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Chapter 2

Equazioni donda
relativistiche
2.1

Equazione di Klein-Gordon

Consideriamo
E 2 = p 2 + m2
Operando la sostituzione operatoriale
E!i

@
@t

p!p
^=

ir

ovvero p =

e moltiplicando (a destra) ambo i membri per


Klein-Gordon per la particella libera
(r2

@2
)
@t2

@
@x

( = 1; 2; 3)

(x; t) otteniamo lequazione di

= m2

(2.1)

La soluzione di questa equazione


(x; t) = N ei(k x

k0 t)

con la condizione k02 k2 = m2 ; N una costante di normalizzazione.


Si pu dare una interpretazione sica di questa soluzione confrontandola con
quella dellequazione di Schroedinger
(x; t) = N ei(p x

Et)

Possiamo interpretare k come limpulso e k0 come lenergia della particella


libera. La condizione k02
k2 = m2 ci restituisce la relazione relativistica
dellenergia; naturalmente non un caso, visto che abbiamo scritto lequazione
di K-G proprio a partire da essa.
p
Il fatto notevole, a questo punto che, calcolando E come E 2 , otteniamo,
oltre a valori positivi, anche valori negativi, entrambi
p tali che la nostra soluzione
2
soddis lequazione di K-G. Considerando E = + p2 + m
p si trovano tutti i
possibili valori maggiori o uguali a E0 = m; per E =
p2 + m2 si hanno
tutti i possibili livelli minori o uguali a E0 . Vedremo che le soluzioni ad
31

32

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

energia negativa acquistano signicato sico con lintroduzione del concetto di


antiparticella.
Nel limite non relativistico la formulazione di Klein-Gordon deve coincidere
con quella di Schroedinger. Infatti:
s
!
2
2
p
1 p
p2
= E0 1 +
+ O (4) '
E = E0 1 +
E0 +
E0
2 E0
2m
Allora
(x; t) ' N e

i p x E0 t

p2
2m t

Prendendo il segno superiore, che corrisponde a soluzioni con energia positiva,


si ha
= s e iE0 t
ove s rappresenta la soluzione dellequazione di Schroedinger. Poich e s
dieriscono solo per un fattore di fase, si possono considerare equivalenti.
Nello stesso modo visto per lequazione di Schroedinger, possibile derivare
una legge di conservazione per una corrente di probabilit dellequazione di K-G:
moltiplichiamo lequazione di K-G a sinistra per i
e sommiamola alla sua
complessa coniugata moltiplicata a sinistra per i , otteniamo
@
@t

@
@t

@
@t

+ r( i(

)) = 0

ovvero

@
+r j=0
@t
avendo denito la densit di probabilit
=

1
i

@
@t

@
@t

e la densit di corrente
j = i( r

r )

Eimportante rilevare che, nella formulazione di K-G, non sempre positiva


come nel caso non relativistico. Infatti, sostituendo (x; t) = N ei(k x Et) si ha
=

1
( iE
i

( iE) ) = 2E

= 2N 2 E

per cui pu essere sia positiva che negativa, essendo E corrispondentemente


sia positiva che negativa.
Daremo una interpretazione degli stati ad energia negativa e della densit
negativa dopo aver parlato dellequazione di Dirac. Intanto, riprendiamo il formalismo dei quadrivettori per scrivere lequazione di K-G in una forma palesemente covariante e per introdurre una densit di corrente quadrivettoriale. Ricordiamo che un quadrivettore A pu essere espresso in forma covariante e
controvariante:
A
(A0 ; A)
controvariante
A

(A0 ; A)

covariante

2.1. EQUAZIONE DI KLEIN-GORDON

33

Inoltre,
A B=A B =A B =g A B =g
ove g

A B

il tensore metrico
g00 = 1 ; g11 = g22 = g33 =

1;

= 0 per

6=

Si noti che le componenti di genere spazio di A e A sono A e A rispettivamente. Costituisce eccezione loperatore tetravettoriale @ . Infatti,

si trasformano come x
mettere gli operatori
E!i

@
@t

@
;r
@t

@
; r
@t

(t; x) e x

(t; x), rispettivamente. Cos, possiamo

p!

ir

@
;
@x1

@
;
@x2

@
@x3

in forma quadrivettoriale scrivendo


p

(E; p) ! i@

Con @ e @ possiamo formare loperatore invariante (dAlembertiano)


