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10/12/2015 diLuca Gastaldi, Direttore dellOsservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano ()
Procurement dell'innovazione
Come riqualificare la spesa IT della PA, dopo la Legge di Stabilit
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Le scorse settimane il Senato ha emendato il tanto discusso articolo 29 sul taglio alla spesa ICT della
PA. Le principali modifiche sono le seguenti:
il taglio del 50% sar da attuare solo alle spese correnti e non a tutta la spesa ICT;
gli obiettivi di risparmio saranno da raggiungere nel triennio 2016-2018 e non entro il prossimo
anno;
non saranno tagliati i servizi di connettivit, le spese fatte tramite Consip e quelle per la
digitalizzazione dei processi nei tribunali;
i risparmi derivanti dallattuazione dellarticolo 29 saranno utilizzati dalle medesime PA per
investimenti di innovazione digitale;
AgID dovr elaborare un piano triennale che conterr, per ciascuna categoria di PA, lelenco dei
beni e servizi ICT e dei relativi costi, indicando gli investimenti strategici da effettuare;
Consip e i soggetti aggregatori consulteranno il piano di AgID per effettuare i propri acquisti;
AgID, Consip e i soggetti aggregatori suggeriranno alle PA misure per contenere efficacemente la
spesa ICT.
Insomma, sembra si voglia andare nella direzione di una riqualificazione della spesa pubblica in ICT
piuttosto che una mera razionalizzazione. Bene. Molto meglio della proposta presentata a fine
ottobre dal Governo. Speriamo che la Camera confermi questa tendenza, ma ricordiamoci che una
legge non basta. Per riqualificare veramente la spesa ICT della PA credo sia necessario compiere
almeno altri quattro passi.
1. Rendere pi efficaci ed efficienti le relazioni tra PA acquirenti e stazioni appaltanti
Larticolo 29 basa le proprie stime di efficienza sulla razionalizzazione delle stazioni appaltanti
operata da ANAC a cavallo dellestate. Da 32.000 stazioni appaltanti ora ne abbiamo 34 che,
aumentando considerevolmente i volumi gestiti in ogni gara, dovrebbero ridurre le gare per le stesse
tipologie di acquisto, aumentare la standardizzazione delle procedure e abbattere le differenze di
prezzo per lacquisto delle stesse soluzioni.
Daltro canto nulla specificato circa i meccanismi tramite cui si ipotizza di rendere pi efficaci ed
efficienti le interazioni tra le PA acquirenti e le stazioni appaltanti. Il rischio cos quello di allungare
e rendere farraginosi i processi di procurement disincentivando o complicando il procurement
pubblico di ICT. Oppure forse peggio di comprare in modo efficace ed efficiente soluzioni troppo
standardizzare per portare valore.
opportuno che si sviluppi un dialogo continuo tra PA e stazioni appaltanti e che si chiarisca fin da
subito come rendere pi fluide le relazioni tra questi due attori. Lavoriamo insieme per individuare
meccanismi che facciano evitare leffetto telefono senza fili.
2. Sviluppare le competenze della PA complementari al procurement
Ovviamente non basta rendere pi efficace il coordinamento tra stazioni appaltanti e PA acquirenti.
Spesso, in passato, questultime hanno comprato male perch non hanno saputo valutare con
precisione le proprie necessit di digitalizzazione. Non vorrei che la razionalizzazione delle stazioni
appaltanti acuisca questo problema. Non vorrei che le PA si sentissero progressivamente
deresponsabilizzare nel progettare e guidare in prima persona la loro trasformazione digitale.
Quello che certo che la PA deve in ogni caso sviluppare alcune competenze chiave, che sono
complementari a quelle necessarie a gestire bene i processi di procurement. Quali?
Acquisire una visione per processi, atta a focalizzare meglio le proprie necessit di
spendiamo poco e che per attuare vere trasformazioni digitali necessario investire molto pi di
quanto facciamo ora. Oggi esultiamo per dei mancati tagli lineari, ma forse dovremmo tutti
reclamare pi risorse.
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RIFORMA PA
04/12/2015
Luca Attias e Michele Melchionda, Corte dei Conti ()