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David Hume e l'idea di sostanza

Il principio di associazione quel principio per la quale la nostra mente tende a unire idee che in
qualche modo hanno diverse caratteristiche: la somiglianza, la contiguit spazio-temporale e la
relazione di causa ed effetto. Per esempio, se io guardo un quadro, mi viene in mente il soggetto che
in quel quadro ritratto (somiglianza); se io penso al Colosseo, mi viene in mente Roma (contiguit
nello spazio); se penso ad una bruciatura, mi viene in mente la fiamma, poich essa la causa della
bruciatura (causa ed effetto). Quindi in base a questi elementi posso connettere insieme le idee. Per
Hume esistono due tipologie di conoscenza: la conoscenza delle relazioni fra idee, e quella tra dati
di fatto. Nelle relazioni fra idee l'unico caso a cui non m'interessa molto che quegli oggetti mentali
siano presenti anche nella realt, perch parto da regole convenzionali stabilite da me stesso. Per
esempio definisco la natura di un numero di un triangolo o di qualunque oggetto della matematica, e
da quella idea posta traggo le conseguenze fondandomi sul principio di non contraddizione. Poco
m'importa che in natura esistano triangoli perfetti. Potrebbero anche non esistere, perch io ho
stabilito che quel triangolo ha quelle caratteristiche l. Ed in effetti gli enti della matematica in
natura non esistono con la perfezione con la quale noi la immaginiamo. Se in una retta c' un
numero infinito di punti e il punto non ha dimensione una concezione che abbiamo solo noi con
l'astrazione mentale e la matematica. E una volta che poniamo questa definizione tiriamo fuori le
conseguenze e ci fondiamo sul principio d'identit e non contraddizione. Non potremmo mai dire
che un triangolo ha quattro lati (per far capire qual il principio di non contraddizione) cos come
non potevamo dire, secondo Parmenide, che il non essere , perch c' contraddizione logica, cio
inconcepibile. E noi in questo tipo di conoscenza siamo assolutamente certi. E' chiaro che siamo
certi, perch essendo fondato su questo noi la dominiamo in tutto e per tutto. E questo il tipico
caso della conoscenza delle scienze matematiche: che siano geometria, che sia aritmetica, il
discorso non cambia. Diverso il discorso fra dati di fatto. Le relazioni fra dati di fatto riguardano
il mondo come lo conosciamo noi, cio la natura e gli eventi del mondo. In questo caso noi non ci
avvaliamo del principio di non contraddizione ma solitamente del principio di causa ed effetto. In
base al principio di causa ed effetto noi stabiliamo delle relazioni fra dati di fatto. E' una
conoscenza di tipo diverso rispetto a quella abbiamo descritto prima, perch in una proposizione del
tipo il Sole sorger domani, io posso immaginare il contraddittorio logico senza cadere in
contraddizione. Io posso dire sia il Sole sorger domani, sia che il Sole non sorger domani.
Non c' contraddizione logica nel dire che il sole non sorger domani. Non come dire che il
triangolo ha quattro angoli. E' una differenza evidente. Mentre quando dico che il triangolo ha
quattro angoli, io sto dicendo una palese assurdit. Invece quando dico che il sole non sorger
domani non una cosa illogica. Quindi io posso ammettere che il Sole non sorga domani. Come
faccio a sapere che il sole sorger domani? E' perch per esperienza, io ho visto che il Sole sorto
ieri , l'altro ieri e dal tempo che fu, e quindi sono propenso a pensare che sorger anche domani. Ma
non c' contraddizione logica. Questo tipo di conoscenza (mentre la prima si basa sul principio
d'identit e non contraddizione) si basa sul principio di causa ed effetto. Cio io creo delle
concatenazioni di eventi e individuo il nesso, la connessione tra gli eventi del principio di causa ed
effetto. Ora Hume afferma di analizzare questa principio di causa ed effetto e di scoprire se essa
una legge irrazionale incrollabile o se c' dell'altro, e perci egli va ad analizzare questo principio.
Infatti, facendo un esempio, sono abituato a pensare che se tiro una pallina contro un'altra pallina,
generer un movimento nell'altra pallina. Ma come faccio a sapere che questa cosa avverr? Il
movimento della prima pallina una cosa, il movimento della seconda un'altra. Sono due cose
diverse. Immaginiamo di non avere mai visto il mondo dal punto di vista dell'esperienza. Per sapere
cosa succede quando tiro una pallina contro un'altra, devo stare a vedere cosa succede la prima
volta, perch potrebbe capitare qualunque cosa. Potrebbe capitare che io tiri la pallina e l'altra non si
muova, potrebbe capitare che mi torni indietro, ecc. Io sapr cosa succede solo dopo che avr fatto
l'esperienza di vedere che la prima pallina cozza con la seconda, e quella si muove. A questo punto
io stabilir un nesso di causa ed effetto. Dopo averlo visto per la prima, seconda, la terza, la quarta
volta, inizier a farmi convinto del fatto che questo un nesso non occasionale, ma un nesso del

