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17/09/2015
Epistola 65
Neanche ora perdo tempo come tu credi. Tutte queste cose, se non
vengono spezzettate e distrutte in questa sottigliezza inutile, sollevano ed
elevano lanimo, che oppresso da un pesante fardello desidera liberarsene
e tornare alla sua origine. Il corpo infatti il peso e la pena dellanima;
dato che quel peso lo opprime, tormentato, in catene, se la filosofia
non gli andata incontro e non lha indotto a prendere fiato sullo
spettacolo della natura e non lha allontanata dalle cose terrene a quelle
divine. Questa la sua libert, questa la sua evasione; sottrae se stessa
dalla prigione in cui rinchiusa e si rigenera in cielo.
Come quando gli artigiani fanno un lavoro di attenzione e precisione
che affatica la vista, se la luce debole e fioca, escono tra la gente e si
rigenerano gli occhi alla piena luce in qualche luogo destinato allo svago
del popolo, cos lanima, rinchiusa in questo triste ed oscuro domicilio,
quando pu, esce allaperto e si rigenera nella contemplazione della
natura. Il saggio e chi aspira alla saggezza sono un tuttuno con il loro
corpo ma la loro parte migliore lontana e il loro pensiero si rivolge a
cose ben superiori. Come un soldato che ha prestato giuramento egli
reputa la vita un servizio militare; e si formato in modo tale da non
odiare n amare la vita, adattandosi al suo destino mortale pur sapendo
che destinato ad un destino superiore.
Vuoi negarmi il contatto con il cielo, ossia mi imponi di vivere a
testa bassa ? Sono troppo grande e nato per un destino troppo illustre per
essere schiavo del mio corpo, che non vedo in altro modo che non una
catena che intrappola la mia libert; questo lo oppongo alla sorte, perch
vi si arresti contro e non permetto che nessun colpo, trapassandolo, arrivi
a me. Il corpo lunica mia parte a poter subire offesa : in questa fragile
dimora abita lanima libera. Mai questa carne mi indurr alla paura, mai
alla simulazione indegna alluomo virtuoso, mai mentir per riguardo a
questo piccolo corpo. Quando mi sembrer opportuno, romper ogni patto
con esso; e anche ora, mentre siamo insieme, non siamo soci alla pari :
lanima rivendica a se ogni diritto. Il disprezzo per il proprio corpo sicura
libert.
Epistola 70
Epistola 62
Mentono quelli che vogliono far credere che limpegno li distoglie
dagli studi liberali : fingono occupazioni e le ingigantiscono e si rendono
occupati da se stessi. Io sono libero, o Lucilio, sono libero e ovunque mi
trovi sono sempre padrone di me stesso. Difatti non mi dedico agli affari
ma mi do in prestito, n vado in cerca di pretesti per perdere tempo; e
dovunque mi capiti di indugiare, l riprendo i miei pensieri e li trasformo in
qualcosa di salutare per lanima. Quando sto con gli amici non mi
sottraggo a me stesso, n mi intrattengo con quelli a lungo, con i quali mi
ha unito solo un motivo occasionale o un motivo derivato da una dovere
sociale, ma i migliori sono con me; ad essi, in qualunque luogo, in
qualunque secolo fossero vissuti, dirigo il mio animo. Porto con me
Demetrio, uomo ottimo, e lasciati i porporati parlo con lui seminudo, e lo
ammiro. Perch non dovrei ammirarlo ? Mi sono accorto che a lui non
manca niente. Qualcuno pu disprezzare ogni cosa, ma nessuno pu
avere ogni cosa; la via pi breve per ottenere dei beni quella di
disprezzare tutti i beni. Il nostro Demetrio poi vive non come se abbia
disprezzato ogni cosa ma come se abbia permesso ad altri di possederle.