LE VOLTE
IN MURATURA
ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
I materiali compositi La muratura: archi e volte Modellazione FEM
e comportamento strutturale Consolidamento e rinforzo con tecnica FRP
(CNR-DT 200/2004) Esempi di calcolo Casi applicativi
SOFTWARE INCLUSO
Glossario (principali termini tecnico-normativi), F.A.Q. (domande e risposte sui principali argomenti),
Test iniziale (verifica della formazione di base), Test finale (verifica dei concetti analizzati)
III
INDICE
PREFAZIONE............................................................................................................... p. 1
RINGRAZIAMENTI.................................................................................................... 2
1. I MATERIALI COMPOSITI................................................................................ 3
1.1. Generalit...................................................................................................... 3
1.2. Tecnologie di produzione.............................................................................. 6
1.2.1. Lo stampaggio a contatto............................................................... 7
1.2.2. La tecnologia a spruzzo.................................................................. 8
1.2.3. Bag Molding.................................................................................. 8
1.2.4. RTM Resin Transfer Molding..................................................... 9
1.2.5. Il processo di pultrusione............................................................... 10
1.3. Cenni di meccanica nei compositi................................................................ 11
1.4. Le applicazioni in campo edile..................................................................... 14
1.4.1. Applicazione su struttura in c.a...................................................... 15
1.4.2. Applicazione su struttura in legno................................................. 17
1.4.3. Applicazione su strutture in muratura portante.............................. 18
2. LA MURATURA.................................................................................................... 20
2.1. Considerazioni generali e classificazione..................................................... 21
2.2. Le malte........................................................................................................ 24
2.2.1. I leganti.......................................................................................... 25
2.2.2. Gli inerti......................................................................................... 26
2.2.3. Lacqua........................................................................................... 26
2.3. Le propriet meccaniche delle murature....................................................... 26
2.3.1. La compressione semplice............................................................. 27
2.3.2. Il taglio........................................................................................... 32
2.4. La normativa italiana.................................................................................... 34
2.5. Le strutture in muratura................................................................................ 38
3. ARCHI IN MURATURA...................................................................................... 39
3.1. Breve introduzione........................................................................................ 39
3.2. Terminologia di base e tipologie................................................................... 40
3.3. Evoluzione del calcolo dellarco.................................................................. 44
3.3.1. Il problema del proporzionamento dei piedritti............................. 44
IV LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
4. VOLTE IN MURATURA...................................................................................... 56
4.1. Le tipologie: comportamento strutturale...................................................... 58
4.1.1. La volta a botte............................................................................... 58
4.1.2. Le cupole........................................................................................ 65
4.1.3. La volta a crociera.......................................................................... 69
4.1.4. La volta a padiglione...................................................................... 73
4.2. Analisi del quadro fessurativo...................................................................... 75
5. I L CONSOLIDAMENTO
DELLE VOLTE IN MURATURA MEDIANTE FRP........................................ 81
5.1. Le linee guida e i riferimenti normativi........................................................ 82
5.1.1. Cosa fare e cosa non fare........................................................ 83
5.1.2. Volte a semplice curvatura............................................................. 83
5.1.3. Volte a doppia curvatura................................................................ 84
5.2. Schemi tipologici dei rinforzi FRP su archi e volte...................................... 84
5.2.1. La volta a botte............................................................................... 85
5.2.2. La cupola........................................................................................ 86
5.2.3. La volta a crociera.......................................................................... 87
5.2.4. La volta a vela................................................................................ 89
5.2.5. La volta a padiglione...................................................................... 90
5.2.6. Connessioni e ancoraggi................................................................ 92
5.2.7. Esempio di rinforzo su una struttura voltata complessa................ 94
5.3. Breve approccio alla modellazione FEM..................................................... 97
5.4. Metodi semplificati ed esempi di calcolo..................................................... 99
5.4.1. Esempio n. 1
Rinforzo di una volta a crociera a pianta rettangolare................. 99
5.4.2. Esempio n. 2
Rinforzo di una cupola semicircolare............................................ 105
5.4.3. Esempio n. 3
Consolidamento di una volta a padiglione.................................... 108
5.4.4. Esempio n. 4
Rinforzo di un arco in muratura.................................................... 110
5.5. Influenza del rinforzo FRP nelle volte in muratura..................................... 112
5.5.1. Meccanismi di rottura della struttura rinforzata............................. 115
5.5.2. Il problema del debonding.......................................................... 116
7. BIBLIOGRAFIA.................................................................................................... 132
PREFAZIONE
CAPITOLO 1
I MATERIALI COMPOSITI
Nel capitolo seguente verranno introdotti alcuni concetti fondamentali riguardanti le carat-
teristiche dei materiali di base costituenti un composito fibrorinforzato e le metodologie di pro-
duzione. Si porr la massima attenzione sulla definizione di materiale composito e sui relativi
prodotti di base, nonch su alcuni esempi di impiego e sulla loro meccanica.
