ogni mito, esistono molte varianti. Alcune raccontano che a Ludd
era stato ordinato dal padre, un tessitore, di raddrizzargli gli aghi. Ludd prese
un martello e li scagli in un mucchio. Vi sono anche altre storie, ma nessuno
sa quale sia vera, posto che ne esista una vera15 .
Comunque, che una di esse sia realmente accaduta o no irrilevante. Il
punto che la notizia dellincidente, come in ogni buon racconto popolare, e pur
con mille varianti, inizi a diffondersi. Ogni volta che un telaio veniva sabotato,
la gente diceva per scherzo: stato Ned Ludd. Le sue azioni ispirarono il
personaggio folkloristico del Capitano Ludd, meglio conosciuto come Re Ludd
o Generale Ludd, che divenne il presunto leader e fondatore di un movimento
chiamato, comera prevedibile, Luddismo.
Il movimento luddista probabilmente inizi a Nottingham, Inghilterra, intor-
no al 1811. I luddisti erano soprattutto produttori di pizzi e maglieria, artigiani
tessili inglesi che protestavano spesso distruggendo telai meccanici contro i
cambiamenti portati dalla Rivoluzione Industriale. I telai erano il simbolo della
disoccupazione creata dal progresso tecnologico, che permetteva di impiegare
meno manodopera, e loro per protesta li facevano a pezzi. Per dirla fuori dai
denti, le macchine stavano rubando lavoro umano, e a loro questa piega non
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10 CAPITOLO 2. LA FALLACIA LUDDISTA
piaceva.
La gente inizi a chiedersi se quello fosse linizio di un processo irreversibile,
o se le cose sarebbero tornate alla normalit. Dopotutto, lautomazione di allora
era limitata a una macchina a vapore, nella quale difficile vedere un sostituto
di ogni manodopera umana. Tuttavia alcuni ipotizzarono che il problema creato
dallautomazione delle macchine si sarebbe aggravato in pochi anni, mettendo
a rischio le aziende manifatturiere. Lindustriale Henry Ford comprese a fondo
il problema. E infatti pag i suoi dipendenti il doppio della media dellepoca,
perch potessero permettersi le macchine che producevano16 .
Il che ha una sua logica: la gente deve avere abbastanza denaro per comprare
ci che crei, altrimenti il ciclo di produzione-consumo si interrompe. Se le
macchine sostituissero le persone prima che queste trovino un nuovo impiego,
saremmo nei guai. Il risultato potrebbero essere tensioni sociali e lassalto alle
macchine, cos che i lavoratori non perdano il loro reddito. Queste persone sono
chiamate luddiste ancora oggi.
Gli economisti neoclassici hanno liquidato questa tesi come priva di sen-
so. Sostengono che questa linea di ragionamento fallace, errata. Nel 2003,
leconomista Alex Tabarrok pronunci questa celebre frase:
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11
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12 CAPITOLO 2. LA FALLACIA LUDDISTA
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C APITOLO 3
L A CRESCITA ESPONENZIALE
U
no dei concetti pi importanti, e tuttavia meno compresi, della nostra vita
la natura della funzione esponenziale. Potreste aver gi incontrato questo
termine. Magari scritto in qualche articolo di giornale nella sezione di tecnolo-
gia, brevemente citato e quasi non spiegato. Oppure avrete sentito parlare di
interesse composto mentre accendevate un prestito in banca. Naturalmente,
di norma si sorvola sul vero significato e raramente qualcuno spiega di cosa si
tratti veramente. Eppure condiziona leconomia, ogni aspetto della nostra vita e
le decisioni che dobbiamo prendere per il futuro. Comprendere la forza della
progressione esponenziale indispensabile, per apprezzare lanalisi presentata
in questo libro.
Albert Bartlett, professore emerito di Fisica allUniversit di Colorado-Boulder,
dichiar in una sua famosa conferenza che la pi grave mancanza della razza
umana la sua incapacit di comprendere la funzione esponenziale.20 Non
unaffermazione da poco. Dal 1969 a oggi, il professor Bartlett ha tenuto pi di
1600 conferenze su Aritmetica, Popolazione ed Energia, cercando di informare
quante pi persone possibili sui pericoli che comporta la mancata comprensione
di questo concetto cruciale.
Io vorrei che riusciste, in questo capitolo, a comprendere a fondo la funzione
esponenziale. Vorrei che coglieste lintuizione sottostante. Non importa se siete
laureati in filosofia, o in economia, se siete disoccupati, se avete abbandonato
lUniversit o al contrario vi insegnate, o se amministrate una multinazionale;
capita spesso che gente come loro non comprenda a fondo cosa sia una crescita
esponenziale. Ma voi dovete comprenderlo, indispensabile.
In vita mia ho tenuto molte conferenze, a tutti i tipi di ascoltatori, e anche
i pi colti tra loro si trovavano in difficolt davanti a esempi molto semplici
di crescita esponenziale. La cosa curiosa che lo stesso concetto, una volta
spiegato a dovere, diventava ovvio per tutti, profani compresi. Ci mi riempie
di speranza, perch fondamentale che tutti capiscano cosa significhi e cosa
13
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14 CAPITOLO 3. LA CRESCITA ESPONENZIALE
70
Tempo di raddoppio =
Tasso di crescita costante
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3.1. QUANDO LA POTENZA ESPLODE 15
264 1 = 18.446.744.073.709.551.615
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16 CAPITOLO 3. LA CRESCITA ESPONENZIALE
128
1 2 4 8 16 32 64 128
Figura 3.1: In alto a sinistra si comincia con 1 chicco. Si continua a destra con 2, 4, 8,
16... poi il numero diventa troppo elevato, e iniziamo a usare la notazione binaria: K=kilo
(mille), M = Mega (1 milione), G = Giga (1 miliardo), T = Tera (1 trilione), P = Peta (1
quadrilione), E = Exa (1 quintilione).
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3.1. QUANDO LA POTENZA ESPLODE 17
NO
BACTERIA
? FULL OF
BACTERIA
Figura 3.2: Sulla sinistra, al minuto zero, non ci sono batteri nel bicchiere. Sulla destra,
dopo un certo numero di raddoppi, i batteri lhanno riempito completamente. Ma cosa
succede al minuto 55 (al centro)?
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18 CAPITOLO 3. LA CRESCITA ESPONENZIALE
Tabella 3.1: Crescita esponenziale dei batteri in un bicchiere negli ultimi 10 minuti.
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C APITOLO 4
O
ra che sappiamo cos la funzione esponenziale, possiamo cominciare a
leggere le cose in modo pi informato. Potreste aver gi sentito parlare
della Legge di Moore, stando alla quale il numero di transistor inseribili in un
circuito integrato raddoppia ogni due anni circa. La potenza di un computer,
quindi, ogni 24 mesi circa raddoppia. Quando nel 1965 Gordon E. Moore, co-
fondatore della Intel Corporation, la pi grande produttrice al mondo di chip
semiconduttori, descrisse questa tendenza nel suo famoso saggio25 , la gente
era molto scettica. Moore si accorse che dallinvenzione del circuito integrato,
nel 1958, fino al 1965 il numero di componenti dei suoi circuiti integrati era
raddoppiato ogni anno, e predisse che tale andamento sarebbe continuato
per almeno dieci anni. Molti non gli credettero e ritennero la sua predizione
poco accurata: non potevano credere che crescesse ulteriormente, a causa
di vari problemi tecnici. Ma gli scettici avevano torto. Il raddoppio, anzi,
continuato per altri 50 anni, senza alcun segno di arresto. Ma la Legge di Moore
non racconta lintera storia. Lespansione esponenziale della tecnologia ha
continuato a crescere indisturbata per molto tempo ancora, e i circuiti integrati
sono solo una piccola frazione dello spettro completo dei cambiamenti in corso
nel progresso tecnologico.
Kurzweil26 not che la Legge di Moore sui Circuiti Integrati non era il primo,
bens il quinto paradigma a descrivere laccelerazione del rapporto qualit-
prezzo. I dispositivi elettronici hanno incrementato costantemente la loro poten-
za (per unit di tempo), dai dispositivi di calcolo meccanici usati nel Censimento
degli USA nel 1890, alla Bomba di Turing che decifr il codice nazista Enigma,
al computer UNIVAC, con tubi a vuoto, che predisse lelezione di Eisenhower,
alle macchine a transistor usate durante il primo lancio spaziale, fino al perso-
nal computer con circuiti integrati che Kurzweil us per dettare il saggio che
descriveva questo fenomeno nel 2001.
Per farci unidea di cosa significa crescita esponenziale, guardate il seguente
19
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20 CAPITOLO 4. LA TECNOLOGIA DELLINFORMAZIONE
Figura 4.1: La differenza tra una curva lineare e una esponenziale. Per gentile concessione
di Ray Kurzweil.
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21
Figura 4.2: La Crescita Esponenziale della potenza di calcolo negli ultimi 100 anni. Per
Gentile Concessione di Ray Kurzweil.
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22 CAPITOLO 4. LA TECNOLOGIA DELLINFORMAZIONE
continuer nel futuro prossimo, diciamo per altri 30 anni almeno. Poi, a un certo
punto, toccher i limiti fisici imposti dalle leggi della natura, e il suo aumento do-
vr rallentare. Alcuni, tuttavia, suggeriscono che potremmo aggirare il problema,
una volta raggiunta la Singolarit.
La Signolarit Tecnologica si riferisce al momento in cui la velocit del cam-
biamento tecnologico sar tale da non poter prevedere cosa avverr. In quel
momento, lintelligenza dei computer superer quella umana e non saremo
neppure in grado di comprendere i cambiamenti in corso. Il termine era stato
inizialmente coniato dallo scrittore di fantascienza Vernon Vinge, e divulgato
da altri autori, e principalmente Ray Kurzweil, coi suoi libri LEra delle Macchine
Spirituali e La Singolarit Vicina. Questa idea, comunque, altamente specu-
lativa, e valutarne la fattibilit va molto oltre gli scopi di questo libro. Mi limito
a dire che, perch le macchine sostituiscano la maggior parte dei lavori umani,
la Singolarit non un requisito fondamentale, come vedremo nei seguenti
capitoli. Che condividiate la nozione di singolarit oppure no, non importa. I
dati sono chiari, i fatti sono fatti, e basta pensare a cosa avverr tra qualche anno
per giungere in ogni caso a conclusioni allarmanti.
Il Test di Turing un esperimento proposto nel 1950 dal brillante matema-
tico inglese, e padre dei computer, Alan Turing. Immaginate di entrare in una
stanza con un computer in cima a una scrivania, che aspetta solo voi. Notate che
c una finestra di chat e due conversazioni aperte. Appena iniziate a scrivere
qualche messaggio, vi informano che state effettivamente parlando con una
persona e una macchina. Avete tutto il tempo che volete per distinguere luna
dallaltra. Bene: se non siete in grado di notare la differenza, la macchina ha
passato il test.
Ci sono molte varianti dello stesso esperimento, alcune con pi interlocu-
tori, di cui tutte macchine o tutti umani, cos da fuorviarvi. In ogni caso, lidea
principale chiara: la capacit di conversare con un linguaggio naturale deter-
mina se sei umano oppure no. Una macchina che superasse il Test di Turing
pu dirsi dotata di un livello di intelligenza umana, o almeno di intelligenza
percepita umana (se consideriamo che lintelligenza non deve per forza essere
reale, quando si tratta di questo argomento). Alcuni la chiamano Intelligenza Ar-
tificiale Forte (IA Forte), e la ritengono un mito irraggiungibile, perch il cervello
complicato, molto pi della somma dei suoi componenti individuali. Costoro
insistono sul fatto che il cervello opera attraverso processi di meccanica quanti-
stica sconosciuti e incomprensibili, e che ogni sforzo di comprenderlo attraverso
delle macchine sia pura fantasia. Altri al contrario affermano che il cervello sia
solo una macchina biologica, non molto diversa da qualsiasi altra macchina, e
che sia solo una questione di tempo prima che le macchine artificiali riescano a
surclassarlo. un argomento affascinante, che richiede unapprofondita analisi.
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23
Forse lo tratteremo in un altro libro. Per ora concentriamoci sul presente, che
conosciamo, e sul futuro prossimo. Come vedremo, non c alcuna necessit
di raggiungere lIA Forte perch le macchine cambino per sempre la natura
delleconomia, dellimpiego e delle nostre vite.
Inizieremo con lo scoprire cos lintelligenza, come pu essere utile e se le
macchine sono diventate intelligenti, forse pi di noi.
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C APITOLO 5
L INTELLIGENZA
C
una grande confusione sul significato della parola intelligenza, soprat-
tutto perch nessuno sa bene cosa sia. Sono stati proposti vari tentativi
di definizione, ma quando li si confronta con domande logiche e informate si
rivelano inadeguati. Il Dizionario di Inglese Oxford d questa definizione:
25
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26 CAPITOLO 5. LINTELLIGENZA
dovesse tutta quella eccitazione. Rideva come un matto, il che mi rese ancora
pi curioso. Dopo aver ripreso fiato disse che erano usciti i risultati dellultimo
esame. Alcuni giorni prima si era dimenticato di dover sostenere lesame ed era
andato a farlo senza sapere nulla. Era un tipo che dormiva addirittura in classe,
quindi non cera speranza che rispondssre correttamente a qualche domanda
basandosi sul buon senso. Be? gli chiesi. Non avevo la pi pallida idea di
cosa stesse succedendo. Poi ho notato che era un test a risposta multipla. Ho
solo crociato AC/DC pi e pi volte, dallinizio alla fine. Gli diedi un facepalm
da Picard28 . Poi lui scoppi di nuovo a ridere. Ciccio, ho preso 87%! Il secondo
migliore della classe!.
Cosa possiamo apprendere da questo aneddoto? Escludendo una dubbia
intercessione del Dio dellHeavy Metal, una cosa chiara: non aveva capito nulla
di quello che cera nel test, ma agli occhi del professore era intelligente. Anzi,
era la seconda persona pi intelligente della classe, almeno per quella materia.
Ma solo perch risponde correttamente alle domande, non significa che una
persona abbia capito qualcosa. Potrebbe essere fortuna. O forse si sa applicare
meccanicamente una quantit di regole per arrivare al risultato. Tuttavia fal-
liremmo miseramente, se le domande cambiassero anche di poco. Alcuni la
chiamano semantica (dal Greco semantika, neutro plurale di semantikos), che
lo studio del significato. Ma cosa d significato, esattamente? Possiamo quantifi-
care il significato in maniera oggettiva? Credo di no. Cose, situazioni, frasi, sono
tutte di per s inerti. Non hanno uno scopo, n un significato intrinseco. Siamo
noi ad attribuirl. Se non mi credete, provate questo esperimento: prendete una
banconota da 20e(o il suo equivalente) dal vostro portafoglio. solo un pezzo di
carta. Un sottile strato di cellulosa con dellinchiostro stampato sopra. In s non
ha nessun valore, significato o scopo. Buttatela per strada, ora: posso garantirvi
che non ci rimarr a lungo. Questo perch le diamo significato, la valutiamo
attraverso un accordo collettivo. Ma alla banconota di carta non importa molto
se star l o se verr raccolta.
Facciamo adesso la stessa cosa con i computer. Possono di certo sembrare
intelligenti. Possono reggere il passo con gli umani, e in alcuni casi surclassare
molti di noi, anche con abilit di alto livello come manipolazione del linguag-
gio, giochi di parole e composizioni musicali (ne parleremo meglio in questo
capitolo). Ma come possiamo capire se intendono dire ci che dicono, o se ci
capiscono qualcosa? La risposta giusta, secondo me, che non lo sappiamo.
E potremmo non saperlo mai perch ai computer la domanda neppure si pu
applicare.
Forse lintelligenza non una propriet che esiste indipendentemente dal
suo ambiente, e in definitiva un qualcosa che siamo noi a vedere negli altri. O,
come sostiene Rodney Brooks:29
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C APITOLO 6
L INTELLIGENZA ARTIFICIALE
D
evo confessarvi una cosa. Scegliendo il titolo del libro, I robot ti ruberanno
il lavoro, non sono stato del tutto onesto. I robot vi ruberanno s il lavoro,
prima o poi, ma prima di loro ci sar qualcosaltro. Anzi, quel qualcosa c gi,
ed molto pi diffuso di quanto una qualunque macchina fisica potrebbe mai.
Sto parlando naturalmente dei software, dei programmi informatici in genera-
le. Pianificazione e programmazione automatica, Apprendimento automatico,
Trattamento automatico del linguaggio, Percezione artificiale, Visione artificiale,
Riconoscimento vocale, Emotivit artificiale, Creativit computazionale, sono
tutti campi di Intelligenza Artificiale che possono felicemente ignorare le com-
plicate questioni tecniche della Robotica. molto pi semplice potenziare un
algoritmo che costruire un robot migliore. Un titolo come LIntelligenza delle
Macchine e gli algoritmi informatici ti stanno gi rubando il lavoro e lo faranno
ancor pi in futuro sarebbe dunque stato pi preciso ma meno accattivante.
Nellimmaginario collettivo, la macchina intelligente un robot antropomor-
fo che svolge i nostri compiti quotidiani, somigliandoci sempre pi nellaspetto
e nelle azioni (grazie, Hollywood). In realt gli agenti pi intelligenti non ne-
cessitano di un corpo fisico e operano per lo pi a livello di computazione. Il
meglio di s lo danno nellelaborazione e aggregazione di dati.
Ironicamente, pi difficile automatizzare una domestica che sostituire
un radiologo31 . Un radiologo un dottore specializzato nellinterpretare im-
magini generate da tecnologie di scannerizzazione medica, ed un ramo di
specializzazione molto comune tra i medici delle nuove generazioni, perch
offre uno stipendio relativamente alto, ore di lavoro regolari, weekend liberi e
nessuna emergenza (lo svantaggio, daltro canto, che si tratta di un impiego
molto ripetitivo). Ma bench richieda almeno tredici anni di studio ed esercizio
dopo la scuola superiore, un lavoro abbastanza semplice da automatizzare32 .
Pensateci: sostanzialmente, si tratta di analizzare e valutare immagini, i cui para-
metri sono ben definiti perch derivanti, di norma, dai dispositivi di scansione
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30 CAPITOLO 6. LINTELLIGENZA ARTIFICIALE
Figura 6.1: Homepage di Google Immagini. Potete vedere licona della macchina
fotografica sulla destra della barra: cliccandola, potete caricare limmagine.
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31
Figura 6.3: Il software riconosce, correttamente, che si tratta del Robot ASIMO della
Honda, e offre immagini simili. Notare che le immagini proposte mostrano ASIMO in
differenti posizioni e angolazioni, non la stessa immagine in dimensioni diverse. Questo
algoritmo riconosce dunque milioni di schemi diversi, dimostrando unintelligenza ge-
nerale. Un software ristretto, preposto a riconoscere un solo schema specifico, invece
pi semplice da sviluppare, ma deve essere molto pi accurato (perch la posta in gioco
pi elevata).
Allo stesso modo, molti governi hanno accesso a software che possono aiu-
tare a identificare i terroristi negli aeroporti, basandosi sulle immagini riprese
dai circuiti di sicurezza33 . A Londra, e in molte altre citt, le telecamere a cir-
cuito chiuso sono equipaggiate con sistemi avanzati che registrano i volti delle
persone e possono aiutare la polizia a identificare potenziali criminali34 .
La radiologia gi soggetta alla delocalizzazione, in India e in altri luoghi
dove lo stipendio medio per lo stesso compito 10 volte inferiore35 . Quanto
tempo passer, secondo voi, prima di essere tutti delocalizzati da lavoratori
cui non serve uno stipendio, ma solo una manciata di elettroni?
Il lavoro di una domestica (che non richiede istruzione formale o capacit
particolari) al contrario davvero complicato per un robot. Richiede capacit di
coordinazione e movimento in un ambiente 3D estremamente sofisticato. Biso-
gna riconoscere migliaia di oggetti, muoversi liberamente per casa, fare le scale,
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32 CAPITOLO 6. LINTELLIGENZA ARTIFICIALE
Potreste credere che i computer siano stupidi, perch a differenza di noi non
colgono il senso di ci che fanno. Il che vero: se mostrate unimmagine a un
bambino piccolo, vi dir immediatamente se si tratta di una persona, un libro
o un gatto. I computer non funzionano cos. molto difficile, per un software,
riconoscere gli schemi bene come noi. Per noi molto facile guardare delle
immagini, coglierne linsieme e capire cosa rappresentano. Ci riusciamo grazie a
questa facolt unica di riconoscimento degli schemi, che ci ha dato un vantaggio
evolutivo sulle altre specie nella lotta per la sopravvivenza. I software, daltro
canto, non hanno dovuto evolversi come i nostri cervelli, infatti funzionano in
maniera differente. Possono fare calcoli matematici molto complessi, risolvere
milioni di equazioni differenziali in un secondo, mentre per molti di noi anche la
matematica di base uno scoglio duro. Linterpretazione di unimmagine, invece,
che a noi riesce bene senza sforzo, rappresenta ancora una sfida fondamentale
per lIntelligenza Artificiale 36 . I computer macinano dati, mentre noi diamo
loro un senso: andata cos per molto tempo. Ma ancora vero, oggi?
