Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PARTHENOPE
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA
GESTIONALE
INDICE
INDICE
1. Premessa al modello.............................................................................................................. 7
2. Scelta dei Criteri e dei Subcriteri .......................................................................................... 8
3. Scelta delle Alternative ....................................................................................................... 13
4. Confronto a coppie ed indice di consistenza ....................................................................... 25
5. Analisi dei Risultati ............................................................................................................. 36
6. Conclusioni ......................................................................................................................... 40
II
Introduzione
Figura 1
Una serra una casa dove le pareti ed il tetto sono di vetro. Allinterno di esse
possibile far crescere le piante anche nelle stagioni invernali, quindi la caratteristica
di una serra di essere calda anche quando fuori fa molto freddo. Il sole riscalda le
piante e l'aria all'interno della serra ma il calore, una volta entrato, rimane
intrappolato e non pu sfuggire. Cos durante le ore di luce il sole riscalda la serra, a
questo punto il calore intrappolato fa fatica ad uscire mantenendo la serra calda anche
di notte. Latmosfera terreste si comporta come una serra.
Figura 2
1. ridurre l'uso di combustibili fossili (petrolio, carbone, gas, ecc..) sia nella
produzione di energia sia nell'autotrazione cos da ridurre l'introduzione di
anidride carbonica nell'atmosfera;
1. Premessa al modello
Oggi ci troviamo di fronte ad una visione globale del nostro pianeta ed in particolare
a vivere in una politica che attraverso un'unica commissione mette daccordo diversi
paesi e cerca di perseguire obiettivi comuni. Nel modello abbiamo innanzitutto capito
quali sono le strategie che lEuropa ha adottato, definendo quindi quattro cluster tra
cui energia, trasporto, smaltimento rifiuti e tecnologie, che riteniamo siano i settori in
cui lEuropa ed ogni paese sta investendo per ridurre leffetto serra; per i tre cluster
energia, trasporto e smaltimento rifiuti abbiamo definito dei subcriteri. Infine
abbiamo focalizzato la nostra attenzione su come tre nazioni dellUnione Europea
siano sensibili alla problematica delle emissioni e al problema delleffetto serra e
quali politiche hanno adottato e stanno adottando per un netto miglioramento.
Abbiamo scelto lItalia perch la nazione in cui viviamo, la Germania perch nel
quadro politico attuale ha un peso fondamentale nelle decisioni internazionali ed
quella che economicamente si trova in una situazione pi favorevole rispetto alle altre
nazioni ed infine la Danimarca perch in base alle nostre ricerche ci sembrata la
nazione che meglio si mossa su tale problematica e sin dal 1970 ha attuato una
politica molto efficace per la riduzione delleffetto serra.
2.2 Trasporto
Oltre ad essere un settore chiave delleconomia, il trasporto contribuisce in misura
determinante allo sviluppo economico (4,8% - ovvero 548 miliardi di euro - in valore
aggiunto lordo totale per i 28 paesi dellUE) e rappresenta oltre 11 milioni di posti di
lavoro in Europa.
10
2.3 Tecnologie
Lefficienza energetica di particolare interesse in quanto i suoi effetti sono
agevolmente prevedibili, discendendo dallimplementazione di tecnologie e tecniche
disponibili. Grande importanza, in un piano di efficientamento, ha infatti laspetto
organizzativo-gestionale, spesso carente o mancante in unazienda industriale che
invece dovrebbe costituire la cornice allinterno della quale incastonare i vari aspetti
operativi volti allincremento dellefficienza: diagnosi preliminare, individuazione
degli interventi, realizzazione e verifica dei reali effetti. Un simile dominio indagato
quando si vuole modificare il processo produttivo per incrementane la produttivit e
diminuirne di conseguenza i costi operativi, di cui lenergia rappresenta una
componente importante.
Le pi significative innovazioni in campo industriale degli ultimi anni, in tema di
risparmio energetico, sono state i led per illuminazione, i reattori elettronici per
lalimentazione di lampade fluorescenti, gli inverter su motori elettrici per inseguire
carichi variabili. Alcune nazioni, dallo studio effettuato, ci sono sembrate pi
sensibili verso tale problema ed hanno investito parecchio nell efficientamento
energetico delle loro strutture industriali.
