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Equazioni donda
relativistiche
2.1
Equazione di Klein-Gordon
Consideriamo
E 2 = p 2 + m2
Operando la sostituzione operatoriale
E!i
@
@t
p!p
^=
ir
ovvero p =
@2
)
@t2
@
@x
( = 1; 2; 3)
= m2
(2.1)
k0 t)
Et)
32
i p x E0 t
p2
2m t
@
@t
@
@t
+ r( i(
)) = 0
ovvero
@
+r j=0
@t
avendo denito la densit di probabilit
=
1
i
@
@t
@
@t
e la densit di corrente
j = i( r
r )
1
( iE
i
( iE) ) = 2E
= 2N 2 E
(A0 ; A)
covariante
33
Inoltre,
A B=A B =A B =g A B =g
ove g
A B
il tensore metrico
g00 = 1 ; g11 = g22 = g33 =
1;
= 0 per
6=
Si noti che le componenti di genere spazio di A e A sono A e A rispettivamente. Costituisce eccezione loperatore tetravettoriale @ . Infatti,
si trasformano come x
mettere gli operatori
E!i
@
@t
@
;r
@t
@
; r
@t
(t; x) e x
p!
ir
@
;
@x1
@
;
@x2
@
@x3
(E; p) ! i@
=@ @
@2
@x21
@2
@x22
@2
@x23
=0
@ @ + m2
ovvero
=0
r ) = i(
1
i
@
@t
@
@t
ed essendo
( r )
( r
@
@t
@
@t
=i
))
@
; r
@t
( ; j) = i (
@
@t
(2.2)
( ; j)
(x) = N e
2
ip x
= N ei(p x
2
2 jN j (E; p) = 2 jN j
Et)
, otteniamo
p2 + m2 ; p
(2.3)
34
2.2
1
2
e scrivere
1
@
j i= p
^ 2 + m2 2 j i
@t
Questa equazione per, non relativisticamente covariante perch non tratta il
tempo e lo spazio simmetricamente, come si pu vedere scrivendola nella base
del momemento, sviluppando in serie la radice
@
p2
j (p; t)i = m 1 +
@t
2m2
p4
+
8m4
j (p; t)i
e, poi, passando alla base delle coordinate ove ciascun p2 diventa r2 . Per
ovviare a questo, Dirac suppose che la quantit sotto radice potesse essere scritta
come quadrato di una quantit lineare in p
^ . Estraendo la radice si ottiene, allora,
una equazione del primo ordine sia rispetto al tempo che alle coordinate spaziali.
Scriviamo, dunque,
p
^ 2 + m2 = (
^x
xp
^y
yp
^z
zp
+ m)
ove
e sono quantit che possono essere ragionevolmente (almeno per una
particella libera) assunte indipendenti dallo spazio e devono essere determinate
semplicemente dalluguaglianza
p^2x + p^2y + p^2z + m2
2 2
^x
xp
(^
px p^y (
(m^
px (
+
x
x
+ 2 m2 +
y + y x ) + permutazioni cicliche) +
+ x ) + x ! y + x ! z)
2 2
^y
yp
2 2
^z
zp
Allora
+
+
i
i
2
=
=1
= f i; j g = 0
= f i; g = 0
(i = x; y; z)
(i 6= j)
(2.4)
devono:
(lhamiltoniano hermitiano);
1.
35
I
0
0
I
(2.5)
ove, ricordiamo
x
0
1
1
0
0
i
i
0
1
0
0
1
(2.6)
@
j i=(
@t
p
^ + m) j i
(2.7)
@
@t
(x; t) = ( i
r + m)
(x; t)
(2.8)
Il fatto che
e
siano matrici 4x4 implica che
sia un oggetto a quattro
componenti (spinore di Lorentz ).
^ hermitiano, la norma dello stato (<
Notiamo che, poich H
j
>)
conservata. Cio, nella base delle coordinate,
Z
d3 x = cost.
+r
=0
La densit di probabilit
=
4
X
1
2
ij
, ora, denita positiva (fu proprio questo risultato che motiv il lavoro di Dirac).