Grazie a recenti sviluppi nel campo dellIntelligenza Artificiale, e in parti-
colare in quello dell?Apprendimento Macchina, tutto questo sta iniziando a
cambiare. Negli ultimi ventanni abbiamo ideato e perfezionato vari algoritmi
matematici che possono imparare dallesperienza, proprio come noi. Il principio
di base molto semplice: esercitare un programma a imparare, senza program-
marlo esplicitamente. E come ci si riesce? I metodi sono diversi: apprendimento
supervisionato (e non), rinforzo dellapprendimento, transduzione, con mol-
te variazioni e combinazioni. Ciascuno di questi metodi applica poi algortmi
specifici, di cui alcuni forse vi son gi giunti alle orecchie (come ad esempio le
reti neurali), ma che in gran parte dovrebbero suonarvi completamente nuovi
(macchine a vettori di supporto, regressione lineare, apprendimento ingenuo di
Bayes). Non serve cogliere i dettagli, ma lidea generale, che questa: proprio co-
me noi impariamo attraverso lesperienza, vivendo le nostre vite e raccogliendo
stimoli dai sensi, cos fanno questi software. Si sono evoluti.
E potrebbero non essere cos diversi da noi, dopotutto.
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6.2. TUTTA UNA QUESTIONE DI ALGORITMI 33
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34 CAPITOLO 6. LINTELLIGENZA ARTIFICIALE
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C APITOLO 7
F
inora abbiamo visto cosa significhi crescere esponenzialmente, e quanto la
tecnologia dellinformazione sia progredita negli ultimi 150 anni. Vediamo
ora quanto ci ha cambiati tutto questo.
Ho iniziato a raccogliere le fonti per questo capitolo nel momento stesso
in cui ho deciso di scrivere il libro, nellottobre 2011. Da allora, ho trovato pi
di 300 articoli, tutti provenienti da fonti autorevoli e affidabili. Macchine che
sanno agire come noi, computer che pensano meglio di noi, robot in grado
di eseguire compiti incredibilmente complessi: ogni giorno, aprendo la mia
news feed, trovavo qualcosa di nuovo da aggiungere alla mia lista. Ma a un
certo punto ho capito che dovevo fermarmi. Sapevo di trovarmi di fronte a
un trend inarrestabile, ma non mi aspettavo che le cose accelerassero cos in
fretta. Ancora una volta, avevo sottovalutato il potere della funzione esponen-
ziale. Mentre la lista si allungava, decisi che avrei dovuto tracciare una linea,
finire il libro e pubblicarlo, altrimenti non lavrei mai dato alle stampe. Non c
da preoccuparsi, comunque, perch continuer a postare aggiornamenti sul
sito http://robotswillstealyourjob.com per chiunque li voglia vedere. In
questo libro, invece di inserire una lunga e sterile lista di tecnologie, ho scelto
solo alcune tra quelle che ritengo pi rilevanti per lo scopo della discussione.
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36 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
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7.1. SHOPPING AUTOMATIZZATO 37
per farlo. Mi direte: ?Ma c bisogno di contatto umano! Che mi dici del valore
aggiunto che solo un impiegato umano pu offrire?. Avete mai lavorato in un
supermercato? Se s, quanto eravate motivati, quanto durato? Ma servono
lavoratori umani per mettere i prodotti sugli scaffali, almeno questo!. A dire il
vero, anche la tecnologia per sostituire questa funzione gi disponibile, anche
se molto pi recente delle altre. Alcuni magazzini sono gi completamente
automatizzati, e hanno bisogno solo di operatori che gestiscano lintero incarico.
Bancali e prodotti si muovono su un sistema di carrelli, gru e stoccaggio auto-
matizzati, coordinati da controller a memoria programmabile e computer che
funzionano grazie a software di automazione logistica. La loro accuratezza e pro-
duttivit decisamente maggiore di quella che un umano potrebbe mai sognare
di raggiungere. Queste macchine sono pi veloci, precise, possono sollegare pesi
enormi senza problemi di schiena, lavorano giorno e notte e non richiedono
grande manutenzione. Amazon.com ha recentemente acquisito Kiva Systems,
un fabbricante di robot arancioni che gironzolano nei magazzini riempiendo gli
ordini, per $775 milioni di dollari39 . La CNN possiede un video del sistema in
funzione. una vista incredibile: centinaia di robot che raccolgono articoli dagli
scaffali, li spostano in magazzini immensi, con la precisione di un orologio e un
tempismo perfetto, come se danzassero su un brano musicale silenzioso, scritto
in codici di zero e uno. Questo robot sono abbastanza intelligenti da mettere
gli oggetti nel posto e alla distanza pi adeguata, basandosi sulla richiesta, il
peso, e molti altri criteri. Lavorano 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, e non sbagliano
mai. Adattare simili sistemi automatizzati nei supermercati e centri commerciali
creerebbe solo qualche minore questione di ingegneria, che potrebbe essere
facilmente risolta in pochi mesi, se solo lo si volesse.
Se tutto ci fattibile, perch non lo si adotta?
Tesco il terzo rivenditore al dettaglio al mondo per fatturato (dopo Walmart
e Carrefour) e il secondo per profitti (dopo Walmart). Tesco ha un grandissimo
mercato in Corea del Sud (con il marchio Home plus), secondo solo ad E-
Mart, soprattutto perch non ha lo stesso numero di punti vendita. Come al
solito, volendo aumentare i loro profitti, il tipico approccio avrebbe richiesto la
costruzione di pi negozi per raggiungere la capillarit di E-marts nel Paese; ma
hanno deciso di optare per una strategia diversa, che impiega pi automazione
e meno lavoratori.
Immaginatevi ora in Corea, mentre state andando al lavoro. Dovete com-
prare un paio di cose per cena, ma non avere tempo. Entrate in metropolitana,
e mentre aspettate il prossimo treno vedete i muri coperti di schermi che so-
migliano a un supermercato. Prendete il cellulare, scegliete quello che volete,
passate il codice QR allo scanner e pagate. Quando tornate a casa, troverete la
spesa consegnata davanti alla vostra porta. Comodissimo, vero? Ecco i risultati
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38 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
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7.2. PRODUZIONE AUTOMATIZZATA 39
Alcune operazioni erano troppo complesse per lasciarle fare alle macchine,
oppure il costo di creazione di una macchina in grado di fare determinate
cose era troppo elevato. Perch darsi la pena di programmare un robot
complesso solo per fare un lavoro che un uomo avrebbe potuto fare pi
facilmente e a costi minori?
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40 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
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7.2. PRODUZIONE AUTOMATIZZATA 41
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42 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
7.3 STAMPA 3D
Siete a casa vostra, durante una festa con i vostri amici. Come spesso succede,
uno di loro beve un po troppo e rovescia il bicchiere sul pavimento. Rotto.
Normalmente andreste a comprarne uno nuovo nel supermercato locale, o ne
ordinereste uno online. Ma potreste anche andare al computer, scaricare il file
CAD del bicchiere, cliccare Stampa e guardare la vostra stampante 3D mentre
crea una perfetta replica del bicchiere cos comera, prima che il vostro amico lo
rompesse. Fantastico, ma non davvero un punto di svolta.
Adesso immaginate di essere il Comandante di una nave container. Siete
partiti dalla Cina alcuni giorni fa e siete sulla via per San Francisco, in mezzo
allOceano Pacifico. Improvvisamente la nave si ferma, lIngegnere Capo arriva e
vi informa che parte del meccanismo della nave si rotto. Dal suono della sua
voce scontrosa, intuite che non ha un pezzo di riserva, e non sa come sostituire
quello rotto. Capite di essere bloccati. Potete solo chiamare aiuto, aspettare, e
comunque mancare la scadenza e perdere un sacco di soldi. Non il massimo.
Oppure potreste avere una stampante 3D. Selezionate il file, premere Stampa,
aggiustate il meccanismo e ripartite in meno di unora. Questo s che fantastico.
Come il replicatore in Star Trek57 . Th. Earl Grey. Caldo. Molti fan di The
Next Generation riconosceranno queste parole. Basta parlare e qualsiasi cosa
desideriate appare di fronte ai vostri occhi. Quanto tempo manca allarrivo di
questa fantastica tecnologia?
Quella della stampa 3D unindustria multi miliardaria gi oggi, ed in con-
tinua crescita esponenziale58 . Esistono molti tipi di stampanti 3D, dai modelli
Fai-da-te e Open Source fino ad arrivare a prodotti commerciali pi sofisticati,
i cui costi vanno da qualche centinaio a migliaia di dollari. Lidea semplice:
proprio come le classiche stampanti a inchiostro o a laser, prendono un file dal
computer e lo manipolano per creare ci che si desidera. Lunica differenza che
possono stampare in tre dimensioni anzich due, usando materiali differenti.
Attualmente, le stampanti 3D sono usate per la prototipazione rapida, la mani-
fattura rapida, oltre che da molti appassionati del Fai-da-te e da hacker che li
utilizzano a casa per divertimento. Anche se queste macchine non sono ancora
pronte a sostituire tutti i prodotti commerciali, di sicuro prima o poi lo faranno.
Il progetto Open Source RepRap ha dato origine a una pletora di successori,
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7.3. STAMPA 3D 43
Figura 7.1: Il replicatore di Star Trek che crea una tazza da caff.
grazie alla sua apertura e allincredibile comunit che gli si creata attorno. Solo
per farvi qualche esempio di stampanti 3D disponibili sotto i e1.000, abbiamo
MakerBot Thing-O-Matic, The Replicator, Ultimaker, Shapercube, Mosaic, Prusa,
Huxley, Printrbot. Sono state create tutte negli ultimi due anni, e se acquistate il
solo kit di assemblaggio, per montarvele da soli, il prezzo pu scendere a circa
e300.
Le stampanti di primo prezzo sono ancora molto limitate, sia per la risoluzio-
ne (le imperfezioni sono ancora visibili) che per i materiali che utilizzano (per
lo pi plastica). Ma le stampanti commerciali sono diverse. Mentre scrivo, la
macchina pi sofisticata pu stampare con unaccuratezza di 16 micrometri59 .
Sono 0,016 millimetri! Per farvi capire, la risoluzione limite dellocchio umano
attorno ai 100 micrometri, e i pixel del display Retina delliPhone 4 sono larghi
78 micrometri60 . Queste macchine possono stampare materiali diversi, come
plastica ABS, PLS, poliammide (nylon), poliammide rinforzata con vetro, ma-
teriali di stereolitografia (resine epossidiche), argento, titanio, cera, polistirolo,
ceramica, acciaio inossidabile, titanio, fotopolimeri, policarbonato, alluminio e
leghe diverse tra cui cromo-cobalto61 . Si pu stampare a colori o perfino creare
strutture troppo intricate da realizzare con ogni altra tecnologia manifatturiera
anzi, impossibili da costruirle in qualsiasi altro modo62 . Si possono creare
oggetti con componenti mobili, cerniere, e anche oggetti dentro a oggetti.
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44 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
Figura 7.2: Il Replicatore, una stampante 3D economica che stampa oggetti a colori.
Le stampanti 3D non sono usate per solo per la manifattura. stato stam-
pato di tutto, da protesi per gli arti personalizzate molto allavanguardia63 , a
materiali ossei64 , e perfino organi umani65 .
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7.3. STAMPA 3D 45
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46 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
Tipicamente, costruire una casa a due piani negli USA o in Canada richiede
da 6 settimane a 6 mesi di lavoro, soprattutto perch richiede il lavoro di dozzine
di umani. Esistono tuttavia nuovi modi pi intelligenti di costruire case, e alcuni
stanno cominciando a usarli. In Cina si pu costruire un grattacielo di 30 piani,
con tutti i comfort moderni, in 15 giorni. Costruiscono due piani al giorno, senza
mai fermarsi. Ledificio fatto di parti prefabbricate e pu restistere a terremoti
di magnitudo 9, ha sistemi di isolamento eccellenti, cinque volte pi efficiente
degli hotel tradizionali e ha sistemi di controllo intelligente della qualit e della
circolazione dellaria69 . Le implicazioni sono significative: hanno progettato un
sistema che permette di costruire ovunque, con tolleranze costruttive di + / - 0,2
mm, il tutto in pochi giorni70 .
Questo ci che possiamo fare oggi. Perch non guardiamo ci che potrebbe
succedere domani?
Il Contour Crafting un processo di costruzione che utilizza gru o ponteggi
controllati da computer per costruire edifici velocemente e in maniera efficiente
senza lavoro manuale. possibile che in un decennio questa tecnologia avanzi a
tal punto che potremo caricare le specifiche del progetto sul computer, premere
stampa e guardare immensi robot che creano una vera e propria casa in meno di
un giorno. Nessun intervento umano richiesto, a parte un paio di supervisori e il
designer. Penserete che si tratti di unimmensa stampante 3D! Ed cos, infatti:
lidea la stessa, cambiano solo la scala e i materiali.
Questa tecnologia stata studiata e sviluppata da Behrokh Khoshnevis, che
lavora allIstituto di Scienze Informatiche dellUniversit della California del Sud.
Era stato originariamente concepito come metodo per costruire gli stampi per
prodotti industriali, ma Khoshnevis decise di adattare la tecnologia in maniera
differente per ricostruire le case dopo disastri naturali, come i terremoti deva-
stanti che avevano sconvolto la sua terra natia, lIran71 . Khoshnevis afferma che
il suo sistema potrebbe realizzare una casa in un solo giorno, e che la sua gru a
energia elettrica produrrebbe pochissimo materiale di scarto. unaffermazione
davvero notevole perch oggi la costruzione di una casa standard crea dalle 3
alle 7 tonnellate tra scarti e fumi esausti di macchinari e veicoli72 , per non par-
lare delle migliaia di morti ogni anno sul posto di lavoro73 . Il Contour Crafting
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7.5. GIORNALISMO AUTOMATIZZATO 47
Penserete che scrivere sia una di quelle cose che le macchine non faranno
mai. Voglio dire, certo che possono creare testi, ma sembreranno sterili e fasul-
li, scritti senza anima. Sapreste riconoscere quei testi in un secondo, giusto?
Giusto?
Vediamo quanto siete bravi. Sotto trovate le righe iniziali di tre resoconti di
una partita di baseball. Sapete dirmi quale scritto da esseri umani in carne e
ossa e quali (se ce ne sono) da macchine?
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48 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
7.6 ASSISTENTI IA
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7.6. ASSISTENTI IA 49
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50 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
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7.7. VEICOLI AUTONOMI 51
Spesso si dice che qualcosa o ovvio e cambier ogni cosa, o non succeder
mai. A quanto pare, le cose non sono cos semplici. Le societ hanno mille
sfaccettature, sono organismi complessi in continua evoluzione, con molte
variabili e un certo grado di imprevedibilit. I tecnici, dal canto loro, spesso
sbagliano a ponderare il fattore umano, la psicologia delle masse e il modo in
cui gli eventi si dipanano di conseguenza. Entrambe le prospettive, a mio avviso,
non catturano appieno lessenza di come noi, in quanto persone, reagiamo a
questi eventi. Gli umanisti tendono a non comprendere la tecnologia, quindi le
loro analisi sociali si rivelano inadeguate davanti a un cambiamento dirompente.
Pensiamo per esempio ai veicoli automatici. Sono macchine - automobili,
camion e bus - in grado di guidare da sole, senza un conducente umano. La
visione di questi veicoli ha avuto un ampio spazio nella cultura popolare, grazie
agli scrittori di fantascienza. Ma oggi, per la prima volta, abbiamo le capacit
ingegneristiche, matematiche e la potenza di calcolo per trasformare questa idea
in realt. Alcuni ne sono entusiasti. Finalmente. Non vedo lora di averne una!
- ha affermato una delle persone che ho intervistato - chiaro che i conducenti
umani hanno le ore contate. Ma ho ricevuto anche risposte diverse, come:
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52 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
Non mi fido delle macchine, non saranno mai come noi. Non salir mai in una
macchina del genere, voglio avere io il controllo. La gente non lo accetter, non
ci saranno mai macchine automatiche nelle strade. Questa visione condivisa
da molti intervistati, alcuni dei quali erano particolarmente infastiditi dallidea
di macchine automatiche (con mia sorpresa, tra loro cerano anche molti ragazzi
giovani!).
Sono molti i fattori da considerare, poich levoluzione del progresso segue
diverse tappe. Allinizio si sviluppa una nuova tecnologia. Informatici, matema-
tici, fisici e ingegneri formano un piccolo team di ricerca, da qualche parte, e
decidono di dedicarsi a un problema specifico. Dopo qualche anno di ricerca
e sviluppo (e a volte basta solo qualche mese) hanno un prototipo. Lo testano,
lo migliorano e poi lo testano ancora. Cambiano le condizioni, e lo testano in
continuazione, finch non sono soddisfatti del risultato. A quel punto abbiamo
una tecnologia funzionante, testata pi volte (sotto condizioni sia normali che
estreme) e tutti i dati suggeriscono che affidabile. Anzi, pi affidabile di
qualsiasi umano e anche pi sicura da usare e pi veloce. Questo, per, solo il
primo passo. Quello successivo la diffusione di massa della tecnologia, e non
cos scontato come potrebbe sembrare. Ricordate: le persone reagiscono in
maniera molto varia allidea di usare queste macchine. La maggior parte delle
volte le opinioni contrastanti sono causate dal non comprendere i fondamenti
della tecnologia in questione. Si formano unidea in base alle loro percezioni,
o sensazioni viscerali. La conseguenza che le nuove tecnologie, solo perch
esistono e ci aiutano a vivere meglio, non necessariamente saranno adottate.
Per spiegare come questo processo si svolge, cercher di prefigurare uno
scenario a mio avviso plausibile per le macchine automatiche. Inutile dire che
non ho la sfera di cristallo, ma cercher di fare previsioni ragionevoli. Mentre
scrivo, alcuni di questi eventi si sono gi verificati. Altri no. Il tempo ci dir di
quanto mi sono sbagliato.
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7.8. UNA (POSSIBILE) STORIA DELLE MACCHINE SENZA PILOTA 53
semafori, pedoni, incroci, tutto. Possedevano una visione a 360 gradi dellarea
circostante. Potevano operare in ogni condizione, compresi sole, pioggia, nebbia,
strade ghiacciate, luoghi innevati, strade larghe e strette. Potevano muoversi in
campagna, montagna e citt trafficate, il tutto evitando gli ostacoli. Preveniva-
no addirittura gli incidenti in caso di eventi inaspettati, come ad esempio un
bambino che salta in mezzo alla strada, o un ciclista che entra in carreggiata
senza attenzione. Annunciarono i risultati al pubblico. La gente si divise e prese
una posizione in proposito. La maggior parte non si prese neppure la briga di
investigare: o amavano questa tecnologia a priori, o a priori la odiavano. I media
non furono daiuto, dato che molti telegiornali liquidarono il tutto con un paio
di lanci fuorvianti e il pubblico non ricevette informazioni che potessero far
loro cambiare idea (eppure per quello, che guardavano i notiziari: per essere
informati. . . ). Alcuni canali di informazione fornivano un ottimo servizio; ma
troppi non facevano che amplificare le opinioni personali di qualcuno senza
la minima competenza in materia, pagato dal network per manifestare la sua
ignoranza e propinarla agli ascoltatori.
Nel frattempo, furono eseguiti altri test e queste macchine iniziarono a cat-
turare lattenzione di varie aziende e investitori. Pianificarono il rilascio di una
prima versione di ibridi, veicoli parzialmente automatici, in cui lopzione di de-
fault era il conducente umano, ma si poteva tornare allautomatico in qualsiasi
momento e lasciare che la macchina si guidasse da sola. Alcuni Stati e paesi
proposero nuove leggi per regolamentare queste macchine; le aziende assicu-
rative pensarono a rimodulare le polizze di conseguenza. Ci volle un po per
completare il processo, mesi, in alcuni casi addirittura anni, pi che altro perch
iniziarono a emergere tensioni sociali. I problemi centrali erano la sicurezza
e la responsabilit: in caso di incidente, di chi sarebbe stata la responsabilit?
Del proprietario della macchina? Dellazienda produttrice della macchina? Del
team di ricercatori? Lo stato, che aveva permesso a queste macchine di muoversi
liberamente in citt? Alcuni misero in luce un nuovo problema: la perdita dei
posti di lavoro (da parte dei conducenti umani) senza un piano per riassorbirla.
Molti lavori sarebbero stati portati via, da questa tecnologia. Queste persone
furono ignorate e il problema nemmeno emerse, nel discorso politico: se fosse
successo, sarebbe stato compito del mercato risolvere il problema.