11
l problema dello smaltimento dei rifiuti solo un aspetto attuale della politica
europea. Le quantit di rifiuti che produciamo sono il risultato del nostro stile di vita
insostenibile. Le odierne modalit di produzione e consumo devono essere modificate
per minimizzare lutilizzo delle fonti non rinnovabili. Ogni anno in Europa sono
prodotte circa 2000 milioni di tonnellate di rifiuti di cui oltre 40 milioni di tonnellate
sono classificate come pericolose. Le principali fonti di rifiuti sono lagricoltura,
ledilizia, lindustria, lestrazione mineraria e le aree urbane. In termini di quantit i
rifiuti agricoli sono al primo posto. Quelli industriali sono pi significativi a livello di
impatto ambientale. La maggior parte dei rifiuti urbani viene posta a discarica,
unopzione che resta ancora la meno costosa malgrado alcuni paesi europei abbiano
introdotto tasse ad hoc. Nei paesi dotati di sistemi avanzati di gestione dei rifiuti
aumenta la consapevolezza della necessit di prevenire, ridurre al minimo e riciclare i
rifiuti. Abbiamo individuato anche per questo tema tre Subcriteri andando ad
analizzare come le nazioni a livello europeo fronteggiano questo problema e
prendono provvedimenti; emerso che si fa troppo poco ricorso al compostaggio che
noi riteniamo una soluzione su cui investire. Il riciclaggio rappresenta una vera e
propria industria capace di creare posti di lavoro e sostenere il settore manifatturiero.
Come osserva un recente rapporto dellEuropean Environment Agency, datato 2011,
questa attivit rappresenta una componente fra le pi dinamiche della green economy
e contribuisce ad affrontare sfide importanti per lEuropa a livello economico e
ambientale. Una politica coerente di gestione dei rifiuti comincia a monte come detto
in calce, intervenendo con una legislazione attenta sulla produzione dei rifiuti, e
prosegue con una raccolta differenziata capillare ed informata, favorendo anche
sistemi di riutilizzo e recupero. Culmina poi nella termovalorizzazione (in cui giunge,
a questo punto, soltanto una parte residuale di rifiuti, quelli che non possiamo
utilizzare in altro modo), grazie al quale, dal rifiuto otteniamo tutta lenergia
contenuta. Ma la priorit su cui devono convergere gli sforzi di tutti deve essere
questa: ridurre drasticamente la quantit di rifiuti che finiscono in discarica. Eppure
questo ciclo virtuoso, disegnato chiaramente dalla direttiva europea Waste framework
12
directive (2008/98/EC), non cos chiaro nelle sue prerogative, nelle sue stringenti
regole interne; non patrimonio comune e soprattutto in Italia non condiviso come
valore ma lo piuttosto in Europa.
3.1 Danimarca
C' un reame nel Nord dell'Europa, dove dal 2004 l'impiego delle energie da fonti
rinnovabili cresciuto del 60 %. Non una favola ma una realt. Questa terra il
Regno di Danimarca, lo stato pi piccolo e meridionale dalla Scandinavia (per
quanto, in realt, non faccia materialmente parte della penisola scandinava). Qui, tra
le pi celebri centrali eoliche e le "segrete" reti termiche, il ricorso ai combustibili
fossili si avvicina sempre pi a essere qualcosa di molto lontano. Questo piccolo
stato, tra i pionieri dell'eolico nella "preistoria" degli anni '70 (da allora, infatti, molti
passi avanti sono stati fatti nel settore delle energie rinnovabili), lo scorso 3 novembre
ha prodotto pi energia eolica di quanta, in realt, potesse consumarne. Non si tratta
certo di una novit per questo paese, dove normalmente situazioni come questa si
verificano la domenica pomeriggio (quando i consumi di energia elettrica sono pi
13
Ma oltre alle grandi turbine eoliche, che con il loro vento provocano talvolta
perturbazioni nelle reti elettriche del Nord Europa, la Danimarca cela un
altro tesoro delle rinnovabili; anche questo concorre alla produzione di quel 36 % di
energie da fonti rinnovabili, che costituisce una parte consistente dell'intero
fabbisogno energetico locale. Certo, anche nel piccolo regno di Danimarca, stata
necessaria la prima crisi petrolifera del 1973 perch il paese si decidesse a cambiare
rotta e a ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili (che, allora,
raggiungeva il 90 %). Da allora, ogni centro ha dovuto stilare il proprio piano
energetico, mentre il governo metteva in atto politiche a favore delle energie
rinnovabili (e, a sfavore, di quelle tradizionali). Ed eccoci cos al secondo punto forte
delle rinnovabili danesi, costituito da vere e numerose reti di calore che forniscono il
54 % del riscaldamento necessario.
