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TESI 12

LA FEDE, LA RELIGIONE. CHIESA SPIRITUALE E CHIESA CARNALE. IL POTERE E IL SERVIZIO. L'ATTESA


DI UN MONDO 'SPIRITUALE'. GLI SPIRITUALI. RADICALITA' EVANGELICA. CRITICISMO, PROFEZIA,
ALTERNATIVA, ERESIA. INDULGENZE E GIUBILEO. CELESTINO V: SINO ALLABDICAZIONE IN FAVORE
DELLA CHIESA SPIRITUALE: IL VALORE DI UNA CESURA STORICA.

LELEZIONE DEL PAPA NEL XIII SECOLO: EVOLUZIONE LEGISLATIVA


La costituzione Licet de vitanda, promulgata nel 1179 dal Concilio Lateranense III, ha introdotto un
criterio nuovo nella procedura di elezione del papa: per eleggere il pontefice era ormai necessaria la
maggioranza dei due terzi dei cardinali presenti. Questo principio derivava dal diritto romano. La
costituzione del Lateranense III consacr definitivamente il diritto esclusivo dei cardinali a partecipare
allelezione del papa.
Il lungo periodo di scismi che lacer la chiesa romana durante il XII secolo, aveva sollecitato la ricerca
di procedure che consentissero unelezione rapida e costringente. Nel canone 24 del Concilio Lateranense
IV (1215) si fissarono le regole delle elezioni ecclesiastiche in generale. Tre modalit di elezione furono
considerate: per scrutinio (per scrutinium un collegio di tre scrutatori era incaricato di raccogliere
segretamente, ed uno alla volta, tutti i voti, per poi renderli pubblici davanti a tutti, dopo averli messo per
iscritto), per compromesso (per compromissum l'elezione era lasciata al buon senso di una
commissione di arbitri, composta generalmente da tre membri), e per ispirazione (quasi per
inspirationem).
Negli anni 1241-1243 ci fu una crisi sulla la modalit delezione del Papa. Innocenzo IV (1243-1254),
di cui non nota la modalit con cui fu eletto, rispose alla crisi con la costituzione Quia frequenter con
cui ordin ai cardinali di impegnarsi fino in fondo affinch lelezione potesse svolgersi, senza alcuna
interferenza da parte dellautorit secolare, nel luogo stesso in cui il papa era defunto e dopo un lasso di
tempo ragionevole, per permettere agli altri cardinali di essere presenti. Inoltre, fino alla costituzione Ubi
periculum di Gregorio X (1271-1276), tutte le altre elezioni avvennero per compromesso come prova
evidente delle forti rivalit politiche e personali che dividevano il collegio cardinalizio.
La procedura sarebbe stata nuovamente regolamentata in modo duraturo dal Concilio di Lione II
(1274) con la costituzione Ubi periculum (1 novembre 1274) di Gregorio X, che avrebbe fissato con
maggiore precisione il periodo di tempo (10 giorni) entro i quali si doveva avviare lelezione, la necessit
della clausura dei cardinali (unum conclave) e dellesclusione di ogni persona estranea al collegio
cardinalizio. Se lelezione non fosse avvenuta entro tre giorni, i cardinali riuniti in conclave avrebbero
ricevuto le vivande solo due volte al giorno, per cinque giorni, e in seguito soltanto pane, vino e acqua.
Durante il conclave i cardinali non avrebbero ricevuto alcun reddito dalla Camera Apostolica. Con questo
atteggiamento, Gregorio X si mostr severo con i cardinali.
Il papa Giovanni XXI (1276-1277) pubblic un decreto di sospensione per la costituzione di Gregorio
X, per Celestino V la ristabil. Il suo successore, Bonifacio VIII (1294-1303), fu eletto secondo questa
costituzione gregoriana e questo regime costrittivo venne inserito nel Corpus juris canonici.
LE ORIGINI DEL CONCLAVE
Durante questo periodo solo due volte, nel XIII secolo, i cardinali elessero il papa a Roma: con
lelezione di Gregorio IX (1227-1241) e Celestino V (1294), tutti gli altri si svolsero nelle citt dello
Stato Pontifico di recente formazione (Perugia, Anagni, Viterbo)
La forte personalit dei membri del collegio cardinalizio, il loro numero relativamente ridotto e
lesistenza di irriducibili fazioni, hanno provocato le pi lunghe vacanze pontificie dellintera storia del
papato romano. Nel corso di un secolo la Sede Apostolica rimase vacante pi di quattro anni, tre volte per
molti mesi: diciotto mesi e cinque giorni tra Celestino IV (1241) e Innocenzo IV (1243); quattro mesi e
tre giorni tra Urbano IV (1264) e Clemente IV (1265); trentasei mesi e due giorni tra Clemente IV
(1268) e Gregorio X (1271).
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Alla morte di Gregorio IX (1241) il collegio cardinalizio era diviso a causa del conflitto tra il papato e
Federico II. Per forzare la mano ai cardinali il senatore Matteo Rosso Orsini li rinchiuse nel palazzo
romano del Septizonium, una specie di fortezza dove si erano svolte in precedenza molte elezioni
pontificie, come quella di Innocenzo III (1198) e di Gregorio IX (1227). Questo gesto, che pu essere
considerato in senso stretto come il primo conclave della storia, era forse stato ispirato dalla procedura
di elezione dei dogi di Venezia e dei podest di un certo numero di comuni italiani, e anche di alcuni
ministri generali degli ordini religiosi.
Nel giugno del 1270, un anno e mezzo dopo la morte di Clemente IV (29 novembre 1268), il
capitano del popolo di Viterbo, Raniero Gatti, con un colpo di forza simile a quello del 1241, rinchiuse i
cardinali nel palazzo episcopale e ne demol il tetto, al fine di forzare una rapida decisione. Il cardinale
Giovanni di Toledo avrebbe consigliato di aprire il tetto per lasciar passare lo Spirito Santo; solo
nellestate del 1271 si cominci a vedere la fine del pi lungo conclave della storia. Il patriarca di
Gerusalemme, Tebaldo Visconti, fu finalmente eletto papa con il nome di Gregorio X, il 1 settembre
1271.
Fu dunque sotto la pressione delle autorit laiche di Roma e di Viterbo una vacanza pontificia troppo
lunga era dannosa agli interessi politici ed economici della citt che nel XIII secolo si svilupp il
modello di elezione del papa attualmente esistente: il conclave = cum clavibus = sotto chiave. Devono
venire chiusi a chiave in una sala (il conclave) e nutriti attraverso uno sportello.
LA DEPOSIZIONE DEL PAPA DA PARTE DEL CONCILIO
Lautorit pontificia fu difesa con forza dai decretalisti. Nessuno di essi afferm che lautorit
legislativa di un concilio fosse superiore a quella del pontefice. Al contrario, i decreti conciliari avevano
forza solo appoggiandosi allautorit della chiesa romana. I decretalisti insistevano sullorigine divina
dellautorit pontificia e non lasciarono alcuno spazio alle opinioni dei decretisti secondo i quali una
parte dellautorit pontificia derivava dal consenso del concilio.
Il Papa poteva essere giudicato da un concilio? Graziano aveva negato questa eventualit. I (cinque)
Papi che in passato erano stati sottoposti a giudizio lo avevano fatto volontariamente. Secondo Graziano
nessuno aveva il diritto di condannare un Papa caduto nellerrore. Alcuni decretisti (Rufino, Stefano di
Tournai ecc.) erano per propensi a sostenere che il Papa poteva essere deposto non solo in caso di
eresia, ma anche per altri crimini, come lo scisma, la dissipazione dei beni della chiesa, fornicazione,
sacrilegio, ecc., che in genere, comportavano la deposizione di un vescovo. Il principio giuridico era
chiaro: il papa poteva essere deposto, dato che se il Papa cade nelleresia non il pi grande, ma il pi
piccolo di tutti i cristiani. In questa condizione un concilio pu giudicare il Papa e condannarlo.
Uguccione (decretista) diceva che unazione contro un papa poteva essere intrapresa solo in tre casi:
1) se leresia in questione era gi stata condannata,
2) se il papa proclamava pubblicamente la propria adesione alleresia condannata e
3) se il papa persisteva con tenacia nellerrore.
Il papa non poteva essere accusato di un crimine occulto.