tipo di causa ed effetto. Ma questo nesso di causa ed effetto si basa sulla contiguit tra due
fenomeni, cio ogni qualvolta io muovo la pallina si muove anche l'altra, ed io questa contiguit la
faccio diventare una connessione necessaria, quindi non occasionale e casuale, ma una cosa che si
ripete sempre alla stessa maniera. E in base a questa cosa io posso prevedere che quello che
avvenuto fino ad oggi avverr pure domani. Tuttavia questa cosa non una legge necessaria, perch
per essere necessaria , il movimento della seconda pallina nel nostro esempio dovrebbe essere
contenuto gi nella seconda pallina che si muove. Ma invece non cos, perch sono due fenomeni
diversi. Immaginiamo che un'alunna chieda al professore di uscire quando passa suor Ester, (quindi
il primo giorno non succede nulla), il secondo giorno chiede nuovamente di uscire quando passa il
Pinguino e il terzo giorno rifa nuovamente la stessa cosa. Quindi noi pensiamo che c' una
connessione tra due eventi separati (suor Ester passa e l'alunna chiede di uscire). Due eventi separati
e io pongo un nesso necessario. L'alunno chiede di uscire (effetto) perch passata suor Ester
(causa). Io ho cos fatto una connessione con nesso di causa ed effetto. Quindi io immaginer che
domani l'alunna chieder di uscire quando passer suor Ester. Ma potrebbe capitare che la
compagna non mi chieder di uscire. E quindi io ho fatto una previsione che si rivelata sbagliata,
perch il problema che io connetto, in base al principio di causa ed effetto, eventi tra di loro
separati. Quindi tendo, in base alla frequenza con il quale vedo verificarsi sempre lo stesso
fenomeno, ad immaginare che esistano una connessione tra i due eventi (connessione necessaria).
Dal momento in cui la connessione necessaria, posso fare delle previsioni per il futuro, perch
quello che avvenuto in passato (secondo questa connessione) si avverr anche in futuro. Ma non
cos. Il fatto che una cosa sia anche avvenuta miliardi di volte non significa che questo avverr
anche in futuro, perch il nesso causa ed effetto, che si fonda su questo ricorrere dei due eventi tante
volte, mi porta ad abituarmi a vedere quegli eventi insieme, ed io, per abitudine, sviluppo una
credenza, che quasi come una fede nel fatto che quegli eventi si verificheranno ancora. Ma in
realt aldil della fede, non c' nient'altro che giustifichi la mia credenza, perch la conoscenza delle
relazioni di fatto si fonda sulle abitudini e su esperienza, ma l'esperienza e sempre l'esperienza di
qualcosa del passato. Non pu mai essere proiettata nel futuro. La connessione di causa ed effetto
verificata per quello che successo in passato, ma non pu essere applicata per quello che
succeder in futuro. Al massimo posso avere un grado di probabilit che mi indichi che nel futuro,
siccome sempre stato cos, c' una certa probabilit che si ripeta. Ma non una certezza
necessaria, quindi questo significa che le leggi della fisica e della natura (che io volevo che fossero
leggi incrollabili), in realt sono leggi probabilistiche, valide fino a quando un evento non
contraddice in quello che ho verificato fino ad ora. Quindi in questo modo Hume, mettendo in
dubbio il principio di causa ed effetto, esponendolo come una legge necessaria razionale, in realt
sta mostrando che a fondo di quello che per noi era un nesso assoluto, razionale, necessario, alla
fine c' un nesso di fede. L'abitudine di vedere sempre due fenomeni insieme ha generato in me una
credenza quasi dogmatica, e io sono sicuro che domani il sole sorger, perch fino ad oggi sempre
sorto. Ma alla fine, se analizzo bene questa cosa, mi devo fondare sulla mia conoscenza. La
conoscenza delle cose, del mondo, deriva dall'esperienza e l'esperienza sempre di cose passate,
non la posso estendere al futuro perch il nesso di causa ed effetto, che vorrei potesse consentirmi di
estendere al futuro questa conoscenza, in realt frutto di abitudine e di credenza. Quindi ci pu
essere un grado pi o meno elevato di probabilit che domani si verifichi quel certo evento, ma io
non ne sono sicuro, finch non ne faccio esperienza. Quindi Hume sta mettendo in dubbio,
criticando, i fondamenti della scienza. Quest'abitudine si chiama post hoc ergo propter hoc, cio il
fatto che io veda sempre che una cosa si verifichi dopo un'altra mi porta a trasformare questa
osservazione nella frase io vedo questa cosa a causa di quest'altra, ma l'evento A succede l'evento
B. E' diverso da dire che l'evento A stato causa dell'evento B. Quindi il passaggio, il debito che io
faccio nel dire che la vicinanza di due eventi tra di loro separati, non solo una cosa che si
presenta questo dopo questo e che quindi mi fa capire bene che io devo ogni volta verificare che
dopo questo avvenga quest'altro. Me lo espone in un nesso necessario, quindi ogni qual volta
vedo che quella cosa, mi aspetto che si verifichi quell'altra. Hume analizza la natura umana e il
funzionamento della nostra mente e pensa che alla base del fondamento della nostra natura non c'