Sostanzialmente ci avviene attraverso una grossa caldaia che produce calore, da cui
dipartono chilometri di canalizzazioni che trasportano l'acqua calda nei radiatori delle
abitazioni.
14
Per la maggior parte (ben il 63 %), queste caldaie collettive sono, in realt,
installazioni di cogenerazione che, oltre a riscaldare, forniscono energia elettrica ai
loro utilizzatori. Alcune sono ancora oggi alimentate a gas naturale ma, per la
maggior parte, sfruttano energia da fonti rinnovabili: rifiuti, biomassa e geotermia;
alcune sfruttano addirittura l'energia eolica e solare per mantenere calda l'acqua
stoccata all'interno di enormi serbatoi. L'efficienza dunque sar il pilastro della
strategia energetica danese che d molta importanza anche a fonti come biogas,
biomasse e soprattutto eolico. Gi ora il vento fornisce circa il 25% dell'elettricit del
Paese e, nel giro di 8 anni, il piano prevede di arrivare al 50%: sono gi in programma
due grandi parchi off-shore da 600 e 400 MW (Kriegers Flak e Horns Rev), e si
prevede di installare altri 500 MW di turbine in mare e 1.800 MW su terra. Le grandi
centrali a carbone poi, secondo il piano, dovranno gradualmente convertirsi a
biomassa. Con un simile contributo da una fonte non programmabile come l'eolico, la
Danimarca prevede di spingere contemporaneamente lo sviluppo della smart grid, la
rete elettrica intelligente.
Infine, un'ultima particolarit: per la maggior parte, queste reti di calore sono gestite
da cooperative costituite dai loro stessi fruitori, protette da qualsiasi eventuale
tentativo di lucro. Anche per questo, quanti non riescano a servirsi di queste reti sono
severamente controllati dal governo centrale.
Nel ambito del trasporto la municipalit danese, da sempre all'avanguardia sui temi
della sostenibilit applicata alla mobilit urbana, ha chiamato a raccolta societ
internazionali esperte nel settore.
Il progetto si basa sulla simulazione della integrazione di vari sistemi in tempo reale
quali:
un sistema multimodale di informazione al pubblico considerando tutti i mezzi
di trasporto (auto, treni, bus, metro, biciclette);
un sistema per la gestione del trasporto pubblico;
un sistema di parcheggio integrato con le informazioni ai passeggeri;
un sistema di monitoraggio del traffico e dell'inquinamento ambientale.
15
16
anno le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte del 34% rispetto ai livelli del
1990, mentre i consumi di energia caleranno del 12% rispetto ai livelli del 2006 e la
domanda di fonti fossili verr tagliata di un terzo.
Si promuove il teleriscaldamento da biomasse, mentre altri fondi (35 milioni di
corone) sono destinati a promuovere la geotermia a bassa entalpia e le pompe di
calore. Una conversione alle rinnovabili poi interesser anche i processi industriali:
circa 500 milioni di corone (67 milioni di euro) all'anno dal 2014 al 2020 e 250
milioni di corone per il 2013.
