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Questo è un libro underground, fuori dai circuiti commerciali 
di Amazon e delle altre case editrici che vogliono controllare la 
cultura e lucrare su essa. 
Ideato per una distribuzione in stile passa-parola tra persone 
interessate all'argomento. 
In una visione ho visto questo libro come vivo, così ho 
deciso di permettere a tutti di commentarlo e di vedere le varie 
edizioni man mano che si evolve. 
 
https://docs.google.com/document/d/11RaDAABYzeX48SL
WRWijl057V9Xl_cXuRxajzdA-mbY/edit?usp=sharing 

 
Per contatti o donazioni: 
www.buymeacoffee.com/kadido 
 
kandido.burenson@protonmail.com 

 

 

 
Copyright creative commons: non-commercial share-alike 
4.0 international 

 

 

 

 

 

 
Illustrazione della copertina: «Everything is a lie» Kandido 
Burenson 2019 
   
Preambolo
Shamanic Transpersonal psychology challenges the 
privileged epistemological hegemony enjoyed by the traditional 
research methods (e.g., the scientific method) and what would 
normally be the accepted approach for a work such as this, 
that is, conventional “bookish” research. It argues that the 
normally accepted approaches to research are not the only 
ways of acquiring knowledge on a given subject and are, by no 
means, the best. 
 
Stuart Douglas 
The Apocalypse of the Reluctant Gnostics 
 
Non ci sono buone ragioni che mi hanno spinto a bere 
l'ayahuasca, solo amore. Me ne sono innamorato. L'ayahuasca 
è una purga, ti pulisce. Purifica non solo il corpo ma la stessa 
mente, come un ​Vipassana​1​. A pensarci bene, alla fine. è la 
stessa cosa. Mente e corpo sono una unità inscindibile, pulire il 
corpo ha effetti sulla mente. 

 
La vita per me è superamento di se stessa. Con l'ayahuasca 
io mi sento meglio, migliore.  

 
Ci sono dei rischi, ma ai miei occhi rendono solo la 
situazione più interessante. Per me, senza rischi non si ottiene 
niente. Io sono convinto delle idee di Zarathustra secondo cui 
l'uomo deve evolversi, superare se stesso e divenire quel Dio di 
cui i buddisti parlano.  

 

1
tipo di meditazione buddista, dove si sta in silenzio per almeno 10
giorni, contemplando le sensazioni corporee.
Oltre la morale, oltre il senso comune, fuori dalla prigione 
in cui confortevolmente viviamo. 

 
Bisogna essere prima leone per poi diventare puro come un 
bambino. Così parlò Zarathustra. 

 
Molti bevono il ​rimedio​2​ e vivono con gli sciamani per 
diventarlo, per acquistare potere, per imparare a sanare. Non io. 
Io trovo nell'ayahuasca uno strumento di conoscenza, per 
scavare dentro di me e da qui avere accesso al mondo. La 
curiosità mi spinge. La sete di esperienza. 

 
L'ayahuasca riesce a fare salire il mistico dentro di me, 
rompendo quella mente logica e razionale che ho coltivato per 
decenni. Che piacere sentire la forza creativa dell'universo 
attraversarti pazza e senza restrizioni e sbaragliare le 
costruzioni della logica! 

 

 
Questo libro nasce da un compito che l'ayahuasca mi ha 
dato ed essa non mi mostrerà quello che mi interessa finché 
non lo avrò svolto. Sono sempre stato riluttante a scrivere, 
penso che ci siano moltissimi libri buoni (che ammuffiscono 
nelle biblioteche) e che il mondo non ha bisogno di un libro in 
più. Anche se ci fosse qualche idea interessante dentro, qualcun 
altro l'avrebbe o la ha già avuta. Le idee stanno già in una sorta 
di coscienza globale e prima o poi saltano fuori. Con questo 
voglio negare i diritti d’autore: gli autori non sono altro che dei 
ponti, dei tubi vuoti attraverso cui passano le idee. È 
l'evoluzione che lo richiede… non poca cosa per piccoli esseri 
2
el remedio, la purga, oni, la medicina, yage, huasca, la madrecita sono
tutti nomi e soprannomi dell’ayahuasca.
​ iamo parte di un meccanismo 
umani. Il resto è ​ego trip. S
infinitamente più grande di noi. Tutto è immensamente più 
complicato e connesso di quanto ci viene raccontato. E come 
d'altra parte raccontare quello che non si può esprimere senza 
finire in menzogne? Non si può conoscere l'elefante solo 
toccandogli le gambe, come raccontò in una sua favola Esopo. 

 
Quindi quello che segue sono solo menzogne.  

 
La vita è piena di misteri: questo è il suo bello, no? 

 

 

 

 

 

   
La lezione del boa
L'immagine del serpente o del drago come immagine di una 
potenza cosmica si ritrova in tutte le parti del mondo, 
caratterizzando in modo particolare tutte quelle arti spirituali 
che, come l'alchimia, si rifanno al mondo sottile. 
Incorporazione di una vibrazione sottile è, appunto, il rettile 
che si muove senza zampe e grazie a un ritmo continuo di tutto 
il corpo: si aggiunga che la sua natura è insieme ignea e 
fredda, cosciente ed elementare. 

 
Titus Burckhardt  
Alchimia. Significato e visione del mondo 
 

​Adesso so perché sognavo serpenti: non serpenti cattivi, ma 
quelli che sussurrano saggezza. 
 
Philip K. Dick 
L’occhio della Sibilla.  
Tutti i Racconti 1964-1981 

 
Una volta mi trasformai in un boa. Accadde 
improvvisamente. Ero sdraiato sulla mia amaca nei postumi 
delle visioni della ayahuasca, quando il mio corpo si contrasse 
e iniziai a strisciare fuori dalla zanzariera fino ai bordi della 
mia capanna di legno nella giungla, ​tambó,​ come viene 
chiamato qui. Le braccia non mi sostenevano, al punto tale che 
dovetti strisciare facendo forza sui gomiti. Misi la testa fuori 
dalla capanna come per vomitare ma riuscii solo a fare uno 
sbadiglio enorme. La bocca mi si era dilatata immensamente e 
fu in quel momento che percepii me stesso: ero un boa. 
 
Lacrime scorrevano sul viso.  
 
Pensavo che così dovesse sentirsi il boa quando ingoia un 
cinghiale: sbadiglia, lacrima e ogni tanto contrae l'addome per 
spingere il peso più in basso. No so quanto tempo fosse passato 
quando un cucciolo di cane che mi stava facendo compagnia da 
alcuni giorni mi si avvicinò cercando un po' di calore nella 
lunga notte. Io lo avvolsi con le mie spire. Sentivo il suo calore 
contro il mio addome. Il cucciolo si acciambellò: una ciambella 
in un'altra ciambella. Lui dormì. Io di tanto in tanto tanto 
sbadigliavo ed emettevo rantoli dal profondo dello stomaco. 
Per la maggior parte del tempo, però, me ne stavo occhi 
spalancati con la testa appoggiata sulle tavole di legno al bordo 
del ​tambò​.  

 
Posso digerire tutto, mi dicevo. Persino un elefante, se 
avessi una bocca abbastanza grande. Si tratta solo di aspettare e 
di pagare il suo prezzo in lacrime. A fine processo vomiterò le 
ossa e sarò pieno di energia. Una volta digerita e assimilata, la 
mia preda è parte di me.  

 
Digerire è accettare e trasformare l'avversario in nutrimento. 
Come non amare il tuo avversario se puoi mangiarlo e 
digerirlo? 

 
Pensieri salgono come bolle da un abisso profondo. Mi 
ricordo che una volta, molti anni prima, stavo leggendo in treno 
un libro di Chomsky su quello che gli Stati Uniti stavano 
facendo in Sud America quando mi vennero crampi allo 
stomaco e credetti di dover vomitare. Non riuscivo a digerirlo. 
Quelle ingiustizie mi nausearono al punto da mettere sottosopra 
il mio stomaco.  

 
Così passai in rassegna le situazioni nella mia vita che non 
mi piacevano e mi davano acidità di stomaco. 

 
Ora posso digerire qualunque cosa e posso trasformarla, 
come Shiva ha fatto con il veleno, come tutti facciamo con 
l'ayahuasca: trasformiamo l'intossicante in medicina.  

 
Digerire, assimilare, trasformare per fare parte di te, per 
renderti più forte. Quello che non uccide ingrassa, si dice qui in 
Amazzonia. 

 
Un'altra volta in una ​'toma'​3​ di ayahuasca il mio braccio 
sinistro iniziò a muoversi convulsamente. Anche questa volta 
stavo sdraiato sul pavimento fatto di tavole di legno 
ammirando il fiume che scorre placido davanti alla capanna.  
Fisso il braccio ed è mi appare come fosse stato composto 
da ali di pollo e coscette. `Tutte si muovono come fossero vive. 
Un pensiero mi sorprende: "Sono composto da quello che 
mangio". Pollo, caimano, scimmie, pesci, rane, iguana, 
tartarughe, cinghiale: tutto è dentro di me. 

 
Amato, digerito, assimilato e trasformato. 

 
Io sono un pollo. E pure un pesce.  

 
Tutto è dentro di me. 
 
Penso anche alle radici che mangio, che hanno la forma dei 
miei bronchi; ai fiumi che bevo, che si snodano e intrecciano 
come le mie vene. Come in uno strano gioco di specchi frattali, 

3
toma significa in spagnolo bevuta, letteralmente una presa.
mi accorgo che quello che è fuori è dentro. Lo chiamano 
l’universo olografico, dove in ogni singola parte c'è il tutto. 
 
Un canto mi sorge dentro: 

 
Tutto è dentro di me, 

 
La tartaruga, la tigre e il caimano 

 
Lo senti l'uccello cantare? 

 
 Anche lui è dentro di me.  

 
E i fiumi sono come le vene 

 
E i rami come i miei bronchi 

 
Tutto è dentro di me. 

 
Corro e salto son giaguaro 

 
Come un pesce io nuoto 

 
Tutto è dentro di me 

 
Le nuvole e la terra, 

 
il sole e la luna. 

 
Tutto è dentro di me. 

 
La vedi l'erba che cresce,  

 
così anche i miei capelli, 

 
Tutto è dentro di me.  

 
Mi arrampico come una scimmia 

 
E danzo come un ragno 

 
Tutto è dentro di me 

 
E io sono tutto con tutto. 

 
L'universo è nella mia testa 

 
E le stelle nei miei occhi 

 
Tutto è dentro di me, 

 
Com'è bello essere me! 

 

 
La melodia era uscita un po' ​cheesy,​ come la musica di un 
cartone di Walt Disney, ma mi faceva sorridere. La cantai a 
squarciagola per la giungla insieme agli gli uccelli che mi 
erano intorno.  
Qui chiamano i canti ispirati dalla ayahuasca ​icari.​ Lo 
sciamano usa gli ​icari​ che le piante gli insegnano per guarire le 
persone, per far sì che l'ebbrezza dell'ayahuasca aumenti se 
necessario o diminuisca quando è troppo forte e spaventa il 
paziente. Mi sorprende la coincidenza che gli ​icari​ abbiano lo 
stesso nome del personaggio mitologico che si costruì due ali 
di cera e volò verso il sole. Anche questi icari cantati ti portano 
in alto, così in alto che a volte l'esperienza è spaventosa. Tanto 
lontano sei dalla tua esperienza quotidiana che si ha paura di 
esserne sopraffatti, di perdere il controllo. Di non riuscire a 
tornare più indietro. 

 

 
Tutto è dentro di me. 

 
Come fuori, così dentro. Lo dicevano gli alchimisti nella 
vecchia Europa qualche secolo fa, ma ce ne siamo dimenticati. 
Volevamo sentirci diversi, superiori, come un adolescente nei 
confronti dei suoi genitori. Noi siamo parte e riflessione della 
natura, nostra madre. Già lo sapevamo. Non ci accorgiamo che 
la nostra sofferenza nasce dalla separazione dalla Pachamama​4​. 
La Terra è come un corpo, ora è infetto. Mari inquinati come il 
nostro sangue pieno di contaminanti chimici, i suoi polmoni 
bruciati come i nostri dallo smog e dalle sigarette. Tutto si 
4
Madre Terra in quechua. Pachamama é considerata una entità vivente
di cui noi siamo alcune cellule.
riflette. Le nostre ansie e infelicità creano una Terra infelice e 
inquieta.  
 
Tu pensi che un uomo soddisfatto e felice possa torturare e 
uccidere anche solo una formica? 

 

 
La mia trasformazione in boa durò alcune ore, sempre che 
abbia senso parlare di tempo durante una sessione di 
ayahuasca. Alla fine smisi di sbadigliare e ritornai nella mia 
amaca a dormire. 