1.1. Generalit
Cos un materiale composito?
Per definizione stessa, un materiale costituito dallunione di due o pi costituenti, detti fa-
si, in genere distinti in:
la matrice, che bloccando le fibre, trasferisce il carico e le protegge dagli agenti esterni;
le fibre;
gli additivi (o interfaccia matrice-fibra),
ovvero matrici polimeriche di natura organica e fibre di rinforzo lunghe, continue, il cui insie-
me porta ad avere prestazioni e propriet meccaniche superiori a quelle dei singoli componenti.
Sono materiali eterogenei, anisotropi e possiedono un comportamento prevalentemente ela-
stico lineare fino al collasso; attualmente consistono in uno dei metodi pi efficienti e meno
invasivi per applicazioni strutturali, i cui vantaggi possono essere riassunti in leggerezza, ele-
vate caratteristiche meccaniche e semplicit nella posa in opera.
Vengono considerati una tecnologia innovativa e moderna, ma occorre pensare che i com-
positi venivano utilizzati molto tempo fa e che erano uno dei risultati per cui poteva essere ri-
solto una problematica (si pensi, ad esempio, al mattone in argilla e paglia, o ancora alle leghe
metalliche come lottone o il bronzo).
La fase delle fibre formata da centinaia di filamenti, che vanno a costituire una parte rile-
vante del composito e possiedono propriet molto pi elevate rispetto alla matrice in cui sono
immerse, ma che senza di essa non possono essere utilizzate.
Dallinglese Fyber Reinforced Polymers stato attribuito lacronimo di FRP e in commer-
cio vengono distinte, ulteriormente, in base al materiale di cui si compongono, ovvero:
fibre di carbonio, o CFRP (Carbon Fyber Reinforced Polymers);
fibre di vetro, o GFRP (Glass Fyber Reinforced Polymers);
fibre di arammide, o AFRP (Aramyde Fyber Reinforced Polymers),
cos come, fibre di basalto, di acciaio o di PBO, diverse per la natura della matrice o per la di-
scontinuit della fibra.
4 LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
Gli svantaggi dellimpiego delle fibre di vetro riguardano la necessit di proteggere il si-
stema, poich sono particolarmente sensibili allumidit, in compresenza di ambienti salini e ad
elevata alcalinit, e la loro tendenza al degrado sotto lazioni di carichi ciclici.
Allo stesso tempo, per, offrono eccellenti propriet isolanti e una notevole convenienza
economica, rispetto agli altri tipi in commercio.
CAPITOLO 3
ARCHI IN MURATURA
Fig. 040. Esempi di arco naturale al di sopra di unapertura nella struttura muraria
Un arco si dice ribassato quando il centro verso il quale tendono i giunti dei cunei si trova
inferiormente alla linea d'imposta. un tipo di arco pi economico e meno impegnativo; a pa-
rit di larghezza della luce l'arco ribassato genera un'apertura pi bassa.
