Questo è un libro underground, fuori dai circuiti commerciali
di Amazon e delle altre case editrici che vogliono controllare la
cultura e lucrare su essa.
Ideato per una distribuzione in stile passa-parola tra persone
interessate all'argomento.
In una visione ho visto questo libro come vivo, così ho
deciso di permettere a tutti di commentarlo e di vedere le varie
edizioni man mano che si evolve.
https://docs.google.com/document/d/11RaDAABYzeX48SL
WRWijl057V9Xl_cXuRxajzdA-mbY/edit?usp=sharing
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kandido.burenson@protonmail.com
Copyright creative commons: non-commercial share-alike
4.0 international
Illustrazione della copertina: «Everything is a lie» Kandido
Burenson 2019
Preambolo
Shamanic Transpersonal psychology challenges the
privileged epistemological hegemony enjoyed by the traditional
research methods (e.g., the scientific method) and what would
normally be the accepted approach for a work such as this,
that is, conventional “bookish” research. It argues that the
normally accepted approaches to research are not the only
ways of acquiring knowledge on a given subject and are, by no
means, the best.
Stuart Douglas
The Apocalypse of the Reluctant Gnostics
Non ci sono buone ragioni che mi hanno spinto a bere
l'ayahuasca, solo amore. Me ne sono innamorato. L'ayahuasca
è una purga, ti pulisce. Purifica non solo il corpo ma la stessa
mente, come un Vipassana1. A pensarci bene, alla fine. è la
stessa cosa. Mente e corpo sono una unità inscindibile, pulire il
corpo ha effetti sulla mente.
La vita per me è superamento di se stessa. Con l'ayahuasca
io mi sento meglio, migliore.
Ci sono dei rischi, ma ai miei occhi rendono solo la
situazione più interessante. Per me, senza rischi non si ottiene
niente. Io sono convinto delle idee di Zarathustra secondo cui
l'uomo deve evolversi, superare se stesso e divenire quel Dio di
cui i buddisti parlano.
1
tipo di meditazione buddista, dove si sta in silenzio per almeno 10
giorni, contemplando le sensazioni corporee.
Oltre la morale, oltre il senso comune, fuori dalla prigione
in cui confortevolmente viviamo.
Bisogna essere prima leone per poi diventare puro come un
bambino. Così parlò Zarathustra.
Molti bevono il rimedio2 e vivono con gli sciamani per
diventarlo, per acquistare potere, per imparare a sanare. Non io.
Io trovo nell'ayahuasca uno strumento di conoscenza, per
scavare dentro di me e da qui avere accesso al mondo. La
curiosità mi spinge. La sete di esperienza.
L'ayahuasca riesce a fare salire il mistico dentro di me,
rompendo quella mente logica e razionale che ho coltivato per
decenni. Che piacere sentire la forza creativa dell'universo
attraversarti pazza e senza restrizioni e sbaragliare le
costruzioni della logica!
Questo libro nasce da un compito che l'ayahuasca mi ha
dato ed essa non mi mostrerà quello che mi interessa finché
non lo avrò svolto. Sono sempre stato riluttante a scrivere,
penso che ci siano moltissimi libri buoni (che ammuffiscono
nelle biblioteche) e che il mondo non ha bisogno di un libro in
più. Anche se ci fosse qualche idea interessante dentro, qualcun
altro l'avrebbe o la ha già avuta. Le idee stanno già in una sorta
di coscienza globale e prima o poi saltano fuori. Con questo
voglio negare i diritti d’autore: gli autori non sono altro che dei
ponti, dei tubi vuoti attraverso cui passano le idee. È
l'evoluzione che lo richiede… non poca cosa per piccoli esseri
2
el remedio, la purga, oni, la medicina, yage, huasca, la madrecita sono
tutti nomi e soprannomi dell’ayahuasca.
iamo parte di un meccanismo
umani. Il resto è ego trip. S
infinitamente più grande di noi. Tutto è immensamente più
complicato e connesso di quanto ci viene raccontato. E come
d'altra parte raccontare quello che non si può esprimere senza
finire in menzogne? Non si può conoscere l'elefante solo
toccandogli le gambe, come raccontò in una sua favola Esopo.
Quindi quello che segue sono solo menzogne.
La vita è piena di misteri: questo è il suo bello, no?
La lezione del boa
L'immagine del serpente o del drago come immagine di una
potenza cosmica si ritrova in tutte le parti del mondo,
caratterizzando in modo particolare tutte quelle arti spirituali
che, come l'alchimia, si rifanno al mondo sottile.
Incorporazione di una vibrazione sottile è, appunto, il rettile
che si muove senza zampe e grazie a un ritmo continuo di tutto
il corpo: si aggiunga che la sua natura è insieme ignea e
fredda, cosciente ed elementare.
Titus Burckhardt
Alchimia. Significato e visione del mondo
Adesso so perché sognavo serpenti: non serpenti cattivi, ma
quelli che sussurrano saggezza.
Philip K. Dick
L’occhio della Sibilla.
Tutti i Racconti 1964-1981
Una volta mi trasformai in un boa. Accadde
improvvisamente. Ero sdraiato sulla mia amaca nei postumi
delle visioni della ayahuasca, quando il mio corpo si contrasse
e iniziai a strisciare fuori dalla zanzariera fino ai bordi della
mia capanna di legno nella giungla, tambó, come viene
chiamato qui. Le braccia non mi sostenevano, al punto tale che
dovetti strisciare facendo forza sui gomiti. Misi la testa fuori
dalla capanna come per vomitare ma riuscii solo a fare uno
sbadiglio enorme. La bocca mi si era dilatata immensamente e
fu in quel momento che percepii me stesso: ero un boa.
Lacrime scorrevano sul viso.
Pensavo che così dovesse sentirsi il boa quando ingoia un
cinghiale: sbadiglia, lacrima e ogni tanto contrae l'addome per
spingere il peso più in basso. No so quanto tempo fosse passato
quando un cucciolo di cane che mi stava facendo compagnia da
alcuni giorni mi si avvicinò cercando un po' di calore nella
lunga notte. Io lo avvolsi con le mie spire. Sentivo il suo calore
contro il mio addome. Il cucciolo si acciambellò: una ciambella
in un'altra ciambella. Lui dormì. Io di tanto in tanto tanto
sbadigliavo ed emettevo rantoli dal profondo dello stomaco.
Per la maggior parte del tempo, però, me ne stavo occhi
spalancati con la testa appoggiata sulle tavole di legno al bordo
del tambò.
Posso digerire tutto, mi dicevo. Persino un elefante, se
avessi una bocca abbastanza grande. Si tratta solo di aspettare e
di pagare il suo prezzo in lacrime. A fine processo vomiterò le
ossa e sarò pieno di energia. Una volta digerita e assimilata, la
mia preda è parte di me.
Digerire è accettare e trasformare l'avversario in nutrimento.
Come non amare il tuo avversario se puoi mangiarlo e
digerirlo?
Pensieri salgono come bolle da un abisso profondo. Mi
ricordo che una volta, molti anni prima, stavo leggendo in treno
un libro di Chomsky su quello che gli Stati Uniti stavano
facendo in Sud America quando mi vennero crampi allo
stomaco e credetti di dover vomitare. Non riuscivo a digerirlo.
Quelle ingiustizie mi nausearono al punto da mettere sottosopra
il mio stomaco.
Così passai in rassegna le situazioni nella mia vita che non
mi piacevano e mi davano acidità di stomaco.
Ora posso digerire qualunque cosa e posso trasformarla,
come Shiva ha fatto con il veleno, come tutti facciamo con
l'ayahuasca: trasformiamo l'intossicante in medicina.
Digerire, assimilare, trasformare per fare parte di te, per
renderti più forte. Quello che non uccide ingrassa, si dice qui in
Amazzonia.
Un'altra volta in una 'toma'3 di ayahuasca il mio braccio
sinistro iniziò a muoversi convulsamente. Anche questa volta
stavo sdraiato sul pavimento fatto di tavole di legno
ammirando il fiume che scorre placido davanti alla capanna.
Fisso il braccio ed è mi appare come fosse stato composto
da ali di pollo e coscette. `Tutte si muovono come fossero vive.
Un pensiero mi sorprende: "Sono composto da quello che
mangio". Pollo, caimano, scimmie, pesci, rane, iguana,
tartarughe, cinghiale: tutto è dentro di me.
Amato, digerito, assimilato e trasformato.
Io sono un pollo. E pure un pesce.
Tutto è dentro di me.
Penso anche alle radici che mangio, che hanno la forma dei
miei bronchi; ai fiumi che bevo, che si snodano e intrecciano
come le mie vene. Come in uno strano gioco di specchi frattali,
3
toma significa in spagnolo bevuta, letteralmente una presa.
mi accorgo che quello che è fuori è dentro. Lo chiamano
l’universo olografico, dove in ogni singola parte c'è il tutto.
Un canto mi sorge dentro:
Tutto è dentro di me,
La tartaruga, la tigre e il caimano
Lo senti l'uccello cantare?
Anche lui è dentro di me.
E i fiumi sono come le vene
E i rami come i miei bronchi
Tutto è dentro di me.
Corro e salto son giaguaro
Come un pesce io nuoto
Tutto è dentro di me
Le nuvole e la terra,
il sole e la luna.
Tutto è dentro di me.
La vedi l'erba che cresce,
così anche i miei capelli,
Tutto è dentro di me.
Mi arrampico come una scimmia
E danzo come un ragno
Tutto è dentro di me
E io sono tutto con tutto.
L'universo è nella mia testa
E le stelle nei miei occhi
Tutto è dentro di me,
Com'è bello essere me!
La melodia era uscita un po' cheesy, come la musica di un
cartone di Walt Disney, ma mi faceva sorridere. La cantai a
squarciagola per la giungla insieme agli gli uccelli che mi
erano intorno.
Qui chiamano i canti ispirati dalla ayahuasca icari. Lo
sciamano usa gli icari che le piante gli insegnano per guarire le
persone, per far sì che l'ebbrezza dell'ayahuasca aumenti se
necessario o diminuisca quando è troppo forte e spaventa il
paziente. Mi sorprende la coincidenza che gli icari abbiano lo
stesso nome del personaggio mitologico che si costruì due ali
di cera e volò verso il sole. Anche questi icari cantati ti portano
in alto, così in alto che a volte l'esperienza è spaventosa. Tanto
lontano sei dalla tua esperienza quotidiana che si ha paura di
esserne sopraffatti, di perdere il controllo. Di non riuscire a
tornare più indietro.
Tutto è dentro di me.
Come fuori, così dentro. Lo dicevano gli alchimisti nella
vecchia Europa qualche secolo fa, ma ce ne siamo dimenticati.
Volevamo sentirci diversi, superiori, come un adolescente nei
confronti dei suoi genitori. Noi siamo parte e riflessione della
natura, nostra madre. Già lo sapevamo. Non ci accorgiamo che
la nostra sofferenza nasce dalla separazione dalla Pachamama4.