 
Al mattino raccontai questa strana esperienza alla sciamano 
brasiliano del gruppo indigeno degli ​noke​ ​kuin​. Un tipo 
sorridente e allegro dalla faccia paffuta. "​Muito bom​5,​ sei stato 
visitato dallo spirito del grande boa. È segno del potere di 
sanare." 
Forse, pensai.  
La gente che di solito si sottomette a questo genere di dieta​6 
intensa lo fa per diventare guaritore o sciamano. Questa, però, 
non è la mia intenzione. Io sono qui per seguire le lezioni di 

5
‘molto bene’ in brasiliano.
6
La dieta e’ il modo come in Perù le persone incrementano la
conoscenza. Dietare una pianta significa mangiare , bere, fumare tutte le
parti di una pianta per un lungo tempo, in modo che la pianta entri nel
corpo. Le dosi poi aumentano di giorno in giorno. Durante il periodo di
dieta poi si può usare l'ayahuasca, magari cotta con parti di quella
pianta, per riuscire a parlare con il suo spirito. Così gli sciamani
imparano le proprietà curative delle diverse piante. Durante la dieta
inoltre ci si deve astenere da cibi oleosi, carne di porco, peperoncino
piccante, sale e zucchero e infine dal sesso. Tutte queste privazioni
rendono il corpo molto più’ sensibile e capace di assorbire- captare
segnali deboli.
Madre Ayahuasca. Oggi ho capito che l'avversario non va 
odiato. Questo dà solo bruciori di stomaco. Va amato come il 
giaguaro ama il cinghiale che finirà nel suo ventre. Amare, 
digerire, assimilare e diventare più forti. Così mi mostra la 
natura da cui sono circondato. E la morte… la morte non è 
nulla di cui preoccuparsi. Però questa è un'altra lezione. 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
Apocalisse
All over the world these traditions appear to commemorate 
a widespread series of catastrophes. In many cases the 
character of each successive cataclysm is obscured by the use 
of poetic language and the piling up of metaphor and symbols. 
Quite frequently, also, at least two different kinds of disaster 
may be portrayed as having occurred simultaneously (most 
frequently floods and earthquakes, but sometimes fire and a 
terrifying darkness). 

 
Graham Hancock, 
Fingerprints of the gods 
 
 
I saw passivity, resignation and despair as intended 
by-products of the Lie, and any system of thought or religion 
which taught those as virtues (Christianity included) as a 
manifestation of the Lie. 
... 
Any system which says, This is a rotten world, wait for the 
next, give up, do nothing, succumb—that may be the basic Lie 
and if we participate in believing it and acting (or rather not 
acting) on it we involve ourselves in the Lie and suffer 
dreadfully ... which only reinforces that particular Lie. 
 
Philip K. Dick 
The Exegesis of Philip K. Dick 
 

 

 
Al primo bicchierino non ero più nel ​tambò​ nella giungla 
brasiliana: la mia amaca si era trasformata in una barca.. Stavo 
sdraiato dentro e guardavo verso l'alto. A pensarci ora mi viene 
in mente, sotto forma di immagini, come alcune tribù indiane 
del Nord America seppellissero i loro morti: li deponevano in 
una canoa lasciandoli in balia del fiume.  
Allo stesso modo io ero in balia del fiume, il Rio delle 
Amazzoni, la grande anaconda sacra, come la vedono gli 
indigeni della Colombia. Fiume serpentino come l’ayahuasca 
che si avvolge sugli alberi come un boa. Entrambi legati 
all'archetipo del serpente. 

 
La canoa passa lenta tra edifici anneriti, bruciati. Il cielo è 
nero fuliggine e sembra notte. Attraverso una città morta. 
Davanti a me piloni contorti dal calore e muri caduti: è tutto 
nero. Non c'è nessuno, solo machine deformi. Sento la presenza 
della morte, di un grande cataclisma. Chiedo allo spirito della 
ayahuasca perché mi sta mostrando questo, ma la risposta non 
arriva. La tetraggine dei luoghi mi rattrista. Mi sembra la fine 
del mondo, un'apocalisse, e mi immagino che qualcosa del 
genere succederà presto. Pensare alla morte dei miei familiari e 
dei miei amici fa sgorgare lacrime sul mio viso.  

 
Perché mi mostri questo? Cos'è tutta 'sta morte. 

 
Silenzio. 

 
Vedo acque salire e sommergere tutto. Poi, nel buio, piccole 
luci colorate iniziano a brillare fosforescenti: sono forme di 
vita, danzano, strane come plancton. Sono belle. A poco a poco 
riempiono le acque. Sono belle. 
 
Non è la fine del mondo.  

 
Vedo germogli dai colori fosforescenti che si dispiegano 
con belle spirali verso l'alto.  

 
Capisco. ​Ignis natura restorabat integra​. Il fuoco rigenera 
la natura. Come dicevano gli alchimisti.  

 
Una felicità mi riempie l'animo. Inizio a canticchiare il 
canone di Pachelbel, una musica frattale, costituita da un tema 
su cui si possono creare infinite variazioni. La mia musica 
inizia a creare magicamente la vita davanti ai miei occhi. 
Germogli dispiegano le loro foglie al tempo di musica, 
sincronizzati come in un balletto. Una euforia pazza mi prende. 
Più canto e più si generano nuove forme di vita in variazione 
come la musica. Non solo più vegetali, ma anche semplici 
forme animali. Tutto inizia ancora dall' acqua.  

 
Che bello creare con il canto. Chissà se Dio creò così, 
cantando l'universo.  

 
La visione si affievolisce e ritorno nella mia amaca nel 
tambò​ in mezzo alla giungla.  

 
Mi alzo e do un'occhiata ai miei due compagni giapponesi a 
cui avevo donato la  mia ayahuasca. Era la loro prima volta. La 
ragazza stava vomitando in qualche luogo buio non lontano dal 
tambò​ e il ragazzo stava accucciato sul suo materassino.  

 
Ravvivai il fuoco e iniziai a rimuginare. Chissà se era stata 
l'energia di questi ragazzi del Giappone ad avermi portato 
queste visioni apocalittiche. I giapponesi sono segnati dalle due 
bombe atomiche. Loro provarono la piccola apocalisse e i loro 
manga ne hanno ancora i segni, come incubi mai risolti. 

 
In quel momento credetti di aver visto la fine dell'umanità, 
un futuro non tanto remoto, e questo macchiava la mia 
coscienza. No! Non poteva risolversi così. Era troppo per me. 
Troppo triste. Non poteva terminare la sessione così. 

 
Il fuoco attirò i miei compagni. Erano ancora nel ​processo.​  
Gli offrii un altro bicchierino di medicina. La verità è che io 
stesso ne desideravo uno, avevo troppe cose nella testa che 
urlavano per una risposta. Come un ubriacone cercavo un 
compagno di bevute. Quella novità di avere esseri umani 
intorno a me mi piaceva. Inoltre, quelle visioni di morte mi 
spingevano a cercare contatto umano. Non dissi niente, però. 
Ognuno aveva il suo processo quella notte e questo era il mio.  

 
Solo il ragazzo ne chiese ancora un poco, sentiva un peso 
addosso che voleva vomitare. Ne servii due bicchierini e 
tornammo nelle nostre postazioni di combattimento. Io nella 
mia amaca-navetta e lui sul suo materassino. 

 
Mi concentrai. Volevo sapere se questa era la fine 
dell'umanità, se i miei cari sarebbero morti…  

 
Arrivò il fuoco in grandi vampate e il mio corpo in un 
attimo si consumó fino alle ossa. In un secondo. Senza tempo 
di aver paura. Poi vidi stormi di anime in spirali. Bianche, 
volavano, come in un quadro di Blake sulla Divina Commedia. 
Capii che morire è una cosa che abbiamo già fatto mille volte. 
Le anime escono da un corpo e ne prendono un l'altro. Una 
danza infinita con differenti partners. Solo che in quella 
occasione c'è ne erano a milioni. Ma infine quante milioni di 
volte sono morti gli uomini nella nostra storia? La morte è solo 
la separazione del corpo dallo spirito, ma questo già lo sapevo 
dal giorno che avevo sperimentato la secrezione del rospo di 
Sonora, il ​bufo​. Quella volta era bastata una boccata del suo 
vapore per farmi afflosciare a terra e abbandonare lì al suolo il 
mio corpo. Mille orgasmi esplodevano dentro di me. Ma io 
dov'ero? Di certo non lì nel mio corpo che invece era a terra 
immobile, senza vita. Non ho mai provato niente di tanto 
piacevole. Quando ripresi coscienza dieci minuti dopo, 
abbracciai lo sciamano piangendo. Volevo chiamare la mia 
vecchia madre per dirle che morire è il più grande piacere della 
vita. Che pazza contraddizione! Niente da temere.  

 
- Mamma​, morire è bello. È la più grande gioia della vita. 

 
- Ma​ che dici figlio? Stai bene? Non farmi preoccupare.  

 
- Io sto benissimo. Lo dico per te, che sei vecchia… 

 
- Ma che discorsi sono… mi fai solo intimorire… non 
parlare di queste cose… 

 
…. 

 
Ho poi scoperto che il ​bufo​ viene usato per donare la NDE​7 
ai malati terminali al fine di tranquillizzarli.  Per questo 
motivo, quel giorno durante il trip dell'ayahuasca non era la 
mia morte a preoccuparmi, ma la fine dell'umanità, qualcosa 
che poteva toccare ai miei nipoti ancora piccoli che avrebbero 
avuto paura e sofferto, ma ayahuasca non rispondeva. Se si può 
urlare una domanda nella testa, ecco io la stavo urlando. Non 
mollavo. 

 
E alla fine la visione arrivò. Non tutti moriranno. Alcune 
navette salveranno alcuni. Pochi. Successivamente al fuoco 

7
Near Death Experience: esperienza vicina alla morte
l'acqua si riprenderà la terra. 

 
Un'altra volta, aggiungo adesso.  

 
Al tempo stavo isolato nella giungla, senza internet, senza 
libri e prendevo ayahuasca tutti i giorni, due o tre volte al 
giorno. Una volta tornato nella civiltà, iniziai a cercare 
informazioni riguardo tutto quello che avevo sperimentato e 
visto. Fu così che trovai molti libri che raccontano come 
l'umanità sia già passata parecchie volte attraverso queste 
apocalissi. Il diluvio universale affrontato da Noè con la sua 
arca sono stati l'ultimo episodio riportato, ma questo sarebbe 
successo molte altre volte. Altre civilizzazione sono state 
cancellate da cataclismi come quello che vidi. Questo mi 
spiegherebbe anche le visioni che ho avuto una volta di esseri 
umani al tempo dei dinosauri. Fu un'immagine ben chiara. 
C'erano uomini, non dei selvaggi. Poi mi ricordo veicoli e 
dinosauri sullo sfondo che brucano. Enormi.  

 
Quindi, forse, non è una apocalisse che deve avvenire 
quanto una già avvenuta.  Più vedo e più le domande 
aumentano. Più vedo e più mi accorgo di sapere poco e che 
l'educazione che ci viene donata dalla nostra società non è 
completa. Così come l'ego ricostruisce dalle memorie una 
storia che aggrada il suo presente stato, così gli esseri umani 
riscrivono la storia sulla base del presente e delle idee che 
vogliono tramandare. Alla fine, non si dice che chi vince scrive 
la storia? Le idee e i memi che stanno vincendo adesso sono 
quelli che riscrivono la storia insegnata nelle scuole. Quindi, 
sono tutte menzogne, una sorta di subdola propaganda per 
perpetuare il sistema di sfruttamento nel quale comodamente 
viviamo. 

 

 

 

   
 


​Di dei, diavoli e madonne


 
Il principe delle tenebre è un galantuomo.  

 
Shakespeare.  
King Lear, atto III scena IV 

 
«Lei non crede in Dio?» gli domandai. 
«E come potrei non credere all’incredibile?» rispose, con 
un’innocenza infantile, e aggiunse sospirando: «Ho visto tante 
cose sulla Terra e anche lassù, tra le nubi e le stelle. 

 
Francisco Coloane,  
Antartico 

 

 
Ho spesso sentito molte persone dire di aver incontrato , 
durante le loro sessioni di ayahuasca, angeli, madonne e 
persino Dio. 

 
Forse bisogna essere credenti e io non lo sono.  

 
Un giorno mi concentrai e chiesi di incontrare qualche 
divinità. A dir la verità ebbi un incontro con una divinità una 
volta ed era stata una esperienza alquanto bizzarra. Quel 
giorno nel ​tambò​ con me avevo un giovane ospite australiano e 
una signora che apparteneva al ​Santo Daime​. Il ​Santo Daime​ è 
una religione fondata agli inizi del secolo da un raccoglitore 
negro di caucciù. Il fondatore in una ​toma​ di ayahuasca 
incontrò la Vergine Maria che gli disse di fondare una nuova 
religione e che il nuovo Salvatore sarebbe venuto 
dall'Amazzonia. Il ​Santo Daime​ ė una religione sincretica del 
Brasile che mischia cristianesimo con tradizioni indigene, 
magia e spiritismo Africano. I loro rituali sono caratterizzati da 
canzoni religiose in stile cristiano e balli africani. Tornando ai 
miei ospiti, la signora si dilettava a cantare questo tipo di 
canzoni con soggetti quali Maria e Gesù quando beveva 
l'ayahuasca, anche se si accordavano male all contesto indigeno 
in cui ci trovavamo. Infatti, l’australiano ed io trovavamo 
queste canzoni distraenti durante la ​toma.​ Così, un po' per 
gioco, proponemmo di mettere prima della cerimonia una bella 
canzone satanica. L'unica canzone che l'australiano trovò sul 
suo cellulare era "​Hell's bells"​ degli ACDC. La canzone 
ovviamente stonava nella jungla dove vivevamo, così dopo due 
o tre ritornelli la spegnemmo di comune accordo e ci bevemmo 
il nostro bicchierino del ​rimedio​. Questa volta l'ayahuasca agì 
molto rapidamente: l'australiano scomparii nella selva e io ero 
ancora seduto sulle tavole di legno del tambò quando 
improvvisamente fui proiettato in una nuova dimensione.  
 