I PAPI E I LORO ELETTORI
Gregorio X approfitta della V sessione del concilio ecumenico di Lione per pubblicare, il 7 luglio
1274, la costituzione Ubi periculum. Lelezione viene affidata ai cardinali, rigorosamente eguali tra loro
anche se suddivisi in cardinali-vescovi, cardinali-preti e cardinali-diaconi. Ma si richiedeva la
maggioranza di due terzi dei membri presenti.
Le precauzioni di Gregorio X sono giustificate, mirano infatti ad abbreviare la vacanza della sede
romana, a costringere i cardinali a un accordo, a eliminare le pressioni esterne. Ma restano illusorie,
perch la divisione dei cardinali in fazioni riflette gli interessi differenti che i papi stessi hanno favorito; i
cardinali, raggruppati in base alle loro origini familiari, si ritengono i rappresentanti dei prncipi, che
contano su di loro per far valere i propri interessi. Quindi, la presenza delle fazioni nel collegio
cardinalizio spiega la scelta dei pontefici e spesso le fluttuazioni della loro politica temporale.
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a. La successione dei papi


Dalla morte di Gregorio X (1276) alla morte di Gregorio XI (1378), in un secolo si sono succeduti 17
papi.
La durata di questi pontificati diseguale. Dal gennaio 1276 al maggio 1277 si succedono tre Papi e
Adriano V regna soltanto 38 giorni. Dal 1276 alla fine del 1294 la chiesa romana annovera otto Papi; ne
conta poi nove in 83 anni, dallelezione di Bonifacio VIII allapertura del Grande Scisma (1294-1378). Il
regno pi lungo, quello di Giovanni XXII, copre larco di oltre 18 anni (1316-1334). Solo un altro Papa
supera i dieci anni, Clemente VI (1342-1352), anche se sei Papi lo seguono da vicino (Bonifacio VIII,
Clemente V, Benedetto XII, Innocenzo VI, Urbano V, Gregorio XI).
La volont di affrettare lelezione non impedisce che si verifichino lunghi periodi di vacanza: sei mesi
tra Niccol III e Martino V; dieci mesi e mezzo tra Onorio IV e Niccol IV; undici mesi tra Benedetto XI
e Clemente V; 27 mesi tra Niccol IV e Celestino V; 27 mesi e mezzo tra Clemente V e Giovanni XXII:
intervalli di tempo che riflettono delle crisi.
b. Elezioni difficili
Latteggiamento da tenere nei confronti di Carlo dAngi - che grazie ai papi di origine francese
Urbano IV e Clemente IV aveva ottenuto l'investitura del regno di Sicilia, vassallo della Chiesa romana,e
ne aveva realizzato la conquista - divide i cardinali, i pi influenti dei quali appartengono a grandi
famiglie romane. Ad esempio, Innocenzo V viene eletto in un giorno, ma Carlo lo incontra e lo guadagna
ai propri progetti sullItalia. Lo stesso re svolge lufficio di custode del conclave che elegge Adriano V.
Niccol III, un Orsini, si sforza di liberare la Santa Sede dallinflusso angioino. Ma la confusione
raggiunge il colmo nel 1292-1294, quando i cardinali si trasferiscono dai palazzi romani a Rieti e poi a
Perugina: il re di Napoli Carlo II fa pressioni perch mettano a tacere le loro dispute, ed essi
concentrano i voti sul monaco Pietro da Morrone, diventato Celestino V, cui subisce linflusso del re di
Sicilia, che fa venire i cardinali nel suo regno, allAquila, per lincoronazione, poi circonda il Papa di
consiglieri e lo insedia a Napoli.
Le controversie tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII rischiano di mettere in causa la stessa istituzione
pontificia e conferiscono un ruolo primario al re di Francia agli inizi del secolo XIV. In seguito, il papa
Benedetto XI cerca di disarmare gli avversari del suo predecessore adottando un atteggiamento
conciliante: scioglie il re da ogni sentenza di scomunica che lo abbia potuto colpire ed accorda anche
unassoluzione generale, ma la sua morte inaspettata (7 luglio 1304) interrompe ogni procedura. Le due
fazioni cardinalizie si scontrano con vivacit. I bonifaciani, che vogliono ottenere la condanna dello
schiaffo di Anagni, e gli anti-bonifaciani, che ritengono indispensabile una riconciliazione con il re di
Francia. La prima fazione forte di otto membri, la seconda di sette. Lelezione di Benedetto XI fu
laccordo tra le due fazioni.
IL COLLEGIO CARDINALIZIO ALLA FINE DEL SECOLO XIII
Dalla met del secolo XII si ammette che il collegio cardinalizio possa contare 52 membri. Ma questo
numero non viene mai raggiunto. I cardinali non ci tengono a essere numerosi, perch questo
significherebbe una diminuzione del loro influsso, n il Papa ha alcun interesse a esasperare divisioni che
potrebbero rafforzare una fazione e rompere il poco equilibrio tra loro. Gregorio X crea solo cinque
cardinali, e i suoi tre successori non sentono il bisogno di dare nuovi cardinali alla chiesa romana. Per
tanto lesiguit del corpo elettorale, da cui deve uscire la maggioranza dei due terzi, rischia di rendere
impotente lo stesso conclave.
Da allora, il Sacro Collegio si va ricostituendo e rafforzando. Dalla promozione del 12 marzo 1278,
dovuta a Niccol III, a quella del 19 febbraio 1304, compiuta da Benedetto XI, vengono creati 54
cardinali. Lanomalia si ha con Celestino V, che il 18 settembre 1294 si circonda di 13 nuovi cardinali:
una scelta tanto pi insolita, in quanto introduce sei monaci appartenenti alle famiglie benedettine, sino a
quel momento eclissate dal prevalere dei frati mendicanti. Cos, forse, si capisce il fatto che il gruppo
degli anziani abbia incoraggiato Benedetto Caetani a giustificare le dimissioni del pontefice, e lo abbia
allontanato di fretta dal trono apostolico. Lambizione di Bonifacio VIII fu forse garantita dai
tradizionalisti.
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I 54 cardinali creati tra il 1278 e il 1304 sono ventotto italiani, sei romani, tredici francesi, quattro
inglesi, due casigliani e un portoghese. Alcuni cardinali erano parenti dei Papi.
Lespulsione dei due cardinali Colonna rivela le rivalit feroci che contrappongono le famiglie romane
tra loro. Gli Orsini fanno leva sui loro possedimenti, citt e clientele, situati soprattutto a nord-ovest di
Roma, mentre i Colonna sono potenti a sud-est, tra lUrbe e il regno di Sicilia. I Caetani possiedono
Anagni, e Bonifacio VIII si mostra risoluto nellaccrescere linsediamento della sua famiglia in questa
regione, della quale i Colonna si ritengono padroni.
Il 2 maggio 1297 Stefano Colonna, fratello del cardinale Pietro, si impossessa sulla via Appia del
tesoro pontificio che deve consentire ai Caetani lacquisto di nuovi possedimenti nella maremma pontina;
e se lo porta a Palestrina, roccaforte della famiglia. Quando il Papa intima ai due cardinali Giacomo e
Pietro, ritenuti complici, essi contrattaccano, manifestando in concistoro i propri dubbi sulla validit
dellelezione del pontefice.
Fanno affiggere alle porte delle chiese romane un manifesto, in cui si accusa il papa di aver estorto la
rinuncia di Celestino V. Poi restituiscono il tesoro, facendosi cos pi forti nel denunciare Bonifacio come
scismatico, eretico, simoniaco e nemico della concordia ecclesiale; anzi si appellano a un concilio
generale per giudicarlo. Bonifacio VIII condanna i loro libelli come blasfemi e insensati; poi li priva dei
loro diritti, privilegi e proventi cardinalizi, decreta la confisca dei loro beni e proibisce ogni rapporto con
loro sotto pena di scomunica. Infine, rifugiatosi a Orvieto, lancia una crociata contro di loro e ordina che
Palestrina e Zagarolo siano rase al suolo. Prigionieri per breve tempo, i due Colonna si rifugiano in
Francia, dove diventano alleati del re di Francia.
Ad Anagni, sotto le minacce, Bonifacio VIII promette di restituire i loro beni; ma prima di morire
maledice ancora le persone dei suoi nemici. Benedetto XI annuller le sentenze di condanna e Clemente
V restituir i diritti cardinalizi a Giacomo e Pietro Colonna il 14 dicembre 1305.
Quando i due Colonna scompaiono, gli scontri fra i clan romani in seno al collegio restano solo un
ricordo.