@2
@t2

=@ @

@2
@x21

@2
@x22

@2
@x23

Allora, lequazione di K-G si pu scrivere in forma covariante come segue:


+ m2

=0

@ @ + m2

ovvero

=0

Ricordando, ora, che


j = i( r
=

r ) = i(

1
i

@
@t

@
@t

ed essendo

( r )

( r
@
@t

@
@t

=i

))

@
; r
@t

e j risultano essere la parte temporale e la parte spaziale della quadricorrente


j
e lequazione di continuit

( ; j) = i (
@
@t

(2.2)

+ r j = 0 assume la forma covariante


@ j =0

Inserendo in 2.2 londa piana


j

( ; j)

(x) = N e
2

ip x

= N ei(p x
2

2 jN j (E; p) = 2 jN j

Et)

, otteniamo

p2 + m2 ; p

(2.3)

34

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

2.2

Equazione di Dirac della particella libera

Lequazione di K-G conduce a densit di probabilit negative perch contiene


@2
termini in @t
2 , che danno luogo ad una equazione di continuit con una densit
@
. Per eliminare questo problema Dirac svilupp
di probabilit che contiene @t
@
la sua equazione imponendo che fosse lineare in @t
. Per fare questo si potrebbe
partire da
E = p2 + m2

1
2

e scrivere

1
@
j i= p
^ 2 + m2 2 j i
@t
Questa equazione per, non relativisticamente covariante perch non tratta il
tempo e lo spazio simmetricamente, come si pu vedere scrivendola nella base
del momemento, sviluppando in serie la radice

@
p2
j (p; t)i = m 1 +
@t
2m2

p4
+
8m4

j (p; t)i

e, poi, passando alla base delle coordinate ove ciascun p2 diventa r2 . Per
ovviare a questo, Dirac suppose che la quantit sotto radice potesse essere scritta
come quadrato di una quantit lineare in p
^ . Estraendo la radice si ottiene, allora,
una equazione del primo ordine sia rispetto al tempo che alle coordinate spaziali.
Scriviamo, dunque,
p
^ 2 + m2 = (

^x
xp

^y
yp

^z
zp

+ m)

ove
e sono quantit che possono essere ragionevolmente (almeno per una
particella libera) assunte indipendenti dallo spazio e devono essere determinate
semplicemente dalluguaglianza
p^2x + p^2y + p^2z + m2

2 2
^x
xp

(^
px p^y (
(m^
px (

+
x
x

+ 2 m2 +
y + y x ) + permutazioni cicliche) +
+ x ) + x ! y + x ! z)
2 2
^y
yp

2 2
^z
zp

Questa uquaglianza ci dice che:


2
i
i j
i

Allora

+
+

i
i

2
=
=1
= f i; j g = 0
= f i; g = 0

(i = x; y; z)
(i 6= j)

(2.4)

devono:

1. essere matrici hermitiane

(lhamiltoniano hermitiano);

2. avere traccia nulla;


3. avere autovalori

1.

Le condizioni 2 e 3 implicano che le matrici abbiano dimensioni pari. Per


avere quattro diverse matrici, la minima dimensione 4x4. Esse, infatti, non
possono essere 2x2, in quanto linsieme di matrici di Pauli, che godono delle

2.2. EQUAZIONE DI DIRAC DELLA PARTICELLA LIBERA

35

stesse propriet, limitato a tre. Naturalmente, le matrici


e
non sono
uniche. Infatti, fatta una determinata scelta, lapplicazione di una trasformazione unitaria arbitraria ( ! S y S, ! S y S con S unitario) restituisce
un insieme di matrici trasformate che soddisfa ancora le su esposte propriet.
Le seguenti matrici sono quelle usualmente scelte:
0

I
0

0
I

(2.5)

ove, ricordiamo
x

0
1

1
0

0
i

i
0

1
0

0
1

(2.6)

sono le matrici di Pauli. Abbiamo, cos, lequazione di Dirac:


i

@
j i=(
@t

p
^ + m) j i

(2.7)

e, poich nel seguito opereremo nella base delle coordinate, scriviamo


i

@
@t

(x; t) = ( i

r + m)

(x; t)

(2.8)

Il fatto che
e
siano matrici 4x4 implica che
sia un oggetto a quattro
componenti (spinore di Lorentz ).
^ hermitiano, la norma dello stato (<
Notiamo che, poich H
j
>)
conservata. Cio, nella base delle coordinate,
Z

d3 x = cost.