Vuoto.  
 
Seduto su un trono di pietra, forse marmo, c'era un uomo 
gigante, muscoloso, con la testa di cane dalle orecchie ben 
dritte come quelle di un boxer. Mi ricordava una qualche 
divinità egizia e successivamente, dopo alcune ricerche scoprii 
che si trattava di Anubis, il dio egizio dell'oltretomba. Appena 
mi vide apparire si sorprese. Materializzò una pipa 
dall'inceneritore cubico, la riempì di una sorta di tabacco e me 
la offrì. La rifiutai.  
“Ah”, mi disse senza parlare, "tu devi essere uno di quei 
bevitori di ayahuasca". Anuii. Un piccolo essere volante si 
materializzò e porse ad Anubi una bottiglietta di plastica, come 
quelle in cui si mette l'ayahuasca, una normale bottiglietta 
riciclata di qualche bibita. Anubi se la porse davanti alla bocca 
e la riempì con un fiotto di vomito nero. «Bevi. Questa è 
l'ayahuasca più forte che tu possa trovare» e me la porse. Un 
conato di vomito mi afferrò lo stomaco e mi buttai a carponi 
sul ciglio del ​tambò.​ Svuotai lo stomaco con un terribile fiotto 
negro. Lì finì. Mai più musica satanica prima di una cerimonia! 
Il mio compagno, il giorno dopo, lo confermò: anche lui aveva 
avuto visioni oscure. 

 
Questa volta però mi concentrai. Volevo una presenza 
positiva, non più elfi dell'oltretomba, o strane creature mezze 
animali. Un po' infantilmente chiedevo alla ​madrecita​ una 
visione angelica. 

 
E fu così che incontrai il dio dei cristiani. Mi appari’ 
secondo la consueta iconografia. Un vecchio signore dalla 
lunga barba bianca vestito con una tunica di un bianco 
sgargiante.  

 
"E così vuoi vedermi "mi disse. "Ma perché non ti piaccio?" 
Gli dissi che non mi piacevano i suoi dieci comandamenti, il 
fatto che lui sembrava occuparsi di tenere le cose come sono. 
Per me era un conservatore. A me, invece, piacevano la 
rivoluzione, il cambiamento e la libertà. Mi trovavo in 
disaccordo sul castigare i piaceri dei sensi,soprattutto il sesso. 
La sua morale mi annoiava, anzi mi irritava come la morale del 
bottegaio che non vuole che gli si rubi le cose e la moglie. 

 
Iniziò a ridere e lo fece proprio di gusto. "Allora preferisci 
questo" e così dicendo giro la testa di 180 gradi e sull'altro lato 
comparve il diavolo, rosso in viso, con una barbetta nera e con 
due corni arrotolati come quelli di un caprone . Anche lui se la 
rideva di brutto.  

 
Come nell'opera cinese in cui l'attore cambia maschere, 
ritornò in un millisecondo la faccia di Dio paonazza per il riso. 
"Chi secondo te ha mandato Gesù? Non era abbastanza 
rivoluzionario, lui? Sono io che distruggo e sempre io che 
ricreo". Il diavolo tornò e continuò dicendo "o ispiro gli uomini 
portando loro la luce. Io li ho fatti uscire dall'ignoranza del 
giardino del paradiso. Sono io che faccio il male, come 
chiamate voi uomini quello che non capite." Le teste iniziavano 
a cambiare sempre più velocemente. "Voi avete inventato 
queste due parole e così avete avuto bisogno di avere un 
diavolo antagonista di Dio." Il diavolo poi mi fissò 
intensamente con i suoi occhi di brace. "E le streghe, sai, le ho 
bruciate io. Come falene. E l'ho fatto con amore. Lo puoi capire 
questo? ". Oh come se la rideva. Lui. Io no. Ero annichilito. 
Dissolvenza.  

 
Questa esperienza mi aiutò a capire meglio tutti quei viaggi 
che avevo fatto nell'oltretomba. Era stata una esperienza da 
eureka.​   
Ora vi racconto. Una volta, in un'altra ​toma​, mi sono trovato 
circondato da una miriade di elfi. Erano violacei, con lunghe 
orecchie a punta come il dr Spock di Star Trek. Lunghe mani, 
con tre sole dita e grandi sorrisi. Erano rumorosi come una 
classe di bambini in gita. Uno di loro sollevò il pavimento. In 
realtà, non era solo il pavimento ma l'immagine piatta che 
stavo vedendo, come una scenografia. Quella che io chiamerei 
“la realtà”. Tutto quello che vedevo in uno schermo piatto. 
Dietro c'erano migliaia di questi esserini che lavoravano. Come 
le formiche, trasformavano i detriti della realtà. "Non siamo 
cattivi" mi dissero senza parlare. "In questo mondo c'è anche 
bisogno di noi come delle formiche, dei vermi e delle carogne. 
Siamo qui per trasformare tutte quelle energie negative che si 
creano. Tutto va trasformato e rimesso in gioco." 

 
Mi tornò in mente l'esperienza del mio amico M. Lui al 
tempo aveva molte paure. Una volta scoprì, in una ​toma,​ che 
alle sue spalle, ogni volta che aveva paura, c'era un esserino 
con un sacchetto di carta pieno di aria che lo faceva esplodere. 
"Vedi è solo un elfo con un sacchetto di carta. Non c’è nulla di 
cui aver paura. Questi tuoni non sono niente" se la rideva. "Non 
c'è nessun male. Solo una paura stupida alimentata da questi 
giocherelloni con il sacchetto di carta." 

 
Molte altre volte ayahuasca mi mostrò ​l'underworld.​ Luoghi 
lugubri senza molta luce, popolati da creature bizzarre, ma non 
ebbi mai paura. Molte volte allungavano le mani per toccarmi, 
ma nessuno ci è mai riuscito. Erano luoghi pieni di serpenti, a 
volte. Non posso dire che me li gustassi questi tour, così 
un'altra volta chiesi perché mi mostrasse sempre questi luoghi e 
mai angeli, mai il paradiso. La risposta fu piuttosto ambigua. 
«​Kandido che altro vuoi vedere? Questi sono i tuoi gusti.​» Già 
lo sapevo. Per tutta la vita sono sempre stato attirato 
dall'anomalo, dai margini della società. Più l'esperienza era 
disorientante e più mi interessava. Più ribaltava i miei schemi e 
più mi sentivo felice, cresciuto. Mi piace il caos. 

 
Ma almeno una volta fammi vedere una madonna… chiesi 
alla ​madrecita.​ E così arrivò Lei, nel cielo, circondata da una 
corona di cherubini, ma concentrandomi su di lei vedo 
qualcosa di strano. La Madonna ha le sembianze di una vagina 
enorme. I veli del vestito sono le grandi labbra, il clitoride è la 
testa circondata da un velo di carne.​8​¹ Sorrisi. La Grande 
Madre. Spesso qui nell'Amazzonia si trova su altari di sciamani 
indigeni l'immagine della Madonna. Per loro rappresenta la 
madre terra, Pachamama. Utilizzano l'iconografia cristiana 
perché è quella più a buon mercato. Molti vedono durante le 
sessioni di ayahuasca donne celestiali, alcuni le chiamano 
madonne, altri Pachamama altri lo spirito della ayahuasca, ma 
nulla cambia il fatto che sia un simbolo materno, amoroso, 
creatore. 

 
Credo che questo capitolo possa apparire pieno di blasfemia, 
ma non lo è per me. La blasfemia viene dalla intenzione di 
provocare. Se vi presento una donna nuda, alcuni possono 
vedere una provocazione sessuale, ma forse è solo il corpo di 
una donna nuda, niente altro. 

 
Quello che sto intuendo è che la realtà è molto più 
complessa di questa semplice riduzione tridimensionale 
meccanicistica. I simboli di per sé non hanno nessuna 
connotazione morale, non sono né buoni e cattivi, siamo noi 
che li facciamo tali. In natura non c'è niente del genere. 
L'animale che uccide non è malvagio, quello che si nutre di 
merda e carogne non è sporco. Tutto è semplicemente 
necessario. Tanto la merda quanto la morte e l'uccisione. Tutto 
8
Questa immagine mi ispirò per creare un tatuaggio irriverente della
Madonna. Quando cercai in internet se qualcuno aveva avuto la mia
stessa idea la trovai. Era lei. Questo è un altro esempio per me di uno
spazio di coscienza condiviso. Gli autori quando sono nel loro stato di
flowing, pescano li le loro ispirazioni. Ma non è niente di loro, si trovava
già lì in questo inconscio collettivo.
va accettato, amato. Esattamente come i tuoi intestini pieni di 
merda. Non è questa merda che fa male quanto più quella nella 
testa: i giudizi. 

 

 

 

 

 

 

   
 

 

 

   
Gli animali dentro di noi
Bruce Lamb put forward a somewhat similar suggestion, 
also following research in the Amazon and also in the context 
of ayahuasca: 
‘
​Perhaps on some unknown, unconscious level the genetic 
encoder DNA provides a bridge to biological memories of all 
living things, an aura of unbounded awareness manifesting 
itself in the activated mind.’ 

 
Graham Hancock  
Supernatural: Meetings with the Ancient Teachers of 
Mankind 

 
L'opera dell'alchimista assomiglia a quella della Natura. 
Agendo in conformità al detto solve et coagula, l'alchimista 
dissolve le coagulazioni imperfette dell'anima, riducendo 
quest'ultima alla sua materia e infine cristallizzandola di 
nuovo in una forma più nobile. Ma tutto ciò non può avvenire 
che in un accordo perfetto con la Natura, cioè con un 
movimento naturale dell'anima che si risveglia nel corso 
dell'opera ricollegando l'umano al cosmico. La Natura viene 
così spontaneamente in aiuto all'arte, a conferma della 
mas​sima alchemica che dice: " Il procedere dell'opera è molto 
gradito alla Natura" 

 
Titus Burckhardt  
Alchimia. Significato e visione del mondo 
 
 

 
DiMiTri lo incontrai per la prima volta in Messico. Avevo 
sentito parlare spesso di lui in libri o film e addirittura una 
volta lo avevo pure tatuato su una gamba. Eppure, il destino ci 
aveva sempre tenuto separati. 

 
 A quel tempo gestivo un ostello anarchico in Chiapas. Lì 
passava di tutto, viaggiatori di terra e astrali. Un amico mi offrì 
di fumare ​changa​9​ assieme a lui.   

 
Fu un'esperienza sconvolgente. La fumammo una sera sul 
balcone della casa anarchica. Dopo appena due boccate i suoni 
arrivano distorti. Zzz chhhh Booom. Il tempo si ferma. Un 
secondo. Un minuto. Forse una eternità. Inizio a muovermi. 
Vedo il mio corpo come se fosse un avatar. I peli mi si 
muovono come alghe nella corrente. Guardo fuori. Tutto il 
mondo creato da noi uomini assume un aspetto da videogioco 8 
bit. Colori netti e contorni definiti. Irreale. Fittizio. Mi infilo i 
miei occhiali e poi li levo: niente è cambiato.  
 
Guardo il cielo e la città sotto di noi. Tutto è connesso da fili 
laser. Tutto connesso a tutto e tutto con il cielo. Guardo il mio 
amico. Mi sorride. Il suo sorriso è quello di un pirata mutante. 
Mezza faccia è come aperta da uno squarcio e vedo il sorriso 
prolungarsi fino ai molari. Così la ​changa​ mi faceva vedere la 
sua leggera psoriasi sul viso. Ritorno al mio normale stato di 
coscienza spossato e felice come dopo un orgasmo. Sono solo 
passati 10 minuti.  

 
Mai i miei occhi mi mostrarono una realtà tanto strana. Però 
dopo due o tre volte che la presi, mi annoiai dell'effetto circo. 
Certo, incredibile, ma che altro c'è "Devi chiudere gli occhi, 
andare dentro" mi suggerì il navigatore astrale. 

9
La ​changa​ ė DMT infuso in erbe speciali che hanno la proprietà di
prolungarne l'effetto​.

 
E così entrai in questo mondo. A testa bassa come nel 
pogo​10​. 

 
Alcuni mesi dopo sono in moto verso una comunità in 
Guatemala. Ho con me un bel po' di ​changa​ che nel frattempo 
avevo imparato a preparare. Sulla strada davanti a me trovo 
un'auto targata DMT più qualche numero. La mia strada, mi 
dico. La seguo per molti chilometri. 

 
In Guatemala vivo in un vecchio bus scolastico statunitense 
trasformato in appartamento. Il posto era perfetto: sulle 
montagne intorno al lago vulcanico di Atitlan, nessuna 
elettricità e molto silenzio.  Lì decido di ​dietare​ la ​changa​: otto 
giorni. Meditazione mattutina, niente carne e ultimo pasto alle 
12.  

 
Per fare durare l'effetto più a lungo avrei bevuto un tè di ​roe 
siriana, u​ na pianta che contiene ​l'hermalina​, il ​MAO inibitore11 ​  
presente nell'ayahuasca. 