Dopo questa frenesia dei media, le prime macchine commerciali senza pilota
arrivarono sul mercato. Potevano essere guidate in modalit automatica solo in
alcuni Stati, cos lopzione manuale era indispensabile. Erano di fronte a una
forte opposizione da parte di diversi gruppi: tecnofobi, gruppi politici, gruppi di
pressione, i concorrenti che ancora non avevano la tecnologia, o semplicemente
genitori preoccupati per i loro figli, perch il tg aveva detto che queste macchine
avrebbero ucciso i loro bambini, senza un briciolo di coscienza. Non fu facile
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54 CAPITOLO 7. LE PROVE DELLAUTOMAZIONE
Poi, avvenne il primo incidente grave. Una macchina senza pilota scorraz-
zava per le strade come suo solito, quando unaltra macchina, guidata da un
umano, la prese in pieno. Chi guidava il veicolo vecchio stile aveva ecceduto
il limite di velocit e non si era nemmeno curato dei segnali stradali. In breve,
era colpa sua. Lautomobile cibernetica aveva provato a evitare lo scontro, ma
laltra era troppo veloce, e il tutto era accaduto troppo in fretta. Risultato: il
conducente della vecchia macchina e il suo amico di fianco, morirono. I gior-
nali impazzirono. Titoli come La prima macchina senza pilota che uccide 2
persone, Lauto assassina, e Chi pagher per questo? dominavano la scena.
Le famiglie delle vittime furono intervistate sulla TV nazionale, il loro dolore
e la sofferenza fomentarono lodio verso le macchine senza pilota che covava
sotto la cenere fino ad allora. Sapevo che sarebbe successo Non ci si pu
fidare di una macchina Ho votato contro questa legge Faremo tutto il
necessario per assicurare che non accada pi, e altre frasi insulse come queste
arrivarono da ogni angolo dei notiziari. Solo alcuni ammisero che, nel tempo
tra il rilascio delle macchine senza pilota e il primo grande incidente, migliaia
di incidenti si erano verificati tra i conducenti umani, centinaia dei quali erano
morti, e nessuno ne aveva parlato. Non era rilevante: i fatti non contano, conta
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7.8. UNA (POSSIBILE) STORIA DELLE MACCHINE SENZA PILOTA 55
la nostra percezione della realt. Alcuni Stati dichiararono che non avrebbero
mai permesso a queste macchine infernali di fare altri danni, e rifiutarono di
accettarle. Seguirono altre legiferazioni, discussioni, dibattiti e opposizioni.
Nel frattempo, la tecnologia stava progredendo esponenzialmente: le auto-
mobili divennero ancora pi affidabili, efficienti e i loro algoritmi migliorarono.
Divennero pi economiche, diffuse, pi aziende svilupparono questo tipo di
tecnologie, e la domanda crebbe. Presto divenne lunico mercato in crescita nel-
lindustria automobilistica, e le aziende che rifiutavano di innovarsi rischiarono
di fallire. Daltro canto, rimase un piccolo gruppo di appassionati che parlava
del piacere della guida, del tenere la mente occupata e dei bei vecchi tempi.
Dissero inoltre che era importante mantenere il controllo dei nostri strumenti,
che il mondo stava prendendo una direzione brutta e pericolosa. Conquistarono
alcuni seguaci e rimasero fedeli a questa visione, senza riguardo per i continui
progressi del settore.
Alcuni anni dopo, queste automobili, ancora modelli ibridi, erano larga-
mente diffuse nella maggior parte dei paesi sviluppati, e la gente smise di fare
affidamento sulle proprie abilit di conducente. Le strade divennero pi sicure,
il traffico diminu. Alcune aziende iniziarono a progettare nuovi modelli di mac-
chine: veicoli cibernetici completamente autonomi, che non richiedevano un
conducente umano. In questo modo ebbero la possibilit di ridisegnare linte-
ro veicolo. Sedili reclinabili in ogni direzione, dove quattro persone potevano
sedersi una di fronte allaltra in cerchio. Il viaggio in automobile divenne une-
sperienza del tutto nuova; potenzialmente un evento sociale enorme. Data la
situazione, ci si aspetterebbe che ogni macchina, autobus, camion e taxi si guidi
da solo, dora in poi. Sarebbe di certo la scelta giusta: pi efficienza, meno inci-
denti, niente traffico, pi economiche e affidabili dei conducenti umani. . . avere
una macchina autonoma sarebbe logico. Ma le cose non seguono sempre la
pura logica. Seguono dinamiche complesse che hanno a che fare con la societ,
la mentalit di gruppo; dinamiche complesse che hanno poco a che fare con
la tecnologia e con ci che giusto e seguono invece la politica, il marketing,
lattaccamento emotivo, le vecchie abitudini, le delusioni, le convinzioni su ci
che sembra buono.
Inventare e creare una tecnologia pu essere difficile, ma a volte molto pi
difficile farla accettare agli altri.
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C APITOLO 8
L ACCETTAZIONE SOCIALE
A
nche se una tecnologia pronta, testata e affidabile, la sua accettazione
sociale non affatto ovvia. Paura, incertezza, dubbio, ignoranza, interessi
particolari, tutti contribuiscono a soffocare linnovazione e il miglioramento
delle nostre vite. Prendiamo la rivoluzione probabilmente pi grande della storia
dellumanit: Internet. Internet un oceano di possibilit: democratizzazione
dellinformazione, libert di condivisione delle idee, comunicazione istantanea
in tutto il globo, livellamento delle razze e delle classi sociali, parit di opportu-
nit per chiunque, e dovunque. Questo a livello potenziale. La realt, invece?
Una manciata di aziende controlla i servizi essenziali di accesso ad Internet,
e un numero ugualmente piccolo di corporazioni private gestisce una grande
porzione del traffico Internet. Pur avendo le capacit e la tecnologia per dare a 7
miliardi di persone una connessione libera e gratuita, solo un terzo del mondo
connesso a questa mente globale92 .
E anche quando Internet riesce a raggiungere le persone, le cose non vanno
come ci si aspetta. I politici dovrebbero assicurare libert di parola, ma i ten-
tativi di censura di Internet sono sempre pi comuni, nel mondo. Basta dare
unocchiata alledizione 2011 del report di Freedom House chiamato Freedom on
the Net: le cifre sono sconfortanti. Dei 37 paesi monitorati, solo 8 erano indicati
come liberi (22%), 18 come parzialmente liberi (49%), e 11 come non liberi
(30%)93 . I risultati dello studio indicano che le minacce alla libert di Internet
sono sempre di pi e sempre pi diversificate. Le principali sono gli attacchi
cyber, le censure politicamente strategiche e i controlli governativi sulle infra-
strutture Internet. E anche nei pochi Stati considerati liberi vigono restrizioni.
Per esempio, gli USA sono apparentemente liberi, ma esiste una lunga storia
di proposte federali e leggi statali che tentano di limitare laccesso ad alcuni
siti web e ad alcuni servizi, o di controllare la gente94 . Alcune di queste leggi
iniziarono con buoni propositi, ma furono velocemente distorte a vantaggio di
qualcuno. Lultima di queste oscenit si chiamava SOPA (Stop Online Piracy
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58 CAPITOLO 8. LACCETTAZIONE SOCIALE
Act), che insieme alla sua gemella, la PROTECT IP Act (Preventing Real Online
Threats to Economic Creativity and Theft of Intellectual Property Act of 2011;
United States Senate Bill S.968), diede allindustria dellintrattenimento il potere
di censurare Internet. Kirby Ferguson ha saputo spiegare molto bene, in un
video, questa situazione95 :
Il 18 gennaio 2012 la Wikipedia inglese, reddit e altri 7.000 siti web minori
coordinarono un blackout di servizi, per sensibilizzare la gente contro questa
pazzia. Quel giorno pi di 160 milioni di persone videro linsegna di Wikipedia; la
Electronic Frontier Foundation, Google e molti altri raccolsero milioni di firme;
molti iniziarono a boicottare le aziende che supportavano la legislazione e ci fu
un rally a New York con migliaia di attivisti96 . Unendo le forze e gli interventi
collettivi, siamo stati in grado di bloccare questa legge vergognosa, ma stanno
tornando alla carica con altre proposte ugualmente idiote (o forse addirittura
peggiori)97 .
In materia di tecnologia, i politici non sono solo ignorano le basi dellargo-
mento, ma in buona sostanza si riducono a rappresentanti delle corporation nel
governo. Per essere pi specifici, la loro presunta ignoranza permette ai lobbisti
finanziatori di scrivere direttamente i testi di legge, cos che la maggior parte dei
benefici vadano a chi, dietro ai nostri eletti, comanda davvero- le corporation e
i loro proprietari, che non si accontentano della fetta pi grande della torta, la
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59
vogliono tutta per loro. Il problema che il denaro stato considerato una forma
di libera espressione. Siamo di fronte a una corsa agli armamenti con sempre
pi soldi in ballo dove si cerca di comprare le leggi giuste, cos che i soggetti
(le societ) che beneficiano finanziariamente di tali leggi abbiano sempre pi
denaro per comprare ulteriori leggi98 . Non una visione cinica, n unipotesi
complottista, ma un fatto ben documentato che lo 0.1% pi ricco negli USA
guadagni met di tutti i capitali sommati99 .
Come se non bastasse, i politici e le grandi societ sono solo una piccola
parte del problema. Gli studi hanno dimostrato che la capacit media di capire
i problemi e le sfide quotidiane tristemente bassa. Negli USA l87% della po-
polazione non in grado di svolgere azioni mediamente complesse (come ad
esempio leggere e capire un articolo di giornale sugli affari esteri, confrontare
due punti di vista in un editoriale, confrontare percentuali, leggere un grafico) e
il 22% funzionalmente analfabeta100 . Lo stesso vale per lItalia, il Regno Unito,
il Belgio, lAustralia, il Canada e molti altri paesi sviluppati101 . Non dovrebbe
sorprendere che la percezione pubblica delle problematiche complesse ne esca
distorta. Come si pu pretendere che il 60% della popolazione sia informato
e agisca responsabilmente, quando il 60% delle persone non sa neppure cosa
significhi 60%? Prendete il problema del cambiamento climatico (che la stampa
popolare ama chiamare riscaldamento globale). Per anni stato oggetto di
dibattito nei giornali e nei confronti politici. Come se fosse una questione di
opinione. Come se giornalisti, politici, economisti o chiunque altro che non sia
un climatologo possa dire qualcosa a riguardo. Per anni la gente ha dibattuto e
discusso, presentando le prove a favore o contro la teoria del riscaldamento
globale antropogenico. Nel marzo 2010 un sondaggio di Gallup ha rivelato
che il 48% degli Americani credeva che la gravit del riscaldamento globale
sia generalmente sovrastimata. Nel 2009 era il 41%, e nel 2006 il 30%102 . Risul-
tati simili furono riscontrati nel Regno Unito e altri paesi103 . Sappiamo che il
cambiamento climatico si sta verificando, sappiamo di esserne responsabili104 e
anche i maggiori scettici hanno ammesso di aver sbagliato a dubitare dei dati sul
riscaldamento globale, confermati da studi fatti da chi negava il cambiamento
climatico e intendeva confutarlo105 . Tuttavia una combinazione di malainfor-
mazione, chiacchericcio politico, pseudoscienza e pubblica ignoranza rendono
ancora difficile per la scienza fare dei passi avanti.
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60 CAPITOLO 8. LACCETTAZIONE SOCIALE
lavoro.
Infine, ci sono altre ragioni per le quali lautomazione non sostituir tutta la
forza lavoro, anche in quei settori dove in teoria potrebbe farlo. Prendiamo ad
esempio un ristorante. Alcuni pensano che sia un posto dove mangiare e pagare.
Sbagliato: questa la descrizione di una catena di fast-food. In un ristorante, si
paga per lesperienza di mangiare un buon pasto, per il contesto, non (solo per)
il pasto in s. Entrando in un ristorante, ci si aspetta un contesto piacevole in cui
godersi il pasto. Latmosfera tranquilla, le luci accoglienti quando ci si siede al
tavolo, il cameriere che d il benvenuto e un consiglio sul vino da scegliere; tutti
questi elementi concorrono a creare unesperienza irrestistibile. Eliminare la
componente umana dal quadro potrebbe essere pi difficile di quanto pensino
alcuni entusiasti della tecnologia. Alla gente piace la compagnia degli altri
umani, amano entrare in sintonia con loro, sentire e raccontare storie, scambiare
interessi e punti di vista. Anche se linterazione con un cameriere pu essere
limitata, potrebbe essere comunque molto interessante e rappresentare una
delle ragioni per cui si decide di andare in un ristorante di alta qualit anzich in
un fast food. Immaginatevi ora limmagine olografica di una bellissima donna,
che conosce tutti i vostri interessi, si ricorda quando siete venuti la scorsa volta,
con chi e fa domande a riguardo, sempre con voce gentile. Questo uno degli
esempi preferiti dei fanatici della tecnologia a favore dellautomazione106 , ma
non credo che a molte persone piacerebbe non di qui a breve, almeno.
Come potete vedere, il processo di accettazione per ogni prova scientifica,
tecnologia dirompente, o qualsiasi altra cosa che potrebbe cambiare il nostro
modo di vivere non lineare e prevedibile. Ci sono molti ostacoli e le opposizioni
potrebbero venire da ogni direzione, per molte diverse ragioni.
Tenendo a mente tutto ci, analizziamo lo stato attuale dellintera forza
lavoro, e proiettiamo nel futuro le possibili conseguenze a cui laccelerazione
del cambiamento tecnologico potrebbe portare.
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C APITOLO 9
L A DISOCCUPAZIONE DOMANI
A
nalizzeremo ora la forza-lavoro statunitense, fascia per fascia. I motivi per
cui ho scelto gli Stati Uniti sono principalmente tre: rappresenta una delle
pi grandi economie del pianeta; ha ottimi dati pubblici disponibili; gran parte
dei paesi industrializzati si trovano in una situazione molto simile.
Nel 2010, negli Stati Uniti, cerano circa 139 milioni di lavoratori, su un totale
di popolazione di 308 milioni107 . Il tasso di disoccupazione ha oscillato nel
corso del tempo, ma i cicli di picco e caduta hanno preso la forma di una vera
e propria tendenza. E questa tendenza rappresenta un aumento globale della
disoccupazione.
Nel 2010 la disoccupazione era al 9,6%108 , uno dei valori pi alti nella storia
americana, secondo solo al valore del 9.7%, raggiunto nel 1982109 . E ancora
pi interessante il rapporto tra lavoratori e popolazione totale. Nel 2000 gli
Stati Uniti avevano una popolazione di 281.421.000, con una forza-lavoro di
136.891.000. Nel 2010 la popolazione aumentata a 308.745.000, ma la forza-
lavoro rimasta circa a 139.064.000 (cfr. tabella 9.1).
Tabella 9.1: Totale forza-lavoro degli Stati Uniti tra il 2000 e il 2010.
Ci sono molte pi persone senza lavoro negli Stati Uniti, e nel resto del
mondo, di quanto si potrebbe pensare. Bench i report affermino che la disoccu-
pazione negli ultimi due anni in calo, la verit unaltra. Nel marzo 2012, la
disoccupazione nellEurozona ha raggiunto il livello record del 10,9%110 . Ma c
di pi.
Nel 2011, oltre ai milioni di disoccupati, altri 86 milioni di americani sono
stati esclusi dalla forza-lavoro perch un posto di lavoro non lhanno neanche
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62 CAPITOLO 9. LA DISOCCUPAZIONE DOMANI
Figura 9.1: Gli americani fuori dalla forza-lavoro nel 2011, divisi per et. Immagine
gentilmente concessa da CNN, i dati provengono dal US Labor Bureau of Statistics.
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64 CAPITOLO 9. LA DISOCCUPAZIONE DOMANI
Date unocchiata alla tabella qui sopra. Ora ditemi: quanti lavori sono stati
creati negli ultimi 50 anni? Le 34 professioni elencate sopra costituiscono il
45,58 % della forza-lavoro degli Stati Uniti. Quante nuove professioni sono nate
grazie ai progressi della tecnologia? Una sola, quella degli scienziati e ingegneri
informatici. Che per d alla lista un contributo irrisorio: se dovessimo escludere
queste due professioni, infatti, resterebbe nella lista il 44,12% delleconomia
rappresentata, che non ha creato un solo lavoro negli ultimi 50 o 60 anni.
La realt che i nuovi posti di lavoro creati dalla tecnologia impiegano
una frazione molto piccola di persone, e anche quelli tendono a scomparire
poco dopo essere stati creati. Pensate ai lavori creati nel settore IT durante
gli anni Ottanta, e a quanti ne siano rimasti nel 2012. Se allepoca foste stati
programmatori, o amministratori di sistema, e non vi foste aggiornati sugli
ultimi sviluppi tecnologici, oggi sarebbe molto difficile per voi trovare un posto
di lavoro. Quanta occupazione stata creata dallintroduzione di una nuova
tecnologia, solo per soccombere allarrivo di unaltra migliore? I nuovi posti
di lavoro richiedono un elevato livello di istruzione, flessibilit, intelligenza,
imprenditorialit - una formazione, insomma, che la maggior parte delle persone
non possiede. In realt, il nostro sistema educativo stato ideato subito dopo
la rivoluzione industriale, con lidea di formare degli operai. I posti di lavoro
necessari erano manuali, ripetitivi, e il nostro sistema educativo, da allora, non
stato sufficientemente aggiornato.
da molto tempo che leconomia chiede un nuovo tipo di lavoratori. Il cam-
biamento , tuttavia, molto lento e difficile. Uno dei motivi che gli insegnanti di
oggi sono stati formati dagli insegnanti di ieri. Test standardizzati, corsi standar-
dizzati, esami standardizzati, non possono che produrre menti standardizzate.
Gli studenti non sono incoraggiati a mettere in discussione il libro di testo, o
linsegnante. E neanche a lavorare in gruppo, collaborare, o trovare soluzioni
diverse112 . Insegnano loro che c sempre una sola soluzione, ed sul retro del
libro. Ma non bisogna guardare, perch questo imbrogliare113 .
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Tabella 9.3: Elenco delle maggiori aziende multi-miliardarie e il fatturato per dipendente.
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66 CAPITOLO 9. LA DISOCCUPAZIONE DOMANI
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Con anni di esperienza alle spalle nella diffusione della cultura scientifica e
nello smascherare creazionisti, negazionisti del cambiamento climatico, e ogni
sorta di sciocchezze, credo che la citazione di Einstein sia pi vera che mai. Se
gli economisti tradizionali vedono me come io vedo i sostenitori del disegno
intelligente, dovrebbe essere abbastanza facile confutarmi. Anzi, si dovrebbe
essere pronti a respingere le mie affermazioni con alcuni semplici esempi. Dopo
un anno di ricerca e di discussione, li sto ancora aspettando.
Marshall Brain, autore di Robotic Nation, ha tenuto al Singularity Summit
2008 una conferenza sulla perdita di posti di lavoro causata dallautomazione.
Alla fine della sua presentazione, stato ridicolizzato da uno degli altri oratori:
Avete mai sentito parlare di questa disciplina chiamata storia? Siamo passati
attraverso la stessa merda 150 anni fa, e niente di quello che dici accaduto!.
Questo il tipo di critica facile che le persone ignoranti fanno alla leggera: non
successo in passato, perch dovrebbe succedere adesso?
Prima di tutto, semplicemente non c precedente storico per quello che
stiamo per vivere. Anche se vero che abbiamo trovato il modo di cambiare
occupazione, inventando nuovi posti di lavoro e nuovi settori, ci sono due aspetti
importanti da considerare.
Uno. Il cervello umano ha dei limiti fisici. Certo, il nostro cervello molto
plastico 118 , e con un training adeguato in grado di migliorare notevolmente
nel corso del tempo. Ma proprio come la nostra forza fisica, per quanto ci pos-
siamo allenare, stata ampiamente superata da quella delle macchine, lo stesso
succeder alle nostre facolt mentali. Levoluzione biologica semplicemente
troppo lenta rispetto alla velocit di crescita dellintelligenza artificiale. Tutto ci
potrebbe cambiare, ma solo se accetteremo di essere potenziati dalle macchi-
ne fondendoci con queste. Non voglio per entrare in questa discussione, che
richiederebbe un libro a s stante solo per gli aspetti tecnici, senza parlare delle
implicazioni etiche. Restiamo sul punto, e coi piedi per terra: sappiamo che la
seconda specie potenziata dalla tecnologia (le macchine intelligenti, insomma)
sta arrivando, e se non ci prepariamo ci troveremo in grossi guai.
Due. Abbiamo mai pensato che trovare un lavoro sostituitivo, qualsiasi
esso sia, potrebbe essere la scelta sbagliata? Sono sicuro che, potenzialmente,
saremo in grado di trovare milioni di lavori inutili in futuro. Guardare ci che
abbiamo realizzato negli ultimi 50 anni, dovrebbe bastare a rendere questa
ipotesi credibile. Abbiamo da tempo disgiunto lutilit di un posto di lavoro dal
suo scopo. Storicamente, lo scopo del lavoro stato quello di creare ci che ci
serve per vivere meglio: cibo, vestiti, case, strade, automobili, eccetera. Ma grazie
allincremento esponenziale della produttivit, avremmo potuto facilmente
avere quelle cose lavorando meno. Si noti che questa non una ideologia, n un
pio desiderio: matematica. Supponiamo che abbiate bisogno di una x quantit
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68 CAPITOLO 9. LA DISOCCUPAZIONE DOMANI
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70 CAPITOLO 9. LA DISOCCUPAZIONE DOMANI
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Parte II
Lavoro e felicit
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C APITOLO 10
L IDENTIT E IL LAVORO
A
vete mai notato come, quando chiedete a qualcuno Ciao, come ti chiami,
cosa fai?, di solito rispondono con qualcosa del tipo Ciao, il mio nome
Bob, sono un ragioniere, o Sono un ingegnere elettronico (un insegnante, un
idraulico, un responsabile commerciale, un agente assicurativo). Da notare che
la domanda non era Che lavoro fai?, bens Cosa fai?. La gente pensa che sia
labbreviazione di Cosa fai per vivere?, il che ancora pi significativo. Quando
ci viene chiesto chi siamo, cosa facciamo, immediatamente lo identifichiamo col
nostro lavoro, perch esattamente ci che crediamo ci sia stato chiesto. Siamo
quello che facciamo, e per la maggior parte del tempo quello che facciamo
lavorare. Che altro potremmo fare? Dopo tutto, viviamo in una societ che si
basa sullo scambio di lavoro per reddito, e il reddito determina la nostra qualit
di vita.