La versione locale di questa legge di conservazione globale lequazione di continuit


@
+ r j = 0 ove = y e j = y
@t
Infatti, moltiplicando lequazione di Dirac per y a sinistra e la sua hermitiana
coniugata per
a destra, sottraendo membro a membro e considerando che
= y e = y , otteniamo proprio
@
@t

+r

=0

La densit di probabilit
=

4
X
1

2
ij

, ora, denita positiva (fu proprio questo risultato che motiv il lavoro di Dirac).

36

2.3

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

Interazione elettromagnetica della particella


di Dirac

Lhamiltoniana classica di una particella di carica q e massa m in un campo


e.m. di potenziale vettore A e potenziale scalare data da
2

qA) + m2

H = (p

1=2

+q

(2.9)

Possiamo scrivere lequazione di Dirac in campo magnetico, in analogia a quella


della particella libera, semplicemente operando la sostituzione
p
^!p
^

qA

e aggiungendo il termine q
i

@
=(
@t

(^
p

qA) + m + q )

(2.10)

Poich vogliamo vedere semplicemente come emergono spin e momento magnetico della particella di Dirac, possiamo porre = 0 nel seguito. In questo
caso se andiamo a cercare gli autostati dellenergia della 2.10, cio
(x; t) =

(x) e

iEt

otteniamo lequazione
(

(^
p

qA) + m)

=E

ovvero
(

+ m)

=E

(2.11)

ove
=p
^

qA

loperatore momento cinetico.


Scriviamo ora come

dove e sono spinori a due componenti.


Ricordando che
=

I
0

0
I

lequazione 2.11 d
E

E+m

0
0

la quale signica
(E m)
(E + m)

(
(

)
)

= 0
= 0

(2.12)
(2.13)

2.4. FORMA COVARIANTE DELLEQUAZIONE DI DIRAC

37

Questa seconda equazione ci dice


=

(2.14)

E+m

Ragioniamo su questa relazione nel limite non relativistico, cio nel limite di
basse velocit (v
1). Intanto
E + m = (T + m) + m = T + 2m
cos, nel limite non relativistico
E + m = T + 2m ! ES + 2m ' 2m
ove ES lenergia che compare nellequazione di Schroedinger. Inoltre,
dellordine di mv, per cui
1
' v
1
2

Per questo motivo, con una terminologia appropriata soltanto nel limite non
relativistico,
e
sono dette componenti piccola e grande, rispettivamente,
dello spinore . Nel limite non relativistico si ha, dunque,
'

2m

perci lequazione 2.12, essendo E ' ES + m, diventa


ES = (

)=

)(
2m

(2.15)

Usando lidentit
)(

+i

e
= iq (r

A) = iqB

lequazione 2.15 diventa


(^
p

qA)
2m

q
2m

= ES

Questa lequazione di Schroedinger di una particella di carica q , spin 12 e


fattore giromagnetico g = 2 , immersa nel campo magnetico B. E, perci,
appropriata per gli elettroni.

2.4

Forma covariante dellequazione di Dirac

Prendiamo lequazione di Dirac


( i

r + m)

(x; t) = i

@
@t

(x; t)

e moltiplichiamola da sinistra per ; otteniamo


i

r (x; t) + m (x; t) = i

@
@t

(x; t)

38

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

ovvero
(i
avendo posto x

m)

(x) = 0

(2.16)

(t; x) e
( ;
0

I
0

( = 0; 1; 2; 3)

0
I

Ricordando le propriet delle matrici

+
+

i
i

y
=
y
=
2
=
i =1
= f i; j g = 0
= f i; g = 0

2
i
i j

(2.17)

(i = x; y; z)
(i 6= j)

si deducono immediatamente le seguenti propriet delle matrici


f

g =
=

2g

oy
0 2

ky

(2.18)
(2.19)

= I

(2.20)
k y

ky y

(k = 1; 2; 3) (2.21)

Inoltre, in base a queste propriet si ha


y

2.5

(2.22)

Equazione aggiunta e corrente

Scriviamo lequazione di Dirac


0@

+i

@t

@
@xk

=0

e la sua hermitiana coniugata


i

@ y
@t

@ y
@xk

=0

Questultima ha perso la sua forma covariante perch


segni opposti. Allora, moltiplichiamola da destra per 0
i
Ricordando che

@ y
@t

k 0

0 0

0 k

@ y
@xk

k 0

y 0

compaiono con

=0

ed introducendo lo spinore aggiunto (riga)


=

y 0

2.6. SOLUZIONI CON ENERGIA NEGATIVA

39

otteniamo lequazione in forma covariante


i

@
@t

@
@xk

=0

ovvero
i @

+m

=0

detta equazione aggiunta.