Quando si parla di gestione dei rifiuti in Europa, i paesi che possono considerarsi
senza dubbio i pi avanzati sono quelli del nord: non stupisce affatto, quindi, che il
buon esempio venga dalla Danimarca, gi nel 2007 primo paese europeo per recupero
energetico da rifiuti.
Figura 4 Copenhagen
17
Uno degli impianti che permette alla Danimarca di essere cos virtuosa quello nella
periferia di Copenaghen: in funzione dal 1970, ha acquisito, nel corso degli anni
prestazioni tali da consentire il riciclo o lincenerimento di ben il 97% dei rifiuti
prodotti nella capitale. Il suo funzionamento prevede innanzitutto il riordino dei
rifiuti, effettuato da una grande gru robotica, processo che permette di incenerirli
successivamente in quattro diverse fornaci, ognuna destinata ad accogliere una
particolare tipologia di rifiuti. Per gli amanti delle cifre, basti sapere che, grazie alla
tecnologia brevemente descritta, si producono 26 MW di elettricit e viene fornito
teleriscaldamento a 140 mila persone. Passando allaspetto finanziario, che potrebbe
essere probabilmente lunico in grado di fuorviare dal copiare lesempio danese,
indubbio che impianti del genere non possano essere economici ma sicuramente
costruirne
uno
simile
nel
nostro
paese
rappresenterebbe
un investimento
18
3.2 Germania
19
20
21
22
3.3 Italia
Non solo le energie rinnovabili sono diffuse ormai nel 100% dei Comuni italiani, ma
il nostro Paese conquista il primo posto nel mondo per il solare. Il contributo ai
consumi elettrici schizza al 38%. Dati che fotografano il particolare andamento della
rivoluzione energetica italiana, che cresce dal basso ma viene osteggiata dall'alto, con
tagli retroattivi e improvvisi che frenano una crescita ormai forte di oltre 800 mila
impianti sparsi in tutto il territorio. questo il quadro che esce dal rapporto "Comuni
Rinnovabili 2015" di Legambiente, giunto alla sua decima edizione e presentato oggi
a Roma. Negli ultimi dieci anni le fonti rinnovabili hanno contribuito a cambiare il
sistema energetico italiano. Oggi gli impianti sono presenti in tutti gli 8.047 Comuni
italiani, con una progressione costante (erano appena 356 nel 2005, 3.190 nel 2007,
6.993 nel 2009) e con risultati sempre pi importanti di copertura dei fabbisogni
elettrici e termici locali. Complessivamente in Italia nel 2014 le rinnovabili hanno
contribuito a soddisfare il 38,2% dei consumi elettrici complessivi (nel 2005 si era al
15,4) e il 16% dei consumi energetici finali (quando nel 2005 eravamo solo al 5,3%).
Come detto, lItalia il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai
consumi elettrici (ad aprile 2015 oltre l11%), sfatando cos la convinzione che queste
fonti avrebbero sempre e comunque avuto un ruolo marginale nel sistema energetico
italiano e che un loro eccessivo sviluppo avrebbe creato rilevanti problemi di gestione
della rete. Ad impressionare sono da un lato i numeri della produzione da fonti
rinnovabili passata in tre anni da 84,8 a 118 TWh, e dallaltro quelli di distribuzione
23
degli impianti da fonti rinnovabili: circa 800mila, come gi accennato, tra elettrici e
termici, distribuiti nel territorio e nelle citt, sempre pi spesso integrati con smart
grid (reti di distribuzione elettrica "intelligenti") e sistemi di accumulo o in
autoproduzione, che oggi sono la frontiera dellinnovazione energetica nel mondo.
Attraverso il contributo di questi impianti, e il calo dei consumi energetici, lItalia ha
ridotto le importazioni dallestero di fonti fossili, la produzione dagli impianti pi
inquinanti e dannosi per il clima (nel termoelettrico -34,2% dal 2005) ed calato
anche il costo dellenergia elettrica: da 76 a 48 euro per megawattora tra il 2008 e il
2014, anche se per una serie di ragioni (tra cui incompleta liberalizzazione del
sistema,
spinta
insufficiente
verso
l'innovazione
tecnologica,
ritardi
nella
realizzazione delle smart grid) questa riduzione non stata trasferita ai consumatori.