In questo periodo si scontrano due tendenze:
a. la chiesa carnale: una valutazione positiva della situazione attuale che quindi non esige nessun
cambiamento: le cose stanno bene cos come stanno, la Chiesa carnale, mondana, imbevuta dell'ansia
di potere
b. la chiesa spirituale: che vuole un cambiamento di purificazione per fare della Chiesa una istanza di
servizio anzich di potere.
LA CHIESA CARNALE. IL POTERE
1. La difficolt nella successione dei papa. Molto tempo in situazione di sede vacante, fra Niccol IV a
Celestino V sono due anni e medio di sede vacante.
2. La sede vacante, fa crescere il potere delle famiglie romane e della Curia.
3. Si assiste alla fine del secolo XIII ad una perdita di fiducia nell'autorit e nel potere della Chiesa.
4. Si assiste ad unesasperazione del potere, esagerazioni interpretative della plenitudo potestatis fino
ad arrivare alle esagerazioni che arriver alla sua maggiore espressione con la bolla Unam Sanctam (18
novembre 1302)
5. L'insorgenza dello spirito nazionalistico. Francia ed Inghilterra
6. C' l'insorgenza dello spirito laico per ricuperare una spazialit spirituale visto il fracasso della
mediazione del clero.
7. Il crescente sfiducia nel ruolo mediatore del clero e nell'autorit della Chiesa che esige la crescente
fiducia nello Spirito di Dio.
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8. Il fallimento delle crociate. l'influsso della profezia di Gioacchino a Fiore: l'avvento dell'et dello
Spirito
9. Si teme e si aspetta la venuta dell'anticristo
10. La necessit e l'invocazione perch venga un "papa angelico" e quest'attesa coincide con la figura
di papa Celestino V.
LA CHIESA SPIRITUALE. IL SERVIZIO
1. Uno spirito pi forte del ruolo dei clerici.
2. Nascono quindi delle correnti escatologiche (laici e francescani spirituali), movimenti religiosi
popolari e i cosiddetti spirituali (essi vollero una povert totale e non vollero essere istituzionalizzati), i
Beghini, nascono gli apostolici, i flagellanti, i fratelli e le sorelle del libero spirito.
3. Chiesa spirituale. A motivo di queste spinte nasce la necessita di una riforma
4. Questo spirito escatologico fermento di una base sociale, che esige ai clerici una coerenza di vita
ed una maggiore sensibilit per la giustizia
5. Per gli influssi di Gioacchino da Fiore c' l'attesa di una terza et quella dello Spirito, che dovrebbe
iniziare nell'anno 1260.
6. Si prendono delle misure in base all'esperienza del peccato: penitenza, espiazione, giubileo.
Celestino V proclama l'indulgenza plenaria, Bonifacio VIII indice l'anno giubilare del 1300.
La chiesa ha sempre avuto necessit di aggiornarsi e di riformarsi (Ecclesia semper reformanda) anche
per le necessit di adattarsi ai segni dei tempi che sono sempre nuovi. Alla fine del secolo XIII ci
troviamo dinanzi ad una serie di coincidenze straordinarie, nonch di fatti clamorosi che inducono alla
riforma:
1.- Il fallimento delle crociate.
2.- Le terribili fratture all'interno dei francescani. Fa pensare che il discorso di S. Francesco pu fallire.
3.- Profezia di Gioacchino a Fiore: l'avvento dell'et dello Spirito
4. Potere del clero e la sua incoerenza con lEvangelo
Il fatto clamoroso.
- l'abdicazione e quindi la rinuncia di Celestino V al papato. un fatto eccezionale nella storia della
Chiesa perch lunico papa che arrivato a dimettersi
LA CHIESA SPIRITUALE
Il XIII secolo attraversato da una corrente che spinge verso una riforma della Chiesa.
Allorigine di questa spinta ci sono gli spirituali, termine che raccoglie un gruppo multiforme di
persone e di movimenti che arrivano anche alleresia.
In seno a questi movimenti si fa strada lidea di una Chiesa carnale e di una Chiesa spirituale
che, presente inizialmente in Gioachino da Fiore, avr larga diffusione. Per Chiesa carnale sintende
una Chiesa corrotta, legata al potere e alla ricchezza, che spesso viene identificata con la gerarchia e, alle
volte, pi in generale con quella parte della Chiesa che non fedele al Vangelo. La Chiesa spirituale
invece composta da coloro che vivono interiormente il Vangelo e che sono fedeli alla povert, umilt e
semplicit apostoliche. Alcune frange dei francescani, gli spirituali, si sono identificati con la Chiesa
spirituale.
I movimenti riformatori, specie se laicali, a volte si scontrarono sia con il clero secolare, perch
lo accusavano dimmoralit e in alcuni casi lo reputavano inutile, sia con i mendicanti, di cui
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evidenziavano la rilassatezza. I mendicanti poi, vedevano dei concorrenti in questi movimenti di laici che
praticavano la predicazione itinerante vivendo di elemosina.
NUOVE FORME DI CONTESTAZIONE
Nel momento in cui la chiesa cattolica, a prezzo di una vigorosa repressione, ma anche di un
aggiornamento adeguato, riusc a vincere la sfida rappresentata dalle eresie sorte in occidente nel XII
secolo, nuove forme di contestazione, pi sottili e dunque pi difficili da affrontare, comparvero nella
cristianit occidentale.
GIOACCHINO DA FIORE (1135-1202) E IL GIOACHIMISMO
Era abate calabrese, fond nel 1188 l'abbazia di San Giovanni in Fiore sul massiccio della Sila, fu
una figura controversa sia in vita che dopo la sua morte. Nel 1192 entr in contrasto con l'ordine
cistercense, che lo consider come un "monaco fuggitivo", e fond una nuova congregazione, l'Ordine di
Fiore, di cui volle fare un modello ideale di osservanza monastica. Ma l'originalit di Gioacchino si
manifest principalmente nell'attivit esegetica, che esercit una profonda influenza dopo la sua morte.
Dopo aver compiuto un viaggio in Oriente, a Gerusalemme e a Bisanzio, nel 1152 entr nel convento
cistercense di Santa Maria di Sambucina, fondato per volere del re di Sicilia Ruggero, senza per
prendere subito i voti, che prese poi nel 1168. In seguito alla crescente popolarit per i suoi studi biblici e
per le varie opere pubblicate, nel 1177 Gioacchino fu nominato dal vescovo di Catanzaro abate del vicino
monastero di Corazzo, dove si dedic interamente allo studio della Bibbia e scrisse alcune delle sue opere
pi importanti come la Cetra dalle dieci corde e lInterpretazione dell'Apocalisse, che si preoccup
sempre di far approvare dai papi Lucio III (1181-1185), Urbano II (1185-1187) e Clemente III (11871191). Nel 1182 per proseguire i suoi studi, che non riusciva a portare avanti per i vari impegni come
abate, Gioacchino chiese ed ottenne da Lucio III il permesso di ritirarsi nellabbazia di Calamari.
Il suo pensiero va individuato nella presa di coscienza dell'importanza dell'Apocalisse per la
comprensione della storia della chiesa e dell'umanit, ormai entrata nella fase finale, come numerosi segni
(la presa di Gerusalemme da parte dei saraceni nel 1187, la disfatta delle crociate, la proliferazione delle
eresie) gli sembravano attestare.
Verso il 1190 abbandon lordine dei Cistercensi, rinunciando al suo ufficio di abate per recarsi nella
solitudine della Sila, dove fond un nuovo ordine, facendo costruire unabbazia dedicata a San Giovanni
Battista in una localit denominata Fiore, che da quel momento fu chiamata a San Giovanni in Fiore.
Lordine da lui fondato venne, quindi, denominato florense e ratificato da Papa Celestino III nel 1196.
Gioacchino ottenne unelevata popolarit, anche a livello europeo, e il suo monastero ricevette ricche e
frequenti donazioni, perfino dallimperatore Enrico VI e Costanza. Nel 1200 sottopose tutte le sue opere
allapprovazione di papa Innocenzo III, ma mor il 30 marzo del 1202 a Pietralata, nella Sila, prima di
aver ricevuto alcun commento papale. Venne proclamato beato, ma non in maniera ufficiale: pochi anni
dopo, gi nel IV Concilio Lateranense del 1215, le sue idee vennero condannate e il processo di
beatificazione fu bloccato.