Ho lavorato fin da bambino, per pagare per quello che volevo. Allinizio,
quando ero molto piccolo, questo significava solo dare una mano in casa, pulire
il portico e i piatti. Erano piccole cose, ma contavano. I miei genitori mi hanno
infuso la sensazione che le cose non dovrebbero essere date per scontate, e che
alcune cose erano garantite, mentre se volevo qualcosa in pi dovevo prendermi
la responsabilit di guadagnarlo. Questo sentimento mi ha accompagnato per
tutta la vita, e oggi penso che i miei genitori mi abbiano insegnato una lezione
molto importante: importante valutare gli sforzi delle persone, il loro lavoro,
e se voglio qualcosa devo rimboccarmi le maniche e mettermi a lavorare. Non
lamentarmi, non chiedere, ma guadagnarmelo.
Crescendo ho iniziato a fare lavori pi complessi, dal lucidare materiali
industriali al giardinaggio; ma ho avuto la fortuna di poter mettere a frutto la mia
precoce passione per lIT. Quindi iniziai ad aggiustare computer, poi a gestire le
reti di piccole imprese e costruire siti web. Avevo 15 anni.
A 16 anni non contavo pi sul sostegno finanziario dei miei genitori. Vinsi
una borsa di studio per il Collegio del Mondo Unito dellAdriatico, e mi trasferii
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74 CAPITOLO 10. LIDENTIT E IL LAVORO
lontano da casa. Da allora ho sempre vissuto da solo, che abbastanza strano per
un italiano (la maggior parte di noi vive con i genitori ben oltre i 30 anni). Ora ho
un Diploma di laurea, mi sono laureato in un programma di studio della NASA
alla Singularity University, ho avviato una societ e ho molti anni di esperienza di
lavoro, sia nel mercato nazionale che internazionale. Ricordo quando, a 22 anni,
il mio capo mi affid la rappresentanza della societ allestero. Un giorno venne
da me e mi disse semplicemente Ciao Fede, ho bisogno di parlare del nuovo
software. Ecco il biglietto, ed ecco lindirizzo. Adesso me ne vado, ci vediamo
a Londra tra qualche giorno. Era il nostro maggior cliente, nonch una delle
pi grandi multinazionali al mondo, quindi ero un po sorpreso che il mio capo
riponesse tanta fiducia nelle mie capacit, considerando che ero molto giovane.
Allepoca lavoravo come amministratore di sistema e IT manager. Poi mi trasferii
in unaltra societ e misi in piedi il reparto Web & Media, che ha portato alla
creazione di una squadra capace di triplicare la dimensione della societ in poco
pi di due anni. Questo ha permesso la trasformazione di una piccola azienda
di produzione video in una societ di rete, media e comunicazione, in grado di
competere sul mercato internazionale con imprese multi-milionarie, molto pi
grandi di lei.
Se pensate che scriva tutto questo per cercare di impressionarvi, vi sbagliate
di grosso. Anzi, la storia della mia vita piuttosto insignificante (nulla in con-
fronto a molti giovani imprenditori che hanno fondato societ multi-miliardarie
allet di ventanni). Voglio solo, prima di elaborare i prossimi punti, darvi un po
di prospettiva. Non voglio che liquidiate le prossime righe come le idee di uno
che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, e quindi non pu apprezzare il
valore del lavoro.
Penso che avere unetica del lavoro sia qualcosa di molto prezioso. Ed pro-
prio per questo che il lavoro, secondo me, sta oggi perdendo il suo significato. La
gente dice:Lavora sodo, e sarai ricompensato, e io generalmente sono daccor-
do. Ma manca qualcosa al quadro. Apprezziamo il lavoro di per s, e pensiamo
che la gente dovrebbe lavorare, ma ci siamo mai interrogati circa la sua utilit?
Chiedetevi, qual il valore del lavoro che svolgete? Aiuta gli altri? Vi rende pi
felici? Ha contribuito a migliorare la nostra societ in termini di cultura, salute,
efficienza, empatia, compassione, creativit, e vivibilit? Se lavoro solo per il
gusto di farlo, sono solo un semplice strumento. Un burattino. Un robot che
segue ciecamente gli ordini.
Ecco un esempio pratico. Sono una donna di mezza et che lavora in una
fabbrica di armi. Costruisco le bombe a grappolo. Queste bombe non sono
utilizzate per combattere i terroristi o per fermare gli eserciti. Sono progettate
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10.1. ETICA DEL LAVORO, UTILIT DEL LAVORO 75
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76 CAPITOLO 10. LIDENTIT E IL LAVORO
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10.1. ETICA DEL LAVORO, UTILIT DEL LAVORO 77
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C APITOLO 11
E
ra la fine del 1600 quando Richard Cumberland e John Locke promuovevano
lidea che il benessere dei nostri simili essenziale per la ricerca della nostra
felicit123 , e che il pi alto obiettivo per la nostra intelligenza lamorevole
e costante ricerca di una vera e solida felicit124 . Era unidea talmente forte
da essere stata integrata nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti,
ed considerata da alcuni come parte di una delle migliori e pi influenti frasi
nella storia della lingua inglese125 . Vita, Libert e Ricerca della Felicit sono
elencati tra i diritti inalienabili di tutti gli uomini, e queste idee trascendono
la societ americana. Ma i diritti non sono tali se non tutti hanno la stessa
possibilit di esercitarli. In tal caso, cessano di essere diritti. Diventano privilegi,
e i privilegi si possono comprare e vendere, proprio come qualsiasi altra cosa.
Quindi, dimenticate ci che penso, dimenticate ci che pensate, e atteniamoci
ai fatti.
Come abbiamo visto, molta solida ricerca dimostra quanto le disuguaglianze
sociali ed economiche siano strutturali. Ci significa che se sei nato povero,
rischi di rimanere povero, anche se ti spacchi la schiena 12 ore al giorno. Allo
stesso modo, se sei nato ricco, rimarrai ricco. Lesaltazione dei casi sporadici di
abitanti delle baraccopoli che diventano milionari, promossi dai media, una
truffa malata e ingiusta - una favola per i creduloni, un gioco crudele che rafforza
lo status quo, lasciando i poveri a combattere luno contro laltro per gli scarti,
mentre i pi ricchi possono godersi il pasto abbondante.
Certo, se si veramente in gamba, molto bravi nel marketing diretto, e
costruite forti legami sociali, potreste finire col fare un sacco di soldi. Ma per
uno che ce la far, in mille falliranno. la natura del sistema.
Analizziamo un esempio: Camden, New Jersey, una piccola citt di poco
pi di 70 mila persone. , pro capite, la citt pi povera degli Stati Uniti. E la
pi pericolosa, anche. Nel 2008, Camden ha avuto il pi alto tasso di criminalit
negli Stati Uniti con 2.333 crimini violenti su 100.000 persone, mentre la media
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80 CAPITOLO 11. LA RICERCA DELLA FELICIT
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82 CAPITOLO 11. LA RICERCA DELLA FELICIT
della loro performance era pari a zero. I risultati assomigliavano a quello che ci
si aspetta da una partita a dadi, non da un gioco di abilit. Quelli che ricevevano
i pi grandi bonus avevano semplicemente avuto fortuna. Questi risultati non
sono isolati, anzi sono stati ampiamente replicati. E mostrano che trader e
gestori di fondi di tutta Wall Street ricevono i loro compensi favolosi per non fare
niente di pi di uno scimpanz che lancia una monetina. Quando Kahneman
cerc di farlo notare, lo oscurarono. Lillusione di abilit [. . . ] profondamente
radicata nella loro cultura.131
Ma non finisce qui. In uno studio pubblicato dalla rivista Psychology, Cri-
me and Law, Belinda Board e Katarina Fritzon testarono 39 senior manager e
amministratori delegati di aziende leader britanniche. Nellospedale speciale
di Broadmoor detengono i condannati per reati gravi. Board e Fritzon testaro-
no sia i pazienti che i capi su alcuni indicatori di psicopatia. I risultati furono
sorprendenti. I punteggi dei capi pareggiavano o addirittura superavano quelli
dei pazienti a cui erano stati diagnosticati disturbi di personalit psicopatiche.
Si scopre che questi tratti psicopatici sono molto simili alle caratteristiche che
le aziende ricercano - grande abilit nellessere lusinghieri e nel manipolare i
potenti, egocentrismo, un forte senso di diritto, nonch disponibilit a sfruttare
gli altri. Il dettaglio forse pi rivelatore, infine, la mancanza di empatia e di
coscienza, che non ostacola la loro carriera, ma anzi pu aiutarli a salire lungo la
scala del successo132 .
Paul Babiak e Robert Hare sottolineano nel loro libro Snakes in Suits che le
vecchie burocrazie aziendali sono state sostituite da strutture flessibili, in conti-
nua evoluzione. Chi gioca in squadra considerato di minor valore rispetto a
chi si assume dei rischi gareggiando, e chi ha tratti psicopatici possiede maggiori
probabilit di essere selezionato e premiato. La conclusione appare abbastanza
buia e sconfortante: se avete tendenze psicopatiche e nascete in una famiglia
povera, rischiate di andare in prigione. Se avete tendenze psicopatiche e nascete
in una famiglia ricca, rischiate di studiare economia. Questo non significa che
tutti i dirigenti siano psicopatici alcuni di loro sono persone molto dignitose
ma mi sembra evidente che negli ultimi decenni leconomia abbia premiato le
abilit sbagliate.
Il mondo cambiato molto, negli ultimi 50 anni. Eravamo abituati a lavorare
per ottenere ci che ci serviva a vivere meglio, ma non lo facciamo pi. Pen-
savamo a quello che facevamo, ora seguiamo gli ordini, anche se non hanno
alcun senso. Oggi, la maggior parte delleconomia una economia fantasma
delle transazioni finanziarie, sistemi di massimizzazione del profitto e algoritmi
informatici, con scarsa attenzione per le conseguenze. Abbiamo permesso che
il potere si concentrasse nelle mani di poche menti sullorlo della follia. Oggi,
un piccolo gruppo di 147 mega imprese transnazionali forma una struttura a
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C APITOLO 12
L O SCORPIONE E LA RANA
U
n giorno, uno scorpione girovagava per la montagna in cui viveva e decise
di voler cambiare aria. Cos part in viaggio, attraverso i boschi e le colline.
Si arrampic sulle rocce e sulle viti e continu fino a raggiungere un fiume.
Il fiume era grande e impetuoso, e lo scorpione si ferm per analizzare la
situazione. Non trovava nessun modo per attraversarlo. Quindi corse a monte e
poi a valle, pensando che avrebbe dovuto tornare indietro.
Dun tratto vide una rana seduta sui giunchi nella riva del torrente dallaltra
parte del fiume. Decise dunque di chiederle aiuto, per attraversare il corso
dacqua.
Buongiorno Signora Rana! disse lo scorpione dallaltra parte del fiume,
Saresti cos gentile da darmi un passaggio a spalla attraverso il fiume?
Bene, Signor Scorpione! Ma come posso sapere che, se ti aiuter, non
cercherai di uccidermi? chiese la rana esitante.
Perch rispose lo scorpione, se provassi a ucciderti, morirei anche io;
come vedi, non so nuotare!
Ci sembr giusto alla rana, che per chiese. E quando sar vicino alla riva?
Potresti sempre tentare di uccidermi e tornare alla costa!
vero, disse lo scorpione, Ma poi non potrei arrivare allaltra parte del
fiume!
Daccordo, allora... come faccio a sapere che non aspetterai di arrivare
dallaltra parte e poi mi ucciderai? disse la rana.
Ahh. . . , canticchi lo scorpione, Perch vedi, una volta che mi hai portato
sullaltra sponda, sar cos grato per il tuo aiuto da non volerti ricompensare con
la morte, non credi?
La rana decise di trasportare lo scorpione sul fiume. Nuot sullaltra riva, e si
ferm vicino al fango per caricare il passeggero. Lo scorpione si arrampic sulla
schiena della rana, il suo pungiglione affilato pizzicava la morbida pelle della
rana, che scivol nel fiume. Lacqua fangosa turbin attorno a loro, ma la rana
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86 CAPITOLO 12. LO SCORPIONE E LA RANA
rimase vicino alla riva cos che lo scorpione non affogasse. La rana lott con
forza fino alla prima met del fiume, le sue zampe remavano contro la corrente.
A met del percorso, la rana sent improvvisamente il pungiglione affilato
conficcarsi nella sua schiena e, con la coda dellocchio, vide lo scorpione rimuo-
vere la punta dalla schiena. Un intorpidimento mortale inizi a farsi strada nelle
sue membra.
Stupido! gracchi la rana, Ora moriremo entrambi! Perch mai lhai
fatto?
Lo scorpione si strinse le spalle e si mosse un poco sulla schiena della rana
che affondava.
Non lho potuto evitare. la mia natura.
Questa una storia che spesso raccontano nei corsi di psicologia per capire
che la natura immutabile di qualcosa di vitale importanza. Non ha senso
lanciarsi in speculazioni astratte, scuse o sviluppo di analisi alternative, a volte
una cosa semplicemente ci che . Per lumanit necessario riconoscere la
natura intrinseca del capitalismo. Si tratta di una forza illimitata che mette il
valore del denaro, il profitto, e lobiettivo finale di crescita sopra la vita stessa.
Ci sono troppi esempi e storie reali a dimostrare che saremmo degli sciocchi
a ignorare questa forza. A meno che non prendiamo misure per moderare il
sistema capitalista attuale, poche persone sfortunate rimarranno sedute su una
grande pila doro sulle macerie fumanti di un pianeta distrutto134 .
Ho chiuso il capitolo precedente con la domanda Cosa siamo diventati?.
Una domanda migliore sarebbe invece:In cosa abbiamo permesso che ci ma-
nipolassero?. Il paradigma della crescita si basa sul presupposto che crescita
significa una vita migliore, quindi la gente deve adattarsi. Lavoro. Consumo.
Produzione. Il ciclo continua.
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C APITOLO 13
L A FELICIT E LA CRESCITA
I
l reddito determina il nostro standard di vita, quasi per definizione. Ma vi siete
mai fermati, per un secondo, a chiedervi se la componente economica sia
davvero la pi importante della nostra vita? Sono in pochissimi a chiederselo, lo
si prende quasi come un dato, una definizione. Guardando le notizie, leggendo i
principali quotidiani, e ascoltando i dibattiti politici, sembra che le cose stiano
senza dubbio cos. I politici vengono votati a seconda dellefficacia con cui
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88 CAPITOLO 13. LA FELICIT E LA CRESCITA
Figura 13.1: Il confronto di Google Insights sulla frequenza di ricerca dei termini
economia, felicit e GDP tra il 2008 e il 2011.
La figura 13.1 mostra la popolarit relativa, nel tempo, della ricerca di vari
termini. In questa ricerca specifica ho confrontato le occorrenze dei termini
crescita, felicit, PIL nel mondo sugli articoli di giornale. Naturalmente, questa
ricerca si applica solo ai giornali scritti in inglese, principalmente negli Stati Uniti,
India, Singapore, Australia, Regno Unito e Canada. Ritengo davvero degno di
nota che i termini crescita e PIL, entrambi concetti economici, ricorrano circa
dieci volte pi in fretta di felicit. Potreste obiettare che crescita si applica
a una variet di contesti, e che crescita economica sarebbe un termine pi
affidabile per il confronto. Anche se questo in parte vero (bench ingiusto,
visto che contiene due parole, il che scarta molti risultati di ricerca), non spiega
perch lacronimo PIL (Prodotto Interno Lordo) superi entrambi per numero di
ricerche. Pensiamo davvero che il PIL sia dieci volte pi importante della felicit,
nelle nostre vite?
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Per essere onesti, il tempo che dedichiamo a parlare di una cosa non perfet-
tamente correlato con limportanza che le diamo. Ma un indice molto affidabile
del trend culturale di una societ col passare del tempo, del suo zeitgeist. Le
notizie sono piene di storie sulla crescita economica come rimedio miracoloso,
che risolver la maggior parte dei problemi del mondo. Lequazione nella quale
siamo arrivati a credere cr esci t a = pr osper i t , e la prosperit un bene. E
non solo; la crescita la base di praticamente tutte le economie del mondo, tanto
che usiamo la parola recessione, con delle connotazioni estremamente negative,
per denotare un rallentamento generale nellattivit economica, ma anche una
caduta delloccupazione, spesa per investimenti, utilizzo delle capacit, redditi
familiari, profitti aziendali, e inflazione; mentre le chiusure per bancarotta e il
tasso di disoccupazione salgono.
Lo zeitgeist delle notizie sembra dunque chiaro. Ma che dire delle opere di
letteratura - libri, racconti e cos via? Certo devono essere diverse, in qualche
modo i lavori degli autori professionisti non dovrebbero avere molto in comune
con la trita cronaca quotidiana, vero? Nel 2010, un gruppo di ricercatori ebbe la
folle idea di utilizzare tutta la conoscenza disponibile prodotta dallumanit, e
costru un corpus di testi digitalizzati contenente circa il 4% dei testi mai stam-
pati, ovvero circa 5,2 milioni di libri Lanalisi di questo corpus ci permette di
sondare i trend culturali con un approccio quantitativo. Scrutiamo i vasti spazi
della culturomica, concentrandosi sui fenomeni linguistici e culturali che si
riflettevano nella lingua inglese tra il 1800 e il 2000. Mostriamo come questo
approccio possa offrire spunti in campi diversi come lessicografia, evoluzione
della grammatica, memoria collettiva, adozione della tecnologia, ricerca della
fama, censura ed epidemiologia storica. La Culturomica supera i limiti di una-
nalisi rigorosamente quantitativa e arriva a lambire una vasta gamma di nuovi
fenomeni vicini alle scienze sociali e alle arti umanistiche135 .
Il sistema N-gram Viewer, dei Google Labs, primo nel suo genere, capace di
quantificare precisamente e rapidamente i trend culturali basandosi su quantit
enormi di dati. Con questo strumento, possiamo controllare come la nostra
cultura si sia evoluta nel tempo riguardo alle nostre aree di interesse.
Possiamo vedere in Figura 13.2 come felicit e crescita, nel periodo 1800-
2008, siano correlate negativamente: allaumentare di crescita, felicit cede il
passo. Attorno al 1830, gli autori hanno iniziato a parlare pi della crescita che
della felicit. Ancora una volta, per essere onesti, correlazione non significa
nesso causale, e il mero fatto di scrivere su qualcosa non la spiega completamen-
te. Questi dati misurano il mero numero di occorrenze di queste parole nei libri,
tralasciando significato e contesto. Gli autori magari parlavano della perdita di
felicit, o di qualche cosa ancora pi sfuggente. Ma mostra che linteresse nella
crescita cresciuto, mentre gli scrittori hanno distolto lattenzione dalla felicit.
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90 CAPITOLO 13. LA FELICIT E LA CRESCITA
Figura 13.2: Il confronto tra felicit e crescita nel tempo, misurato con gli n-grammi.
Per gentile concessione di Google
Poi, negli ultimi 50 anni, avviene una cosa molto singolare. Andiamo ad
approfondire.
Figura 13.3: PIL, crescita economica, e felicit dal 1940 al 2008. Gentile concessione di
Google.
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PIL aumentano. Dopo osserviamo leffetto contrario: sia PIL che crescita
economica diminuiscono, mentre felicit aumenta considerevolmente. Ancora
una volta, la correlazione non implica un nesso causale, ma certo questi dati
rivelano un fenomeno degno di nota.
Per pi di mezzo secolo, la nostra cultura ha inculcato lidea che la ricerca
della crescita, il lavoro e lespansione economica dovrebbero essere gli scopi
primari della vita, se non proprio i principali. Ma ora stiamo mettendo in di-
scussione queste certezze, che stanno lentamente crollando. Lo stesso libro
che stai leggendo non nato dal nulla. Si tratta del risultato dellinfluenza del
cambiamento culturale che stiamo sperimentando, e che in questi ultimi dieci
anni accelerato. Come potete vedere dal grafico, dal 2000 si osserva un costante
cambiamento di livello. Nella letteratura, la felicit conquista uno spazio sempre
maggiore, mentre linteresse nel PIL sta diminuendo.