Moltiplicando lequazione di Dirac da sinistra per
da destra per e sommando otteniamo
@

e lequazione aggiunta

=0

che lequazione di continuit (covariante) per la tetradensit di corrente1

2.6

j
j

j0
jk

=
=

j0; j
0

=
=

y 0 0
y 0 k

=
=

y
y k

Soluzioni con energia negativa

Per una particella libera possiamo cercare, in analogia con il caso non relativistico, soluzioni in forma di onda piana scrivendo
(x) = ue

ipx

(2.23)

ove u uno spinore a quattro componenti, indipendete da x, che pu essere


determinato per sostituzione nellequazione di Dirac. Infatti, sostituendo, si
ottiene lequazione
( p
m) u = 0
ovvero
(p/

m) u = 0

avendo usato la notazione semplicata A


/
A valida per qualunque quadrivettore. Poich ci interessano gli autovettori dellenergia, conveniente utilizzare
lhamiltoniano originale (in termini delle matrici e ) e scrivere
Hu = (

p + m) u = Eu

Questa equazione ammette quattro soluzioni indipendenti, due con E > 0 e due
con E < 0. Questo particolarmente facile da vedere considerando la particella
a riposo (p = 0); si ha
2
3
m 0
0
0
6 0
7
mI
0
m 0
0
7u
Hu = mu =
u=6
4
5
0
mI
0
0
-m 0
0
0
0
-m
1 Si

pu dimostrare che j

si trasforma eettivamente come un quadrivettore.

40

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

Questa equazione ha autovalori E = m; m;


3 2
2
3 2
0
1
6 0 7 6 1 7 6
7 6
6
7 6
4 0 5 ; 4 0 5 ; 4
0
0

m; m e autovettori
3
3 2
0
0
6
7
0 7
7 ;6 0 7
4
5
0 5
1
1
0

Troviamo, cos, come per lequazione di Klein-Gordon, soluzioni ad energia negativa. Il problema persiste anche con p 6= 0. Infatti, in questo caso si ha
m
p

Hu =

p
m

=E

ove il quadrispinore u stato scritto in termini dei due spinori a due componenti
e in modo da ottenere le due equazioni accoppiate
(
(
Ricavando

= (E m)
= (E + m)

p)
p)

dalla seconda e sostituendo nella prima, si ottiene


(

p) (

p)

= E2

m2

p) (

p)

= E2

m2

Analogamente
Ora
(

p) (

p) = p2 + i (p

p) = p2

per cui
p2 ( ) = E 2

m2

p2 = E 2

m2

( )

Questa equazione implica


e, quindi,
E=

2.7

p
p2 + m2

Interpretazione degli stati ad energia negativa: antiparticelle

Lequazione di Dirac, dunque, mentre supera uno dei problemi dellequazione


di K-G, quello della densit di probabilit negativa, d anchessa soluzioni ad
energia negativa. Questo risultato ha la sua origine nella relazione relativistica
E 2 = p2 + m2 , che nasce quadratica e, quindi, fornisce inevitabilmente valori
negativi di E quando si estrae la radice. La presenza di stati ad energia negativa
indusse Dirac ad avanzare linterpretazione di tali stati che condusse alla nascita
del concetto di antiparticella.
Per una particella libera di Dirac, i livelli ad energia positiva e negativa si
dispongono simmetricamente attorno a zero, con il livello ad energia positiva pi
bassa corrispondente ad E = m e quello ad energia negativa pi alta corrispondente ad E = m. La presenza di stati ad energia negativa vuoti dovrebbe