La Terra è come un corpo, ora è infetto. Mari inquinati come il
nostro sangue pieno di contaminanti chimici, i suoi polmoni
bruciati come i nostri dallo smog e dalle sigarette. Tutto si
4
Madre Terra in quechua. Pachamama é considerata una entità vivente
di cui noi siamo alcune cellule.
riflette. Le nostre ansie e infelicità creano una Terra infelice e
inquieta.
Tu pensi che un uomo soddisfatto e felice possa torturare e
uccidere anche solo una formica?
La mia trasformazione in boa durò alcune ore, sempre che
abbia senso parlare di tempo durante una sessione di
ayahuasca. Alla fine smisi di sbadigliare e ritornai nella mia
amaca a dormire.
Al mattino raccontai questa strana esperienza alla sciamano
brasiliano del gruppo indigeno degli noke kuin. Un tipo
sorridente e allegro dalla faccia paffuta. "Muito bom5, sei stato
visitato dallo spirito del grande boa. È segno del potere di
sanare."
Forse, pensai.
La gente che di solito si sottomette a questo genere di dieta6
intensa lo fa per diventare guaritore o sciamano. Questa, però,
non è la mia intenzione. Io sono qui per seguire le lezioni di
5
‘molto bene’ in brasiliano.
6
La dieta e’ il modo come in Perù le persone incrementano la
conoscenza. Dietare una pianta significa mangiare , bere, fumare tutte le
parti di una pianta per un lungo tempo, in modo che la pianta entri nel
corpo. Le dosi poi aumentano di giorno in giorno. Durante il periodo di
dieta poi si può usare l'ayahuasca, magari cotta con parti di quella
pianta, per riuscire a parlare con il suo spirito. Così gli sciamani
imparano le proprietà curative delle diverse piante. Durante la dieta
inoltre ci si deve astenere da cibi oleosi, carne di porco, peperoncino
piccante, sale e zucchero e infine dal sesso. Tutte queste privazioni
rendono il corpo molto più’ sensibile e capace di assorbire- captare
segnali deboli.
Madre Ayahuasca. Oggi ho capito che l'avversario non va
odiato. Questo dà solo bruciori di stomaco. Va amato come il
giaguaro ama il cinghiale che finirà nel suo ventre. Amare,
digerire, assimilare e diventare più forti. Così mi mostra la
natura da cui sono circondato. E la morte… la morte non è
nulla di cui preoccuparsi. Però questa è un'altra lezione.
Apocalisse
All over the world these traditions appear to commemorate
a widespread series of catastrophes. In many cases the
character of each successive cataclysm is obscured by the use
of poetic language and the piling up of metaphor and symbols.
Quite frequently, also, at least two different kinds of disaster
may be portrayed as having occurred simultaneously (most
frequently floods and earthquakes, but sometimes fire and a
terrifying darkness).
Graham Hancock,
Fingerprints of the gods
I saw passivity, resignation and despair as intended
by-products of the Lie, and any system of thought or religion
which taught those as virtues (Christianity included) as a
manifestation of the Lie.
...
Any system which says, This is a rotten world, wait for the
next, give up, do nothing, succumb—that may be the basic Lie
and if we participate in believing it and acting (or rather not
acting) on it we involve ourselves in the Lie and suffer
dreadfully ... which only reinforces that particular Lie.
Philip K. Dick
The Exegesis of Philip K. Dick
Al primo bicchierino non ero più nel tambò nella giungla
brasiliana: la mia amaca si era trasformata in una barca.. Stavo
sdraiato dentro e guardavo verso l'alto. A pensarci ora mi viene
in mente, sotto forma di immagini, come alcune tribù indiane
del Nord America seppellissero i loro morti: li deponevano in
una canoa lasciandoli in balia del fiume.
Allo stesso modo io ero in balia del fiume, il Rio delle
Amazzoni, la grande anaconda sacra, come la vedono gli
indigeni della Colombia. Fiume serpentino come l’ayahuasca
che si avvolge sugli alberi come un boa. Entrambi legati
all'archetipo del serpente.
La canoa passa lenta tra edifici anneriti, bruciati. Il cielo è
nero fuliggine e sembra notte. Attraverso una città morta.
Davanti a me piloni contorti dal calore e muri caduti: è tutto
nero. Non c'è nessuno, solo machine deformi. Sento la presenza
della morte, di un grande cataclisma. Chiedo allo spirito della
ayahuasca perché mi sta mostrando questo, ma la risposta non
arriva. La tetraggine dei luoghi mi rattrista. Mi sembra la fine
del mondo, un'apocalisse, e mi immagino che qualcosa del
genere succederà presto. Pensare alla morte dei miei familiari e
dei miei amici fa sgorgare lacrime sul mio viso.
Perché mi mostri questo? Cos'è tutta 'sta morte.
Silenzio.
Vedo acque salire e sommergere tutto. Poi, nel buio, piccole
luci colorate iniziano a brillare fosforescenti: sono forme di
vita, danzano, strane come plancton. Sono belle. A poco a poco
riempiono le acque. Sono belle.
Non è la fine del mondo.
Vedo germogli dai colori fosforescenti che si dispiegano
con belle spirali verso l'alto.
Capisco. Ignis natura restorabat integra. Il fuoco rigenera
la natura. Come dicevano gli alchimisti.
Una felicità mi riempie l'animo. Inizio a canticchiare il
canone di Pachelbel, una musica frattale, costituita da un tema
su cui si possono creare infinite variazioni. La mia musica
inizia a creare magicamente la vita davanti ai miei occhi.
Germogli dispiegano le loro foglie al tempo di musica,
sincronizzati come in un balletto. Una euforia pazza mi prende.
Più canto e più si generano nuove forme di vita in variazione
come la musica. Non solo più vegetali, ma anche semplici
forme animali. Tutto inizia ancora dall' acqua.
Che bello creare con il canto. Chissà se Dio creò così,
cantando l'universo.
La visione si affievolisce e ritorno nella mia amaca nel
tambò in mezzo alla giungla.
Mi alzo e do un'occhiata ai miei due compagni giapponesi a
cui avevo donato la mia ayahuasca. Era la loro prima volta. La
ragazza stava vomitando in qualche luogo buio non lontano dal
tambò e il ragazzo stava accucciato sul suo materassino.
Ravvivai il fuoco e iniziai a rimuginare. Chissà se era stata
l'energia di questi ragazzi del Giappone ad avermi portato
queste visioni apocalittiche. I giapponesi sono segnati dalle due
bombe atomiche. Loro provarono la piccola apocalisse e i loro
manga ne hanno ancora i segni, come incubi mai risolti.
In quel momento credetti di aver visto la fine dell'umanità,
un futuro non tanto remoto, e questo macchiava la mia
coscienza. No! Non poteva risolversi così. Era troppo per me.
Troppo triste. Non poteva terminare la sessione così.
Il fuoco attirò i miei compagni. Erano ancora nel processo.
Gli offrii un altro bicchierino di medicina. La verità è che io
stesso ne desideravo uno, avevo troppe cose nella testa che
urlavano per una risposta. Come un ubriacone cercavo un
compagno di bevute. Quella novità di avere esseri umani
intorno a me mi piaceva. Inoltre, quelle visioni di morte mi
spingevano a cercare contatto umano. Non dissi niente, però.
Ognuno aveva il suo processo quella notte e questo era il mio.
Solo il ragazzo ne chiese ancora un poco, sentiva un peso
addosso che voleva vomitare. Ne servii due bicchierini e
tornammo nelle nostre postazioni di combattimento. Io nella
mia amaca-navetta e lui sul suo materassino.
Mi concentrai. Volevo sapere se questa era la fine
dell'umanità, se i miei cari sarebbero morti…
Arrivò il fuoco in grandi vampate e il mio corpo in un
attimo si consumó fino alle ossa. In un secondo. Senza tempo
di aver paura. Poi vidi stormi di anime in spirali. Bianche,
volavano, come in un quadro di Blake sulla Divina Commedia.
Capii che morire è una cosa che abbiamo già fatto mille volte.
Le anime escono da un corpo e ne prendono un l'altro. Una
danza infinita con differenti partners. Solo che in quella
occasione c'è ne erano a milioni. Ma infine quante milioni di
volte sono morti gli uomini nella nostra storia? La morte è solo
la separazione del corpo dallo spirito, ma questo già lo sapevo
dal giorno che avevo sperimentato la secrezione del rospo di
Sonora, il bufo. Quella volta era bastata una boccata del suo
vapore per farmi afflosciare a terra e abbandonare lì al suolo il
mio corpo. Mille orgasmi esplodevano dentro di me. Ma io
dov'ero? Di certo non lì nel mio corpo che invece era a terra
immobile, senza vita. Non ho mai provato niente di tanto
piacevole. Quando ripresi coscienza dieci minuti dopo,
abbracciai lo sciamano piangendo. Volevo chiamare la mia
vecchia madre per dirle che morire è il più grande piacere della
vita. Che pazza contraddizione! Niente da temere.
- Mamma, morire è bello. È la più grande gioia della vita.
- Ma che dici figlio? Stai bene? Non farmi preoccupare.
- Io sto benissimo. Lo dico per te, che sei vecchia…
- Ma che discorsi sono… mi fai solo intimorire… non
parlare di queste cose…
….
Ho poi scoperto che il bufo viene usato per donare la NDE7
ai malati terminali al fine di tranquillizzarli. Per questo
motivo, quel giorno durante il trip dell'ayahuasca non era la
mia morte a preoccuparmi, ma la fine dell'umanità, qualcosa
che poteva toccare ai miei nipoti ancora piccoli che avrebbero
avuto paura e sofferto, ma ayahuasca non rispondeva. Se si può
urlare una domanda nella testa, ecco io la stavo urlando. Non
mollavo.
E alla fine la visione arrivò. Non tutti moriranno. Alcune
navette salveranno alcuni. Pochi. Successivamente al fuoco
7
Near Death Experience: esperienza vicina alla morte
l'acqua si riprenderà la terra.
Un'altra volta, aggiungo adesso.
Al tempo stavo isolato nella giungla, senza internet, senza
libri e prendevo ayahuasca tutti i giorni, due o tre volte al
giorno. Una volta tornato nella civiltà, iniziai a cercare
informazioni riguardo tutto quello che avevo sperimentato e
visto. Fu così che trovai molti libri che raccontano come
l'umanità sia già passata parecchie volte attraverso queste
apocalissi. Il diluvio universale affrontato da Noè con la sua
arca sono stati l'ultimo episodio riportato, ma questo sarebbe
successo molte altre volte. Altre civilizzazione sono state
cancellate da cataclismi come quello che vidi. Questo mi
spiegherebbe anche le visioni che ho avuto una volta di esseri
umani al tempo dei dinosauri. Fu un'immagine ben chiara.
C'erano uomini, non dei selvaggi. Poi mi ricordo veicoli e
dinosauri sullo sfondo che brucano. Enormi.
Quindi, forse, non è una apocalisse che deve avvenire
quanto una già avvenuta. Più vedo e più le domande
aumentano. Più vedo e più mi accorgo di sapere poco e che
l'educazione che ci viene donata dalla nostra società non è
completa. Così come l'ego ricostruisce dalle memorie una
storia che aggrada il suo presente stato, così gli esseri umani
riscrivono la storia sulla base del presente e delle idee che
vogliono tramandare. Alla fine, non si dice che chi vince scrive
la storia? Le idee e i memi che stanno vincendo adesso sono
quelli che riscrivono la storia insegnata nelle scuole. Quindi,
sono tutte menzogne, una sorta di subdola propaganda per
perpetuare il sistema di sfruttamento nel quale comodamente
viviamo.