Quando iniziai a scrivere questo libro ero motivato dalla convinzione che le
societ dovessero prestare meno attenzione al PIL e cercare invece di massimiz-
zare la felicit, usando nuove misure come il FIL (Felicit Interna Lorda), lHappy
Planet Index, o il Satisfaction with Life index. La cosa sembrava accordarsi bene
col fatto che la tecnologia sostituisse sempre pi lavoratori, e pensavo che affron-
tare largomento con uno sguardo nuovo avrebbe potuto fornire nuovi contributi
su come affrontare questa sfida. E da quel che avevo letto e ascoltato, sembrava
ci fosse una mole schiacciante di prove, dagli studi sociologici, antropologici
e di altri rami della scienza, che gli introiti monetari non rendono le persone
proporzionalmente pi felici. Vale a dire, non cera correlazione positiva tra la
quantit di denaro guadagnato e quanto si felici. Per dirla in una frase, quel
denaro non ti rende felice.
Ma controllando le mie fonti pi approfonditamente, scoprii che il mio
assunto di base non era completamente corretto. Da scienziato, dovevo guardare
le prove e sfidare le mie convinzioni, per quanto sgradevole fosse inizialmente.
Scoprii cos un mondo molto complicato e intricato di ricerca sulla felicit, molto
pi complesso di quanto inzialmente pensavo sarebbe stato.
Richard Easterlin, economista e professore di economia allUniversit della
California meridionale, ha discusso i fattori che contribuiscono alla felicit nel
suo fondamentale saggio Does Economic Growth Improve the Human Lot?
Some Empirical Evidence136 . Scopr cos che il livello medio riportato di felicit
non varia molto al variare del reddito nazionale pro capite, almeno in quelle
nazioni con un reddito sufficiente a soddisfare i bisogni di base. Allo stesso
modo, sebbene il reddito pro capite degli Stati Uniti, tra il 1946 e il 1970, sia
cresciuto costantemente, la felicit media dichiarata non ha mostrato trend di
lungo termine, e tra il 1960 e il 1970 diminuita. In pratica, quando un paese
esce dalla povert, la forte correlazione tra reddito e felicit si perde. Oggi questo
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92 CAPITOLO 13. LA FELICIT E LA CRESCITA
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C APITOLO 14
L A FELICIT E IL REDDITO
R
ecenti studi condotti da Betsey Stevenson, Justin Wolfers e Angus Deaton,
basati sui dati pi recenti del Gallup World Poll, hanno rilevato una costante
correlazione, al variare dei paesi, tra reddito e felicit 140 , il che sembra suggerire
che il denaro faccia la felicit eccome.
Ma com possibile? Il paradosso di Easterlin mostrava lesatto opposto,
no? Com possibile che due studi scientifici ugualmente validi, che control-
lavano variabili diverse, entrambi provenienti da fonti rispettabili e verifica-
te, arrivino a conclusioni diametralmente opposte? La questione ha sollevato
tra gli accademici un intenso dibattito, che ancora non sembra giunto a una
conclusione.
Man mano che mi immergevo anima e corpo nello studio della felicit, mi
imbattei nelle ricerche di Carol Graham. Nei suoi due libri, Happiness around
the World: the Paradox of Happy Peasants and Miserable Millionaires (Oxford
University Press, 2010) e The Pursuit of Happiness: An Economy of Well-Being
(Brookings Institution Press, 2011), Graham offre una lucida analisi e dei validi
spunti nel mondo degli studi sulla felciit. Come lei fa notare, tutto dipende dalla
domanda che poni. Felicit un termine ombrello, generico, per etichettare
una variet di sensazioni, non un unico stato della mente ben definito. Nello
studio di Easterlin, alle persone veniva fatta una domanda molto aperta, come:
Generalmente parlando, quanto sei soddisfatto/a della tua vita?. Il Gallup World
Poll, invece, usa la domanda di Cantril nota come Scala della vita: Immagina
una scala coi gradini che vanno da zero, in fondo, a dieci, in cima. La cima
della scala rappresenta la vita per te migliore possibile, e il fondo della scala
quella peggiore. In quale gradino diresti di sentirti, in questo momento? Come
potete vedere, domande diverse creano contesti differenti, e di conseguenza
significano cose differenti. Il primo studio misurava il Benessere Emozionale,
che si riferisce alla qualit emotiva delle esperienze quotidiane di un individuo
la frequenza e lintensit delle esperienze di gioia, stress, tristezza, rabbia e
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96 CAPITOLO 14. LA FELICIT E IL REDDITO
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C APITOLO 15
L
a felicit una cosa molto misteriosa. Sfuggente come solo il nostro desiderio
di raggiungerla. La stiamo cercando da migliaia di anni. Alcuni sembrano
averla trovata con la meditazione profonda. Altri liberandosi da ogni possesso
materiale. Altri ancora hanno percorso la strada opposta, accumulando miliardi
su miliardi di dollari, solo per scoprire che li gratificava di pi aiutare qualcun
altro, fondare una no profit e delle fondazioni filantropiche o educative. Alcuni
trovano la gioia nei momenti semplici di tutti i giorni. Secondo alcuni filosofi e
psicologi, gli umani sono per definizione incapaci di felicit a lungo termine. Per
anni scienziati sociali, antropologi ed economisti hanno cercato di determinare
cosa renda felici le persone. Fino a poco tempo fa, era stata prodotta sul tema
molta poesia, molta arte, ma non avevamo molti dati. Ci affidavamo a buon
senso, intuizioni filosofiche, esperienze personali, rivelazioni varie; ma non
avevamo modo di sapere se quelle opinioni corrispondessero a realt.
Argomenti come la felicit, soddisfazione nella vita, ben-essere, il buon
vivere, e quello che i Greci chiamavano eudaimonia (vivere secondo virt, e con
uno scopo), sono tutti connessi lun laltro, ma molto diversi tra loro.
Ma allora, cosa sappiamo davvero sulla felicit? Non molto, ma sappiamo che
alcuni fatti scientifici conservano la loro validit al variare di culture e nazioni.
In primo luogo, sappiamo che non siamo biologicamente progettati per mas-
simizzare la nostra felicit. Ci siamo evoluti vivendo in piccoli gruppi, abbiamo
stretto legami forti con cerchie ancora pi ristrette di amici, abbiamo cercato di
trasmettere i nostri geni, evitando i predatori e temendo lignoto. Ci saremmo
potuti evolvere per cercare il piacere e la gratificazione istantanea, ma la felicit
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100 CAPITOLO 15. LA SCIENZA DELLA FELICIT
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15.1. SPERIMENTARE LE SIMULAZIONI 101
Tutto mi fa pensare che preferireste vincere la lotteria. Con tutti quei soldi,
potreste iniziare una nuova vita, godervela, e intraprendere ogni sorta di fanta-
stiche iniziative. Peccato solo che non sia cos. probabile che, dopo un anno
circa, sarete felici quanto ora. Nulla di significativo cambierebbe nella vostra
vita. In effetti, la maggior parte delle persone che vincono la lotteria in realt
diventano infelici, rovinano la maggior parte delle loro amicizie, la loro famiglia
si distrugge, e cos la loro vita; mentre il paraplegico finisce per accettare la sua
nuova condizione, e impara a conviverci. Adattamento. Perfino nei pazienti
con la sindrome locked-in, che sono completamente paralizzati, e possono al
massimo sbattere una palpebra (riuscendo cos a comunicare), i livelli di felicit
sono pi o meno gli stessi di tutti gli altri. Cosa succede? Com possibile?
Dan Gilbert, professore di psicologia alUniversit di Harvard, spiega questo
e molti altri fenomeni nel suo bestseller internazionale Stumbling on Happiness
(Knopf, 2006). Gilbert nota che tendiamo a sopravvalutare notevolmente leffetto
degli eventi principali, nel valutare la nostra felicit a lungo termine. Da studi
sia sul campo che in laboratorio, vediamo che vincere o perdere un elezione,
conquistare o perdere un partner romantico, ottenere una promozione o meno,
passare un test al college o meno, hanno molto meno impatto, intensit e durata
di quanto le persone si aspettino. In effetti, un recente studio che mostra come i
maggiori traumi condizionino le persone suggerisce che se il trauma avvenuto
pi di tre mesi fa, con pochissime eccezioni, non ha quasi impatto sulla vostra
felicit. Questo avviene perch la corteccia prefrontale, la regione del crevello
che, tra molte altre cose, simula gli eventi futuri nella vostra mente, lascia molto
a desiderare come simulatore di esperienze.
Lo piscologo Ed Diener ha scoperto che la frequenza delle vostre esperienze
positive un predittore della vostra felicit molto migliore della loro intensit148 .
Coltivare e sperimentare molti piccoli momenti di felicit molto pi efficace e
gratificante di qualche grosso evento sporadico149 .
Ma com possibile che vincere o perdere unelezione, conquistare o perdere
un partner romantico, ottenere una promozione o meno, passare un test al
college o meno, hanno molto meno impatto, intensit e durata di quanto ci
aspettiamo? Una ragione che in realt la felicit la sintetizziamo. Pensiamo
che la felicit si trovi, quando in realt la creiamo.
Questa ricerca ben nota, in psicologia, ed chiamata il paradigma della
libera scelta. un test molto semplice. Porti con te qualche oggetto, diciamo
alcune stampe di Monet, e chiedi a un soggetto di classificarle dalla pi alla
meno gradita. una cosa che chiunque pu fare. Ora dai al soggetto una scelta:
Abbiamo delle stampe in pi nel cassetto. Te ne regaliamo una come premio
da portare a casa. Abbiamo la numero tre e la numero quattro. una scelta
un po difficile da fare, perch nessuna delle due fortemente preferita, ma
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102 CAPITOLO 15. LA SCIENZA DELLA FELICIT
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15.1. SPERIMENTARE LE SIMULAZIONI 103
davvero cos. Gli strumenti del marketing usati dalle corporation per ven-
dere pi prodotti sfruttano la nostra incapacit di prevedere correttamente cosa
ci render felici. E cos continuiamo a rifornire la macchina del consumo com-
pulsivo illudendoci che questo allevier il nostro senso di disagio, e che la grati-
ficazione istantanea possa creare la vera felicit. Sappiamo che non funziona, e
malgrado ci continuiamo a ripetere gli stessi errori, in continuazione.
Ma c una speranza. Diventare veramente consapevoli di questo ingan-
no pu aiutarci a sfuggire alla trappola, e riassestare la direzione delle nostre
vite, verso uno stato di benessere pi positivo, genuino e reale basato sullem-
patia, collaborazione, il brivido della scoperta, e la spinta a fare qualcosa di
significativo.
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C APITOLO 16
L A FELICIT E IL LAVORO
D
a un lato, ho la sensazione di insistere troppo a lungo sul tema, ma al
contempo ho la sensazione opposta di aver appena scalfito la superficie
degli studi sulla felicit. Unanalisi pi approfondita richiederebbe una serie di
monografie sul punto, e anche cos avremmo solo un quadro incompleto. In
questo libro come ho detto prima ho deciso di concentrare lattenzione sulla
felicit e il suo rapporto coi livelli di reddito e soprattutto di occupazione, visto
che largomento principale del libro. Come abbiamo visto, la ricerca mostra
che esiste una correlazione (per quanto complessa e sfaccettata) tra reddito e
il benessere generale, ma non chiaro se vi sia un nesso causale. E anche se
fosse, in che direzione va? Sappiamo che le persone pi felici sono generalmente
pi ricche della media, e anche che le persone felici sono meno stressate, pi
connesse socialmente, pi produttive, e quindi pi di successo. Ma cosa causa
tutto questo, esattamente? La causazione inversa e la distorsione da selezione
sono un problema serio. Le persone generalmente sole e infelici tendono a essere
scartate durante la ricerca di un lavoro, a ritrovarsi pi facilmente disoccupate e
a restare disoccupate.
C unaltra questione, poi. Le persone sarebbero altrettanto felici se avessero
lo stesso reddito, ma senza dover lavorare? Forse non il lavoro in s che conta,
ma quello che rappresenta: laccesso. Laccesso a una bella casa, a cure mediche,
alle vacanze con la propria famiglia, al cinema con gli amici. . . . Se tutte queste
cose fossero semplicemente erogate, saremmo altrettanto felici?
La risposta un chiaro e forte. . . NO. Non ve lo aspettavate, vero? Pensavate
avrei detto che dando alle persone abbastanza denaro o accesso a ci di cui
hanno bisogno, non dovrebbero preoccuparsi di altri dettagli e potrebbero final-
mente concentrarsi su ci che conta per loro nella vita, il che li renderebbe pi
felici. Ma pare che il semplice dare denaro alle persone non basti. Lo sappiamo
perch risulta che chi gode di ogni ammortizzatore sociale sia meno felice delle
persone con un impiego, a parit di altre caratteristiche. Lavorare fa la differenza,
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106 CAPITOLO 16. LA FELICIT E IL LAVORO
dopo tutto.
La disoccupazione gioca un tale ruolo nella nostra felicit che difficile li-
quidarla in poche frasi. Molti studi, in molti paesi e in diversi periodi di tempo,
hanno riscontrato che lesperienza personale della disoccupazione rende le per-
sone molto infelici152 . Nel loro rivoluzionario studio sulla Gran Bretagna, Clark
e Oswald riassumono il risultato: la mancanza di lavoro nuoce al benessere
pi di ogni altra singola caratteristica, comprese altre circostanze fortemente
negative come la separazione o il divorzio153 . Bont divina: pi di separazio-
ne e divorzio?! Lavere un impiego cos importante, per il nostro benessere?
Evidentemente, s.
Poco fa abbiamo valutato la possibilit di scambiare la causa con leffetto
al variare dei livelli di reddito esaminati; possibile che accada la stessa cosa
con loccupazione? In molti studi, i dati trasversali raccolti prima e dopo che
alcuni particolari lavoratori perdessero il lavoro, suggeriscono che le persone
infelici facciano effettivamente pi fatica a rientrare nel mondo del lavoro, ma
il principale nesso causale procede dalla disoccupazione verso linfelicit154
Anche altri studi di psicologia sociale giungono alle stesse conclusioni155 .
Fermiamoci un momento, e osserviamo quel che abbiamo scoperto fino a
ora. La felicit davvero una faccenda complessa, ma stiamo iniziando a com-
prenderla, e ne sappiamo certamente di pi ora che 20 anni fa. Sappiamo che i
fattori genetici, personali (un partner stabile, la famiglia, salute mentale e fisica
e familiare, buona istruzione) e sociali (partecipazione democratica, senso della
comunit) rivestono un ruolo principale. Sappiamo di non essere affatto bravi
a prevedere la nostra felicit futura, perch tendiamo a sovrastimare leffetto
che gli eventi ritenuti principali avranno nel lungo termine. Sappiamo che i
ricordi delle nostre esperienze sono distorti dalla mente, e che ci inganniamo
facilmente. Sappiamo di poterci adattare a quasi tutto, tranne pochissime cose
(rumore, chirurgia estetica156 ). Sappiamo che difficile sfuggire alladattamento
edonico. Sappiamo che la felicit relativa, visto che tendiamo a confrontarci
con le persone attorno a noi. Sappiamo che il reddito influisce sulla nostra soddi-
sfazione di vita (su scala logaritmica), ma solo fino a un certo livello per la nostra
felicit emotiva (circa $75,000). Ancora pi importante, sappiamo che avere un
impiego di fondamentale importanza per il nostro benessere generale.
Ma se lavorare tanto importante, e stiamo per assistere a unondata di
disoccupazione di massa, allora stiamo per avere grossi problemi. La disoccupa-
zione porta a depressione, ansiet, perdita di autostima e di controllo personale.
Numerosi studi hanno stabilito che le persone disoccupate soffrono di una sa-
lute mentale e fisica peggiore degli occupati157 . Come se non bastasse, hanno
una maggiore tendenza a consumare ingenti quantit di alcool, le loro relazioni
personali sono messe a pi dura prova, hanno un tasso di mortalit pi alto, ed
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108 CAPITOLO 16. LA FELICIT E IL LAVORO
vranno sperimentare nelle fasi intermedie. Che tipo di societ sarebbe, inoltre?
Ricordiamo che la ragione per cui la felicit dei disoccupati aumenta che:
Non so voi, ma io non vorrei vivere in una societ di questo tipo. Mi vengono
i brividi al pensiero che questo possa rappresentare il destino prossimo futuro
della nostra specie.
Devesserci una strada migliore.
16.1 FLUSSO
Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare un solo giorno in vita
tua.
Confucio
Sei immerso nel tuo lavoro, perdi il senso del tempo, sei totalmen-
te preso, catturato da quel che fai. . . Quando stai facendo un buon
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16.1. FLUSSO 109
lavoro su qualcosa, senti che non c altro modo di dire quel che stai
dicendo.
Norme sociali, adattamento, reddito e confronti coi propri pari non spiegano
completamente perch il lavoro ci faccia vivere una vita ricca di significato. Lo
sappiamo perch gli studi hanno mostrato che i lavoratori autonomi sono pi
felici, anche se questo significa lavorare ore pi lunghe e/o guadagnare meno
denaro163 . Lo stesso vale per i volontari, che donano anima e corpo al mondo
non profit164 . Queste persone non stanno solo lavorando a qualcosa che amano
fare, ma ricevono ancora pi gratificazione dal fatto di aiutare gli altri.
Unaltro dato interessante emerge confrontando il numero di ore lavorate
annualmente da una persona con la valutazione media che d alla propria vita.
Figura 16.1: Valutazione della propria vita a confronto col numero di ore lavorate
nei paesi OECD (2009). Nellasse delle y segnata la percentuale delle persone che
prosperano, sullasse delle x le ore medie annuali effettivamente lavorate per lavo-
ratore. I dati sulla felicit vengono dal Gallup World Poll 2005-2009 e le ore di la-
voro dalla biblioteca ufficiale OECD. Per una versione interattiva del grafico, visitate
http://robotswillstealyourjob.com
Come possiamo vedere dalla Figura 16.1165 166 , le persone che vivono in paesi
dove si lavora meno sono pi felici di quelle in cui si lavora di pi. Prendiamo ad
esempio la Danimarca. In ogni sondaggio risulta uno dei paesi pi felici della
Terra e ben l82% delle persone dice di prosperare (si sentono rilassati, rispettati,
liberi da sofferenze e intellettualmente impegnati), eppure lavorano solo 1,559
ore allanno, 200 ore in meno della media di tutti i paesi OECD. Facciamo il
confronto con la Corea del Sud, dove le persone lavorano 2.232 ore, 473 in
pi della media, e solo il 28% di loro prospera. Gli stessi schemi si osservano
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110 CAPITOLO 16. LA FELICIT E IL LAVORO
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C APITOLO 17
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112 CAPITOLO 17. LO SCOPO DELLA VITA
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avrei davvero voluto spendere pi tempo a controllare gli errori di quei bilanci.
Oppure: Se avessi avuto, in quellaffare, un ritorno sugli investimenti del 2.5%
invece di un misero 2%, la mia sarebbe una vita pi piena. Nessuno dice cose
del genere. Potrebbero semmai pensare Vorrei aver speso pi tempo coi miei
figli, Vorrei aver detto pi spesso a mia moglie quanto lamavo, Vorrei aver
confessato alla mia cotta delle superiori quanto mi piaceva, o Se solo avessi
viaggiato di pi, avrei visto il mondo.
Fui davvero commosso dalla storia di una donna, paziente oncologica termi-
nale. Aveva due mesi da vivere, ma il sogno della sua vita era imparare lanalisi
matematica. Poi scopr la Khan Academy, e cap di avere finalmente quelloppor-
tunit. E cos fece dedic gli ultimi due mesi della sua vita a studiare calcolo.
Ed era felice170 .
Un altro noto pelandrone buono a nulla ha affermato che: Lo scopo del
futuro la disoccupazione totale, cos da poter giocare. Per questo dobbiamo
distruggere lattuale sistema politico-economico. Non unaffermazione da
poco, visto che a farla il leggendario autore e futurista Arthur C. Clarke (2001:
Odissea Nello Spazio, Incontro Con Rama), che per primo concep lidea di usare
satellliti geostazionari per la telecomunicazione (oggi ci riferiamo allorbita
geostazionaria come allOrbita di Clarke o Fascia di Clarke in suo onore).
Ma cosa significa giocare? Forse Clarke stava parafrasando Confucio
Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare un solo giorno in vita tua. O
forse intendeva qualcosa di diverso. Trovare un lavoro che ami che ti dia
soddisfazione e ti permetta di rispettare il tuo codice morale molto difficile, al
giorno doggi. In effetti stando al Deloittes Shift Index l80% delle persone fa
un lavoro che odia171 . Dobbiamo adattarci a quello che leconomia permette di
fare, e la triste realt che molti lavori non sono appaganti n creano valore per
la societ. Come se non bastasse, verranno automatizzati ben presto durante
la nostra vita, credo.
Ma sono lieto di dirvelo c una luce alla fine del tunnel. Lo scopo di
questo libro non convincervi che lautomazione vi render obsoleti, ma piut-
tosto indurvi a come sfruttare questa opportunit. Ho valutato, fatto ricerche,
condiviso le idee e i suggerimenti di centinaia di persone, e le ho raccolte nella
terza parte del libro.
il mio regalo per voi. Spero possa esservi utile.
