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Sabato 7 Novembre 2015 Corriere della Sera

Primo piano Il Vaticano

Guai ai vescovi attaccati ai soldi


Lattacco di Francesco: un credente non pu parlare di povert e condurre una vita da faraone

La Chiesa
deve
parlare con
la verit
e anche con
la testimonianza

C sempre
la tentazione della
corruzione,
nella vita
politica
e religiosa

CITT DEL VATICANO Guai ai mini-

stri di Dio dalla doppia vita


che si servono degli altri anzich servire, gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi che sono il volto di una Chiesa affarista, dice Francesco nellomelia del mattino, a Santa
Marta: E quanti sacerdoti,
quanti vescovi abbiamo visto
cos. triste dirlo, no?. La comodit dello status (io ho
raggiunto lo status e vivo comodamente, senza onest),
contrapposta alla radicalit
del Vangelo e alla figura di Paolo che si donato tutto al
servizio, sempre per finire a
Roma tradito da alcuni dei
suoi e infine condannato.
la prima volta che il Papa
interviene in modo cos diretto
da quando il nuovo caso Vatileaks ha reso pubblici i documenti riservati della commissione che lui stesso aveva voluto, due anni fa, per avere un
quadro della situazione e avviare la riforma. Parole che si
affiancano a quelle, ancora pi

sferzanti, affidate a Straatnieuws, un giornale di strada di


Utrecht, nei Paesi Bassi: La
Chiesa deve parlare con la verit e anche con la testimonianza: la testimonianza della povert. Se un credente parla della povert o dei senzatetto e
conduce una vita da faraone:
questo non si pu fare.
Lintervista stata pubblicata ieri e concessa da Francesco
pochi giorni prima dellarresto
di Francesca Chaouqui e monsignor Vallejo Balda, che resta
in cella e ieri stato di nuovo
interrogato dai pm vaticani. In
tema di sprechi e alloggi principeschi, significativo che
Francesco abbia ricevuto a Santa Marta un giornale diffuso da
ex senzatetto che guadagnano
con la vendita in strada: Ges
venuto al mondo senzatetto e
si fatto povero.
Il Papa denuncia due tentazioni, nella Chiesa: quella dei
faraoni e la tentazione di
fare accordi con i governi.
Certo si possono fare, ma devo-

Prima pagina
Il volto
di papa
Francesco
nellintervista
concessa
al giornale
di strada
olandese
Straatnieuws

no essere chiari, trasparenti.


Il problema evitare la corruzione, perch c sempre la
tentazione della corruzione
nella vita pubblica, sia politica,
sia religiosa.
Gli chiedono se pensa mai di
vendere i tesori della Chiesa
e il Papa chiarisce: Non sono
tesori della Chiesa, ma del-

lumanit. Se domani dico che


la Piet di Michelangelo venga
messa allasta, non si pu fare,
perch non di propriet della
Chiesa: sta in una chiesa, ma
dellumanit. Questo vale per
tutti i tesori della Chiesa.
Quanto alla ricchezza della
Chiesa, Francesco ricorda che
ai tempi del Concordato il go-

verno italiano offr un grande


parco a Roma ma Pio XI volle
solo mezzo chilometro quadrato per garantire lindipendenza della Chiesa. Ecco,
questo principio vale ancora:
s, i beni immobili della Chiesa
sono molti, ma li usiamo per
mantenere le strutture della
Chiesa e tante opere che si fanno nei Paesi bisognosi: ospedali, scuole. Ieri, per esempio, ho
chiesto di inviare in Congo 50
mila euro per costruire tre
scuole in villaggi poveri.
Il Papa cita Il principe e il povero di Mark Twain, il ragazzo
ricco che vive in una gabbia
doro. E ripete di aver scelto
Santa Marta perch lappartamento apostolico non era lussuoso ma gli pareva un imbuto a rovescio e questo significa essere isolato. La gente in albergo fa in modo che
non sia tanto una gabbia. Per ammette: Mi manca tanto
la strada.
Gian Guido Vecchi
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IL RETROSCENA I TIMORI NELLA SANTA SEDE

Quellindagine preventiva ignorata


sul signorotto e la signorina
Dai primi sospetti sul monsignore e la pierre fino allattacco al cardinale Pell
di Massimo Franco

dubbi erano emersi fin dallinizio: prima ancora che monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Maria Immacolata Chaouqui fossero inseriti nella Commissione istituita da Papa
Francesco il 18 luglio 2013 per rivedere tutta
la struttura economico-finanziaria della Santa Sede. Attraverso i canali istituzionali di sempre, il
governo vaticano aveva svolto ricerche riservate
per raccogliere informazioni sui candidati. E alcune avrebbero dovuto sconsigliare la cooptazione delle due persone che alla fine sono state arrestate con laccusa di avere rubato e passato a due
giornalisti documenti sensibili. Fu contattato
anche monsignor Alfred Xuereb, segretario di
Francesco, delegato a riferire sullattivit sia della
Commissione sullo Ior che sullaltra. Passare al
setaccio le controindicazioni delle quali si era venuti a conoscenza non bast a cambiare il corso
delle cose.
Sembra che Xuereb ritenne che le preoccupazioni fossero eccessive: nel senso che la Commissione era sicura delle candidature e dunque intenzionata a procedere rapidamente. Erano passati
poco pi di quattro mesi dal Conclave che aveva
eletto Jorge Mario Bergoglio al posto del dimissionario Benedetto XVI. Francesco si era trasferito a
Casa Santa Marta da tempo. E il discredito che circondava lallora primo ministro della Santa Sede, Tarcisio Bertone, era cos profondo e diffuso
che qualunque informazione riferibile agli ambienti ufficiali veniva accolta con sospetto e diffidenza. La linea della riforma avanzava in modo radicale e rapido. E uno dei capisaldi consisteva nel
ridimensionamento del ruolo della Segreteria di
Stato: una sorta di vicepapato negli anni di Ratzinger, per di pi guidato da un Tarcisio Bertone
pasticcione e chiacchierato: tanto che prima, durante e dopo il Conclave lunico punto sul quale si
registrava una sorta di unanimit dei cardinali era
di impedire che il successore potesse fare danni
come quelli seminati da lui.
Ma alcuni mesi dopo, in ottobre, fu nominato
lallora nunzio in Venezuela, Pietro Parolin: un diplomatico fine e esperto, esiliato proprio dalla
cerchia bertoniana. A quel punto, tuttavia, la
Pontificia Commissione referente di studio e di
indirizzo, come era stata chiamata nel documento autografo del Papa, aveva gi cominciato a lavo-