Gli animali dentro di noi
Bruce Lamb put forward a somewhat similar suggestion,
also following research in the Amazon and also in the context
of ayahuasca:
‘
Perhaps on some unknown, unconscious level the genetic
encoder DNA provides a bridge to biological memories of all
living things, an aura of unbounded awareness manifesting
itself in the activated mind.’
Graham Hancock
Supernatural: Meetings with the Ancient Teachers of
Mankind
L'opera dell'alchimista assomiglia a quella della Natura.
Agendo in conformità al detto solve et coagula, l'alchimista
dissolve le coagulazioni imperfette dell'anima, riducendo
quest'ultima alla sua materia e infine cristallizzandola di
nuovo in una forma più nobile. Ma tutto ciò non può avvenire
che in un accordo perfetto con la Natura, cioè con un
movimento naturale dell'anima che si risveglia nel corso
dell'opera ricollegando l'umano al cosmico. La Natura viene
così spontaneamente in aiuto all'arte, a conferma della
massima alchemica che dice: " Il procedere dell'opera è molto
gradito alla Natura"
Titus Burckhardt
Alchimia. Significato e visione del mondo
DiMiTri lo incontrai per la prima volta in Messico. Avevo
sentito parlare spesso di lui in libri o film e addirittura una
volta lo avevo pure tatuato su una gamba. Eppure, il destino ci
aveva sempre tenuto separati.
A quel tempo gestivo un ostello anarchico in Chiapas. Lì
passava di tutto, viaggiatori di terra e astrali. Un amico mi offrì
di fumare changa9 assieme a lui.
Fu un'esperienza sconvolgente. La fumammo una sera sul
balcone della casa anarchica. Dopo appena due boccate i suoni
arrivano distorti. Zzz chhhh Booom. Il tempo si ferma. Un
secondo. Un minuto. Forse una eternità. Inizio a muovermi.
Vedo il mio corpo come se fosse un avatar. I peli mi si
muovono come alghe nella corrente. Guardo fuori. Tutto il
mondo creato da noi uomini assume un aspetto da videogioco 8
bit. Colori netti e contorni definiti. Irreale. Fittizio. Mi infilo i
miei occhiali e poi li levo: niente è cambiato.
Guardo il cielo e la città sotto di noi. Tutto è connesso da fili
laser. Tutto connesso a tutto e tutto con il cielo. Guardo il mio
amico. Mi sorride. Il suo sorriso è quello di un pirata mutante.
Mezza faccia è come aperta da uno squarcio e vedo il sorriso
prolungarsi fino ai molari. Così la changa mi faceva vedere la
sua leggera psoriasi sul viso. Ritorno al mio normale stato di
coscienza spossato e felice come dopo un orgasmo. Sono solo
passati 10 minuti.
Mai i miei occhi mi mostrarono una realtà tanto strana. Però
dopo due o tre volte che la presi, mi annoiai dell'effetto circo.
Certo, incredibile, ma che altro c'è "Devi chiudere gli occhi,
andare dentro" mi suggerì il navigatore astrale.
9
La changa ė DMT infuso in erbe speciali che hanno la proprietà di
prolungarne l'effetto.
E così entrai in questo mondo. A testa bassa come nel
pogo10.
Alcuni mesi dopo sono in moto verso una comunità in
Guatemala. Ho con me un bel po' di changa che nel frattempo
avevo imparato a preparare. Sulla strada davanti a me trovo
un'auto targata DMT più qualche numero. La mia strada, mi
dico. La seguo per molti chilometri.
In Guatemala vivo in un vecchio bus scolastico statunitense
trasformato in appartamento. Il posto era perfetto: sulle
montagne intorno al lago vulcanico di Atitlan, nessuna
elettricità e molto silenzio. Lì decido di dietare la changa: otto
giorni. Meditazione mattutina, niente carne e ultimo pasto alle
12.
Per fare durare l'effetto più a lungo avrei bevuto un tè di roe
siriana, u na pianta che contiene l'hermalina, il MAO inibitore11
presente nell'ayahuasca.
Il primo giorno fu traumatico. Avevo con me dei sali di
DMT che mi avevano regalato. Li ingerii. La bocca iniziò a
bruciarmi. Il sapore era disgustoso. Non c'è la feci e mi vomitai
addosso. Mi tolsi tutti i vestiti e cercai di pulire in qualche
modo finchè arrivò l'effetto.
10
il pogo e’ tipo di danza nata con la musica punk, dove i danzatori si
spingono e si calciano come se lottassero l'un con l'altro. Vista da fuori
sembra una rissa, ma nessuno si fa male generalmente.
11
I MAO inibitori sono sostanze che fanno in modo che il DMT non
venga metabolizzato velocemente dal corpo. In pratica allungano la vita
del DMT nel sangue, permettendo che raggiunga il cervello e permetta
le visioni.
E lì, nel mezzo delle pulizie mi trasformai in rospo. Ero un
rospo, nudo, accovacciato nello sporco. Il rospo dentro di me
iniziò a parlarmi. Quella fu la prima lezione che ricevetti dagli
animali. “Dentro di te c'è un rospo a cui piace lo sporco, che
mangia lo sporco”. Ruttai. “A cui piace il sesso sporco. Burp.
Eppure lo sporco non ti fa niente. Anzi, dentro sei sano. Così è
il rospo: può vivere sotto terra, lontano dal sole. Gli piace il
fresco, la notte. Sulla pelle ha un veleno che lo protegge da tutti
i batteri. Gli piace lo sporco. Ma poi chi lo dice che lo sporco è
sporco? Lui è viscido quanto il buon sesso. Per questo una
principessa può innamorarsene”. Mi ritornò in mente la mia
esperienza con il bufo, e quella strana sensazione di animale di
terra che provai appena inalai i vapori.
La volta dopo, mi ritrovai coperto di un bella pelliccia
colorata. Nel momento in cui mi metto a osservarla, vedo che
si muove: è composta da migliaia di piccoli gatti che mi
avvolgono. Sei un felino. Sei un cacciatore maooo. Di notte ti
muovi maooo. Puoi saltare e essere agile, l'altezza non ti fa
paura… maooo. Che bello andare a caccia e giocare con le
vittime...maooooo
Poi, fu la volta dei pipistrelli. Anche questa volta mi sono
ritrovato con uno splendido vestito nero (o forse era la mia
pelle?). Comunque, ero molto elegante. Appena lo tocco vedo
che è fatto di pipistrelli che, spaventati, prendono il volo e mi
gironzolano attorno. Soprassalto un po' intimorito. Il pipistrello
dentro di me mi parla. “Ma chi lo dice che siamo brutti? Siamo
bellissimi. Siamo perfetti per girare di notte. E ci piace dormire
di giorno. Come a te, appeso sulla tua amaca. Sentiamo suoni
che non si possono sentire e grazie a questo ci muoviamo senza
incidenti. Come un sesto senso. Ci piace il sangue. Come a te.
Però non lo cuciniamo”.
Il giorno dopo sgarrai la mia dieta: al mercato trovai della
carne di iguana cucinata in salsa di pomodoro. La curiosità di
provarne un pezzettino mi fece rompere il mio proposito. E
quella notte la mia pelle era quella di un rettile. Bellissima.
Brillante e dai colori sgargianti. Anche questa volta, appena la
osservo mi sembra che si muova come se fosse composta da
migliaia di serpenti che mi si avvolgono intorno al corpo. Sei
rettile. Come quello che hai mangiato. Sei una delle forme di
vita più antiche sulla terra. Puoi ipnotizzare con la tua voce. La
notte è il tuo regno di caccia.
Quella notte fumo una seconda volta e succede qualcosa di
strano. Un animale mi salta dentro non invitato come per
invadermi. All’impatto mi rotolo al suolo e chiamo il felino che
c'è in me perchè lo scacci. Sento di poter contare su di lui. Fu
una risposta istintiva: una lotta e poi sono al pavimento,
boccheggiante. Il giorno dopo il contadino mi racconta che
quella notte una faina aveva penetrato il pollaio e ucciso
qualche pollo. E se fosse quella stessa faina che mi ha
attaccato? Nonsense. Eppure mi era sembrata un faina.
Le lezioni continuarono.
Ogni volta mi sembrava di uscirne con una nuova
consapevolezza. Si, di essere animale, di avere dentro di me il
codice genetico di tutti gli animali, di avere quindi anche le
loro capacità. Le volte dopo mi concentrai chiedendo come
sviluppare quelle capacità che sono latenti dentro di me. Come
avere l'olfatto di un predatore o l'udito di un pipistrello. La
risposta fu qualcosa che non ero ancora pronto a capire: che
non ero sufficientemente pulito. Pulito?
La volta successiva provai con una quantità maggiore. Fu un
disastro. L'esperienza fu talmente forte e veloce che me la
dimenticai. Ripresi coscienza borbottando qualcosa di cui non
capivo il senso: il finale di un frase.
Se questa vita è evoluzione per cui prima eravamo animali e
adesso uomini, quale sarà il prossimo passo? Come potremo
trascendere i limiti a noi imposti da questa natura umana?
Come sbloccare qualche parte di DNA per avere più
possibilità?
Se esistono libri in cui sono scritte le risposte a tali
domande, questi sono i libri di sangue che chiamiamo corpo
umano
Guarigioni
The healing properties of ayahuasca, for Maté, reveal the
essential unity of mind and body. An experiential
transformation – the revelation induced by a true mystical
experience – “can powerfully affect the hormonal apparatus,
the nervous and immune systems, and all organs such as the
brain, the gut, and the heart.”
Daniel Pinchback, When Plants Dream
Di casi di guarigioni avvenute grazie all'ayahuasca la
letteratura è piena: da "semplici" dipendenze, a grossi problemi
psicologici come la sindrome post-traumatica da stress a veri e
propri tumori. Nella mia piccola esperienza ho incontrato un
ragazzo che guarì dal morbo di Chron, cronico appunto, quindi
per la scienza medica inguaribile, mentre lui lo curò con solo
tre tome. Un'altra volta venne nel nostro Centro un signore che
aveva un polipo allo stomaco. Alla prima bevuta, mi raccontò
che fu circondato da indigeni che ballavano intorno a lui con
piume e lance cantando un icaro e da un toro che gli pose un
corno dove lui aveva il polipo. Il toro, spinto dagli indigeni,
cercava di estrarre questa malattia che aveva radici nere ben
profonde nel corpo, ma alla fine il toro si stancò e le visioni
terminarono. Così, fu anche nella successiva toma: indigeni,
toro e una canzone di sanazione. Il terzo giorno si ripeté
nuovamente la scena, ma il toro questa volta riuscì a sradicare
il male. Poi un tuono fortissimo fece uscire dalla bocca un
fulmine. Il vecchio signore concluse il racconto dicendo "Il
fulmine fu talmente forte che pensavo mi avesse fatto saltare la
dentiera e la cercai nel vomito. Ma non c'era. Da quel giorno il
male sparì.”