42 LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
Fig. 044. Gli archi a sesto ribassato del Ponte Vecchio di Firenze
A titolo desempio, la piattabanda un arco ribassato che arriva ad avere un intradosso ret-
tilineo: essa corrisponde ancora allo schema statico dellarco, dal quale si differenzia, tuttavia,
per la forma dei conci e la loro posa in opera. La piattabanda va a sostituire larchitrave dispo-
sto a coronamento delle aperture per reggere la soprastante parte di struttura muraria, e, negli
edifici antichi, questa veniva spesso sormontata da un arco di scarico, definito sordino, che ne
riduceva le sollecitazioni.
Larco a tutto sesto (o semicircolare) una tipologia contraddistinta da una volta a semicer-
chio, detto anche a pieno centro, e prevede che il centro verso il quale convergono i giunti si
trovi sul piano dimposta. In particolare, il concio di chiave distribuisce il peso delledificio sui
conci laterali, fino a scaricarlo sulle spalle di sostegno dellarco.
Larco a sesto acuto, detto anche ogivale, un arco bicentrico che contempla arcate appar-
tenenti a circonferenze con raggio maggiore o uguale alla base dell'arco stesso: esso presenta
diversi vantaggi rispetto agli altri tipi di arco, in particolare la risultante delle spinte dovute al
peso proprio e ai carichi gravanti su di esso cade molto pi vicino alla base del piedritto; strut-
turalmente non si reggeva solo sui pilastri delle pareti, ma era sostenuto da archi rampanti
esterni che si slanciavano in fuori verso potenti contrafforti.
Limpiego delle strutture ad arco ormai obsoleto, poich la loro realizzazione comporta
maestranze ed operazioni piuttosto onerose per la costruzione, il disarmo della centina e la
messa in opera dei conci.
La centinatura una struttura provvisoria in legno in grado di sostenere i conci e dare la
forma allintradosso dellarco, e varia in relazione alla luce di questultimo. costituita da una
parte inferiore nettamente pi robusta e da una parte superiore, che ha la forma convessa
dellintradosso dellarco stesso: per archi di luce modesta si utilizzano i cosiddetti tamburi, ov-
vero due tavolati con il contorno superiore corrispondente alla linea del sesto e collegati tra di
loro da listelli formanti il manto.
Unaltra tecnica impiegata per la centinatura quella di erigere una muretto a secco su due
legni posti orizzontalmente come architravi, che poggiano su due ritti fiancheggianti le spalle
dellarco: tale muretto composto da mattoni disposti a griglia in modo tale da avere una su-
perficie scaglionata, resa poi solidale e continua grazie ad uno strato di malta.
La messa in opera dei conci inizia dal piano di imposta verso il centro, concludendosi con
linserimento del concio di chiave che chiude la struttura curvilinea: tale operazione varia in
base alla tipologia di materiale utilizzato per i conci, pietra o mattone, in quanto nel primo caso
occorre tagliarli in modo che le facce laterali combacino perfettamente con quelle dei conci
adiacenti, mentre nel secondo caso i mattoni vengono posati con giunti di spessore variabile tra
intradosso ed estradosso.
Il disarmo della centina deve avvenire con particolari cautele, in funzione sempre della luce
pi o meno modesta dellarco: infatti, gli elementi devono assestarsi sotto carico in modo lento
e graduale, senza movimenti che causino una distribuzione squilibrata degli sforzi.
44 LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
3.3. Evoluzione del calcolo dellarco
La linea dindagine che ha guidato tutti gli studi del 700 quella che si propone di verifi-
care se le dimensioni di un arco sono sufficienti ad impedire lattivazione di un meccanismo di
collasso sotto lazione del peso proprio e dei carichi aggiuntivi.
Il primo riferimento chiaro allarco come elemento strutturale, si deve a Leonardo da Vinci
il quale propose una serie di osservazioni e di promettenti intuizioni che solo alcuni secoli dopo
avrebbero trovato sviluppo e approfondimento. Infatti la sua affermazione larco non si rom-
per, se la corda dellarchi di fori non toccher larco di dentro fu riproposta come regola,
seppur in forma pi ampia, negli studi del Settecento.