Nella sua ultima opera, l'Expositio in Apocalypsim, iniziata verso il 1200, Gioacchino annunci
l'imminenza di una maggiore crisi escatologica, che sarebbe stata seguita da un periodo di rinnovamento
della chiesa, una sorta di et dell'oro dalla durata indeterminata che avrebbe preceduto il ritorno ultimo e
glorioso di Cristo e la fine del mondo. In effetti Gioacchino metteva l'accento sulla distinzione delle
persone divine, ciascuna delle quali era legata ad un periodo della storia umana, e sul carattere
progressivo della Rivelazione sotto l'influenza dello Spirito.
L'interesse di Gioacchino per la Trinit gli fece distinguere tre et di azione trinitaria. C' un Et del
Padre (da Adamo fino al primo antenato conosciuto di Ges Cristo), e un'Et del Figlio (il tempo
dell'Incarnazione e del Vangelo) che secondo complessi calcoli ispirati al Libro di Daniele era ormai alla
fine. Dopo una crisi violenta segnata dalla venuta dell'Anticristo, sarebbe cominciata, verso il 1260, l'Et
dello Spirito, culmine dalla storia dell'umanit.
Secondo il suo pensiero la storia dellumanit divisa in tre ere, ciascuna delle quali corrisponde ad
una persona della Trinit. La prima era quella del Padre, arriva fino ai primi antenati di Ges, ed ha
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come caratteristiche i laici e la legge. Lera del Figlio giunge fino al 1200 e presenta come elementi propri
il clero e linterpretazione letterale della Sacra Scrittura. Lultima era, quella dello Spirito, deve sbocciare
verso il 1260 quando arriverebbe un nuovo Ordine di giusti, uomini che comprendono spiritualmente le
Scritture, Chiesa dello Spirito, che devono prendere il posto dei vescovi e dei preti, Chiesa della carne.
Alcune tesi di Gioacchino furono condannate nel Concilio Lateranense IV (1215), perch
contraria alla dottrina trinitaria di Pietro Lombardo (DS 803-808). Il Papa Alessandro IV condann nel
1255 la Concordia Novi et Veteri Testamenti di Gioacchino.
Sul finire del XII secolo lApocalittica medievale e la visione profetica dellabate calabrese
Gioacchino da Fiore ebbero uninfluenza significativa sulle varie correnti religiose del secolo successivo,
in particolare sul movimento di origine francescana degli Spirituali. Sulla spinta di questa esegesi, a
partire dai primi del Duecento si assiste a una serie di rivendicazioni, ecclesiastiche e non, per la
realizzazione di una futura Chiesa riformata (ecclesia spiritualis). Queste attese teorizzavano solo delle
aspirazioni ideali, ma spesso miravano anche a dei violenti rivolgimenti della Chiesa, in aperta antitesi
con la canonistica, che proprio allora si stava consolidando, talvolta con pericolose conseguenze (come
vedremo, ad esempio, nella drammatica vicenda di Dolcino da Novara).
Alla base dellattesa apocalittica cerano le pi varie interpretazioni e fondamenti teologici, spesso
contraddittori, come un vasto simbolismo, la tradizione biblica, la fine dei tempi e le varie epoche, o
status, che la precedono, susseguendosi e sostituendosi luna con laltra. Fondamento di ogni
interpretazione della storia cristiana, quasi sempre divisa in ere o epoche, erano le Sacre Scritture,
lAntico e il Nuovo Testamento. Tra i vari elementi interpretativi impiegati, non solo cristiani ma anche
appartenenti ad ambienti ebraici e greco-orientali, quello per eccellenza era lApocalisse di Giovanni, con
le sue sette visioni, i sette angeli, i sette sigilli, le sette trombe, e cos via. Interpretando alla lettera il
Vangelo, nello sforzo di evidenziare la religione cristiana come un fatto storico unico e distinto, il culmine
della storia delluomo, lesegesi cristiana si focalizzava sulla Parusia, il ritorno del Signore. Gi Agostino,
prendendo in esame la situazione del tempo e riferendosi ai pericoli imminenti sullimpero romano, dopo
aver suddiviso la storia in epoche, partendo dalla Creazione, considerava quella come lultima, a cui
doveva seguire la fine (senza fornire, per, una datazione precisa).
La dottrina agostiniana delle et del mondo venne ulteriormente sviluppata e diffusa nelle opere
storiche del venerabile Beda e di Isidoro, arcivescovo di Siviglia, che ebbero uninfluenza determinante
sulla storiografia e lesegesi medievale. Ma dopo la grande Riforma dellXI secolo e, soprattutto, a
seguito delle interpretazioni dellabate Ruperto di Deutz, del premonstratense Anselmo di Havelberg e di
Ildegarda di Bingen, emersero delle nuove elaborazioni che subentrarono alla tradizionale concezione
apocalittica e che cominciarono a sostituire al nuovo avvento di Cristo 1opera dello Spirito Santo sulla
terra.
Gioacchino, uomo di profonda meditazione e speculazione, fu un autore molto prolifico per il suo
tempo: oltre a quelli gi citati, ricordiamo il Trattato sui quattro vangeli e il Libro sulla concordia del
Nuovo e Vecchio Testamento, il suo libro principale. Nei suoi scritti si occup incessantemente della
spiegazione e dellinterpretazione delle Sacre Scritture, in particolare della Bibbia. Oltre alle opere
riconosciute, tutte scritte nel periodo che va all'incirca dal 1180 al 1200, ci sono numerose altri testi
apocrifi, i cosiddetti scritti pseudo-gioachimiti, ma non sicura la loro autenticit. Vennero, con tutta
probabilit, scritti da suoi seguaci nel tentativo di proseguire il solco delle sue interpretazioni. Si trattava,
spesso, di scritti polemici contro la Chiesa e pieni di attese apocalittiche, attese che vennero poi riprese e
interpretate in vario modo da altri movimenti religiosi (pensiamo, ad esempio, agli Spirituali, ai
Flagellanti o ai Dolciniani).
I tre status di Gioacchino
Frutto di anni di intense ricerche, Gioacchino elabor unesegesi della storia di non facile lettura, piena
di speculazioni e simbolismi. Studiando ed interpretando le Sacre Scritture e lApocalisse di Giovanni,
intu un ordinamento della storia in tre fasi derivante dal mistero religioso della Trinit, facendo
corrispondere alle tre persone divine altrettante epoche, da lui chiamate status. Il primo corrisponde al
Padre, quindi alla Legge e allantico Testamento; il secondo status al Figlio, quindi alla grazia e al Nuovo
Testamento. La terza era, secondo i calcoli di Gioacchino ai suoi tempi prossima a venire, corrispondeva
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allo Spirito Santo, quindi la pienezza della conoscenza dei Sacri Testi. Questultima era, secondo
Gioacchino, sarebbe dovuta iniziare nel 1260 (numero simbolico pi volte citato nell'Apocalisse: 11,3 e
12,6); non corrispondeva, per, alla Parusia, il ritorno, cio, di Cristo sulla terra, ma allavvento di unera
di concordia spirituale e religiosa.
Impiegando una simbologia complessa e variegata, Gioacchino rettific la visione storica cristiana
tradizionale, non pi suddivisa nellepoca dellAntica Alleanza e in quella della Nuova Alleanza,
aggiungendo, invece, una nuova epoca temporale terrena, quella dello Spirito Santo. Dato che il
passaggio da uno status allaltro, secondo Gioacchino, era stato corrisposto da un innalzamento spirituale,
portando a compimento il precedente (a Davide era seguito Salomone, a Giovanni Battista Ges, alla
Sinagoga ebraica la Chiesa cristiana), lepoca dello Spirito Santo sarebbe stata unera di perfezione.
Questo fece scaturire non poche domande e interpretazioni su quello che sarebbe dovuto essere
lordinamento della Chiesa, le sue istituzioni e i sacramenti nel terzo status dello Spirito Santo.