36
2.3
qA) + m2
H = (p
1=2
+q
(2.9)
qA
e aggiungendo il termine q
i
@
=(
@t
(^
p
qA) + m + q )
(2.10)
Poich vogliamo vedere semplicemente come emergono spin e momento magnetico della particella di Dirac, possiamo porre = 0 nel seguito. In questo
caso se andiamo a cercare gli autostati dellenergia della 2.10, cio
(x; t) =
(x) e
iEt
otteniamo lequazione
(
(^
p
qA) + m)
=E
ovvero
(
+ m)
=E
(2.11)
ove
=p
^
qA
I
0
0
I
lequazione 2.11 d
E
E+m
0
0
la quale signica
(E m)
(E + m)
(
(
)
)
= 0
= 0
(2.12)
(2.13)
37
(2.14)
E+m
Ragioniamo su questa relazione nel limite non relativistico, cio nel limite di
basse velocit (v
1). Intanto
E + m = (T + m) + m = T + 2m
cos, nel limite non relativistico
E + m = T + 2m ! ES + 2m ' 2m
ove ES lenergia che compare nellequazione di Schroedinger. Inoltre,
dellordine di mv, per cui
1
' v
1
2
Per questo motivo, con una terminologia appropriata soltanto nel limite non
relativistico,
e
sono dette componenti piccola e grande, rispettivamente,
dello spinore . Nel limite non relativistico si ha, dunque,
'
2m
)=
)(
2m
(2.15)
Usando lidentit
)(
+i
e
= iq (r
A) = iqB
qA)
2m
q
2m
= ES
2.4
r + m)
(x; t) = i
@
@t
(x; t)
r (x; t) + m (x; t) = i
@
@t
(x; t)
38
ovvero
(i
avendo posto x
m)
(x) = 0
(2.16)
(t; x) e
( ;
0
I
0
( = 0; 1; 2; 3)
0
I
+
+
i
i
y
=
y
=
2
=
i =1
= f i; j g = 0
= f i; g = 0
2
i
i j
(2.17)
(i = x; y; z)
(i 6= j)
g =
=
2g
oy
0 2
ky
(2.18)
(2.19)
= I
(2.20)
k y
ky y
(k = 1; 2; 3) (2.21)
2.5
(2.22)
+i
@t
@
@xk
=0
@ y
@t
@ y
@xk
=0
@ y
@t
k 0
0 0
0 k
@ y
@xk
k 0
y 0
compaiono con
=0
y 0
39
@
@t
@
@xk
=0
ovvero
i @
+m
=0
e lequazione aggiunta
=0
2.6
j
j
j0
jk
=
=
j0; j
0
=
=
y 0 0
y 0 k
=
=
y
y k
Per una particella libera possiamo cercare, in analogia con il caso non relativistico, soluzioni in forma di onda piana scrivendo
(x) = ue
ipx
(2.23)
m) u = 0
p + m) u = Eu
Questa equazione ammette quattro soluzioni indipendenti, due con E > 0 e due
con E < 0. Questo particolarmente facile da vedere considerando la particella
a riposo (p = 0); si ha
2
3
m 0
0
0
6 0
7
mI
0
m 0
0
7u
Hu = mu =
u=6
4
5
0
mI
0
0
-m 0
0
0
0
-m
1 Si
pu dimostrare che j
40
m; m e autovettori
3
3 2
0
0
6
7
0 7
7 ;6 0 7
4
5
0 5
1
1
0
Troviamo, cos, come per lequazione di Klein-Gordon, soluzioni ad energia negativa. Il problema persiste anche con p 6= 0. Infatti, in questo caso si ha
m
p
Hu =
p
m
=E
ove il quadrispinore u stato scritto in termini dei due spinori a due componenti
e in modo da ottenere le due equazioni accoppiate
(
(
Ricavando
= (E m)
= (E + m)
p)
p)
p) (
p)
= E2
m2
p) (
p)
= E2
m2
Analogamente
Ora
(
p) (
p) = p2 + i (p
p) = p2
per cui
p2 ( ) = E 2
m2
p2 = E 2
m2
( )
2.7
p
p2 + m2
Lassenza di un elettrone ad energia negativa (la lacuna) ha, dunque, le caratteristiche della presenza di una particella di carica opposta a quella dellelettrone
ed energia positiva. Dirac pens inizialmente che questa particella potesse
essere identicata nel protone, per R. Oppenheimer e altri mostrarono che
tale particella doveva avere la stessa massa dellelettrone, doveva essere, cio,
una immagine con carica positiva dellelettrone: il positrone. Il positrone
lantiparticella dellelettrone, lantielettrone. Il processo illustrato consiste,
dunque, nella produzione di una coppia particella-antiparticella. Una lacuna
pu essere riempita da un elettrone che transisca da uno stato ad energia
positiva + jEi j allo stato di lacuna ad energia negativa jEf j. Questo il
processo dellannichilazione particella-antiparticella: particella ed antiparticella
spariscono e la loro energia, jEi j + jEf j, viene emessa, per esempio, sotto forma
di fotoni. La predizione dellesistenza delle antiparticelle uno dei risultati
pi rilevanti della sica teorica del ventesimo secolo. La conferma sperimentale
dellesistenza del positrone (C. D. Anderson, Phys. Rev. 43, 491 (1933)) si
ebbe alcuni anni dopo la pubblicazione della teoria di Dirac (P. A. Dirac, Proc.
Roy. Soc. A117, 610 (1928)).
Linterpretazione di Dirac degli stati ad energia negativa va bene, per, per
i fermioni, per i quali valido il principio di Pauli, ma non per i bosoni. Essa,
quindi, non pu essere estesa allinterpretazione degli stati ad energia negativa
dellequazione di K-G, che descrive un bosone di spin 0.
Nel seguito useremo una interpretazione degli stati ad energia negativa dovuta
a Feynman, che ha il pregio di poter essere usata sia per i fermioni che per i
bosoni e non ha alcun bisogno di introdurre un concetto di vuoto come un mare
di stati ad energia negativa tutti occupati.