Nelle prime teorie sulla statica di strutture voltate il problema, su cui fondamentalmente si
dibatt, riguard la determinazione della curva delle pressioni relativa ai carichi assegnati. Nel
loro progressivo sviluppo, questi studi arrivarono ad individuare, nella situazione limite di col-
lasso dellarco e quindi nella corrispondente curva delle pressioni, lo strumento che permise di
determinare la spinta sulle imposte. Pertanto, le teorie rivolte specialmente allindividuazione
dei meccanismi di rottura, gli unici, daltronde, suscettibili di verifica sperimentale e quelle
in seguito sviluppate per la ricerca della curva di pressione e della migliore forma attribuibile
ad un arco, contenevano gi gli elementi fondamentali per la descrizione del comportamento
degli archi.
= 2
= 0,3
Due casi tipici di questo metodo di dimensionamento sono il Pantheon a Roma e il Mauso-
leo di Romolo.
Il peso Q del cuneo centrale viene scomposto nelle due componenti RA e RB ortogonali alle
due superfici di rottura. Si traccia una linea dal punto A al punto C e si scompone la forza RA
nelle due componenti F e F1, individuando la leva equivalente.
Per lequilibrio della leva il momento ribaltante F.lA deve uguagliare il momento stabiliz-
zante P.lD, dove P il peso proprio del piedritto e della parte di arco ad esso aderente.
Pertanto il peso del piedritto P necessario per lequilibrio dato dallespressione:
3. ARCHI IN MURATURA 47
!
=
!
Il vero traguardo di questa teoria fu quello di riconoscere nel corpo della costruzione la pre-
senza nascosta di qualche macchina semplice le cui leggi di equilibrio consentono di inter-
pretare il funzionamento della costruzione nella quale quella macchina si nasconde.
La reazione che il cuneo centrale esercita sulla sezione di scorrimento data da:
=
2
! = !
= ! = ! tan !
da cui risulta:
! = ! tan ! cos
48 LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
Pertanto, per ottenere la stabilit dellarco, il peso proprio del piedritto deve essere ugua-
le a:
cos ! tan !
= ! tan ! =
2 cos ! 2!
Per attivare questi meccanismi di rottura, viene imposto lequilibrio limite di scorrimento nel-
le due direzioni, ottenendo un valore minimo ed uno massimo della spinta orizzontale in chiave.
Analogamente, si procede imponendo lequilibrio limite alla rotazione nelle due direzioni.
Cos facendo, la massima forza di attrito viene assunta proporzionale allazione normale al
giunto con un apposito coefficiente, e i valori massimi e minimi della spinta orizzontale varia-
no in funzione dellangolo del giunto critico sullarco.
Lesito finale quello di ottenere un limite inferiore e un limite superiore di tale spinta, en-
tro il cui range lequilibrio della volta viene mantenuto.
Viene analizzato met arco: la risultante RA data dalla composizione del peso proprio del
concio Q/2 e della spinta orizzontale in chiave H e viene applicata nella cerniera A.
Lazione che il concio AB esercita sul piedritto determinata dalle due componenti, verti-
cale Q/2 ed orizzontale H; questultima definita come:
tan !
= tan ! =
2
! ! = 0
2 !
Sostituendo H, si ottiene:
! tan ! !
=
2 !
Se il carico P risulta maggiore in tutti i punti dellarco del secondo membro dellequazione,
si ha, secondo Mascheroni, la verifica dellarco.
Confrontando, inoltre, le formule di De Belidor e Mascheroni risulta, in genere, la disequa-
zione seguente:
>
3. ARCHI IN MURATURA 51
Pertanto, il peso P necessario per evitare lo scorrimento del cuneo centrale maggiore di
quello richiesto per evitare la formazione delle cerniere per cui tale meccanismo risulta pi pe-
ricoloso per larco. Mascheroni, inoltre, considera tutte le sezioni come possibilmente critiche,
non solo quella a 45.