Gioacchino non svilupp mai in maniera sistematica le sue concezioni, ma impieg sempre espressioni
oscure e ambigue. Particolarmente oscuro il suo giudizio sul papato e sul destino della gerarchia
ecclesiastica nel terzo status. Ricordiamo che siamo negli anni in cui sulla cattedra di Pietro sedeva un
papa come Innocenzo III, uno dei pontefici pi impegnati nella difesa delle prerogative temporali e di
dominio della Chiesa sul mondo. La domanda che i contemporanei di Gioacchino si ponevano era se, nel
terzo status, vi sarebbe stata solo una purificazione e spiritualizzazione della Chiesa papale o anche a un
superamento di essa? Per Gioacchino, con ogni probabilit, la Chiesa romana non era ancora la forma
definitiva del progetto salvifico cristiano. Le sue norme, il suo diritto, le sue istituzioni erano
perfezionabili, quindi mutabili per tendere a una futura Chiesa di tipo monastico. La rottura di Gioacchino
con la tradizionale concezione escatologica della Chiesa medievale venne vista con sospetto dalle
gerarchie ecclesiastiche, e il suo interprete scomodo e pericoloso. Dopo la sua morte, molti movimenti
religiosi, eretici e non, interpretarono il terzo status come unera in cui ci sarebbe stata solo unEcclesia
Spiritualis, una chiesa che poteva fare a meno del papa, della gerarchia e dei sacramenti, con la creazione
di un nuovo ordine monastico. Per questo motivo nel IV Concilio Lateranense del 1215, venne
condannato il suo scritto sulla Trinit e, verso la met dello stesso secolo, circa cinquantanni dopo la sua
morte, una commissione di tre cardinali ad Anagni respinse alcune formulazioni riportate negli scritti
originali di Gioacchino.
Laltro elemento che cre non poche attese presso i suoi contemporanei fu sulla prevista da
Gioacchino per lirruzione nella storia del terzo status? Secondo il calabrese, il secondo status poteva
essere suddiviso in quarantadue generazioni di circa trentanni ciascuna. In base a questi calcoli, quindi, il
passaggio sarebbe caduto alla met del XIII secolo, allincirca tra il 1250 e il 1260. Per Gioacchino,
ovviamente, gli indizi di questo, ormai prossimo, mutamento erano chiaramente visibili. Il suo messaggio
ebbe effetti dirompenti, soprattutto con la conversione di Francesco dAssisi e la nascita dellOrdine dei
Frati Minori. Unendo le profezie contenute negli scritti di Gioacchino, e ancor pi in quelli apocrifi, e il
messaggio evangelico e di povert portato avanti da Francesco a imitazione di Cristo, i francescani
appartenenti alla corrente degli Spirituali, proprio a partire dalla met del Duecento, videro nel fondatore
del loro ordine religioso il capo della Chiesa del terzo status, e interpretarono loro stessi come la nuova
Chiesa spirituale, perseguitata dalla Chiesa del papa, la Chiesa carnale. Non solo ma anche 1anticristo
dellApocalisse di Giovanni venne interpretato nella persona dellimperatore Federico II di Svevia. Altri
videro il capo della Chiesa spirituale nel terzo status in Celestino V, il famoso papa del gran rifiuto di
Dante.
Il movimento, o tendenza, gioachimita ebbe una vastissima risonanza e conseguenze in tutti i paesi
cristiani, presso nobili e re, come negli ambienti borghesi o nei ceti inferiori, come negli ordini
mendicanti o tra i movimenti ereticali. Limminenza del Regno dello Spirito ebbe unenorme portata e
cre grandi attese spirituali e millenaristiche. La ritroviamo in protagonisti come Guglielma di Boemia,
Angelo Clareno, Ubertino da Casale, Guglielmo di Occam, Dolcino da Novara, leretico pi famoso
del medioevo, oppure nel movimento del Libero Spirito e in quello dei Begardi e delle Beghine. La
ritroviamo anche nellondata dei Flagellanti che, proprio, a partire dal 1260, a Perugia, che coinvolse
tutta lItalia centrale, e parte di quella settentrionale, con gigantesche processioni penitenziali e
flagellazioni pubbliche da una citt allaltra.
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I FRANCESCANI
Durante il medioevo si nota una spiritualit cristiana caratterizzata dalla contemplatio, e come antitesi
si era sviluppata la actio. Cos che contemplatio e actio costituivano i due perni della vita spirituale.
Nel nostro periodo diventa preferenziale una nuova via, la imitatio.
Cos i diversi nuovi movimenti che adesso nascono si orienteranno per la imitatio.
I Francescani spirituali. Sottolineeranno questa imitatio in quattro punti fondamentali:
Un attaccamento radicale alla povert
Linviolabilit della regola di Francesco. Non accettano i nuovi privilegi e l'alleggerimento della
regola.
Hanno come caratteristica la critica alla chiesa carnale.
Credono di avere il ruolo particolare del piccolo gregge, comenunciato nel vangelo.
Diversi francescani furono influenzati dal gioachimismo.
- Giovanni di Parma
Giovanni di Parma fu ministro generale dellordina tra il 1247 e il 1257. Vede il san Francesco dAssisi
lalter Christus che inaugura una nuova tappa della storia della Chiesa caratterizzata dalla povert e dalla
semplicit. Il gruppo di frati pi legati allideale primitivo furono detti spirituali. Essi polemizzarono
con la gerarchia francescana a causa dei costumi rilassati dei frati. Essendo in minoranza, si sentirono un
piccolo resto che attende il pastor angelicus.
- Pietro di Giovanni Olivi
Pietro di Giovanni Olivi (1245-1298): discepolo di san Bonaventura propose lusus pauper, un ritorno
radicale alla povert, umilt e fedelt alla regola. Egli critic lordine perch, anche se non possedeva le
propriet, le usava al punto da venir meno allideale di povert. Scrisse nel 1295 la Postilla super
Apocalypsim. Nel suo pensiero contrappose la Chiesa spirituale a alla Chiesa carnale, che non include
necessariamente il clero ma in generale la parte corrotta della Chiesa. Annunci la venuta dellanticristo,
che non sarebbe stato il Papa, di cui sostenne linfallibilit, ma un antipapa eletto dallImperatore.
- I beghini
I beghini sono stati dei gruppi misti di laici, che gravitavano attorno ai conventi francescani della
Linguadoca e della Provenza durante il XIII secolo, e che seguivano la via degli spirituali francescani.
Vennero condannati dal Concilio di Bziers (1299) per usurpazione del diritto alla predicazione, per
osservanze ascetiche innovative, per aver spinto persone sposate allastinenza, per aver distolto i vergini
al matrimonio, per aver annunciato la fine dei tempi (era vicino il 1300) e lanticristo.
- I fraticelli
I fraticelli, sotto questa denominazione si raccolgono diversi gruppi di francescani dissidenti che
ebbero un influsso consistente in Italia dal XIII al XIV secolo. Si richiamavano alla povert radicale e
alcuni arrivarono a considerare invalidi i sacramenti amministrati dal clero fedele al Papa. Uno in
particolare, si costitu intorno ad Angelo Clareno (1337). Tra il 1330 e il 1350 lInquisizione fu inviata
ad occuparsi dei fraticelli, specialmente nellItalia centrale.
I Fraticelli. Sono quelli che nel XIII secolo acquistano la connotazione di violenta critica alla Chiesa e
alla Sede Apostolica
Tra la fine del secolo XII e inizio del XIII si assisti alla nascita di una serie di forme di vita religiosa
laicale:
I penitenti delle comunit rurali dell'Italia settentrionale: con vita comune, beni e lavoro in comune e
voto di penitenza. I penitenti e le penitenti si impegnavano a: astenersi dei banchetti, dagli spettacoli e
dalle danze, e a osservare digiuni pi frequenti e rigorosi degli altri laici, alla astinenza sessuale
durante alcuni periodi dell'anno liturgico, recitare ogni giorno le ore canoniche, confessarsi e
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comunicarsi almeno per Natale, Pasqua e Pentecoste. Rifiutavano di portare anni e di prestare
giuramento (ci fu causa di contrasti).
Il terzo ordine degli Umiliati: Laici, sposati o celibi, che vivevano in citt nelle proprie abitazioni
secondo un 'progetto di vita' che permetteva loro di associare il lavoro e la vita familiare alla pratica
dell'ideale evangelico".
Un modello simile fu approvato per i Poveri Cattolici e per Poveri Lombardi.
Nelle Fiandre nasce il movimento femminile delle Beghine. "Vivevano sole o in Comunit [ ... ] senza
emettere voti perpetui, ma associando il lavoro manuale, l'assistenza ai poveri e la preghiera".
- I poveri eremiti di Papa Celestino
I poveri eremiti di Papa Celestino un gruppo di francescani spirituali riuniti attorno ad Angelo
Clareno e Ubertino da Casale, desiderosi di fondare una nuova congregazione allinterno dellordine,
che pratichi lusus pauper. Dopo pochi mesi Bonfacio VIII (1294-1303) interruppe lesperimento.