 
Il primo giorno fu traumatico. Avevo con me dei sali di 
DMT che mi avevano regalato. Li ingerii. La bocca iniziò a 
bruciarmi. Il sapore era disgustoso. Non c'è la feci e mi vomitai 
addosso. Mi tolsi tutti i vestiti e cercai di pulire in qualche 
modo finchè arrivò l'effetto.  
10
il pogo e’ tipo di danza nata con la musica punk, dove i danzatori si
spingono e si calciano come se lottassero l'un con l'altro. Vista da fuori
sembra una rissa, ma nessuno si fa male generalmente.
11
I MAO inibitori sono sostanze che fanno in modo che il DMT non
venga metabolizzato velocemente dal corpo. In pratica allungano la vita
del DMT nel sangue, permettendo che raggiunga il cervello e permetta
le visioni.

 
E lì, nel mezzo delle pulizie mi trasformai in rospo. Ero un 
rospo, nudo, accovacciato nello sporco. Il rospo dentro di me 
iniziò a parlarmi. Quella fu la prima lezione che ricevetti dagli 
animali. “Dentro di te c'è un rospo a cui piace lo sporco, che 
mangia lo sporco”. Ruttai. “A cui piace il sesso sporco. ​Burp​. 
Eppure lo sporco non ti fa niente. Anzi, dentro sei sano. Così è 
il rospo: può vivere sotto terra, lontano dal sole. Gli piace il 
fresco, la notte. Sulla pelle ha un veleno che lo protegge da tutti 
i batteri. Gli piace lo sporco. Ma poi chi lo dice che lo sporco è 
sporco? Lui è viscido quanto il buon sesso. Per questo una 
principessa può innamorarsene”. Mi ritornò in mente la mia 
esperienza con il ​bufo​, e quella strana sensazione di animale di 
terra che provai appena inalai i vapori. 

 
La volta dopo, mi ritrovai coperto di un bella pelliccia 
colorata. Nel momento in cui mi metto a osservarla, vedo che 
si muove: è composta da migliaia di piccoli gatti che mi 
avvolgono. Sei un felino. Sei un cacciatore maooo. Di notte ti 
muovi maooo. Puoi saltare e essere agile, l'altezza non ti fa 
paura… maooo. Che bello andare a caccia e giocare con le 
vittime...maooooo 

 
Poi, fu la volta dei pipistrelli. Anche questa volta mi sono 
ritrovato con uno splendido vestito nero (o forse era la mia 
pelle?). Comunque, ero molto elegante. Appena lo tocco vedo 
che è fatto di pipistrelli che, spaventati, prendono il volo e mi 
gironzolano attorno. Soprassalto un po' intimorito. Il pipistrello 
dentro di me mi parla. “Ma chi lo dice che siamo brutti? Siamo 
bellissimi. Siamo perfetti per girare di notte. E ci piace dormire 
di giorno. Come a te, appeso sulla tua amaca. Sentiamo suoni 
che non si possono sentire e grazie a questo ci muoviamo senza 
incidenti. Come un sesto senso. Ci piace il sangue. Come a te. 
Però non lo cuciniamo”. 

 
Il giorno dopo sgarrai la mia dieta: al mercato trovai della 
carne di iguana cucinata in salsa di pomodoro. La curiosità di 
provarne un pezzettino mi fece rompere il mio proposito. E 
quella notte la mia pelle era quella di un rettile. Bellissima. 
Brillante e dai colori sgargianti. Anche questa volta, appena la 
osservo mi sembra che si muova come se fosse composta da 
migliaia di serpenti che mi si avvolgono intorno al corpo. Sei 
rettile. Come quello che hai mangiato. Sei una delle forme di 
vita più antiche sulla terra. Puoi ipnotizzare con la tua voce. La 
notte è il tuo regno di caccia. 

 
Quella notte fumo una seconda volta e succede qualcosa di 
strano. Un animale mi salta dentro non invitato come per 
invadermi. All’impatto mi rotolo al suolo e chiamo il felino che 
c'è in me perchè lo scacci. Sento di poter contare su di lui. Fu 
una risposta istintiva: una lotta e poi sono al pavimento, 
boccheggiante. Il giorno dopo il contadino mi racconta che 
quella notte una faina aveva penetrato il pollaio e ucciso 
qualche pollo. E se fosse quella stessa faina che mi ha 
attaccato? Nonsense. Eppure mi era sembrata un faina. 

 
Le lezioni continuarono. 

 
Ogni volta mi sembrava di uscirne con una nuova 
consapevolezza. Si, di essere animale, di avere dentro di me il 
codice genetico di tutti gli animali, di avere quindi anche le 
loro capacità. Le volte dopo mi concentrai chiedendo come 
sviluppare quelle capacità che sono latenti dentro di me. Come 
avere l'olfatto di un predatore o l'udito di un pipistrello. La 
risposta fu qualcosa che non ero ancora pronto a capire: che 
non ero sufficientemente pulito. Pulito? 

 
La volta successiva provai con una quantità maggiore. Fu un 
disastro. L'esperienza fu talmente forte e veloce che me la 
dimenticai. Ripresi coscienza borbottando qualcosa di cui non 
capivo il senso: il finale di un frase. 

 
Se questa vita è evoluzione per cui prima eravamo animali e 
adesso uomini, quale sarà il prossimo passo? Come potremo 
trascendere i limiti a noi imposti da questa natura umana? 
Come sbloccare qualche parte di DNA per avere più 
possibilità? 
 
Se esistono libri in cui sono scritte le risposte a tali 
domande, questi sono i libri di sangue che chiamiamo corpo 
umano 

 

 

 

 

   
Guarigioni
The healing properties of ayahuasca, for Maté, reveal the 
essential unity of mind and body. An experiential 
transformation – the revelation induced by a true mystical 
experience – “can powerfully affect the hormonal apparatus, 
the nervous and immune systems, and all organs such as the 
brain, the gut, and the heart.” 

 
Daniel Pinchback, When Plants Dream 

 

 
Di casi di guarigioni avvenute grazie all'ayahuasca la 
letteratura è piena: da "semplici" dipendenze, a grossi problemi 
psicologici come la sindrome post-traumatica da stress a veri e 
propri tumori. Nella mia piccola esperienza ho incontrato un 
ragazzo che guarì dal morbo di Chron, cronico appunto, quindi 
per la scienza medica inguaribile, mentre lui lo curò con solo 
tre ​tome.​ Un'altra volta venne nel nostro Centro un signore che 
aveva un polipo allo stomaco. Alla prima bevuta, mi raccontò 
che fu circondato da indigeni che ballavano intorno a lui con 
piume e lance cantando un ​icaro​ e da un toro che gli pose un 
corno dove lui aveva il polipo. Il toro, spinto dagli indigeni, 
cercava di estrarre questa malattia che aveva radici nere ben 
profonde nel corpo, ma alla fine il toro si stancò e le visioni 
terminarono. Così, fu anche nella successiva ​toma:​ indigeni, 
toro e una canzone di sanazione. Il terzo giorno si ripeté 
nuovamente la scena, ma il toro questa volta riuscì a sradicare 
il male. Poi un tuono fortissimo fece uscire dalla bocca un 
fulmine. Il vecchio signore concluse il racconto dicendo "Il 
fulmine fu talmente forte che pensavo mi avesse fatto saltare la 
dentiera e la cercai nel vomito. Ma non c'era. Da quel giorno il 
male sparì.” 

 
L'ayahuasca sembra risolvere i problemi psicologici che 
stanno alla fonte della malattia. Una terapia che ricorda la 
biodecodificazione del dottor Hamer secondo cui mente e 
corpo non sono due entità distinte e, pertanto, tutte le malattie 
sarebbero di origine psicosomatica.   

 
Senza impelagarmi in dibattiti medici, con sicurezza posso 
raccontare due o tre casi in cui mi sono imbattuto in prima 
persona. 

 
Il primo mi è capitato dopo una vicenda un po' strana. Stavo 
trattando con il ​kambo​12​ un paziente che aveva sulla pelle delle 
bolle di un centimetro di diametro. Secondo quanto ci aveva 
detto, erano dovute ad un'infezione da stafilococco resistente 
agli antibiotici ed erano due anni che non riusciva a curarsi. Sta 
di fatto che, mentre lo curavo, mi venne la stessa cosa sulla 
pelle. Non capii come potessi essermi contagiato.Comunque 
non ne parlai con nessuno. Il mio maestro, secondo cui le 
malattie sono spiriti, mi disse che, se non avessi protetto la mia 
energia, qualche spirito del paziente avrebbe potuto attaccarmi. 
Infatti, lui, quando cura i pazienti, viene spesso da me e mi 
chiede di soffiargli del fumo del ​mapacho​ sulla corona in cima 
alla testa. Il fumo del ​mapacho​13​ viene usato nelle cerimonie 
come protezione e a volte gli sciamani lo usano per curare 
malattie dovute a malocchio. 

 
Comunque l'avessi presa, era una malattia molto fastidiosa. 

12
​ ​la secrezione velenosa di una rana amazzonica
13
​nicotina rusticana,​ un tabacco piuttosto forte
Quando la bolla spunta, fa male. Poi, quando esplode, è facile 
che si infetti (specialmente qui, dove la natura ribolle di germi 
e batteri e le condizioni igieniche sono limitate). Ne consegue 
prurito e infine una cicatrice come quella di una bruciatura. 

 
Non ne potevo più. I miei nervi erano a fior di pelle. Non 
sapendo come curarmi decisi di chiederlo alla ​madrecita​. 

 
Quella volta bevemmo l’ayahuasca in mezzo alla giungla. 
La mia amaca era legata a due giovani alberi all'ombra di una 
gigantesca ​lupuna:​ il mio albero favorito, chiamato la regina 
della selva. Ha un tronco grigio e così rugoso da sembrare la 
gamba di un elefante infinito. 

 
Dopo una mezz'oretta, sentii iniziare l'effetto del rimedio. 
Ad un certo punto, alla mia destra, vidi arrivare un essere 
piccolino come un bambino di 4-5 anni. Non il solito elfo 
deforme. Aveva la faccia gentile. Tra le mani teneva una foglia 
o il guscio di una noce di una qualche strana pianta di qui. Mi 
si avvicinò e ne versò il contenuto sulla mia fronte, dove si 
pensa che sia situato il terzo occhio. Era un liquido iridescente 
dai colori dell'arcobaleno. Lo vidi scorrere dentro il mio corpo 
fino ai piedi e poi scomparire come assorbito. Poi, sentii una 
voce che mi disse.  

 
" Ringrazia la tua malattia. Come il tuo corpo vomita tutte 
le tossine così sta facendo la tua pelle. Sta vomitando per il tuo 
bene quello che gli fa male."​ Nella mente iniziai subito a 
ringraziare questa malattia salmodiando un rosario di grazie. 

 
" La devi amare. Accettare" 

 
"La tua pelle è il confine del tuo corpo con il mondo 
esterno. Tu adesso non ami dove sei. Con chi sei. Se non stai 
bene, forse é meglio andare​." 

 
Era la verità. Ultimamente non stavo bene. Trovavo difficile 
lavorare con i peruviani che hanno tempi e standard molto 
diversi dai miei che sono quelli frenetici delle ​start-up.​  
Trovavo difficili anche le relazioni con gli altri stranieri, che 
secondo me erano solo buoni a parlare. Così, quella notte presi 
la risoluzione di andarmene entro la fine del mese per qualche 
tempo in Colombia e Brasile. Quello fu l'ultimo giorno che le 
fastidiose bolle apparirono sul mio corpo. 

 
La seconda volta è stato durante il mese di dieta per 
ayahuasca e kambo che ho fatto in Brasile. La dieta era 
piuttosto ferrea. Niente sale. Niente zucchero. Niente carne di 
maiale. Niente sesso.  

 
Per qualche giorno si trasferì nel ​tambò​ vicino al mio una 
signora brasiliana. Le sue intenzioni erano quelle di ​dietare​ per 
una settimana, ma alla fine non lo fece. Mangiò salato e fece 
sesso nella ​maloka​ con grande disappunto dei membri della 
comunità indigena. Il suo approccio all'ayahuasca era 
sincretico brasiliano per cui si mischiano le tradizioni indigene 
con lo spiritismo Africano. Io limitavo i miei contatti al 
minimo, solo quelli dettato dalla buona educazione. Il giorno 
che se ne andò, lasciò a me e ai amici giapponesi mezzo pollo e 
alcune uova. I miei amici cucinarono il pollo alla brace e me ne 
donarono un pezzo. Era tanto che non mangiavo carne e mi 
avventai con la rapacità di un leone sulla coscetta di pollo. Al 
primo morso mi accorsi che qualcosa non andava: avevo quasi 
finito, la coscetta che la mia bocca iniziò a bruciare. Mi accorsi 
che il pollo era stato preservato nel sale. Mi sorpresi di quanto 
il sale bruci le mucose se non ci sei più abituato. Comunque, 
lasciai perdere il pollo.  

 
Quando la notte bevvi l'ayahuasca, mi prese una forte 
nausea. Cosa strana perché ormai non vomitavo più da tempo.  

 
"La strega mi ha avvelenato". Queste parole rimbombarono 
nella mia testa. A quel punto, vidi uno strano ragno rosa 
fosforescente, le cui appendici erano simili a strumenti 
chirurgici, entrare nel mio stomaco e sferruzzare. Saltai 
immediatamente fuori dall’amaca e vomitai il pollo. Anche i 
miei compagni non erano stati bene. Guardai le uova donate. 
"Saranno marce" la buttai lì. E così erano infatti. 