Diversamente la situazione del trasporto ferroviario italiano sempre pi divisa in
due, tra una Alta Velocit con servizi pi veloci e moderni e un servizio locale con
diffusa situazione di degrado che spinge purtroppo i cittadini alluso dellauto privata,
con aggravio dei costi, del traffico veicolare, dellinquinamento. Eppure, sono circa 3
milioni le persone che ogni giorno utilizzano i treni per raggiungere i luoghi di lavoro
o studio. Insomma treni vecchi, lenti, su linee che vedono troppo spesso tagli e
accumulano ritardi.
24
Figura 5
25
Energia
Figura 6
Figura 7
26
Figura 8
In questo questionario (figura 8) abbiamo valutato quale paese tra i tre scelti fosse pi
sensibile alla produzione di energia da biomassa. La Danimarca punta a soddisfare la
richiesta di energia del 100% nel 2050 con fonti rinnovabili e conversione dal
carbone a biomasse, sostituzione caldaie a fonti fossili, eolico ed efficienza. Questi
ultimi sono appunto i pilastri portanti della strategia danese che per tale motivo non
pu che essere la nazione vincente nel confronto a coppie appena riportato.
27
Figura 9
28
Criterio Tecnologie
Figura 10
Il nodo tecnologia (figura 10) ci pone di fronte alla valutazione su quale paese tra
quelli scelti investa di pi o adotti una politica di efficientamento energetico a livello
industriale in primis e civile poi. Il risultato che abbiamo evidenziato che la
Germania la nazione che investe in maggior modo; questo dato per va anche
comparato alla densit della popolazione, alla presenza pi industrie e fabbriche
allinterno di questo territorio. La politica tedesca come quella danese da anni spinge
sullefficientamento energetico mentre la Germania il primo paese al mondo per
efficienza energetica. Lo stabilisce la classifica 2014 appena stilata dallAmerican
Council for an Energy-Efficient Economy (ACEEE) che ha studiato 16 tra le
nazioni pi sviluppate del Pianeta.
L Italia negli ultimi anni si sta attivando molto per migliorare la qualit delle
strutture presenti sul territorio nazionale e ad incentivare le industrie a manutenere gli
impianti in modo che questi possano inquinare meno, talvolta ricorrendo a sanzioni
per chi non dovesse rispettare determinati parametri. Le certificazioni energetiche o
ancora meglio gli attestati di prestazione energetica che il governo italiano ha imposto
che devono essere forniti su ogni atto notarile per immobili, ne sono un concreto
esempio; scopo di questi ultimi quello effettuare una diagnosi energetica sugli
29
involucri e sulle centrali termiche per poi studiare sistemi che possano garantire un
miglioramento dal punto di vista energetico.
Criterio Trasporti
Figura 11
Oggetto del nostro studio stata anche larea semantica dei trasporti (figura 11),
ponendoci la domanda In che tipo di trasporto ci sono pi emissioni? La risposta,
pu sembrare ovvia, ma in realt non lo diventa se al precedente quesito n viene
aggiunto un altro: Quali distanze posso coprire con i rispettivi sub criteri? Conviene,
ad esempio, usare la bici o il trasporto pubblico? Da questanalisi venuto fuori che
il trasporto pubblico quello che converrebbe scegliere nella maggior parte dei casi.
30
Figura 12
Il sistema dei mezzi pubblici (figura 12) di Copenaghen efficiente, sicuro e pratico.
Raggiungere la destinazione scelta sempre facile perch la citt relativamente
piccola! La maggior parte dei biglietti pu essere utilizzata su tutti i mezzi sia in citt
che nelle zone circostanti. La rete dei trasporti opera 24 ore su 24, ogni giorno, grazie
anche ai servizi notturni di bus, metro e treni. La maggior parte delle citt tedesche ha
un proprio sistema di trasporti urbani ed extraurbani. La rete capillare su tutto il
territorio nazionale e la gamma dei mezzi di trasporto comprende mezzi di superficie
o sotterranei, su rotaia o su ruote. In questo campo i risultati per lItalia non sono
affatto lusinghieri, infatti, secondo Legambiente a livello di estensione, prezzi ed
efficienza siamo il fanalino di coda dellEuropa.