La prescrizione fondamentale la seguente: una soluzione ad energia negativa
descrive una particella che si propaga indietro nel tempo o, equivalentemente,
unantiparticella ad energia positiva che si propaga avanti nel tempo.
42
che
in seguito, nei quali una particella (purch ad energia negativa), risulti diusa
indietro nel tempo (2.3). In questo caso il + (ad energia negativa) che viaggia
indietro nel tempo equivale ad un
ad energia positiva che va avanti in t. Cos,
linterpretazione del diagramma spazio-temporale risulta essere la seguente (g.
2.4):
1. a t = t1 il potenziale crea una coppia
2. a t = t2 > t1 il
incontra il
assorbe la coppia + .
44
= ( e)
( j del
a energia positiva )
jem
Se consideriamo, ora un
in modo analogo
jem
= ( e) 2 jN j
+
= (+e) 2 jN j
o, equivalentemente
jem
p
+ p2 + m2 ; p
= ( e) 2 jN j
p
+ p2 + m2 ; p
p
p2 + m2 ; p
2.8
p+ m
45
H=
p+
ove
k
Si ha
[L; H] = r
p;
p+
m =
[r
p] =
p;
[r;
p]
p] =
2i
p=i
p
(2.24)
avendo usato [r; p] = i. Dunque, L e H non commutano. Consideriamo, allora,
loperatore
i
(2.25)
=
2
ovvero
i 3 1
i 1 2
i 2 3
2
3
1
;
,
=
;
,
=
;
=
2
2
2
si ha
0
=
0
Si trova che
[ ; H] =
i
2
p+
m =
i
2
p (2.26)
p; H] = 0 e (
1
2
1
2,
sono
p) = p2
loperatore
p ha autovalori jpj ed una costante del moto. Cos, le autofunzioni di
p rappresentano stati nei quali lo spin parallelo o antiparallelo a
p. Ad essi corrispondono gli autovalori +1 e 1, rispettivamente, delloperatore
" p
#
0
jpj
(2.27)
p
0
jpj
detto elicit.
2.9
@
@t
(x; t) = ( i
r + m)
(x; t)
(2.28)
ipx
(2.29)
46
(E; p)
(t; x)
p + m) u = Eu
(2.30)
u=
ua
ub
mI
p
(
(
p) ub
p) ua
=
=
ua
ub
p
mI
ovvero
(E m) ua
(E + m) ub
2.9.1
p
In questo caso E = + p2 + m2 = jEj > 0. Per la particella a riposo E = m e
le due equazioni accoppiate si riducono a
m
ua
ub
mI
0
0
mI
ua
ub
ovvero
mua
mub
= mua
=
mub
1;2
1
0
0
1
con
1;2
47
e ricaviamo ub dallequazione
(
p) ua = (E + m) ub
la quale ci d
p
E+m
u1;2
b =
1;2
2.9.2
1;2
p
E+m
(E > 0)
1;2
(2.31)
p
In questo caso E =
p2 + m2 = jEj < 0. Questa volta per la particella a
riposo (E = m) le due equazioni accoppiate
m
ua
ub
mI
0
0
mI
ua
ub
ovvero
mua
mub
=
mua
= mub
1;2
1;2
e ricavando ua dallequazione
(
p) ub = (E
otteniamo
u1;2
a =
m) ua = ( jEj
p
jEj
1;2
m) ua
p
jEj + m
1;2
p
jEj+m
1;2
1;2
(E < 0)
(2.32)
48
2.9.3
Osservando che
pz
px + ipy
p=
px
ipy
pz
0
1
pz
E+m
px +ipy
E+m
px ipy
E+m
pz
E+m
E=
+ jEj
pz
jEj+m
px +ipy
jEj+m
1
0
E=
px ipy
jEj+m
pz
jEj+m
0
1
jEj
p) u1 = pu1
p) u2 = pu2
(
(
p) u3 = pu3
p) u4 = pu4
2.9.4
49
Antiparticelle
ip x
i( p) x
jEj e momento
p, le soluzioni
ove
p
p0 ; p 1 ; p 2 ; p 3
E > 0; p1 ; p2 ; p3
! v2
! v1
Questo fatto perch, in accordo con gli argomenti usati per la carica elettrica
e per lenergia, ci aspettiamo che lassenza di spin s (lungo un asse denito
nel sistema di riposo) equivalga alla presenza di spin gie viceversa. In altre
parole
soluzioni ad energia negativa con spin
soluzioni ad energia negativa con spin
#
"
v 1;2 (p) =
con le grandezze E e p e gli apici di
sica.
2;1
(2.33)
2.10
Quesiti ed esercizi
2.10.1
Quesiti
50
2.10.2
Esercizi
2. Si dimostri che
(
a) (
b) = a b + i
(a
b)
ove a e b sono due vettori. (Si usino le propriet delle matrici di Pauli).
3. Lequazione di Dirac per gli spinori u (p)
(
m) u (p) = 0
p ,
m) u (p) = 0
u (p) (p/
(e, analogamente, v (p) (p/ + m) = 0).
m) = 0