L'ayahuasca sembra risolvere i problemi psicologici che
stanno alla fonte della malattia. Una terapia che ricorda la
biodecodificazione del dottor Hamer secondo cui mente e
corpo non sono due entità distinte e, pertanto, tutte le malattie
sarebbero di origine psicosomatica.
Senza impelagarmi in dibattiti medici, con sicurezza posso
raccontare due o tre casi in cui mi sono imbattuto in prima
persona.
Il primo mi è capitato dopo una vicenda un po' strana. Stavo
trattando con il kambo12 un paziente che aveva sulla pelle delle
bolle di un centimetro di diametro. Secondo quanto ci aveva
detto, erano dovute ad un'infezione da stafilococco resistente
agli antibiotici ed erano due anni che non riusciva a curarsi. Sta
di fatto che, mentre lo curavo, mi venne la stessa cosa sulla
pelle. Non capii come potessi essermi contagiato.Comunque
non ne parlai con nessuno. Il mio maestro, secondo cui le
malattie sono spiriti, mi disse che, se non avessi protetto la mia
energia, qualche spirito del paziente avrebbe potuto attaccarmi.
Infatti, lui, quando cura i pazienti, viene spesso da me e mi
chiede di soffiargli del fumo del mapacho sulla corona in cima
alla testa. Il fumo del mapacho13 viene usato nelle cerimonie
come protezione e a volte gli sciamani lo usano per curare
malattie dovute a malocchio.
Comunque l'avessi presa, era una malattia molto fastidiosa.
12
la secrezione velenosa di una rana amazzonica
13
nicotina rusticana, un tabacco piuttosto forte
Quando la bolla spunta, fa male. Poi, quando esplode, è facile
che si infetti (specialmente qui, dove la natura ribolle di germi
e batteri e le condizioni igieniche sono limitate). Ne consegue
prurito e infine una cicatrice come quella di una bruciatura.
Non ne potevo più. I miei nervi erano a fior di pelle. Non
sapendo come curarmi decisi di chiederlo alla madrecita.
Quella volta bevemmo l’ayahuasca in mezzo alla giungla.
La mia amaca era legata a due giovani alberi all'ombra di una
gigantesca lupuna: il mio albero favorito, chiamato la regina
della selva. Ha un tronco grigio e così rugoso da sembrare la
gamba di un elefante infinito.
Dopo una mezz'oretta, sentii iniziare l'effetto del rimedio.
Ad un certo punto, alla mia destra, vidi arrivare un essere
piccolino come un bambino di 4-5 anni. Non il solito elfo
deforme. Aveva la faccia gentile. Tra le mani teneva una foglia
o il guscio di una noce di una qualche strana pianta di qui. Mi
si avvicinò e ne versò il contenuto sulla mia fronte, dove si
pensa che sia situato il terzo occhio. Era un liquido iridescente
dai colori dell'arcobaleno. Lo vidi scorrere dentro il mio corpo
fino ai piedi e poi scomparire come assorbito. Poi, sentii una
voce che mi disse.
" Ringrazia la tua malattia. Come il tuo corpo vomita tutte
le tossine così sta facendo la tua pelle. Sta vomitando per il tuo
bene quello che gli fa male." Nella mente iniziai subito a
ringraziare questa malattia salmodiando un rosario di grazie.
" La devi amare. Accettare"
"La tua pelle è il confine del tuo corpo con il mondo
esterno. Tu adesso non ami dove sei. Con chi sei. Se non stai
bene, forse é meglio andare."
Era la verità. Ultimamente non stavo bene. Trovavo difficile
lavorare con i peruviani che hanno tempi e standard molto
diversi dai miei che sono quelli frenetici delle start-up.
Trovavo difficili anche le relazioni con gli altri stranieri, che
secondo me erano solo buoni a parlare. Così, quella notte presi
la risoluzione di andarmene entro la fine del mese per qualche
tempo in Colombia e Brasile. Quello fu l'ultimo giorno che le
fastidiose bolle apparirono sul mio corpo.
La seconda volta è stato durante il mese di dieta per
ayahuasca e kambo che ho fatto in Brasile. La dieta era
piuttosto ferrea. Niente sale. Niente zucchero. Niente carne di
maiale. Niente sesso.
Per qualche giorno si trasferì nel tambò vicino al mio una
signora brasiliana. Le sue intenzioni erano quelle di dietare per
una settimana, ma alla fine non lo fece. Mangiò salato e fece
sesso nella maloka con grande disappunto dei membri della
comunità indigena. Il suo approccio all'ayahuasca era
sincretico brasiliano per cui si mischiano le tradizioni indigene
con lo spiritismo Africano. Io limitavo i miei contatti al
minimo, solo quelli dettato dalla buona educazione. Il giorno
che se ne andò, lasciò a me e ai amici giapponesi mezzo pollo e
alcune uova. I miei amici cucinarono il pollo alla brace e me ne
donarono un pezzo. Era tanto che non mangiavo carne e mi
avventai con la rapacità di un leone sulla coscetta di pollo. Al
primo morso mi accorsi che qualcosa non andava: avevo quasi
finito, la coscetta che la mia bocca iniziò a bruciare. Mi accorsi
che il pollo era stato preservato nel sale. Mi sorpresi di quanto
il sale bruci le mucose se non ci sei più abituato. Comunque,
lasciai perdere il pollo.
Quando la notte bevvi l'ayahuasca, mi prese una forte
nausea. Cosa strana perché ormai non vomitavo più da tempo.
"La strega mi ha avvelenato". Queste parole rimbombarono
nella mia testa. A quel punto, vidi uno strano ragno rosa
fosforescente, le cui appendici erano simili a strumenti
chirurgici, entrare nel mio stomaco e sferruzzare. Saltai
immediatamente fuori dall’amaca e vomitai il pollo. Anche i
miei compagni non erano stati bene. Guardai le uova donate.
"Saranno marce" la buttai lì. E così erano infatti.
Questi strani esserini dalle doti chirurgiche li incontrai altre
due volte. Una in occasione di un dolore al molare che non mi
faceva dormire da giorni. Un piccolo essere rosa andò con i
suoi strumenti chirurgici e lavorò alcuni minuti sul mio dente.
Aveva usato anche una specie di laser. Sofisticato. Quella
notte, mi ricordo, ero ben felice. Sentii i miei denti finalmente a
posto. Aprivo e chiudevo la bocca senza sosta per controllare
meglio e ricordo che me la ridevo da solo dentro la mia amaca.
L'ayahuasca, oltre che per guarire, è usata dagli sciamani
amazzonici per diagnosticare l'infermità. Grazie alle visioni
riescono a visualizzare in cosa consista il male; alcuni a volte
fanno uno scanner del corpo come con i raggi X e vedono qual
è l'organo danneggiato. Io di questo uso dell'ayahuasca ne ho
avuto esperienza solo una volta. Il maestro avendo sentito che
quella notte avrei bevuto l'ayahuasca mi incaricò di
concentrarmi su una paziente che stava da qualche giorno da
noi. Era una signora di 28 anni che aveva problemi alle
articolazioni da anni. Aveva provato la medicina convenzionale
ma era solo riuscita a toglierle il dolore a tratti. Stranamente
qui in Amazzonia questo tipo di infermità sembra piuttosto
diffusa tra le donne: avevamo già trattato tre casi.
Quella notte ero nella mia capanna lontano dalla signora
quando le visioni iniziarono. Erano belle chiare e me le stavo
godendo quando mi ricordai della signora e focalizzai la mia
attenzione su di lei. La signora mi apparse in mezzo a una festa
di spiriti della foresta. Poi, lei iniziò a farsi più piccola e
giovane e ritornò bambina. Un essere grande dalla pelle scura
la sollevò sulle sue spalle e la fece danzare. Aprii gli occhi
perplesso perché non ne capivo il significato. Così mi
concentrai un'altra volta: ecco di nuovo la signora. Stava
partorendo. Poi, era con il bimbo tra le braccia e si arrabbiava.
Si scuoteva tutta, tanta era la rabbia che aveva dentro di sé,
mentre del latte iniziava a sprizzare da tutte le articolazioni:
ginocchia, gomiti, spalle.
Quando il giorno dopo il mio maestro raccontò le visioni, la
signora disse che il dolore era iniziato poco dopo l'allattamento
del suo primo figlio. Al tempo aveva 16 anni. Il mio maestro
fece seguire alla signora una dieta: gusci d'uova e arance alla
mattina come fonte di calcio, alimenti non grassi, poco sale e
poco zucchero. E niente sesso. Purtroppo la signora non
continuò la dieta: una notte tornò suo marito ubriaco e fecero
sesso. "Se tu non desideri curarti e fai degli sforzi per farlo,
mai guarirai. La volontà è fondamentale.", così commentò il
mio maestro quando la signora se ne andò.
Io sono convinto che si può guarire qualcuno
temporaneamente, ma la cosa non dura se le condizioni di vita
non cambiano di accordo e qui nell'Amazzonia le condizioni di
vita delle donne sono piuttosto dure, educate a essere mogli e
madri, spesso senza istruzione e incinte a 12 anni.
Cuori di tigre (amazzonica)
El perdón ya no se convierte en una solución, es la solución.
Por fin comprendemos que no hay que perdonar nada porque
todo lo que vivo forma parte de una conexión de hechos y
sucesos que se revierten en mí. En todo caso perdónate a ti
mismo por el daño que te estás haciendo a través de los demás.
Como reza un Curos de Milagros. “El que perdona se cura”.
Eric Corbera,
Biodecodificacion
Negative emotional experiences that end up stored in the
emotional body (PNEI network). Strong emotional experiences
imprint the emotional body and maintain their energetic
influence. Just as strong energetic experiences (e.g., a father
yelling at his child) can create these imprints, these imprints
can similarly be released through energetic release, as in
ayahuasca ceremony. Once a negative energy is released, the
emotional network gains an opportunity to return to healthier
functioning, paving the way for physical healing.
Tafur Joseph,
The Fellowship of the River
Emotion arises at the place where mind and body meet. It is
the body’s reaction to your mind—or you might say, a
reflection of your mind in the body.
Eckhart Tolle
Cosa succede alla benzina a contatto con il fuoco? Esplode.
In un motore questa esplosione è controllata e porta al
movimento. Se il meccanismo non funziona, il motore con auto
e passeggeri salterebbe in aria.
Una volta mi accadde di bere l'ayahuasca assieme ad un
ragazzo argentino. Lui era un gran fumatore di marijuana. Gli
avevo spiegato che, secondo molte tradizioni, le due medicine
non andavano mischiate: gli sciamani insegnano che sono due
spiriti femminili e che diventano gelose se le usi nella stessa
occasione. Usciresti a cena con due amanti insieme? Per mia
esperienza, se fumo prima, le mie visioni diventano più
confuse, a volte troppo veloci per afferrarne un senso.