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Parte III
Soluzioni
114
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C APITOLO 18
E
d eccoci, finalmente, al momento che stavate aspettando. Mi scuso per aver
messo questa sezione cos in fondo al libro, ma sono sicuro che ne capirete
il motivo. Molti dei prossimi consigli sembrerebbero insensati, se non avessi
approfondito a dovere le premesse, e ora dovrei fermarmi a spiegare le ragioni di
ciascun consiglio rischiando di diventare prolisso, e di distogliere lattenzione
dal punto centrale. Ma ora che avete gli strumenti, e labito mentale, adatti a
valutare questi consigli in maniera critica, dovrebbero suonarvi sensati. Anzi,
alcuni di essi potrebbero esservi gi venuti in mente durante la lettura, e in tal
caso questa lista servir a riepilogare i vostri pensieri in modo chiaro e conciso.
117
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118 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
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18.1. MENO BISOGNI, PI VITA 119
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120 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
18.2 AUTO-EDUCAZIONE
Questo antico proverbio Cinese stato vero per migliaia di anni. Ma dati i
recenti declini nellindustria ittica 176 , credo abbia bisogno di qualche modifica.
Ecco la mia versione:
Qualsiasi lista di cose da fare io vi possa proporre, non risolver mai i vo-
stri problemi. Potrebbe essere un buon punto di inizio, unispirazione, ma le
situazioni cambiano di continuo, e lunico modo per tenere il passo con il modo
auto-educarsi, diventando un pensatore critico e in grado di risolvere i problemi.
Il tema delleducazione mi ha sempre interessato. Ricordo vivamente i miei
anni di scuola, dalle elementari alle superiori. Uno dei periodi pi sgradevoli del-
la mia vita. Ricordo la noia assoluta che provavo sedendomi al banco, ascoltando
lezioni prive di ispirazione, imparando serie di regole, memorizzando numeri
e parole, guardando lorologio, aspettando che arrivassero le 16:30, quando il
fastidio finalmente finiva e potevo andarmene a casa. Ma non era sempre cos.
Mia mamma una bibliotecaria. Quando frequentavo la scuola materna, lei
mi portava alla biblioteca pubblica in cui lavora, fino alla fine del suo turno. Stavo
l, seduto a una scrivania, senza nessuno che mi dicesse cosa fare o come farlo.
Potevo prendere libri di ogni genere, ben prima di saper leggere. Secondo mia
mamma i libri di scienza mi affascinavano fin da piccolissimo. Guardavo i disegni
di atomi e campi elettromagnetici, le immagini di animali di ogni specie, stelle
e galassie, apparecchi elettronici, dinosauri, e ogni genere di cose interessanti.
Non ricordo molto, ma mi disse che, per quanto si ricordasse, volevo conoscere il
mondo ed esporare ogni ramo della conoscenza. Il mio entusiasmo e linteresse
per lUniverso erano insaziabili. Poi, ritornando a scuola, venivo colpito in faccia,
come un autobus che si schianta a tutta velocit contro un muro di mattoni. Non
capivo perch gli insegnanti non potessero o pi probabilmente non volessero
rispondere alle mie domande. Ma pi di tutto, non potevo credere che non
avessero interesse per la materia che insegnavano. Io provavo, provavo, provavo
e . . . nulla. Ero deluso, pi che arreso.
Ero considerato un bambino strano. Mi chiedevo sempre quale fosse lani-
male pi grande, come facessimo a sapere che cerano stati dinosauri 60 milioni
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18.2. AUTO-EDUCAZIONE 121
di anni fa, e non 2 o 10 milioni (questo molto prima che uscisse Jurassic Park),
perch gli elefanti fossero cos grandi, perch i ragni avessero otto zampe anzich
sei, come potesse un colibr volare e quanto fossero veloci i battiti delle sue ali,
come e perch i pianeti si fossero originati. Per i miei insegnanti, queste erano
domande irrilevanti. Non avevo bisogno di queste risposte per passare il test.
Non erano nel programma. Perch, dunque, mi interessava cos tanto sapere di
pi?
La frustrazione raggiunse il punto in cui rinunciai al sistema scolastico e
iniziai a cercare risposte per conto mio. Non lasciai la scuola, comunque. Feci
ci che mi dissero, zittendomi durante le lezioni come richiesto. Ma puntai
tutti i miei sforzi verso la ricerca e lo studio per conto mio di quello che esulava
dal programma obbligatorio. Divorai ogni edizione del libro dei Guinness e il
World Factbook. Non riuscivo a fermarmi. Mi sentivo come attratto dai dati,
come se una forza invisibile mi spingesse. Solo dopo realizzai come dare senso
a quelle informazioni, come mettere in dubbio e verificare la loro autenticit,
contestualizzarle. Nessuno me lo aveva insegnato, e dovetti impararlo nella
manier pi difficile.
Ci avvenina prima che il fenomeno Internet si diffondesse. Pensare allo
sforzo immenso che impiegai per conoscere anche solo un po di pi, comparato
con quanto sia facile oggi, mi manda fuori di testa. Quello che richiedeva dozzine
di ore si estenuanti ricerche, spesso con libri non interattivi e poco attraenti,
oggi disponibile in pochi secondi, spesso tramite video, lezioni e conferenze
tenute dai pi grandi pensatori dei nostri tempi. Un ragazzo povero, in Uganda,
ha accesso a pi conoscenza di quanta ne avesse il presidente degli USA 30 anni
fa. Un cambiamento cos radicale non ha precedenti nella storia umana. Linven-
zione della stampa un pallido, quasi insignificante evento, a confronto. Oggi
possibile ricevere uneducazione di massimo livello, con i migliori insegnanti
provenienti dalle pi prestigiose Universit del mondo, su ogni materia, gratis.
un pensiero talmente sconvolgente e rivoluzionario che mi sorprende quante
poche persone ne siano a conoscenza.
iTunes installato su pi di 400 milioni di computer nel mondo177 , e tuttavia
quando ne parlo con le persone, pochi sanno che pu essere usato per altro,
oltre ai film e alla musica. Il 30 maggio 2007, la Apple ha annunciato il lancio
di iTunesU, che mette a disposizione lezioni universitarie dalle pi prestigiose
Universit in giro per il mondo, gratis. Videolezioni ad alta qualit, spesso le
stesse che si avrebbero pagando per una laurea da $200.000, solo che si possono
guardare a casa, sullautobus, metterle in pausa, riguardarle, e non costano nulla.
I materiali sono presi da una variet di luoghi in giro per il mondo, compresi col-
lege, Universit, musei, biblioteche e altre istituzioni culturali di valore educativo.
Attualmente ci sono pi di 100.000 file disponibili per il download, da Oxford a
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122 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
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18.2. AUTO-EDUCAZIONE 123
Alcuni giorni dopo, Sal lasci il suo lavoro per dedicarsi alla Khan Academy
a tempo pieno (http://khanacademy.org). Il pensiero e la consapevolezza di
aiutare altre persone, e costruire una civilt empatica179 , basata sulla condivi-
sione del sapere scientifico per il miglioramento del genere umano; questo s
che un motivo valido per svegliarsi la mattina. Con cos poco sforzo da parte
mia, posso potenziare una quantit illimitata di persone tutto il tempo. Non
potrei immaginare un modo migliore per usarlo. ha detto Sal. La missione
dellacademy non altro che garantire uneducazione di alto livello per tutti,
ovunque.
Scommetto che vi ricordate i tempi universitari, quando voi e i vostri amici
provavate a scoprire lintuizione dietro a un concetto, o come risolvere un pro-
blema specifico. Richiedeva ore, un gruppo di menti che lavoravano senza sosta
per trovare la soluzione, e un numero considerevole di mal di testa, quando
finalmente qualcuno gridava Eureka! (o S, cazzo!, in molti casi). La persona
spiegava poi la soluzione dellenigma a tutti gli altri, che tipicamente non richie-
deva pi di 10 minuti. Non sarebbe stato fantastico saltare quelle quattro ore e
avere un insegnante pronto a spiegarlo in maniera intuitiva e pratica in pochi
minuti? Pensavo fosse solo un sogno, finch vidi i video di Sal.
Lintera vicenda assurda e affascinante al tempo stesso. Un tizio sorpassa
MIT, Stanford, Harvard, e diventa pi popolare e apprezzato di queste istituizioni
affermate in tutto il mondo? Una persona che vuole costruire la pi grande scuo-
la online, un polo intellettuale, artistico e scientifico, da solo? S, evidentemente
s.
Sono passati un paio di anni da quando ho deciso di imparare chimica.
Quando scoprii il MIT OpenCourseWare e iTunesU ne fui stupefatto. Lezioni
di Stanford, Harvard e del MIT registrate, disponibili gratis su internet? Wow.
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124 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
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18.2. AUTO-EDUCAZIONE 125
Google e dalla Fondazione OSullivan. Ha collaborato con CNN, PBS, CBS, TED,
Charlie Rose, tanto per citarne alcuni. Si espande e migliora giorno dopo giorno.
Le traduzioni sono attive in 40 lingue, ed prevista la traduzione completa
nelle 10 lingue pi parlate al mondo nel giro di qualche anno. Alcune scuole
stanno facendo dei test per cercare di integrare questo approccio nellambiente
educativo classico. I risultati preliminari sono sbalorditivi: invece di rendere gli
insegnanti obsoleti, li aiuta a diventare mentori migliori, lasciando pi tempo
per linterazione personale con gli studenti. Questi possono imparare per conto
loro, a casa, e poi hanno pi tempo produttivo a scuola per fare esercizi insieme,
consolidare le loro conoscenze, o insegnarsi a vicenda ci che hanno appreso.
Per dirla con Sal:
Questo potrebbe essere il DNA per una scuola fisica dove gli studenti pas-
sano il 20% delle giornate guardando video e facendo esercizi di autoappren-
dimento e il resto del giorno costruendo robot o disegnando o componendo
musica o quantaltro.181
Di conseguenza gli insegnanti diventano dei mentori, delle guide, anzich
una figura autoritaria. Hanno un pannello di controllo degli studenti, nel quale
possono vedere su cosa stanno lavorando, come stanno andando, e intervenire
solo quando hanno delle difficolt su un argomento specifico.
Sembra incredibile. Stupefacente. Troppo bello per essere vero. Qual il
trucco, allora? Difficile a credersi, ma non esiste. La Khan Academy gratis.
Le lezioni sono in Creative Commons. Il codice del sito web e la piattaforma
sono completamente Open Source. Si pu usare a casa, da soli. Si pi scegliere
di seguire una sola materia, oppure un percorso guidato. Si pu addirittura
chiedere alla propria scuola di integrarla. Oppure potete usarlo per conto vostro
e poi andare a scuola e fare scintille in ogni caso. Le lezioni sono divertenti,
semplici, molto intuitive. Si stanno espandendo rapidamente e migliorano ogni
giorno.
Qual il pezzo mancante del puzzle, ora? Ce ne sono due: la carenza di
certificazioni accademiche e la difficolt nellinsegnare le arti e le discipline
umanistiche in questo modo. Ma nessuno di essi un ostacolo. Come abbia-
mo visto, si evolvono rapidamente. Tutto ci che viene toccato dallespansione
esponenziale tecnologica segue la legge dei ritorni acceleranti182 . Sar il sistema
educativo a doversi adattare a realt come la Khan Academy, non il contrario.
Il motivo per cui i genitori mandano i propri figli a scuola non apprendere
(purtroppo), ma ottenere un diploma, che li aiuter a trovare un lavoro. Questa
equazione non pi realistica. Come hanno fatto notare Dale J. Stephens, Mi-
chael Ellsberg, e molti altri, leducazione tradizionale sopravvalutata, e ci che
rende competitivi nel mondo del lavoro non per forza il successo accademico.
Certo, avere un dottorato a Stanford aiuta, ma non un requisito sufficiente per
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126 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
avere successo. Non pi, almeno. Se lobiettivo andare a lavorare per Google,
PayPal, Microsoft, o uno di questi giganti della tecnologia, allora lacquisizione
di una competenza con la Khan Academy potrebbe essere pi stuzzicante di
un diploma di scuola tradizionale. Le Universit intelligenti lhanno capito, e si
stanno riformando in fretta. MIT ha appena lanciato MITx, che offre un portfo-
lio di corsi MIT gratis a una comunit virtuale di studenti nel mondo. Questo
accrescer anche lesperienza educativa dei suoi studenti nel campus, offrendo
loro strumenti online che integrano e arricchiscono le lezioni e gli esperimenti
in laboratorio. Con una piccola quota, chi segue il corso online riceve anche un
certificato valido dal MIT.
Lo scorso autunno ho preso parte a uno di questi esperimenti di appren-
dimento online di massa, quando Sebastian Thrun, Peter Norving, e andrew
Ng lanciarono a Stanford i corsi di Intelligenza Artificiale e di Apprendimento
Macchina. Erano ancora esperimenti abbozzati, con alti e bassi, ma i risultati
furono incredibili in ogni caso. Centinaia di migliaia di persone presero parte a
questi corsi da 10 settimane, che erano allincirca lequivalente di un corso di
un normale studente di Stanford. Alla fine, se eri bravo e facevi tutti i compiti
(tutto con un software automatizzato), oltre ad acquisire una conoscenza so-
lida e una comprensione di oggetti sofisticati e molto utili, potevi ricevere un
attestato da inserire nel curriculum. La cosa migliore era poter seguire il corso
settimana dopo settimana, insieme a migliaia di persone con cui lavorare, fare
domande, discutere delle lezioni e degli esercizi. Unesperienza meravigliosa. Se-
bastian Thrun fu cos soddisfatto che decise di lasciare la sua cattedra a Stanford
per dedicare il suo tempo a insegnare a milioni di studenti nel mondo, gratis
(http://udacity.com). Vi suona familiare?
Lidea di Andrew Ng ha ispirato molti altri, che attualmente insegnano sotto
unassociazione non-profit chiamata Coursera, con materie di alto livello quali
Model Thinking, Natural Language Processing, Teoria del Gioco, Probabilistic
Graphical Models, Crittografia, Design e Analisi di Algoritmi, SAAS (Software as
a Service, Software come Servizi, N.d.T), Visione Automatica, Informatica, Ap-
prendimento Automatico, Interazione Uomo-Macchina, Realizzazione di Edifici
Verdi, Teoria dellInformazione, Anatomia e Sicurezza Informatica. Neanche a
dirlo, solo linizio. la naturale evoluzione delleducazione che incontra la
tecnologia. Accogliere il cambiamento, o morire.
E a voi, come si applica tutto questo? Come pu aiutarvi? Nel caso in cui
non labbiate notato, questa la vostra carta vincente. Potete diventare degli
esperti, o per lo meno avere accesso a strumenti che ve lo permettano, il tutto
gratuitamente. Presto ci saranno corsi di alto livello di ingegneria molecolare,
nanotecnologia, tecnologia sostenibile per la produzione di energia, cibo, case,
qualsiasi cosa. Leducazione sar pi pertinente che mai: semplice, avvincente e,
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18.3. EDUCARE GLI ALTRI 127
soprattutto, gratis. Oggi, il miglior investimento che possiate fare quello su voi
stessi.
Gli strumenti della creativit sono nelle mani di tutti, e stanno diventando
sempre pi semplici e accessibili. Avete unopportunit che nessun altro, nella
storia delluomo, ha mai avuto.
Carpe diem.
Ora, a che serve migliorarsi, se tutti gli altri falliscono? Non tenete queste
conoscenze per voi, condividetele con pi persone possibile! Non pensate
che questo porti a maggior competizione per voi. Questa la vecchia, miope
visione egoistica. Pi persone diventano istruite e conoscono queste cose, pi
aiuteranno a risolvere problemi e sfide che dobbiamo affrontare. La felicit
condivisione, e la condivisione porta a scoperte incredibili. Vedo il giorno, non
cos lontano, in cui le persone non saranno giudicare in base alla loro abilit di
superare gli altri, ma di aiutarle. Non di essere i migliori studenti, ma i migliori
insegnanti.
Questo s, che un mondo in cui vale la pena vivere.
talmente ovvio che mi sento stupido a dirlo: il cibo una forma di energia,
possibilmente la pi importante. il carburante del nostro corpo. Ma anche
una forma di potere. Coltivare il proprio cibo non solo un hobby. riportare il
potere nelle proprie mani. Roger Doiron lo chiama Piano Sovversivo, che anzich
essere basato sulla segretezza, promuove lapertura e la condivisione. un piano
che non porta beneficio ai pochi e danno alle masse, ma potenzia ogni individuo,
e nel complesso ci rende pi sicuri, sani, indipendenti. Ci sono molti vantaggi
nellavere un orto personale, ve ne elencher alcuni.
Migliora la vostra salute (e quella della vostra famiglia). Gli studi dimo-
strano che la maggior parte delle malattie sono causate dalle cattive diete
e dal cibo. Non solo mangiare pi frutta e verdura fresca una delle cose
pi importante per mantenersi in salute, ma se coltivate personalmente
danno ai vostri figli il doppio del piacere nel mangiare sano183 .
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128 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
Si mangia cibo migliore. Il cibo pi fresco che possiate avere quello che
raccogliete voi. Al supermercato il cibo sugli scaffali stato prodotto in
luoghi lontani, raccolto, impacchettato, spedito, trasportato su camion,
aerei, treni, barche, container (petrolio, petrolio, petrolio). Quanto tempo
rimasto l prima che voi lo prendeste? Un giorno? Una settimana?
Un mese? Che strada ha fatto, esattamente? Dove lo hanno depositato?
Cosa ci hanno messo per renderlo cos perfetto (e spesso privo di gusto)?
Credetemi, quando prenderete un frutto o una verdura che avete coltivato
voi e gli darete un succulento morso, saprete di aver fatto la scelta giusta.
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18.5. MANGIARE MENO CARNE 129
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130 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
con 10, per poi scendere a 5 o 2. Vedete come va. Sperimentate. Non deve
sembrare un sacrificio. Basta provare, e se proprio non riuscite a vivere senza
due pasti al giorno di carne, pazienza. Se, daltro canto, riuscite a vivere meglio,
con met della carne cui eravate abituati, tanto meglio: vivrete meglio, aiuterete
lambiente e risparmierete denaro!
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18.6. CASE MOLTO AFFAMATE (RISPARMIARE ENERGIA) 131
Figura 18.1: Una vignetta che ho realizzato nel 2009 per il Blog Action Day.
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132 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
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18.7. PRODURRE LA PROPRIA ENERGIA 133
Accorgimenti Verdi
Tempo di am- Costo aggiuntivo Risparmi Risparmi ROI
mortamento annuali su 10 anni
1,2 anni $1.320 $1.136 $11.360 96,5%
Ristrutturazioni Verdi
Tempo di am- Costo aggiuntivo Risparmi Risparmi ROI
mortamento annuali su 10 anni
4,2 anni $15.814 $4.348 $43.480 26,8%
Green advanced systems
Tempo di am- Costo aggiuntivo Risparmi Risparmi ROI
mortamento annuali su 10 anni
8,7 anni $69.590 $7.309 $182.170 11,8%
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134 CAPITOLO 18. CONSIGLI PRATICI PER TUTTI
Si evitano traffico e stress. Soprattutto nelle ore di punta, usare una bici
pu farvi risparmiare tempo, per non parlare dello stress.
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18.8. ABBANDONARE LAUTO 135
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C APITOLO 19
C OSTRUIRE IL DOMANI
Quando dico Open Source, la gente tende o a non sapere cosa significhi,
o pensa che si tratti di un software. Non come quella roba, Linux?. Esatto.
Linux, GNU e migliaia di altri progetti sono Gratis e Open Source, ma sono solo
uninfinitesima parte del tutto.
137
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138 CAPITOLO 19. COSTRUIRE IL DOMANI
LOpen Source non solo un software. una filosofia. lidea che la condi-
visione sia meglio della segretezza; la prova che la cooperazione molto pi
efficiente della competizione spietata, e che aprendo i progetti lo sviluppo di scien-
za, cultura, arte e tutto ci che positivo, accelera. forse il pi grande esempio
di tutte le imprese umane, la luce nel tunnel della nostra cupa idiosincrasia, il
trionfo del superamento della nostra condizione primitiva. ci che mi d spe-
ranza per il futuro dellumanit, il motivo per cui penso che riusciremo a evadere
dal sentiero di auto-distruzione e a progredire come specie.
Negli ultimi 30 anni, la filosofia Open Source ha pervaso ogni aspetto delle
nostre vite, e tutto ci che ha toccato diventato migliore. una forza inconte-
nibile, che ispira milioni di persone a realizzare un cambiamento positivo nel
mondo. Ci che iniziato come semplice software215 si virtualmente esteso
a ogni campo della scienza, dellarte e anche della nostra cultura. Abbiamo
hardware Open (per esempio Arduino, una piattaforma di microcontrollo per
hobbistica, artisti e designer), bevande Open (Open Cola e Open Beer!), libri
aperti, film aperti, robot aperti, progetti aperti, giornalismo aperto, e
anche esperimenti di governo aperto216 .