Il movimento riformatore degli spirituali a partire da Bonifacio VIII sub una battuta darresto e,
dopo un tempo dattesa sotto Clemente V (1305-1314), fu fermato da Giovanni XXII (1316-1334), che
ebbe con i beghini un conflitto assai aspro (il papato era per loro la Chiesa carnale e Avignone la grande
prostituta apocalittica). Nel 1326 furono condannate per eresia alcune tesi della Postilla super
Apocalysim.
GLI APOSTOLICI
Il gioachimismo non ebbe influenza solo sui francescani ma anche in altri movimenti. Uno di
questi quello degli Apostolici che fu fondato da Gerardo Segarelli (1300) verso il 1260 a Parma.
Accusavano gli ordini mendicanti di aver tradito l'ideale di povert e di semplicit ed esaltava il ruolo
messianico dei laici sul piano religioso. Erano un gruppo di laici, che ad imitazione degli Apostoli, fanno
una predicazione itinerante vivendo di elemosina. Forse non accettavano al loro interno la gerarchia e
proponevano luguaglianza dei sessi. Vengono soppressi dal Concilio di Lione II (1274), ma essi non
obbedirono. Ugualmente non accettarono lo scioglimento fatto da Onorio IV nel 1286. Infine Niccol
IV assegn il caso allInquisizione che, condannato Segarelli per eresia, lo bruci sul rogo nel 1300.
Il movimento per non si spense, ma continu clandestinamente con fra Dolcino. Costui aveva
assimilato la partizione gioachimitica della storia della Chiesa. Ad una prima era dei patriarchi, successe
quella dei santi, cio della Chiesa precostantiniana. Poi venne il periodo dei monaci, da san Benedetto a
san Francesco, dei chierici e della Chiesa gerarchica, che ha tradito il Vangelo. Finalmente arriva il
periodo dei laici e del regno dello Spirito, iniziato proprio dagli Apostolici. Fra Dolcino previde per il
1305 linizio della fine della Chiesa carnale ad opera del re-messia, Federico dAragona, che avrebbe
sterminato la gerarchia ecclesiastica e gli avrebbe sottratto ogni potere temporale. I dolciniani furono
perseguiti da Bonifacio VIII, ma fu Clemente V ad indire una crociata contro di loro che termin a
Biella nel 1307 con la repressione violenta e la morte di fra Dolcino.
Gli apostolici. Gli apostolici prendono la via della disubbidienza. Loro prendono forza dal fatto di
seguire Cristo secondo il modello della chiesa apostolica.
Sono una composizione mista d laici e religiosi
Vogliono seguire l'ispirazione pauperistico - evangelica.
Danno grande importanza al vangelo.
Ricuperano l'elemento itinerante
Cercano contatti con la gerarchia. Questo avvicinarsi alla Sede Apostolica crea dei problemi al
loro interno
Fra 1282 - 1289 distinti provvedimenti papali determinano l'identit degli apostolici come eretici
PASTORELLI
Il 1212, in Parigi, sorsero i Pastorelli. All'origine era un gruppo di giovani che per correva la Francia,
dopo il 1251, hanno voluto recarsi in Terra Santa per portare aiuto a san Luigi. Levarono dei sospetti a
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causa dei loro attacchi contro i prelati, ai quali rimproveravano la ricchezza e l'inazione, e della violenza
contro gli ecclesiastici e gli ebrei.
POVERELLI
Si ritenevano investiti da Dio di una missione di salvezza a motivo della loro povert e delle modestia
delle proprie origini.
I FLAGELLANTI
Quello dei Flagellanti, o Battuti, un movimento che assume aspetti diversi a seconda del paese in
cui si sviluppa.
In Italia, a Perugia, verso il 1260 il penitente Ranieri Fasani, assieme a gruppi di laici, si
riversava per le strade praticando la flagellazione. I Flagellanti italiani non furono mai considerati
eterodossi. A volte le flagellazioni nelle strade furono proibite dalle autorit civili per ragioni di ordine
pubblico. Successivamente i Flagellanti furono inglobati nelle confraternite dei disciplinati.
In Germania bande di flagellanti attraversavano il paese, solo che verso il 1348 subirono una
svolta radicale che li indusse a violenze sulla popolazione e ad atti antigiudaici. Lidea che guidava questi
uomini era che solo limitazione delle sofferenze di Cristo poteva placare la collera divina per i peccati
del mondo. Durante la Messa non ascoltavano la Parola di Dio e non ricevevano i la comunione ma si
confessavano dai loro capi laici.
In Francia e Ungheria i Flagellanti ebbero accenti anticlericali.
Nel 1349 ClementeVI condann il movimento nelle sue espressioni pi esagerate (Francia,
Germania, Ungheria).
MISTICI ED ERESIA (I MISTICI DEVIANTI)
Il XIII secolo attraversato da vari filoni mistici laicali e femminili, che ebbero un forte risonanza
ma che caddero nelleterodossia.
- Le beghine
Sono gruppi di laiche che vivono nel mondo una vita religiosa o da sole o insieme. Si diffondono nel
XIII secolo soprattutto in Francia settentrionale, Italia, Germania e Belgio. Tra loro compaiono due
mistiche importanti Haderwich dAnversa (ca. 1250) e Beatrice di Nazaret (1268). Oltre a queste
due si registr un moltiplicarsi di presunte visioni, rivelazioni particolari e grazie speciali. In realt era
difficile riscontrare errori dottrinali in questi gruppi, anche perch non andavano contro la gerarchia. Si
ravvisavano per due rischi: da una parte svalutare le vie ordinarie della grazia, come la Parola di Dio e i
sacramenti, dallaltro la ricerca di unesperienza di Dio elitaria ed esoterica (in cui delle donne avevano
funzioni para-sacedotali).
Furono questi i motivi che spinsero Gilberto di Tournai a denunciarne luso di traduzioni in
volgare della Bibbia e di alcune interpretazioni devianti delle Scritture al Concilio di Lione II (1274). Ma
la vera offensiva contro le beghine venne lanciata nel XIV secolo in Francia, quando il vescovo di
Cambrai fece bruciare il libro Lo specchio delle anime semplici della beghina Margherita Porte. Ella,
condannata dai teologi della Sorbona, si rifiut di giurare e di rispondere agli interrogatori e per ci venne
uccisa sul rog nel 1310.
Nel Concilio di Vienne (1311-1312) venne condannata leresia del libero Spirito e nel decreto
Cum de quibusdam gli errori delle beghine in materia di fede e disciplina. Ci port alla morte molte tra
le beghine.
Legato agli ambienti delle beghine fu Maestro Eckart, mistico domenicano, di cui Giovanni
XXII condann nel 1329 ventidue tesi panteiste.
- Fratelli e sorelle del Libero Spirito
LInquisizione lavor molto contro questa eresia che sembrava molto estesa. Oggi si tende a mettere in
dubbio la sua diffusione. Rimane il fato che alla fine del XIII secolo, nella Germania meridionale,
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apparvero degli eretici che dicevano di possedere un spiritus novus, per il quale luomo era totalmente
congiunto a Dio. Godendo di questo stato divinizzato il fedele non era vincolato da leggi ecclesiastiche e
poteva tranquillamente contravvenire alle leggi morali anche in campo sessuale senza peccare. Lo studio
di questa eresia comunque ancora aperto.
SPERANZE DELUSE (III TESI 255-258; 255-269)
Le speranza di una riforma della Chiesa era dunque diffusa sia nel popolo sia nella gerarchia pi
illuminata. Lattesa di unera nuova, quella dello Spirito, si faceva pi pressante con lavvicinarsi
dellanno 1300. Per questo Bonifacio VIII (1294-1303) indisse per quella data il primo Anno Santo,
concedendo lindulgenza plenaria per tutti quei pellegrini che si fossero recati a Roma. Fu per
uniniziativa isolata che non serv a riformare dal profondo la Chiesa.
Gi al Concilio di Lione II il Generale dei Domenicani, Umberto di Romans, aveva tentato di
sollevare il problema della riforma di un clero cupido di guadagno e immorale, ma il dibattito fu
tralasciato.
Quando nel 1294, dopo un conclave lungo, sal al soglio pontificio leremita Pietro di Morrone,
Celestino V, sembr che finalmente era giunta lera del rinnovamento spirituale, data lindiscussa statura
morale del neoeletto. Linaudita abdicazione, avvenuta solo cinque mesi dopo lelezione (5 luglio - 13
dicembre 1294), deluse profondamente tante speranze.