Fu così che, nonostante le mie parole, un'ora dall'inizio della
cerimonia il tipo inizia a rollarsi un joint. Accende la sua torcia
e fa un gran casino. Ogni volta che la luce mi colpiva, sentivo
come degli spilli infilarsi negli occhi. Imprecai. Mi prese un
nervoso tale che sentii lo stomaco reclamare. Vomitai. Mi
calmai e mi rimisi sull'amaca. Dopo alcuni minuti, il tipo
continuò con la luce nei miei occhi. Una rabbia mi salì dentro e
così il vomito. Mi piegai un'altra volta ai bordi della maloca a
vomitare.
Dopo mezz'ora, il tipo si fa un altro joint, luci di nuovo.
Impreco maledizioni tra i denti. Un'altra volta sono in
ginocchio a vomitare.
Allora capii. Era la mia rabbia ad intossicarmi mentre il
vomito mi puliva. La volta successiva, perché il tipo era
inquieto, mi nascosi sotto la coperta per evitare il faro della
sua lanterna. Iniziai a trasformare la rabbia in comprensione.
"Poveraccio, non ce la fa proprio" mi dicevo. Niente vomito,
finalmente.
La rabbia, i rancori macchiano, intossicano e non ci
permettono di vedere con chiarezza.
Questi pensieri poi, se rimuginati, possono insediarsi nella
coscienza. Meglio pulirli prima. L'ayahuasca, detta anche "la
purga", è come una lavatrice dell'anima.
Il giorno che lo sciamano con cui vivevo da sei mesi mi
cacciò di casa, fui fortunato di essere ospitato da due ragazzi
che quella stessa notte andavano a bere l'ayahuasca con uno
sciamano kamsa14 . Quella notte il rimedio mi diede una bella
mazzata. Ero al buio in uno spazio indefinito, mille chilometri
dalla maloka. Ero piegato al suolo e vomitavo. Vomitavo tutto.
Negli ultimi due anni ero stato cacciato per ben tre volte e
sempre a causa della mia natura focosa. Prima dalla mia
start-up, poi da un centro anarchico che gestivo e infine dallo
sciamano. Tutto tornò a galla e lì per terra, tra foglie e vomito,
vidi tutto più chiaro. Capii il perché. Vidi l'altro punto di vista
e quella notte accadde l'inaspettato. Fino ad allora la madrecita
mi aveva ben abbassato la cresta. Mi aveva sempre mostrato
quanto piccolo fossi e distrutto l’ego. Non quella notte. Tutti
mi hanno sempre accusato di avere modi bruschi e violenti, di
accalorarmi troppo. La madrecita no. Sei una tigre, mi ha detto,
e la voce della tigre è un ruggito. Questa è la tua natura. Non
fartene una colpa.
La madrecita ti porta sempre a capire che bisogna amare se
14
una etnia indigena della Colombia che si credono i primi fruitori della
ayahuasca.
stessi. Anche i difetti che abbiamo.
Dopo un bel po', quella notte, arrivò un giovane assistente
dello sciamano. Era preoccupato nel vedermi rotolare in quel
modo per terra e iniziò a cantarmi icari. Più cantava e più
ridevo. Arrivi tardi. La guerra è già finita.
Qualcosa di simile avvenne ad una mia amica colombiana.
La sua prima e unica cerimonia di ayahuasca fu con uno
sciamano kamsa. Un vecchio tradizionale. Per i Kamsa la
donna nella cerimonia deve stare in un suo luogo. Lontano dal
fuoco e dagli uomini e se ha le mestruazioni non può
partecipare perché credono che possa donare visioni di sangue
agli uomini. Immaginatevi ora la situazione. La giovane è
carina ed emancipata. Ad un certo punto dà di matto. Urla,
piange,si muove convulsamente e il vecchio sciamano non sa
che fare. Chiede aiuto ad altri uomini, ma anche loro non sanno
come muoversi. Infine, prende la risoluzione di legarla ad un
palo della maloka. A quel punto la ragazza si mette a quattro
zampe e inizia a ruggire, così tutti gli uomini si allontanano
intimoriti.
Mi disse: "Dopo che ho visto spiriti vivisezionarmi il
corpo,togliermi il cuore e pulirmi organi, non ne potevo più.
Avevo provato una paura infinita, volevo solo stare bene. Mi
accovacciai a quattro zampe, come per rifugiarmi, e in quel
momento vidi le mie mani trasformarsi in zampe di tigre, poi le
braccia e infine tutto il mio corpo. Ero una donna tigre.
Ruggii. Nessuno mi può fare del male ora."
Così gioca spesso la madrecita. Prima ti pulisce e lì sono
cazzi, poi ti rimette in sesto. Ti ridona l'amor proprio che forse
era andato perduto.
La mia amica aveva un passato duro pieno di violenza, suo
padre viveva nella jungla per fare la cocaina e lei ne aveva
viste di ogni: narcos, guerriglieri, armate private. A quel tempo
in Colombia si moriva tutti i giorni specialmente se si era nella
jungla e avevi a che fare con la droga. Quel giorno si alleggeri’
di qualche trauma.
Questa è la madrecita: un purgatorio personale per poi
conquistare il paradiso.
Magia nera
YOU ARE NO EAGLES – he is saying to the philosophers –
SO NEITHER DO YOU KNOW THE SPIRIT’S JOY IN
TERROR. Only the eagle knows the aloneness of the heights,
the silence of the heights, the dangers of the heights. But
without knowing dangers, one never grows. Zarathustra’s
basic teaching is: live dangerously. Follow the eagle to
faraway skies; don’t be afraid, because your inner self is
immortal. Those who are afraid of danger are the people who
don’t know their immortal self. Their fear shows their
ignorance and nothing else.
Osho, Zarathustra. The Laughing Prophet
Shamanism is not essentially concerned with
“enlightenment” in the Buddhist sense or “beatitude” in the
Christian sense: shamanism is about knowledge – of the
unseen worlds – and power, which can be used to heal, harm
or transform. Plant medicines can, at times, induce the direct
revelation of ancient mystical truths. But even in those cases,
the ego can subsume that experience of nonduality or unity
consciousness, and appropriate it, eventually.
Daniel Pinchback, When Plants Dream
Una cosa del mondo dello sciamanesimo che mi ha lasciato
sempre piuttosto incredulo è la guerra che gli sciamani
combattono tra di loro nel mondo degli spiriti. I libri di
Castaneda15 parlano spesso degli attacchi che Castaneda e don
Juan hanno ricevuto da altri sciamani, ma la cosa mi ha sempre
lasciato piuttosto indifferente: innanzitutto, perché non
desidero essere uno sciamano; in secondo luogo, perché ho
sempre pensato che gli sciamani fossero individui
spiritualmente avanzati e, in quanto tali, non soggetti a
emozioni negative quali odio e invidia. Alla fine mi dovetti
ricredere. Su tutto.
Venendo da più di 10 anni di Asia e frequentazioni con
monaci buddisti, mi immaginavo che gli sciamani, i detentori
del mondo spirituale in Amazzonia, fossero parimenti degli
esseri liberi da emozioni negative, o almeno che ci provassero.
Iniziai a ricredermi vivendo a lungo con uno sciamano in
Colombia, chiamiamolo il signor B.
B. era pieno di timori su tutto. Per esempio, mi diceva che
aveva messo spiriti a proteggere la sua casa, ma era comunque
in paranoia se doveva uscire e aveva dimenticato una finestra
aperta. Ogni volta che andavo a bere l'ayahuasca con altri
sciamani, mi raccomandava di non dire mai il suo nome e
soprattutto di farmi pulire l'energia dallo sciamano prima di
ritornare da lui con qualche spirito pericoloso. B. mi
raccontava che nel suo apprendistato aveva avuto visioni di
spiriti neri, spesso femminili, che lo tentavano con promesse,
ma lui era sempre sfuggito temendo che fosse una qualche
trappola di un nemico. Più passavo tempo con lui e più
dubitavo della efficacia dell'ayahuasca nella pulizia dalle
emozioni negative. Anzi, un giorno B. mi disse che uno
15
Carlos Castaneda è un antropologo e scrittore che studiando le
pratiche sciamaniche di un curandero Messicano Don Juan
sciamano deve avere un grande ego. Come? Le esperienze con
l'ayahuasca erano delle torture per il mio ego e per tutte le
emozioni negative che tenevo dentro di me. Tutte le tradizioni
spirituali del mondo, tra l'altro, sono tutte d'accordo sul fatto
che l'ego è da superare. Va bene avere dell'orgoglio, ma non
gonfiare l'ego. Mi sembrava che le esperienze in ayahuasca e le
parole di B. si contraddicessero. Pensai che questo uomo era
troppo civilizzato e viveva dimezzato tra i due mondi. Persi,
così, fiducia in lui come maestro.
Eppure, anche il secondo mio maestro, un uomo della
jungla, ogni tanto mi parlava di attacchi di sciamani nemici.
Spesso, quando veniva colto da dolori alla testa improvvisi, si
faceva soffiare del fumo di mapacho sulla corona della testa
per liberarsi dal maleficio. Io lo facevo, ma sempre con una
certa incredulità. Chi vorrebbe fare male ad un signore tanto
buono e umile come lui. Per me erano dei semplici mal di testa
passeggeri. Non mi ricordavo delle tre condizioni per l'efficacia
della magia che l'antropologo Levi Strauss aveva formalizzato.
Primo, il soggetto deve credere alla magia (ovvio se è uno
sciamano), secondo chi fa la magia ci deve credere ( l'altro
sciamano) e terzo il mondo dove si vive crede alla magia (tutti
in Amazzonia). Queste condizioni mi facevano comprendere
l'efficacia di alcuni rituali qui e al tempo stesso mi facevano
sentire protetto, tagliato fuori da questo gioco a cui non volevo
partecipare. Purtroppo qualcosa andò storto e io stesso mi
ritrovai con un maleficio.
Un giorno, incontrai due ragazze che erano qui per studiare
le piante di potere e mi invitarono a bere con il loro maestro. Ci
andai al volo e con le benedizioni del mio maestro per il quale
più tipi di ayahuasca diversi avrei bevuto più avrei potuto
apprendere.
Il luogo del rituale era una capanna di legno nella foresta,
non lontano da dove vivevo. Eravamo solo noi tre e lo
sciamano, il signor R.
Aspettando la sera, gli chiesi come fosse diventato sciamano
e lui mi disse che prima era stato un militare, poi aveva
contratto una terribile malattia sessuale che era stata curata da
colui che sarebbe diventato il suo maestro. Fu allora che iniziò
il suo apprendistato. Era anche un profumista, un tipo di
guaritore che lavora con essenze e profumi. Io gli raccontai che
era più di un anno che bevevo ayahuasca che mi piaceva molto
e per questo ero qui.
Quando iniziò la cerimonia, R. mi servì mezza coppa. Io gli
dissi di averne bisogno di una intera, altrimenti non ne avrei
sentito gli effetti. R. iniziò a cantare, senza pausa. Le sue
canzoni mi distraevano e un poco mi irritavano: erano noiose e
piene di simbolismi cristiani. Così, me ne andai nella natura.