2.7. INTERPRETAZIONE DEGLI STATI AD ENERGIA NEGATIVA: ANTIPARTICELLE41


comportare la transizione di tutte le particelle ad energia positiva in stati ad
energia negativa sempre pi bassa. Per evitare tale catastrofe, Dirac postul
che lo stato di vuoto, cio lo stato nel quale non presente alcuna particella ad
energia positiva, corrisponda a tutti gli inniti stati ad energia negativa occupati. Il principio di esclusione di Pauli impedisce la transizione verso stati ad
energia negativa di qualunque particella ad energia positiva. In questo modo allo
stato di vuoto corrisponde una carica innita ed una energia innita. Tuttavia
questo non crea alcun problema in quanto i fenomeni osservabili corrispondono
soltanto a uttuazioni nite di carica e di energia rispetto allo stato di vuoto.
Se forniamo una energia su ciente (> 2m) al vuoto, una particella pu transire da uno stato ad energia negativa ad uno ad energia positiva; in questo caso
diventano osservabili sia la particella ad energia positiva che la lacuna che si
venuta a creare nel mare di stati ad energia negativa. Supponiamo, infatti, che
le particelle in questione siano elettroni, il passaggio di un elettrone da uno stato
ad energia negativa jEi j ad uno stato ad energia positiva + jEf j comporta:
1. la diminuzione dellenergia del mare di
dellenergia positiva di jEi j,
2. la diminuzione della carica del maredi
carica di + jej.

( jEi j), cio un aumento


( jej), cio un aumento della

Lassenza di un elettrone ad energia negativa (la lacuna) ha, dunque, le caratteristiche della presenza di una particella di carica opposta a quella dellelettrone
ed energia positiva. Dirac pens inizialmente che questa particella potesse
essere identicata nel protone, per R. Oppenheimer e altri mostrarono che
tale particella doveva avere la stessa massa dellelettrone, doveva essere, cio,
una immagine con carica positiva dellelettrone: il positrone. Il positrone
lantiparticella dellelettrone, lantielettrone. Il processo illustrato consiste,
dunque, nella produzione di una coppia particella-antiparticella. Una lacuna
pu essere riempita da un elettrone che transisca da uno stato ad energia
positiva + jEi j allo stato di lacuna ad energia negativa jEf j. Questo il
processo dellannichilazione particella-antiparticella: particella ed antiparticella
spariscono e la loro energia, jEi j + jEf j, viene emessa, per esempio, sotto forma
di fotoni. La predizione dellesistenza delle antiparticelle uno dei risultati
pi rilevanti della sica teorica del ventesimo secolo. La conferma sperimentale
dellesistenza del positrone (C. D. Anderson, Phys. Rev. 43, 491 (1933)) si
ebbe alcuni anni dopo la pubblicazione della teoria di Dirac (P. A. Dirac, Proc.
Roy. Soc. A117, 610 (1928)).
Linterpretazione di Dirac degli stati ad energia negativa va bene, per, per
i fermioni, per i quali valido il principio di Pauli, ma non per i bosoni. Essa,
quindi, non pu essere estesa allinterpretazione degli stati ad energia negativa
dellequazione di K-G, che descrive un bosone di spin 0.
Nel seguito useremo una interpretazione degli stati ad energia negativa dovuta
a Feynman, che ha il pregio di poter essere usata sia per i fermioni che per i
bosoni e non ha alcun bisogno di introdurre un concetto di vuoto come un mare
di stati ad energia negativa tutti occupati.
La prescrizione fondamentale la seguente: una soluzione ad energia negativa
descrive una particella che si propaga indietro nel tempo o, equivalentemente,
unantiparticella ad energia positiva che si propaga avanti nel tempo.

42

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

Figure 2.1: Un elettrone ad energia negativa che si propaghi allindietro nel


tempo visto come un positrone ad energia positiva che si propaga avanti nel
tempo.

Figure 2.2: Scattering di un pione positivo in avanti nel tempo.

Consideriamo, per esempio, il seguente processo: un elettrone ad energia


negativa creato nel punto A dello spazio e si muove a ritroso nel tempo no
al punto B nel quale viene distrutto (g. 2.1).
Un osservatore che, per natura viaggia avanti nel tempo, legge il processo
nel modo seguente:
1. t < tB ! nulla accade;
2. t = tB ! viene distrutta una carica jej ed una energia jEj; rispetto al
passato, lenergia del mondo cresce di + jEj e la carica aumenta di + jej:
nato un positrone!
3. tB < t < tA ! il positrone viaggia verso A (avanti nel tempo);
4. t = tA ! viene creata una carica jej ed una energia jEj; rispetto al
passato, lenergia del mondo diminuisce di + jEj e la carica diminuisce di
+ jej: il positrone distrutto!
Lassunto di Feynman , dunque, plausibile. Vediamo un altro esempio.
Consideriamo lo scattering da potenziale di un pione positivo, riferendoci al secondo ordine della teoria delle perturbazioni della meccanica quantistica non relativistica, rappresentato dal diagramma spazio temporale riportato nella gura
2.2. Secondo linterpretazione di Feynman, in meccanica quantistica relativistica debbono poter esistere diagrammi spazio-temporali, come quello riportato

2.7. INTERPRETAZIONE DEGLI STATI AD ENERGIA NEGATIVA: ANTIPARTICELLE43

Figure 2.3: Particella a energia negativa diusa indietro nel tempo.