la razionalit, come pensavamo prima, ma qualcosa di legato al sentimento. E infatti la mia


conoscenza scientifica, che io pensavo essere la somma razionalit, in realt alla fine (questo per le
scienze naturali) fondato non su qualcosa di razionale, ma su un sentimento generato
dall'abitudine. L'abitudine, essendosi ripetuto tante volte, ha generato una credenza. Ora rimane
nella nostra convinzione che esistano delle sostanze, sia materiali che spirituali. Cosa intendiamo
filosoficamente per sostanza? La sostanza deriva dal latino sub-stare, cio un qualcosa che si trova
sotto. Per esempio, io ho le percezioni di una mela (cio vedo che rossa, succosa, dolce,
profumata). Queste cose io le vedo sempre uguali. Queste impressioni della mente mi arrivano
sempre uguali. Allora io sono portato a pensare che visto che sono uguali e stanno insieme, siano
tenute da una cosa che sia chiamata sostanza della mela, e che tiene insieme queste due cose. La
sostanza della mela che tiene insieme tutte queste cose, come un vassoio, sulla quale io appoggio
delle tazzine, le tazzine sono il colore, il sapore, l'odore, della mela e quindi io sono portato a
pensare che il vassoio tenga insieme le tazzine. Ma io il vassoio non lo vedo. Vedo invece l'aspetto
il colore, il sapore della mela, il colore ecc. e perci sto indebitamente immaginando che ci sia una
sostanza di cui non ho alcuna impressione, perch io ho l'impressione del colore, del sapore, ma non
ho l'impressione corrispondente della sostanza. Quindi la sostanza non esiste, perch lui aveva detto
all'inizio che per poter individuare se una idea ha un fondamento oppure no, devo poter risalire alle
impressione corrispondente. Siccome io dell'impressione, intesa come sostanza materiale, non ce
l'ho, poich ho l'impressione del colore, sapore ecc., significa che la sostanza non esiste. Locke
aveva fatto una critica simile, per si era astenuto, poich non aveva dato una definizione completa
di sostanza. Hume porta all'estremo quello che aveva gi intuito Locke. E dice che se non lo sa,
significa che non c', perch egli non ha l'impressione di quella sostanza. Il ragionamento : io per
dire che la mia idea ha un fondamento devo poter risalire alla corrispondente impressione, perch
ho detto che l'idea il ricordo di una impressione. Siccome io della sostanza non ho l'impressione
corrispondente, la sostanza mela non esiste. Quindi Hume critica la sostanza materiale, ma critica
anche l'esistenza di una sostanza spirituale. La sostanza spirituale quella che filosofi e religiosi
chiamano anima. L'anima dovrebbe essere quella sostanza unica e semplice che praticamente la
fonte di tutti i nostri stati interiori . La gioia, la tristezza e il dolore sono passioni dell'anima. Ma io
sperimento la gioia una volta, la tristezza un'altra volta ecc. ma l''impressione dell'anima come
sostanza io no ce l'ho, e quindi per lo stesso motivo non esiste la sostanza materiale vera (cio che
io ho le impressioni ma una sostanza vera non ce l'ho). Io immagino che dietro i miei sentimenti ci
sia un impressione semplice, che io chiamo anima, ma che io non ho l'impressione dell'anima. Noi
abbiamo un fascio di emozioni, poich prima avevamo un fascio di percezioni (in questo caso le
percezioni sono le impressioni della mela). Ma noi percepiamo solo quel fascio, non percepiamo la
sostanza anima. Siccome di ogni idea, anima, di cui non siamo in grado di individuare la
corrispondente impressione originaria, dobbiamo ammettere che essa non esiste e che destituita di
fondamento. Perci io dell'anima, non potendo risalire all'impressione originaria dell'anima, devo
immaginare che quell'anima sia destituita di fondamento . L'anima , dice Hume, come un teatro in
cui passano questi sentimenti, ma il teatro non c'. E' in realt solo il passaggio di questi sentimenti
(quello che io chiamo anima), quindi non c' la sostanza filosofica.

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