Ci che si chiedeva quando sinvocava la riforma non era sempre la stessa cosa. Si possono
sintetizzare due obbiettivi corrispondenti a correnti diverse. Da una parte alcuni desideravano tornare a
una Chiesa apostolica, precostantiniana, evangelica, senza potere. Dallaltra parte altri si richiamavano s
alla Chiesa apostolica, ma riprendendo il passo in cui san Paolo corregge apertamente san Pietro, una
Chiesa dove i teologi possono rettificare il Papa.
Proprio lautorit del Papa fu al centro di un dibattito e di uno scontro. Nel dibattito, che si
accese soprattutto nel XIV e XV secolo, si contrapposero essenzialmente tre correnti diverse, ma che
avevano un unico obbiettivo: risolvere la crisi dautorit della Chiesa di fine medioevo scatenata dalla
mancata riforma e dalla pretesa dautonomia dei principi. Una prima corrente pensava che esaltando le
prerogative del successore di Pietro si sarebbero sanate le malattie della Chiesa di quel tempo. Unaltra
corrente avrebbe voluto equilibrare il peso dellautorit pontificia con quella dei cardinali e dei concili.
Infine la corrente pi radicale proponeva di sottomettere la Chiesa al controllo del potere civile. Nello
scontro si affrontarono il potere e lautorit del Sommo Pontefice con quella dei principi, che
desideravano sottrarsi alle ingerenze del Papa. Tale scontro si consum concretamente tra Bonifacio VIII
(1294-1303) e Filippo IV il Bello re di Francia (1285-1314), culminando da una parte nella Bolla Unam
Sanctam (1302) dallaltra nello schiaffo di Anagni (7 settembre 1303).
Lo schiaffo di Anagni - talvolta citato anche come oltraggio di Anagni - un episodio occorso nella cittadina
laziale il 7 settembre 1303. Si tratta in vero non tanto di uno schiaffo materialmente dato, quanto piuttosto di uno
schiaffo morale, anche se la leggenda attribuisce a Sciarra Colonna l'atto di schiaffeggiare il pontefice Bonifacio
VIII. Il re di Francia Filippo IV il Bello invi i suoi emissari Guglielmo di Nogaret,il consigliere del re di Francia,
e Giacomo Colonna (detto Sciarra) dal Papa, a capo di alcuni soldati, per intimargli di ritirare la bolla pontificia
Super Petri Solio, che conteneva la scomunica per il re francese. Durante la notte, probabilmente con l'aiuto del
Podest dell'epoca, i soldati entrarono ad Anagni, passando tranquillamente per una delle porte della citt, e la
occuparono. Il pontefice fu rinchiuso nel palazzo di famiglia (oggi Palazzo Bonifacio VIII). Qui Guglielmo di
Nogaret e il Colonna cercarono di costringere il pontefice, oltrech ritirare la bolla, ad abdicare. Tuttavia sembra
che dopo due giorni di prigione Bonifacio VIII sia stato liberato dagli Anagnini. In ogni caso la sua morte, un solo
mese dopo questo evento, dar il via libera al controllo della Francia sul papato e al trasferimento della sede
papale ad Avignone.

- LA CORRENTE IEROCRATICA
La corrente ierocratica ebbe come sostenitori principali Egidio Romano (1316) e Giacomo da
Viterbo (1302). Sono tre le idee fondamentali degli ierocratici. La societ civile ha come fine la
salvezza dei cittadini, per cui il Papa se ne deve prendere cura. Il principio tomista della reductio ad
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unum: ogni cosa ha un solo principio (quindi la Chiesa, essendo un corpo, ha un solo capo: il Romano
Pontefice). Ogni potere sulla terra sottomesso al Papa, il quale ordinariamente non sintromette nel
governo, a meno che i principi o la legge siano contrari ai canoni ecclesiastici. Lesempio pi chiaro della
linea ierocratica la Bolla Unam Sanctam.
A sostenere lesaltazione dellautorit del Papa cerano anche gli ordini mendicanti. Essi infatti
cercavano appoggio nel Romano Pontefice per difendersi dal clero secolare che, vedendoli come
concorrenti, non voleva cedergli la cura animarum.
- LA CORRENTE MODERATA
Il principale esponente degli antipapalisti moderati stato Giovanni Quidrot (Giovanni di
Parigi) autore del De potestate regia et papali (1303). Secondo lui il potere civile non viene dal Papa ma
direttamente da Dio attraverso la legge naturale. Al potere civile spetta dunque una propria sfera di
competenza autonoma dal potere spirituale. Egli non contesta lautorit del Papa, ma lo vede dentro la
Chiesa e non al di sopra di essa, certamente come membro supremo ma la servizio dellunit e
dellortodossia della fede, concedendogli dintervenire sui governanti solo in caso di eresia.
- LA CORRENTE RADICALE
Sono due i rappresentanti emblematici tra gli oppositori radicali allautorit del Papa:
Marsilio da Padova e Guglielmo dOccam.
Marsilio da Padova (ca. 1275-ca. 1342), intellettuale italiano, allinterno dei radicali esprime una
linea laicizzante. Scrisse il Defensor pacis (1324) condannato sotto Giovanni XXII. Per lui i problemi
politici del tempo dipendevano dalla pretesa del Papa di ingerire nel potere civile. Il suo pensiero possiede
un impianto aristotelico, per cui sottolinea il concetto della rappresentanza politica: il potere risiede nel
popolo che lo delega ad un suo rappresentante (in questo caso limperatore). Egli auspicava un Impero
che avesse un fine sia temporale sia spirituale. Limperatore avrebbe dovuto riformare la Chiesa
riportandola alla sua povert apostolica. Avrebbe dovuto eliminare il nemico della pace, il Papa, e rendere
la Chiesa pi democratica, attraverso delle istituzioni pi rappresentative del popolo.
Guglielmo dOccam (1270-1349) era una francescano inglese, formatosi ad Oxford allinsegna
del nominalismo, che intervenne con forza nel dibattito sulla povert di Cristo. Accusato di eresia nel
1323, confinato in un convento vicino Avignone fino al 1328 quando fugge in Baviera divenendo capo
dei francescani dissidenti. Reput Giovanni XXII e i Papi suoi successori come eretici perch avevano
condannato come devianti posizioni ortodosse (quelle sulla povert di Cristo). Fu un nemico del papato
avignonese, secondo lui, troppo assorbito da preoccupazioni temporali ed avido i potere. Per Guglielmo
dOccam nella Chiesa dovevano avere pi voce i teologi e i laici, che potevano avere pi fede della
gerarchia e del Papa stesso. Infatti la Chiesa sarebbe composta da coloro che si suppone abbiano la fede,
anche se il successore di Pietro devia da essa. In ci si vede come egli avesse posizioni soggettiviste e
anarchiche (solo Dio pu sapere chi ha veramente la fede). Al contrario di Marsilio, non assegnava
allimperatore alcun compito riformatore nella Chiesa.

CELESTINO V
Pietro da Morrone
La costituzione Licet de vitanda, promulgata nel 1179 dal Concilio Lateranense III, introdusse un
criterio nuovo nella procedura delezione del papa: per eleggere il pontefice era ormai necessaria la
maggioranza dei due terzi di cardinale presenti. La costituzione del Lateranense III consacr
definitivamente il diritto esclusivo dei cardinali a partecipare allelezione del papa.
Vita
Di origini contadine, penultimo di dodici figli, nacque nel 1209 o 1210 nel Molise. Da giovane, per un
breve periodo, ebbe a soggiornare presso il monastero benedettino di Santa Maria in Faifoli, Chiesa
abbaziale che, tra le dodici arcidiocesi di Benevento, era una delle pi importanti. Mostr una
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straordinaria predisposizione all'ascetismo e alla solitudine, ritirandosi nel 1239 in una caverna isolata sul
Monte Morrone, sopra Sulmona, da cui il suo nome.
Qualche anno dopo si trasfer a Roma, presumibilmente presso il Laterano, ove studi fino a prendere i
voti sacerdotali. Lasciata Roma, nel 1241, ritorn sul monte Morrone, in un'altra grotta, presso la piccola
chiesa di Santa Maria di Segezzano. Cinque anni dopo abbandon anche questa grotta per rifugiarsi in un
luogo ancora pi inaccessibile sui monti della Maiella, negli Abruzzi, dove visse nella maniera pi
semplice che gli fosse possibile.
Si allontan temporaneamente dal suo eremitaggio di Morrone nel 1244, per costituire una
Congregazione ecclesiastica, riconosciuta da papa Gregorio X come ramo dei benedettini, denominata
"dei frati di Pietro da Morrone" e che soltanto in seguito avrebbe preso il nome di Celestini.