Figure 2.4: Il + che viaggi indietro nel tempo interpretabile come un


viaggi avanti nel tempo.

che

in seguito, nei quali una particella (purch ad energia negativa), risulti diusa
indietro nel tempo (2.3). In questo caso il + (ad energia negativa) che viaggia
indietro nel tempo equivale ad un
ad energia positiva che va avanti in t. Cos,
linterpretazione del diagramma spazio-temporale risulta essere la seguente (g.
2.4):
1. a t = t1 il potenziale crea una coppia
2. a t = t2 > t1 il
incontra il
assorbe la coppia + .

, proveniente dal passato, e il potenziale

In conclusione, con linterpretazione di Feynman, le soluzioni ad energia


negativa di una equazione donda relativistica, che descrive una determinata
particella, potranno essere usate per descrivere processi che riguardano antiparticelle, dopo aver scambiato gli stati iniziale e nale. In questo modo situazioni
a pi particelle, quale il processo di creazione di una coppia, possono essere trattate con il formalismo delle fuzioni donda di particella singola. E chiaro che
tutto questo pu essere fatto semplicemente perch particelle cariche possono
essere create soltanto in coppie particella-antiparticella, mentre impossibile
che si realizzino processi il cui risultato sia la creazione di una singola particella
di carica diversa da zero.
Quanto nora detto permette di sistemare anche il problema della densit
di probabilit negativa dellequazione di K-G. Assumiamo, a titolo di esempio,
che la particella descritta dallequazione di K-G sia il
. Seguendo Pauli e

44

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

Weisskopf, il problema pu essere risolto inserendo la carica della particella in j


ed interpretando, molto plausibilmente, la corrente risultante come la corrente
e.m. associata alla particella. Cos, se la particella il
, la sua corrente e.m.
sar data da
jem

= ( e)

( j del

a energia positiva )

ovvero, per soluzioni di onda piana,


2

jem
Se consideriamo, ora un
in modo analogo
jem

= ( e) 2 jN j
+

ad energia positiva, la sua corrente e.m. si scriver


2

= (+e) 2 jN j

o, equivalentemente
jem

p
+ p2 + m2 ; p

= ( e) 2 jN j

p
+ p2 + m2 ; p
p
p2 + m2 ; p

Questa non altro che la corrente di un


con quadrimomento opposto, cio
un
che ha energia negativa e si muove in direzione opposta con lo stesso
impulso del + . , anche, evidente che se un sistema emette, per esempio,
un e+ o un + , dal punto di vista del bilancio della carica e dellenergia il
processo equivalente allassorbimento di un e o un
con energia negativa.
Ora, come vedremo in seguito, una particella caratterizzata non soltanto dalla
carica elettrica ma da altre cariche (numero barionico, numero leptonico,....)
e queste cariche sono opposte quando si rarontano particelle con le rispettive antiparticelle. Allora, generalizzando dalla carica elettrica a tutte le altre
cariche e dallenergia al quadrimomento, possiamo concludere aermando che:
lemissione (assorbimento) di una antiparticella di quadrimomento p equivalente allassorbimento (emissione) di una particella di quadrimomento p .
Tutto questo ci consente di descrivere processi nei quali siano coinvolte sia
particelle che antiparticelle in termini di sole particelle (o anche di sole antiparticelle), semplicemente sostituendo ogni antiparticella di quadrimomento p con
la rispettiva particella di quadrimomento p ed invertendo per essa il ruolo
degli stati di ingresso e uscita. In altre parole, unantiparticella entrante (uscente) di quadrimomento p trasformata in una particella uscente (entrante)
di quadrimomento p .

2.8

Ancora spin della particella di Dirac. Elicit.