31
Figura 13
In Danimarca le auto (figura 13) sono poco utilizzate ed in ogni caso in tutto il paese
hanno un limite di velocit di 80 km/h; addirittura stato detto addio alle auto blu
per i ministri ed anche loro si sono muniti di bicicletta per dare il buon esempio. In
Italia, in verit abbiamo ancora troppe macchine, infatti siamo tra i primi in Europa
per questo genere di acquisti e dunque il mercato saturo, mentre gli stili di vita dei
cittadini stanno puntando verso la scelta di alternative alluso compulsivo
dellautomobile. Le auto in Germania sono una risorsa necessaria, i tedeschi sono
dipendenti dalle auto tanto da non considerare limpatto ambientale che possono
avere.
Figura 14
32
I danesi vanno pazzi per la bici e Copenaghen costruita per i ciclisti (figura 14). Ci
sono larghe piste ciclabili ovunque e sono presenti parecchi posti dove noleggiare o
acquistare una bicicletta; diversamente si pu affittare un risci e farsi portare in giro.
Il 75% degli italiani afferma di possedere una bicicletta mentre uno su due (48%) dice
di utilizzarla; a questa fetta si aggiunge un altro 12% di "volenterosi" che hanno
promesso di acquistarne una entro la fine dellanno. In Germania il 9% degli
spostamenti avviene in bicicletta. La distanza media percorsa per abitante ogni giorno
di 0,9 km. La bicicletta fa parte in maniera radicata della cultura tedesca ed raro
che un bambino non sia cresciuto fin da piccolo con accanto una bici, magari
incoraggiato dalla famiglia. Questo fa si che anche in strada ci sia un forte rispetto
verso chi circola in bicicletta.
Figura 15
I danesi ci tengono molto alla loro salute, infatti fanno lunghe passeggiate a piedi
(figura 15), per essere in costante contatto con la natura. Ci non accade per la
Germania e lItalia, nonostante la presenza di immense aree verdi del paese tedesco.
Questo perch gli abitanti conducono una vita molto frenetica in ambito lavorativo e
per tale motivo luso dellautomobile diventa una priorit. Non si pu dire lo stesso
degli Italiani che per pigrizia si aggiudicano il primo posto preferendo in ogni caso
lutilizzo dei mezzi pubblici.
33
Figura 16
Il criterio dello smaltimento rifiuti (figura 16) uno dei pi importanti e critici, infatti
non tutte le nazioni sanno ben approcciarsi a questo tipo di problema. Principalmente
si compone di tre sub criteri: compostaggio, riciclaggio e discarica con
incenerimento. Vediamo nello specifico le nazioni in questione come si comportano.
Figura 17
Lattenzione dei Tedeschi ai temi ambientali (figura 17) proverbiale e chi ha visitato
il loro Paese ha sempre notato la cura con cui i cittadini conferiscono i propri rifiuti,
separando in modo capillare e corretto tutte le frazioni riciclabili di cui sono
34
Figura 18
NellEuropa del riciclo (figura 18) tirano la volata Germania, Austria, Danimarca,
Svezia, Belgio, Olanda. Si tratta di Paesi che hanno praticamente abolito il ricorso
alla discarica e che hanno affrontato il tema dello smaltimento dei rifiuti attraverso la
termovalorizzazione e il recupero. In Italia l'incenerimento dei rifiuti una modalit
di smaltimento minoritaria, anche a causa dei dubbi che permangono sulla nocivit
delle emissioni nel lungo periodo e delle conseguenti resistenze della popolazione.
35
Figura 19
Sono oltre 500 gli impianti di compostaggio operativi, di cui circa 100 in Italia e circa
400 distribuiti fra Germania, Austria, Danimarca, Olanda e Belgio. In Danimarca gli
scarti di lavorazione dei prodotti riciclati anche quelli provenienti da foreste vengono
usati per alimentare gli inceneritori (figura 19).