Il pioniere dellOpen Source, Linus Torvalds, padre di Linux, disse:217
Per capire il significato di questa celebre frase, non serve andare molto al
di l del libro che tenete in mano. Lo sviluppo di I robot ti ruberanno il lavoro,
ma va bene cos: come sopravvivere al collasso economico ed essere felici stato
possibile grazie a una campagna di raccolta fondi che ho lanciato su un sito. Il
software usato per scrivere il libro Gratuito e open Source (FOSS, sigla inglese),
e funziona su un sistema operativo che si basa su FOSS per funzionare218 . Il bro-
wser che avete usato per trovare il mio libro era probabilmente FOSS anchesso.
Google Chrome, Firefox, Safari, sono tutti FOSS. Ma anche Wikipedia, Creative
Commons, molte foto su Flickr e video su YouTube e Vimeo sono rilasciati sotto
licenza gratuita/libera. Di recente c stata unondata di progetti Open Source ad
ampio spettro, perfino per oggetti fisici come torce elettriche, sensori, biciclette,
pannelli solari e stampanti 3D.
Comunit internet come IndieGoGo e Kickstarter sono ottimi posti per ini-
ziare progetti a supporto diretto Open Source che vi aiuteranno a vivere meglio.
Lidea semplice. Qualcuno ha una grande idea che vorrebbe sviluppare, lo
dice alla comunit e chiede un certo quantitativo di denaro per completare o
continuare il progetto. Chi interessato contribuisce, e ottiene una ricompensa.
Pi del 90% dei soldi va allartista/inventore, ma ci che creano va a beneficio di
tutta la comunit. Molti scelgono di rilasciare il progetto/le specifiche tecniche
al pubblico, Open Source.
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19.1. SUPPORTARE I PROGETTI OPEN SOURCE 139
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140 CAPITOLO 19. COSTRUIRE IL DOMANI
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19.2. VOTA COL PORTAFOGLIO (NON CI CHE PENSI) 141
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142 CAPITOLO 19. COSTRUIRE IL DOMANI
viene tanto nella cabina elettorale quanto piuttosto nei centri commerciali. Se
ci pensate, avete pi potere di voto decidendo di comprare qualcosa, perch
influenzate le strategie di mercato, che hanno un effetto diretto sulla politica. Se
c qualcosa che le aziende comprendono il profitto, pi precisamente la perdi-
ta di profitto. Walmart non ha iniziato un eco-business per coscienza personale,
o una voglia improvvisa di aiutare lambiente, dando alla gente prodotti migliori
e cibo pi salutare. Lo hanno fatto perch ci hanno visto un mercato, uno spo-
stamento di interesse da parte del pubblico. Se c un mercato da qualche parte,
qualcuno lo riempir. Essenzialmente votate col portafoglio, ogni giorno della
vostra vita, spesso senza rendervene conto.
La prossima volta che andate al centro commerciale e scegliete un prodotto,
chiedetevi se vi serve davvero. Vi dar solo soddisfazione temporanea o vi
servir? Vi serve davvero il ventesimo paio di jeans? E gli altri 19? Non sono
abbastanza belli? Perch li avete comprati, allora? O forse vi piacevano allinizio,
ma avete cambiato idea in fretta?
Sbarazzatevi delle cose che non vi servono. Vendetele su eBay, ai mercatini,
regalateli, non importa. Comprate bene (ma ne riparleremo), e smettetela di
essere schiavi della macchina aziendale, riprendete il controllo delle vostre vite.
Loro vogliono che il nostro concetto di libert sia la possibilit di scegliere tra
200 marche di dentifricio.
Voi, assaggiate la vera libert.
Tornate indietro, e date unocchiata alle ultime trenta pagine circa. Avrete
notato che hanno qualcosa in comune. Sono idee su come risparmiare denaro,
senza rinunciare alle cose che vi piacciono. Anzi, potrebbero anche aiutarvi
a vivere in maniera pi salutare, meno stressata, pi felice. Aggiungeteci che
seguendo questi consigli risparmierete migliaia di dollari ogni anno. Questo
denaro, che prima vi era utile, ora non lo pi. Cosa potete fare con i soldi
extra, quindi? Potreste agire con furbizia e spenderli in cose che vi piacciono
veramente (vedi il capitolo su come spendere bene), oppure, meglio ancora,
potreste vederla come unopportunit per lavorare di meno. Esatto. Se vi serve
meno denaro, perch non fare il part-time? Perch non cambiare lavoro e fare
qualcosa che vi piaccia veramente, anche se non paga quanto laltro (meno
soddisfacente) lavoro? Ora che avete ridotto il bisogno di soldi, ridurre il lavoro
potrebbe essere il primo passo verso una vita pi appagante e meno stressante.
Dovrebbe essere ovvio ora, e non unidea radicale. Un gruppo di economi-
sti del think tank britannico New Economics Foundation (NEF) ha consigliato
di ridurre il lavoro settimanale, pubblicando uninchiesta delineando le moti-
vazioni e il piano generale: Una normale settimana di lavoro da 21 ore pu
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19.3. LAVORARE MENO E AUTONOMAMENTE 143
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144 CAPITOLO 19. COSTRUIRE IL DOMANI
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19.4. NON FATE I CAZZONI! 145
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146 CAPITOLO 19. COSTRUIRE IL DOMANI
Meditazione Consapevole
Contrariamente a quel che vi fanno credere molti libri sulla psicologia po-
sitiva dellauto-aiuto, scacciare i brutti ricordi e i pensieri tristi, cercando di
sostituirli con soli pensieri positivi, non funziona nemmeno se vi costringete a
farlo. Piuttosto, prendetevi un po di tempo ogni giorno per voi stessi, e per la-
sciare la mente libera. Trovate un luogo tranquillo, spegnete il cellulare, chiudete
gli occhi, respirate piano e provate a rilassarvi. Questo permetter alla mente e
al corpo di creare una connessione e di imparare dalla quantit travolgente di
stimoli a cui siete costantemente esposti.
Esercitarsi
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19.5. VIVERE BENE 147
dovete fare corsi costosi o sport estremi. Iniziate con qualcosa di semplice, come
una corsa di 10-20 minuti. Se potete, usate la bicicletta invece dellautomobile.
Presto vi accorgerete di sentirvi meglio (e vi terrete anche in forma).
C una pletora di studi, infatti, che dimostra come una camminata nella
natura sia una delle migliori medicine. Sembra che potendo scegliere una sola
cosa da fare per la propria salute, camminare almeno 30 minuti al giorno sia la
migliore225 . Se riuscite a limitare il tempo in cui state seduti o dormite a 23 e 1/2
ore al giorno o meno, siete sulla giusta strada per essere pi sani e felici.
Le ricerche mostrano che chi aiuta gli altri dichiara livelli di felicit pi elevati.
Pensate di trovare una banconota da $10 per strada. Se spendete quel denaro per
voi, sarete molto meno felici di quanto lo sareste stati spendendoli per qualcun
altro. Comprate ai vostri amici una tazza di caff, una cena, un biglietto per un
concerto della loro band preferita. Ma gli atti casuali di gentilezza non devono
essere necessariamente monetari. Potrebbero essere un regalo fatto a mano,
una telefonata inaspettata a un amico distante, o a un parente che vedete di
rado, cantare una canzone con gli amici. Un gesto, non importa se piccolo o
grande. Gli aspetti cruciali sono due: casualit e gentilezza. Se iniziate a fare
un regalo al mese al partner, diventer unabitudine e creer aspettativa, che
render il destinatario meno felice nel mese in cui il regalo non arriver, o sar
poco costoso, o non genuino. La natura inaspettata delle nostre azioni le rende
pi potenti: meno se le aspettano, maggiore sar leffetto.
Seguendo la stessa linea del punto precedente, provare nuove cose vi aiuter
a scendere dalla routine edonica e dalla trappola delladattamento edonico. Di
nuovo, non deve essere una gran cosa. Se siete destri, provate a lavarvi i denti con
la mano sinistra. Tornando a casa stasera, prendete una strada nuova. Assaggiate
un piatto di cui non avete mai sentito parlare. Provate uno sport nuovo. Ricordate
di non esagerare con nessuno di questi consigli. Passare compulsivamente da
una cosa allaltra senza fare un respiro non vi far granch bene. Siate equilibrati,
invece.
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148 CAPITOLO 19. COSTRUIRE IL DOMANI
ognuno dei quali conta. Prefissatevi degli obiettivi molto piccoli, anche assurda-
mente facili, come un minuto di corsa improvvisa. Ricordate quando eravate
piccoli e cercavate a evitare un fiume immaginario di lava saltando da un divano
allaltro? Pi o meno la stessa cosa. Bere un bicchiere dacqua? Provate a farlo in
cinque secondi. Dovete finire un libro in fretta? Provate a mettere come obiettivo
quello di leggere due pagine in meno di unora. Due pagine sembra semplice,
quindi fatelo. Una volta che siete entrati nellidea di leggere, sar pi gratificante
continuare a farlo.
Esci e comprati qualcosa di carino il consiglio che spesso diamo agli amici
che hanno ricevuto una brutta notizia; ma non un cos buon consiglio, ahim.
Il piacere di possedere un oggetto materiale non dura a lungo. Ci abituiamo
alle cose abbastanza velocemente. Sono sempre le stesse, e sono difficili da
condividere. Le esperienze sono diverse. Sono uniche come le persone che le
provano. Le esperienze possono essere anticipate, vissute, ricordate. Ma, cosa
pi importante, si possono condividere con altre persone, e le altre persone
come vedremo sono la pi grande fonte di felicit.
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19.6. SPENDERE BENE 149
Gli esseri umani sono gli animali pi sociali del pianeta. Siamo lunica specie
che crea complesse reti sociali anche con coloro che non sono direttamente
collegati a noi. Spendere denaro per noi stessi ci rende significativamente meno
felici che spenderne per altri. Che sia in beneficenza o per gli amici, donare
denaro migliora il benessere generale. Anche piccole cifre contano, anche il solo
pensarci aiuta: una spesa prosociale ha un potere straordinariamente forte sulle
relazioni sociali.
Se la cattiva notizia che adattiamo alle cose buone, quella buona che
ci adattiamo anche a quelle cattive. Pu accaderci virtualmente di tutto, e
nel giro di un anno limpatto sul nostro benessere generale praticamente
nullo. come un sistema immunitario psicologico, che ci protegge dalle brutte
esperienze. Comprare costose garanzie estese per salvaguardarci dalla perdita
di beni di consumo una precauzione emotiva non necessaria. La gente cerca
garanzie estese e polizze dai rimborsi generosi per prevenire futuri rimpianti,
ma le ricerche mostrano che le garanzie potrebbero essere inutili per la felicit, e
che le polizze di rimborso potrebbero in realt addirittura minarla.
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150 CAPITOLO 19. COSTRUIRE IL DOMANI
Uno dei pericoli dello shopping comparato che i paragoni che facciamo
durante lo shopping non sono gli stessi che faremmo mentre usiamo ci che
abbiamo comprato. In altre parole, il motivo per cui compriamo qualcosa non
lo stesso per cui quellacquisto ci piacer. Non fatevi ingannare dal comparare
per il piacere del paragone; provate a pesare solo quei criteri che importeranno
davvero per il piacere o lesperienza.
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C APITOLO 20
U N BELLISSIMO FUTURO
U
no dei miei film preferiti di sempre lavventura onirica filosofica in roto-
scope scritta e diretta da Richard Linklater, Waking Life (2001)227 . Questo
film ha profondamente influito sulla mia vita e sulla mia visione del mondo.
C una scena in particolare, che credo catturi lessenza dellessere vivi, in
vista del futuro che verr, e vorrei condividerla con voi.
Wiley: Gi.
Questo fatto semplice e spesso dimenticato ancora pi vero oggi. Sin dagli
albori della storia umana, 200.000 anni fa, abbiamo sempre rivolto lo sguardo alle
stelle, o guardato nel fuoco e lasciato correre selvaggiamente limmaginazione.
La nostra neo corteccia evoluta ci ha permesso di sviluppare un linguaggio,
pensieri astratti e desideri. Da quando abbiamo deciso che non saremmo rimasti
ad accettare passivamente il destino che gli elementi hanno creato per noi,
abbiamo trasceso le nostre condizioni. Siamo capaci di immaginare un mondo
diverso, un futuro migliore, e avevamo il potere di renderlo reale.
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152 CAPITOLO 20. UN BELLISSIMO FUTURO
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Appendici
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A PPENDICE A
I
n questo libro ho delineato i vari modi di dirigersi verso un modo migliore di
spendere il denaro, attraverso il downshifting. Quello che segue un esempio
delle spese essenziali che una tipica famiglia italiana di quattro persone deve
sostenere. Ovviamente, le famiglie sono di diverse dimensioni, hanno diversi
bisogni, e in paesi diversi ci sono diverse legislazioni, tasse, e quindi costi. Negli
Stati Uniti, ad esempio, le tasse si pagano dopo, mentre in Italia e in quasi tutta
Europa sono detratte dallo stipendio (che copre la maggior parte delle spese
mediche e altri servizi offerti dallo Stato). Lo so, ci sono molte differenze, ma
volevo inquadrare il problema con dati reali per dare un po di prospettiva.
Ho preso i dati dalle spese 2011 della mia famiglia una famiglia di quattro
persone (i miei genitori, mio fratello e mia sorella), che vive nel Nord Italia, di
classe media. Ho diviso le spese per categoria e le ho convertite da Euro a Dollari
USA; il totale era di $45.400. Potete vedere il risultato nella tabella A.1. Ho solo
elencato quelle spese essenziali che ritengo necessarie per una vita decente.
Ad un primo sguardo notiamo immediatamente le voci anomale. Le auto
sono la spesa principale $15.000. Ho diviso le spese delle auto in costi di leasing
(media di $20.000 per macchina, spalmati su circa 8 anni di vita)228 , e i costi
annuali di assicurazione, tasse, benzina, manutenzione e riparo circa $7.500).
Mia mamma lavora vicino a casa, quindi usa volentieri la bicicletta. Mio fratello
ha molti colleghi al lavoro, e decide di condividere con loro la macchina e i costi
della benzina. Abbiamo comunque bisogno di una macchina, perch mio padre
viaggia spesso, e parlando in generale, in famiglia essenziale avere almeno una
macchina a disposizione.
Poi il cibo, che mangia $12.000 allanno. Coltivando il nostro cibo, possiamo
risparmiare fino a $3.000 (Lo abbiamo visto nel capitolo 18.4, Coltivare il Proprio
Cibo). I costi di elettricit e gas ($2.000 e $3.000, rispettivamente) possono essere
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APPENDICE A. COME PU UNA FAMIGLIA VIVERE MEGLIO SPENDENDO
156 BENE
Voce di spesa Costo annuale ($)
Cibo 12.000
Elettricit 2.000
Gas (riscaldamento e cucina) 3.000
Tasse (Tassa di propriet, Acqua, Rifiuti) 1.000
Assicurazione sulla Casa 700
Leasing di 3 Auto 7.500
3 Auto (tasse, polizze, carburante, manutenzione) 7.500
Vestiti 3.000
Viaggi (treno, bus) 2.000
Imprevisti 3.000
Spese mediche 3.700
Totale 45.400
Tabella A.1: Spese approssimate della mia famiglia (quattro persone) nel 2011.
ridotti coibentando.
Daltro canto, i costi di spostamento sono aumentati visto che facciamo
pi affidamento sui trasporti pubblici e la condivisione dellauto.
Con gli aggiustamenti appena detti, ecco che aspetto avrebbe la nuova tabella
dei costi:
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A PPENDICE B
C RESCITA
N
el suo Discorso sullo Stato dellUnione del 2012, Barack Obama ha redatto
un piano per rimettere in piedi lAmerica. Quasi tutti i propositi avevano
una premessa comune: se vogliamo migliorare, dobbiamo far crescere leco-
nomia. Ogni singola linea proposta aveva come presupposto che la crescita
economica, rilanciando loccupazione, sia la forza trainante che risolver le
tensioni e render tutti pi felici.
Sembra ragionevole. Ogni nazione industrializzata ha sperimentato, grazie
alla crescita economica, un miglioramento della qualit di vita dei propri cittadi-
ni. Ci siamo sollevati dalla povert. Siamo passati da una cultura principalmente
agricola alla produzione di massa da parte di macchine inarrestabili, che hanno
globalizzato il mercato mondiale. La crescita economica ci ha dato tutte le fanta-
stiche cose che rendono la nostra vita pi facile, e in generale migliore. Strade,
luci, trani, elettricit, aeroplani, acqua corrente in casa, computer, cellulari, TV a
schermo piatto, Internet, la medicina moderna. Abbiamo raddoppiato laspetta-
tiva di vita in meno di un secolo. In altre parole, la crescita economica ha reso
non solo le nostre vite pi piacevoli, ma anche lunghe il doppio.
Bene. Ottimo! FANTASTICO! Baster dunque seguire questo percorso allinfi-
nito, sicuri che risolver tutti i nostri problemi, e vivremo sempre meglio? Prima
di saltare a conclusioni affrettate, vediamo quanto a lungo potremo andare
avanti cos.
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160 APPENDICE B. CRESCITA
N
on molto tempo fa, eravamo nomadi, che vivevamo di quel che riuscivano a
raccogliere e a cacciare. Eravamo gi umani, s, ma per centinaia di miglia-
ia di anni abbiamo vissuto in maniera molto diversa rispetto a oggi. Vivevamo
in piccole trib, alla merc delle forze naturali, lottavamo per sopravvivere. Poi,
qualcosa ci ha cambiati. Lagricoltura prima, e la rivoluzione industriale poi,
insieme alla scoperta dellenergia economica e abbondante, ci hanno portati a
unera di scoperte scientifiche, esplorazione, e crescita apparentemente illimita-
ta. Questo ci ha portati ad avere i comfort moderni che ora diamo per scontati.
Il computer o il libro che avete in mano mentre leggete queste frasi, la luce
artificiale in camera che usate per vedere queste pagine, il riscaldamento o laria
condizionata per farvi stare bene, lelettricit in casa; tutto questo non sarebbe
stato possibile senza la convergenza dellinventiva umana con la tecnologia,
lenergia e un sistema economico a gestirli.
Prendete ad esempio gli Stati Uniti. Estrapolando i dati dalla Energy Informa-
tion Agency sul consumo di energia negli USA dal 1650 vediamo una traiettoria
notevolmente regolare nella curva del consumo di energia, costante a quasi il
3% annuo.
Nella figura B.1 si pu vedere il consumo totale di energia negli USA in
tutte le sue forme dal 1650. La scala verticale logaritmica, quindi una curva
esponenziale, risultato di un costante tasso di crescita, appare come una linea
dritta. La linea rossa corrisponde al tasso di crescita annuale del 2,9%229 .
Proviamo ora a fare un esperimento mentale. Assumendo che si continui
su questa traiettoria, quanto in l possiamo andare, cercando di acchiappare
il Beep Beep dellenergia infinita, prima di capire che corriamo sul vuoto, e
che prima o poi cadremo, come Will E. Coyote? Per facilitarci, prendiamo una
stima prudente del 2,3% di crescita annuo, anzich il 3% sperimentato fino a ora.
Questo ben si adatta alla nostra stima di Fermi230 perch ogni 100 anni abbiamo
un fattore di crescita pari a 10231 , ovvero dopo un secolo moltiplichiamo per 10
lammontare di partenza.
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Figura B.1: Consumo totale dellenergia negli USA in ogni sua forma dal 1650. Fonte dati:
EIA. Gentilmente concessa dal prof. Tom Murphy.
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162 APPENDICE B. CRESCITA
Perch sono cos pessimista? Di sicuro per allora avremo superato il 20% di
efficienza dei pannelli solari. Nuove menti, nuova tecnologia, infinite possibilit!
Ok, al diavolo quella stronza di termodinamica, e supponiamo di andare al
100% di efficienza. Questo ci fa solo guadagnare un fattore di 5, o circa 70 anni.
Daccordo, ma abbiamo coperto solo le terre emerse del pianeta (chi ha
bisogno di cibo, dopotutto?), quindi perch fermarci? Abbiamo anche gli oceani!
Facciamo una gigantesca installazione di pannelli solari fotovoltaici, grandi
quanto tutta la superficie del pianeta, che operano allimpossibile efficienza del
100%. Non importa che tutta la vita sul pianeta sarebbe distrutta (noi inclusi),
abbiamo bisogno di energia! Questo ci aiuterebbe per altri 55 anni, al massimo.
In soldoni, dopo circa 400 anni di crescita saremo arrivati a consumare tutta
lenergia disponibile sulla Terra proveniente dal Sole.
Ma, direte voi, abbiamo altre energie! Devo ricordarvi che le biomasse, il
vento e lidroelettricit derivano tutti dalle radiazioni solari? E i combustibili
fossili? Primo, sappiamo che spariranno abbastanza rapidamente, e che si esau-
riranno prima della fine del secolo. Secondo, i combustibili fossili provengono
anche loro dal Sole. Sono piante morte che in migliaia di anni sono diventate
forme di energia idrocarburica concentrata. Ad oggi, abbiamo solo tre fonti
di energia che non dipendono dalla luce solare: il nucleare, il geotermico e le
maree (che derivano dallattrazione gravitazionale della Luna), di cui le ultime
due producono, per questa analisi, troppi pochi terawatt.