Ritroviamo in modo pi formale lo spin della particella di Dirac, cercando una


quantit che rappresenti il momento angolare totale della particella e commuti
con H. Consideriamo prima il commutatore [L; H], dove L = r p loperatore
momento angolare orbitale. Ricordiamo
H=

p+ m

2.9. SOLUZIONI DI PARTICELLA LIBERA

45

ovvero, usando le matrici


0

H=

p+

ove
k

Si ha
[L; H] = r

p;

p+

m =

[r

p] =

p;

[r;

p]

p] =

2i

p=i

p
(2.24)
avendo usato [r; p] = i. Dunque, L e H non commutano. Consideriamo, allora,
loperatore
i
(2.25)
=
2
ovvero
i 3 1
i 1 2
i 2 3
2
3
1
;
,
=
;
,
=
;
=
2
2
2
si ha
0
=
0
Si trova che
[ ; H] =

i
2

p+

m =

i
2

p (2.26)

Possiamo, allora, costruire J in modo che commuti con H scrivendo:


J=L+s=L+
Concludiamo, cos, che la particella ha spin
1. Inoltre, poich pu essere mostrato che
[

p; H] = 0 e (

1
2

1
2,

perch gli autovalori di

sono

p) = p2

loperatore
p ha autovalori jpj ed una costante del moto. Cos, le autofunzioni di
p rappresentano stati nei quali lo spin parallelo o antiparallelo a
p. Ad essi corrispondono gli autovalori +1 e 1, rispettivamente, delloperatore
" p
#
0
jpj
(2.27)
p
0
jpj
detto elicit.

2.9

Soluzioni di particella libera

Riprendiamo lequazione di Dirac nella forma 2.8


i

@
@t

(x; t) = ( i

r + m)

(x; t)

(2.28)

e le sue soluzioni in onda piana 2.23


(x) = u (p) e

ipx

(2.29)

46

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

ove u(p) lo spinore a quattro componenti di Dirac e


p

(E; p)

(t; x)

Sostituendo la 2.29 nella 2.28 si ottiene


(

p + m) u = Eu

(2.30)

Se scriviamo lo spinore u nella forma


ua
ub

u=

e sostituiamo nella 2.30, otteniamo le due equazioni accoppiate


E

ua
ub

mI
p

(
(

p) ub
p) ua

=
=

ua
ub

p
mI

ovvero
(E m) ua
(E + m) ub

per i due spinori a due componenti ua e ub .

2.9.1

Spinori ad energia positiva

p
In questo caso E = + p2 + m2 = jEj > 0. Per la particella a riposo E = m e
le due equazioni accoppiate si riducono a
m

ua
ub

mI
0

0
mI

ua
ub

ovvero
mua
mub

= mua
=
mub

Esse comportano ub = 0 e due soluzioni indipendenti per ua , che, in accordo


con quanto gi fatto in precedenza, poniamo
u1;2
a =

1;2

1
0

0
1

con

Allora, per p 6= 0, assumiamo ancora


u1;2
a =

1;2

2.9. SOLUZIONI DI PARTICELLA LIBERA

47

e ricaviamo ub dallequazione
(

p) ua = (E + m) ub

la quale ci d
p
E+m

u1;2
b =

1;2

e, quindi (a meno di una costante di normalizzazione)


u1;2 =

2.9.2

1;2
p
E+m

(E > 0)

1;2

(2.31)

Spinori ad energia negativa

p
In questo caso E =
p2 + m2 = jEj < 0. Questa volta per la particella a
riposo (E = m) le due equazioni accoppiate
m

ua
ub

mI
0

0
mI

ua
ub

ovvero
mua
mub

=
mua
= mub

comportano ua = 0 e due soluzioni indipendenti per ub . In accordo con quanto


gi fatto in precedenza, poniamo
u1;2
b =

1;2

Allora, per p 6= 0, assumendo ancora


u1;2
b =

1;2

e ricavando ua dallequazione
(

p) ub = (E

otteniamo
u1;2
a =

m) ua = ( jEj

p
jEj

1;2

m) ua

p
jEj + m

1;2

e, quindi (a meno di una costante di normalizzazione)


u3;4 =

p
jEj+m
1;2

1;2

(E < 0)

(2.32)