Figura 20
36
che hanno in Normals e vengono cos interpretati: la Germania una scelta del
76.7% buona come quella della Danimarca, mentre lItalia una scelta del 21.6%
buona come quella della Danimarca. La riposta riflette le preferenze delle persone che
hanno effettuato il giudizio, incorporando i loro valori personali e non una
valutazione oggettiva; in questo caso il Blue Team. Questo risultato riporta anche
come il nostro intuito stato quindi utilizzato con una priorit alta.
In realt esiste un altro aspetto, insomma unaltra faccia della stessa medaglia, che ci
permette di interpretare i risultati in modo pi chiaro, sicuro e corretto.
Lanalisi di sensitivit infatti si pone lobiettivo di studiare in che modo varia la
soluzione ottima al variare dei coefficienti del problema, considerando un solo
coefficiente alla volta; in questo caso quello con il peso maggiore quindi quello pi
influente, ossia lenergia.
Figura 21
37
La prima osservazione quella pi evidente: nel punto di ascissa 0.54 abbiamo una
situazione molto definita in cui notiamo che la scelta migliore la Danimarca, che
supera la Germania del 26%, con una differenza pari a 0.147; supera invece lItalia
del 78%, con una differenza pari a 0.404. Diversamente la posizione della Germania
rispetto allItalia si legge con un distacco del 70%, con una differenza di 0.267.
La scelta sarebbe quindi tra la Danimarca e la Germania. Osserviamo che il range
differenziale tra queste due ultime nazioni tende ad aumentare di ordine di grandezza
nellintervallo 0.54 x 1.
Abbiamo invece una situazione differente nel range 0.28 < x 0.54 che osserviamo
in figura 22, in cui lo scostamento della Danimarca diminuisce con una certa rapidit
che in termini matematici si tramuta nellinclinazione della retta di riferimento, fino a
bilanciare perfettamente la Germania nel punto 0.28.
38
Figura 22
39
Figura 23
5. Conclusioni
Lanalisi fin qui condotta si concretizza quindi in risultati ampi da un punto di vista
relativo, in quanto permettono di effettuare valutazioni differenti in base alle variabili
considerate. Concludendo quindi abbiamo tre casi limite in cui lanalisi di sensibilit
costituisce un tool funzionale che fornisce una lettura molto sensibile dei risultati
ottenuti, in modo da poter valutare in maniera efficace la giusta alternativa da
scegliere, in base ai giudizi riportati precedentemente; la Danimarca quindi vince.
40
Bibliografia
Che cosa lEffetto Serra Educambiente
http://www.educambiente.tv/effetto-serra.html
Politiche Unione Europea - EU website
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-54_it.htm
Obiettivi EU website - http://europa.eu/pol/ener/index_it.htm
Il caso Wolkswagen Blog 6sicuro
http://www.6sicuro.it/automobili/emissioni-co2-auto
Efficientemento energetico AGC Communication
http://www.agccommunication.eu/energia-it/8098-energia-acee-germania
Danimarca, Germania e le energie Rinnovabili Qualenergia - www.qualenergia.it
Trasporto sostenibile, in bicicletta per i danesi - www.ecologiae.com
Pedalare come i danesi, trasporto green - www.corriere.it
Ruolo trasporti effetto serra
http://www.climatrentino.it/binary/pat_climatrentino/CASERINI.pdf
Efficienza energetica Schulz Italia - http://www.schulzitalia.com/news-infissipvc/efficienza-energetica-per-ente-usa-aceee-italia-erza-al-mondo/391
Italia lontana dallobiettivo di Kyoto Qualenergia
http://www.qualenergia.it/articoli/20140416-obiettivo-nazionale-kyoto-la-riduzionedei-gas-serra-%C3%A8-insufficiente-ispra
Emissioni Protocollo di Kyoto
http://www.ilcambiamento.it/clima/italia_protocollo_kyoto.html
41