Mi sedetti sotto un albero e vomitai persino felicemente. Ero
felice perché, nonostante questa ayahuasca non avesse
chacruna16, ero riuscito ad avere qualche piccola visione ( il
Gesù della copertina del libro). Ad un certo punto, vedo una
torcia e capisco che qualcuno mi sta cercando, ma non faccio
niente per farmi notare. Me ne stavo ben felice sotto il cielo
stellato. R. mi scovó e mi chiese se stavo bene. Ora meglio, gli
risposi sorridendo. Gli dissi che avevo vomitato. Lui mi toccò
sotto lo sterno e mi disse che era duro. Gli risposi che i muscoli
erano ancora un po' contratti per lo sforzo ma che stavo
16
La chacruna e’ il componente della ayahuasca che contiene DMT che
e’ considerato il fattore principale delle visioni.
perfettamente. Ero abituato a vomitare, ormai. Lui mi disse che
vedeva qualcosa che non andava e mi chiese di seguirlo nella
capanna. Voleva pulirmi le energie con il rituale del "succhiare
e soffiare". Questo rituale lo avevo già visto e sperimentato
alcune volte. Lo sciamano ti soffia del fumo sulla parte malata
e poi si mette con la bocca vicino e fa dei rumori come se ti
succhiasse qualcosa che sta sottopelle. Arrivati, chiuse la
cerimonia e chiese alle ragazze di andare a dormire perché lui
mi avrebbe fatto il rituale. Questo mi suonò strano, in quanto di
solito i maestri condividono la pratica con gli allievi.
Comunque, una volta soli mi fece sdraiare con la t-shirt
alzata e iniziò a soffiarmi fumo sotto lo sterno.
Però, c'era qualcosa che non mi quadrava: invece di mettersi
al mio fianco, si mise tra le mie gambe e con il suo corpo iniziò
a strisciare sul mio sesso. Mi gelai. Iniziò ad abbassarmi i
calzoni dicendo che anche l'intestino era interessato. Accidenti,
che sta succedendo? Di solito il rituale non dura più di pochi
minuti ma questo si prolunga oltre il primo mapacho. Alla fine
del primo mapacho mi tiro giù la maglietta ma lui dice che
deve concludere il rituale e la solleva ancora. Cedo. Iniziai a
dirmi che forse stavo pensando troppo. Ma la cosa va avanti e
gli strusci continuano. Quando vuole continuare con la terza
sigaretta lo blocco, mi alzo e me ne vado alla mia amaca.
Il giorno dopo ne parlai con le ragazze dissi loro che per me
era un abuso sessuale. La sua allieva maggiore mi disse che
sospettava fosse gay, ma mai avrebbe pensato che fosse giunto
a tanto. Finita lì. Almeno così pensavo. Lo raccontai al mio
maestro in maniera buffonesca e ci facemmo due belle risate.
Lui aveva spesso sentito casi di abuso di donne: io ero il primo
caso maschile di cui abbia mai sentito. Che fortuna, no?
Qualche giorno dopo cucinai una nuova ayahuasca. Il
maestro la soffiò e da solo quella notte la provai. Quella volta,
però, c'era qualcosa di strano. Durante la cerimonia -e poi
anche dopo- sentii un forte dolore allo stomaco. Forse ne sto
bevendo troppa e il mio stomaco ha bisogno di una pausa,
pensai Così feci alcuni giorni di pausa fino al giorno in cui
un’amica mi ha chiese se potessi servirle una coppa. Chiaro
che sì. Ero ben fiero del risultato e volevo condividerlo. Quella
volta avevo cucinato il decotto con parecchia chacruna e si
avevano belle visioni.
Quella notte la bevemmo in una casa che una buona amica
mi aveva offerto.
Dopo un'ora dall'inizio della cerimonia, mi prende un dolore
lancinante alla bocca dello stomaco. madrecita che succede? E
a quel punto mi appare R. e capisco. Capisco che devo
liberarmi da qualche cosa che mi ha messo dentro. Allora
prendo il mio rapè del Brasile e mi sparo nelle narici due belle
prese. Il rapė è una medicina a base di tabacco e il tabacco è
vomitativo. E infatti inizio a vomitare. Ma il dolore non passa.
Nelle mie visioni appare la presenza scura di R. Allora, cerco
di immaginarmi di colpirlo con del kung fu. Una volta in Nepal
avevo incontrato un antropologo inglese che aveva fatto
dell’apprendistato con uno sciamano malese e mi aveva
raccontato di un incontro con una presenza oscura e violenta.
che creava gelo nella stanza dove stava. Mi disse che lo aveva
scacciato con del kungfu. Come Goku del manga ‘Dragonball’
che proietta l'onda kame-kame. Feci lo stesso. Ripresi a
vomitare. Ringhiavo tra il dolore e la rabbia finché, stremato
dalle forze e con lo stomaco ormai vuoto, mi addormentai. Il
giorno dopo, venne stranamente a trovarmi il mio maestro. Era
preoccupato per me. La notte prima aveva avuto degli incubi
che lo avevano tenuto in ansia fino alle tre. Mi aveva visto in
pericolo. Mi sorpresi e gli raccontai la mia notte. Allora mi
sollevò la maglietta,mi soffiò del fumo di mapacho e poi
succhiò. Non passarono pochi secondi che si lanciò fuori dalla
porta a vomitare. Mi raccontò che quello sciamano mi aveva
fatto un maleficio di modo che non potessi più bere
l'ayahuasca. A quel punto ero davvero allibito. Non gli avevo
mai raccontato che il dolore allo stomaco mi veniva
effettivamente ogni volta che bevevo il rimedio. Prese uno
straccio lo intinse di alcol, me lo sfregò sul ventre e poi gli
diede fuoco. “Non avrai più problemi”, mi rassicurò. E così fu.
Tutto era talmente lontano dai miei schemi mentali che
ancora non mi raccapezzavo. Perché qualcuno doveva volermi
male? Io non sono uno sciamano, non voglio partecipare a
queste lotte di potere.
Il mio maestro mi rispose che era invidia o gelosia quello
che lo aveva spinto a farmi il sortilegio. Continuò dicendo che
gli sciamani sono persone normali, ma solo con una forte
connessione con il mondo degli spiriti e quindi possono usare
questo potere anche per fare del male. Alcuni seducono donne,
altri incantano donatori di soldi, altri arrivano pure ad uccidere
su commissione. Gli sciamani rubano, tradiscono le mogli,
giocano d’azzardo e abusano di droghe. Non sono migliori di
nessuno. ” L'ayahuasca non ti fa santo.” Fece un pausa. Poi
riprese. "Vedi, a fare il male, però, bisogna stare attenti, perché
è facile che ti ritorni indietro. Tutto si paga." Poi mi raccontò di
come una volta gli avessero offerto molti soldi per uccidere con
la magia una donna, ma lui non aveva accettato perché sapeva
che poi a pagarne le conseguenze sarebbe stato lui. Non con la
prigione certo. Ma nella vita."
Karma? La buttai lì io.
Non conosco questa parola ma chi fa male trova male in
ritorno.
Benvenuto nel mondo degli sciamani. Sorrise.
L'esperienza
Ede Frecska (2005) proposes the existence of a dual
foundation of knowledge. The first one would be the ordinary,
perceptual-cognitive-symbolic, which is neuroaxonally based,
is electrochemical (based on local effects), and relies on
sensory perception, cognitive processing, and symbolic (visual,
verbal, logical) language. It performs modeling, with an
implicit split subject-object: it peaks in Western scientific
thinking. The second one is the direct-intuitive-nonlocal, its
medium being a subneural network, such as the microtubular
network, which connects the whole body, from head to toe, and
based on nonlocal correlations, so small (measured in
nanometers) that they are close to quantum physical measures.
The cytoskeletal matrix, with 10 million more units than
neurons may be immense enough to contain holographic
information about the whole universe via nonlocal interaction.
It may mediate direct, ineffable experiences without
subject-object split. It is perhaps the realm from where
shamans and mystics, the masters of nonlocality, after rigorous
training and symbolic death, get their information and powers
when in altered states of consciousness. This
direct-intuitive-nonlocal knowledge is perhaps “The Forgotten
Knowledge” in Western civilization, deemed nonexistent by
academic Western science.
Graham Hancock,
The Divine Spark.
Learning is another name for vanity. It is the effort of
human beings not to be human beings
Osamu Dazai,
The setting sun.
E se il DMT fosse una specie di antenna nuova che
legandosi ai nostri neuroni li rende capaci di captare dei segnali
altrimenti troppo deboli per giungere a noi? Sarebbe, così,
disponibile un nuovo flusso di informazioni. Poi, il cervello lo
rielaborerebbe in funzione del suo mondo, del suo contesto
culturale e dell'immaginario di cui si è cibato. Per esempio, è
una visione abbastanza comune quella degli oggetti volanti.
Mentre gli indigeni dell'Amazzonia li descrivono come barche
o canoe che volano, noi come astronavi. La stessa cosa, però
interpretata secondi differenti contesti culturali. Una cosa
analoga è osservabile rispetto alle visioni di entità femminili
che alcuni chiamano madonne, altri Pachamama, mentre,
chissà, magari un indù le chiamerebbe Shakti. Una volta
durante un periodo di isolamento, senza internet e contatti
umani, mi ero fatto una overdose di Netflix. Il giorno della
toma i personaggi dei serial si erano sostituiti alle consuete
entità: un lupo bianco enorme mi apparve come uscito da un
cartone che stavo vedendo, personaggi di un serial poliziesco
mi parlavano di cose che non avevano niente a che vedere con
la loro storia. Passai tre ore immerso in Netflix, un'esperienza
non molto spirituale. Immagina se, invece di un dio mitologico,
ti parlasse lo scienziato pazzo Rick di Netflix: come faresti a
prenderlo seriamente?
Come ho già raccontato, in una visione,, usando la changa,
guardavo la città sotto di me come fosse una rete densissima di
connessioni luminescenti. Le linee mi apparivano come raggi
laser che collegavano persone, edifici, oggetti per poi sparire
verso il cielo.
Tutto è connesso. Così sarebbe nelle antiche tradizioni
spirituali (alchemica, taoismo, tradizioni indigene…), e così,
ora, è giunta a dire anche la scienza: la teoria del Chaos mostra
che il battito di una farfalla in Cina può generare un uragano
nei Caraibi.Non solo, ho anche letto di ricerche che mostrano
come il campo magnetico solare, generato dalle macchie, abbia
un effetto sull'andamento di epidemie di influenza sulla Terra17.
Tutto è connesso.
L'ayahuasca permetterebbe di accedere a queste sottili
connessioni e lo sciamano se ne servirebbe per indagare lo
stato di salute degli organi di un paziente o per vedere le cause
di un male.
L'ayahuasca ti rende più sensibile e questo può aiutare a
capire gli stati emotivi delle persone o le energie sottili da cui
siamo circondati. Nella mia esperienza per due volte mi è
successo di sentire le energie dei campi elettromagnetici emessi
da cellulari e computer dopo aver bevuto molta ayahuasca in
periodi di isolamento. Entrambe le volte, è stato come uno
schiaffo che mi ha fatto immediatamente spegnere quei
dispositivi. Questi campi energetici sono più forti di quello che
si è solito pensare e forse sono anche nocivi considerando che
non solo avevo avuto una naturale reazione di rigetto, ma non
avevo nemmeno mai visto una scimmia rubare un cellulare.