 
Questi strani esserini dalle doti chirurgiche li incontrai altre 
due volte. Una in occasione di un dolore al molare che non mi 
faceva dormire da giorni. Un piccolo essere rosa andò con i 
suoi strumenti chirurgici e lavorò alcuni minuti sul mio dente. 
Aveva usato anche una specie di laser. Sofisticato. Quella 
notte, mi ricordo, ero ben felice. Sentii i miei denti finalmente a 
posto. Aprivo e chiudevo la bocca senza sosta per controllare 
meglio e ricordo che me la ridevo da solo dentro la mia amaca. 

 
L'ayahuasca, oltre che per guarire, è usata dagli sciamani 
amazzonici per diagnosticare l'infermità. Grazie alle visioni 
riescono a visualizzare in cosa consista il male; alcuni a volte 
fanno uno scanner del corpo come con i raggi X e vedono qual 
è l'organo danneggiato. Io di questo uso dell'ayahuasca ne ho 
avuto esperienza solo una volta. Il maestro avendo sentito che 
quella notte avrei bevuto l'ayahuasca mi incaricò di 
concentrarmi su una paziente che stava da qualche giorno da 
noi. Era una signora di 28 anni che aveva problemi alle 
articolazioni da anni. Aveva provato la medicina convenzionale 
ma era solo riuscita a toglierle il dolore a tratti. Stranamente 
qui in Amazzonia questo tipo di infermità sembra piuttosto 
diffusa tra le donne: avevamo già trattato tre casi.  

 
Quella notte ero nella mia capanna lontano dalla signora 
quando le visioni iniziarono. Erano belle chiare e me le stavo 
godendo quando mi ricordai della signora e focalizzai la mia 
attenzione su di lei. La signora mi apparse in mezzo a una festa 
di spiriti della foresta. Poi, lei iniziò a farsi più piccola e 
giovane e ritornò bambina. Un essere grande dalla pelle scura 
la sollevò sulle sue spalle e la fece danzare. Aprii gli occhi 
perplesso perché non ne capivo il significato. Così mi 
concentrai un'altra volta: ecco di nuovo la signora. Stava 
partorendo. Poi, era con il bimbo tra le braccia e si arrabbiava. 
Si scuoteva tutta, tanta era la rabbia che aveva dentro di sé, 
mentre del latte iniziava a sprizzare da tutte le articolazioni: 
ginocchia, gomiti, spalle. 

 
Quando il giorno dopo il mio maestro raccontò le visioni, la 
signora disse che il dolore era iniziato poco dopo l'allattamento 
del suo primo figlio. Al tempo aveva 16 anni. Il mio maestro 
fece seguire alla signora una dieta: gusci d'uova e arance alla 
mattina come fonte di calcio, alimenti non grassi, poco sale e 
poco zucchero. E niente sesso. Purtroppo la signora non 
continuò la dieta: una notte tornò suo marito ubriaco e fecero 
sesso. "Se tu non desideri curarti e fai degli sforzi per farlo, 
mai guarirai. La volontà è fondamentale.", così commentò il 
mio maestro quando la signora se ne andò. 

 
Io sono convinto che si può guarire qualcuno 
temporaneamente, ma la cosa non dura se le condizioni di vita 
non cambiano di accordo e qui nell'Amazzonia le condizioni di 
vita delle donne sono piuttosto dure, educate a essere mogli e 
madri, spesso senza istruzione e incinte a 12 anni.  

 

 

 

 

 

 

   
Cuori di tigre (amazzonica)
El perdón ya no se convierte en una solución, es la solución. 
Por fin comprendemos que no hay que perdonar nada porque 
todo lo que vivo forma parte de una conexión de hechos y 
sucesos que se revierten en mí. En todo caso perdónate a ti 
mismo por el daño que te estás haciendo a través de los demás. 
Como reza un Curos de Milagros. “El que perdona se cura”. 

 
Eric Corbera,  
Biodecodificacion 

 

 
Negative emotional experiences that end up stored in the 
emotional body (PNEI network). Strong emotional experiences 
imprint the emotional body and maintain their energetic 
influence. Just as strong energetic experiences (e.g., a father 
yelling at his child) can create these imprints, these imprints 
can similarly be released through energetic release, as in 
ayahuasca ceremony. Once a negative energy is released, the 
emotional network gains an opportunity to return to healthier 
functioning, paving the way for physical healing​. 

 
Tafur Joseph,  
The Fellowship of the River 

 

 
Emotion arises at the place where mind and body meet. It is 
the body’s reaction to your mind—or you might say, a 
reflection of your mind in the body.​  

 
Eckhart Tolle 

 

 
Cosa succede alla benzina a contatto con il fuoco? Esplode. 
In un motore questa esplosione è controllata e porta al 
movimento. Se il meccanismo non funziona, il motore con auto 
e passeggeri salterebbe in aria. 

 
Una volta mi accadde di bere l'ayahuasca assieme ad un 
ragazzo argentino. Lui era un gran fumatore di marijuana. Gli 
avevo spiegato che, secondo molte tradizioni, le due medicine 
non andavano mischiate: gli sciamani insegnano che sono due 
spiriti femminili e che diventano gelose se le usi nella stessa 
occasione. Usciresti a cena con due amanti insieme? Per mia 
esperienza, se fumo prima, le mie visioni diventano più 
confuse, a volte troppo veloci per afferrarne un senso.  

 
Fu così che, nonostante le mie parole, un'ora dall'inizio della 
cerimonia il tipo inizia a rollarsi un joint. Accende la sua torcia 
e fa un gran casino. Ogni volta che la luce mi colpiva, sentivo 
come degli spilli infilarsi negli occhi. Imprecai. Mi prese un 
nervoso tale che sentii lo stomaco reclamare. Vomitai. Mi 
calmai e mi rimisi sull'amaca. Dopo alcuni minuti, il tipo 
continuò con la luce nei miei occhi. Una rabbia mi salì dentro e 
così il vomito. Mi piegai un'altra volta ai bordi della ​maloca​ a 
vomitare.  

 
Dopo mezz'ora, il tipo si fa un altro joint, luci di nuovo. 
Impreco maledizioni tra i denti. Un'altra volta sono in 
ginocchio a vomitare. 

 
Allora capii. Era la mia rabbia ad intossicarmi mentre il 
vomito mi puliva. La volta successiva, perché il tipo era 
inquieto, mi nascosi sotto la coperta per evitare il faro della 
sua lanterna. Iniziai a trasformare la rabbia in comprensione. 
"Poveraccio, non ce la fa proprio" mi dicevo. Niente vomito, 
finalmente. 

 
La rabbia, i rancori macchiano, intossicano e non ci 
permettono di vedere con chiarezza.  

 
Questi pensieri poi, se rimuginati, possono insediarsi nella 
coscienza. Meglio pulirli prima. L'ayahuasca, detta anche "la 
purga", è come una lavatrice dell'anima.  

 
Il giorno che lo sciamano con cui vivevo da sei mesi mi 
cacciò di casa, fui fortunato di essere ospitato da due ragazzi 
che quella stessa notte andavano a bere l'ayahuasca con uno 
sciamano ​kamsa14 ​ .​ Quella notte il ​rimedio​ mi diede una bella 
mazzata. Ero al buio in uno spazio indefinito, mille chilometri 
dalla ​maloka​. Ero piegato al suolo e vomitavo. Vomitavo tutto. 
Negli ultimi due anni ero stato cacciato per ben tre volte e 
sempre a causa della mia natura focosa. Prima dalla mia 
start-up, poi da un centro anarchico che gestivo e infine dallo 
sciamano. Tutto tornò a galla e lì per terra, tra foglie e vomito, 
vidi tutto più chiaro. Capii il perché. Vidi l'altro punto di vista 
e quella notte accadde l'inaspettato. Fino ad allora la ​madrecita 
mi aveva ben abbassato la cresta. Mi aveva sempre mostrato 
quanto piccolo fossi e distrutto l’ego. Non quella notte. Tutti 
mi hanno sempre accusato di avere modi bruschi e violenti, di 
accalorarmi troppo. La ​madrecita​ no. Sei una tigre, mi ha detto, 
e la voce della tigre è un ruggito. Questa è la tua natura. Non 
fartene una colpa.  

 
La ​madrecita​ ti porta sempre a capire che bisogna amare se 
14
una etnia indigena della Colombia che si credono i primi fruitori della
ayahuasca.
stessi. Anche i difetti che abbiamo. 

 
Dopo un bel po', quella notte, arrivò un giovane assistente 
dello sciamano. Era preoccupato nel vedermi rotolare in quel 
modo per terra e iniziò a cantarmi ​icari.​ Più cantava e più 
ridevo. ​Arrivi tardi. La guerra è già finita​. 

 
Qualcosa di simile avvenne ad una mia amica colombiana. 
La sua prima e unica cerimonia di ayahuasca fu con uno 
sciamano ​kamsa.​ Un vecchio tradizionale. Per i Kamsa la 
donna nella cerimonia deve stare in un suo luogo. Lontano dal 
fuoco e dagli uomini e se ha le mestruazioni non può 
partecipare perché credono che possa donare visioni di sangue 
agli uomini. Immaginatevi ora la situazione. La giovane è 
carina ed emancipata. Ad un certo punto dà di matto. Urla, 
piange,si muove convulsamente e il vecchio sciamano non sa 
che fare. Chiede aiuto ad altri uomini, ma anche loro non sanno 
come muoversi. Infine, prende la risoluzione di legarla ad un 
palo della maloka. A quel punto la ragazza si mette a quattro 
zampe e inizia a ruggire, così tutti gli uomini si allontanano 
intimoriti. 

 
Mi disse: "​Dopo che ho visto spiriti vivisezionarmi il 
corpo,togliermi il cuore e pulirmi organi, non ne potevo più. 
Avevo provato una paura infinita, volevo solo stare bene. Mi 
accovacciai a quattro zampe, come per rifugiarmi, e in quel 
momento vidi le mie mani trasformarsi in zampe di tigre, poi le 
braccia e infine tutto il mio corpo. Ero una donna tigre. 
Ruggii.​ ​Nessuno mi può fare del male ora." 

 
Così gioca spesso la ​madrecita.​ Prima ti pulisce e lì sono 
cazzi, poi ti rimette in sesto. Ti ridona l'amor proprio che forse 
era andato perduto. 

 
La mia amica aveva un passato duro pieno di violenza, suo 
padre viveva nella jungla per fare la cocaina e lei ne aveva 
viste di ogni: narcos, guerriglieri, armate private. A quel tempo 
in Colombia si moriva tutti i giorni specialmente se si era nella 
jungla e avevi a che fare con la droga. Quel giorno si alleggeri’ 
di qualche trauma.  

 
Questa è la ​madrecita:​ un purgatorio personale per poi 
conquistare il paradiso. 

 

 

 

 

 

   
Magia nera
YOU ARE NO EAGLES – he is saying to the philosophers – 
SO NEITHER DO YOU KNOW THE SPIRIT’S JOY IN 
TERROR. Only the eagle knows the aloneness of the heights, 
the silence of the heights, the dangers of the heights. But 
without knowing dangers, one never grows. Zarathustra’s 
basic teaching is: live dangerously. Follow the eagle to 
faraway skies; don’t be afraid, because your inner self is 
immortal. Those who are afraid of danger are the people who 
don’t know their immortal self. Their fear shows their 
ignorance and nothing else. 

 
Osho, Zarathustra. The Laughing Prophet 

 

 
Shamanism is not essentially concerned with 
“enlightenment” in the Buddhist sense or “beatitude” in the 
Christian sense: shamanism is about knowledge – of the 
unseen worlds – and power, which can be used to heal, harm 
or transform. Plant medicines can, at times, induce the direct 
revelation of ancient mystical truths. But even in those cases, 
the ego can subsume that experience of nonduality or unity 
consciousness, and appropriate it, eventually. 

 
Daniel Pinchback, When Plants Dream 

 

 

 
Una cosa del mondo dello sciamanesimo che mi ha lasciato 
sempre piuttosto incredulo è la guerra che gli sciamani 
combattono tra di loro nel mondo degli spiriti. I libri di 
Castaneda​15​ parlano spesso degli attacchi che Castaneda e don 
Juan hanno ricevuto da altri sciamani, ma la cosa mi ha sempre 
lasciato piuttosto indifferente: innanzitutto, perché non 
desidero essere uno sciamano; in secondo luogo, perché ho 
sempre pensato che gli sciamani fossero individui 
spiritualmente avanzati e, in quanto tali, non soggetti a 
emozioni negative quali odio e invidia. Alla fine mi dovetti 
ricredere. Su tutto. 

 
Venendo da più di 10 anni di Asia e frequentazioni con 
monaci buddisti, mi immaginavo che gli sciamani, i detentori 
del mondo spirituale in Amazzonia, fossero parimenti degli 
esseri liberi da emozioni negative, o almeno che ci provassero. 

 
Iniziai a ricredermi vivendo a lungo con uno sciamano in 
Colombia, chiamiamolo il signor B. 

