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INCONTRO CON UN UOMO STRAORDINARIO - 1

tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella

Il tempo è circolare, per cui vai da una parte e non trovi quello che cerchi, ma trovi qualcos'altro che
non cercavi.

Io cercavo da ragazzo di espandere la coscienza, senza ausilii chimici. All'inizio comunque era un
interesse puramente conoscitivo. Del resto tutti, anche senza studiare filosofia, si pongono domande
del tipo "come si fa a soffrire di meno o a non soffrire?".
Guarda caso questo è il drive principale di tutti i sistemi filosofici e conoscitivi.
A furia poi di studiare e di trovare, senza difficoltà, risonanze, a un certo punto mi sono detto
letteralmente che non avrebbe avuto ulteriore senso continuare a studiare e basta. Sarebbe stato
come continuare a leccare un barattolo di marmellata dal di fuori e quindi sentire continuamente
sapore di vetro.
Se poi tu scambi il sapore di vetro con quello della marmellata che è contenuta nel barattolo allora sei
pazzo...
Ho dunque deciso di togliere il coperchio. Più che altro ho deciso di tuffarmi dentro e di fare
un'esperienza dal di dentro. Questo perché a farle dal di fuori, non riuscivo a sentire altro che sapore
di vetro. Mentre, buttandomi dentro, posso testimoniarvi di aver assaggiato molti diversi gusti
arrivando poi, dopo un lungo ciclo di tre lustri, ad avere voglia di tornare nel mondo, visto che quella
era stata a tutti gli effetti una vera e propria uscita dal mondo stesso.

Scandurra, il mio maestro, era quel barattolo, per di più col coperchio svitato.
A dirla tutta, un po' svitato lo era il mio primo maestro. Sebbene adulto, viveva ancora a casa dai
genitori che lo adoravano e lo assecondavano in ogni cosa.
Scandurra si faceva pennichelle magistrali dopo pranzo insieme ad un gattaccio esperto di mille
battaglie, spellacchiato e fetente, dalla voracità colossale.
Lo chiamava in vari modi e un giorno gli chiesi perché gli aveva dato tanti nomi e lui, “il gatto ha nove
vite, quindi l'ho battezzato nove volte”.

Un giorno mi confidò di essere stato iniziato da un noto principe romano, uomo stranissimo col quale
si era imbattuto per quei casi della vita assai trasparenti, ove tutti i torrenti portano al grande fiume.
Tutto era segnato. Mi raccontava che il suo maestro gli citava in maniera ricorrente l'Atlantide e la
ricordava come realtà presente, continente tutt'altro che sommerso, aveva semplicemente cambiato
posizione, o meglio, stato.
Scandurra mi confessò che da principio nemmeno riusciva a capire né i termini dell'insegnamento, né
i concetti. Faticò molto per star dietro al principe-mago, ma poi comprese il tutto dopo aver ricevuto
quello che lui chiamava, il dono, l'iniziazione. Gli si accesero le lampadine e così la realtà apparve più
chiara.

Incontro con un uomo Straordinario – 1 / tratto dal blog http://ilgrandeignoto.blogspot.com di Angelo Ciccarella 1
La magia è arte – mi insegnava Scandurra – ristabilisce la coesistenza tra l'inconscio e il conscio,
soprattutto quando questo equilibrio è sotto attacco.
Il mondo è un chiaroscuro e ci sono solo pochissimi veri valori nella vita, individuabili quando la Vita ci
fa visita veramente.
La magia è una potenziale liberazione da tutte le forme di potere, persino dal limite del tempo e
dell'identità.
La storia del mondo e quella individuale avvengono per mutazione, non per evoluzione. Scandurra mi
faceva l'esempio del membro maschile (ovviamente lo chiamava nel modo popolare), esso cambia di
stato se sollecitato da un pensiero erotico che possiamo avere su una bella donna, da un fattore
eccitante, non cambia da solo. Forse non era pregnante l'esempio, ma per me era comunque
efficace. Una tensione continuata procurerà una situazione critica tale da mutare le condizioni iniziali,
fino a farle esplodere.

L'immaginazione è il propellente principale per ogni atto magico: disegna nella tua mente un cerchio
luminoso, dagli tensione finché diventa maturo per proiettarlo all'esterno, dopodiché lo fissi ad una
distanza tale da non costarti fatica, poi lo fai roteare in senso orario e viceversa. Per mesi feci questo
esercizio mentale. Fino a quando notai che il cerchio viveva di vita propria, gli avevo dato una spinta,
provocato un movimento, insomma, potevo comandarlo a piacimento.
Il mio maestro non era un teorico, per lui la pratica era tutto.
Così mi fece studiare da solo la simbologia del cerchio attraverso diversi libri e pitture: i significati
della figura mi servirono per applicarla quando gli eventi lo richiedevano. I risultati furono
entusiasmanti.
Cribbio, la magia era una cosa reale, concreta e il potere dell'immaginazione rendeva tutto facile. Mi
feci prendere un po' la mano.
Non vi nascondo che non sempre fui corretto, all'inizio. Era troppo forte. Poi Scandurra mi fece un
cazziatone pazzesco. Non mi volle vedere per un mese. Dapprima non mi turbò la lontananza. In
seguito il mio equilibrio psicofisico saltò. Passai giorni di depressione, paura. Le notti poi, erano
funestate da incubi, febbri sfiancanti. Ripresi a pregare e a frequentare la parrocchia. Dopo un mese,
una sera, il maestro si presentò a casa mia. Bello fresco e tranquillo, mi invitò ad uscire per andare in
un posto.
Quando Scandurra mi diceva, “andiamo in un posto”, di solito mi si gelava il sangue. La via alla
conoscenza diventa ardua quando si aprono i rubinetti mentali e l'acqua esce copiosa. Ti immergi in
un mondo dentro il mondo e scopri che vi sono più dimensioni, molto prima delle scoperte della fisica
quantistica. Il mio maestro mi fece vedere che esistono punti-di-contatto tra questo universo ed altri e
sono ubicati in luoghi speciali, oppure sono cose speciali che ci permettono di accedervi.

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