Insomma, perfino le scimmie, che di solito ti strappano
qualsiasi cosa di mano, non le ho mai viste rubare un cellulare.
Forse loro sono più sensibili.
Tornando alle presenze della ayahuasca, per me esistono,
anche solo come archetipi presenti in un campo di coscienza
17
The Electric Body, R. Becker, G. Selden, pg. 250
collettivo. La letteratura spirituale parla degli archivi della
Akasha dove sono custodite le esperienze umane, secondo i
teosofi come Stirner. Forse qualcosa di simile esiste. Quando
parlo con Anubi o incontro Dio o il diavolo, incontro quei
pensieri che fanno parte della coscienza umana. Poi, forse, chi
li fa parlare è il mio inconscio. O magari li sono memorizzati
come programmi di computer che sono in grado anche di
rispondere. Comunque, alla fine, le domande sono sempre le
stesse. Quindi, anche se Dio, i diavoli e Anubi esistessero in
quanto idea o programma presente in questo campo della
coscienza, questo non proverebbe nè negherebbe la loro
esistenza assoluta.
Se definiamo come subcoscienti quei processi che
avvengono nel corpo/mente senza esserne coscienti quando
siamo in stati non alterati di coscienza, visto che questi
processi sono influenzati da tutto il mondo ne consegue che il
nostro subconscio e’ una unità tra sé e mondo. Non ci sono
solo le influenze dovute alla nostra storia o all'ambiente dove
viviamo, come raccontano gli psicologi, ma anche il cibo, cosa
beviamo, i campi elettro-magnetici che ci circondano, quelli
gravitazionali, la luce del sole, fino alla influenza di stelle e
pianeti. Questa mente incosciente contiene alla fine l'universo
intero, passato presente e futuro. La divisione tra mente e
mondo e’ fittizia, la mente e’ il mondo e viceversa. Tutto ci
tocca, anche le stelle lontane o le cose successe un infinità di
tempo prima. Se l'ayahuasca ti mette in contatto con questi
processi inconsci, ti mette in contatto con il Tutto. Ecco perché
alcuni vedono il passato, a volte eventi lontani spazialmente
come i familiari nella propria casa o il futuro.
La divisione tra uomo e ambiente esterno è altrettanto fittizia
quanto quella tra mente e corpo, entrambi sono residui del
modo cartesiano di pensare.
Sono finito a fare della filosofia, cosa fuori dai miei scopi in
quanto le idee non servono a niente se non arrivano dalla
esperienza.
Le mie prime esperienze con DiMiTri sembravano avere lo
scopo di annichilire il mio ego. Una volta la changa mi fece
entrare sempre più in profondità nella realtà tridimensionale in
cui viviamo. Arrivai ad un punto in cui vedevo un atomo qui e
uno laggiù lontano, come a qualche chilometro. Compresi il
vuoto della materia che noi pensiamo solida, piena. Poi feci il
viaggio inverso e vidi che non sono altro che una goccia
nell'oceano dell'universo. Un niente.
Mi mostrò le menzogne si cui mi sono cibato per anni. Tutto
è menzogna: quello che ci hanno insegnato, quello che
sappiamo senza averlo provato. Immagina, leggere libri e
studiare è stato il mio mestiere per anni. Tutta una menzogna.
La mia cultura non valeva niente. A volte, uscito dal viaggio
con la changa, mi sembrava mi avesse stirato uno
schiacciasassi. "Ho capito. Sono piccolo. Sono ignorante… che
altro vuoi demolire di me" … il me che non esiste. Era la
risposta che mi fece rabbrividire.
Come in un procedimento alchemico solve et coagula:
prima c'è una fase distruzione,poi una di costruzione per
ricominciare in un ciclo infinito di purificazione.
Così vidi e capii che, anche se siamo un punto nello spazio
(ricordando che il punto è un oggetto geometrico senza una
dimensione, e quindi infinitamente piccolo), siamo connessi
con tutto e con tutto possiamo interagire. Così, ad esempio, gli
sciamani riescono a guarire o a sapere chi ha rubato la gallina
al vicino. Sì, siamo piccoli ma non insignificanti. Anzi,
l'opposto: siamo speciali. Non semplicemente un niente, ma un
gran bel niente. Tanto grande e bello che non si può non
amarsi.
La natura è perfetta nella sua maniera di perfezionarsi. Così
anche noi esseri umani che siamo figli di madre natura.
L'eterna ricerca
Obscurum per obscurius, ignotum per ignotius
Detto alchemico.
With your feet in the air your head on the ground.
Try this trick and spin it.
Your head collapse.
And there is nothing in it and you'll ask yourself
Where is my mind
Pixies,
Where is my mind
L'alba iniziava a rischiare il cielo. Quella notte avevo bevuto
2-3 coppette, ma mi sentivo ancora unsatisfied. Abbandonai la
maloka e le persone che giacevano sparse al suolo e me ne
andai sul balcone della mia stanza per godermi meglio il
sorgere del sole sulla foresta ancora umida della notte. Mi misi
in posizione di loto e chiusi gli occhi. Mi ritrovai di nuovo
nello spazio-ayahuasca. Avevo commesso un errore: mi ero
fumato mezzo joint prima. Pensavo che mi aiutasse a rilassarmi
e a farmi dormire, invece fece l'effetto contrario. Non avevo
considerato il fatto che il THC18, essendo un inibitore MAO,
18
La formula chimica del THC corrisponde alla molecola
delta-9-tetraidrocannabinolo, ossia alla struttura che sta alla base del
principale e più conosciuto principio attivo della cannabis.
avrebbe riattivato il DMT ancora in circolo.
Nel mio petto, a livello dello sterno, si era aperto un buco
nero. Mi ci tuffai dentro. Testa e braccia. Come nel mare. Lì
dentro c'era quello che avevo cercato tutto il tempo. Creai un
circolo come l'uroboro, il mitico serpente che si mangia la
coda. Entravo e ritornavo ad avere una testa che si buttava
dentro e così via all'infinito.
"Ti sei buttato dentro te stesso e che hai trovato?" Mi ha
chiesto un'amica il giorno dopo
Ho trovato che questa ricerca non ha mai fine.
Epilogo
Venuto dalla luce e dagli dèi
eccomi in esilio separato da loro.
Frammento di Turpan m7
Falling
But With Easy Heart
- Poppies.
Etsujin
Certe volte mi sembra di non essere quello che fino ad ora
ho pensato di essere. Come se fossi in un corpo che non è il
mio. Quando prendevo l'ayahuasca tutti i giorni sentivo il mio
corpo pieno di liquidi da espellere: vomito, diarrea, muco,
lacrime, sudore. Iniziai a nominarlo “my water bags”. Lo
immaginavo come fosse un insieme di sacche piene di gelatina
alle fragole. Come posso, io, essere queste sacche gelatinose?
Nosce te ipsum, conosci te stesso. Ma chi sono realmente?
In passato, ho pensato di essere un ingegnere, poi un
ricercatore, poi un artista, e mille altre cose...ma non sono
niente di questo. L'ayahuasca mi ha mostrato cose a cui faccio
fatica a dare una spiegazione. Frammenti di vita, come ricordi
che sono così lontani dalla mia quotidiana esperienza da non
riuscire a spiegarmeli. Direi che mi ha mostrato che io sono lo
spirito che vive in questo corpo e tutte le esperienze che sto
avendo non sono che indizi per scoprire la mia ultima natura.
Come una caccia al tesoro, nella quale il punto non è dove sia o
cosa sia il tesoro, ma la caccia in sè.
Da tre anni ho smesso di fare piani e ho cominciato a
lasciare che le cose mi mostrino da sè la mia via. Sto cercando
di non legarmi a nessuna idea, a nessun piano, a nessun luogo o
persona edi aspettare che il futuro si sveli da solo nel presente.
Così succede che in Colombia, facendo couchsurfing,
finisco da uno sciamano: la mia prima ayahuasca. Questo
sciamano,ui poi, mi manda da un altro, un suo amico, più
preparato. Questo a sua volta mi dona il numero di un'altro
sciamano che vive nella selva, più a contatto con la natura ma
mi si rompe il telefono e perdo il suo contatto. Quando trovo
un host in couchsurfing in quella città, scopro che è il vicino
dello sciamano da cui dovevo andare. L'ayahuasca mi mostra,
dopo qualche mese di vita con lui, che lo devo lasciare, ma io
non ascolto, mi piacciono lui,la sua famiglia e il suo progetto.
Sono ancora legato a piani. così rimango qualche mese in più
fino a quando è lui a scacciarmi. Di nuovo sulla strada. Trovo
ospitalità da amici di amici: due ayahuascheri hard core. Mi
consigliano Iquitos in Perù e una domenica, al mercato delle
medicine di Belen, un signore, incontrato per caso tra le
bancarelle vuote per la chiusura domenicale, mi suggerisce di
provare il kambo. E così trovo l'ennesimo sciamano, e ancora
ayahuasca. Il mio visto finisce. Mi muovo, così, verso il Brasile
e lì cerco di entrare in contatto con il Santo Daime o la Uniao
Do Vegetal, due chiese sincretiche che fanno uso di ayahuasca,
ma niente funziona. Ayahuasca mi si nega. Infine, arrivo in una
comunità indigena dove faccio la mia prima dieta di ayahuasca.
La totale anarchia della vita degli indios sicuramente mi si
adatta meglio di ogni chiesa. Ayahuasca. Lei mi chiama.
Finisce il visto brasiliano e ritorno in Perù a Pucallpa. Sono in
un hotel e mi chiama un altro sciamano invitandomi a casa sua.
Era uno dei dieci nomi a cui avevo mandato la mia richiesta di
couchsurfing. E ancora ayahuasca e stavolta con gli icari
conibo.
Dove mi sta portando tutto questo? Non so. Vedo, però, che
è una ricerca per svelare il mio vero io.
Non siamo solo definiti dal nostro passato, dal nostro corpo,
dalla famiglia o dalla nostra professione. La realtà non è solo
questa matrice tridimensionale. È molto di più. Non siamo chi
crediamo di essere ma siamo molto più. Quante delle cose che
sappiamo vengono da esperienze e quanto da libri e scuole?
Tutti pensano così, ci diciamo e lo accettiamo, senza discutere.
E se fossero menzogne? Ci dicono che siamo tutti uguali.
Menzogna! Ci dicono che siamo l'essere più evoluto, ma in
realtà non lo sappiamo. Ti raccontano cosa è bene per te e
come devi vivere e lo si accetta senza provare qualcosa di
differente. E se tutto questo ti venisse insegnato solo per
controllarti, per schiavizzarti? Ti spaventano così tanto che tu
non ti muovi di lì, senza veramente sapere che c'è là fuori.
Come una mucca, usata per produrre latte e poi macellata. Più
guardo i nostri allevamenti e più mi accorgo che non c'è tanta
differenza dalle nostre città. Eccoci imprigionati, in scatole di
cemento, dalle bollette da pagare. Tutti ammassati come polli.