rare. E il duo Vallejo Balda-Chaouqui si muoveva


con disinvoltura crescente in un Vaticano in piena
effervescenza rivoluzionaria. Casa Santa Marta era
una sorta di serbatoio di informazioni e visibilit
da spendere e sfruttare allesterno delle Sacre Mura. E laccesso a notizie riservate poteva diventare
un patrimonio da far valere come merce di scambio. Ma presto, quellattivismo dei due commissari cominci a dare nellocchio. Cera qualcosa di
esagerato, di inusuale nella girandola di contatti e
di conoscenze che ostentavano. E soprattutto, si
cominci a intravedere il pericolo che le carte della Commissione potessero cadere nelle mani sbagliate. Francesco fu informato. Gli furono offerti i
primi indizi. Ma cerc di evitare provvedimenti
troppo duri.
Consigli invece di arginare e neutralizzare il
pi possibile Vallejo Balda e la Chaouki, proveniente dalla societ di consulenza Ernst & Young.
Pass qualche mese, e la giovane commissaria fu
richiamata allordine dai vertici della Gendarme-

Lincontro

Bergoglio riceve
il Movimento
per la Vita:
Va difesa sempre
Non stancatevi di difendere
la vita, dal concepimento al
suo naturale tramonto. Lo
ha ribadito il Papa parlando
ieri al Movimento per la Vita
(a destra nella foto
LOsservatore Romano/Epa).
Bergoglio ha invitato a
operare per la tutela delle
persone pi indifese e ha
ricordato: C bisogno di
lavorare nella promozione e
nella difesa della famiglia,
prima risorsa della societ,
soprattutto rispetto al dono
dei figli e allaffermazione
della dignit della donna.
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La parola
COSEA
La sigla identifica la
Pontificia commissione
referente di studio e di
indirizzo sullOrganizzazione della struttura
economica-amministrativa
della Santa Sede. Istituita
da papa Francesco nel
luglio del 2013, era
composta da otto membri,
tutti laici tranne monsignor
Vallejo Balda.
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ria vaticana. E si cominci a parlare del monsignore spagnolo e di lei con due nomi in codice: il signorotto e la signorina. Quando a met ottobre i sospetti sono diventati pi corposi, e si capito che cerano documenti della Commissione
trafugati e che era stato violato il computer di Libero Milone, dal giugno scorso revisore generale
delle finanze vaticane, il cerchio si stretto. Ma
con le ultime, residue cautele. Per qualche giorno,
stata discussa lopportunit o meno di procedere
agli arresti.
Lipotesi iniziale era di limitarsi a licenziare Vallejo Balda, per non fare troppo rumore e non riproporre le polemiche sulle celle vaticane non a
misura duomo: una critica emersa ai tempi di Vatileaks dopo larresto del cameriere personale di
Benedetto XVI, Paolo Gabriele. In pi, qualcuno
aveva fatto notare che proprio alla vigilia del Giubileo della misericordia, un provvedimento del
genere poteva risultare stonato. Non bastasse, si
sapeva che stavano uscendo dei libri coi documenti sottratti. Ci si resi conto per, che i reati
apparivano troppo gravi. Non si poteva non dare
un segnale forte allesterno. E soprattutto, dopo
larresto del maggiordomo laico di Ratzinger, si
temeva laccusa di usare un doppio standard tra
dipendenti non religiosi ed ecclesiastici: i primi
imprigionati, gli altri mandati a casa. Il Papa stato informato e, a malincuore, ha detto di procedere.
Cos scattata la richiesta di arresto per Vallejo
Balda e Chaouqui. Lepisodio dellindagine preventiva ignorata riaffiora, adesso, come un altro
presagio di pericolo. Sembra voler trasmettere indirettamente un messaggio in bottiglia: i filtri attraverso i quali selezionare chi chiamato a collaborare con Francesco servono. E le filiere tradizionali, per quanto bistrattate e scavalcate, in fondo
funzionano: nonostante la cura Bertone. Mentre la rievocazione di quellallarme sottovalutato
tende ad accreditare che nella corte parallela
creatasi intorno a Francesco sono visibili smagliature destinate a strapparsi; e a proiettare limmagine distorta di un Vaticano in bala degli eventi.
Anche se il vero obiettivo delle indiscrezioni che
filtrano non sembra tanto la cerchia papale, ma il
cardinale australiano George Pell, ministro dellEconomia. Oggi viene additato come emblema,
e come il pi naturale capro espiatorio, della confusione che regna nel governo della Chiesa.
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