Si considera una sezione dellarco di spessore uniforme, che viene suddivisa in un numero
specifico di conci, per ciascuno dei quali viene determinato il carico agente (P.P. + permanenti
+ variabili): di queste risultanti si effettua il poligono funicolare per ritrovare graficamente la
posizione della risultante R dellintero elemento di arco, che equivarr alla somma delle singo-
le forze dei relativi conci.
Il prolungamento della retta di azione della spinta orizzontale S, perpendicolare alla sezione
in chiave e applicata al terzo medio superiore, interseca la risultante R in un punto: la congiun-
gente tale punto con il terzo medio inferiore alla sezione dimposta rappresenta la linea di azio-
ne della spinta H. Scomponendo ora la risultante R, secondo tali direzioni, si ottengono le in-
tensit di S e H.
3. ARCHI IN MURATURA 53
Assumendo il punto O come nuovo polo di proiezione, si proietta nuovamente la retta delle
forze e si traccia il poligono di successive risultanti, o curva delle pressioni, che deve essere
contenuta, per tutto il suo sviluppo, entro il terzo medio della sezione della volta affinch que-
sta risulti compressa in ogni sua sezione.
Fig. 057. Metodo grafico di verifica di Mery fase 3: tracciamento della curva delle pressioni
Fig. 058. Distribuzione dei carichi che genera compressione uniforme per le diverse direttrici
54 LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
3.4. Approccio alla modellazione FEM
Come gi enunciato, il problema fondamentale nellanalisi di qualsiasi struttura in muratu-
ra, il fatto che tale materiale presenta diversa resistenza a compressione e a trazione; questa
circostanza implica la non conoscenza a priori di quale sia leffettiva struttura reagente, sotto
condizioni di carico assegnate.
Gli archi trasferiscono agli appoggi il proprio peso, i sovraccarichi permanenti e variabili e
i carichi provenienti dagli eventuali solai poggianti sui muri che sovrastano larco. Cos facen-
do le linee di forza vengono distribuite nella muratura verticalmente nel tratto pi in alto de-
viando verso limposta dellarco.
In sostanza, in caso della presenza della muratura sovrastante, si trasforma da arco a tutto
sesto (o ribassato) in arco a sesto acuto.
Tutto il carico superiore, pertanto, viene trasmesso nei muri di supporto, seguendo un per-
corso che determina uno stato tensionale prevalentemente di compressione nella muratura che
sovrasta larco.
La conseguenza di quanto detto che lefficacia strutturale dellarco viene mantenuta fin-
ch limposta non subisce movimenti causati dalla spinta orizzontale dellarco, dai cedimenti
fondali e dallazione sismica.
Ci si pu rendere conto del modo in cui viaggiano le tensioni di compressione e di trazio-
ne in un arco tramite unadeguata modellazione agli elementi finiti (o pi semplicemente detta
anche analisi FEM).
78 LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
CAPITOLO 5
IL CONSOLIDAMENTO
DELLE VOLTE IN MURATURA MEDIANTE FRP
Il principio statico alla base del dimensionamento dei rinforzi con fibre di carbonio di strut-
ture ad arco a singola o doppia curvatura si basa sul calcolo sino a rottura della struttura; la di-
sposizione di tessuti o lamine in CFRP consente, infatti, di modificare il meccanismo di rottura
della volta originaria, permettendo in tal modo un incremento anche notevole del moltiplicatore
di collasso.
Lincollaggio di rinforzi a strutture voltate in muratura rappresenta una tecnica assai diffusa
nella pratica: questo perch tale intervento, prioritariamente, per i singoli elementi e per lintera
costruzione permette un notevole incremento della resistenza nei confronti delle azioni solleci-
tanti e una deformazione maggiormente controllata, ma in particolare, comprende una serie di
lavorazioni di tipo non invasivo, che, nel caso di strutture di interesse storico e monumentale,
si rivelano essere di fondamentale importanza.