Ormai anziano, nell'inverno del 1273 si rec a piedi in Francia, a Lione, ove stavano per iniziare i
lavori del Concilio di Lione II, per impedire che l'ordine monastico da lui stesso fondato fosse soppresso.
La missione ebbe successo poich grande era la fama di santit che accompagnava il monaco eremita.
I successivi vent'anni videro la radicalizzazione della sua vocazione ascetica e il suo distaccarsi sempre
pi da tutti i contatti con il mondo esterno, fino a quando non fu convinto che stesse sul punto di lasciare
la vita terrena per ritornare a Dio. Ma un fatto del tutto inaspettato stava per accadere.
Lelezione
Il 4 aprile del 1292 moriva papa Niccol IV. Nello stesso mese si riuniva il Conclave che, in quel
momento era composto da soli dodici porporati. Numerose furono le riunioni e sempre tenute in sedi
diverse: a Santa Maria sopra Minerva, a Santa Maria Maggiore e sull'Aventino. Nonostante ci, il Sacro
Collegio non riusciva a far convergere i voti necessari su nessun candidato.
Sopravvenne un'epidemia di peste che indusse il Conclave allo scioglimento. Nel corso dell'epidemia il
cardinal Cholet, francese, fu colpito dal morbo e ne rimase vittima, per cui il Collegio Cardinalizio si
ridusse a 11 componenti.
Pass pi di un anno prima che il Conclave potesse nuovamente riunirsi, perch un profondo
disaccordo s'era fatto sulla sede (Roma o Rieti). Finalmente si riusc a trovare una soluzione condivisa
stabilendone lo svolgimento nella citt di Perugia. Era il 18 ottobre 1293.
I porporati per, nonostante le laboriose trattative, non riuscivano ad eleggere il nuovo Papa,
soprattutto per la frattura che si era creata tra i sostenitori dei Colonna e gli altri cardinali. I mesi si
susseguivano inutilmente e il permanere della sede vacante aumentava il malcontento popolare che si
manifestava attraverso disordini e proteste, anche negli stessi ambienti ecclesiastici.
Si giunse cos, alla fine del mese di marzo del 1294, quando i Cardinali dovettero registrare un evento
che, probabilmente, contribu, forse in maniera determinante, ad avviare a conclusione i lavori del
Conclave.
Erano in corso, in quel momento, le trattative tra Carlo II d'Angi, Re di Napoli e Giacomo II, Re
d'Aragona, per sistemare le vicende legate all'occupazione aragonese della Sicilia, avvenuta all'indomani
dei cosiddetti "vespri siciliani", del 31 marzo 1282.
Poich si stava per giungere alla stipula di un trattato, Carlo d'Angi aveva necessit dell'avallo
pontificio. La qual cosa era impossibile, stante la situazione di stallo dei lavori del Conclave.
Spinto da questa esigenza, il re di Napoli si rec, a Perugia dove era riunito il Conclave, con lo scopo
di sollecitare l'elezione del nuovo Pontefice. Questa vicenda, con molta probabilit, indusse i cardinali a
prendere coscienza del fatto che si rendeva necessario chiudere al pi presto la sede vacante. L'iniziativa
fu presa dal Cardinale Decano Latino Malabranca, il quale sottopose all'attenzione degli altri cardinali la
persona di un monaco eremita di nome Pietro da Morrone; figura ascetica, mistica e religiosissima, del
quale si diceva un gran bene da parte di tutti.
Il Cardinale Decano per, dovette adoperarsi molto per rimuovere le numerose resistenze che il Sacro
Collegio aveva sulla persona di un non porporato. Alla fine, dopo ben 27 mesi, emerse dal Conclave
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all'unanimit, il nome di Pietro Angeleri, il frate eremita da Morrone, molisano, nato 79 anni prima. Era il
5 luglio 1294.
Occorre chiedersi le ragioni che avevano indotto il Sacro Collegio ad eleggere Papa un semplice frate
eremita, completamente privo di esperienza e totalmente estraneo alle problematiche della Santa Sede.
Pontificato
La notizia dell'elezione gli fu recata da tre vescovi, nella grotta sui monti della Maiella, dove il frate
risiedeva. Sorpreso dall'inaspettata notizia, il frate, forse anche intimorito dalla potenza della carica,
inizialmente oppose un netto rifiuto che, successivamente, si trasform in un'accettazione alquanto
riluttante, avanzata certamente soltanto per dovere di obbedienza.
Appena diffusa la notizia dell'elezione del nuovo Pontefice, Carlo d'Angi si mosse immediatamente
da Napoli e fu il primo a raggiungere il frate. In sella ad un asino tenuto per le briglie dallo stesso Re,
Pietro si rec nella citt di Aquila (oggi L'Aquila), dove aveva convocato tutto il Sacro Collegio. Qui,
nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio, fu incoronato il 29 agosto 1294 con il nome di Celestino V.
Uno dei primi atti ufficiali fu l'emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce
l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella basilica di
Santa Maria di Collemaggio della citt di L'Aquila dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29.
Il nuovo Pontefice si affid, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d'Angi, nominandolo
"maresciallo" del futuro Conclave. Ratific immediatamente il trattato tra Carlo d'Angi e Giacomo
d'Aragona, mediante il quale fu stabilito che, alla morte di quest'ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli
angioini.
Il 18 settembre 1294 indisse il suo primo e unico Concistoro, nel quale nomin ben 13 nuovi cardinali,
di cui nessun romano.
Dietro consiglio di Carlo d'Angi, trasfer la sede della Curia da Aquila a Napoli fissando la sua
residenza in Castel Nuovo, dove fu allestita una piccola stanza, arredata in modo molto semplice e dove
egli si ritirava spesso a pregare e a meditare.
Labdicazione
Circa quattro mesi dopo la sua incoronazione, nonostante i numerosi tentativi per dissuaderlo, avanzati
da Carlo d'Angi, il 13 dicembre 1294, Celestino V, nel corso di un Concistoro, diede lettura di una bolla,
appositamente preparata per l'occasione, nella quale si contemplava la possibilit di una abdicazione del
Pontefice per gravi motivi. Dopo di che recit la formula della rinuncia al Soglio Pontificio.
Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, cio per causa dumilt, di miglior vita, di
coscienza illesa, di debolezza del mio corpo, di difetto di scienza, della malignit della plebe, di
infermit della persona e per recuperare la tranquillit della vita di prima, abbandono liberamente
e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignit, all'onere e all'onore
che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facolt di
scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore, la Chiesa Universale. (Celestino V
- Bolla pontificia, Napoli, 13 dicembre 1294)
8 ragioni dellabdicazione:
1. Causa dumilt.
2. Causa di miglior vita.
3. Causa di coscienza illesa.
4. Causa di debolezza del mio corpo.
5. Causa di difetto di scienza.
6. Causa della malignit della plebe.
7. Causa dinfermit della persona.
8. Causa per recuperare la tranquillit della vita di prima.
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La storia ha chiarito poi, che la bolla pontificia contenente tutte le giustificazioni per unabdicazione
del Papa, era stata compilata "ad hoc" proprio dal cardinale Caetani, il quale intravedeva in questa
vicenda la possibilit di ascendere egli stesso al soglio pontificio con notevole anticipo sui tempi che egli
aveva preventivato al momento in cui aveva aderito all'elezione di Pietro da Morrone.
Dopo labdicazione
Undici giorni dopo le sue dimissioni, il Conclave, riunito a Napoli in Castel Nuovo, elesse il nuovo
Papa nella persona del cardinal Benedetto Caetani, laziale di Anagni. Aveva 59 anni e assunse il nome di
Bonifacio VIII.
Caetani, che era stato l'artefice delle dimissioni di Celestino V, temendo uno scisma da parte dei
cardinali filo-francesi a lui contrari mediante la rimessa in trono di Celestino V, diede disposizioni
affinch l'anziano frate fosse messo sotto controllo temendone un rapimento da parte dei suoi nemici.
Questi, venuto a conoscenza della decisione del nuovo Papa, tent una fuga verso oriente, ma il 16
maggio 1295 fu catturato presso Santa Maria di Merino da Guglielmo l'Estendard, Connestabile del
Regno di Napoli. Pietro da Morrone fu rinchiuso nella rocca di Fumone, in Ciociaria, dove mor il 19
maggio 1296.

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