Si verica facilmente che i quattro spinori us (s = 1; 2; 3; 4) sono ortogonali;


cio:
ury us = 0
per r 6= s

48

2.9.3

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

Signicato dei diversi spinori

Osservando che
pz
px + ipy

p=

px

ipy
pz

esplicitiamo nella seguente tabella tutte le componenti dei quattro spinori u1


.
u1
u2
u3
u4
1
0

0
1

pz
E+m
px +ipy
E+m

px ipy
E+m
pz
E+m

E=

+ jEj

pz
jEj+m
px +ipy
jEj+m

1
0
E=

px ipy
jEj+m
pz
jEj+m

0
1
jEj

La degenerazione in due stati, implicita nellequazione di Dirac, implica che


ci debba essere unaltra osservabile che commuti con H e p, i cui autovalori
possano essere presi per distinguere gli stati. Abbiamo gi visto che questa
osservabile lelicit
p
=
jpj
i cui autovalori +1 e 1 corrispondono ai due stati di spin, uno parallelo al moto
e laltro antiparallelo. Possiamo renderci conto meglio di questo assumendo
lasse z parallelo a p, cio ponendo p (0; 0; p). In questo caso loperatore
p
ha la rappresentazione matriciale
3
2
p 0 0 0
6 0
p 0 0 7
7
p =6
4 0 0 p 0 5
0 0 0
p
e i quattro spinori (considerati sempre a meno di una costante di normalizzazione) si riducono come indicato nella tabella seguente
.
u1
u2
u3
u4
p
1
0
0
jEj+m
p
0
1
0
jEj+m
p
0
1
0
E+m
p
0
0
1
E+m
E = + jEj
E=
jEj
Si vede cos che
(
(

p) u1 = pu1
p) u2 = pu2

(
(

p) u3 = pu3
p) u4 = pu4

Cio, u1 lo spinore ad energia positiva con elicit +1 e u2 lo spinore ad


energia positiva con elicit 1. Analogamente u3 e u4 sono gli spinori ad energia
negativa ed elicit +1 e 1 rispettivamente.

2.10. QUESITI ED ESERCIZI

2.9.4

49

Antiparticelle

Con linterpretazione data precedentemente, le soluzioni ad energia negativa


devono essere associate con le antiparticelle con la prescrizione secondo la quale
a una antiparticella di energia + jEj e momento p deve essere associata una
particella di energia jEj e momento p. Allora, considerato che
u3;4 (p) e

ip x

sono le soluzioni per una particella di energia


per lantiparticella sono date da
u3;4 ( p) e

i( p) x

jEj e momento

p, le soluzioni

v 2;1 (p) eip x

ove
p

p0 ; p 1 ; p 2 ; p 3

E > 0; p1 ; p2 ; p3

e avendo introdotto, per convenienza, lo spinore v per i positroni. Si osservi la


corrispondenza degli indici
u3
u4

! v2
! v1

Questo fatto perch, in accordo con gli argomenti usati per la carica elettrica
e per lenergia, ci aspettiamo che lassenza di spin s (lungo un asse denito
nel sistema di riposo) equivalga alla presenza di spin gie viceversa. In altre
parole
soluzioni ad energia negativa con spin
soluzioni ad energia negativa con spin

#
"

soluzioni ad energia positiva con spin "


soluzioni ad energia positiva con spin #

In denitiva, gli spinori di antiparticella sono


p
E+m
2;1

v 1;2 (p) =
con le grandezze E e p e gli apici di
sica.

2;1

(2.33)

che si riferiscono a valori dellantiparticella

2.10

Quesiti ed esercizi

2.10.1

Quesiti

1. Si introduca lequazione di Klein-Gordon; si determinino e si discutano le


soluzioni di particella libera.
2. Si introduca lequazione di Dirac motivando le scelte che ne sono alla base.
Si scriva la stessa equazione in forma covariante.
3. Si scriva lequazione di Dirac per una particella carica in presenza di un
campo elettromagnetico e si mostri che essa appropriata per una particella di spin 1/2.
4. Si discutano le soluzioni dellequazione di Dirac per la particella libera e
linterpretazione degli stati ad energia negativa.

50

CHAPTER 2. EQUAZIONI DONDA RELATIVISTICHE

2.10.2

Esercizi

1. Si verichino le propriet 2.4 delle matrici


delle matrici .

e quelle (2.18, ..., 2.22)

2. Si dimostri che
(

a) (

b) = a b + i

(a

b)

ove a e b sono due vettori. (Si usino le propriet delle matrici di Pauli).
3. Lequazione di Dirac per gli spinori u (p)
(

ovvero, usando il simbolo p/ =


(p/

m) u (p) = 0
p ,
m) u (p) = 0

Come si scrive lanaloga equazione per gli spinori di antiparticella v (p)?


4. Usando le propriet delle matrici

si mostri che lequazione per u (p)

u (p) (p/
(e, analogamente, v (p) (p/ + m) = 0).

m) = 0

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