 
B. era pieno di timori su tutto. Per esempio, mi diceva che 
aveva messo spiriti a proteggere la sua casa, ma era comunque 
in paranoia se doveva uscire e aveva dimenticato una finestra 
aperta. Ogni volta che andavo a bere l'ayahuasca con altri 
sciamani, mi raccomandava di non dire mai il suo nome e 
soprattutto di farmi pulire l'energia dallo sciamano prima di 
ritornare da lui con qualche spirito pericoloso. B. mi 
raccontava che nel suo apprendistato aveva avuto visioni di 
spiriti neri, spesso femminili, che lo tentavano con promesse, 
ma lui era sempre sfuggito temendo che fosse una qualche 
trappola di un nemico. Più passavo tempo con lui e più 
dubitavo della efficacia dell'ayahuasca nella pulizia dalle 
emozioni negative. Anzi, un giorno B. mi disse che uno 
15
​Carlos Castaneda è un antropologo e scrittore che studiando le
pratiche sciamaniche di un curandero Messicano Don Juan
sciamano deve avere un grande ego. ​Come?​ Le esperienze con 
l'ayahuasca erano delle torture per il mio ego e per tutte le 
emozioni negative che tenevo dentro di me. Tutte le tradizioni 
spirituali del mondo, tra l'altro, sono tutte d'accordo sul fatto 
che l'ego è da superare. Va bene avere dell'orgoglio, ma non 
gonfiare l'ego. Mi sembrava che le esperienze in ayahuasca e le 
parole di B. si contraddicessero. Pensai che questo uomo era 
troppo civilizzato e viveva dimezzato tra i due mondi. Persi, 
così, fiducia in lui come maestro. 

 
Eppure, anche il secondo mio maestro, un uomo della 
jungla, ogni tanto mi parlava di attacchi di sciamani nemici. 
Spesso, quando veniva colto da dolori alla testa improvvisi, si 
faceva soffiare del fumo di ​mapacho​ sulla corona della testa 
per liberarsi dal maleficio. Io lo facevo, ma sempre con una 
certa incredulità. Chi vorrebbe fare male ad un signore tanto 
buono e umile come lui. Per me erano dei semplici mal di testa 
passeggeri. Non mi ricordavo delle tre condizioni per l'efficacia 
della magia che l'antropologo Levi Strauss aveva formalizzato. 
Primo, il soggetto deve credere alla magia (ovvio se è uno 
sciamano), secondo chi fa la magia ci deve credere ( l'altro 
sciamano) e terzo il mondo dove si vive crede alla magia (tutti 
in Amazzonia). Queste condizioni mi facevano comprendere 
l'efficacia di alcuni rituali qui e al tempo stesso mi facevano 
sentire protetto, tagliato fuori da questo gioco a cui non volevo 
partecipare. Purtroppo qualcosa andò storto e io stesso mi 
ritrovai con un maleficio. 

 
Un giorno, incontrai due ragazze che erano qui per studiare 
le piante di potere e mi invitarono a bere con il loro maestro. Ci 
andai al volo e con le benedizioni del mio maestro per il quale 
più tipi di ayahuasca diversi avrei bevuto più avrei potuto 
apprendere.  

 
Il luogo del rituale era una capanna di legno nella foresta, 
non lontano da dove vivevo. Eravamo solo noi tre e lo 
sciamano, il signor R. 

 
Aspettando la sera, gli chiesi come fosse diventato sciamano 
e lui mi disse che prima era stato un militare, poi aveva 
contratto una terribile malattia sessuale che era stata curata da 
colui che sarebbe diventato il suo maestro. Fu allora che iniziò 
il suo apprendistato. Era anche un ​profumista​, un tipo di 
guaritore che lavora con essenze e profumi. Io gli raccontai che 
era più di un anno che bevevo ayahuasca che mi piaceva molto 
e per questo ero qui. 

 
Quando iniziò la cerimonia, R. mi servì mezza coppa. Io gli 
dissi di averne bisogno di una intera, altrimenti non ne avrei 
sentito gli effetti. R. iniziò a cantare, senza pausa. Le sue 
canzoni mi distraevano e un poco mi irritavano: erano noiose e 
piene di simbolismi cristiani. Così, me ne andai nella natura. 
Mi sedetti sotto un albero e vomitai persino felicemente. Ero 
felice perché, nonostante questa ayahuasca non avesse 
chacruna​16​, ​ero riuscito ad avere qualche piccola visione ( il 
Gesù della copertina del libro). Ad un certo punto, vedo una 
torcia e capisco che qualcuno mi sta cercando, ma non faccio 
niente per farmi notare. Me ne stavo ben felice sotto il cielo 
stellato. R. mi scovó e mi chiese se stavo bene. Ora meglio, gli 
risposi sorridendo. Gli dissi che avevo vomitato. Lui mi toccò 
sotto lo sterno e mi disse che era duro. Gli risposi che i muscoli 
erano ancora un po' contratti per lo sforzo ma che stavo 
16
La chacruna e’ il componente della ayahuasca che contiene DMT che
e’ considerato il fattore principale delle visioni.
perfettamente. Ero abituato a vomitare, ormai. Lui mi disse che 
vedeva qualcosa che non andava e mi chiese di seguirlo nella 
capanna. Voleva pulirmi le energie con il rituale del "succhiare 
e soffiare". Questo rituale lo avevo già visto e sperimentato 
alcune volte. Lo sciamano ti soffia del fumo sulla parte malata 
e poi si mette con la bocca vicino e fa dei rumori come se ti 
succhiasse qualcosa che sta sottopelle. Arrivati, chiuse la 
cerimonia e chiese alle ragazze di andare a dormire perché lui 
mi avrebbe fatto il rituale. Questo mi suonò strano, in quanto di 
solito i maestri condividono la pratica con gli allievi. 

 
Comunque, una volta soli mi fece sdraiare con la t-shirt 
alzata e iniziò a soffiarmi fumo sotto lo sterno.  

 
Però, c'era qualcosa che non mi quadrava: invece di mettersi 
al mio fianco, si mise tra le mie gambe e con il suo corpo iniziò 
a strisciare sul mio sesso. Mi gelai. Iniziò ad abbassarmi i 
calzoni dicendo che anche l'intestino era interessato. ​Accidenti, 
che sta succedendo?​ Di solito il rituale non dura più di pochi 
minuti ma questo si prolunga oltre il primo ​mapacho​. Alla fine 
del primo ​mapacho​ mi tiro giù la maglietta ma lui dice che 
deve concludere il rituale e la solleva ancora. Cedo. Iniziai a 
dirmi che forse stavo pensando troppo. Ma la cosa va avanti e 
gli strusci continuano. Quando vuole continuare con la terza 
sigaretta lo blocco, mi alzo e me ne vado alla mia amaca. 

 
Il giorno dopo ne parlai con le ragazze dissi loro che per me 
era un abuso sessuale. La sua allieva maggiore mi disse che 
sospettava fosse gay, ma mai avrebbe pensato che fosse giunto 
a tanto. Finita lì. Almeno così pensavo. Lo raccontai al mio 
maestro in maniera buffonesca e ci facemmo due belle risate. 
Lui aveva spesso sentito casi di abuso di donne: io ero il primo 
caso maschile di cui abbia mai sentito. Che fortuna, no? 

 
Qualche giorno dopo cucinai una nuova ayahuasca. Il 
maestro la soffiò e da solo quella notte la provai. Quella volta, 
però, c'era qualcosa di strano. Durante la cerimonia -e poi 
anche dopo- sentii un forte dolore allo stomaco. Forse ne sto 
bevendo troppa e il mio stomaco ha bisogno di una pausa, 
pensai Così feci alcuni giorni di pausa fino al giorno in cui 
un’amica mi ha chiese se potessi servirle una coppa. Chiaro 
che sì. Ero ben fiero del risultato e volevo condividerlo. Quella 
volta avevo cucinato il decotto con parecchia chacruna e si 
avevano belle visioni.  

 
Quella notte la bevemmo in una casa che una buona amica 
mi aveva offerto.  

 
Dopo un'ora dall'inizio della cerimonia, mi prende un dolore 
lancinante alla bocca dello stomaco. ​madrecita​ che succede? E 
a quel punto mi appare R. e capisco. Capisco che devo 
liberarmi da qualche cosa che mi ha messo dentro. Allora 
prendo il mio rapè del Brasile e mi sparo nelle narici due belle 
prese. Il rapė è una medicina a base di tabacco e il tabacco è 
vomitativo. E infatti inizio a vomitare. Ma il dolore non passa. 
Nelle mie visioni appare la presenza scura di R. Allora, cerco 
di immaginarmi di colpirlo con del kung fu. Una volta in Nepal 
avevo incontrato un antropologo inglese che aveva fatto 
dell’apprendistato con uno sciamano malese e mi aveva 
raccontato di un incontro con una presenza oscura e violenta. 
che creava gelo nella stanza dove stava. Mi disse che lo aveva 
scacciato con del kungfu. Come Goku del manga ‘Dragonball’ 
che proietta l'onda ​kame-kame​. Feci lo stesso. Ripresi a 
vomitare. Ringhiavo tra il dolore e la rabbia finché, stremato 
dalle forze e con lo stomaco ormai vuoto, mi addormentai. Il 
giorno dopo, venne stranamente a trovarmi il mio maestro. Era 
preoccupato per me. La notte prima aveva avuto degli incubi 
che lo avevano tenuto in ansia fino alle tre. Mi aveva visto in 
pericolo. Mi sorpresi e gli raccontai la mia notte. Allora mi 
sollevò la maglietta,mi soffiò del fumo di ​mapacho​ e poi 
succhiò. Non passarono pochi secondi che si lanciò fuori dalla 
porta a vomitare. Mi raccontò che quello sciamano mi aveva 
fatto un maleficio di modo che non potessi più bere 
l'ayahuasca. A quel punto ero davvero allibito. Non gli avevo 
mai raccontato che il dolore allo stomaco mi veniva 
effettivamente ogni volta che bevevo il ​rimedio.​ Prese uno 
straccio lo intinse di alcol, me lo sfregò sul ventre e poi gli 
diede fuoco. “Non avrai più problemi”, mi rassicurò. E così fu. 

 
Tutto era talmente lontano dai miei schemi mentali che 
ancora non mi raccapezzavo. Perché qualcuno doveva volermi 
male? Io non sono uno sciamano, non voglio partecipare a 
queste lotte di potere.  

 
Il mio maestro mi rispose che era invidia o gelosia quello 
che lo aveva spinto a farmi il sortilegio. Continuò dicendo che 
gli sciamani sono persone normali, ma solo con una forte 
connessione con il mondo degli spiriti e quindi possono usare 
questo potere anche per fare del male. Alcuni seducono donne, 
altri incantano donatori di soldi, altri arrivano pure ad uccidere 
su commissione. Gli sciamani rubano, tradiscono le mogli, 
giocano d’azzardo e abusano di droghe. Non sono migliori di 
nessuno. ” L'ayahuasca non ti fa santo.” Fece un pausa. Poi 
riprese. "Vedi, a fare il male, però, bisogna stare attenti, perché 
è facile che ti ritorni indietro. Tutto si paga." Poi mi raccontò di 
come una volta gli avessero offerto molti soldi per uccidere con 
la magia una donna, ma lui non aveva accettato perché sapeva 
che poi a pagarne le conseguenze sarebbe stato lui. Non con la 
prigione certo. Ma nella vita." 

 
Karma?​ La buttai lì io. 

 
Non conosco questa parola ma chi fa male trova male in 
ritorno. 

 
Benvenuto nel mondo degli sciamani.​ Sorrise. 

 

 

 

 

   
L'esperienza
 
Ede Frecska (2005) proposes the existence of a dual 
foundation of knowledge. The first one would be the ordinary, 
perceptual-cognitive-symbolic, which is neuroaxonally based, 
is electrochemical (based on local effects), and relies on 
sensory perception, cognitive processing, and symbolic (visual, 
verbal, logical) language. It performs modeling, with an 
implicit split subject-object: it peaks in Western scientific 
thinking. The second one is the direct-intuitive-nonlocal, its 
medium being a subneural network, such as the microtubular 
network, which connects the whole body, from head to toe, and 
based on nonlocal correlations, so small (measured in 
nanometers) that they are close to quantum physical measures. 
The cytoskeletal matrix, with 10 million more units than 
neurons may be immense enough to contain holographic 
information about the whole universe via nonlocal interaction. 
It may mediate direct, ineffable experiences without 
subject-object split. It is perhaps the realm from where 
shamans and mystics, the masters of nonlocality, after rigorous 
training and symbolic death, get their information and powers 
when in altered states of consciousness. This 
direct-intuitive-nonlocal knowledge is perhaps “The Forgotten 
Knowledge” in Western civilization, deemed nonexistent by 
academic Western science. 

 
Graham Hancock,  
The Divine Spark. 
 

 
Learning is another name for vanity. It is the effort of 
human beings not to be human beings 

 
Osamu Dazai,  
The setting sun. 

