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Raffaele Mattioli
Raffaele Mattioli
(Vasto, 20 marzo
1895 Roma, 27
luglio 1973) stato
un dirigente d'azienda
ed economista
italiano. Per il suo
impegno a favore
della cultura spesso
ricordato con l'epiteto
il banchiere
umanista[1].
Indice
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1 Biografia
2 Note
3 Bibliografia
4 Voci correlate
5 Collegamenti esterni
Biografia[modifica |
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Dopo la laurea in
economia a Genova,
con una tesi
sull'equilibrio
Direttore Generale,
poi, nel 1933, in
quella di
Amministratore
Delegato. Convinto
antifascista, ha
comunque rapporti,
legati alla sua carica,
con Benito Mussolini,
ma incontra in
Piero Sraffa
Enrico Mattei
Il rapporto col Partito
Comunista d'Italia e
mecenatismo
culturale, finanziando
riviste ("La Fiera
Letteraria", "La
Cultura"), istituzioni
(fu Presidente e
finanziatore
dell'Istituto Italiano
per gli Studi Storici),
case editrici (fu
consigliere culturale
della Riccardo
Ricciardi editore
promuovendone la
storica collezione
letteraria di Studi e
testi).
Nell'azione di
mecenatismo
compiuta da Mattioli
un posto a s merita
il sostegno fornito a
Carlo Emilio Gadda,
ospitato dopo che lo
scrittore era sfollato
da Firenze,
bombardata nella
primavera del 44.
Gadda fu soccorso
con committenze e
generosi prestiti e col
finanziamento di un
premio al suo Quer
pasticciaccio brutto
de via Merulana. Lo
scrittore ringrazier il
banchiere
dedicandogli le
Novelle dal Ducato in
fiamme (1953): A
Raffaele Mattioli |
despota dei numeri
veri | editore dei
numeri | e dei
pensieri splendidi | in
segno di ammirata
gratitudine; Verso la
Certosa (1961) A
Raffaele Mattioli |
dedicando queste
pagine (con una
lunga
prefazione-dedica di
quattro pagine);
infine semplicemente
a Raffaele Mattioli il
racconto San Giorgio
in casa Brocchi, nella
raccolta degli
Accoppiamenti
giudiziosi (1963).
Fu il primo banchiere
italiano a sostenere
Enrico Mattei,
finanziando contro
ogni logica
imprenditoriale la
sopravvivenza
lottizzazione politica,
al democristiano
Gaetano Stammati,
membro della loggia
massonica P2 di Licio
Gelli.
L'Abbazia di
Chiaravalle
Scelse di essere
sepolto nel cimitero
dei monaci
dell'Abbazia di
Chiaravalle (Milano),
chiesa al cui restauro
aveva contribuito in
modo munifico, si
ritiene in ricordo di
Guglielma la Boema,
culturale, insieme a
un fondo librario di
oltre 3800 volumi, tra
cui alcuni
autografi.[2] I libri di
maggior valore sono
invece stati conferiti
alla Fondazione
Raffaele Mattioli per
la storia del pensiero
economico, la cui
biblioteca aveva sede
a Milano nei locali
della Banca
Commerciale Italiana
e comprende anche
l'archivio Verri.[3] La
fondazione, gestita
dagli eredi di Mattioli
e presieduta (al
2011) da Enrico
Decleva, ha arricchito
la raccolta libraria
vendendo alcuni libri
di filosofia e
acquisendone altri di
storia del pensiero
economico; la
raccolta risultante, di
circa 4000 volumi fra
dirigente della
Comit[6]. L'omonimia
di quest'ultimo,
Antonio Monti, con il
nonno dell'economista
della Bocconi e
presidente del
consiglio italiano,
Mario Monti, ha fatto
s che questi venisse
erroneamente
indicato come nipote
di Raffaele Mattioli[6],
col quale non ha
invece alcuna
parentela.
Note[modifica |
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^ Mattioli, vita e
opere di un mecenate
di Giovanni Russo,
Corriere della Sera,
11 giugno 2000, p.
31, Archivio storico.
^ Biblioteca Civica
Raffaele Mattioli
^ Dati; scheda
dell'archivio storico
degli economisti.
^ Raffaele Mattioli Dizionario Biografico
Treccani, treccani.it,
31/01/2013.
^ Letizia Fortini,
zam.it, 31/01/2013.
^ a b La lunga (e
misteriosa) vita del
professor Monti,
linkiesta.it,
31/01/2013.
Bibliografia[modifica |
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Francesca Pino,
MATTIOLI,
Raffaele, in
Dizionario Biografico
degli Italiani, Volume
72, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia
Italiana, 2008.
Francesca Pino, Le
Carte di Raffaele
Mattioli (1925-1945),
in "Antologia
Vieusseux", a. XIX
Collegamenti
esterni[modifica |
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MATTIOLI, Raffaele,
Enciclopedia Italiana III Appendice (1961)
Mattili, Raffaele,
Enciclopedie on line,
Istituto
dell'Enciclopedia
acceduto il 6
settembre 2014)