Isolati sempre di più dalla natura tanto che dipendiamo, per
nutrirci, da alcuni padroni che per noi hanno campi di grano,
riso e soia. Gli allevamenti moderni hanno musica per l'umore
delle mucche e noi la televisione che ci distrae. Questo vuol
dire essere umano? A me sembra che sia una vita da bestia,
usata e poi macellata. Proprio questo mi mostrò recentemente
l'ayahuasca. Una volta incontrai a Iquitos una bella ragazza.
Seguivo la dieta da un anno, quindi non toccavo una donna da
moltissimo tempo e i miei ormoni erano a mille. La ragazza mi
disse che faceva di lavoro la prostituta e mi propose i suoi
servizi ad un prezzo speciale. La cosa mi tentava. La ragazza
era dolce e aveva uno sguardo intelligente che mi eccitava. Nel
dubbio su che fare il giorno dopo, chiesi consiglio
all'ayahuasca. La visione iniziò mostrandomi una gabbia con
reti di ferro. Dentro stavano ammassate molte ragazze nude.
Capii che erano prostitute. La loro triste condizione mi fece
domandare se con i soldi se ne potessero liberare. La madrecita
mi rispose facendomi vedere altre gabbie. Gabbie enormi dove
stavano ammassati uomini e donne. La loro pelle era grigia e
gli sguardi spenti. Una infinità di prigioni. Una gabbia dopo
l'altra. Siamo tutti come le prostitute, pensai. Tutti chiusi in
gabbie. Poi, la visione si fece truculenta. Alla fine delle gabbie
stavano dei rulli tritacarne. Da lì usciva una poltiglia rossa e
sanguinolenta. Uomini ridotti ad un ammasso di carne, trippe e
sangue: nulla più. È questa la vita degli uomini? Non siamo
altro che prigionieri condotti al macello. Peggio che animali.
Io non voglio vivere come un animale da allevamento.
Un giorno il mio maestro zen cinese mi fece caricare dei
grossi tronchi di legno sulle spalle. Sotto il peso della legna
tenevo la testa bassa, potendo solo seguire, così, i suoi passi e
intravedere un po' di sentiero tra le montagne. Dopo una
mezz'ora di questa tortura, il maestro si ferma e si volta.. "Cosa
sei?", mi domanda. Io intuisco che è una di quelle ingannevoli
domande zen e rimango in silenzio. Sicuramente la mia
risposta sarebbe stata sbagliata. "Sei un mulo. Ecco cosa sei.
Caricato dal lavoro, non sai dove stai andando e non puoi
nemmeno alzare la testa per cercare di capire dove sei. Puoi
solo seguirmi e inginocchiarti per caricare e scaricare."
Ero stato un mulo, Nietzsche direbbe un cammello, per
molti anni, caricato di lavoro senza sapere neanche dove fossi.
Quando decisi di abbandonare tutto, la gente intorno iniziò a
spaventarmi. Senza lavoro come vivrai? E l'assicurazione
sanitaria? La pensione per la vecchiaia? La casa? Mi salvò
un’ amica offrendomi una prospettiva opposta: "Non devi aver
paura di andare, devi aver paura di restare e di morire dentro,
giorno dopo giorno, non facendo quello che ti fa felice. Vivere
come uno zombie, con un cuore morto: questo dovrebbe fare
paura."
Il maestro continuò: "Ti faccio vedere come diventare
umano" prese i tronchi da un lato e io dall'altro. "Vedi, adesso
il peso non è più tanto. Entrambi camminiamo a testa alta e
guardiamo dove andare. Insieme decidiamo. Collaborando.
Non sei più solo. Ora sei un essere umano."
Da quel giorno tutti i miei progetti lavorativi furono
condivisi. Eppure non funzionavano come volevo. Le persone
non sanno lavorare insieme, ognuno cerca il proprio interesse
nel momento senza vedere il bene comune futuro. Gli ego
cozzano e i progetti finiscono. Nessuno vince. Capii che non si
può cambiare il mondo se non si cambia prima l'individuo.
Gelosia, invidia, avidità, avarizia sono emozioni che minano il
progetto comune. L'unica vera rivoluzione è quella interiore,
senza questa, senza cambiare i mattoni, si può anche cambiare
la forma dell'edificio, ma avrà gli stessi problemi dell'edificio
precedente. Prima o poi crollerà. Per questo nessuna
rivoluzione ha mai cambiato veramente qualcosa. Citando il
Gattopardo “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna
che tutto cambi.”
Bisogna evolversi dentro per evolvere fuori, nella società,
nel mondo.
In un’altra toma l’ayahuasca mi fece vedere delle maglie da
cui passava a stento del liquido gelatinoso dai colori sgargianti
come una macchia di gasolio sull’acqua. Questa e’ la verita’ ,
mi dice in silenzio. Alla fine ce la fa a passare dalle maglie
della censura e del controllo del pensiero. La trovi dove non ti
aspetti. Non nei libri di scuola, ma piuttosto nei fumetti o nei
racconti di fantascienza. Non al telegiornale ma nei film tra
quelli classificati come fantastici o misteriosi. La verità
l’hanno colta i creativi, gli artisti. e loro la possono
comunicare perché’ nessuno ci crede. Sono i folli, i sognatori,
gli spiriti liberi che possono parlare di tutto. La verità è là
fuori ma nessuno l’ascolta. È dipinta dal sistema che ci vuole
schiavizzare come delirio, come allucinazione, come fantasia.
E noi siamo li. Soli, confusi, senza guida. Quando il corpo ci fa
sentire il malessere di questa vita da allevamento, noi ci
prendiamo un'altra pillola e tutto passa. Sofferenza: eliminata.
Pensiero: eliminato. Lasciamo che gli altri pensino per noi.
Così è più facile.
Cosa si domanda il bruco prima di diventare farfalla?
Sicuramente non capisce cosa gli sta succedendo. Magari si
sente malato. Ha sempre più sonno. Il suo corpo cambia. Non
ha più voglia di brucare. Un cancro? Probabilmente soffre e si
chiude in un baco. Anche lui non ne potrà più. Non capisce e
meno capisce più si preoccupa. Nessuno gli ha mai spiegato.
E un giorno quel baco fatto dalla sua bava di sofferenza si
aprirà e la farfalla uscirà. Ora capisce che era farfalla, lo è
sempre stata, anche se si credeva simile ai vermi. No, lui non lo
era. A lui piaceva da sempre guardare il cielo e quei fiori
colorati alti lassù.
Appendice
DMT
Il DMT è una sostanza ampiamente presente in natura, si
trova nella maggior parte delle piante e degli esseri viventi, tra
cui l'uomo.
Nell'uomo è creata in molte parti del corpo e la sua funzione
è ancora oggetto di ricerca e discussione. Il DMT dentro il
corpo umano ha vita breve in quanto viene metabolizzato
rapidamente da un enzima presente nel corpo
(monoaminossidasi MAO). Il DMT come sostanza
psichedelica è frequentemente vaporizzato e inalato. Così dà
una esperienza di 10-15 minuti massimo. Per allungare
l'esperienza è necessario un inibitore per il MAO, quindi spesso
si beve un the di rue siriana p rima di fumare.
Bufo, 5meo-DMT
Questa è un'altra varietà di DMT. Si trova in molte piante
(mimosa hostilis per esempio) e in grandi quantità nella
secrezione della pelle del rospo (bufo un spagnolo) di Sonora.
Anche questo si vaporizza e si inala donando una esperienza
di 5 -15 minuti massimo. Il bufo dà quella che si chiama NDE (
NEAR DEATH EXPERIENCE - esperienza vicina alla morte).
Oggi viene studiata per alleviare le ansie dei malati terminali
Changa
La changa ė qualcosa di recente creazione. È una mistura di
erbe che contengono inibitore MAO con il DMT (a volte si
aggiunge l'hermalina per rendere l'esperienza più simile
all'ayahuasca). La changa viene chiamata l'ayahuasca che si
fuma, ma l'esperienza, per quanto visivamente possa essere più
forte e limpida, è di durata piuttosto limitata, 10-30 minuti
massimo.
Yopo
Lo yopo è un'altra medicina ancestrale amazonica originaria
del bacino dell'Orinoco. È una polvere fine di una semenza di
un albero (Anadenanthera peregrina) che viene sniffata.
L'effetto è quasi immediato ma la durata è limitata a 10-15
minuti.
Contiene DMT e 5 meo DMT.
Ayahuasca
L'ayahuasca è una medicina sacra tra gli indigeni
dell’Amazzonia. É un decotto della liana dell'ayahuasca con
l'aggiunta di alcune piante contenenti DMT (comunemente
chacruna, ma si trova anche huambisa o altre liane).
Ayahuasca significa liana della morte o degli spiriti in
Quechua, ma nell'Amazzonia è conosciuta anche con altri nomi
come yage, hoasca, oni. .
La liana della ayahuasca contiene harmalina e harmina che
sono due entogenici, seratoninici, che fanno la funzione di
inibitore del MAO. Questo permette che la sopravvivenza del
DMT nel corpo per 2-4 ore.
Il cocktail dei due psichedelici offre una esperienza intensa.
In Brasile si dice che ayahuasca dia la forza ( forza
dell'esperienza a livello fisico) e la chacruna la visione.
Come gli indigeni siano giunti ad una soluzione
farmacologica tanto sofisticata è ancora un mistero. Alcuni
narrano che sono state le piante stesse a dare la ricetta. Altri
che siano stati gli dei. Forse le stesse entità extradimensionali
che si incontrano nelle sue tome.
Ringraziamenti
Ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre supportato
anche quando non capivano quello che facevo. Ringrazio mio
padre che un giorno mi consigliò di non diventare mai un
professionista ma di rimanere sempre un dilettante. Il
professionista lavora per professione, per soldi, il dilettante
per diletto, amore. C osi’ mi disse.
Sono grato a tutto e a tutti, quelli che mi hanno preso a calci
e quelli che mi hanno sostenuto. Adesso vedo chiaramente che
le difficoltà sono importanti. Non ci sono errori ma
opportunità. Non ci sono incidenti: gli imprevisti ti bloccano
solo per farti rendere conto di dove sei. Eri cieco o troppo
veloce. Ti fermi e ti accorgi che dove sei è perfetto, proprio
dove devi essere e poi riprendi a ballare o a cavalcare. Queste
sono lezioni che ho imparato guidando vecchie moto in giro
per il mondo.
L'autore
Kandido Burenson è di formazione ingegnere. Ha passato
dieci anni nella ricerca scientifica pubblicando una dozzina di
articoli citati più di 800 volte e conseguendo una patente per
una invenzione.
Ha vissuto in più di 8 paesi e girati più di 50. Ha fatto
svariati lavori: tatuatore, artista visuale, VJ, cuoco, insegnante,
contadino, elettricista.
È fondatore di tre start-up tecnologiche sulla intelligenza
artificiale di cui una ha guadagnato l'invito di Techcrunch.
Ha venduto sulla strada i suoi fumetti e disegni.
Fondato una comune artistico-anarchica in Cina.
Alpinista, arrampicatore e amante degli sport estremi.
Ufficiale di un corpo speciale dell'armata Italiana.
Ora sta fondando un centro di medicina ancestrale in
Amazzonia assieme ad uno sciamano peruviano.
Kandido Burenson ha cercato di provare tutto anche se in
fin dei conti non è mai esistito.