 

 
E se il DMT fosse una specie di antenna nuova che 
legandosi ai nostri neuroni li rende capaci di captare dei segnali 
altrimenti troppo deboli per giungere a noi? Sarebbe, così, 
disponibile un nuovo flusso di informazioni. Poi, il cervello lo 
rielaborerebbe in funzione del suo mondo, del suo contesto 
culturale e dell'immaginario di cui si è cibato. Per esempio, è 
una visione abbastanza comune quella degli oggetti volanti. 
Mentre gli indigeni dell'Amazzonia li descrivono come barche 
o canoe che volano, noi come astronavi. La stessa cosa, però 
interpretata secondi differenti contesti culturali. Una cosa 
analoga è osservabile rispetto alle visioni di entità femminili 
che alcuni chiamano madonne, altri Pachamama, mentre, 
chissà, magari un indù le chiamerebbe Shakti. Una volta 
durante un periodo di isolamento, senza internet e contatti 
umani, mi ero fatto una overdose di Netflix. Il giorno della 
toma​ i personaggi dei serial si erano sostituiti alle consuete 
entità: un lupo bianco enorme mi apparve come uscito da un 
cartone che stavo vedendo, personaggi di un serial poliziesco 
mi parlavano di cose che non avevano niente a che vedere con 
la loro storia. Passai tre ore immerso in Netflix, un'esperienza 
non molto spirituale. Immagina se, invece di un dio mitologico, 
ti parlasse lo scienziato pazzo Rick di Netflix: come faresti a 
prenderlo seriamente? 

 
Come ho già raccontato, in una visione,, usando la ​changa​, 
guardavo la città sotto di me come fosse una rete densissima di 
connessioni luminescenti. Le linee mi apparivano come raggi 
laser che collegavano persone, edifici, oggetti per poi sparire 
verso il cielo.  
Tutto è connesso. Così sarebbe nelle antiche tradizioni 
spirituali (alchemica, taoismo, tradizioni indigene…), e così, 
ora, è giunta a dire anche la scienza: la teoria del Chaos mostra 
che il battito di una farfalla in Cina può generare un uragano 
nei Caraibi.Non solo, ho anche letto di ricerche che mostrano 
come il campo magnetico solare, generato dalle macchie, abbia 
un effetto sull'andamento di epidemie di influenza sulla Terra​17​.  
Tutto è connesso.  

 
L'ayahuasca permetterebbe di accedere a queste sottili 
connessioni e lo sciamano se ne servirebbe per indagare lo 
stato di salute degli organi di un paziente o per vedere le cause 
di un male.  

 
L'ayahuasca ti rende più sensibile e questo può aiutare a 
capire gli stati emotivi delle persone o le energie sottili da cui 
siamo circondati. Nella mia esperienza per due volte mi è 
successo di sentire le energie dei campi elettromagnetici emessi 
da cellulari e computer dopo aver bevuto molta ayahuasca in 
periodi di isolamento. Entrambe le volte, è stato come uno 
schiaffo che mi ha fatto immediatamente spegnere quei 
dispositivi. Questi campi energetici sono più forti di quello che 
si è solito pensare e forse sono anche nocivi considerando che 
non solo avevo avuto una naturale reazione di rigetto, ma non 
avevo nemmeno mai visto una scimmia rubare un cellulare. 
Insomma, perfino le scimmie, che di solito ti strappano 
qualsiasi cosa di mano, non le ho mai viste rubare un cellulare. 
Forse loro sono più sensibili. 

 
Tornando alle presenze della ayahuasca, per me esistono, 
anche solo come archetipi presenti in un campo di coscienza 

17
The Electric Body, R. Becker, G. Selden, pg. 250
collettivo. La letteratura spirituale parla degli archivi della 
Akasha dove sono custodite le esperienze umane, secondo i 
teosofi come Stirner. Forse qualcosa di simile esiste. Quando 
parlo con Anubi o incontro Dio o il diavolo, incontro quei 
pensieri che fanno parte della coscienza umana. Poi, forse, chi 
li fa parlare è il mio inconscio. O magari li sono memorizzati 
come programmi di computer che sono in grado anche di 
rispondere. Comunque, alla fine, le domande sono sempre le 
stesse. Quindi, anche se Dio, i diavoli e Anubi esistessero in 
quanto idea o programma presente in questo campo della 
coscienza, questo non proverebbe nè negherebbe la loro 
esistenza assoluta. 

 
Se definiamo come subcoscienti quei processi che 
avvengono nel corpo/mente senza esserne coscienti quando 
siamo in stati non alterati di coscienza, visto che questi 
processi sono influenzati da tutto il mondo ne consegue che il 
nostro subconscio e’ una unità tra sé e mondo. Non ci sono 
solo le influenze dovute alla nostra storia o all'ambiente dove 
viviamo, come raccontano gli psicologi, ma anche il cibo, cosa 
beviamo, i campi elettro-magnetici che ci circondano, quelli 
gravitazionali, la luce del sole, fino alla influenza di stelle e 
pianeti. Questa mente incosciente contiene alla fine l'universo 
intero, passato presente e futuro. La divisione tra mente e 
mondo e’ fittizia, la mente e’ il mondo e viceversa. Tutto ci 
tocca, anche le stelle lontane o le cose successe un infinità di 
tempo prima. Se l'ayahuasca ti mette in contatto con questi 
processi inconsci, ti mette in contatto con il Tutto. Ecco perché 
alcuni vedono il passato, a volte eventi lontani spazialmente 
come i familiari nella propria casa o il futuro.  

La divisione tra uomo e ambiente esterno è altrettanto fittizia 
quanto quella tra mente e corpo, entrambi sono residui del 
modo cartesiano di pensare. 

 
Sono finito a fare della filosofia, cosa fuori dai miei scopi in 
quanto le idee non servono a niente se non arrivano dalla 
esperienza. 

 
Le mie prime esperienze con DiMiTri sembravano avere lo 
scopo di annichilire il mio ego. Una volta la ​changa​ mi fece 
entrare sempre più in profondità nella realtà tridimensionale in 
cui viviamo. Arrivai ad un punto in cui vedevo un atomo qui e 
uno laggiù lontano, come a qualche chilometro. Compresi il 
vuoto della materia che noi pensiamo solida, piena. Poi feci il 
viaggio inverso e vidi che non sono altro che una goccia 
nell'oceano dell'universo. Un niente. 

 
Mi mostrò le menzogne si cui mi sono cibato per anni. Tutto 
è menzogna: quello che ci hanno insegnato, quello che 
sappiamo senza averlo provato. Immagina, leggere libri e 
studiare è stato il mio mestiere per anni. Tutta una menzogna. 
La mia cultura non valeva niente. A volte, uscito dal viaggio 
con la ​changa,​ mi sembrava mi avesse stirato uno 
schiacciasassi. "Ho capito. Sono piccolo. Sono ignorante… che 
altro vuoi demolire di me" … il me che non esiste. Era la 
risposta che mi fece rabbrividire.  

 
Come in un procedimento alchemico ​solve et coagula: 
prima c'è una fase distruzione,poi una di costruzione per 
ricominciare in un ciclo infinito di purificazione. 

 
Così vidi e capii che, anche se siamo un punto nello spazio 
(ricordando che il punto è un oggetto geometrico senza una 
dimensione, e quindi infinitamente piccolo), siamo connessi 
con tutto e con tutto possiamo interagire. Così, ad esempio, gli 
sciamani riescono a guarire o a sapere chi ha rubato la gallina 
al vicino. Sì, siamo piccoli ma non insignificanti. Anzi, 
l'opposto: siamo speciali. Non semplicemente un niente, ma un 
gran bel niente. Tanto grande e bello che non si può non 
amarsi.  

 
La natura è perfetta nella sua maniera di perfezionarsi. Così 
anche noi esseri umani che siamo figli di madre natura. 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
L'eterna ricerca
Obscurum per obscurius, ignotum per ignotius 

 
Detto alchemico. 

 

 
With your feet in the air your head on the ground. 

 
 Try this trick and spin it. 

 
Your head collapse. 
 
And there is nothing in it and you'll ask yourself  

 
Where is my mind 

 
Pixies​,  
Where is my mind 

 

 
L'alba iniziava a rischiare il cielo. Quella notte avevo bevuto 
2-3 coppette, ma mi sentivo ancora ​unsatisfied​. Abbandonai la 
maloka​ e le persone che giacevano sparse al suolo e me ne 
andai sul balcone della mia stanza per godermi meglio il 
sorgere del sole sulla foresta ancora umida della notte. Mi misi 
in posizione di loto e chiusi gli occhi. Mi ritrovai di nuovo 
nello spazio-ayahuasca. Avevo commesso un errore: mi ero 
fumato mezzo ​joint​ prima. Pensavo che mi aiutasse a rilassarmi 
e a farmi dormire, invece fece l'effetto contrario. Non avevo 
considerato il fatto che il THC​18​, essendo un inibitore MAO, 

18
​La formula chimica del THC corrisponde alla molecola
delta-9-tetraidrocannabinolo, ossia alla struttura che sta alla base del
principale e più conosciuto principio attivo della cannabis.
avrebbe riattivato il DMT ancora in circolo.  

 
Nel mio petto, a livello dello sterno, si era aperto un buco 
nero. Mi ci tuffai dentro. Testa e braccia. Come nel mare. Lì 
dentro c'era quello che avevo cercato tutto il tempo. Creai un 
circolo come ​l'uroboro​, il mitico serpente che si mangia la 
coda. Entravo e ritornavo ad avere una testa che si buttava 
dentro e così via all'infinito.  

 
"Ti sei buttato dentro te stesso e che hai trovato?" Mi ha 
chiesto un'amica il giorno dopo 

 
Ho trovato che questa ricerca non ha mai fine.  

 

 

 

 

   
Epilogo
Venuto dalla luce e dagli dèi  
eccomi in esilio separato da loro​. 

 
Frammento di Turpan m7 

 

 

 
Falling 
But With Easy Heart 
- Poppies. 

 
Etsujin  

 

 
Certe volte mi sembra di non essere quello che fino ad ora 
ho pensato di essere. Come se fossi in un corpo che non è il 
mio. Quando prendevo l'ayahuasca tutti i giorni sentivo il mio 
corpo pieno di liquidi da espellere: vomito, diarrea, muco, 
lacrime, sudore. Iniziai a nominarlo​ “my water bags”​. Lo 
immaginavo come fosse un insieme di sacche piene di gelatina 
alle fragole. Come posso, io, essere queste sacche gelatinose? 

 
Nosce te ipsum​, conosci te stesso. Ma chi sono realmente? 
In passato, ho pensato di essere un ingegnere, poi un 
ricercatore, poi un artista, e mille altre cose...ma non sono 
niente di questo. L'ayahuasca mi ha mostrato cose a cui faccio 
fatica a dare una spiegazione. Frammenti di vita, come ricordi 
che sono così lontani dalla mia quotidiana esperienza da non 
riuscire a spiegarmeli. Direi che mi ha mostrato che io sono lo 
spirito che vive in questo corpo e tutte le esperienze che sto 
avendo non sono che indizi per scoprire la mia ultima natura. 
Come una caccia al tesoro, nella quale il punto non è dove sia o 
cosa sia il tesoro, ma la caccia in sè. 

 
Da tre anni ho smesso di fare piani e ho cominciato a 
lasciare che le cose mi mostrino da sè la mia via. Sto cercando 
di non legarmi a nessuna idea, a nessun piano, a nessun luogo o 
persona edi aspettare che il futuro si sveli da solo nel presente. 

 
Così succede che in Colombia, facendo couchsurfing, 
finisco da uno sciamano: la mia prima ayahuasca. Questo 
sciamano,ui poi, mi manda da un altro, un suo amico, più 
preparato. Questo a sua volta mi dona il numero di un'altro 
sciamano che vive nella selva, più a contatto con la natura ma 
mi si rompe il telefono e perdo il suo contatto. Quando trovo 
un host in couchsurfing  in quella città, scopro che è il vicino 
dello sciamano da cui dovevo andare. L'ayahuasca mi mostra, 
dopo qualche mese di vita con lui, che lo devo lasciare, ma io 
non ascolto, mi piacciono lui,la sua famiglia e il suo progetto. 
Sono ancora legato a piani. così rimango qualche mese in più 
fino a quando è lui a scacciarmi. Di nuovo sulla strada. Trovo 
ospitalità da amici di amici: due ayahuascheri hard core. Mi 
consigliano Iquitos in Perù e una domenica, al mercato delle 
medicine di Belen, un signore, incontrato per caso tra le 
bancarelle vuote per la chiusura domenicale, mi suggerisce di 
provare il ​kambo​. E così trovo l'ennesimo sciamano, e ancora 
ayahuasca. Il mio visto finisce. Mi muovo, così, verso il Brasile 
e lì cerco di entrare in contatto con il Santo Daime o la Uniao 
Do Vegetal, due chiese sincretiche che fanno uso di ayahuasca, 
ma niente funziona. Ayahuasca mi si nega. Infine, arrivo in una 
comunità indigena dove faccio la mia prima dieta di ayahuasca. 
La totale anarchia della vita degli indios sicuramente mi si 
adatta meglio di ogni chiesa. Ayahuasca. Lei mi chiama. 
Finisce il visto brasiliano e ritorno in Perù a Pucallpa. Sono in 
un hotel e mi chiama un altro sciamano invitandomi a casa sua. 
Era uno dei dieci nomi a cui avevo mandato la mia richiesta di 
couchsurfing. E ancora ayahuasca e stavolta con gli ​icari 
conibo​.  

 
Dove mi sta portando tutto questo? Non so. Vedo, però, che 
è una ricerca per svelare il mio vero io.  