A questo punto, so che voi fan di Star Trek sarete indignati dalla mia mancan-
za di apertura mentale. Perch limitarci alla Terra? Il futuro chiaramente nello
spazio, quindi perch non costruiamo una sfera Dyson e circondiamo lintero
Sole con pannelli solari? E mentre lo facciamo, costruiamoli super sottili (spessi 4
mm), con unefficienza perfetta del 100%. E che importa se la costruzione richie-
de una massa di materiali pari al nostro pianeta! Al 2,3% di crescita, otteniamo
comunque solo 1,300 anni di energia.
Ovviamente, ragiono per assurdo: perch mai dovremmo voler usare la prima
fonte di vita del pianeta? Lasciamo stare il Sole, e usiamo altre stelle: abbiamo
unintera galassia nel cortile! 100 miliardi di stelle, che aspettano solo di farsi
risucchiare dal nostro buco nero energetico. A parte il piccolo problema del
superare la velocit della luce (a quel punto lavremo raggiunta), supponiamo
invece che i viaggi interstellari siano fattibili. Ricordate che ogni fattore di 10
ci fa guadagnare 100 anni. Cento miliardi dieci alla undicesima, quindi la
galassia ci garantisce solo altri 1,100 anni. la crescita esponenziale, bellezza.
In 2,500 anni, useremo una quantit di energia pari a quella di una galassia.
Tutto ci, supponendo di raggiungere una perfetta (ed impossibile?) efficienza,
aggirare i limiti della velocit della luce (altamente improbabile), e che lenergia
utilizzata per raccogliere e trasportare tutto ci costi meno dellenergia stessa
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164 APPENDICE B. CRESCITA
parlo? Anche persone come Ray Kurzweil, che comprendono a fondo cosa signi-
fica crescita esponenziale e come essa influenzi leconomia mondiale, in fondo
accolgono questi risultati come se non li riguardassero. Non fraintendetemi,
Ray un tipo molto intelligente, quindi se lui non interessato forse mi manca
qualcosa. Cos ho parlato con economisti e futuristi, ho letto i loro libri, ma non
ho trovato una soluzione a questo enigma. Secondo loro, leconomia trover un
modo, perch . . . be, perch trova sempre un modo. Questa sorta di tautologia
sarebbe comprensibile se fosse sostenuta da qualche prova diversa dalla crescita
passata su questo pianeta, che non ha mai affrontato i limiti fisici di quel che
effettivamente realizzabile.
Una delle poche critiche che ho sentito contro limpossibilit di una crescita
continua che non stavo prendendo in considerazione laspetto pi importante
del sistema di mercato: lefficienza. La critica la seguente: quando la tecnologia
progredisce, lefficienza aumenta, quindi non c alcun motivo di preoccuparsi,
e il mercato si auto-regola. Voglio farvi capire perch le persone che fanno
questa affermazione o sbagliano inconsapevolmente, o stanno semplicemente
mentendo. Concedendo il beneficio del dubbio, direi che nella maggior parte
dei casi sono molto sinceri: semplicemente, non sanno di cosa stanno parlando.
Vediamo perch il ragionamento sullefficienza sbagliato. Una cosa da
capire che, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata e da quanto sei
intelligente, o bravo come imprenditore, esistono limiti fisici nei guadagni di
efficienza che si possono ottenere. Non importa quanto ci si sforza, non si pu
superare un rendimento del 100%. In realt, la termodinamica non permette
nemmeno di raggiungere unefficienza del 100%, ma in pratica riusciamo ad
andarci abbastanza vicino. Centrali termoelettriche e nucleari funzionano al 30-
40% di efficienza, e le automobili funzionano al 15-25%. Le macchine termiche
rappresentano quindi circa i due terzi del consumo energetico totale negli Stati
Uniti (27% nei trasporti, 36% della produzione di energia elettrica, un po per
lindustria). Il Professore di Fisica Tom Murphy, che originariamente ha fatto
questa analisi, continua dicendo:
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166 APPENDICE B. CRESCITA
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Ultima nota di ringraziamento
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Note
RICONOSCIMENTI
1. Dovrei dire AFK (sigla del termine gergale Inglese Away From Keyboard,
che significa letteralmente Lontano dalla Tastiera del Computer. Credo che
Internet sia reale).
2. Impieghi negli USA in netto aumento, Mokoto Rich, 2011. The New York
Times.
http://www.nytimes.com/2011/08/06/business/economy/us-posts
-solid-job-gains-amid-fears.html?pagewanted=all
3. Settore Privato in aumento, Governo in discesa, David Leonhardt, 2011. The
New York Times.
http://economix.blogs.nytimes.com/2011/08/05/private-sector
-up-government-down/
4. Deficit di Occupazione, Deficit di investimenti, Deficit fiscale, Laura
DAndrea Tyson, 2011. The New York Times.
http://economix.blogs.nytimes.com/2011/07/29/jobs-deficit
-investment-deficit-fiscal-deficit/
5. Lo Stato dellOccupazione, 2012. Bureau Of Labor Statistics
http://www.bls.gov/news.release/pdf/empsit.pdf
6. Tasso di Partecipazione alla Forza Lavoro dei Cittadini. Bureau of Labor
Statistics.
http://data.bls.gov/timeseries/LNS11300000
7. Contro Le Macchine: come la rivoluzione digitale sta accelerando linnova-
zione, trainando la produttivit, e trasformando in maniera irreversibile
loccupazione e leconomia, Erik Brynjolfsson e andrew McAfee, 2011. Digi-
tal Frontier Press.
http://raceagainstthemachine.com
169
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170 NOTE
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171
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CAPITOLO 5 LINTELLIGENZA
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174 NOTE
50. Foxconn Security Guards Caught Beating Factory Workers, 2010. Shanghaii-
st.
http://shanghaiist.com/2010/05/20/foxconn-security-guards
-beating.php
51. Revealed: Inside the Chinese Suicide Sweatshop Where Workers Toil in
34-Hour Shifts To Make Your iPod, 2010. Daily Mail (London).
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1285980/Revealed
-Inside-Chinese-suicide-sweatshop-workers-toil-34-hour
-shifts-make-iPod.html
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85. Instant Reaction: Man-Made Minds, David Ferrucci, 2011. World Science
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86. IBMs Watson heads to medical school, Nick Wakeman, 2011. Washington
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Wikipedia, Watson.
https://en.wikipedia.org/wiki/Watson_%28computer
87. Mission Control, Built for Cities. I.B.M. Takes Smarter Cities Concept to Rio
de Janeiro, Natasha Singer, 2012. New York Times.
http://www.nytimes.com/2012/03/04/business/ibm-takes
-smarter-cities-concept-to-rio-de-janeiro.html
?pagewanted=all
88. Will IBM Watson Be Your Next Mayor?, 2012. Slashdot.
http://yro.slashdot.org/story/12/04/27/0029256/will-ibm
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89. Computers to Acquire Control of the Physical World, P. Magrassi, A. Panarella,
N. Deighton, G. Johnson, 2001. Gartner research report. T-14-0301.
90. A World of Smart Objects, P. Magrassi, T. Berg, 2002. Gartner research report.
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91. Study: Intelligent Cars Could Boost Highway Capacity by 273%, 2012.
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92. INTERNET USAGE STATISTICS. The Internet Big Picture. World Internet
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93. Freedom on the Net 2011 A Global Assessment of Internet and Digital
Media Freedom, 2011. Freedom House.
http://www.freedomhouse.org/report/freedom-net/freedom-net
-2011
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107. Employed persons by detailed occupation, sex, race, and Hispanic or Latino
ethnicity. Bureau of Labor Statistics.
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108. Employment Situation Summary. Bureau of Labor Statistics.
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109. Employment status of the civilian noninstitutional population, 1940 to date.
Bureau of Labor Statistics.
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110. Eurozone Unemployment Hits 10.9%, A Record High, 2012. Huffington post.
http://www.huffingtonpost.com/2012/05/02/eurozone
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111. The 86 million invisible unemployed, Annalyn Censky, 2012. CNNMoney.
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112. Ken Robinson dice che la scuola uccide la creativit. Ken Robinson, 2006.
TED Global.
http://www.ted.com/talks/ken_robinson_says_schools_kill
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113. Sir Ken Robinson: Comincia la rivoluzione dellapprendimento!, Ken
Robinson, 2010. TED Global.
http://www.ted.com/talks/sir_ken_robinson_bring_on_the
_revolution.html
114. Io, ovviamente, non credo che le persone siano zavorre, proprio il contra-
rio. Ma agli occhi di una multinazionale, lavoratori inefficienti significano
una perdita di profitto. Pochissime aziende illuminate valutano le persone
al di l del profitto.
115. Facebook faces EU curbs on selling users interests to advertisers, Jason Lewis,
2011. The Telegraph.
http://www.telegraph.co.uk/technology/facebook/
8917836/Facebook-faces-EU-curbs-on-selling-users
-interests-to-advertisers.html
116. Does Facebook sell my information?. Facebook.
https://www.facebook.com/help/?faq=152637448140583
117. Albert Einstein quotes. ThinkExist.
http://thinkexist.com/quotation/if_you_can-t_explain_it
_simply-you_don-t/186838.html
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181
119. Le munizioni a grappolo sono vietate per quelle nazioni che ratificano la
Convenzione sulle munizioni a grappolo, adottata a Dublino, in Irlanda,
nel maggio 2008. La convenzione entrata in vigore ed diventata legge
internazionale vincolante per gli Stati ratificanti il 1 agosto 2010, sei mesi
dopo essere stata ratificata da 30 Stati, a partire da agosto 2011, per un totale
di 108 stati che hanno firmato la Convenzione e 60 che lo hanno ratificato.
Tuttavia, questo tipo di bombe ancora usato in guerre e conflitti interni,
ovunque nel mondo. Sono prodotte e distribuite da Stati che non hanno
ratificato, o agiscono attraverso il mercato nero. Potrei anche usare altri
esempi, ma penso che il punto sia chiaro.
120. Corruption Perceptions Index 2010: In detail, 2010. Transparency Interna-
tional.
http://www.transparency.org/policy_research/surveys
_indices/cpi/2010/in_detail
121. Intergenerational mobility in Europe and North America, Blanden J., Gregg
P., Machin S., 2005. London: Centre for Economic Performance, London
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School of Economics.
http://cep.lse.ac.uk/about/news/IntergenerationalMobility
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122. The problems of relative deprivation: why some societies do better than
others, Richard Wilkinson, Kate Pickett, 2007. Social Science and Medicine
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http://www.equalitytrust.org.uk/docs/problems-of-relative
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Wal-Mart worker dies in rush; two killed at toy store, 2008. CNN.
http://edition.cnn.com/2008/US/11/28/black.friday
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Black Friday shopper arrested on weapons, drug charges in Boynton
Beach | boynton, arrested, beach - Top Story - WPEC 12 West Palm
Beach, 2011. CBS.
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-beach.html
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http://en.wikipedia.org/wiki/Black_Friday_(shopping
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130. The 1% are the very best destroyers of wealth the world has ever seen, George
Monbiot, 2011. The Guardian.
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2011/nov/07/one-per
-cent-wealth-destroyers.Emphasismine.
131. How cognitive illusions blind us to reason, Daniel Kahneman, 2011.
The Guardian. http://www.guardian.co.uk/science/2011/oct/
30/daniel-kahneman-cognitive-illusion-extract
132. Disordered Personalities at Work, Belinda Jane Board and Katarina Fritzon,
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Yale University.
http://oyc.yale.edu/psychology/psyc-110/lecture-20
142. High income improves evaluation of life but not emotional well-being, Daniel
Kahneman and Angus Deaton, 2010. Proceedings of the National Academy
of Sciences.
http://www.pnas.org/content/107/38/16489.full
143. Adattato dal libro di Spike Milligan Money cant buy you happiness but it
does bring you a more pleasant form of misery e da molte altre varianti.
http://thinkexist.com/quotation/money_can-t_buy_you
_happiness_but_it_does_bring/220031.html
144. Questa frase attribuita a Jim Carrey, ma ho trovato una sola fonte abba-
stanza affidabile. Comunque, penso sia una grande citazione.
http://goo.gl/7Am3s
generation26@libero.it
185
146. Gli studi che confrontano i gemelli identici con quelli non-identici hanno
aiutato a stabilire lereditariet di molti aspetti del comportamento. Un
lavoro recente suggerisce che circa un terzo della variazione nella felicit
delle persone sia ereditabile. Jan-Emmanuel De Neve ha portato lo studio
a uno stadio successivo, osservando un sospettato il gene che codifica
per la proteina che trasporta un neuro-trasmettitore chiamato serotonina
attraverso le membrane cellulari ed esaminando quante varianti del
gene 5-HTT condizionassero i livelli di felicit. Il gene che trasportava
la serotonina si presenta in due varianti funzionali lunga e breve e
le persone hanno due versioni (note come alleli) di ciascun gene, una
da ciascun parente. Dopo aver esaminato i dati genetici da pi di 2.500
partecipanti nel National Longitudinal Study of Adolescent Health, De Neve
ha scoperto che le persone con un allele lungo avevano l8% di probabilit
in pi di sentirsi soddisfatte della propria vita rispetto a chi ne era priva, e i
soggetti con due alleli lunghi avevano il 17% di probabilit in pi di sentirsi
molto soddisfatti. La cosa abbastanza interessante che c una variazione
degna di nota tra ceppi etnici: gli Asiatici Americani del campione avevano
una lunghezza media dei geni pari a 0.69, gli Americani bianchi 1.12, gli
afroamericani 1.47. A lungo si sospettato che questo gene giochi un ruolo
nella salute mentale, ma questo il primo studio che mostra il suo ruolo
determinante nei livelli individuali di felicit, scrive De Neve. Questa
scoperta aiuta a spiegare perch ciascuno di noi abbia un livello-base di
felicit tutto suo e perch alcune persone tendano a essere naturalmente
pi felici di altre, e che tutto questo determinato in misura non piccola
dal nostro personale corredo genetico., 2011. Slashdot.
http://science.slashdot.org/story/11/10/18/0515236/the
-genetics-of-happiness
147. Ingegneria genetica, medicina personalizzata, tutti campi affascinanti da
discutere, e che saranno senza dubbio al centro della scena tra pochi anni.
148. Happiness is the Frequency, Not the Intensity, of Positive Versus Negative
Affect, Ed Diener, Ed Sandvik and William Pavot, 2009. Social Indicators
Research Series, 2009, Volume 39. pp. 213-231.
http://dx.doi.org/10.1007/978-90-481-2354-4_10
149. Discoveries at the Dieners Lab, Prof. Ed Diener, University of Illinois.
http://internal.psychology.illinois.edu/
~ediener/discoveries.html
150. Lesempio stato adattato dallintervento Dan Gilbert domanda, Perch
siamo felici?, Dan Gilbert, 2004. TED Global.
http://www.ted.com/talks/dan_gilbert_asks_why_are_we_happy
.html
generation26@libero.it
186 NOTE
151. Dan Gilbert, Why are we happy?, Dan Gilbert, 2004. TED Global.
http://www.ted.com/talks/dan_gilbert_asks_why_are_we_happy
.html. I grassetti sono miei.
156. Ci sono alcune eccezioni molto interessanti. Per esempio, non ci abituiamo
al rumore. Molta ricerca suggerisce che se il tuo ambiente rumoroso, per
esempio quando stanno costruendo un edificio vicino a te, non riesci ad
abituartene. La tua felicit diminuisce e non risale. Il tuo sistema percettivo
non riesce ad abituarsi al rumore prolungato. Ci adattiamo a cose buone,
come vincere la lotteria, prendere 30 a un esame - ci adattiamo, ci abituiamo,
malgrado alcune sorprendenti eccezioni. Unaltra sorpresa della ricerca
sulla felicit leffetto della chirurgia estetica, come gli interventi al seno.
Con grande sorpresa dei ricercatori, questi interventi rendono le persone
permanentemente pi felici. Una delle spiegazioni limportanza data al
nostro aspetto. molto importante perch cambia il modo in cui siamo visti
dagli altri e da noi stessi, e non ti abitui mai a un certo aspetto. Se migliori
il tuo aspetto, quindi, sei permanentemente pi felice. Psychology 110
Lecture 20 - The Good Life: Happiness, prof. Paul Bloom. Yale University.
http://oyc.yale.edu/psychology/psyc-110/lecture-20
157. Veum Goldsmith and Darity (1996).
generation26@libero.it
187
167. The Essential 20: Twenty Components of an Excellent Health Care Team,
Dianne Dukette and David Cornish, 2009. RoseDog Books. pp. 72-73.
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179. Vedi The Empathic Civilization: The Race to Global Consciousness in a World
in Crisis, Jeremy Rifkin, 2009. Tarcher.
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syndromes: the CARDIO2000 case-control study, Kontogianni et al, 2007.
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211. National Obesity Trends, 2010. CDC National Center for Health Statistics.
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212. Over half the US will be obese by 2015, YouTube.
http://www.youtube.com/watch?v=rXNe3LHlVxU
213. Peer-to-peer car rental. Wikipedia.
http://en.wikipedia.org/wiki/Peer-to-peer_car_rental
214. Questa citazione viene attribuita a Peter Drucker, ma molte persone hanno
espresso la stessa idea Alan Curtis Kay, in un incontro del PARC del 1971
disse: Il miglior modo di prevedere il futuro inventarlo. Pi recente-
mente, Peter Diamandis fu reso celebre dalla frase: Il miglior modo di
prevedere il futuro crearcelo
215. Non sottovalutate limportanza del software. La maggior parte delle cose
che ci aiutano a vivere meglio sono software. Attrezzatura medica, ser-
ver, PC, telefoni cellulari, elettrodomestici, semafori, Internet. . . pensate a
quante cose diamo per scontate che non esisterebbero senza un software.
216. Open Source. Wikipedia.
http://en.wikipedia.org/wiki/Open_source
217. Can We Open Source Everything? The Future of the Open Philosophy.
University of Cambridge.
http://www.sms.cam.ac.uk/media/517352;jsessionid=62FE4CCB
3807753999235E2EA54E5009
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219. Kickstarter Expects To Provide More Funding To The Arts Than NEA, Carl
Franzen, 2012.
http://idealab.talkingpointsmemo.com/2012/02/kickstarter
-expects-to-provide-more-funding-to-the-arts-than-nea.php
220. Marcin Jakubowski: Progetti open source per la civilizzazione, Marcin Jaku-
bowski, TED.
http://www.ted.com/talks/marcin_jakubowski.html
222. Gin, Television, and Social Surplus, Clay Shirky, 2010. Archived from the
original on 2010-10-16.
http://replay.web.archive.org/20101016111844/http://www
.herecomeseverybody.org//2008//04//looking-for-the-mouse
.html
223. 21 hours Why a shorter working week can help us all to flourish in the
21st century, Anna Coote, Jane Franklin and Andrew Simms, 2010. new
economics foundation.
http://neweconomics.org/sites/neweconomics.org/files/
21_Hours.pdf
224. Graham Hill: Why Im a weekday vegetarian, Graham Hill, 2010. TED.
http://www.ted.com/talks/graham_hill_weekday_vegetarian
.html
225. 23 and 1/2 hours: What is the single best thing we can do for our health?, Dr.
Mike Evans.
http://www.youtube.com/watch?&v=aUaInS6HIGo
226. If money doesnt make you happy, then you probably arent spending it right,
Elizabeth W. Dunn, Daniel T. Gilbert, Timothy D. Wilson, 2011. Journal of
Consumer Psychology.
http://www.wjh.harvard.edu/~dtg/DUNN%20GILBERT%20&%20WILSON
%20(2011).pdf
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193
228. Consumer Reports says the average life expectancy of a new vehicle these
days is around 8 years or 150,000 miles.
http://www.consumerreports.org
APPENDICE B CRESCITA
229. Galactic-Scale Energy, Prof. of Physics Tom Murphy, 2011. Do the Math.
http://physics.ucsd.edu/do-the-math/2011/07/galactic-scale
-energy
230. In fisica, in particolare nella didattica, la stima di Fermi (che prendere
il nome dal geniale fisico italiano Enrico Fermi) un problema di stima
progettato per insegnare lanalisi dimensionale, lapprossimazione e lim-
portanza di identificare chiaramente le assunzioni fatte. Tali problemi
consistono solitamente nel quantificare in modo motivato grandezze che
che sembrano impossibili da calcolare, date le limitate informazioni dispo-
nibili. Fermi era noto per la sua abilit nel fare buoni calcoli approssimati
con pochi o nessun dato effettivo, per questo ha dato il nome al problema.
Un esempio ben documentato la sua stima della potenza della bomba
atomica esplosa nel Trinity test, basandosi sulla distanza che percorsero
dei pezzi di carta che fece cadere dalla sua mano durante lesplosione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_di_Fermi
231. Ricordate la regola del 70, il numero di anni necessari a raddoppiare una
quantit a un tasso fisso di crescita (che derivato prendendo 100 volte il
naturale logaritmo di 2. 100l n(2) = 69, 3147181)?. Per ottenere un fattore di
10 usiamo 100l n(10) = 230, 258509. Ora prendiamo 230/100 = 2, 3. Pertanto,
il 2,3% il tasso a cui possiamo ottenere un fattore di crescita pari a 10 ogni
100 anni.
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194 NOTE
232. Energy Use per Capita, 2012. World Bank. Explore it interactively with
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http://goo.gl/olcMQ
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