Gli interventi di rinforzo consistono, quindi, nellapplicazione di sistemi FRP sugli elementi
strutturali per adesione, con la specifica finalit di incrementare la resistenza di archi e volte, di col-
legare gli elementi che collaborano a resistere allazione sterna e di limitare lapertura di fessure.
Lincollaggio di elementi resistenti a trazione sul contorno di strutture in muratura conferi-
sce al laterizio quella resistenza a trazione che esso non possiede: viene, quindi, meno la carat-
teristica meccanica pi sfavorevole che caratterizza la muratura in genere.
Uno dei vantaggi di questi rinforzi quello di avere sezioni estremamente ridotte, tali da
non apportare ulteriori masse strutturali alla costruzione; ecco perch queste tecniche di conso-
lidamento sono molto impiegate in campo sismico. Difatti, rispetto ad altri materiali, la posa in
opera degli elementi in FRP molto pi agevole, in quanto si ha una maggiore adattabilit alla
superficie del supporto e un minor peso specifico. Inoltre, i rinforzi tendono a non alterare il
comportamento della struttura voltata in esercizio, bens collaborano con la struttura.
In sostanza, limpiego di questi sistemi consentono di realizzare una muratura armata che
in grado di resistere alle sollecitazioni agenti e di migliorare il comportamento strutturale:
questi, per, devono essere applicati sulla struttura in modo da contrastare la formazione delle
cerniere responsabili dei possibili meccanismi di collasso.
Un adeguato ancoraggio del sistema FRP blocca il meccanismo di rotazione e i possibili
dissesti visti nei capitoli precedenti: ci offre, in conclusione, una notevole resistenza a trazio-
ne, ma non risulta specificatamente idoneo nel sopperire agli sforzi di taglio e di compressione
agenti sulla muratura; in questo caso, si fa affidamento alla struttura muraria stessa che deve
essere verificata secondo le disposizioni del D.M. 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le
costruzioni.
82 LE VOLTE IN MURATURA: ANALISI, MODELLAZIONE E RINFORZO CON FRP
Le raccomandazioni tecniche attualmente vigenti sui materiali compositi distinguono le ve-
rifiche rispetto alla formazione dei meccanismi di collasso in base a due schemi strutturali:
schema ad arco, per archi su imposte fisse;
schema a portale, per archi insistenti su piedritti.
Ci che accade in un arco o un portale la rottura per la formazione di almeno quattro cer-
niere, che si possono andare a creare sia allinterno dellarco sia alle imposte.
Per escluderne lorigine, devono essere preventivati specifici interventi mediante
lapplicazione di sistemi di rinforzo FRP allestradosso o allintradosso: la loro esecuzione con-
tribuisce, pertanto, ad aumentare il valore limite del carico di collasso, ma deve rispettare alcuni
aspetti di fondamentale importanza, quali la realizzazione degli interventi nella loro completezza
o allestradosso o allintradosso, il collegamento dei rinforzi alle strutture murarie verticali e
limpiego di materiali maggiormente adattabili alle geometrie irregolari del supporto murario.
Nellambito di queste tecniche di rinforzo degli archi, delle volte e delle piattabande, lutilizzo
dei compositi FRP offre, quindi, soluzioni di recupero molto efficaci, in quanto la delicatezza del
tema consolidamento di archi e volte porta a dover rispondere ad esigenze statiche, ma anche
ad esigenze architettoniche, come la presenza di affreschi o volte in mattoni a vista.
Lampia tipologia delle volte (a botte, a crociera, a vela, ecc. ) apre una tematica molto inte-
ressante nella scelta, nellimpiego del tipo di materiale, nella loro disposizione e conformazione.
Si pu intuire come lelevata casistica ha portato, quindi, ad avere soluzioni tecniche inno-
vative molteplici e la teoria e gli esempi, di seguito affrontati, offrono al lettore spunti per svi-
luppare un approccio maggiormente sensibile al tema di questa tecnologia ormai ampiamente
diffusa in tutta Italia.
CAPITOLO 6
CASI APPLICATIVI