 
Non siamo solo definiti dal nostro passato, dal nostro corpo, 
dalla famiglia o dalla nostra professione. La realtà non è solo 
questa matrice tridimensionale. È molto di più. Non siamo chi 
crediamo di essere ma siamo molto più. Quante delle cose che 
sappiamo vengono da esperienze e quanto da libri e scuole? 
Tutti pensano così,​ ci diciamo e lo accettiamo, senza discutere. 
E se fossero menzogne? Ci dicono che siamo tutti uguali. 
Menzogna! Ci dicono che siamo l'essere più evoluto, ma in 
realtà non lo sappiamo. Ti raccontano cosa è bene per te e 
come devi vivere e lo si accetta senza provare qualcosa di 
differente. E se tutto questo ti venisse insegnato solo per 
controllarti, per schiavizzarti? Ti spaventano così tanto che tu 
non ti muovi di lì, senza veramente sapere che c'è là fuori. 
Come una mucca, usata per produrre latte e poi macellata. Più 
guardo i nostri allevamenti e più mi accorgo che non c'è tanta 
differenza dalle nostre città. Eccoci imprigionati, in scatole di 
cemento, dalle bollette da pagare. Tutti ammassati come polli. 
Isolati sempre di più dalla natura tanto che dipendiamo, per 
nutrirci, da alcuni padroni che per noi hanno campi di grano, 
riso e soia. Gli allevamenti moderni hanno musica per l'umore 
delle mucche e noi la televisione che ci distrae. Questo vuol 
dire essere umano? A me sembra che sia una vita da bestia, 
usata e poi macellata. Proprio questo mi mostrò recentemente 
l'ayahuasca. Una volta incontrai a Iquitos una bella ragazza. 
Seguivo la ​dieta​ da un anno, quindi non toccavo una donna da 
moltissimo tempo e i miei ormoni erano a mille. La ragazza mi 
disse che faceva di lavoro la prostituta e mi propose i suoi 
servizi ad un prezzo speciale. La cosa mi tentava. La ragazza 
era dolce e aveva uno sguardo intelligente che mi eccitava. Nel 
dubbio su che fare il giorno dopo, chiesi consiglio 
all'ayahuasca. La visione iniziò mostrandomi una gabbia con 
reti di ferro. Dentro stavano ammassate molte ragazze nude. 
Capii che erano prostitute. La loro triste condizione mi fece 
domandare se con i soldi se ne potessero liberare. La ​madrecita 
mi rispose facendomi vedere altre gabbie. Gabbie enormi dove 
stavano ammassati uomini e donne. La loro pelle era grigia e 
gli sguardi spenti. Una infinità di prigioni. Una gabbia dopo 
l'altra. Siamo tutti come le prostitute, pensai. Tutti chiusi in 
gabbie. Poi, la visione si fece truculenta. Alla fine delle gabbie 
stavano dei rulli tritacarne. Da lì usciva una poltiglia rossa e 
sanguinolenta. Uomini ridotti ad un ammasso di carne, trippe e 
sangue: nulla più. È questa la vita degli uomini? Non siamo 
altro che prigionieri condotti al macello. Peggio che animali. 
Io non voglio vivere come un animale da allevamento. 
 
Un giorno il mio maestro zen cinese mi fece caricare dei 
grossi tronchi di legno sulle spalle. Sotto il peso della legna 
tenevo la testa bassa, potendo solo seguire, così, i suoi passi e 
intravedere un po' di sentiero tra le montagne. Dopo una 
mezz'ora di questa tortura, il maestro si ferma e si volta.. "Cosa 
sei?", mi domanda. Io intuisco che è una di quelle ingannevoli 
domande zen e rimango in silenzio. Sicuramente la mia 
risposta sarebbe stata sbagliata. "Sei un mulo. Ecco cosa sei. 
Caricato dal lavoro, non sai dove stai andando e non puoi 
nemmeno alzare la testa per cercare di capire dove sei. Puoi 
solo seguirmi e inginocchiarti per caricare e scaricare."  

 
Ero stato un mulo, Nietzsche direbbe un cammello, per 
molti anni, caricato di lavoro senza sapere neanche dove fossi. 
Quando decisi di abbandonare tutto, la gente intorno iniziò a 
spaventarmi. ​Senza lavoro come vivrai? E l'assicurazione 
sanitaria? La pensione per la vecchiaia? La casa?​  Mi salvò 
un’ amica offrendomi una prospettiva opposta: "Non devi aver 
paura di andare, devi aver paura di restare e di morire dentro, 
giorno dopo giorno, non facendo quello che ti fa felice. Vivere 
come uno zombie, con un cuore morto: questo dovrebbe fare 
paura."  

 
Il maestro continuò: "Ti faccio vedere come diventare 
umano" prese i tronchi da un lato e io dall'altro. "Vedi, adesso 
il peso non è più tanto. Entrambi camminiamo a testa alta e 
guardiamo dove andare. Insieme decidiamo. Collaborando. 
Non sei più solo. Ora sei un essere umano." 

 
Da quel giorno tutti i miei progetti lavorativi furono 
condivisi. Eppure non funzionavano come volevo. Le persone 
non sanno lavorare insieme, ognuno cerca il proprio interesse 
nel momento senza vedere il bene comune futuro. Gli ego 
cozzano e i progetti finiscono. Nessuno vince. Capii che non si 
può cambiare il mondo se non si cambia prima l'individuo. 
Gelosia, invidia, avidità, avarizia sono emozioni che minano il 
progetto comune. L'unica vera rivoluzione è quella interiore, 
senza questa, senza cambiare i mattoni, si può anche cambiare 
la forma dell'edificio, ma avrà gli stessi problemi dell'edificio 
precedente. Prima o poi crollerà. Per questo nessuna 
rivoluzione ha mai cambiato veramente qualcosa. Citando il 
Gattopardo “​Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna 
che tutto cambi​.” 
Bisogna evolversi dentro per evolvere fuori, nella società, 
nel mondo. 
 
In un’altra ​toma​ l’ayahuasca mi fece vedere delle maglie da 
cui passava a stento del liquido gelatinoso dai colori sgargianti 
come una macchia di gasolio sull’acqua. ​Questa e’ la verita’​ , 
mi dice in silenzio. ​Alla fine ce la fa a passare dalle maglie 
della censura e del controllo del pensiero. La trovi dove non ti 
aspetti. Non nei libri di scuola, ma piuttosto nei fumetti o nei 
racconti di fantascienza. Non al telegiornale ma nei film tra 
quelli classificati come fantastici o misteriosi. La verità 
l’hanno colta i creativi, gli artisti. e loro la possono 
comunicare perché’ nessuno ci crede. Sono i folli, i sognatori, 
gli spiriti liberi che possono parlare di tutto. La verità è là 
fuori ma nessuno l’ascolta. È dipinta dal sistema che ci vuole 
schiavizzare come delirio, come allucinazione, come fantasia.  

 
E noi siamo li. Soli, confusi, senza guida. Quando il corpo ci fa 
sentire il malessere di questa vita da allevamento, noi ci 
prendiamo un'altra pillola e tutto passa. Sofferenza: eliminata. 
Pensiero: eliminato. Lasciamo che gli altri pensino per noi. 
Così è più facile. 

 
Cosa si domanda il bruco prima di diventare farfalla? 
Sicuramente non capisce cosa gli sta succedendo. Magari si 
sente malato. Ha sempre più sonno. Il suo corpo cambia. Non 
ha più voglia di brucare. Un cancro? Probabilmente soffre e si 
chiude in un baco. Anche lui non ne potrà più. Non capisce e 
meno capisce più si preoccupa. Nessuno gli ha mai spiegato.  
E un giorno quel baco fatto dalla sua bava di sofferenza si 
aprirà e la farfalla uscirà. Ora capisce che era farfalla, lo è 
sempre stata, anche se si credeva simile ai vermi. No, lui non lo 
era. A lui piaceva da sempre guardare il cielo e quei fiori 
colorati alti lassù. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
Appendice 

 

DMT

 
Il DMT è una sostanza ampiamente presente in natura, si 
trova nella maggior parte delle piante e degli esseri viventi, tra 
cui l'uomo. 

 
Nell'uomo è creata in molte parti del corpo e la sua funzione 
è ancora oggetto di ricerca e discussione. Il DMT dentro il 
corpo umano ha vita breve in quanto viene metabolizzato 
rapidamente da un enzima presente nel corpo 
(monoaminossidasi MAO). Il DMT come sostanza 
psichedelica è frequentemente vaporizzato e inalato. Così dà 
una esperienza di 10-15 minuti massimo. Per allungare 
l'esperienza è necessario un inibitore per il MAO, quindi spesso 
si beve un the di ​rue siriana p​ rima di fumare. 

 

Bufo, 5meo-DMT

 
Questa è un'altra varietà di DMT. Si trova in molte piante 
(​mimosa hostilis​ per esempio) e in grandi quantità nella 
secrezione della pelle del rospo (​bufo​ un spagnolo) di Sonora.  

 
Anche questo si vaporizza e si inala donando una esperienza 
di 5 -15 minuti massimo. Il ​bufo​ dà quella che si chiama NDE ( 
NEAR DEATH EXPERIENCE - esperienza vicina alla morte). 
Oggi viene studiata per alleviare le ansie dei malati terminali  

 

Changa

 
La ​changa​ ė qualcosa di recente creazione. È una mistura di 
erbe che contengono inibitore MAO con il DMT (a volte si 
aggiunge ​l'hermalina​ per rendere l'esperienza più simile 
all'ayahuasca). La ​changa​ viene chiamata l'ayahuasca che si 
fuma, ma l'esperienza, per quanto visivamente possa essere più 
forte e limpida, è di durata piuttosto limitata, 10-30 minuti 
massimo.  

 

 

Yopo

 
Lo ​yopo​ è un'altra medicina ancestrale amazonica originaria 
del bacino dell'Orinoco. È una polvere fine di una semenza di 
un albero (​Anadenanthera peregrina​) che viene sniffata.  

 
L'effetto è quasi immediato ma la durata è limitata a 10-15 
minuti.  

 
Contiene DMT e 5 meo DMT.  

 

 
Ayahuasca

 
L'ayahuasca è una medicina sacra tra gli indigeni 
dell’Amazzonia. É un decotto della liana dell'ayahuasca con 
l'aggiunta di alcune piante contenenti DMT (comunemente 
chacruna​, ma si trova anche ​huambisa​ o altre liane). 

 
Ayahuasca significa ​liana della morte o degli spiriti ​ in 
Quechua, ma nell'Amazzonia è conosciuta anche con altri nomi 
come​ yage, hoasca, oni.​ . 

 
La liana della ayahuasca contiene ​harmalina​ e ​harmina​ che 
sono due entogenici, seratoninici, che fanno la funzione di 
inibitore del MAO. Questo permette che la sopravvivenza del 
DMT nel corpo per 2-4 ore. 

 
Il cocktail dei due psichedelici offre una esperienza intensa. 
In Brasile si dice che ayahuasca dia la forza ( forza 
dell'esperienza a livello fisico) e la ​chacruna​ la visione. 

 
Come gli indigeni siano giunti ad una soluzione 
farmacologica tanto sofisticata è ancora un mistero. Alcuni 
narrano che sono state le piante stesse a dare la ricetta. Altri 
che siano stati gli dei.  Forse le stesse entità extradimensionali 
che si incontrano nelle sue ​tome.​  

 

 

 

 
   
Ringraziamenti
Ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre supportato 
anche quando non capivano quello che facevo. Ringrazio mio 
padre che un giorno mi consigliò di non diventare mai un 
professionista ma di rimanere sempre un dilettante.​ Il 
professionista lavora per professione, per soldi, il dilettante 
per diletto, amore. C​ osi’ mi disse. 

 
Sono grato a tutto e a tutti, quelli che mi hanno preso a calci 
e quelli che mi hanno sostenuto. Adesso vedo chiaramente che 
le difficoltà sono importanti. Non ci sono errori ma 
opportunità. Non ci sono incidenti: gli imprevisti ti bloccano 
solo per farti rendere conto di dove sei. Eri cieco o troppo 
veloce. Ti fermi e ti accorgi che dove sei è perfetto, proprio 
dove devi essere e poi riprendi a ballare o a cavalcare. Queste 
sono lezioni che ho imparato guidando vecchie moto in giro 
per il mondo. 

 

 

 

   
L'autore
Kandido Burenson è di formazione ingegnere. Ha passato 
dieci anni nella ricerca scientifica pubblicando una dozzina di 
articoli citati più di 800 volte e conseguendo una patente per 
una invenzione. 
Ha vissuto in più di 8 paesi e girati più di 50. Ha fatto 
svariati lavori: tatuatore, artista visuale, VJ, cuoco, insegnante, 
contadino, elettricista.  
È fondatore di tre start-up tecnologiche sulla intelligenza 
artificiale di cui una ha guadagnato l'invito di Techcrunch. 
Ha venduto sulla strada i suoi fumetti e disegni.  
Fondato una comune artistico-anarchica in Cina.  
Alpinista, arrampicatore e amante degli sport estremi.  
Ufficiale di un corpo speciale dell'armata Italiana. 
Ora sta fondando un centro di medicina ancestrale in 
Amazzonia assieme ad uno sciamano peruviano. 
Kandido Burenson ha cercato di provare tutto anche se in 
fin dei conti non è mai esistito. 

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